Dorsoduro, Venezia, Veneto, Italia

Dorsoduro è uno dei sei sestieri di Venezia, nel nord Italia. Il sestiere di Dorsoduro si sviluppa tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca. È grossolanamente diviso in due zone, la cui suddivisione è in corrispondenza delle Gallerie dell’Accademia e del ponte omonimo.

Confina a nord con i rioni di Santa Croce e San Polo, con il Rio Ca’ Foscari e il Rio Malcanton; est dal Canal Grande; a sud comprende il canale della Giudecca e l’isola omonima che amministrativamente è considerata parte del distretto anche se ha una propria numerazione civica. È collegato al sestiere di San Marco tramite il ponte dell’Accademia.

La zona ovest si sviluppa intorno a Campo Santa Margherita, frequentato punto di ritrovo di veneziani e studenti universitari. È il principale distretto universitario della città. L’area tra Campo Santa Margherita e il Canal Grande è attraversata da numerose strade ombreggiate. Più aperta è la zona sud.

La zona orientale è meno frequentata: è caratterizzata dalla presenza di numerosi canali paralleli. Questa zona è attraversata da due diversi percorsi, uno parallelo al Canal Grande e l’altro a quello della Giudecca. Questi sentieri convergono nella Punta della Dogana.

Storia
Dorsoduro comprende le zone di terra più alte della città e anche l’isola della Giudecca e l’isola Sacca Fisola. Il suo nome deriva dall’italiano “cresta dura”, a causa della sua terra relativamente alta e stabile.

Il cuore originario della zona era il Canale della Giudecca, lungo il quale furono costruiti edifici a partire dal VI secolo. La parte occidentale del sestiere è costituita dall’Isola di Mendigola, che fu tra le primissime zone della città ad essere colonizzata, pochi secoli prima che Rialto diventasse il centro vitale di Venezia (810).

Dove sorgeva quest’isola fu edificata l’importante chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, risalente all’XI secolo. Nell’XI secolo, l’insediamento si era esteso al Canal Grande, mentre i successivi edifici religiosi tra cui la Basilica di Santa Maria della Salute e la banchina delle Zattere sono ora i suoi principali punti di riferimento.

Nell’Ottocento venne istituita l’Accademia a Dorsoduro e il Ponte dell’Accademia la collegava a San Marco, rendendola una zona cara, frequentata dai residenti stranieri. Il quartiere occidentale e la Giudecca, furono industrializzati in questo periodo.

Le isole vicine furono colonizzate in seguito, fino a raggiungere la Punta della Dogana, dove si trovava la Dogana di Venezia, all’inizio del Canal Grande. L’ultima area bonificata è stata l’area che si estende tra la Dogana da Mar e il monastero di San Gregorio (in pratica, dove oggi sorge la basilica di Santa Maria della Salute).

Attrazioni principali
Dopo San Marco, Dorsoduro è il sestiere di Venezia dove si concentrano i musei più importanti: il museo principale sono le Gallerie dell’Accademia, istituite dal pittore Giambattista Piazzetta nel 1750, e trasferite in questi edifici da Napoleone nel 1807.

Di grande rilievo anche la Collezione Peggy Guggenheim di arte moderna e contemporanea, presso Palazzo Venier dei Leoni, un tempo anche residenza privata del mecenate americano, e il Museo d’arte contemporanea Punta della Dogana – Fondazione François Pinault, appartenente alla struttura di Palazzo Grassi, inaugurato nel 2009.

Qui ci sono anche Ca’ Rezzonico, con il museo del Settecento veneziano, Ca’ Dario, tristemente nota per la tragica fine di molti suoi proprietari, la Scuola Grande dei Carmini e Ca’ Foscari, sede dell’ateneo dello stesso nome, il palazzo del Seminario Patriarcale sede della Pinacoteca Manfrediniana, Palazzo Loredan Cini sede della Galleria Cini, i Magazzini del Sale dove la Fondazione Emilio Vedova organizza mostre di arte moderna.

Le chiese più importanti sono la basilica di Santa Maria della Salute, la chiesa dei Gesuati, la chiesa di San Trovaso, la chiesa di San Pantalon, la chiesa di Ognissanti e la chiesa di San Nicolò dei Mendicoli.

In questo quartiere si trovano anche lo squero di San Trovaso e Campo Santa Margherita, luogo di ritrovo per veneziani e studenti. Nel 2015 è stato istituito il Dorsoduro Museum Mile, un percorso culturale che riunisce la Galleria dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim, la Galleria Cini a Palazzo Loredan Cini e la Fondazione Punta della Dogana – Pinault.

Palazzi

Magazzini del sale
I Magazzini del Sale è un edificio a Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro. Questo grande complesso fu costruito all’inizio del XV secolo in un punto strategico della città: lungo queste fondamenta si trovava uno dei principali approdi per le zattere e le barche che portavano le merci a Venezia. Qui fu scelto per costruire il luogo dove depositare il sale, prodotto fondamentale nell’economia della città lagunare. La facciata della struttura è ad un solo piano e sviluppata in lunghezza, con nove grandi portali sormontati da altrettante finestre a mezzaluna; sopra le aperture centrali è la scritta Emporio dei Sali. Al suo interno sono presenti nove spazi in cui veniva conservato il sale, dove ora vengono organizzate le suddette mostre.

Il complesso, progettato dall’architetto Alvise Pigazzi, fu poi preziosamente restaurato intorno al 1830. Nel corso del Novecento, dopo la vendita, i Magazzini del Sale subirono un periodo di decadenza, in seguito al quale furono recuperati e utilizzati, come avviene oggi, per mostre ed eventi culturali. Uno dei nove Magazzini del Sale è stato restaurato dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, su progetto di Renzo Piano; inaugurato nel 2009 da allora ha ospitato mostre organizzate dalla Fondazione su Emilio Vedova e altri artisti per un confronto dialettico con le opere di Vedova.

Ca’ Foscari
Palazzo Foscari è un palazzo gotico di Venezia situato nel sestiere di Dorsoduro. L’edificio è la sede storica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Costruita nel 1452 per volontà del doge Francesco Foscari, è uno straordinario esempio di gotico veneziano. Dall’edificio si gode di un panorama unico che spazia dal ponte di Rialto al complesso dell’Accademia di Belle Arti. Negli anni ’30 e ’60 Carlo Scarpa, famoso architetto e designer veneziano, fu chiamato a restaurare l’attuale Aula Mario Baratto e gli spazi adiacenti.

Attualmente è sede storica dell’Università Ca’ Foscari, che ha reso accessibili al pubblico alcune delle sale più belle. Grazie alla sua collocazione nella volta del Canale, cioè sulla curva più ampia del Canal Grande, che permette di spaziare con la vista dal Ponte di Rialto alle Gallerie dell’Accademia, il secondo piano fu scelto da molti pittori ( come Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, Michele Marieschi, Francesco Guardi) come luogo per dipingere vedute del Canal Grande. Dal secondo piano dell’edificio furono dipinte due opere del Canaletto: Canal Grande da Ca’ Balbi verso Rialto ( 1720 – 1723, Museo del Settecento veneziano a Ca’ Rezzonico) e Regata sul Canal Grande ( c. 1732, Windsor , Collezione Reale). Circa ‘Foscari fu anche oggetto di dipinti di molti pittori paesaggisti (come Luca Carlevarijs e Michele Marieschi).

Ca’ Dario
Ca’ Dario è un palazzo di Venezia, situato al civico 353 nel sestiere di Dorsoduro. Ca’ Dario è spesso descritto come uno dei palazzi più caratteristici di Venezia. La facciata snella e asimmetrica sul Canal Grande, caratterizzata da una larghezza limitata a circa 10 metri, pende da un lato a causa di un cedimento strutturale e presenta elementi di chiara matrice rinascimentale, in contrasto con le altre facciate che conservano ancora lo stile gotico poi diffuso a Venezia. È completamente decorato con marmi policromi e pietra d’Istria, alternati in ottanta medaglioni circolari. Il piano terra presenta due bifore e un portale d’acqua, mentre ciascuno dei piani superiori è illuminato da una quadrifora e da una monofora.

I camini, in tipico stile veneziano, sono tra i pochi esempi originali dell’epoca giunti fino ai giorni nostri. Il balcone neogotico è stato aggiunto nel XIX secolo. Internamente l’edificio è caratterizzato da un ampio atrio con pozzo in marmo, uno scalone marmoreo finemente decorato che conduce ai piani principali e una fontana interna di ispirazione orientale, collocata in un ambiente che segue lo stile moresco nella decorazione e nella forma del le finestre. La facciata posteriore, dall’aspetto gotico chiaramente restaurato, appare irregolare: la caratteristica tinta rossa è il collante per una serie di camini, terrazze sul tetto, finestre e logge gotiche.

Punta della Dogana
Nel corso del XV secolo lo sviluppo dell’attività commerciale a Venezia portò al trasferimento sulla punta occidentale di Dorsoduro della Dogana Marittima, anticamente situata nei pressi dell’Arsenale. Da qui si gode di una bellissima vista sul bacino di San Marco. L’edificio fu completato nel 1682, cinque anni prima della vicina cattedrale. L’opera dell’architetto Giuseppe Benoni è caratterizzata da una torre, sormontata da un gruppo scultoreo, raffigurante due atlanti, che solleva una sfera in bronzo dorato, sormontata dalla Fortuna, che girandosi indica la direzione del vento. L’edificio ha continuato ad essere una dogana e quindi ha un legame significativo con la storia della città fino agli anni ’80. Dopo vent’anni di oblio, il Comune di Venezia ha indetto un bando per trasformarlo in uno spazio d’arte moderna.

Importanti lavori di restauro, dal gennaio 2008 al marzo 2009, hanno permesso la creazione di un centro d’arte contemporanea collegato a Palazzo Grassi all’interno del complesso Dogana da mar. L’edificio era rimasto vuoto per decenni, con piani falliti di trasformarlo in appartamenti o in un hotel prima di essere consegnato a Pinault. L’esterno è stato restaurato senza aggiunte ed è l’unica parte rimasta intatta della struttura originaria. Le imperfezioni estetiche e gli stucchi sono stati riparati e le aree danneggiate sono state rinforzate con ancoraggi in acciaio inossidabile ma sono state lasciate a vista con mattoni a vista. L’interno è stato lasciato a nudo senza alcun trattamento superficiale, i mattoni sono stati sostituiti con parsimonia. I muri divisori degli ultimi due secoli sono stati sostituiti da ambienti paralleli e rettangolari.Il tetto è stato sostituito da un tetto simile con timpani in legno, con l’aggiunta di lucernari. I nuovi pavimenti sono in cemento a vista, levigato, in parti con linoleum.

Palazzo Loredan Cini
Palazzo Loredan Cini è un complesso architettonico di Venezia. Questo elegante palazzo gotico del XVI secolo era l’ex dimora dell’industriale e filantropo Vittorio Cini, che lo riempì di dipinti di prima classe, oggetti interni, ceramiche e vetri di Murano. Qui sono presentati meravigliosi dipinti di artisti rinascimentali poco conosciuti come Filippo Lippi, Piero Cosimo e Dosso Dossi. Il palazzo, posto alla confluenza del principale corso d’acqua della città e del Rio di San Vio, ha tre facciate, entrambe austere e di chiara ispirazione rinascimentale. Facciata sul Canal Grande: priva di qualsiasi interesse architettonico, si sviluppa su quattro piani ed è caratterizzata da un susseguirsi di bifore e bifore. Un tempo era decorato con affreschi di Giuseppe Porta, oggi scomparsi.

Facciata sul Rio di San Vio: lunga cinquanta metri, appare divisa in due corpi, ciascuno dei quali è identificato come edificio autonomo e corrispondente ad un diverso numero civico (rispettivamente Dorsoduro 732 e Dorsoduro 864). Si affaccia in maniera monumentale su Campo San Vio, al quale è collegata da un ponte privato. La sezione di destra, caratterizzata da un imponente portale ad acqua e da due pentafore, comunica e si integra con l’altra, che ha un impatto simile se non fosse per la sostituzione della polifore con una serliana culminante in finestre quadrangolari. Di nessuna importanza artistica sono le altre rade monofore, con la felice eccezione di quelle del piano nobile, con archi a tutto sesto. Facciata posteriore: con vista sulla piscina Forner,presenta colonne a monofora movimentate dalla presenza di una serliana.

Altri palazzi e architettura civile includono:
Palazzo Ariani;
Palazzo Balbi;
Palazzo Barbarigo;
Palazzo Barbarigo Nani Mocenigo;
Palazzo Barbaro Wolkoff;
Palazzo Basadonna Giustinian Recanati;
Ca’ Bembo;
Ca’ Bernardo;
Palazzo Bernardo Nani Lucheschi;
Ca’ Biodetti;
Palazzo Brandolin Rota;
Palazzo Caotorta Angaran;
Palazzo Clary;
Palazzo Contarini Dal Zaffo;
Palazzi Contarini di Scrigni e Corfù;
Palazzo Contarini Michiel;
Palazzo Costantini;
Palazzi Da Mula Morosini e Centani Morosini;
Ca’Dolfin (Palazzo Secco Dolfin o Palazzo Dolfin);
Palazzo Foscarini (Palazzo Foscarini ai Carmini);
Palazzo genovese;
Palazzo Giustiniano;
Palazzo Giustinian Recanati;
Ospedale degli Incurabili;
Palazzo Loredan dell’Ambasciatore;
Casa Mainella (edificio Marioni);
Palazzo Maravegia;
Ca’ Masieri;
Palazzo Mocenigo Gambara;
Palazzo Molin a San Basegio;
Palazzo Moro a San Barnaba;
Palazzetto Nani Mocenigo;
Ospizio degli Scrovegni;
Palazzo Querini alla Carità;
Palazzo Salviati;
casa Santomaso;
Scuola Luganegheri;
scuola Varoteri;
Palazzetto Poppa;
Ca’ Zenobio degli Armeni;

Architettura religiosa

Chiesa di Santa Maria della Salute
Il 22 ottobre 1630, durante l’epidemia di peste che colpì Venezia, il doge Nicolò Contarini dichiarò pubblicamente che sarebbe stata costruita una chiesa intitolata alla Salute come giuramento per porre fine alla calamità. Un anno dopo, nel 1631, terminò l’epidemia di peste e nel 1687 la Basilica fu completata. Per la costruzione della chiesa furono proposti 11 progetti, tra i quali fu scelto Baldassarre Longhena.

Il progetto prevedeva un’enorme facciata che ricordava il palladio, con una bella porta al centro. La facciata è stata rialzata con una serie di scale per conferire alla chiesa un’imponenza ancora maggiore. L’interno ha una zona centrale su un piano ottagonale. Ai lati vi sono altrettante arcate divise da colonne. Numerose sono le opere d’arte: Pentecoste, San Rocco e San Sebastiano, Davide e Golia, Caino e Abele di Tiziano; Il matrimonio di Tintoretto e Iona a Cana di Galilea e Sansone di Palma il Giovane. In stile barocco veneziano.

I Gesuiti (Santa Maria del Rosario)
Il più grande complesso della cattedrale settecentesca di Venezia, costruito tra il 1726 e il 1735 per i domenicani in sostituzione della chiesa, diventata troppo piccola per i fedeli. Giorgio Massari fu l’architetto che progettò la chiesa in stile rococò veneziano e la decorazione interna in collaborazione con due grandi artisti dell’epoca: Giambattista Tiepolo e Gian Maria Morlaiter. Questi tre sono diventati famosi nel tempo per il meraviglioso lavoro che hanno svolto qui. La chiesa è dedicata alla Madonna del Rosario, rappresentata nell’affresco del soffitto del Tiepolo.

Chiesa di San Barnaba
Eretta nell’809 dalla famiglia Adorni/Adami, fu distrutta dall’incendio del 1105, ma grazie alle offerte dei fedeli fu riconsacrata nel 1350.

Chiesa di San Raffaele Arcangelo
Secondo una tradizione popolare fu eretto per la prima volta nel 416, e nei secoli successivi fu più volte distrutto e ricostruito, fino all’ultima consacrazione che risale al 1740.

Chiesa di San Sebastiano
La facciata piuttosto rigorosa di Antonio Scarpignano del 1508-48 crea in questa chiesa un sentimento di ingannevole modestia. L’interno è decorato, dal pavimento al soffitto, dai capolavori di Paolo Veronese, realizzati nell’arco di tre decenni. Secondo una leggenda popolare locale, il Veronese trovò rifugio a San Sebastiano nel 1555 dopo essere fuggito dall’accusa di omicidio a Verona, e la sua opera in questa chiesa è un ringraziamento alla parrocchia. Il Veronese ha deciso di essere sepolto qui, sotto i suoi capolavori: il suo busto commemorativo è alla destra del corpo.

Chiesa di San Trovaso
La chiesa di San Trovaso (contrazione veneziana che indica i santi Gervasio e Protasio) è un edificio religioso della città di Venezia situato nel sestiere di Dorsoduro, nell’omonimo campo. La chiesa fu edificata nei primi tempi dopo la fondazione di Venezia, e divenne subito parrocchiale. Fu ricostruito nel 1028 dalle famiglie Barbarigo e Caravella.

Caratteristica singolare dell’edificio è la doppia facciata, una verso Campo San Trovaso e l’altra verso l’omonimo torrente. Secondo la tradizione, il doppio ingresso serviva a tenere separate le fazioni rivali dei Castellani e dei Nicolotti, quando entrambi si recavano in chiesa in occasione della festa dei santi, per evitare lo scoppio di risse.

Chiesa di Santa Maria dei Carmini
La chiesa di Santa Maria dei Carmini, detta anche Santa Maria del Carmelo o comunemente “i Carmini” è una chiesa di Venezia, situata nel sestiere di Dorsoduro e affacciata su Campo dei Carmini. Lo stile è quello di un edificio tipicamente gotico che, a causa di numerosi interventi successivi, ha subito modifiche. La pianta ha una forma basilicale allungata, a tre navate con transetto e profondo presbiterio, ai lati del quale sono state poste cappelle.

La facciata è in stile rinascimentale con tre frontoni curvilinei, attribuita a Sebastiano da Lugano (1507-1514). Sulla corona si possono ammirare le statue del Redentore, dell’Arcangelo Gabriele, della Vergine e dei Santi Elia ed Eliseo, attribuite a Giovanni Buora. L’antico campanile, situato accanto alla chiesa, fu ricostruito nel 1676 da Giuseppe Sardi. Il campanile quadrato è sormontato da un tempietto ottagonale, al di sopra del quale è posta la statua della Madonna del Carmelo, copia dell’originale distrutto da un fulmine nel 1979.

Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli
La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli o del Mendicante è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro. La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli è una delle più antiche di Venezia: si presume che un primo edificio esistesse già nel VII secolo. L’edificio del VII secolo fu sostituito dall’attuale chiesa del XIII secolo, a pianta basilicale romanica a tre navate. Anche questo secondo edificio fu ampiamente rimaneggiato nel tempo, sia all’esterno, con l’aggiunta nel XV secolo di un piccolo portico sul lato settentrionale, sia all’interno, molto ricco, dove nel XVI secolo la navata centrale fu decorata con statue in legno dorato.

Altre chiese possono essere più maestose, ma nessuna è più veneziana di questa chiesa del XII secolo con una storia di servizio ai poveri. Un tempo fungeva da ricovero per le donne, e il suo portico proteggeva i Mendicoli (mendicanti) a cui deve il nome. Il minuscolo e pittoresco campo (piazza) esterno è una Venezia in miniatura, circondata su tre lati da canali e raffigurante una colonna con il leone di San Marco. L’interno scuro è illuminato da un portico dorato del XVIII secolo e da molti dipinti luminosi, tra cui il capolavoro di Giovanni Palma “Resurrezione” (1610) dietro, a sinistra dell’organo. La cappella anteriore destra è una tipica risposta veneziana agli ordini insistenti di Roma di limitare la musica nelle chiese veneziane: Madonna in Gloria, godendo appieno del concerto degli angeli su flauti, liuti e violini.

Altre architetture religiose includono:
Chiesa di Santa Maria della Carità;
Chiesa dei Santi Spiri;
Chiesa di Sant’Agnese;
Chiesa dei Catecumeni;
Chiesa di San Gregorio;
Chiesa di Santa Margherita;
Chiesa di Santa Marta;
Chiesa degli Eremiti;
Chiesa di San Giorgio;
Chiesa di Santa Maria della Visitazione;
Chiesa di Tutti i Santi;
Chiesa di San Pantalon;
Chiesa di Terese.

Spazio culturale

Collezione Peggy Guggenheim
La Collezione Peggy Guggenheim è un museo sul Canal Grande a Venezia con sede a Palazzo Venier dei Leoni. Il secondo museo veneziano più visitato. Raccogliendo principalmente la collezione d’arte personale di Peggy Guggenheim (1898–1979), ex moglie dell’artista Max Ernst e nipote del magnate Solomon R. Guggenheim, questo museo, un tempo anche la casa privata di Peggy Guggenheim, raccoglie una collezione in qualche modo più piccola e più concentrate di quelle degli altri musei Guggenheim.

Nell’autunno 2016 il museo è stato ampliato con l’acquisto di un edificio definitivo. Sono stati realizzati una nuova caffetteria, un piccolo centro didattico e un magazzino per i lavori. Grazie al trasferimento della caffetteria è stato possibile liberare nuove sale espositive. Il museo è stato aperto anche al pubblico in modo didattico.

Gallerie dell’Accademia
Le Gallerie dell’Accademia di Venezia sono un museo statale italiano. Raccolgono la migliore collezione d’arte veneziana e veneziana, legata soprattutto alla pittura dal Trecento al Settecento: tra i maggiori artisti rappresentati sono Tintoretto, Giambattista Pittoni, Tiziano, Canaletto, Giorgione, Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Cima da Conegliano e Veronese. Vi sono conservate anche altre forme d’arte come sculture e disegni, tra cui il famoso Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci (esposto solo in occasioni speciali).

Tra i dipinti più importanti dell’Accademia ricordiamo: Gentile Bellini: Processione in Piazza San Marco (1496) e Miracolo della Croce al Ponte di San Lorenzo (1500), Giovanni Bellini: Pietà (1500), Jacopo Bellini: Madonna con Bambino e Cherubini (c. 1450), Paris Bordenone: Un pescatore presenta al doge l’anello di San Marco (c. 1535), Vittore Carpaccio: Leggenda di Sant’Orsola (1490-1498), Cima da Conegliano: La Vergine in basso l’Arancia (1496 ca.), Giorgione (1477-1510): La Tempesta e la Vecchia (“La vecchia”), Andrea Mantegna (1431-1506): San Giorgio, Paolo Veronese (1528-1588): La festa in casa di Levi (1573), Tintoretto: I miracoli di San Marco (1548) e Tiziano.

Grande Scuola dei Carmini
La Scuola Grande dei Carmini è un palazzo di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro, nella Calle della Scuola che collega Campo Santa Margherita e Campo dei Carmini. È sede dell’omonima scuola di devozione e carità. La Scuola aveva come scopo le opere caritative, come l’assistenza ai poveri e agli ammalati o le “donzele marittime” con la dovuta dote, nonché le finalità di solidarietà tra i membri (qualcosa ora simile all’assicurazione). Il sostentamento della scuola si basava sulle rendite derivanti dal crescente patrimonio immobiliare.

Dedicato alla Madonna del Carmelo, con i suoi lussuosi interni di Giambattista Tiepolo e Baldassare Longen. Questa scuola (fraternità religiosa) era l’unica delle sei grandi scuole che riconoscevano le donne e fondarono il luogo nel XIII secolo. Carmini continuò ad accogliere viaggiatori spodestati e prodighi fino all’occupazione napoleonica di Venezia. I concerti di Music in Mask si stanno attualmente svolgendo qui e i membri di Carmini continuano a organizzare beneficenza fino ad oggi.

Fondazione Vedova
Creato dall’artista stesso e da sua moglie, impegnato principalmente nella promozione dell’arte e della creatività di Emilio Vedova e nello studio del suo ruolo nell’arte contemporanea del XX secolo.

Le macchine di Leonardo a Venezia
Una mostra nella Chiesa di San Barnaba che mostra una quarantina di modelli di macchine riprodotti dai codici di Leonardo. Alcune delle mostre sono interattive e le copie dei codici sono disponibili per ulteriori letture. Doveva finire nel 2012, poiché la chiesa, un’attrazione in sé. È quello sotto il quale Indiana Jones trova le catacombe in The Last Crusade.

Museo del Settecento Veneziano
Ca’ Rezzonico è uno dei palazzi più famosi di Venezia, contiene collezioni comunali relative ai tentativi settecenteschi di far rivivere l’atmosfera domestica della nobiltà veneziana. È suddiviso in tre importanti fasce orizzontali: il piano terra, arricchito da decorazioni a bugnato e un portale d’acqua a tre fori con architrave e due piani nobili, caratterizzati da colonne e finestre ad arco a tutto sesto con teste in chiave di volta. Ogni piano termina con colonne accoppiate. Il sottotetto soppalcato è caratterizzato da monofore ovali, nascoste nell’articolato disegno della facciata. La planimetria dell’edificio è molto complessa: presenta un ampio salone da ballo, che occupa due piani di altezza, collegato al piano terra da un maestoso scalone monumentale. A parte questa straordinaria eccezione,il Palazzo è organizzato secondo una pianta tradizionale: ha un grande portego al centro, che si affaccia sia sul Canal Grande che sul cortile centrale: su entrambi i lati si trovano stanze più piccole.

Riaperto al pubblico dopo un restauro, il museo dispone le opere in modo naturale, quasi facessero parte dell’arredo. Oltre a preziosi mobili e gioielli, custodisce anche i più importanti dipinti di artisti veneziani del Settecento, come Giandomenico e Giambattista Tiepolo, Rosalba Carriera, Canaletto e le famiglie Longi e Guardi. Grazie alle donazioni, la collezione del museo è stata recentemente ricostituita con altre 300 opere di artisti come Cima da Conegliano, Alvise Vivarini, Bonifacio de Pitati, Tintoretto, Sebastiano e Marco Ricci, oltre a molte altre opere d’arte. Il museo si sviluppa su quattro piani e i visitatori possono anche rilassarsi o fare uno spuntino nell’ampia reception, nella caffetteria o nel grazioso giardino.

Luogo pubblico

Zattere lungo il fiume
Si tratta di una lunga e soleggiata passeggiata lungo il canale della Giudecca, riparata durante l’inverno dai freddi venti del nord per essere esposta a sud e riparata dalle costruzioni. Potreste trovare interessante vedere come è fatta una gondola, fermandovi allo Squero (in veneziano è un piccolo cantiere navale) attraverso il canale vicino alla chiesa di San Trovaso. È uno dei pochi ancora in attività in città. Con un po’ di fortuna, vedrai alcune gondole attraverso varie fasi di produzione. Lungo la strada se ne trovano alcune alla Chiesa dei Gesuiti, alla Chiesa dello Spirito Santo e ai Salons.

Squero di San Trovaso
Lo squero di San Trovaso, che significa “cantiere” in veneziano, è il classico cantiere dove venivano costruite e riparate piccole imbarcazioni come gondole, pupparini, sandoli, s’ciopóni e altre imbarcazioni tipiche della tradizione navale veneziana. Quella di San Trovaso sorge lungo l’omonimo fiume e risale al XVII secolo. È uno dei pochissimi cantieri navali ancora attivi a Venezia, anche se oggi vi si producono o si riparano solo gondole, mentre in passato l’attività cantieristica si estendeva anche ad altre tipologie di imbarcazioni.

L’edificio che lo ospita ha la forma tipica delle case di montagna, circostanza eccezionale per Venezia, dovuta all’ispirazione degli squerarioli abituati alla lavorazione del legno e soprattutto alle origini cadorine di molti maestri d’ascia. Questa capanna di legno sul Rio di San Trovaso sembra uno chalet da sci, dove le gondole ristrutturate stanno asciugando nel cortile. È meglio guardare attraverso il canale, ma se la porta è aperta, puoi guardare dentro.

Ponte dell’Accademia
Il Ponte dell’Accademia è il più meridionale dei quattro ponti di Venezia che attraversano il Canal Grande. Collega San Vidal all’ex Chiesa di Santa Maria della Carità. Questo ponte, chiamato Ponte della Carità, fu subito costruito e aperto al pubblico, a pedaggio, il 20 novembre 1854. Il nome deriva dal vicino complesso della Carità che comprende il Convento, la Chiesa di Santa Maria della Carità e la Scuola Grande della Carità. Questi edifici, sconsacrati e in disuso, divennero in seguito sede dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e attualmente ospitano le Gallerie dell’Accademia.

Il ponte iniziò a presentare problemi statici dopo pochi anni, a causa della debolezza di alcuni punti della struttura, e nel periodo fascista presentava ormai preoccupanti segni di degrado e corrosione. In attesa della costruzione di un nuovo ponte in pietra, è stato realizzato un ponte provvisorio in legno. Tuttavia, il legno del ponte necessita di una manutenzione costante e molto costosa. Nel 1986 si è resa necessaria la completa sostituzione degli elementi in legno, con l’inserimento di archi metallici in grado di sostenere meglio la struttura. Per questi motivi è stata valutata in più occasioni la possibilità di sostituirlo, realizzando il ponte definitivo sul progetto vincitore di Torres e Bisazza, non ancora realizzato. La scelta di una ricostruzione o meno è stata dettata dagli eccessivi costi di manutenzione.