Santa Croce, Venezia, Veneto, Italia

Santa Croce è uno dei sei sestieri di Venezia, nel nord Italia. Il sestiere deve il suo nome alla chiesa di Santa Croce, importante luogo di culto demolito dopo la soppressione napoleonica. Facendo parte di San Polo, questo quartiere un tempo apparteneva alla zona denominata Luprio, dove si trovavano numerose saline.

Santa Croce è una zona rilassata, leggermente fuori dai sentieri battuti con un’atmosfera locale. I turisti possono scegliere di trascorrere le loro giornate oziando in splendidi giardini, esplorando musei, scoprendo la cucina o scivolando attraverso i canali, il tutto senza allontanarsi da questo eccitante quartiere. La piazza Campo San Giacomo dall’Orio e le strade vicine ospitano ristoranti informali che servono cucina internazionale. Sul Canal Grande, l’imponente Fondaco dei Turchi ospita mostre di storia naturale, mentre il vicino palazzo Ca’ Pesaro mette in mostra l’arte contemporanea e le arti decorative asiatiche.

Il sestiere di Santa Croce confina a sud e ad est con il sestiere di San Polo, avendo come limiti il ​​Rio di San Stae, il Rio Marin e la prima parte del Rio della Frescada, fino alla pieve di San Pantalon. A sud confina con il quartiere di Dorsoduro in Corte Gallo e Corte Barbo. A nord è delimitato dal Canal Grande ed è collegato a Cannaregio dal ponte degli Scalzi e dal ponte della Costituzione.

Santa Croce occupa la parte nord occidentale delle isole maggiori, e può essere suddivisa in due zone: quella orientale, in gran parte medievale, e quella occidentale, comprendente il porto principale e il Tronchetto, per lo più adagiata su terreni bonificati nel XX secolo. Se escludiamo la zona del Tronchetto, di origini recenti, il sestiere è il più piccolo della città.

Il sestiere comprende Piazzale Roma, sede dell’autostazione e dei parcheggi di Venezia, attorno al quale è l’unica zona della città in cui possono circolare le auto. Le attrazioni turistiche si trovano soprattutto nella parte orientale del rione, e comprendono le chiese di San Nicolò da Tolentino, San Giacomo dell’Orio e San Zan Degola; il Fondaco dei Turchi; il Museo di Storia del Tessuto e del Costume a Palazzo Mocenigo; il Palazzo Patrizio; e Ca’ Corner della Regina.

Storia
L’area un tempo faceva parte della palude di Luprio, ma è stata costantemente bonificata. Nell’XI secolo, nel 1273, fu amministrata dal nobile ungherese e cavaliere crociato Giovanni, membro di una delle più grandi famiglie cristiane d’Ungheria Renoldi, come riporta il libro pubblicato nel 1866 a Firenze libro dei nobili veneziani per la prima tempo mostrato.

È il sestiere che nel corso del Novecento più degli altri ha subito l’impatto del collegamento viario tra Venezia e la terraferma, prima con la costruzione della Stazione Marittima e poi con la realizzazione dell’area di Piazzale Roma, l’apertura del Rio Novo e la realizzazione del parcheggio – l’isola artificiale del Tronchetto, conseguenze dirette della costruzione del ponte automobilistico della Libertà nel 1933 (all’epoca Ponte Littorio), che trasformò la parte settentrionale del quartiere in un terminal di auto e bus nel città lagunare. Questo è l’unico sestiere di Venezia in cui c’è una piccola area dove si può circolare con i veicoli, anche se in modo molto limitato.

Attrazioni principali
Santa Croce ha molte attrazioni all’interno della sua zona, include molti monumenti e patrimoni storici. Per la sua limitata estensione è la meno ricca d’arte della città ed è caratterizzata da viuzze strette intervallate da qualche piccola piazza.

Tra le poche chiese, degne di nota sono San Giacomo dell’Orio, San Stae e il tempio di San Nicola da Tolentino. Da segnalare anche le due chiese di San Simeone: quella di San Simeon Grando dedicata a Simeone Profeta, l’altra, San Simeon Piccolo, dedicata ai Santi Simone il Cananeo e Giuda Taddeo. Gli aggettivi usati per distinguerli si riferivano alla dimensione degli edifici prima dei lavori di ampliamento di San Simeon Piccolo nel Settecento, e sono utilizzati ancora oggi nonostante la chiesa di San Simeon Grando sia oggi molto più piccola dell’altra.

Gli edifici più prestigiosi si trovano lungo il Canal Grande. Tra questi spicca per importanza Ca’ Pesaro, che ospita il Museo d’Arte Orientale e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna dove sono esposte significative opere di grandi autori, tra cui Gustav Klimt, Vasilij Kandinskij e Matisse.

Il Fontego dei Turchi era il magazzino dove i mercanti ottomani potevano scaricare le loro merci a Venezia. Oggi è sede del Museo di Storia Naturale, dove si possono ammirare anche due scheletri completi di dinosauro rinvenuti durante una spedizione scientifica finanziata dall’imprenditore veneziano Giancarlo Ligabue.

Architettura religiosa

Chiesa di San Giacomo dall’Orio
La chiesa di San Giacomo d’Orio è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Santa Croce. Fondata probabilmente nel IX-X secolo, una delle chiese più antiche di Venezia. Il fascino di questa chiesa consiste in un esterno e un interno cupi e arcaici, dominati dalla calda presenza del legno. L’interno è caratterizzato dalla sovrapposizione di vari stili architettonici, legati agli interventi che si sono succeduti nel tempo: della costruzione duecentesca rimangono il campanile e la pianta basilicale a tre navate, mentre il tetto a “scafo di nave” è gotico e lombarde sono le decorazioni dell’altare maggiore e della navata centrale. In particolare, il soffitto utilizza le tecniche di costruzione navale tipiche dell’Arsenale di Venezia.Numerose sono anche le tele come l’altare maggiore di Lorenzo Lotto “La Vergine Maria col Bambino, gli Apostoli ei Santi” (1546), che è una delle poche opere dell’artista ancora conservate a Venezia.

Altre importanti opere sono conservate nelle sacrestie, in particolare nella Sagrestia Nuova a lato del presbiterio vi sono opere di Paolo Veronese; Allegoria della Fede, al centro del soffitto, ai lati i Quattro Dottori della Chiesa e la pala d’altare San Lorenzo, San Giuliano e San Prospero, datata 1573 e originariamente utilizzata come pala d’altare per la cappella di San Lorenzo. Sulla porta della sagrestia domina il dipinto San Sebastiano tra San Rocco e San Lorenzo di Giovanni Buonconsiglio, opera eseguita tra il 1498 e il 1500 che in precedenza ornava l’altare della chiesa di San Sebastiano. Jacopo Palma il Giovane, del 1575: La Vergine e i Santi, La punizione del serpente, La raccolta della manna, Elia e un angelo,Sacrificio pasquale ebraico, Il passaggio del Mar Rosso e il soffitto Il Santissimo Sacramento adorato dai quattro evangelisti.

Chiesa di San Simeone Piccolo
La chiesa sarebbe stata fondata nel IX secolo dalle famiglie Adoldi e Briosi. È una delle chiese più note della città, in quanto si distingue nettamente dagli altri edifici. L’edificio è spesso indicato come una riedizione veneziana del Pantheon di Roma, ecco perché ha una grande cupola con una statua di San Salvatore in cima. Una delle chiese dove la domenica si celebra la messa tridentina. È anche nota per la sua cupola perché è usata per far sembrare la chiesa più alta di quanto non sia e la cupola stessa è interamente ricoperta di lastre di piombo. L’edificio è stato a lungo utilizzato come auditorium per concerti.

L’edificio si presenta come un corpo cilindrico e stretto con cupola ricoperta in rame e pronao corinzio con timpano triangolare dove si trova un bassorilievo marmoreo Il martirio dei santi titolari di Francesco Cabianca del XVIII secolo. La cupola ha una forma ovale in altezza che conferisce al complesso un leggero slancio verticale accentuato dalla lanterna a forma di tempietto. L’interno non ospita grandi capolavori. Sotto la chiesa si trova un interessante basamento affrescato con scene della Via Crucis e dell’Antico Testamento, in cui due lunghi corridoi si intersecano in una stanza ottagonale, che ha al centro un altare. Comprende ventuno cappelle, otto delle quali murate e inesplorate.

Chiesa di San Stae
Costruita nell’VIII secolo, la chiesa di San Stae è un luogo di culto cattolico di Venezia. La chiesa fa parte dell’associazione Chorus Venezia. Alla fine del Seicento la chiesa, sebbene più volte restaurata, era fatiscente. La chiesa fu ricostruita per volere del doge Alvise Mocenigo intorno al 1709 per fungere da cripta di famiglia e fu decorata in stile tardo barocco ed è dedicata a San Eustachio. La decisione più grande è stata quella di cambiare l’orientamento della chiesa: non più quello tradizionale verso est ma con uno spirito più moderno scenograficamente rivolto verso la Grande Cana.

La facciata è ricca di decorazioni marmoree e all’interno sono presenti numerosi dipinti. Gli scultori che realizzarono queste decorazioni furono Tarsia, Torretto, Baratta e Groppelli. L’architetto e costruttore dell’interno della chiesa fu Giovanni Grassi. La chiesa ha un settore centrale, soffitto a volta e tre cappelle per lato. Il soffitto sopra la zona del coro è una delle caratteristiche più belle della chiesa, con un bel dipinto che aggiunge colore e luminosità all’edificio.

Chiesa di San Nicola da Tolentino
La chiesa di San Nicola da Tolentino detta I Tolentini è un luogo di culto cattolico del XVI-XVII secolo della città di Venezia. La chiesa fu progettata e costruita da Vincenzo Scamozzi tra il 1591 e il 1602. Successivamente Andrea Tirali aggiunse alla facciata incompiuta un pronao con timpano e sei colonne corinzie (1706-1714). La chiesa custodisce quasi completamente intatto l’organo costruito da Pietro Nachini nel 1754, collocato in una cantoria lignea nell’abside decorata con due putti alati in legno dorato ai lati. La cassa dello strumento presenta decorazioni in legno cesellato raffiguranti due fogli che scendono dal centro del timpano che sovrasta la cassa terminante nelle ali laterali dello strumento;a questa decorazione finemente dipinta color oro sono appese sculture lignee di strumenti a fiato e originali strumenti a corda antichi di pregevole fattura, anch’essi dipinti in oro.

L’interno della chiesa è decorato con dipinti del XVII secolo. Vi sono conservate opere di Jacopo Palma il Giovane e Padovanino. Qui sono sepolti i dogi Giovanni I Corner, Francesco Corner, Giovanni II Corner e Paolo Renier. Il monumento funebre del patriarca Gianfrancesco Morosini è stato realizzato dallo scultore genovese Filippo Parodi. L’altare di stile romanico in marmi policromi dei commissari, con il grande tabernacolo a forma di tempietto come allegoria del Santo Sepolcro, è opera di Baldassarre Longhena. I due angeli adoranti e le sei cariatidi sono di Giusto Le Court.

Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco è un edificio religioso situato in Campo San Rocco, nel sestiere di San Polo a Venezia. Quando nel 1489 decise di trasferirsi definitivamente presso i Frari, la Scuola Grande di San Rocco decise di erigere una chiesa da dedicare al loro santo titolare. Tra il 1726 e il 1732 la chiesa fu radicalmente ristrutturata su progetto di Giovanni Scalfarotto che sostituì il soffitto piano con una volta interrotta da grandi finestre termiche, si conservarono solo le antiche absidi e la cupola.

L’inizio dei lavori sulla facciata risale al 1756. Le quattro nicchie della facciata ospitano altrettante statue di santi e beati veneziani: nel registro inferiore Gerardo Sagredo e Pietro Orseolo di Giovanni Marchiori, nel registro superiore Lorenzo Giustiniani e Gregorio Barbarigo di Giovanni Maria Morlaiter. Tra le due statue del registro superiore si trova l’imponente rilievo con San Rocco che guarisce gli appestati sempre del Morlaiter. A coronamento dell’attico è la statua di San Rocco affiancata da altre statue di santi veneziani, Pietro Acotanto e Jacopo Salomonio. Sulla lunetta della porta San Rocco portato in cielo dagli angeli, copia moderna in bronzo dell’originale del Marchiori murata nella cappella absidale destra.

Palazzi e architettura civile

Ca’ Corner della Regina
Ca’ Corner della Regina è un palazzo veneziano. Dal 2011 è la sede veneziana della Fondazione Prada. Il palazzo è stato costruito al posto di edifici preesistenti per volontà della famiglia Corner, nel XVIII secolo, per mano dell’architetto Domenico Rossi. Estintasi la nobile famiglia veneziana, Ca’ Corner della Regina è stata trasformata nell’Ottocento in Monte di Pietà, mentre dal 1975 al 2010 ha ospitato l’ASAC, Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Da maggio 2011 ospita le mostre d’arte contemporanea e le attività culturali della Fondazione Prada.

Ca’ Corner della Regina è un edificio modulato su tre livelli, ma particolarmente slanciato anche per la presenza di due soppalchi, in mansarda e tra piano terra e primo piano. Il portale principale, in posizione centrale, è arrotondato e sviluppato in altezza, su uno sfondo bugnato che caratterizza il primo livello e il mezzanino, ispirato alle facciate rinascimentali. Il primo dei due piani nobili è attraversato da una balaustra, sopra la quale si aprono sette monofore con mascherone in chiave, tra le quali si aprono semicolonne ioniche. Un ampio marcapiano divide questo livello dal secondo piano nobile, che presenta le sette finestre disposte regolarmente, qui però di forma rettangolare e ciascuna sormontata da un timpano; tra loro sono interposte simmetricamente grandi semicolonne corinzie,che interessano anche il mezzanino, a livello del quale poggiano su tratti di architrave, a loro volta poggianti sulla sottile cornice del tetto. Quest’ultimo, in posizione centrale, dispone di due abbaini.

Palazzo Adolfo
Palazzo Adoldo è un palazzo di Venezia, ha origini antichissime e fu dimora degli Adoldo o Adoaldo, famiglia di origini greche ascritta all’aristocrazia veneziana ed estinta nel 1432. Un esponente della famiglia, Lucia Adoldo, donò l’edificio a la parrocchiale di San Simeon Piccolo, come testimonia un’iscrizione sulla facciata. La stessa lapide ricorda che nel 1520 l’edificio, che era in pericolo, fu ricostruito in forme più ampie da Vittore Spiera.

Al piano terra, rimaneggiato, sono presenti semplici aperture rettangolari su pietra bianca. I due piani nobili sono invece caratterizzati da una coppia di monofore per lato (tra quelle del primo piano vi sono due bassorilievi), inserite in cornici in pietra, e da una bifora centrale, sorretta da colonne ioniche e chiusa da parapetto, in pietra al primo piano, in ferro battuto al secondo. L’attico è caratterizzato da un particolare alzato in cui è inscritta una lunetta sopra tre finestre quadrate binate. Sulla sua sommità una statuetta raffigurante un’aquila.

Spazio culturale

Galleria Internazionale d’Arte Moderna
La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia si trova a Ca’ Pesaro, nel sestiere di Santa Croce, vicino a Campo San Stae. L’edificio fu donato da Felicita Bevilacqua La Masa alla città per diventare un centro dedicato all’arte moderna. L’esterno maestoso di questo palazzo costruito nel 1710 nasconde due interessanti musei d’arte. Con le opere d’arte competono anche i soffitti splendidamente dipinti di Ca’ Pesaro, che alludono alla forza e al prestigio del clan pesarese. La Galleria Internazionale d’Arte Moderna comprende le opere esposte alla Biennale di Venezia e copre numerosi movimenti artistici dell’Ottocento e del Novecento, tra cui McKyalio, gli espressionisti e surrealisti e le sculture di Rodin e Wildt, spesso frutto di acquisizioni finalizzate alle varie edizioni della Biennale.Al piano intermedio ci sono regolarmente mostre temporanee che mostrano artisti modernisti e contemporanei.

Nella collezione spiccano celebri capolavori: tra le tele e i disegni, spicca Giuditta II di Klimt; Lo specchio di Bonnard; il Rabbino di Chagall oltre a opere di Kandinsky, Klee, Rouault, Matisse, Grosz, Moore, Morandi, Donghi, De Chirico, Boccioni, Sironi, Gustavo Boldrini, Emilio Vedova, Felice Carena, Virgilio Guidi, Davide Orler e altri. Tra le sculture vi è un’ampia raccolta di opere di Wildt, Martini, Medardo Rosso, mentre spiccano una versione del Pensatore e Borghesi di Calais di Rodin, quest’ultimo esposto nella prima sala. Nella stessa Ca’ Pesaro si trova anche il Museo d’Arte Orientale, ospitato all’ultimo piano.

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue
Il Fontego dei Turchi è un palazzo di Venezia, il palazzo risale al XIII secolo; fu costruito intorno al 1225 su commissione di Giacomo Palmieri, console del comune di Pesaro e identificato come capostipite della famiglia Pesaro. A partire dal 1608 fu avanzata l’ipotesi di assegnare un edificio cittadino a sede di mercanti turchi. La proposta fu realizzata solo nel 1621; in quell’occasione l’edificio fu trasformato in centro commerciale e vi furono costruiti magazzini, lavatoi, servizi, camere da letto. Il palazzo mantenne questa funzione dal XVII al XIX secolo. Nel 1860 il Comune di Venezia lo acquistò per 80.000 fiorini e lo adoperò, dopo un restauro, come museo. Nel 1865 vi fu collocato il Museo Correr, oggi in Piazza San Marco.Dal 1923 ospita il Museo Civico di Storia Naturale di Venezia.

Il museo nasce dalla volontà di raccogliere diverse collezioni naturalistiche situate nella città lagunare, precedentemente di proprietà di diverse proprietà tra cui il Museo Correr, l’Istituto Veneziano di Scienze, Lettere e Arti e il Conte Alessandro Pericle Ninni. Cogliendo l’occasione di trasferire il Correr nell’attuale sede delle Procuratie Nuove nel 1922, il museo nacque su iniziativa di Silvio Coen. Le raccolte più importanti sono la collezione entomologica Giordani Soika (presente dal 1983), la collezione naturalistica Bisacco Palazzi (presente dal 1986), la collezione malacologica Cesari (presente dal 1993), la collezione ornitologica Perale e la collezione Ligabue, contenente tra gli altri reperti fossili .

Palazzo Mocenigo
Palazzo Mocenigo è un palazzo signorile di Venezia, è sede del Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo. Dal 1985 qui è stata istituita la sede del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume e del Museo di Storia del Tessuto e del Costume. Oltre a custodire le preziose collezioni per lo più di origine veneziana, il Centro mette a disposizione degli studiosi un’importante biblioteca specializzata nel settore. Nel 2013, a seguito di un attento restauro degli interni dell’edificio, l’interno è stato ampliato da una nuova sezione (5 sale) dedicata alla storia del profumo e delle essenze che mette in risalto l’antica tradizione cosmetica di Venezia. Con questa riorganizzazione del museo, furono coinvolte diciannove stanze del piano nobile del palazzo,riproponendo la suggestiva cornice di un’autentica residenza nobiliare veneziana del Settecento. Parallelamente è stato creato un percorso dedicato alla comprensione dell’evoluzione del trend moda, costume e tessile.

La visita è stata completamente rinnovata e ampliata nel 2013. Al primo piano nobile si trovano venti stanze. Qui le aree espositive inaugurate nel 1985 sono state raddoppiate. L’ambiente si propone di descrivere complessivamente diversi aspetti della vita del patriziato veneziano tra il XVII e il XVIII secolo. Abitato da manichini che indossano abiti e accessori antichi appartenenti al Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, annesso al Museo. Questi abiti, realizzati con tessuti operati e impreziositi da ricami e pizzi, documentano l’accuratezza degli artigiani dell’epoca e la raffinata eleganza che rese famosa la cultura veneziana.La cura dei dettagli e la realtà esposta ci fanno apprezzare la finalità del museo rispetto alla storia della moda e alle sue infinite evoluzioni non solo dal punto di vista tessile ma anche dell’abbigliamento.

Spazio pubblico

Ponte della Costituzione
Il ponte della Costituzione è il ponte che attraversa il Canal Grande di Venezia tra piazzale Roma e la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia. Il ponte, progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava e costruito utilizzando principalmente acciaio e vetro. Il progetto mostra un ponte dalla forma ad arco con una luce di 81 metri, larghezza di 6 metri alla base e 9 al centro per un’altezza di 10 metri alla sommità; la struttura è in acciaio, i pavimenti in vetro Saint-Gobain, pietra d’Istria e Trachite Grigia Classica di Montemerlo. Anche i parapetti sono in vetro, con corrimano in ottone. All’interno dei corrimano sono installate lampadine a LED che dissipano il raggio di luce nei parapetti in vetro.

Un progetto squisitamente moderno ma stilisticamente non stona con lo scenario, aiutato dal fatto che è costruito in vetro e marmo d’Istria, il materiale più utilizzato a Venezia. Il Ponte della Costituzione di Venezia è molto diverso dalle opere che lo hanno reso famoso. È l’essenza della discrezione: nessuna rete di cavi, nessuna rievocazione di arpe, cetre o liuti, solo una semplice campata a forma di freccia da sponda a sponda, senza alcun supporto visibile.

Ponte degli Scalzi.
Il Ponte degli Scalzi è uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande a Venezia. Il ponte prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria di Nazareth, meglio conosciuta come chiesa degli Scalzi. È anche conosciuto come il “ponte ferroviario”, per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria di Santa Lucia. Costruito in conci di pietra d’Istria senza l’uso di armature, cemento armato o parti in ferro, il ponte è stato posto in opera con l’utilizzo di una speciale costola metallica e applicando il metodo delle cosiddette “lesioni sistematiche”. Il parapetto, internamente cavo e apribile, contiene i tubi.

Un primo ponte fu costruito nel 1858 dall’ingegnere inglese Alfred Neville sotto la dominazione asburgica, per migliorare l’accesso alla stazione ferroviaria di recente costruzione. Si trattava di un ponte in ghisa dalla struttura dritta, molto simile a quello eretto pochi anni prima dallo stesso Neville all’Accademia. L’altezza limitata (4 metri) impediva il passaggio di barche con alberi e lo stile dichiaratamente “industriale” non si accordava esteticamente con le strutture circostanti. Anche la ghisa iniziò a mostrare segni di cedimento strutturale in alcuni punti dopo pochi anni, per cui il Comune di Venezia fu costretto nei primi anni Trenta a prendere una rapida decisione in merito alla sua sostituzione.

Giardini Papadopolipoli
I giardini Papadopoli sono un piccolo parco pubblico nel centro storico di Venezia. Un parco all’inglese in linea con le tendenze romantiche dell’epoca, caratterizzato da tortuosi viali e colline. La restante parte, invece, era più regolare con aiuole geometriche. Ristrutturati e ampliati nel 1863 da Marco Quignon per conto dei nuovi proprietari Niccolò e Angelo Papadopoli, i giardini suscitarono l’ammirazione dell’opinione pubblica. All’interno avevano trovato numerosi esemplari di piante esotiche, ma c’era anche una voliera con pappagalli e fagiani argentati e una terrazza circolare affacciata sul Canal Grande. Danneggiate dai bombardamenti della prima guerra mondiale, intorno al 1920 furono aperte al pubblico. Ma nel 1933 furono coinvolti nella costruzione di Piazzale Roma e subirono gravi rimaneggiamenti:la parte occidentale è stata in gran parte livellata e separata dal resto dallo scavo del Rio Novo, necessario per lo smaltimento del traffico del nuovo terminal. Nella stessa occasione fu eretto un grande complesso alberghiero sul lato sud.

Il parco occupa attualmente un’area recintata di 7 500 m² in un’isola delimitata a nord dal Canal Grande, a est dal Rio dei Tolentini, a sud dal Rio del Magazen e ad ovest dal Rio Novo. Non è molto brillante sia per la copertura arborea abbastanza fitta, sia per la presenza di specie sempreverdi come lecci, cipressi e cedri. Altre specie presenti sono bagolaro, sofora, tigli, tassi, aceri e querce. Il sottobosco è costituito da esemplari di alloro, evonymus, aucuba, viburni e Ruscus hypoglossum spot. Il giardino d’inverno dell’hotel Papadopoli si affaccia sulla parte meridionale del parco, realizzato nel 1970 su progetto di Pietro Porcinai. Al di là del Rio Novo, adiacente a Piazzale Roma, sorgono ancora due piccoli lembi non recintati dei giardini originari, rispettivamente di 655 e 710 mq.La prima è sostanzialmente ridotta ad un’aiuola su cui sorgono alcuni cipressi; l’altro è più interessante per la presenza di una fontana incastonata tra “finte” rocce ed è ciò che resta, forse, di un ninfeo o di una rupe.

Cucina
Osteria Trefanti, le cui specialità sono i piatti di pesce e di stagione, tipici della tradizione locale. Osteria Antico Giardinetto, che è caratterizzata da un grazioso giardino dove si possono gustare piatti di pesce e piatti tipici mediterranei e veneziani. Molto famosa è anche l’Osteria La Zucca, che offre piatti alternativi anche vegetariani, che permette anche a chi cerca ingredienti genuini di scegliere piatti a base di verdure fresche. In Campo San Giacomo a L’Orio dove è possibile scegliere tra una grande varietà di vini internazionali e piatti di formaggi italiani e internazionali oltre a salumi e piatti di pesce fresco. Bacareto da Lele, molto famoso tra gli studenti ei veneziani che amano questo locale per la qualità del finger food e per gli ottimi prezzi.In questo luogo si può vivere la tipica atmosfera che caratterizzava il vero bacaro veneziano (la tipica osteria veneziana).