Architettura del 19 ° secolo

Nell’architettura della prima metà del diciannovesimo secolo la tendenza neoclassica fu inizialmente imposta, già presente nella seconda metà del XVIII secolo, ma, in concomitanza con la diffusione della sensibilità romantica e il conseguente interesse per lo storicismo, apparvero presto le tendenze architettoniche. il recupero di “stili” di epoche precedenti (in particolare il Medioevo come presunta culla delle identità nazionali), caratterizzato dal prefisso “neo” (neo-romanico, neogotico, ecc.), che sono anche definiti dal termine revivalism.

Il diciannovesimo secolo è quindi caratterizzato da una sorta di codice: l’eclettismo storicista, in cui tutti i gusti possono essere presenti simultaneamente nel lavoro complessivo dello stesso designer o anche nello stesso edificio. Questo almeno fino alla fine del secolo del movimento Art Nouveau (chiamato anche Liberty), che fu il primo movimento architettonico non storicista e quindi moderno (modernismo).

Contesto storico
Il diciannovesimo secolo fu un secolo di grandi trasformazioni economiche, sociali e politiche. Fu il secolo di Napoleone Bonaparte, del Congresso di Vienna, dell’affermazione di nuove identità nazionali, dell’affermazione del liberalismo, del capitalismo, del commercio internazionale e dello sviluppo urbano, ma anche della nascita degli ideali del socialismo. Ha assistito alla cosiddetta rivoluzione industriale, uno straordinario sviluppo della scienza e della tecnologia sottolineato dal positivismo.

Nel campo letterario e artistico dominò il Romanticismo nella prima metà del secolo, mentre nella seconda metà si affermò il realismo e, nella pittura, l’Impressionismo. Anche il diciannovesimo secolo era il secolo di Marx, Freud, Malthus, Darwin.

periodizzazione
Il fattore comune in cui tutte le speculazioni architettoniche e artistiche del XIX secolo possono essere ridotte è lo storicismo, o il recupero della tradizione, del passato in ogni campo. In questo senso è possibile affermare che una delle caratteristiche dell’architettura del diciannovesimo secolo non era tanto concepire il nuovo quanto manipolare il preesistente in modo creativo. Alla luce di ciò, una rigida periodizzazione degli stili è difficile, quando architetti come Karl Friedrich Schinkel si impegnano a progettare e creare opere neo-greche, neoromaniche, neo-gotiche, neo-romaniche, reinterpretando sempre i motivi del passato.

Dall’eclettismo storicista, inteso come caratteristica architettonica del diciannovesimo secolo, che è diviso in una serie di stili, ognuno dei quali è caratterizzato dai suoi stessi invarianti, alcuni aspetti della più complessa cultura architettonica dovrebbero essere distinti in termini di sviluppo temporale .

Tra questi lo stesso neoclassicismo, affermato a cavallo dei due secoli, un movimento più ampio, dal successivo storicismo e naturalmente l’Art Nouveau che conclude non solo il periodo storicistico ma l’intera evoluzione classicista iniziata nel XV secolo.

Più complicato, ma necessario, per distinguere una cultura classicista duratura viva in Italia con Giuseppe Piermarini o Koch, e in Europa con il Palladianesimo, che non può essere definito neorinascimentale, in quanto non è una rinascita storicistica, ma una continuazione diretta di la tradizione classicista, viva sia nel diciassettesimo che nel diciottesimo secolo, anche se a volte minoranza.

Neoclassicismo
Il neoclassicismo dell’Ottocento continua i temi proposti nel secolo precedente, tra cui il carattere fortemente programmatico e “razionalista”. Gli elementi archeologici sono citati con maggiore significato filologico, distinguendo tra le varie epoche.

Le caratteristiche invarianti sono: piante bloccate in figure regolari, simmetria bilaterale trovata in pianta ed elevazione, prevalenza del sistema trilitico sopra le arcate e le volte (essenzialmente legate alla nuova tendenza neogotica), composizioni volumetriche che favoriscono lo sviluppo orizzontale. I materiali utilizzati sono pietra, marmo, stucco bianco o anche colori vivaci quando è stata scoperta la policromia dell’architettura greca.

I nuovi tipi di edifici pubblici
Il neoclassicismo si esprime soprattutto nella progettazione di grandi edifici pubblici rappresentativi, anche con nuovi tipi come: musei, biblioteche e teatri pubblici.

Due opere di Karl Friedrich Schinkel emergono in questo contesto: il teatro Schauspielhaus di Berlino e il museo Altes, anch’esso a Berlino. Il primo è progettato da Schinkel in obbedienza alla funzione pratica dell’edificio, piuttosto che monumentale. L’edificio è costituito da un pronao ionico esastilo con frontone sormontato da statue, preceduto da un’alta scalinata d’ingresso. Il resto dell’edificio è caratterizzato da un’estrema razionalità, rialzata su una base bugnata di altezza pari a quella della scala di accesso. Gli spazi interni sono chiaramente denunciati all’esterno: la stanza con una maggiore altezza della sala, i corpi laterali del foyer. Nella parte superiore di ogni volume sporgente c’è un frontone che come elemento ricorrente unifica e riporta l’intera costruzione al classico.

Il Museo Altes è più chiaramente neoclassico. La figura in pianta è un rettangolo allungato, con una galleria su ciascun lato per l’esposizione di statue al piano terra e dipinti al piano superiore. Al centro c’è un serbatoio circolare coperto da una cupola i cui intradossi sono chiaramente derivati ​​dal Pantheon. Al di fuori della cupola non è riportato, inscritto in un rettangolo per favorire l’aspetto longitudinale della composizione. Il fronte principale è disposto su un lato lungo, ha un atrio preceduto da diciotto colonne ioniche su una base alta da cui si accede da una scala aperta disposta in asse verso il fronte.

Il British Museum di Robert Smirke a Londra è simile per il suo spiccato gusto neoclassico. Il fronte principale è caratterizzato da due portici interni che si estendono verso l’esterno formando due ali sporgenti e l’ingresso posteriore, costituito da un pronao sormontato da un timpano. Per unificare la composizione articolata della facciata ci sono le quarantotto colonne ioniche che creano anche un suggestivo effetto chiaroscuro. All’interno, la King’s Library fu successivamente costruita dal fratello di Smirke, Sidney. La biblioteca è caratterizzata dal tetto a cupola interamente realizzato in ghisa.

Un altro lavoro interessante è la St. George’s Hall di Liverpool, progettata da Harvey Lonsdale Elmes. L’edificio ricorda il teatro Schinkel per la composizione volumetrica e il Museo Altes per l’altro portico. L’edificio è altamente innovativo: ha la facciata di un tempio anche se è laico (contiene aule per riunioni e per l’amministrazione della giustizia, una sala da concerto, ecc.); riassume praticamente l’intero repertorio dell’architettura classica. Di solito nel diciannovesimo secolo, si deve notare la differenza tra l’esterno sobrio e l’interno riccamente ed ecletticamente decorato.

Edifici religiosi
La produzione neoclassica ottocentesca in Francia trova il suo riferimento nella creazione della Madeleine a Parigi. L’edificio, inizialmente progettato per essere una chiesa, è poi cambiato con l’avvento di Napoleone a Temple de la Gloire. La competizione per la trasformazione fu vinta da Pierre Vignon, allievo di Claude Nicolas Ledoux, che creò un gigantesco tempio romano di ordine corinzio su un alto scantinato. Gli interni sono stati curati da Jacques-Marie Huvé che, non avendo un preciso riferimento classico, crea un impianto costituito da una serie di aree quadrate coperte da cupole, sul modello delle strutture termali.

Il paradigma del tempio romano e le antiche terme si ispirano a molte altre chiese costruite in Francia dopo la caduta di Napoleone. Il modello di riferimento ancora nel diciannovesimo secolo è il Pantheon. A questa tipologia appartengono tre opere italiane di grande valore urbano: la Basilica di San Francesco di Paola a Napoli, quella di Sant’Antonio a Trieste e quella della Gran Madre di Dio a Torino.

La chiesa napoletana, situata in Piazza del Plebiscito, è incorniciata da Murat nel più ampio progetto di sistemazione nella grande piazza di fronte al Palazzo Reale. Il progetto vincente è quello di Leopoldo Laperuta che includeva una chiesa al centro del colonnato semiellittico. Solo quest’ultimo era stato costruito quando la chiesa fu oggetto di una nuova competizione, vinta da Pietro Bianchi. Ferdinando I, tornato al trono dopo la seconda restaurazione borbonica, volle conferire all’edificio un maggior senso di monumentalità. Il portico conduce al tempio costituito da una rotonda con due cappelle ai lati. L’effetto è acropolico, di grande valore monumentale. Il paradigma del Pantheon è declinato in modo originale, con l’inclusione delle due cupole per coprire le cappelle ricoperte di vegetazione. All’interno la grande cupola è sostenuta da un primo ordine di colonne e un secondo di pilastri.

Un’altra opera modellata sul Pantheon è la chiesa di S. Antonio a Trieste. Il lotto su cui insiste è rettangolare, così Pietro Nobile progettò un corpo allungato diviso in tre aule. I due lati sono incrociati, quello centrale con una cupola. Quindi manca l’intersezione diretta del pronao con la rotonda, ma al di fuori del paradigma viene sicuramente proposto con originalità e innovazione. La caratteristica dell’opera, come è stato detto, sta nel suo valore urbano: la chiesa si trova in fondo al Canal Grande di Trieste. La facciata del tempio si riflette nell’acqua ed è alla fine di una fuga obbligata e prospettica.

Un’altra opera che incorpora il modello del Pantheon, ancora più fedelmente al di fuori delle due precedenti, è la chiesa della Grande Madre di Dio a Torino. inserito alla foce del primo ponte costruito sul Po dai francesi, con le colline alle sue spalle, è esaltato dalla sua posizione urbana. Il serbatoio è significativamente distaccato dal modello romano, riproponendo un contrasto tra ambienti concavi e convessi tipici dell’architettura barocca.

Funziona in Italia
Giuseppe Piermarini, allievo di Vanvitelli, creò la Villa Reale di Monza, ispirata al palazzo della casertana del maestro, sebbene profondamente semplificata nelle sue forme. Un discepolo di Piermarini, Leopoldo Pollack, progettò la Villa Reale a Milano e Villa Casati a Muggiò. A Livorno, su progetto di Pasquale Poccianti, è stata costruita la Cisterna di Livorno, un edificio che ha chiari riferimenti all’architettura romana e all’opera di Etienne-Louis Boullée e Claude-Nicolas Ledoux: costruita come riserva per il nuovo acquedotto cittadino, fu concepito dall’architetto come una sorta di propileo alle periferie ottocentesche, alla fine di un percorso che avrebbe portato il visitatore dalle fonti dell’acquedotto alla città. Infine, segnaliamo il Caffè Pedrocchi a Padova, di Giuseppe Jappelli.

palladianesimo
La produzione ottocentesca di ville e residenze rimane fortemente legata al palladianesimo e al recupero della tradizione neorinascimentale, più che a quella classica. Poco o nulla di veramente innovativo è stato costruito nel diciannovesimo secolo nella tipologia residenziale.

Stili revivalisti

neogotico
Il neogotico presenta i seguenti invarianti: piante e alzate non bloccate, irriducibili a figure elementari, prevalenza di asimmetria, composizione chiaramente verticale, effetti di trasparenza e luminosità, ripresa degli archi a sesto acuto e delle volte ogivali, uso delle decorazioni. Tuttavia, a volte il neogotico perde il senso del maestoso, del fuori scala, dell’irreale, basato su principi come l’economia della struttura, la correttezza costruttiva che sarà il fondamento per l’architettura del ferro.

Mentre il neoclassico, in generale, è più adatto agli ambienti urbani, il neogotico, soprattutto nelle tipologie residenziali, persegue l’obiettivo del pittoresco: adattare l’edificio al paesaggio.

Analizziamo ora le principali opere neo-gotiche del secolo. Il revival neogotico ha affinità sia con lo stile neorinascimentale che con l’architettura del ferro.

La chiesa di Ognissanti di William Butterfield a Londra è un’opera importante. La chiesa emerge su una strada laterale, quasi nascosta se non fosse per la torre che emerge dal profilo urbano. La chiesa fa parte di un complotto quadrato. Dalla strada si accede ad un piccolo cortile sul quale a sinistra si accede alla canonica, a destra della scuola e frontalmente, dal lato lungo, alla chiesa. All’esterno è possibile vedere l’alternanza di mattoni rossi e neri, per ottenere piacevoli decorazioni. All’interno la chiesa è caratterizzata dall’abside piatta, le tre navate coperte da una volta ogivale. La composizione dei volumi della canonica, della scuola, della chiesa e dell’alta torre è organica e funzionale ai bisogni ecclesiastici.

Un’altra importante opera neogotica è l’Università di Oxford Museum, progettata e costruita da Thomas Deane e Benjamin Woodward. L’esterno, caratterizzato da due ordini di bifore, tetto spiovente e torre di facciata, ripropone il carattere policromo e minimalista del gotico italiano.

Interessante è l’atrio a tre navate sormontato da un tetto in ferro e vetro, realizzato con archi a sesto acuto sostenuti da fasci di pilastri in ghisa. Gli archi sono traforati con decorazioni floreali, i capitelli con foglie d’acanto. La struttura metallica ripropone le nervature in muratura dell’architettura gotica nel nuovo materiale. La grande trasparenza e luminosità è essenzialmente legata al tetto: il recinto è circondato su tutti i lati da un portico del tipo di logge sulle logge il cui modulo al piano terra è segnato da due archi, il primo da quattro archi, sempre sul sesto acuta.

Ruskin ha anche collaborato al lavoro, fornendo personalmente il design delle finestre delle logge. Ruskin, un profondo avversario dell’architettura di ferro, collabora alla realizzazione dell’opera, come sembra vedere nelle decorazioni naturalistiche dei tunnel di ferro, ornamenti floreali o elementi faunistici dell’architettura gotica, che traduce e riflette l’ammirazione per la natura. La sala è destinata anche a ospitare la ricostruzione di scheletri di animali preistorici la cui struttura ossea è stranamente in assonanza con quella metallica, suggerendo una suggestione di affinità morfologica.

Un lavoro minore, ma sicuramente innovativo, è la chiesa di St-Eugene di Louis-Auguste Boileau. L’esterno è realizzato quasi interamente in mattoni, con finestre ogivali e tre frontoni. L’interno, a tre navate, è realizzato interamente in ferro: pilastri, archi longitudinali e trasversali, trafori di finestre, rosoni, volte. Boileau interpretò alla lettera l’idea di Viollet-le-Duc per cui le cattedrali gotiche, con la loro struttura, sono il diretto precedente della moderna architettura a scheletro. Tuttavia, Viollet-le-Duc si riferisce piuttosto a un metodo progettuale e costruttivo che al recupero di elementi morfologici.

Anatole de Baudot, allievo di Viollet-le-Duc, è il primo architetto a costruire una chiesa in cemento armato. Nonostante l’uso di una tecnologia così innovativa, l’architetto presentava ancora una “morfologia neogotica”.

Neogreco
Julien-David Leroy, storico dell’architettura e maestro di Durand, nel 1758 pubblicò una bellissima ricostruzione dei Propilei di Atene. Il tema è prontamente ripreso da Carl Gotthard Langhans nel progetto della Porta di Brandeburgo a Berlino. Ha un colonnato esagonale moderno stile greco-dorico, una composizione di elementi che chiamano Propylaea, sebbene le proporzioni siano solo doriche. Il cancello rappresenta non solo l’accesso alla città di Berlino, ma un monumento che segna l’accesso al neoclassicismo tedesco. Il tema è anche incluso nel progetto di Wiliam Wolins per l’ingresso del Downing College di Cambridge e il Propylaea di Leo von Klenze sulla Konigsplatz a Monaco di Baviera.

Il tema dei propilei è anche declinato da Friedrich Gilly nel monumento a Federico il Grande. Il monumento non realizzato consiste di tre parti:

un grande recinto diviso da volumi chiusi con quattro aperture, due con colonnati che ricordano il propileo e due con archi sormontati da tetti conici troncati che ricordano alcune barriere Ledoux;
un altro podio con due archi di accesso in asse con il propileo
e infine,

il periptero del tempio dorico sopra il podio. Nella composizione è evidente una prevalenza del pieno sui vuoti che vengono così esaltati per la loro unicità.
Il progetto Gilly sarà ripreso da Schinkel e Leo von Klenze, autore di Walhalla a Ratisbona e allievo di Gilly. Klenze vince il progetto per la costruzione del Walhalla o del Pantheon tedesco, secondo Schinkel. Il Walhalla nella mitologia norvegese è il luogo in cui le anime degli eroi uccisi in guerra venivano radunate, accolte dalle Valchirie.

Ludovico di Baviera decise di realizzare il monumento come Pantheon tedesco, in occasione della sconfitta di Napoleone a Lipsia. La costruzione è un tempio periptero, collocato in una posizione di acropoli. La sconfitta di Napoleone a Lipsia e l’altra subita dalle legioni romane da parte dei popoli germanici sono rispettivamente scolpite nei suoi due frontoni. La base alta è divisa in scale e terrazze. L’interno presenta busti di grandi tedeschi: Leibniz, Schiller, Mozart, ecc. Così come un fregio scolpito che racconta la storia della Germania.

Da non perdere il Tempio di Canoviano di Possagno, probabilmente progettato dallo scultore Antonio Canova (con la collaborazione di Giannantonio Selva) per lasciare il ricordo di se stesso nella sua città natale. L’edificio offre ancora l’accoppiamento tra la rotonda del Pantheon e il pronao derivato dal Partenone. L’edificio raggiunge un alto livello di maestosità, grandiosità e grandiosa solennità.

Nuovo stile
Con la campagna di Napoleone in Egitto, numerosi reperti egiziani arrivano in Europa. L’entusiasmo per la campagna napoleonica e l’interesse per una cultura diversa portano allo sviluppo di uno stile neo-egiziano, non solo in Francia.

Stile neo-rinascimentale
La maggior parte della produzione ottocentesca, tuttavia, è ispirata al Rinascimento, a causa di vari fattori e principalmente perché tutto l’insegnamento delle accademie di Belle Arti era incentrato sull’opera dei grandi trattati italiani e sull’architettura del XVI secolo, è rimasto un riferimento estetico ideale per la cultura europea. A questi elementi è stata aggiunta la diffusione di testi che hanno avuto grande influenza nella progettazione degli edifici, in quanto hanno stabilito modelli in grado di conferire dignità storica alle esigenze della società industriale emergente tra cui vale la pena menzionare Palais, maison, et autres édifices modernés à Roma, di Charles Percier e Pierre-François-Léonard Fontaine (1809), e Edifices de Rome moderne, di Paul Letarouilly (del 1840).

L’architettura neo-rinascimentale riprende infatti l’apparato formale dell’architettura rinascimentale, arrivando all’imitazione di specifici edifici monumentali, tra i più famosi, anche se in chiave moderna, con intenti intenzionalmente revivalisti e con un’attenta filologia, distinguendo anche tra le varie fasi sviluppo dell’architettura tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo e tra i vari maestri del Rinascimento.

Le caratteristiche salienti degli edifici neo-rinascimentali sono: la ricerca di un volume semplice e bloccato, la presenza di uno o più cortili, la presenza costante di simmetrie, finestre del timpano o edicola, la presenza di colonne e pilastri, quadrati e cornici, decorazioni e più elementi che esaltano i valori architettonici della facciata. Altre caratteristiche sono l’uso del bugnato, soprattutto per la base e altri elementi decorativi presi dal periodo rinascimentale.

Le opere neo-rinascimentali, appartengono a tutti i tipi di edifici tra cui edifici per abitazioni, il tipo più in espansione che è stato cercato di conferire dignità storica prendendo come modello i palazzi rinascimentali, la cui tipologia ha permesso anche di costruire edifici a blocco che occupano interamente il lotto , così come per unire altri edifici adiacenti. Sono anche diffusi edifici pubblici come teatri, biblioteche, musei, banche, edifici termali, chiese, ecc.

La rinascita neo-rinascimentale fu istituita a metà del secolo, in reazione al neogotico, ma importanti opere anche nella prima metà del secolo e anticipazioni anche nel Settecento (ad esempio l’opera di Giuseppe Piermarini), per non parlare del duraturo palladianesimo, che tuttavia non aveva un carattere revivalista, ma era una continuazione diretta di una lunga tradizione.

Tra le opere neo-rinascimentali di maggior successo, quelle del gusto italiano disegnate a Monaco da Leo von Klenze: il Palazzo Leuchtenberg (1816), ispirato a Palazzo Farnese, il Ministero della Guerra, concepito come una rinascita di Palazzo Medici, e tuttora il Konigsbau (1826 – 1835), modellato sul riferimento di Palazzo Pitti, la Pinacoteca (1826 – 1830), forse l’opera più importante di Klenze, il cui modello è ancora italiano, il Palazzo della Cancelleria e che mostra tutti gli elementi caratteristici di lo stile.

Sir Charles Barry introdusse il neo-rinascimento a Londra. Le sue due opere principali sono il Traveller’s Club, ispirato a Palazzo Pandolfini a Firenze, e il Reform Club, ispirato a Palazzo Farnese a Roma. In particolare, per il Reform Club progettò un cortile interno a pianta quadrata, con due ordini di logge sopraelevate, coperto da un’elegante volta in ferro e vetro dell’ottocento. Il riferimento ad Antonio da Sangallo è evidente nel motivo delle finestre, con una cornice piatta sul primo ordine e un timpano sul secondo, per i boss disposti agli angoli dell’edificio e la pesante cornice.

In Italia, le anticipazioni di nuove tendenze si possono trovare già tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, ma i personaggi più eclettici emergono nella seconda metà del XIX secolo, durante il rinnovamento edilizio e le espansioni urbane in seguito all’unificazione del regno d’Italia , continuando fino agli inizi del XX secolo, quando questo stile uniformò i nuovi edifici costruiti seguendo i piani di demolizione e ricostruzione di alcuni centri storici. Ad esempio, i marchi neorinascimentali hanno la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano (iniziata nel 1865), il Palazzo delle Assicurazioni Generali (1871) e le arcate della piazza della Repubblica (1885 – 1895) a Firenze, il Palazzo Koch a Roma ( 1880 – 1892), la Galleria Umberto I (1887-1890) e il Palazzo della Borsa di Napoli (1895-1899).

Lo stile si sviluppò anche nell’Europa orientale, in particolare a Praga, nel Regno d’Ungheria (Teatro dell’Opera e Basilica di Santo Stefano a Budapest) e in Russia (ad esempio il Palazzo Vladimirsky a San Pietroburgo).

Invece, in Francia si diffuse una corrente ispirata al classicismo francese e quindi caratterizzata da grandi padiglioni; questo schema fu introdotto nella ricostruzione dell’Hôtel de Ville di Parigi, raggiunse l’apice nel completamento del Louvre e fu anche ripreso in Inghilterra e in America.

Neobarocco
Il neo-barocco non fu mai configurato nel diciannovesimo secolo come una rinascita precisa, piuttosto dovrebbe essere considerato come caratterizzato da grandezza, stupore, ridondanza; il neo-barocco rimane lontano dalle forme berniniana, borrominista o guariniana. L’architettura neo-barocca paradigmatica può essere considerata il Teatro dell’Opera di Jean-Louis-Charles Garnier. L’edificio del teatro, infatti, è un edificio neo-rinascimentale, ispirato più al sedicesimo secolo italiano che a quello francese. La sua figura di piano è approssimativamente inscritta in un rettangolo diviso in quattro parti: l’atrio con la scala, la sala embolica, il palcoscenico profondo e le stanze di servizio locali. Ogni ambiente è caratterizzato da un’altezza diversa. Dietro il palcoscenico si sviluppano ambienti per le damigelle, i fumatori e tutti gli ambienti che Garnier considerava parte integrante dello spettacolo. Ogni lato del rettangolo ha un ingresso: sul fronte principale quello pedonale, sul retro l’accesso al palco, sui lati lunghi quello per i carri e quello imperiale.

La facciata principale è caratterizzata da un portico con due ordini di sette campate: al primo livello una teoria degli archi sui pilastri, di cui le due estremità leggermente sporgenti; al livello superiore ci sono due colonne che sostengono la monumentale trabeazione che è sormontata da timpani ad arco nelle sponde laterali sporgenti. Come un arricchimento del pavimento colonnato c’è un soppalco sostenuto da colonne sottili che rendono il gigante dell’ordine gemello.

L’edificio è densamente decorato con l’uso di colori, diversità di materiali, ghirlande, smalti, gallerie, sculture singole o gruppi di marmo.

Neoromanico

Neobizantino

Stile georgiano

L’eclettismo storicista come ibridazione stilistica
L’eclettismo di base della cultura architettonica del diciannovesimo secolo crea anche episodi e aspetti particolari non interamente inquadrati nella suddivisione in stili, dando vita a edifici che combinano ecletticamente elementi di origine greco-romana con altri di origine romanica, gotica o rinascimentale.

In questa categoria possiamo attribuire la chiesa di Saint Vincent de Paul a Parigi da Jacques-Ignace Hittorff. La chiesa ha una pianta basilicale a tre navate. Il tetto a capriate in legno a vista è sostenuto da una doppia fila di colonne. Il fronte principale, preceduto da un’ampia scalinata, è caratterizzato dalla presenza di un pronao esastilo, ma soprattutto dalle due torri laterali, caratteristiche dell’architettura romanica o gotica. Tuttavia, le torri sono declinate in una lingua tipicamente neo-rinascimentale: pilasterscorner, cornici, finestre a timpano. Ancora la balaustra tra le due torri, adornata con statue, è un elemento tipico tratto dalla tradizione rinascimentale. Hittorff è tra i principali fautori della policromia dell’architettura greca e sul modello di queste colonne di colori rosa, ha la fascia che separa i due ordini e colora le capriate di rosso, blu e oro.

Il tema della torre romanico-gotica impiantata in edifici di matrice classica è anche ripetuto nella cattedrale di Copenaghen da Christian Hansen, dove una massiccia torre è inserita nell’edificio rettangolare, in asse con un pronao esastilo. L’interno è caratterizzato da una serie di archi su pilastri che sostengono il matroneo e un secondo ordine di colonne doriche che sostengono la volta a botte con lacunari di chiara ispirazione romana. L’interno è stato ripetutamente comparato alla Biblioteca Boullée

Urbanismo e trasformazioni urbane
Un importante fenomeno sociologico legato all’affermazione dell’economia industriale è la forte crescita delle città in misura molto maggiore rispetto ai secoli precedenti. Nel diciannovesimo secolo si formò una nuova pianificazione urbana in cui i trasporti e le infrastrutture in generale, il commercio, l’industria e la gestione urbana acquistano importanza e attenzione.

Tra i principali interventi di urbanistica neoclassica, il primo in ordine cronologico è quello di Rue de Rivoli a Parigi, progettato dagli architetti napoleonici Charles Percier e Pierre-François-Léonard Fontaine e completato sotto Napoleone III. I due architetti, inventori dell’Impero Style, progettano una linea retta di edifici continui su portici, di cui sono progettate solo le facciate, lasciando la costruzione degli edifici alle spalle a feste private. In questo modo ottengono un effetto dell’unicità dei fronti. Tuttavia, per trasformare radicalmente la città fu il piano per la città di Parigi, del barone Haussmann.

In Inghilterra, durante il periodo della reggenza del principe di Galles, un intervento notevole fu quello della costruzione del quartiere residenziale di proprietà della corona nel parco di Marylebone con il collegamento, attraverso una nuova strada, con il St James’s Park. La nuova strada attraversava una zona residenziale povera e fatiscente che era stata restaurata. Designer e parte imprenditore del lavoro era John Nash.

Nella parte meridionale del Regent’s Park, Nash disegna lunghe serie di case a schiera, disposte su terrazze, in modo che ciascuna di esse possa godere della vista del parco, che è rimasto almeno per metà al verde pubblico. Nella parte più meridionale del parco, un complesso di case semicircolari, chiamato Park Crescent, conduce a Regent Street, una strada che collega il parco alla residenza del reggente. La nuova strada ha una linea non rettilinea, le articolazioni sono essenzialmente dovute a preesistenze architettoniche o possedimenti terrieri di proprietà di nobili, in particolare di wighs, che Nash evita di invadere.

Una Roma è stata riorganizzata in Piazza del Popolo. Infatti, nonostante le monumentali presenze come le Chiese Gemelle di Rainaldi, l’obelisco egizio, la Porta del Popolo, la Basilica di Santa Maria del Popolo e il convento, la piazza aveva il carattere di un sobborgo confuso. Il primo progetto di Giuseppe Valadier prevedeva la costruzione di due grandi edifici per caserme in modo da definire una piazza trapezoidale, con le Chiese Gemelle sulla base maggiore e la Porta del Popolo sulla più piccola. Le case nella piazza e il convento furono demoliti. La presenza dei due grandi edifici da parte delle caserme, tuttavia, avrebbe diminuito il valore monumentale dell’architettura in piazza e quindi Valadier ha deciso di aggiornare il progetto con la sostituzione dei due edifici con altrettanti giardini delimitati da ringhiere in ferro per definire il piazza invasa di forma trapezoidale. Sebbene i giardini esaltassero i monumenti della piazza, hanno contribuito a rendere la piazza spoglia.

A Milano Giovanni Antolini, vicino al Castello Sforzesco, disegna il Foro Bonaparte (1800-1801). Antolini propone un nuovo sistema viario, basato su rigidi motivi geometrici, nel tentativo di trasformare Milano in una città moderna e regolare, con strade che collegano i vari poli importanti della città, come il Duomo e il Castello, così come nuove piazze . Ma a causa dei problemi operativi e soprattutto delle risorse economiche necessarie, già nel 1802, il progetto è in effetti accantonato e non verrà mai realizzato. Nondimeno, il progetto Antolini rimane come prova di un momento di grande fermento intellettuale e di sperimentazione. Poi, quando Luigi Canonica è responsabile della riprogettazione dello stabilimento di Milano con proposte alternative di linee rette, riprenderà tutte le proposte, rinunciando allo stesso forum. Canonica è anche l’autore dell’arco trionfale del Sempione a Milano.

Negli anni tra il 1850 e il 1880 abbiamo assistito alla riqualificazione, espansione e riqualificazione di varie città europee come Parigi, Barcellona, ​​Vienna, Bruxelles e Napoli.

Nel 1857 a Vienna ebbe luogo l’espansione della Ringstrasse, progettata da Emil von Forster.

Paradigmatici furono gli interventi a Parigi, sotto Napoleone III, guidato dal prefetto Haussmann. Il piano di Parigi incorpora soluzioni già identificate da Napoleone come la demolizione della città, la demolizione di numerosi edifici per la costruzione di tre assi rettilinei (tra cui Rue de Rivoli) per ripulire l’assetto urbano della città e offrire la possibilità di creare nuovi pubblici e edifici privati. In addition to the opera house, the baroque extension of the Louvre and the realization of the Central Halls, characterized by the Polonceau truss covering, are also included in the plan.