Francesco Albani

Francesco Albani o Albano (17 marzo o 17 agosto 1578 – 4 ottobre 1660) fu un pittore barocco italiano attivo a Bologna (1591-1600), Roma (1600-1609), Bologna (1609), Viterbo (1609-1610) , Bologna (1610), Roma (1610-1617), Bologna (1618-1660), Mantova (1621-1622), Roma (1623-1625) e Firenze (1633).

Albani realizzò circa 45 pale d’altare, che si svolgono nello stile della scuola di Carracci. Tuttavia, preferiva dipingere oggetti idilliaci di antichi miti o rappresentazioni come previsto dalla poesia del momento, vale a dire Torquato Tassos e Guarino Guarini. Si dice che abbia avuto dodici figli di tale bellezza dalla sua seconda, bellissima moglie, che potrebbero servirgli come i modelli più adatti per le sue figure di Venere, Galatea, Amorino e angeliche. Pieno di serenità e grazia sono anche i paesaggi che spesso costituiscono una parte significativa dei suoi dipinti. Ma anche i contemporanei di Albani non apprezzavano questa monotonia verso la fine della sua vita tanto quanto prima. Ha trattato il maggior numero di soggetti mitologici e allegorici come materie pie, e ha scritto sulla sua arte. Ha dipinto in un grazioso stile classico composizioni mitologiche o allegoriche che favoriscono formati tondi o ovali. Il suo stile leggero, caratterizzato dalla presenza di ninfe e putti, giovani cherubini nudi che sorridono in paesaggi ideali, ispirati ai pittori del XVIII secolo.

Primi anni a Bologna
Nacque a Bologna nel 1578, figlio di un mercante di seta che lo aveva destinato ad entrare nel suo mestiere. All’età di dodici anni, tuttavia, Albani era diventato apprendista del competente pittore manierista Denis Calvaert, nel cui studio aveva incontrato Guido Reni. Presto seguì Reni nella cosiddetta “Accademia” diretta da Annibale, Agostino e Ludovico Carracci. Questo studio favorì la carriera di molti pittori della scuola bolognese, tra cui Domenichino, Massari, Viola, Lanfranco, Giovanni Francesco Grimaldi, Pietro Faccini, Remigio Cantagallina e Reni.

Lavoro maturo a Roma

Nel 1600, Albani si trasferì a Roma per lavorare sulla decorazione ad affresco della galleria di Palazzo Farnese, che veniva completata dallo studio di Annibale Carracci. A quel tempo, Roma, sotto Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605), esibiva un certo grado di stabilità amministrativa e rinnovato patrocinio artistico. Mentre papa Clemente era nato in una famiglia fiorentina residente ad Urbino, la sua famiglia fu alleata per matrimonio con l’Emilia-Romagna e con i Farnese, poiché Ranuccio I Farnese, duca di Parma, aveva sposato Margherita Aldobrandini. Parma, come Bologna, facente parte della Regione Emilia-Romagna, non sorprende che il cardinale Odoardo Farnese, fratello di Ranuccio, scelse di patrocinare i Carracci da Bologna, stabilendo così il dominio bolognese della pittura a fresco romana per quasi due decenni.

Albani divenne uno degli apprendisti più importanti di Annibale. Utilizzando i disegni di Annibale e assistito da Lanfranco e Sisto Badalocchio, Albani realizzò affreschi per la cappella di San Diego a San Giacomo degli Spagnoli tra il 1602 e il 1607. Nel 1606-7, Albani completò gli affreschi nel Palazzo Mattei di Giove a Roma. In seguito ha completato altri due affreschi nello stesso palazzo, anche sul tema della vita di Giuseppe.

Nel 1609, ha completato il soffitto di una grande sala con la caduta di Phaeton e il Consiglio degli Dei per il Palazzo Giustiniani (ora Palazzo Odescalchi) a Bassano (di Sutri) Romano. Questo lavoro fu commissionato da Vincenzo Giustiniani, famoso anche come mecenate di Caravaggio.

Durante il 1612-14, Albani completò gli affreschi del coro nella chiesa di Santa Maria della Pace, appena ristrutturata da Pietro da Cortona. Nel 1616 dipinse gli affreschi del soffitto di Apollo e le Stagioni a Palazzo Verospi in Via del Corso per il cardinale Fabrizio Verospi.

Nei suoi ultimi anni, Albani sviluppò una reciproca, anche se rispettosa, rivalità con il più riuscito Guido Reni, che era anche pesantemente patrocinato dagli Aldobrandini, e sotto il quale Albani aveva lavorato sotto la cappella del Palazzo del Quirinale.

I migliori affreschi di Albani sono quelli su soggetti mitologici. Tra i migliori tra i suoi soggetti sacri figurano un San Sebastiano e un’Assunzione della Vergine, entrambi nella chiesa di San Sebastiano fuori le Mura a Roma. Fu tra i pittori italiani a dedicarsi alle foto del gabinetto. Tra i suoi soggetti mitologici ricordiamo La Venere addormentata, Diana in the Bath, Danaë Reclining, Galatea on the Sea ed Europa on the Bull. A lui è attribuita un’incisione rara, Death of Dido. Carlo Cignani, Andrea Sacchi, Francesco Mola e Giovanni Francesco Grimaldi erano tra i suoi studenti. Dopo la morte di sua moglie è tornato a Bologna, dove si è sposato una seconda volta e ha vissuto fino alla morte.

eredità
Albani non ha mai acquisito la monumentalità o il tenebrismo che stava facendo tremare il mondo contemporaneo dei pittori, ed è spesso deriso spesso per la sua dolcezza lirica e piena di cherubini, che spesso non ha ancora scosso l’eleganza manierista. Mentre il tema di Albani avrebbe fatto appello a Poussin, gli mancava il dramma muscolare del francese. Il suo stile sembra talvolta avere più in comune con il Rococothan decorativo con il dipinto del suo tempo.

Tra i suoi allievi c’erano suo fratello Giovanni Battista Albani e altri tra cui Giacinto Bellini, Girolamo Bonini, Giacinto Campagna, Antonio Catalani, Carlo Cignani, Giovanni Maria Galli, Filippo Menzani, Bartolommeo Morelli, Andrea Sacchi, Andrea Sghizzi, Giovanni Battista Speranza, Antonio Maria del Sole, Emilio Taruffi e Francesco Vaccaro.

Grandi opere
Affreschi nella Sala di Enea -Palazzo Fava, Bologna
Affreschi dell’Oratorio di San Colombano – Bologna
Affreschi nella Sala di Enea (1601-1602) – Palazzo Doria Pamphilj, Roma
Affreschi per San Giacomo degli Spagnoli (1602-1607) – Museo del Prado e Museo di Barcellona
Sacra famiglia con angeli (1608-1610) – MFA, Boston
Tele allegoriche delle stagioni Primavera, estate, autunno e inverno (1616-1617) – Galleria Borghese, Roma
Natività della Vergine (1598) – Pinacoteca, Museo Capitolino, Roma
Battesimo di Cristo (1620 circa) – Olio su tela, 428,5 x 224,5 cm, Pinacoteca Nazionale di Bologna
Diana e Atteone (1625-1630) – Olio su tavola trasferito su tela, 74,5 x 99,5 cm, Gemäldegalerie, Dresda
Four Elements (1628-1630) – Pinacoteca, Torino
Sacra Famiglia con angeli (1630-1635) – Olio su tela, 57 x 43 cm, Palazzo Pitti, Firenze
Autoritratto (1630 circa) – Olio su tela, 75 x 59,5 cm, Pinacoteca Nazionale di Bologna
Venere assistita da Ninfe e Amorini (1633) -Olio su tela, 114 x 171 cm, Prado, Madrid)
Annunciazione (1633) – Chiesa di San Bartolomeo, Bologna
L’Annunciazione – Olio su rame, 62 x 47 cm, Hermitage, San Pietroburgo
Madonna con Bambino in gloria con i SS. Girolamo e Francesco (1640 circa) – olio su rame, 43,5 x 31,8 cm, Pinacoteca Nazionale di Bologna
Il battesimo di Cristo (1640 circa) – Olio su tela, 268 x 195 cm, Hermitage, San Pietroburgo
The Rape of Europa (1640-1645 circa) – Olio su tela, 170 x 224 cm, Hermitage, San Pietroburgo
Annunciazione (1640-1645 circa) – Olio su rame, 62 x 47 cm, Hermitage, San Pietroburgo
The Holy Women at Christ’s Tomb (1640-1650) – Olio su tela, 170 x 224 cm, Hermitage, San Pietroburgo
Danza degli amorini – Pinacoteca di Brera, Milano
Tondo Borghese – Galleria Borghese, Roma
Paesaggi del Tasso – Galleria Colonna, Roma
Sacra Famiglia – Chiesa della Madonna di Galliera, Bologna

Opere di proprietà del Museo del Louvre
Atteone trasformato in un cervo (1630 circa)
Atteone trasformato in un cervo (1617 ca)
Adone guidato da Cupidi a Venere (1621-1633)
Apollo e Dafne (1615-1620 c.)
Il compianto di Cristo (1601-1602 circa)
Il gabinetto di Venere (1621-1633)
L’Annunciazione (1620-1625 circa)
Cristo che appare a Maria Maddalena / Noli me tangere (1620-1625 circa)
L’Eterno Padre e l’Angelo Gabriele (1650-1660 circa)
Venere e Vulcano che riposano (1621-1633)
Ninfe Disarmanti Cupidi (1621-1633)
San Francesco d’Assisi che prega davanti a un crocifisso (1630-1650 circa)
Salmace ed Ermafrodito (1630-1640 circa)
Venere e Adone (1630-1640 circa)
La Natività (circa 1600) Attribuito
La Sacra Famiglia (Sacra Famiglia), 1630-35 olio su tela, Galleria Pitti, Firenze
Venere e Amore, olio su tela