Sale del XIX secolo, Primo settore, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Roma

Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea a Roma ridisegnata gli spazi espositivi, Il nuovo layout della galleria è stato inaugurato nell’ottobre 2016, sulla base di un progetto originale che, riducendo il numero di opere esposte, introduce la chiave di lettura non cronologica alla mostra principale “Il tempo è scaduto.”

Attraverso le sue collezioni di circa 20.000 opere, tra cui dipinti, disegni, sculture e installazioni, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea offre un ricco ritratto della cultura dell’arte italiana, dal 1800 ad oggi.

L’attuale disposizione delle collezioni, progettata attorno al tema del tempo, si interrompe dal solito percorso cronologico e si dirama in viaggi simultanei in cui le opere d’arte sono poste una accanto all’altra per armonia, contrasto, riferimenti e citazioni.

L’edificio stesso, progettato da Cesare Bazzani nel 1911, mostra una parte critica in questa reinterpretazione, creando un dialogo tra presente e passato. È stato utilizzato un metodo quasi archeologico per riportarlo al suo antico splendore, mantenendo nel contempo un rapporto immediato con il presente.

Stanza 1
Sala d’Ercole
La sala è dedicata al periodo di transizione tra neoclassicismo e romanticismo, tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo.

Stanza 2
Sala della Psiche
La sala presenta il panorama composito e internazionale di Roma all’inizio del XIX secolo (“internazionalismo romano”). È così chiamato per la presenza, al centro di essa, della statua di:
Pietro Tenerani, Psiche svenuto, 1822, marmo. La statua rappresenta bene lo stile purista, un movimento artistico italiano sorto intorno al 1833 sulla scia dei Nazareni. Facendo riferimento a una concezione etica dell’arte, il Purismo ha riconosciuto i primitivi da Cimabue al primo Raffaello come modelli. Importanti esponenti del purismo furono oltre a Tenerani, il pittore e scrittore Antonio Bianchini (che redasse il manifesto del purismo nel 1849), Friedrich Overbeck, Tommaso Minardi, Augusto Mussini e altri.

Stanza 3
Sala di Saffo
Le scuole toscane.
La sala è dedicata alla pittura toscana della prima parte del XIX secolo, caratterizzata dalla presenza del movimento Macchiaiolo, forse il più importante e originale movimento artistico italiano di quel secolo. Il movimento si basava sul principio che la visione della realtà non è altro che un insieme di punti colorati, più o meno intensi a causa dell’effetto della luce e che il compito del pittore non era quello di ritrarre le cose come sono conosciute, ma per fare l’impressione ottica nel modo più diretto. Il caffè Michelangelo (in via Larga, oggi Cavour; una targa gli ricorda) a Firenze era un punto d’incontro per i Macchiaioli, mentre la Pergentina (appena fuori Firenze, lungo il torrente Affrico) e Castiglioncello (sulla costa, non lontano da Livorno) erano i posti preferiti per la pittura. Il pittore più importante e giustamente famoso fu Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), Telemaco Signorini era il cervello del movimento, Adriano Cecioni e Nino Costa erano i teorici. Erano conosciuti alla mostra nazionale di Firenze del 1861. Il loro periodo migliore fu dal 1855 al 1865.

Stanza 4
Sala di Jenner
Scuole settentrionali piemontesi e lombardo – veneta.
La pittura del nord Italia di quegli anni è caratterizzata dalla presenza degli Scapigliati che si può vedere soprattutto in Giovanni Carnovali, detto il Piccio. Piccio è l’autore di un dipinto interpretato su trasparenze e smalti. Gli Scapigliati sono caratterizzati dalla dissoluzione della forma nel colore forzando la sfocatura dei contorni e l’uso di pennellate discontinue e luminose, a questi Tranquillo Cremona conferisce una caratterizzazione patetica e sensuale.

La scapigliatura fu un movimento letterario e artistico che si sviluppò in Lombardia tra il 1860 e il 1900. I massimi esponenti furono Emilio Praga e Arrigo Boito. Da: Universale Garzanti.

Stanza 5
Sala Morelli
La sala è interamente dedicata a Domenico Morelli. Negli anni settanta e ottanta del diciannovesimo secolo Domenico Morelli e Filippo Palizzi sono le figure centrali del panorama artistico napoletano e meridionale. Morelli (Napoli 1826 – 1901) sviluppò uno stile realista basato sulla preminenza del colore rispetto al design accademico, cercò di adattare la sua pittura a contenuti che sono ancora romantici, letterari, religiosi, storici e simbolisti. Nel 1905 la Galleria acquistò tutto ciò che rimaneva in studio dopo la morte dell’autore, dipinti, schizzi, acquerelli e un gran numero di disegni. Negli anni in cui Palma Bucarelli fu sovrintendente, due stanze furono dedicate al pittore. Da: Encyclopedia of Art, 2002 Garzanti.
Domenico Morelli, Tasso legge la Gerusalemme Liberata a Eleonora d’Este, 1865. “Uno dei dipinti più famosi della pittura italiana del XIX secolo. È la scena di un melodramma, una somiglianza può essere stabilita con la musica di Verdi” … poiché la pittura di Toma è intima e silenziosa, al punto che quella di Domenico Morelli è vistosa, grandiloquente e talvolta retorica “Da: Palma Bucarelli, The National Gallery of Modern Art, 1973 State Polygraphic Institute.

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È il dipinto principale della stanza, lo si può vedere dalla sala di Ercole, mettendosi così in dialogo con le grandi opere del romanticismo storico che caratterizzano quella sala. Da: Colombo – Lafranconi, Guida alla National Gallery of Modern Art, 2004 Electa. Si dice che Tasso fosse segretamente innamorato di Eleonora d’Este e dei suoi due compagni che erano anche chiamati Eleonora. Dall’audioguida disponibile nella Galleria nel 2008.

Stanza 6
Camera Cleopatra
Scuole meridionali
Questa sala è dedicata agli artisti che sono nati, formati e operati a Napoli o nel Sud Italia. Prende il nome dal marmo di:

Stanza 7
Sala Palizzi
I palizzi e la pittura di paesaggio a napoli.

Questa sala, così come le due precedenti, è dedicata alla pittura a Napoli e nell’Italia meridionale, bisogna tenere conto del fatto che Napoli fu alla fine del XVIII secolo una delle più grandi città europee. La sala testimonia anche la presenza di pittori stranieri a Napoli e la possibilità di apertura internazionale di cui godevano i pittori che operavano in quella città.

I quattro fratelli Palizzi vennero dall’Abruzzo a Napoli per studiare all’Accademia dove seguirono i corsi tenuti da Smargiassi, uno dei pittori della scuola Posillipo. Con loro, la pittura italiana entrò in contatto con i francesi e precisamente con la scuola chiamata Fontainebleau o Barbizon, dal luogo in cui si incontravano per dipingere all’aperto fuori dalle accademie. Il merito è dovuto al vecchio Giuseppe che, andato a Parigi nel 1844, vi rimase per tutta la vita. Filippo, al quale appartengono quasi tutti i dipinti della stanza, è di gran lunga il più noto e il più importante, sia per la qualità dell’opera che per l’influenza che ha avuto sull’affermazione della corrente realistica. Il lavoro di Palizzi si sviluppa, in un ambiente napoletano, in antitesi a quello di Morelli, autore di un quadro storico e sostenitore di un ideale che trascende la realtà. Nel 1892 la Galleria ricevette la donazione di 300 dipinti e studi da Filippo Palizzi. È la prima grande donazione nella sua storia.

Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Roma
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, conosciuta anche come La Galleria Nazionale, è una galleria d’arte a Roma, in Italia. È stata fondata nel 1883 su iniziativa dell’allora ministro Guido Baccelli ed è dedicata all’arte moderna e contemporanea.

Ospita la collezione più completa dedicata all’arte italiana e straniera dal XIX secolo ad oggi. Tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, le quasi 20.000 opere della collezione sono espressione delle principali correnti artistiche degli ultimi due secoli, dal neoclassicismo all’impressionismo, dal divisionismo alle avanguardie storiche dei primi del novecento, da futurismo e surrealismo, al nucleo più cospicuo di opere d’arte italiana tra gli anni 1920 e 1940, dal movimento del XX secolo alla cosiddetta scuola romana.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea conserva la collezione completa di arte internazionale e italiana dal XIX al XXI secolo, composta da 20.000 opere d’arte, tra cui dipinti, disegni, sculture e installazioni e rappresenta i principali movimenti artistici degli ultimi due secoli . Dal neoclassicismo all’impressionismo, al divisionismo e alle avanguardie storiche dei primi del novecento, il futurismo, il surrealismo, il gruppo più notevole di opere dagli anni ’20 agli anni ’40, dal movimento del Novecento alla cosiddetta Scuola Romana, dal Pop Art to Arte Povera, arte contemporanea e artisti del nostro tempo e molti altri sono rappresentati e messi in mostra nella collezione e nello spazio de La Galleria Nazionale.

Il nuovo layout della galleria è stato inaugurato nell’ottobre 2016, sulla base di un progetto originale che, riducendo il numero di opere esposte, introduce la chiave di lettura non cronologica alla mostra principale “Time is out of joint”. Oltre al nuovo layout delle sale, vengono ridefiniti l’area di accesso ai servizi, denominata “area di benvenuto”, la biblioteca e la Sala delle Colonne. Pur mantenendo il nome istituzionale della National Gallery of Modern and Contemporary Art, la galleria assume un nuovo nome nella sua comunicazione, “The National Gallery”.

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