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Bernardino Fungai

Bernardino Fungai (1460-1516) fu un pittore senese italiano della fine del XV secolo. I suoi dipinti di Bernardino Fungai sono piuttosto convenzionali. Gran parte delle sue opere sono a Siena, distribuite tra varie chiese e nella Pinacoteca Nazionale di Siena.

Si pensa che Fungai abbia studiato con pittori locali nella sua città natale, Siena, nonostante si sappia ben poco della sua carriera. Viene descritto come un seguace di retate su Sassetta e Giovanni di Paolo. I suoi dipinti sono influenzati dai pittori senesi locali e anche da Pietro Perugino.

Figlio di Niccolò e Battista di Tonio La sua arte è da considerarsi un passaggio tra il gotico e il primo Rinascimento rinascimentale. Nel 1482 fu messo in un laboratorio da Benvenuto di Giovanni. La sua opera può essere attribuita a quella del primitivismo senese nei pressi di Matteo di Giovanni, Sassetta, Giovanni di Paolo, Giacomo Pacchiarotti e Pietro di Francesco Orioli.

Nel 1482, lavorò agli affreschi per la cupola nella cattedrale di Siena. Fungai fu commissionato nel 1494 per decorare bandiere cerimoniali con azzurro e oro.

Nel 1484 fu assunta la sua visita e soggiornò a Roma in occasione dell’ascesa al pontificato di Innocenzo VIII dove si pensa abbia collaborato con Perugino e Antoniazzo Romano, da cui fu influenzato o forse influenzato.

La sua opera più famosa sono gli affreschi per la cupola del Duomo di Siena dipinti intorno al 1490.

Tornato a Siena nel 1487, realizzò la maggior parte dei suoi dipinti come quelli del Seminario di Pienza. In occasione dell’ingresso del re di Francia, Carlo VIII, nel 1494, fu invitato a dipingere alcune tavole per le festività date dalla città.

Tra i suoi dotti allievi c’erano Giacomo Pacchiarotti e Girolamo del Pacchia

Creò anche una pala d’altare nel 1512 per una chiesa senese. Una comunione di Santa Caterina da Siena si trova nella Galleria Borghese. Ci sono dipinti di questo pittore al Lowe Art Museum di Coral Gables, in Florida e al Pushkin Art Museum di Mosca, in Russia.

Lavoro:
I molti dipinti devozionali di Bernardino Fungai sono piuttosto convenzionali, ma i suoi pochi dipinti a cassone e i paesaggi nelle sue composizioni devozionali più ampie mostrano il suo dono narrativo. La qualità dei suoi paesaggi è già evidente nella prima opera documentata di Bernardino Fungai del 1495-97, Stigmatizzazione di Santa Caterina nel Santuario Cateriniano di Fontebranda. La composizione rivela un panorama di edifici eleganti, dolci colline e alberi ad alto fusto con un vasto mare nella parte posteriore ravvivato da piccole imbarcazioni. Il contrasto nella composizione tra le figure solide, dai contorni netti e ieratici della scena principale e le piccole figure di sfondo e predella con pose simili a un danzatore e il drappeggio che si muove liberamente è anche tipico del suo stile.

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Nel santuario di Santa Caterina da Siena, proprio nell’Oratorio della Cucina, sono esposte le stimmate di Santa Caterina tra i santi Girolamo e Domenico e Santa Caterina in gloria tra i santi, un complesso dotato anche di una ricca predella con storie di la vita di Babbo Natale (1495-1497)

Nella Basilica di San Clemente a Santa Maria dei Servi: Incoronazione della Vergine e Santi (1501)

Per la Basilica di San Domenico dipinse la predella della Natività di Gesù di Francesco di Giorgio Martini. Le cinque scene dipinte sono la Visione di Santa Caterina, il Martirio di San Sebastiano, la Strage degli Innocenti, il Sermone di San Domenico e la Maddalena nel Deserto

Nella chiesa e nel convento di Santa Margherita, a Castelvecchio, fece l’affresco del refettorio con l’Ultima Cena.

Nella Chiesa di Santa Maria in Portico a Fontegiusta: L’incoronazione della Vergine e i Santi Sigismondo, Giovanni Battista, Rocco e Girolamo, realizzati tra il 1508 e il 1512.

Per il Convento di San Girolamo a Siena: l’Assunzione di Maria.

San Benedetto tentato nel deserto da Bernardino Fungai1415 – 1420

Questo dipinto rappresenta un episodio nella vita di San Benedetto. Essendosi ritirato per vivere in una grotta sul Monte Subiaco, fu tormentato dal diavolo sotto le sembianze di un merlo, affliggendolo con forti tentazioni erotiche. Per vincere il desiderio, il santo si spogliava nudo e rotolava in un cespuglio di rovi e ortiche. L’angelo rappresenta l’illuminazione divina che ha aiutato Benedetto a resistere al peccato.
L’anatomia del santo, il perizoma, il merlo e le foglie dei cespugli sono resi con grande fedeltà naturalistica, così come la modulazione della luce che modella i volumi. Al contrario, eleganti tocchi gotici definiscono la figura dell’angelo con le sue ali dai colori brillanti e il mantello blu.
Il dipinto, databile intorno al 1415-1420, è opera di Nicolò di Pietro, artista veneziano influenzato da Gentile da Fabriano. Il pannello originariamente faceva parte di un polittico. Altri tre pannelli con scene della vita di San Benedetto sono ora agli Uffizi.

Madonna col Bambino e due eremiti di Bernardino Fungaiearly del 1480

In un modo tipicamente senese, Bernardino Fungai mescolava elementi dell’arte gotica – uno sfondo d’oro lavorato – con le nuove idee rinascimentali della tridimensionalità. Fungai presentò i santi eremiti in tre quarti per mostrare la sua conoscenza del nuovo concetto di scorcio, tuttavia mantenne un interesse tipicamente senese nei disegni decorativi, come si vede nell’elaborato drappeggio della Vergine. Inclinò l’aureola dipinta di Cristo in prospettiva, ma incise quelli dei santi e la Vergine sullo sfondo. Anche Fungai impiegava efficacemente le caratteristiche armonie lineari dell’arte senese nei delicati contorni del docile mantello della Vergine, le sottili cappe del suo copricapo bianco, la fine fluttuante del drappo trasparente di Cristo e le barbe ondulate dei santi.

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