L’itinerario della famiglia Medici e il Rinascimento fiorentino, Italia

La famiglia Medici è un’antica e potente famiglia nobile italiana di origine toscana, divenuta una delle dinastie protagoniste e di importanza centrale nella storia d’Italia e d’Europa dal XV secolo al XVIII secolo. I Medici e altre famiglie d’Italia ispirarono il Rinascimento italiano, lasciando l’immenso patrimonio artistico e culturale alla città di Firenze. Questi siti storici sono strettamente legati alla storia di Firenze, al Rinascimento italiano e all’ascesa e alla caduta delle fortune della famiglia Medici.

Firenze era conosciuta come il centro del Rinascimento, attirando in città pensatori e artisti allo stesso modo grazie alla reputazione dei suoi governanti benevoli e producendo pensatori e artisti dalle scuole sponsorizzate dai Medici e altri. La città ha accolto gli ideali e le filosofie di terre lontane, assorbendoli nella scrittura e nell’arte che ha prodotto.

La famiglia Medici ha avuto un ruolo importante nella storia fiorentina, le cui impronte sono ancora oggi ben visibili nei monumenti, nelle piazze e nei palazzi storici della città. Questa potente famiglia rinascimentale risiedette in diversi maestosi palazzi e lasciò tonnellate di storia, riscoprendole seguendo le orme della famosa famiglia dei Medici, viaggiando indietro nel tempo fino al XV secolo.

I Medici non erano solo mercanti, banchieri, finanziatori e collezionisti, ma anche soldati di professione, chierici e nobili. La famiglia Medici fu una fedele sostenitrice della Santa Sede, producendo quattro papi e molti vescovi. La famiglia Medici sostenne anche l’innovazione e finanziò molti progressisti, come Galileo, considerato un’eresia dalla Santa Sede.

Mentre i Medici usarono i loro talenti per ottenere potere e prestigio per se stessi, usarono anche la loro influenza per migliorare la qualità della vita di coloro che erano loro affidati per sponsorizzare iniziative culturali e per mantenere Firenze libera dalla dominazione straniera. Con la ricchezza e l’influenza cresciute, i Medici crearono un ambiente in cui l’arte e l’umanesimo fiorirono a Firenze.

Le più grandi conquiste dei Medici risiedevano nella sponsorizzazione dell’arte e dell’architettura. In architettura, i Medici finanziarono la costruzione della Basilica di San Pietro e di Santa Maria del Fiore, e anche responsabili di alcune caratteristiche notevoli di Firenze, tra cui la Galleria degli Uffizi, il Giardino di Boboli, il Belvedere, la Cappella Medicea e il Palazzo Medici.

Giovanni di Bicci de’ Medici, primo mecenate della famiglia, aiutò Masaccio e commissionò al Brunelleschi la ricostruzione della Basilica di San Lorenzo a Firenze nel 1419. Cosimo il Vecchio incaricò Filippo Brunelleschi della costruzione della cupola di Santa Cattedrale Maria del Fiore.

I Medici sono meglio conosciuti per essere mecenati delle arti, furono responsabili della maggior parte dell’arte fiorentina durante il loro regno. Il loro sostegno finanziario alle arti e alle discipline umanistiche ha contribuito a rendere la Firenze del Rinascimento un fiorente centro culturale. e furono mecenati di Brunelleschi, Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Machiavelli, Galileo e Francesco Redi tra molti altri nelle arti e nelle scienze.

La famiglia Medici dimostrò anche un enorme sostegno all’istruzione, istituendo l’Accademia platonica per lo studio delle opere antiche. Si stima che prima della sua morte nel 1464, Cosimo spese circa 600.000 fiorini d’oro a sostegno dell’architettura, dell’erudizione e di altre arti. I notevoli collaboratori artistici di Cosimo il Vecchio furono Donatello e Beato Angelico.

Oltre a commissionare arte e architettura, i Medici furono prolifici collezionisti, e oggi le loro acquisizioni costituiscono il nucleo del Museo degli Uffizi di Firenze. La famiglia Medici ha anche finanziato l’invenzione del pianoforte e dell’opera.

I Medici e il Rinascimento fiorentino
Il Rinascimento nasce ufficialmente a Firenze, città che spesso viene definita la sua culla. Questo nuovo linguaggio figurativo, legato anche a un diverso modo di pensare l’uomo e il mondo, è stato ispirato dalla cultura e dall’umanesimo locale, già portato alla ribalta nel secolo precedente da personalità come Francesco Petrarca o Coluccio Salutati. Le novità, proposte nei primissimi anni del Quattrocento da maestri come Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio, non furono subito accettate dalla committenza, anzi rimasero per almeno vent’anni un fatto artistico minoritario e largamente frainteso, di fronte all’allora dominante gotico internazionale.

Lo stile del Rinascimento fiorentino, dopo gli inizi del primo ventennio del Quattrocento, si diffuse con entusiasmo fino alla metà del secolo, con sperimentazioni di approccio tecnico-pratico; la seconda fase si svolse al tempo di Lorenzo il Magnifico, dal 1450 circa fino alla sua morte nel 1492, e fu caratterizzata da un assetto più intellettualistico delle conquiste. Segue un momento di rottura, dominato dalla personalità di Girolamo Savonarola, che segna profondamente molti artisti, convincendoli a ripensare le proprie scelte. L’ultima fase, databile tra il 1490 e il 1520, è denominata Rinascimento “maturo”, e vede la presenza a Firenze di tre geni dell’arte assoluti, che hanno fortemente influenzato le generazioni a venire: Leonardo da Vinci,

La famiglia Medici ottenne per la prima volta ricchezza e potere politico a Firenze grazie al successo nel commercio e nelle banche. A partire dal 1434 con l’ascesa al potere di Cosimo de’ Medici (o Cosimo il Vecchio), l’appoggio della famiglia alle arti e alle discipline umanistiche trasformò Firenze nella culla del Rinascimento, una fioritura culturale eguagliata solo da quella dell’antica Grecia.

Sebbene il Rinascimento fiorentino fosse già iniziato prima dell’ascesa della famiglia Medici, fu la famiglia Medici a fornire la garanzia finanziaria per raggiungere gli obiettivi dei fiorentini che si dedicarono alla costruzione di opere d’arte più grandiose, edifici e altre innovazioni, per costruire un città più prospera, e con la sua immagine fiorente, impressiona e convince i suoi concorrenti.

I maggiori successi dei Medici furono nella sponsorizzazione dell’arte e dell’architettura, principalmente arte e architettura del primo e dell’alto Rinascimento. I Medici furono responsabili di un’alta percentuale delle maggiori opere d’arte fiorentine realizzate durante il loro periodo di governo. Il loro sostegno è stato fondamentale, poiché gli artisti generalmente iniziavano a lavorare ai loro progetti solo dopo aver ricevuto commissioni.

Giovanni di Bicci de’ Medici, il primo mecenate della famiglia, aiutò Masaccio e commissionò a Filippo Brunelleschi la ricostruzione della Basilica di San Lorenzo a Firenze nel 1419. Notevoli collaboratori artistici di Cosimo il Vecchio furono Donatello e Beato Angelico. Negli anni successivi il protetto più significativo della famiglia Medici fu Michelangelo Buonarroti (1475–1564), che produsse opere per numerosi membri della famiglia, a cominciare da Lorenzo il Magnifico, che si diceva fosse estremamente affezionato al giovane Michelangelo e lo invitò per studiare la collezione di famiglia di scultura antica. Lorenzo fu anche mecenate di Leonardo da Vinci (1452–1519) per sette anni. Lorenzo, infatti, fu artista a pieno titolo e autore di poesie e di canti;

Oltre alle commissioni per l’arte e l’architettura, i Medici furono prolifici collezionisti e oggi le loro acquisizioni costituiscono il fulcro del museo degli Uffizi di Firenze. In architettura, i Medici furono responsabili di alcune caratteristiche notevoli di Firenze, tra cui la Galleria degli Uffizi, il Giardino di Boboli, il Belvedere, la Cappella Medicea e il Palazzo Medici.

Visita Guidata dell’Itinerario dei Medici
La famiglia Medici governò Firenze per oltre trecento anni. Nel 1400, questa ricca e influente famiglia di banchieri riuscì a ottenere il controllo della repubblica fiorentina. La famiglia Medici riuscì a diventare il simbolo di una città e assunse un ruolo molto importante nella storia fiorentina. I Medici hanno sempre compreso il potere dell’immagine visiva e l’importanza politica del mecenatismo artistico.

La visita guidata della famiglia Medici e del Rinascimento fiorentino, prevede la visita ai due palazzi ducali dei Medici; il Palazzo Vecchio e la Galleria Palatina all’interno di Palazzo Pitti. Il percorso è ricco di simbolismo politico, grande arte (Bronzino, Raffaello, Tiziano, Rubens, solo per citarne alcuni), storie di intrighi e grandezza aristocratica. Scopri anche i luoghi in cui si sono svolte molte scene della serie tv “I MEDICI”. Imparerai di più sugli innumerevoli ostacoli, tradimenti e vittorie avvenuti nella storia di Firenze e sulla vera essenza dei personaggi principali della Famiglia Medici.

Questa famiglia ha sostenuto le carriere di diversi artisti e puoi seguire le loro impronte visibili nei monumenti, nelle piazze e nei palazzi storici della città. Questo itinerario a piedi unico nel suo genere attraverso il centro di Firenze, ti farà viaggiare indietro nel tempo fino al XV secolo per esplorare i luoghi più simbolici della Famiglia Medici a Firenze e i palazzi delle famiglie nemiche come gli Strozzi, gli Albizi e Pazzi.

Il Monastero di San Marco e il loro palazzo Medici-Riccardi, entrambi costruiti nel nuovo stile rinascimentale della prima metà del 1400 e decorati dai maggiori artisti dell’epoca, una visita all’interno del palazzo per vedere gli affreschi cappella di famiglia con scene dell’Adorazione dei Magi di Benozzo Gozzoli.

Dietro la chiesa di famiglia di San Lorenzo, si trovano le Cappelle Medicee, volute da Michelangelo all’inizio del 1500. Il mecenatismo artistico assunto dalla famiglia cambia con il passare dei secoli. La famiglia, appena tornata a governare la città dopo essere stata esiliata, non si tira più indietro nel manifestare le sue evidenti intenzioni di governare con totale potere. Il papa Medici incaricò Michelangelo di creare una sontuosa esposizione per le tombe dei suoi antenati e i successivi Granduchi Medici di Toscana commissionarono un mausoleo di famiglia interamente costruito con pietre semipreziose e rivaleggiando con tutti gli altri in Europa.

La chiesa di San Lorenzo, magnifica chiesa rinascimentale restaurata su progetto di Filippo Brunelleschi, fin dal suo stesso concetto fu concepita come manifestazione del posto della famiglia nella società e nel potere. La chiesa fu luogo di sepoltura per quasi tutti i membri dei Medici, maschi e femmine, nel corso dei trecento circa anni di governo di Firenze l’ammissione è un vero e proprio scrigno d’arte.

Palazzo Medici Riccardi
Palazzo Medici Riccardi si trova a Firenze al numero 3 di quella che per le sue dimensioni veniva chiamata Via Larga. Il palazzo era ed è situato in un luogo strategico all’incrocio tra Via Larga (l’attuale Via Cavour) e Via de’ Gori, tutta questa zona è denominata “Quartiere dei Medici”. Michelozzo attinse al classico rigore brunelleschiano per purificare e arricchire la tradizione gotica fiorentina. La forma dell’originario edificio era pressoché cubica, con cortile centrale da cui un portale permetteva l’accesso al giardino, circondato da alte mura.

La sua facciata è un capolavoro di sobrietà ed eleganza, anche se presenta caratteristiche “eccezionali” come l’uso del bugnato, che nel medioevo era normalmente riservato agli edifici pubblici dove aveva sede un governo cittadino. L’esterno è quindi suddiviso in tre registri, separati da marcapiani con dentelli dalla sporgenza crescente verso i piani superiori. Il bugnato è invece graduato in modo da risultare molto sporgente al piano terra, più appiattito al primo piano e caratterizzato da lastre lisce e appena quotate al secondo, evidenziando così gli alleggerimenti dei volumi verso l’alto ed enfatizzando un andamento orizzontale . volumi.

Al piano terra vi era un portico d’angolo (murato nel 1517); all’ultimo piano, al posto del cornicione con mensoloni intagliati, vi erano merlature che ne accentuavano il carattere militare. Lungo i lati est e sud corre un banco stradale, un alto plinto in pietra, che veniva utilizzato per ragioni pratiche ed estetiche. Le bifore scandiscono regolarmente la facciata, incorniciata da un anello tondo con al centro un medaglione con stemma dei Medici e rosoni. Le finestre sono leggermente differenziate tra pavimento e pavimento, con cornici più larghe nella parte superiore per bilanciare l’altezza del piano inferiore. L’effetto è però quello di dare maggiore risalto al piano nobile.

Un notevole studio sull’armonia e la varietà decorativa si trova anche nel cortile, allestito in modo da suggerire un effetto di simmetria che in realtà non esiste. Il decoro, nel complesso, è tratto dal repertorio classico e composto con fantasia e secondo il gusto della contaminazione. Un raffinato gioco prospettico si ha nelle colonne angolari, dove si riscontra il maggior carico strutturale, leggermente inferiori alle altre. Il conflitto angolare, tuttavia, fa sì che le finestre sui lati siano più vicine delle altre, un’irregolarità che altri architetti successivi cercheranno di risolvere diversamente.

Il primo registro è composto da un portico con colonne a fusto liscio e capitelli compositi ed è concluso da un alto fregio con medaglioni contenenti stemmi medicei di varia foggia e raffigurazioni mitologiche (attribuiti a Bertoldo di Giovanni), collegati da affreschi a festoni (oggi il risultato della riverniciatura), di Maso di Bartolomeo. Il secondo ordine, in piena muratura, è caratterizzato da bifore allineate con gli archi del portico, che riprendono la forma di quelle esterne, con in alto un fregio graffito, mentre l’ultimo registro presenta una loggia trabeata con colonne ioniche, allineato con le linee del portico.

Il palazzo è ricco di decorazioni. La cappella privata si chiama Cappella dei Magi, capolavoro di affresco del fiorentino Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico, commissionato da Piero il Gottoso che seguì direttamente la progettazione e lo sviluppo dei lavori. Questo piccolo spazio era la cappella privata della famiglia e fu edificato nel 1459. Nelle tre pareti principali è raffigurata la Cavalcata dei Magi, soggetto religioso che funge da pretesto per rappresentare tutta una serie di ritratti di famiglia e personaggi politici dell’epoca che giunse ufficialmente a Firenze su invito dei Medici, ritratti in celebrazione delle conquiste politiche della famiglia. Tra i personaggi raffigurati vi sono un giovane Lorenzo il Magnifico, il padre Piero il Gottoso e il capofamiglia Cosimo il Vecchio.

Basilica di San Lorenzo
La Basilica di San Lorenzo è una delle chiese più grandi di Firenze, in Italia, situata al centro del principale quartiere del mercato della città, ed è il luogo di sepoltura di tutti i principali membri della famiglia Medici da Cosimo il Vecchio a Cosimo III. È una delle numerose chiese che si dichiarano le più antiche di Firenze, essendo stata consacrata nel 393 d.C., all’epoca sorgeva fuori le mura della città. Per trecento anni fu cattedrale della città, prima che la sede ufficiale del vescovo fosse trasferita a Santa Reparata.

San Lorenzo era la chiesa parrocchiale della famiglia Medici. Nel 1419 Giovanni di Bicci de’ Medici si offrì di finanziare una nuova chiesa in sostituzione di una ricostruzione romanica dell’XI secolo. Filippo Brunelleschi, il principale architetto rinascimentale della prima metà del Quattrocento, fu incaricato della sua progettazione, ma l’edificio, con modifiche, fu completato solo dopo la sua morte. La chiesa fa parte di un più ampio complesso monastico che racchiude altre importanti opere architettoniche e artistiche: la Sagrestia Vecchia del Brunelleschi e con decorazioni e sculture di Donatello; la Biblioteca Medicea Laurenziana di Michelangelo; la Sagrestia Nuova su disegno di Michelangelo; e le Cappelle Medicee di Matteo Nigetti.

La facciata di San Lorenzo è a capanna spiovente, con pietra grezza a vista su cui si aprono tre portali ad arco. Il lato destro è in pietra liscia, decorato con un ordine di archi ciechi e lesene. Da questo lato si vede anche l’esterno della Sagrestia Nuova di Michelangelo, munita di cupoletta ricoperta di squame, rifinita da una lanterna con colonne di marmo. Attiguo alla Sagrestia Nuova si erge il campanile alto 54 metri; custodisce al suo interno tre campane grandi, le due maggiori delle quali furono donate nel 1740 da Gian Gastone de’ Medici, mentre la campana minore fu aggiunta dalle fonderie Ecat di Mondovì (CN) nel 2019, a seguito dei restauri che furono ultimati in quell’anno .

In alto, sopra la lanterna, si trova la grande cupola della cappella dei Principi, ricoperta di tegole. Sul retro della chiesa (con accesso dal retro su piazza Madonna degli Aldobrandini) si trova la grandiosa Cappella dei Principi, con la sua grande cupola che è la seconda più grande di Firenze dopo quella del Duomo.

La chiesa è a croce latina a tre navate, con cappelle laterali lungo le navi laterali e il transetto. All’incrocio dei bracci c’è una cupola. L’allestimento, come in altre opere del Brunelleschi, si ispira ad altre opere della tradizione fiorentina medievale, come Santa Croce, Santa Maria Novella o Santa Trinita, ma partendo da questi modelli Brunelleschi trasse ispirazione per qualcosa di più rigoroso, con risultati rivoluzionari. Nonostante i rimaneggiamenti, la basilica trasmette ancora un senso di razionale concezione dello spazio, sottolineato dagli elementi architettonici portanti in pietra serena, che risalta sull’intonaco bianco secondo il più riconoscibile stile brunelleschiano.

L’innovazione fondamentale sta nell’organizzazione degli spazi lungo l’asse mediano mediante l’applicazione di un modulo (sia in pianta che in prospetto), corrispondente alle dimensioni di una campata quadrata, con la base di 11 stemmi fiorentini, all’incirca uguale allo Spedale degli Innocenti ( 10 armi fiorentine), edificato a partire dal 1419. L’uso del modulo regolare, con la conseguente ripetizione ritmica delle membra architettoniche, definisce una scansione prospettica di grande chiarezza e suggestione. Le due navate laterali sono state definite come lo sviluppo simmetrico della loggia dell’ospedale, applicata per la prima volta all’interno di una chiesa: anche qui l’uso della campata quadrata e della volta a crociera genera la sensazione di uno spazio scandito da una serie regolare di cubi immaginari sormontati da emisferi.

L’interno è estremamente luminoso, grazie alla serie di finestre ad arco che corrono lungo il claristorio. Le colonne poggiano su brevi plinti, hanno fusti lisci e terminano nell’innovativa “noce brunelleschiana”, costituita da un capitello corinzio e da un pulvino cubico, composto da un fregio con rilievi di protomi angeliche e graticoli di San Lorenzo. Gli archi della navata sono a tutto sesto, sormontati da un cornicione sporgente. Il soffitto della navata centrale è decorato a lacunari, con rosoni dorati su fondo bianco, ma il progetto del Brunelleschi prevedeva una volta a botte, anche nel transetto, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera. Ciascuna cappella laterale è rialzata di tre gradini, fiancheggiati da lesene e sormontati da un arco a tutto sesto, che si raccorda al cornicione con una mensola.

La parte più celebre e grandiosa di San Lorenzo sono le Cappelle Medicee nell’abside. I Medici ne stavano ancora pagando quando, nel 1743, morì l’ultimo membro vivente della famiglia, Anna Maria Luisa de’ Medici. Nel 1742 aveva incaricato Vincenzo Meucci di dipingere la Gloria dei Santi Fiorentini, un affresco, all’interno della cupola. Nella cripta sono sepolti circa cinquanta membri minori della famiglia Medici. Il progetto definitivo (1603–1604) fu di Bernardo Buontalenti, basato sui modelli di Alessandro Pieroni e Matteo Nigetti.

In alto si trova la Cappella dei Principi, una grande ma maldestra sala ottagonale dove sono sepolti i granduchi. Lo stile mostra eccentricità manieristiche nella sua forma insolita, cornici rotte e finestre di dimensioni asimmetriche. All’interno, l’ambiziosa decorazione con marmi colorati travolge i tentativi di design innovativo. La cappella Corbelli, nel transetto meridionale, custodisce un monumento dello scultore Giovanni Dupre alla moglie del conte Moltke-Hvitfeldt, già ambasciatore danese alla Corte di Napoli.

Ad aprire il transetto sud della basilica si apre lo spazio quadrato, a cupola, la Sagrestia Vecchia, progettata dal Brunelleschi (1377–1446) e che è la parte più antica dell’attuale chiesa e l’unica parte completata nell’epoca del Brunelleschi. tutta la vita. Contiene le tombe di diversi membri della famiglia Medici. Era composto da una sfera sopra un cubo; il cubo che funge da mondo umano e la sfera da cielo.

Di fronte alla Sagrestia Vecchia, nel transetto nord della basilica, si trova la Sagrestia Nuova, iniziata nel 1520 da Michelangelo, che vi progettò anche le tombe medicee. Che l’architetto di un edificio abbia disegnato anche gli arredi interni è una novità storica nell’architettura europea che è guidata dal suo essere scultore per formazione. La nuova sagrestia era composta da tre registri, il più alto sormontato da una cupola pennata a cassettoni. L’articolazione delle pareti interne può essere descritta come un primo esempio di manierismo rinascimentale (vedi Ricetto di Michelangelo nella Biblioteca Medicea Laurenziana). L’accostamento di lesene in pietra serena del registro inferiore viene portato al secondo registro; tuttavia, in modo manierista, gli elementi architettonici “sembrano impossibili”,

Michelangelo completò la maggior parte della statuaria anche per la nuova sacrestia, tuttavia le statue dei due santi protettori previste per accompagnare la Madonna col Bambino che dovevano essere collocate sulla parete principale e gli elementi scultorei dei due sarcofagi furono lasciati incompiuti quando fu reindirizzato a un altro progetto dal papa, la situazione politica a Firenze cambiò e in seguito si verificarono cambiamenti nella successione papale. Sebbene la nuova sacrestia fosse stata sotterrata nel 1524, queste circostanze, il temporaneo esilio dei Medici (1527), la morte di Giulio, poi papa Clemente VII, e la partenza definitiva di Michelangelo per Roma nel 1534, fecero sì che Michelangelo non avesse mai terminato il progetto e si rifiutò di dirigere il completamento.

Le statue che Michelangelo aveva scolpito al momento della sua partenza non erano state collocate e furono lasciate in disordine all’interno della cappella. Nel 1545 furono installati da Niccolò Tribolo. Per ordine di Cosimo I, i restanti lavori furono completati nel 1555 da Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. Nel 1976 fu scoperto un corridoio nascosto con disegni di Michelangelo sulle pareti sotto la Sagrestia Nuova.

Palazzo Vecchio
Palazzo Vecchio si trova in Piazza della Signoria a Firenze ed è la sede del Comune. Rappresenta la migliore sintesi dell’architettura civile trecentesca della città ed è uno degli edifici civili più famosi al mondo. Nel 1540 Palazzo Vecchio chiamato allora Palazzo dei Priori, divenne la residenza ufficiale del duca Cosimo I dei Medici e della sua corte. Il palazzo subì molte modifiche, quelle commissionate nel 1555 a Giorgio Vasari trasformarono notevolmente il palazzo in quello che vediamo oggi.

Il Salone dei Cinquecento è uno dei saloni più grandi e preziosi d’Italia. Questa imponente sala ha una lunghezza di 54 metri e una larghezza di 23. Fu costruita nel 1494 da Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca, su commissione del Savonarola che, sostituendo i Medici alla guida di Firenze, la volle come sede della Consiglio Maggiore. che era composta da più di 1500 cittadini, riuniti a rotazione in gruppi di 500.

Fu poi ampliata dal Vasari, affinché Cosimo I potesse fare corte in questa sala. Durante la trasformazione (1555 – 1572) non è chiaro se i famosi dipinti incompleti de La Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci e La Battaglia di Cascina di Michelangelo furono ricoperti o distrutti. Della Battaglia di Anghiari c’è una famosa copia di Rubens al Museo del Louvre, ma comunque delle due opere ci sono altre copie e talvolta dei bozzetti.

La Sala di Leone X è dedicata al papa figlio di Lorenzo il Magnifico che iniziò le fortune della famiglia nel XVI secolo, portandola a consolidarne potere e importanza. Sul soffitto sono dipinte le truppe alleate di Leone X riconquistano Milano dai francesi, mentre i pannelli rettangolari e ottagonali raffigurano vari episodi della vita di Leone X. Altri episodi sono raffigurati negli affreschi monocromi, collocati nelle zone laterali delle pareti. Grandi scene sono dipinte al centro delle pareti. Nella scena dell’ingresso trionfale di Leone X a Firenze, vediamo l’apparizione di Piazza della Signoria prima della costruzione degli Uffizi, con la chiesa di San Pier Scheraggio ancora e con la Loggia dei Lanzi senza le sculture.

Interessante anche l’affresco della battaglia di San Leo, vinto da Lorenzo Duca d’Urbino per lo stesso papa. Sullo sfondo si vede chiaramente la rocca di San Leo, famosa per essere stata il luogo di prigionia di Cagliostro. Una curiosità del dipinto è rappresentata dalla personificazione di un fiume (un vecchio) in primo piano con in mano una grande giara: nella giara sgorga acqua proveniente dalla roccia, che a ben guardare ha le sembianze di un uomo in piedi che urina , allegoria della sorgente del fiume Marecchia. La scena della terza parete è Leone X che elegge il suo collegio cardinalizio. La parete con le finestre è invece decorata con alcuni ritratti dei Medici. Agli angoli sono quattro nicchie con quattro busti marmorei: da sinistra Giuliano, duca di Nemours di Alfonso Lombardi,

Questi appartamenti sono composti da cinque stanze e due logge. Cosimo I, che qui aveva il suo appartamento privato, inizialmente commissionò la costruzione a Battista del Tasso, ma alla sua morte le decorazioni furono completate dal Vasari e dalla sua bottega (soprattutto Cristofano Gherardi detto il Doceno e Marco da Faenza). Le pareti delle Stanze degli Elementi sono piene di affreschi allegorici. Il quartiere Eleonora fu progettato anche da Giorgio Vasari, per la moglie di Cosimo I, Eleonora di Toledo.

Piazza della Signoria
Piazza della Signoria è la piazza di Firenze, sede del potere civile e cuore della vita mondana della città. Si trova nella parte centrale della Firenze medievale, a sud della cattedrale di Santa Maria del Fiore.

La Loggia della Signoria fu costruita tra il 1376 e il 1381 da Benci di Cione Dami (fratello dell’Orcagna) e Simone di Francesco Talenti con la funzione di “arengario” coperto, cioè balcone per rivolgersi alla folla durante le cerimonie ufficiali. Dal punto di vista architettonico la costruzione coniuga elementi gotici, come i pilastri a trave e il coronamento traforato, con elementi di matrice classica come i grandi archi a tutto sesto, secondo la particolare interpretazione fiorentina del linguaggio gotico.

Nel corso del Cinquecento la loggia perse la sua funzione originaria per divenire una sorta di museo a cielo aperto delle sculture della collezione dei Medici. Nel 1555 Cosimo I vi collocò il Perseo di Cellini e nel 1585 Francesco I vi collocò il Ratto dei Sabini del Giambologna. Alla fine del Settecento, all’epoca di Pietro Leopoldo di Lorena, venne creata una nuova ambientazione con la collocazione nella Loggia di numerose sculture antiche trasferite a Firenze da Villa Medici a Roma. Infine, le successive modifiche ottocentesche consolidano l’aspetto della Galleria delle Statue che conserva ancora oggi.

Galleria degli Uffizi
La Galleria degli Uffizi è un museo statale di Firenze, che fa parte del complesso museale denominato Gallerie degli Uffizi e comprendente, oltre alla suddetta Galleria, il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli, che insieme costituiscono quantità e qualità delle opere raccolte in uno dei musei più importanti del mondo. Il complesso compare nell’elenco stilato nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, come edificio monumentale da considerarsi patrimonio artistico nazionale.

Vi sono le più cospicue raccolte esistenti di Raffaello e Botticelli, oltre ai principali gruppi di opere di Giotto, Tiziano, Pontormo, Bronzino, Andrea del Sarto, Caravaggio, Dürer, Rubens, Leonardo da Vinci e altri. Mentre a Palazzo Pitti si concentrano i dipinti del Cinquecento e del Barocco, ma anche dell’Ottocento e Novecento italiano, il corridoio vasariano ha ospitato fino al 2018 parte della collezione di autoritratti (oltre 1700), che dovrebbe poi essere inserito nel percorso espositivo della Galleria delle Statue e dei Dipinti, come già fatto in piccola parte.

Il museo custodisce una raccolta di opere d’arte di inestimabile valore, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle collezioni medicee, arricchite nei secoli da lasciti, permute e donazioni, tra cui un fondamentale nucleo di opere religiose derivanti dalla soppressione di monasteri e conventi tra Settecento e Ottocento. Suddivisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, la mostra espone opere dal XII al XVIII secolo, con la migliore collezione al mondo di opere del Rinascimento fiorentino. Di grande pregio anche la collezione di statuaria antica e soprattutto quella di disegni e stampe che, custodita nell’omonimo Gabinetto, è una delle più cospicue e importanti al mondo.

Palazzo Pitti
Palazzo Pitti è un imponente palazzo rinascimentale a Firenze. Si trova nella zona dell’Oltrarno, a poca distanza da Ponte Vecchio. Il nucleo originario dell’edificio risale al 1458, come residenza urbana del banchiere Luca Pitti. Il palazzo fu poi acquistato dalla famiglia Medici nel 1549 e divenne la residenza principale dei Granduchi di Toscana, prima Medici e dal 1737 Asburgo-Lorena. Dopo l’Unità d’Italia, svolse il ruolo di reggia per i Savoia nei cinque anni in cui Firenze fu capitale del Regno d’Italia (1865-70). Nel 1919 Vittorio Emanuele III lo donò allo Stato: da allora è museo statale.

Al suo interno è infatti ospitato un importante complesso museale: la Galleria Palatina, allestita secondo il criterio della pinacoteca settecentesca, con capolavori di Raffaello e Tiziano; gli appartamenti reali, l’appartamento della Duchessa d’Aosta e il quartiere del Principe di Napoli (solitamente non aperto ai turisti); la Galleria d’Arte Moderna (con le opere dei Macchiaioli), e altri musei specializzati: il Tesoro dei Granduchi, dedicato all’arte applicata; il Museo della Moda e del Costume, il più grande museo italiano dedicato alla moda; il Museo delle Porcellane e il Museo delle Carrozze. Il palazzo è completato dal Giardino di Boboli, uno dei migliori esempi di giardino all’italiana nel mondo.

Nel 1565, in occasione del matrimonio di Francesco de’Medici e Giovanna d’Austria, fu realizzato un importante passaggio fuori terra che collegava gli Uffizi ai Palazzi Pitti che permetteva ai granduchi di spostarsi dai due senza dover uscire. Questo passaggio, lungo circa 1 km, è noto come Corridoio Vasariano o Corridoio Vasariano.

Giardino di Boboli
Il Giardino di Boboli è oggi un parco storico della città di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è anche collegato al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e della sua famiglia. Il giardino, che accoglie ogni anno oltre 800.000 visitatori, è uno degli esempi più importanti di giardino all’italiana nel mondo ed è un vero e proprio museo a cielo aperto, per l’impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture che spaziano dal antichità al Novecento.

I giardini furono realizzati tra il Cinquecento e l’Ottocento, dai Medici, poi dagli Asburgo-Lorena e dai Savoia, e occupano una superficie di circa 45.000 mq. Al primo assetto tardo-rinascimentale, visibili nel nucleo più vicino all’edificio, si sono aggiunte negli anni nuove porzioni con diverse ambientazioni: lungo l’asse parallelo all’edificio è nato l’asse prospettico del vicolo, da cui la ghiaia si dipanano passerelle coperte che portano a stagni, fontane, ninfei, templi e grotte. L’importanza che nel giardino assumono statue ed edifici, come la settecentesca Kaffeehaus (raro esempio di stile rococò in Toscana), che permette di godere della vista sulla città, o la Limonaia, ancora nell’originario colore verde lorenese .

I giardini nel loro insieme hanno una configurazione triangolare vagamente allungata, con pendii ripidi e due assi quasi perpendicolari che si incrociano nei pressi della Fontana del Nettuno che svetta nel panorama. Partendo dai percorsi centrali degli assi si sviluppano poi una serie di terrazze, viali e vialetti, scorci prospettici con statue, vialetti, radure, giardini recintati, edifici e antichi cespugli di rose, in una fonte inesauribile di ambienti curiosi e scenografici. Qui troviamo anche la fontana Mostaccini la cui sequenza di cascate costituisce una testimonianza seicentesca degli antichi abbeveratoi per uccelli da richiamo, utilizzati nella pratica dell’uccellagione. Sono presenti anche una serie di antichi acquedotti sotterranei che alimentavano l’intero complesso.

Palazzo Ramirez de Montalvo
Palazzo Ramirez de Montalvo è un palazzo storico situato a Firenze in Borgo Albizi 26. Uno dei più importanti esempi di architettura manierista a Firenze, e una delle principali opere civili dell’Ammannati. Nota sul fronte, che gode della felice posizione di luce data dalla mancanza di edifici antistanti, l’attenzione al disegno dei vari dettagli, ben esemplificato dal portale, sfalsato a sinistra, e dalle elaborate finestre inginocchiate, in alto alle “griglie a maglia larga, equilibrate”, eleganti, ben inserite tra i ripiani in alto, senza interrompere il disegno”.

Ai piani superiori, due file di cinque finestre allineate su marcapiani sono caratterizzate da architravi sporgenti e cornici sporgenti in pietra con disposizione degli incastri quasi radiali. Al centro della facciata campeggia lo stemma mediceo, con la scritta: “MAGN. COSMVS FLOR. ET SEN. D. II” (“Cosimo il Grande, secondo duca di Firenze e Siena”). Sulla porta è uno scudo con lo stemma della famiglia Montalvo (in blu, con una barra rossa che sostiene un leone leopardato rivolto verso l’oro e accompagnato in punta da un castello turrito di tre pezzi d’argento; il tutto sormontato da un’aquila con un volo ribassato sempre in argento), che si ritrova anche nel piccolo cortile interno, questa volta affrescato sulla parete.

L’elemento peculiare della facciata, sono i graffiti che ricoprono la superficie con disegni monocromi. La decorazione, come già accennato, fu realizzata nel 1573-1574 su cartoni di Giorgio Vasari (forse coadiuvato dal giovane Bernardino Poccetti) e sulla base di un dotto programma iconografico redatto da Vincenzo Borghini, volto ad esaltare il duca Cosimo come benefattore della famiglia.

Più precisamente, di seguito sono illustrate le virtù dell’anima che meglio si adattano alla vita al servizio del principe, come la modestia, la prudenza, la fedeltà, e, sopra, gli effetti di tali virtù, come l’obbedienza, la segretezza e la sollecitudine. Le stesse ragioni giustificano la presenza sul fronte dello stemma mediceo con la sua iscrizione e, al di sopra dell’ultimo ricorso, la rappresentazione dei benefici che ne conseguono a questo servizio, come Reputazione, Ricchezza e infine Fama.

Dall’androne, che presenta un bel cancello in ferro battuto coronato dallo stemma di famiglia, si accede al cortile centrale, non particolarmente ampio ed a pianta rettangolare con arcate sul lato opposto all’ingresso. C’è una copia della famosa statua di Mercurio del Giambologna. Da qui una scala conduce ai piani superiori. Nei locali del piano nobile, attualmente sede della Casa d’Aste Pandolfini, è ancora ben visibile la sua struttura originaria, ed è ancora visibile un grandioso camino in pietra, sempre realizzato da Alfonso Parigi su progetto dell’Ammannati: in alto presenta un’iscrizione e un busto del cortigiano spagnolo che fece costruire il palazzo. In vari saloni sono inoltre presenti piacevoli decorazioni dei primi decenni dell’ottocento riconducibili all’attività di Luigi Catani,

Museo dell’Opera del Duomo
Il Museo dell’Opera del Duomo è un museo di Firenze, sul lato nord-est di Piazza del Duomo. Raccoglie opere d’arte provenienti dal complesso sacro del Duomo di Firenze, Battistero e Campanile di Giotto, con un nucleo importantissimo di statuaria gotica e rinascimentale.

Tra le opere più importanti, opere di Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Nanni di Banco, Porte del Ghiberti, Pietà Bandini di Michelangelo e una delle più grandi raccolte al mondo di opere di Donatello, seconda solo al Museo Nazionale del Bargello.

Palazzo Sforza di Almeni
Il palazzo degli Sforza Almeni, che ospita il museo storico mediceo Museo de’ Medici. Si tratta di un nobile e grande palazzo cinquecentesco spesso legato (seppur in assenza di prove documentali) a un progetto redatto da Bartolomeo Ammannati per Piero d’Antonio Taddei, ed eretto in una zona confinante con il tiratoio dell’Aquila, dove si già esisteva. diverse case di proprietà delle famiglie Ghinetti e Mazzei. Confiscato da Cosimo I alla famiglia Taddei per la sua opposizione al regime mediceo, fu poco dopo donato dal duca al suo coppiere Sforza Almeni, che lo arricchì ulteriormente con una decorazione pittorica estesa su tutta la facciata principale, realizzata da Cristoforo Gherardi con la collaborazione di Giorgio Vasari a partire da progetto e disegni forniti dallo stesso Vasari (1555 circa).

Nonostante la perdita della decorazione pittorica esterna e di molte delle decorazioni che la arricchivano internamente, la fabbrica non sembra essere stata privata troppo della bellezza insita nelle proporzioni armoniose del prospetto principale che, sviluppato per tre piani organizzati in sei assi su via dei Servi, determina uno sperone in corrispondenza di via del Castellaccio (Canto del Castellaccio) addolcito da un balcone successivo. Sempre su via dei Servi, al piano terra, il grande portone d’ingresso è affiancato da due sontuose finestre inginocchiate (isolate sulla grande superficie intonacata) che rimandano alla maniera dell’Ammannati, vicine a quelle di Palazzo Giugni in via degli Alfani e il palazzo Ramirez de Montalvo di borgo degli Albizi (a fronte di questa attribuzione sostenuta dalla maggior parte degli studiosi,

Nonostante la vistosa abrasione della pietra grigia, è ancora chiaramente percepibile come qui si concentrasse una decorazione densa e varia, teste di leone nel timpano e nei sostegni, una greca che corre sul davanzale, e trionfi d’armi nella specchiatura tra i ripiani inferiori (del tutto perso quello della finestra di destra, l’altro è ancora parzialmente leggibile). Degne di nota sono anche le ringhiere, sostenute nella parte inferiore da tartarughe.

Sulla porta è uno scudo con lo stemma della famiglia Frosini Matteucci e, sull’angolo acuto di via del Castellaccio, lo scudo encomiastico con lo stemma dei Medici – Toledo posto all’epoca degli Sforza Almeni. Lo scudo originario, già rimosso nel 1901 perché pericolante, fu restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure nel 1955 e riparato nell’androne del palazzo (quello che vedete all’angolo è una copia).

All’interno vi è una sala con volta affrescata, con un complesso insieme di figure allegoriche incorniciate da grottesche, probabilmente ideate da Vincenzo Borghini e realizzate da artisti di scuola vasariana che in quegli stessi anni lavorarono alla facciata, nel gruppo anche impegnato in decorare gli interni di Palazzo Vecchio. Allo stesso gruppo di artisti si riferiscono anche la figura allegorica nella sala e il piccolo soffitto a scomparti della “stufetta” al primo piano. Sempre al piano nobile si trova anche una sala affrescata con ruderi e un caso mitologico tra Giunone, Minerva e Afrodite del pittore Mauro Soderini. In altri ambienti sono presenti resti di fregi decorativi con putti e festoni riferibili alla fine del XVII secolo.

Piazza Santissima Annunziata
Il dominio della famiglia Medici termina nella bella Piazza Santissima Annunziata e la chiesa, dove svetta il monumento equestre di Ferdinando de’ Medici, figlio di Cosimo I. È interessante notare che il Granduca è raffigurato rivolto verso Palazzo Vecchio (e quindi verso il monumento del padre), ma anche verso Palazzo Budini Gattai, dove si narra visse una delle sue amanti.

Sempre nel bellissimo Palazzo Santissima Annunziata si trova l’Ospedale degli Innocenti, primo esempio in Europa di struttura dedicata all’assistenza ai bambini bisognosi (era un orfanotrofio) e uno dei primi esempi di architettura rinascimentale, progettata da Filippo Brunelleschi.