Chiese e patrimonio religioso nella città di Torino, Italia

Il ricco passato di tradizione religiosa del territorio torinese lo ha sempre reso uno dei primi luoghi di pellegrinaggio sia sulle orme dei Santi Sociali che alla scoperta del ricco patrimonio artistico rinvenuto nelle chiese, tutti sapranno a cosa sono attratti e rispondono al discreto richiamo spirituale del territorio torinese. Numerosi sono gli edifici religiosi della città di Torino. La stragrande maggioranza di queste sono chiese cattoliche.

La maggior parte delle chiese torinesi furono costruite nei secoli XVII e XVIII; lo stile architettonico prevalente è il barocco ma vi sono esempi di stili rinascimentale e neoclassico o di miscele tra uno di questi e il barocco (tipo facciata neoclassica e corpo barocco). Le arti figurative, l’architettura, i Sacri Monti, la musica, i giardini … sono il percorso attraverso i segni e lo stile barocco che la storia ha lasciato testimonianza di grande bellezza.

Sacro Monte a Belmonte, patrimonio dell’UNESCO dal 2003, per rendersi conto di come arte e natura arricchiscano i percorsi della spiritualità. La provincia di Torino è un luogo di incontro di fedi e tradizioni diverse: dal XII secolo, la Comunità Valdese vive nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca, mentre la Comunità Ebraica è presente a Torino dal 1424. Negli ultimi anni, gli immigrati hanno ulteriormente arricchito questo territorio, in particolare la cultura islamica.

La Sacra Sindone
La Sindone di Torino, detta anche Sacra Sindone, è un lenzuolo custodito nel Duomo di Torino, dove si può vedere l’immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture coerenti con quelli descritti nella passione di Gesù. Alcune persone identificano l’uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgere il suo corpo nella tomba.

Torino è sempre stata una città intrisa di un’atmosfera mistica che, ancora adesso, si respira durante l’esposizione della Sacra Sindone, il sacro lino in cui era avvolto il corpo di Cristo, oggi custodito nell’edificio rinascimentale della Cattedrale di San Giovanni.

La Sacra Sindone è un telo di lino a trama a spina di pesce di circa m 4,41×1,13, contenente la doppia immagine della testa di un cadavere di un uomo morto dopo la tortura, culminante con una crocifissione. Questa immagine è contornata da due linee nere bruciacchiate e da alcune parti mancanti a causa di un incendio a Chambéry nel 1532. Secondo la tradizione non ancora definitivamente provata è la tela citata nei Vangeli che avvolse il corpo di Gesù nella tomba.

Gli storici concordano sul fatto che la storia della Sindone sia stata documentata con sufficiente certezza a partire dalla metà del XIV secolo: le prime testimonianze storiche risalgono al 1353.

Le prime testimonianze documentarie certe risalgono alla metà del XIV secolo, quando il cavaliere Geoffroy de Charny pose il lenzuolo nella chiesa da lui fondata nel 1353 a Lirey in Francia. Nella prima metà del 1400, durante la Guerra dei Cent’anni, Marguerite de Charny lo portò con sé nei suoi viaggi in Europa fino a quando fu ricevuto a Chambéry dai duchi di Savoia che ne divennero proprietari nel 1453 e lo tenne presso il Sainte-Chapelle du Saint-Suaire: il 4 dicembre 1532 questa cappella fu danneggiata da un incendio che provocò notevoli danni anche alla Sacra Sindone, successivamente riparata dalle suore dell’Ordine di Santa Chiara in città. Nel 1578 Emanuele Filiberto fece trasferire la reliquia a Torino per offrire a Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, l’opportunità di venerarla, risparmiandogli parte del lungo viaggio che avrebbe dovuto intraprendere per raggiungere Chambéry. E qui è rimasto in modo permanente.

Dopo aver trasferito la capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1562, nel 1578 il duca Emanuele Filiberto decise di portare anche lì la Sindone. L’occasione si presenta quando l’arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo, fa sapere che intende sciogliere il voto fatto durante l’epidemia di peste degli anni precedenti, di andare in pellegrinaggio a piedi per visitare la Sindone. Emanuele Filiberto ordina il trasferimento della tela a Torino per abbreviare il suo viaggio, che il San Carlo segue in cinque giorni.

La Sindone, però, non viene più riportata a Chambéry: da allora rimarrà sempre a Torino, salvo brevi viaggi. Nel 1694 fu collocata nella nuova Cappella della Sacra Sindone, cappella appositamente costruita, fatta costruire tra il Duomo e il Palazzo Reale dall’architetto Guarino Guarini: questa è ancora oggi la sua sede.

Nel 1706 Torino fu assediata dai francesi e la Sindone fu portata a Genova per un breve periodo; dopo questo episodio non si muoverà più per oltre duecento anni, rimanendo a Torino anche durante il periodo dell’invasione napoleonica. Solo nel 1939, nell’imminenza della seconda guerra mondiale, fu nascosto nel santuario di Montevergine in Campania, dove rimase fino al 1946; questo è ancora il suo ultimo viaggio.

In occasione della mostra pubblica del 1898, l’avvocato torinese Secondo Pia, appassionato di fotografia, ottenne dal re Umberto I il permesso di fotografare la Sindone. Superate alcune difficoltà tecniche, Pia scatta due fotografie e al momento dello sviluppo gli appare un fatto sorprendente: l’immagine della Sindone sul negativo fotografico appare “positiva”, cioè l’immagine stessa è in realtà un negativo. La notizia ha acceso discussioni e suscitato l’interesse degli scienziati sulla Sindone, dando inizio a un’era di studi che fino ad ora non è terminata; ma c’è anche chi accusa Pia di aver manipolato i piatti.

Nel 1931 fu realizzata una nuova serie di fotografie, affidata a Giuseppe Enrie. Per evitare polemiche, tutte le operazioni vengono effettuate alla presenza di testimoni e certificate da un notaio. Le fotografie di Enrie confermano la scoperta di Pia e mostrano che non c’è stata alcuna manipolazione.

Nel 1939 la Sindone fu nascosta in Campania, nell’abbazia di Montevergine, dove rimase fino al 1946 per poi rientrare a Torino. Nel 1959 fu fondato il Centro Internazionale di Sindonologia con lo scopo di promuovere studi e ricerche sulla Sindone di Torino.

Nel 1973 furono effettuati i primi studi scientifici diretti, da una commissione nominata dal cardinale Michele Pellegrino. Una campagna di studi più approfonditi ha avuto luogo nel 1978, quando la Sindone è stata messa a disposizione per cinque giorni a due gruppi di studiosi, uno statunitense (STURP) e uno italiano.

Nel 1983 muore Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia: nel suo testamento lasciò in eredità la Sindone al Papa. Giovanni Paolo II ha stabilito che rimanga a Torino e nomina suo tutore l’arcivescovo della città.

Nel 1988 tre laboratori internazionali eseguono l’esame al carbonio 14: la Sindone è datata agli anni 1260 – 1390, ma il risultato è contestato da numerosi sindonologi.

Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 un violento incendio distrusse la seicentesca Cappella della Sindone di Guarino Guarini, estendendosi anche alla torre nord-ovest di Palazzo Reale ad una temperatura di oltre 1.000 ° C. Fortunatamente la Sacra Sindone non è stata interessata poiché era stata trasferita nella Cattedrale nel 1993 durante i lavori di restauro della Cappella. Tuttavia, per ragioni di sicurezza, si è deciso di rompere la teca di vetro antiproiettile che la proteggeva e di trasferirla al Palazzo Arcivescovile per evitare il rischio di crolli e di possibili danni idrici degli idranti utilizzati dai vigili del fuoco.

Nel corso degli anni la tensione della cucitura cinquecentesca aveva fatto pieghe sempre più profonde nel tessuto mentre i residui organici erano fattori di rischio per la sua conservazione, e così nel 2002 è stato intrapreso il restauro: i lembi di stoffa bruciata e le toppe delle suore sono state asportati e, contemporaneamente, studi e indagini sono stati effettuati utilizzando strumenti appositamente realizzati.

Oggi la Sindone è tenuta distesa in piano ed orizzontale in una teca ermetica – con l’aria interna sostituita da gas inerte – realizzata da Alenia Spazio e Microtecnica applicando le ultime tecnologie del settore aerospaziale, mentre la superficie superiore è costituita da un multistrato di sicurezza bicchiere. La vetrina è, a sua volta, protetta da un “sarcofago” a più strati in grado di garantire una notevole resistenza meccanica e una buona protezione dal fuoco. Un sistema informatizzato tiene costantemente sotto controllo i parametri della vetrina e quelli della Cappella in cui si trova (nel transetto sinistro del Duomo).

Per l’Esposizione del 2010 iniziata il 10 aprile e terminata il 23 maggio, oltre 1 milione e 700mila pellegrini hanno prenotato una visita alla Sindone nel Duomo di Torino.

L’ultima Esposizione si è svolta dal 18 aprile al 24 giugno 2015. Il periodo è stato più lungo (67 giorni) rispetto a quello delle altre mostre del Telo sia per la visita del Papa (avvenuta il 21 giugno) sia per la concomitanza con il celebrazioni del Giubileo Salesiano.

A partire dal XX secolo, la Chiesa cattolica ha scelto di non esprimersi ufficialmente sulla questione dell’autenticità, che non è un soggetto fondamentale della fede, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma autorizza il suo culto come icona di la passione. di Gesù. Anche diversi papi moderni, da Papa Pio XI a Papa Giovanni Paolo II, hanno espresso la loro personale convinzione a favore dell’autenticità. Le chiese protestanti invece considerano la venerazione della Sindone, e delle reliquie in generale, una manifestazione religiosa popolare di origine pagana estranea al messaggio evangelico.

Cappella della Sindone
Il compito di ideare e realizzare la Cappella per ospitare la Sacra Sindone fu affidato nel 1667 a Guarino Guarini, uno dei massimi architetti del barocco piemontese, che concluse i lavori nel 1690. Il progetto si basava sull’idea della Sindone come prova estrema del mistero della Redenzione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. L’architettura stessa diventa così l’esperienza di “ascendere nella morte” alla luce della gloria divina. Dal 1694 fino ai primi anni novanta del Novecento, la Cappella della Sacra Sindone custodisce la preziosa reliquia, oggi conservata nel transetto del Duomo di Torino.

Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 la Cappella è stata interessata da un grande incendio che ha danneggiato gravemente l’edificio. Dopo un lungo e difficile restauro, è finalmente restituito al mondo. LA CAPPELLA DELLA SACRA SINDONE RIAPRE AL PUBBLICO IL 27 SETTEMBRE

Duomo di San Giovanni Battista
L’attuale Duomo, primo esempio di architettura rinascimentale a Torino, fu commissionato dal vescovo Domenico della Rovere sull’area di tre chiese medievali dedicate al Salvatore, San Giovanni Battista e Santa Maria. Il progetto fu affidato all’architetto toscano Meo del Caprina, e fu realizzato tra il 1491 e il 1498. Nel XVII secolo l’edificio fu ristrutturato da Guarino Guarini, aggiungendo la cappella della Sacra Sindone che collega la cattedrale al Palazzo Reale. La torre Sant’Andrea, terminata nel 1469, fu innalzata nel 1720 da Filippo Juvarra.

La finitura in marmo bianco della facciata, in cui ci sono tre eleganti porte, era una rottura con la finitura in mattoni contemporanea di altri edifici. L’interno, a forma di basilica, è a croce latina con tre navate ed elementi gotici. Le cappelle laterali racchiudono altari devozionali; nel secondo altare della navata destra, un polittico della Compagnia dei Calzolai di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. Le scale laterali in fondo al presbiterio conducono alla cappella della Sacra Sindone. Costruito tra il 1668 e il 1694 su progetto di Guarino Guarini, è un capolavoro dell’architettura barocca.

Museo della Sindone
Il museo – sito in Via S. Domenico 28 e nella cripta della Chiesa della Santissima Sindone – fornisce informazioni complete sulle ricerche sulla Sindone dal Cinquecento ad oggi. Dal 1898, molti scienziati hanno cercato di esplorare il ‘significato’ della Sindone per svelarne i misteri sottostanti: le indagini scientifiche sono culminate nella sorprendente immagine tridimensionale del volto dell’Uomo della Sindone, elaborata da Giovanni Tamburelli e la sua équipe nel 1978. Ampio spazio è dedicato ad approfondimenti: sul materiale, le microtracce, le indagini forensi, sulle impronte delle monete lasciate sul foglio e sull’analisi iconografica.

Vera Chiesa di San Lorenzo
La Chiesa Reale di S. Lorenzo, restaurata per due Ostensioni della Sacra Sindone (nel 1998 e nel 2000), offre a tutti i visitatori, frequenti o occasionali, la vista coinvolgente di questo gioiello di Guarino Guarini. I sacerdoti della chiesa di San Lorenzo sperano che tutti portino con sé, dopo aver goduto di tutto ciò che la creazione di Guarini può offrire alla mente e al cuore, quei sentimenti di armonia architettonica e religiosa che Guarino Guarini, padre teatino, ha saputo coniugare il suo genio di architetto e con la fede di un credente.

Chiesa del Santo Sudario
Si tratta della chiesa della Confraternita, una delle più antiche di Torino, costruita per sostenere e diffondere il culto della Sacra Sindone e per i soccorsi (assistenza ai malati di mente, servizio tuttora in corso). Oggi ospita regolarmente i servizi celebrativi della Confraternita e può essere visitata nell’ambito del percorso del Museo della Sacra Sindone.

Chiesa di San Carlo Borromeo
Insieme alla sua «gemella» S. Cristina, questa chiesa chiude il lato meridionale di piazza San Carlo. Sede storica dell’Ordine dei Servi, prende il nome da San Carlo Borromeo, il Beato Arcivescovo di Milano che mostrò particolare devozione alla Sacra Sindone. Emanuele Filiberto portò la Sindone a Torino nel 1578 per abbreviare il viaggio del Vescovo che, a piedi, si recava a Chambéry per adorarla. La chiesa fu costruita nel 1619, ma la facciata fu terminata solo nel 1834 ispirandosi alla vicina chiesa di S. Cristina.

Chiesa di San Filippo Neri
Uno dei progettisti di questa, la più grande chiesa storica di Torino, è stato Guarino Guarini. Tuttavia, il restauro finale fu di Filippo Juvarra (1714). Un’enorme volta copre l’unica navata della chiesa, e poggia sulle cappelle laterali ellittiche. La chiesa custodisce le spoglie del beato Sebastiano Valfrè, molto devoto alla Sacra Sindone (un dipinto nella chiesa lo ritrae vicino al Telo), consigliere di Vittorio Amadeo II e figura di spicco della Resistenza torinese durante il assedio del 1706.

Altri edifici religiosi
Gli edifici di culto a Torino sono piuttosto numerosi. La stragrande maggioranza di loro sono chiese cattoliche. Un itinerario storico, la via principale dove in passato migliaia di fedeli dall’Europa si sono recati in pellegrinaggio a Roma, cuore della cristianità. Oggi le vie Francigene in Piemonte sono suggestivi sentieri della fede ma anche percorsi adatti a tutti dove gustare appetitose degustazioni.

Basilica di Superga – Chiesa
Progettata ed eseguita da Filippo Juvarra nel 1717-1731, questa basilica è dedicata alla Natività di Maria e custodisce le tombe di Casa Savoia. Secondo la tradizione fu commissionato da Vittorio Amadeo II in adempimento del voto preso in caso di vittoria contro i francesi, conseguito nel 1706. La sua posizione – collegata visivamente con la reggia di Rivoli – fu scelta per sottolineare la dignità regale della Casa di Savoia raggiunta dopo il Trattato di Utrecht (1713). La forma circolare della chiesa è sormontata da una cupola alta 75 metri e fiancheggiata da due campanili alti 60 metri. Davanti alla facciata si trova un imponente portico di otto colonne corinzie. All’interno, la decorazione in stucco e il marmo dell’altare e del pavimento creano drammatici giochi di luce. L’altare maggiore, la cui cornice fu disegnata da Filippo Juvarra, è arricchita da un bassorilievo in marmo di Bernardino Cametti, che raffigura la gloriosa battaglia per la liberazione di Torino. Dipinti e sculture di Beaumont, Sebastiano Ricci, Carlo Antonio Tantardini, Bernardino Cametti e Agostino Cornacchini decorano le cappelle laterali.

Chiesa del Santo Volto
Progettata dall’architetto svizzero Mario Botta e prima chiesa del XXI secolo, si compone di sette torri perimetrali, alte 35 metri, e di un campanile postmoderno che, all’interno, ingloba l’antico camino della fabbrica su cui la chiesa è stata costruita.

Duomo di San Giovanni Battista
L’attuale Duomo, primo esempio di architettura rinascimentale a Torino, fu commissionato dal vescovo Domenico della Rovere sull’area di tre chiese medievali dedicate al Salvatore, San Giovanni Battista e Santa Maria. Il progetto fu affidato all’architetto toscano Meo del Caprina, e fu realizzato tra il 1491 e il 1498. Nel XVII secolo l’edificio fu ristrutturato da Guarino Guarini, aggiungendo la cappella della Sacra Sindone che collega la cattedrale al Palazzo Reale. La torre Sant’Andrea, terminata nel 1469, fu innalzata nel 1720 da Filippo Juvarra.

La finitura in marmo bianco della facciata, in cui ci sono tre eleganti porte, era una rottura con la finitura in mattoni contemporanea di altri edifici. L’interno, a forma di basilica, è a croce latina con tre navate ed elementi gotici. Le cappelle laterali racchiudono altari devozionali; nel secondo altare della navata destra, un polittico della Compagnia dei Calzolai di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. Le scale laterali in fondo al presbiterio conducono alla cappella della Sacra Sindone. Costruito tra il 1668 e il 1694 su progetto di Guarino Guarini, è un capolavoro dell’architettura barocca.

Santuario Della Consolata
Il santuario di Maria Consolatrice, strettamente legato al culto della Vergine Maria, ha origini antichissime. Dedicato originariamente a Sant’Andrea, esisteva già nel X secolo. Del periodo medievale restano il campanile e forse la cappella sotterranea della Madonna delle Grazie. Gli ampliamenti radicali furono progettati da Guarino Guarini (1678), mentre Filippo Juvarra aggiunse il presbiterio ovale (1729). La facciata neoclassica risale al 1860; ulteriori aggiunte furono effettuate nel 1899-1904 sotto la guida di Carlo Ceppi. L’interno è pensato per valorizzare il sontuoso altare maggiore dello Juvarra sul quale si trovano due angeli adoranti in marmo bianco di Carlo Antonio Tantardini e il quadro della Madonna miracolosa.

Basilica dei Santi Maurizio E Lazzaro (Mauriziana)
Conosciuta anche come “Mauriziana”, la basilica fu edificata sull’area di un tempio preesistente negli anni 1679-99 da Antonio Bettino per la confraternita della Santa Croce. Nel 1729 passò all’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. La facciata neoclassica di Carlo Bernardo Mosca ornata dalla statua dei santi cui la chiesa è realizzata da Giovanni Albertoni e Silvestro Simonetta.

Cappella della Pia Congregazione dei Banchieri e dei Mercanti
Questa cappella fu inaugurata nel 1692 e fu commissionata dalla Congregazione dei banchieri e dei mercanti. Importante esempio di impegno pubblico, questo gioiello d’arte barocca è stato perfettamente restaurato tra il 1956 e il 1957. La cappella è dedicata ai tre Re Magi, raffigurati nei dipinti di Andrea Pozzo, Sebastiano Taricco e Luigi Vannier. Alcuni dei dipinti e delle decorazioni e degli affreschi della volta sono del Legnanino e le sculture in legno marmorizzato sono di Carlo Giuseppe Plura (1707-1715).

Chiesa Bizantina di San Michele Arcangelo
In uso ai cattolici di rito greco-bizantino, fu progettato tra il 1784 e il 1788 dall’architetto Pietro Bonvicini insieme all’intero isolato di cui fa parte (1785-95), in origine destinato ad attività produttive e ad abitazione dei “Maestri fabbricatori in oro, argento e seta “. E ‘stata restaurata nel 1967 dopo i danneggiamenti subiti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.

Chiesa della Madonna del Carmine
La chiesa fu costruita su progetto di Filippo Juvarra tra il 1732 e il 1736 e completata da Agliaudo di Tavigliano, Francesco Benedetto Feroggio e Ignazio Birago di Borgaro. La facciata fu realizzata nel 1872 e poi fedelmente restaurata nel 1955 dopo aver subito gravi danni durante la seconda guerra mondiale. Nella superba abside si trova la Madonna del Carmine di Claudio Francesco Beaumont (1755-60).

Chiesa della Madonna Del Pilone
Questa chiesa fu costruita su richiesta di Maria Cristina di Francia nel 1645 e commemora un evento miracoloso avvenuto un anno prima. La chiesa prende il nome dal pilastro votivo raffigurante l’Annunciazione della Vergine Maria a cui è stato attribuito il miracolo. La chiesa fu oggetto di ampliamento nel 1779 e di alcuni rifacimenti nel 1817. L’interno è a navata unica con due cappelle laterali. L’altare maggiore fa parte di un’altra immagine dell’Annunciazione del 1587.

Chiesa della Misericordia
Eretto dalla Confraternita che ha assistito i condannati a morte. Facciata neoclassica. Messa in latino.

Chiesa della santissima trinita ‘
Questa chiesa circolare fu costruita tra il 1598 e il 1606 su progetto di Ascanio Vitozzi, qui sepolto. Gli affreschi all’interno della cupola sono opera di Francesco Gonin e Luigi Vacca (1844-47). Le decorazioni e gli arredi marmorei sono attribuiti a Filippo Juvarra.

Chiesa dei SS. Annunziata
La Chiesa fu costruita tra il 1648 e il 1656 su progetto di Carlo Morello. La moderna ricostruzione in stile neobarocco è opera degli architetti Giuseppe e Bartolomeo Gallo (1919-32). L’altare maggiore è stato progettato da Bernardo Antonio Vittone e la scultura policroma dell’Addolorata è di Stefano Maria Clemente (1750).

Chiesa della Visitazione
Chiesa conventuale dei Preti della Missione (Vincenziani), questa è una delle più frequentate da chi opera nella zona uffici del centro cittadino. Capolavoro di Francesco Lanfranchi, ha la forma di una croce greca e custodisce dipinti e arredi di immenso interesse artistico.

Chiesa dello Spirito Santo
Sede della confraternita omonima, questa chiesa è costruita dietro la chiesa del Corpus Domini. La costruzione di Giovanni Battista Ferroggio fu iniziata nel 1765. Fu gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e poi restaurata all’inizio degli anni Cinquanta. Di particolare rilievo all’interno è la Crocifissione, gruppo di figure lignee della Crocifissione di Stefano Maria Clemente (1761).

Chiesa di Nostra Signora Del Suffragio E Santa Zita
Questa chiesa fu costruita in stile neo-romanico da Edoardo Arborio Mella nel 1866 sotto la direzione di Francesco Faà di Bruno. Dietro l’altare della navata centrale si trova una statua della Madonna del Suffragio (Nostra Signora del Suffragio) dello scultore Antonio Tortone.

Chiesa della Gran Madre di Dio
Costruito nel 1818 per celebrare il ritorno dei Savoia alle loro tenute, dopo la caduta dell’impero napoleonico. È modellato sul Pantheon di Roma (progetto di F. Bonsignore). Vi si accede salendo una maestosa rampa di scale, dominata in alto dalle statue della Fede e della Religione. Sotto la chiesa si trova l’Ossario dei caduti nella prima guerra mondiale.

Chiesa di San Dalmazzo
Questa chiesa è adiacente all’ex convento dei Barnabiti e presenta una facciata cinquecentesca restaurata nel 1702. La chiesa ha la forma di una basilica a tre navate. La decorazione delle pareti interne è il risultato del gusto rinato per la decorazione medievale alla fine del XVIII secolo ed è opera di Enrico Reffo e della sua scuola.

Chiesa di San Francesco D’assisi
L’edificio originario risalente al XIII secolo ha subito una ricostruzione iniziata nel 1608. La struttura attuale è di Bernardo Antonio Vittore coadiuvato da Mario Ludovico Quarini e risale al 1761. All’interno della chiesa l’altare maggiore è in marmi policromi e progettato a Federico Zuccari è attribuita la pala d’altare raffigurante La vergine con il Bambino ei Santi Anna, Francesco e Caterina del Vittone e le Sante Anna, Francesco e Caterina.

Chiesa di San Francesco da Paola
La costruzione della chiesa e dell’annesso conventuale fu iniziata nel 1632 su progetto attribuito ad Andrea Costaguta. L’interno è a pianta rettangolare con una sola navata e sei cappelle laterali. La costruzione dell’altare maggiore fu eseguita tra il 1664 e il 1665 da Tomaso Carlone su progetto di Amedeo di Castellamonte.

Chiesa di San Francesco di Sales
Un tempo chiesa conventuale per le suore sacrementine, costruita nel 1843 in stile neoclassico, custodisce una casula damascata rossa realizzata con il panno su cui fu posta la Sacra Sindone durante l’Ostensione del 1933.

Chiesa di San Giuseppe
Edificato verso la fine del XVII secolo (architetto, Lanfranchi), si affaccia su via Santa Teresa ed è sede della comunità dei Camilliani (ministeri degli infermi).