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Ballade nella musica classica

Una ballata nella musica classica dal tardo 18 ° secolo, fa riferimento a un’ambientazione di una ballata letteraria, un poema narrativo, nella tradizione musicale dei Lied, o ad un brano strumentale ad un movimento con qualità narrative liriche e drammatiche che ricordano una tale impostazione delle canzoni, in particolare una ballata di pianoforte.

Ballata medievale
La ballata medievale sul testo poetico fiorisce nel XIV secolo e ha per importanti compositori Guillaume de Machaut e Francesco Landini, rispettivamente in Francia e in Italia.

Intorno al 1360 – 1365, sono scritte le ballate polifoniche non destinate alla danza. Hanno origine dalla danza circolare con alternanza di assolo / coro: il solista all’inizio cantava le riprese o il coro, direttore della danza, ripetuto dal coro danzante, da cui il termine sparato. C’è un esempio di questa danza nel dettaglio dell’affresco Effetti del buon governo nella città di Ambrogio Lorenzetti: nove fanciulle si tengono per mano e ballano mentre il decimo accompagna il ballo con il tamburello.

Di questi lavori ce ne sono stati pochi da quando sono stati spesso improvvisati; probabilmente erano l’equivalente italiano del virelai polifonico francese. I testi sono di natura amorevole, in cui il poeta si rivolge direttamente alla donna amata. Ha raggiunto il massimo dei voti con Francesco Landini.

«Per fede, talento se perigola!

Non è né dispiacere né mortale spàsemo,
come sença falir cader ne biàsemo,
el ben se tacie e il mal però se squittisce.

Per tru fasullo se perigola!

Lasso colui che non ha mai avuto fiducia in Fémena, che
l’amore sa veneno amaro sémena, così
la morte spesso viene raccolta.

Per tru fasullo se perigola!

Ahimè, che Amor mi ha messo in questa casa, così
che ogni angolo lì
è l’ultima luce, così da rubare il mio cuore.

Per tru fasullo se perigola! ”

(Codice Rossi: Per tru faith talor se perigola)
La struttura musicale è:

A bba A bba A bba A

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dove A è il recupero, b sono i piedi e a è il caveau

14 e 15 secoli
Nel quattordicesimo e quindicesimo secolo, la parola francese ballade indicava un tipo di canzone, di solito con tre strofe di sette o otto versi, di cui l’ultima serviva come ritornello. La forma musicale era la cosiddetta “forma di bar” (AAB): la melodia dei primi due versi veniva ripetuta nella terza e nella quarta; il resto è stato cantato con una melodia diversa. Le ballades erano solitamente polifoniche, a due o, più frequentemente, a tre voci: la voce superiore (cantus) era la melodia principale; le altre voci potevano essere cantate o suonate con strumenti.

In Italia, nel Trecento (XIV secolo), il termine ballata indicava un diverso tipo di canzone, simile alla virelay francese: un coro alternato a stanze divise in due sezioni: la prima ripeteva due volte una melodia, con estremità aperta e chiusa; il secondo è stato cantato con la melodia del coro.

Ballate nel classicismo
La fine tedesca del diciottesimo secolo usava il termine “ballata” per descrivere il carattere folclorico della poesia narrativa (l’esempio di Johann Gottfried Herder), alcuni dei quali erano arrangiati in canzoni di compositori come Johann Friedrich Reichart, Carl Friedrich Zeiter e Johan Rudolf Zumsteeg.

Ballate romantiche
Nella letteratura tedesca della fine del XVIII secolo, il termine ballade era usato per descrivere la poesia narrativa popolare (seguendo Johann Gottfried Herder), alcuni dei quali furono musicati da compositori come Johann Friedrich Reichardt, Carl Friedrich Zelter e Johann Rudolf Zumsteeg. Nel diciannovesimo secolo, Robert Schumann e Carl Loewe compresero anche ballades.

Ballades strumentali
Nel 19 ° secolo, il titolo è stato dato da Frédéric Chopin a quattro importanti pezzi di pianoforte su larga scala, le Ballades Nos. 1 a 4, Opp. 23, 38, 47, 52, la prima applicazione significativa del termine alla musica strumentale. Un certo numero di altri compositori ha successivamente utilizzato il titolo per pezzi di pianoforte, tra cui Johannes Brahms (il terzo di Klavierstücke, Op. 118, e il set di quattro Ballades, Op. 10), Edvard Grieg (Ballade in the Form of Variations, Op 24, una serie di variazioni), Claude Debussy, Friedrich Baumfelder (ad esempio le sue Due Ballades, Op. 47 e No. 2 della sua Op. 285), Franz Liszt (che ne scrisse due) e Gabriel Fauré (Op. 19 , successivamente arrangiato per pianoforte e orchestra). Sono state anche scritte Ballades per strumenti diversi dal pianoforte. Esempi di forme del XX secolo includono le tre ballades di Manolis Kalomiris, le sei ballades di Frank Martin (composte per strumenti come violoncello, viola, flauto e sassofono) e Eladejuhani Rautavaara Ballade for Harp and Strings.

Ballate in musica per pianoforte

Brahms
Quattro ballate op. 10 (1856)
Ballads and Romances for Two Voices with Piano op. 75 (1878)
Ballata per pianoforte op. 118, n. 3 (1893)

Chopin
Ballade n. 1 in sol minore (Op 23, 1831): ispirato alla storia dell’eroe lituano Conrad Wallenrodt
Ballade n. 2 in fa maggiore (op 38, 1839): ispirato al poema “The Swietz” di Adam Mickiewicz
Ballade n. 3 in La bemolle maggiore (op. 47, 1841): ispirata a “Undine” di Adam Mickiewicz
Ballade n. 4 in fa minore (op.52, 1843): ispirato alla leggenda lituana dei fratelli Budry

Liszt
1a ballata in re bemolle maggiore (1848)
2nd Ballad in B Minor (1853)

Debussy
Ballad (Slave) F Major (1890)

Ballata
Verso la metà e la fine del XX secolo, il termine ballad cominciò a riferirsi a un tipo di composizione breve con testi, il secondo generalmente romantico, con ritmi lenti e lenti.

Dal XX secolo la ballad parola anglosassone viene usata sempre più spesso per indicare, nella musica pop e jazz, un brano musicale eseguito con un tempo lento, in un genere strumentale o con un testo di argomento sentimentale; un esempio è il passo Je suis malade di Serge Lama. Nella musica tradizionale questa forma musicale identifica anche le canzoni con un tempo più sostenuto e con un argomento non necessariamente sentimentale, ma con un contenuto narrativo deciso.

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