La Cappella della Sacra Sindone o Cappella del Guarini è un’opera architettonica dell’architetto Guarino Guarini, realizzata a Torino alla fine del XVII secolo, capolavoro del barocco italiano.

Sopra una rotonda interamente in marmo nero, con archi e pilastri di belle e ampie proporzioni, si eleva la cupola a zone esagonali sovrapposte e alternate, leggera e fantastica come nei templi indiani; raggiunta una certa altezza, la parte interna converge rapidamente, ed è tutta bucata da luci triangolari, finché lo spazio, reso angusto, viene chiuso da una stella scolpita che lascia intravedere attraverso i suoi scomparti un’altra volta su cui è dipinto il Santo Spirito in gloria .

La Sindone di Torino, detta anche Sacra Sindone, è un pezzo di tela di lino recante l’immagine negativa di un uomo. Alcuni sostengono che l’immagine raffigura Gesù di Nazareth e il tessuto è il sudario funerario in cui fu avvolto dopo la crocifissione.

Menzionato per la prima volta nel 1354, il sudario fu denunciato nel 1389 dal vescovo locale di Troyes come un falso. Attualmente la Chiesa cattolica non approva né rifiuta formalmente la Sindone, e nel 2013 l’attuale Papa Francesco l’ha definita “icona di un uomo flagellato e crocifisso”. La Sindone è custodita nella cappella reale del Duomo di Torino, nel nord Italia, dal 1578.

Storia
La cappella fu commissionata a Carlo di Castellamonte dal duca Carlo Emanuele I di Savoia per conservare il prezioso tessuto della Sindone che la famiglia ducale sabauda aveva custodito per alcuni secoli.

Nel tempo i progetti furono modificati dal figlio di Carlo, Amedeo di Castellamonte, e poi dallo svizzero Bernardino Quadri, che si occupò della progettazione di un edificio a pianta quadrata posto tra il palazzo ducale (ex palazzo vescovile e futuro palazzo reale) e l’abside della Cattedrale di San Giovanni Battista. La sala del tempio fu però modificata da Bernardino Quadri in una rotonda ed elevata al primo piano del Palazzo Ducale (poi Regio).

Alla fine il progetto fu affidato al prete-architetto Guarino Guarini il quale, abbandonata Parigi nel 1666, si fermò nel capoluogo sabaudo e nel 1667 rilevò i lavori della Cappella, adottando il progetto di forma circolare precedentemente elaborato da Bernardino Quadri, che fu quasi interamente completato per il primo livello, coincidente con la sala del tempio. Il Guarini modificò però alcune strutture, soprattutto per rinforzare i muri che avevano destato apprensione per la magrezza e quindi per la tenuta di tutta la parte superiore al primo livello; rivoluzionò anche completamente il resto della cappella, soprattutto la cupola, per alleggerirla e darle quella spinta ascendente che i Savoia richiedevano per lavorare. Il 27 ottobre 1679 la cupola fu completata e il 12 maggio 1680 lo stesso Guarini vi celebrò la messa inaugurale.

Nella prima metà dell’Ottocento la cappella fu decorata con alcuni gruppi di statue sulle grandi figure di Casa Savoia commissionate dal re Carlo Alberto a quattro diversi artisti: Benedetto Cacciatori, Pompeo Marchesi, Innocenzo Fraccaroli e Giuseppe Gaggini. I quattro grandi monumenti rappresentano il duca Amedeo VIII, il duca Emanuele Filiberto di Savoia, il duca Carlo Emanuele II e il principe Tommaso di Savoia-Carignano, capostipite della stirpe dei Savoia Carignano che salirà al trono con re Carlo Alberto in aprile 27, 1831, dopo la morte del re Carlo Felice, ultimo discendente regnante del ramo principale di Casa Savoia.

La Cappella della Sindone è stata chiusa al pubblico il 4 maggio 1990, quando un frammento di marmo proveniente da un cornicione interno è crollato al suolo. A causa di un corto circuito durante il successivo cantiere di restauro conservativo, quasi ultimato.

Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 un incendio danneggiò pesantemente l’edificio, la cui causa è ancora un mistero .. La Sindone stessa rischiava di essere distrutta, i vigili del fuoco giunti sulla scena riuscirono a salvare la Sindone presumibilmente sfondandola a prova di proiettile custodia in vetro. Successivamente, è stato chiuso al pubblico e ci sono voluti oltre 21 anni e 30 milioni di euro di finanziamenti per riparare e riportare la cappella al suo splendore originale. Il 27 settembre 2018 la cappella ha riaperto al pubblico con una cerimonia del taglio del nastro alla quale hanno partecipato il sindaco e diversi funzionari governativi.

La cappella, interessata da un imponente lavoro di restauro e ricostruzione risultante tra i vincitori degli European Heritage Awards 2019, è stata restituita alla città e riaperta ai visitatori il 27 settembre 2018, entrando così a far parte del tour dei Musei Reali di Torino.

Dal 1694 fino ai primi anni novanta del Novecento, la Cappella della Sacra Sindone custodì la preziosa reliquia, oggi conservata nel transetto del Duomo di Torino.

Camillo Guarino Guarini
Camillo Guarino Guarini (17 gennaio 1624 – 6 marzo 1683) è stato un architetto italiano del barocco piemontese, attivo a Torino così come in Sicilia, Francia e Portogallo. Era un prete teatino, matematico e scrittore.

Guarini è nato a Modena. Accettato come novizio teatino nel 1639, trascorse il noviziato presso il monastero di San Silvestro al Quirinale a Roma, dove studiò architettura, teologia, filosofia e matematica. Tornò a Modena nel 1647, dove fu ordinato sacerdote nel 1648. Salì rapidamente nella gerarchia teatina, diventando prima uditore, poi sovrintendente ai lavori, tesoriere, docente di filosofia, procuratore, infine rettore nel 1654. Il principe Alfonso sostenne un altro candidato e Guarini fu presto sostituito e dovette lasciare Modena. I prossimi anni sono scarsamente documentati. Divenne membro della Casa dei Teatini di Parma nel 1656 e apparentemente visitò Praga e Lisbona prima di pubblicare la sua opera La Pietà trionfante a Messina nel 1660, dove era docente di matematica.

Progettò un gran numero di edifici pubblici e privati ​​a Torino, inclusi i palazzi di Carlo Emanuele II, Duca di Savoia (così come sua sorella (Luisa Cristina di Savoia), la Chiesa Reale di San Lorenzo (1666–1680), la maggior parte della Cappella della Sacra Sindone (che ospita la Sindone di Torino; iniziata nel 1668 da Amedeo di Castellamonte), il Palazzo Carignano (1679-85), il Castello di Racconigi e molti altri edifici pubblici ed ecclesiastici a Modena, Messina, Verona , Vienna, Praga, Lisbona e Parigi. Il Palazzo Carignano è considerato uno dei più bei palazzi urbani della seconda metà del XVII secolo in Italia. Guarini sembra essere stato influenzato da Borromini. Tra il 1657 e il 1659 rimase in Spagna , dove studiò gli edifici moreschi, influenzando lo stile di alcuni dei suoi edifici a Torino, nel 1660 si stabilì a Messina.

Mario Labò definisce lo stile di Guarino Guarini in questi termini:
“A Torino la G rappresenta una corrente originariamente italiana, che contrasta con le tendenze francesi già vigorose in Piemonte. Nella sua arte si possono rintracciare residui gotici, mescolati con contributi ispano-moreschi, derivati ​​dalla Sicilia e dalla Spagna, se mai la G è stata lì , da cui derivano soprattutto le sue cupole traforate. Assolutamente originale è il suo monumentale senso plastico, francamente ribelle alle metriche in uso, appassionato ricercatore di nuovi ritmi e forme. Certi raffinati virtuosismi geometrici potevano essere concepiti solo da uno scienziato come lui, un matematico e astronomo, e tale geometra da essere considerato un precursore di Monge nel porre le basi della geometria proiettiva. L’influenza di Guarini fu grandissima e duratura; fuori dall’Italia soprattutto in Boemia e Franconia ”

Quella che segue, invece, è l’opinione dello storico dell’arte Giulio Carlo Argan:
“L’idea di Bernini (l’immaginazione che si realizza) diventa in Guarini l’idea dell’ipotesi che si manifesta, e si manifesta nel fare umano, in una tecnica: ma una tecnica che, essendo più ricerca che implementazione, è molto simile alla tecnica di Borromini. Infine , Guarini è colui che riesce a dialettizzare le posizioni opposte di Bernini e Borromini ea unire, in un momento in cui la questione della tecnologia sta diventando fondamentale per la cultura europea, due concezioni etico-religiose antitetiche della tecnologia.

Guarda la nuda struttura delle sue cupole: un ritmo sempre più rapido di segmenti curvilinei lanciati nel vuoto, un istante di miracoloso equilibrio interrotto. È l’istante in cui il calcolo matematico coincide con il percorso dell’immaginazione che tende a Dio, l’istante in cui la logica coincide con la fede, l’istante in cui Dio si manifesta nel pensiero e nell’opera (ormai inseparabili) dell’uomo. La tecnica, quindi, è l’occasione per la manifestazione della logica divina nell’umano; e poiché la legge della logica divina è il miracolo, l’architettura è un miracolo logico e tecnico. Nella storia dell’architettura, Guarini ha il merito di aver definitivamente chiarito un’istanza anticipata da Borromini: la forma architettonica non è determinata da una concezione a priori dello spazio, ma è essa stessa determinante dello spazio o, più precisamente, di immagini spaziali. È quindi la fine di tutte le tipologie classiche, che altro non erano che schemi di strutture spaziali; e l’inizio o il precursore dell’architettura moderna ”

Fu stabilito un accordo immediato con i Savoia, Guarini fu investito il 19 maggio 1668 della licenza di “Ingegnere per la Fabbrica della Cappella della Santissima Sindone con tutti gli onori e con uno stipendio di mille lire d’argento per venti ogni anno a iniziano all’inizio di gennaio dell’anno in corso ». Già nel secolo precedente Pellegrino Pellegrini e Carlo di Castellamonte avevano progettato una cappella per la custodia e l’esposizione della Sacra Sindone; l’incarico fu poi affidato nel 1657 all’architetto ticinese Bernardino Quadri , il cui progetto è stato però prontamente scartato a causa di alcune difficoltà tecniche.

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Il Guarini fece costruire una cappella situata nell’abside del Duomo di Torino a contatto con il Palazzo Reale. Sul corpo cilindrico ha innestato tre pennacchi che sorreggono il tamburo dove sei grandi finestre si alternano a nicchie convesse; la cupola stessa è definita da nervature che si intrecciano frantumando la superficie della cupola e dalla luce diffusa per mezzo di numerose finestre che curiosamente emergono all’esterno della struttura, dove il tamburo è chiuso da una linea sinuosa che racchiude le grandi finestre. Di grande originalità il coronamento ottenuto diminuendo progressivamente gli elementi concentrici utilizzati.

Descrizione della cappella

Esterno
Esternamente la cappella si presenta come un edificio a pianta quadrata che compenetra sia la Cattedrale che il Palazzo Reale. Sopra la base si eleva un tamburo poligonale in mattoni con 6 grandi finestre ad arco, incorniciato da lesene e protetto da un tetto che poggia morbidamente sugli archi. Al di sopra è il tetto di una cappella sostenuto da costoloni su cui sono installate numerose urne di pietra.

Tra le costole emergono morbide linee orientali arcuate disegnando numerose aperture semicircolari, fino alla parte terminale della cupola, un piccolo tamburo circolare finestrato e prolungato con struttura a cannocchiale (estraneo al progetto originario, che prevedeva una cuspide a spirale). La cupola è progettata per essere più alta, grazie a un’illusione ottica.

Interni
È all’interno che si materializza il genio barocco del Guarini: ai lati dell’altare maggiore del Duomo si trovano due portali in marmo nero che conducono a due scalinate buie con bassi gradini semicircolari. Alla fine delle due scale si accede a due vestiboli circolari paralleli delimitati da tre gruppi di tre colonne in marmo nero.

Da qui si accede alla cappella, a pianta circolare, dove al centro spicca l’altare barocco (di Antonio Bertola) che custodiva la Sindone in una teca d’argento e di vetro. La pianta circolare presenta cinque cappelle di cui quella centrale funge da abside e apice di un immaginario triangolo equilatero, con la base definita dai due vestiboli circolari paralleli. Il pavimento presenta un design in marmo bianco e nero che sottolinea l’importanza dell’altare, mentre grandi stelle di bronzo incastonate in marmo bianco riflettono la luce dall’alto. La decorazione in stucco della cappella e della sua sacrestia si deve allo stuccatore Pietro Somazzi. Il prospetto della Cappella è scandito da pilastri, uniti a due a due da tre grandi archi, che definiscono i tre pennacchi sotto la cupola. La Cappella ha un rivestimento in marmo nero nella parte inferiore e grigio in quella superiore.

La cupola è composta da sei livelli di archi inclinati verso la sua sommità, creando l’effetto ottico della sua maggiore altezza. Gli archi, memori del patrimonio gotico, sono strutture leggere da cui entra la luce.

Nel 1611 furono avviati i lavori di una cappella ovale, progettata da Ascanio Vitozzi e Carlo di Castellamonte, posta tra l’abside del Duomo e l’ala occidentale del nuovo Palazzo Ducale. Quando la posta fu affidata al Guarini, la sala rivestita in marmo nero di Frabosa Soprana (Cuneo) era già stata realizzata. Si è quindi concentrato sullo sviluppo verticale dell’edificio, utilizzando tutta la sua immaginazione per creare una sorprendente torre-reliquiario, in cui ogni livello è diverso da quello sottostante sia per geometria che per forma architettonica.

Dal primo cornicione, la struttura prosegue come un tamburo tronco conico con tre grandi archi, sul quale campeggia un tamburo con sei grandi finestre. Esternamente formano il profilo ondulato che conferisce alla cupola un aspetto leggermente orientale. Le sezioni superiori dell’edificio formano una splendida composizione permeata di luce. È come una sorta di cesto rovesciato composto da trentasei archi sfalsati, che rispondono al bisogno di leggerezza e luminosità del Guarini: per i fedeli il cammino verso il cielo va dalle tenebre alla luce, dalle sofferenze terrene alla salvezza eterna. La struttura è completata dalla cupola con la raggiante colomba dello Spirito Santo, mentre la guglia esterna è sormontata da una croce recante i simboli della Passione di Cristo.

La sovrastruttura della cappella, nel suo insieme, nell’intreccio dei suoi vari elementi e nella squisita attenzione ai suoi dettagli decorativi e simbolici, non ha eguali nell’architettura occidentale. Discontinuità, provocazione, paradosso e dissonanza sono ciò che rende questo edificio così affascinante, sorprendendo l’osservatore con effetti spettacolari determinati dalle azioni combinate delle sue varie parti.

Simbologia
Colori e numeri presenti nella cappella hanno un significato simbolico, che ne fa il luogo per la costruzione di una visione che evolve dalla tragedia alla speranza.

I colori scuri dei marmi evocano il sepolcro, per il tradizionale significato simbolico del colore nero con la morte. Il marmo diventa sempre più chiaro man mano che la cupola si alza e questo effetto di evoluzione dal nero mortuario alla luce della vita è sottolineato ed enfatizzato dalla naturale luminosità dovuta alle aperture ad arco.

Il numero tre si riferisce alla Trinità, ma anche ai tre giorni trascorsi da Gesù nel sepolcro e ricorre più volte nella costruzione: tre gruppi di tre colonne nei vestiboli, tre vertici del triangolo nello schema planimetrico, tre grandi archi sotto la cupola, tre pennacchi.

Ricostruzione
Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997, la Cappella della Sacra Sindone fu interessata da un incendio di vaste proporzioni che danneggiò profondamente l’edificio, rendendo necessario un lungo e impegnativo restauro architettonico e strutturale, finalizzato al ripristino della sua propria capacità portante e propria immagine. Questo intervento, che rappresenta uno dei più complessi che siano mai stati affrontati nell’ambito di questa disciplina, anche in considerazione del fatto che la struttura resistente della Cappella della Sacra Sindone non era mai stata indagata prima, sta andando alla conclusione fase, sotto la direzione di un’apposita Commissione, composta da rappresentanti degli Istituti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (Segreteria Regionale per il Piemonte, Musei Reali

Questi eventi segnarono l’inizio di un lungo e impegnativo restauro strutturale e architettonico, reso ancora più complesso dal fatto che la struttura portante della Cappella non era mai stata completamente indagata ed interpretata. Il restauro è stato finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Iren Spa e Performance in Illuminazione.

L’entità del danno è stata enorme. Lo shock termico, causato dal calore delle fiamme e dell’acqua di spegnimento, aveva provocato profonde fratture nei blocchi di marmo costituenti l’involucro interno dell’edificio. La struttura rischiava di crollare completamente. Molte delle colonne di marmo erano esplose e gli elementi decorativi erano ampiamente danneggiati. Oltre l’80% della superficie in marmo della Cappella necessitava di riparazioni. Alla fine, 1.400 elementi gravemente danneggiati sono stati completamente sostituiti e i restanti 4.050 sono stati consolidati. A tale scopo è stata riaperta la cava di Frabosa in Piemonte, da cui originariamente si estraeva il marmo nero e grigio. I frammenti danneggiati sono stati incorporati e poi patinati in modo da fondersi con il nuovo marmo. L’architettura straordinariamente complessa della cappella ora si erge ancora una volta senza supporto,

Sono stati aggiunti nuovi sistemi di sicurezza e illuminazione per garantire l’uso pubblico della Cappella, insieme a nuovi elementi didattici, come video e postazioni di realtà virtuale. Grazie alla determinazione e al lavoro che ha coinvolto centinaia di persone in un delicatissimo restauro nell’arco di un ventennio, l’edificio è oggi accessibile al pubblico ed è inserito nella visita dei Musei Reali di Torino.

Dopo il lungo e difficile restauro, la mirabile architettura barocca di Guarino Guarini è finalmente tornata al mondo, accessibile al pubblico nel percorso dei Musei Reali.

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