Guida di viaggio di Verona, Veneto, Italia

Verona, nella regione Veneto del nord-est Italia, è una delle città più belle d’Italia, Verona è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per le sue peculiarità urbane e per il suo patrimonio artistico e culturale. Il simbolo di Verona è l’Arena ed è conosciuta in tutto il mondo per Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Famosa per la sua stagione lirica estiva, diverse fiere annuali, spettacoli e opere, come la stagione lirica nell’Arena, un antico anfiteatro romano.

Verona, una città magica dove si incontrano arte, storia e cultura. Verona è stata per gran parte della sua storia una città fiorente e di successo, uno splendido esempio di città che si è sviluppata progressivamente e continuamente nel corso di oltre duemila anni, integrando elementi artistici di altissimo valore appartenenti a epoche diverse; rappresenta inoltre in modo eccezionale il concetto di città fortificata sviluppato in più fasi.

Verona fu un’importante città romana ed è ricca di siti archeologici, il più grandioso dei quali è l’Arena Romana, dove oggi vengono rappresentate opere liriche in estate. È facile passare molto tempo semplicemente esplorando le strette vie fiancheggiate da bei palazzi che compongono il centro storico. I musei e le chiese della città contengono pregevoli opere d’arte, mentre il teatro romano in rovina sul fiume offre una vista eccellente dalle terrazze dove gli antichi guardavano i giochi.

Il centro storico di Verona si trova all’interno delle mura cittadine in una stretta ansa del fiume Adige. Entrando in città oltrepassato il portale di Porta Nuova nei pressi della stazione ferroviaria, si percorre l’ampio Corso Porta Nuova, gremito di auto, prima di attraversare i suggestivi archi trecenteschi dei Portoni della Brà ed entrare nel centro storico. Immediatamente all’interno delle mura cittadine si trova Piazza Brà, un grande spiazzo dominato dall’imponente Arena romana.

Via Mazzini, un’elegante strada pedonale lastricata di lucido marmo di Verona, attraversa il cuore della città fino a Piazza Erbe, la piazza più bella di Verona. A questo punto è una buona idea avere una mappa o una guida e tuffarti nei graziosi vicoli storici scoprendo il fascino di Verona. Oggi eleganti negozi e caffè riempiono le attraenti viuzze medievali del centro storico.

Due delle opere di William Shakespeare sono ambientate a Verona: Romeo e Giulietta (che include anche il soggiorno di Romeo a Mantova) e I due gentiluomini di Verona. Non è noto se Shakespeare abbia mai visitato Verona o l’Italia, ma le sue opere hanno attirato molti visitatori a Verona e nelle città circostanti. C’è un percorso turistico shakespeariano, visita il balcone dove si sono incontrati Romeo e Giulietta. La città organizza varie iniziative ‘romantiche’, compresi eventi intorno a San Valentino.

La città è ben collegata per esplorare la zona circostante, comprese mete come il Lago di Garda, Vicenza, Padova e Venezia. Verona si trova in una posizione utile per viaggiare a Venezia o all’incantevole Lago di Garda.

Storia
Verona, città caratterizzata da più di duemila anni di storia, è oggi il secondo centro del Veneto per la sua vivacità e per l’importanza delle sue attività economiche; inoltre è un centro turistico internazionale. Le dolci anse dell’Adige, che attraversa la città, e le basse colline che la circondano a nord contribuiscono a creare un paesaggio di armoniosa bellezza. Per la sua posizione geografica, Verona fu probabilmente un centro etrusco ed euganeo, ma i primi segni certi di civiltà risalgono al IV secolo a.C.

Durante l’Impero Romano fu un centro politico e commerciale strumentale, di cui si possono ancora vedere magnifiche tracce: l’Arena, il Teatro Romano, l’Arco romano dei Gavi, Porta Borsari, l’area archeologica nei pressi di Porta Leoni e gli Scavi Scaligeri. Questa zona, situata al centro della città, a pochi metri da Piazza Erbe, divenne nel Medioevo centro del potere politico ed economico. Qui si fondono armoniosamente i segni di diverse epoche storiche: dalle rovine romane ai magnifici palazzi sette-ottocenteschi situati tra edifici medievali, fioriti sotto il regno dei Signori Scaligeri, e palazzi in stile rinascimentale.

Nel tardo medioevo Verona divenne libero comune autonomo, governo in diverse famiglie: la prima capitanata dai Sambonifacio, la seconda dai Montecchi prima, e poi dagli Scaligeri. E proprio con gli Scaligeri ci fu il passaggio indolore da Comune a Signoria. Gli Scaligeri furono protagonisti della storia veronese per quasi due secoli, e sotto l’illuminato e rispettato governo di Cangrande I della Scala la città conobbe un periodo di splendore e importanza. Nel 1388 Verona perse la sua indipendenza e fu sottomessa dai Visconti e poi dai Carraresi. Nel 1405 la città scaligera fu dedicata alla Repubblica di Venezia, sotto il cui governo la città conobbe un lungo periodo di pace e prosperità.

Con la fine della Repubblica di Venezia nel 1797 Verona conobbe due sovrani stranieri: i francesi, ai quali i veronesi si ribellarono nei famosi giorni detti Pasque Veronesi, e dal 1815 dopo la caduta di Napoleone gli austriaci, che ne fecero la città più importante delle fortezze del cosiddetto Quadrilatero Peschiera – Mantova – Legnago – Verona: Verona entrò a far parte del neonato Regno d’Italia solo nel 1866, a seguito della terza guerra d’indipendenza.

Nel secondo dopoguerra, con l’adesione dell’Italia all’alleanza NATO, Verona acquistò nuovamente la sua importanza strategica, data la sua vicinanza geografica alla cortina di ferro. La città divenne sede del SETAF (South European Allied Terrestrial Forces) ed ebbe per tutta la durata del periodo della Guerra Fredda una forte presenza militare, soprattutto americana, che da allora è diminuita.

Verona è da sempre sinonimo di cultura. Numerose istituzioni, come la Biblioteca Civica, la Biblioteca Capitolare (il cui Scriptorium esisteva già nel VI secolo d.C.), l’Accademia Filarmonica (la più antica del mondo), la Fondazione Arena, la Società Letteraria, l’antica Accademia dell’Agricoltura, Scienza e Letteratura, l’Università e il Conservatorio mantengono la sua vivacità culturale.

UNESCO
La città di Verona è universalmente riconosciuta come città d’arte, tanto che nel 2000 è stata inserita dalla World Heritage List, in particolare per due motivi: perché, nella sua struttura urbanistica e architettonica, è un eccezionale esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente nel corso di 2000 anni, acquisendo, ad ogni periodo artistico e architettonico, opere di altissima qualità; in quanto rappresenta in modo eccezionale il concetto di città fortificata europea, che si sviluppò e si espanse in diverse fasi.

Gli elementi del periodo romano, romanico, gotico, rinascimentale e successivo sono sopravvissuti intatti, mentre il tessuto urbano mostra una notevole coerenza e omogeneità; ciò è dovuto al fatto che le mura che circondavano la città storica impedivano all’industria e alla ferrovia di penetrare verso il centro. Solo la seconda guerra mondiale ha causato gravi danni al suo patrimonio, tuttavia il piano di ricostruzione adottato nel dopoguerra ha permesso di mantenere la struttura originaria della città, grazie alla grande cura con cui è stato seguito il processo di ricostruzione.

Verona conservava molti antichi monumenti romani (tra cui la magnifica Arena) nell’alto medioevo, ma molti dei suoi edifici altomedievali furono distrutti o pesantemente danneggiati dal terremoto del 3 gennaio 1117, che portò a una massiccia ricostruzione romanica. Il periodo carolingio Versus de Verona contiene un’importante descrizione della Verona altomedievale.

Attrazioni principali
L’insediamento militare romano in quello che oggi è il centro della città doveva espandersi attraverso i cardine ei decumani che si intersecano ad angolo retto. Questa struttura è stata conservata fino ai giorni nostri ed è chiaramente visibile dall’alto. L’ulteriore sviluppo non ha ridisegnato la mappa originale. Sebbene la città romana con le sue strade lastricate di basalto sia per lo più nascosta alla vista, rimane praticamente intatta a circa 6 m sotto la superficie. La maggior parte dei palazzi e delle case ha cantine costruite su strutture romane che raramente sono accessibili ai visitatori.

Piazza delle Erbe, nei pressi del foro romano, fu ricostruita da Cangrande I e Cansignorio della Scala I, signori di Verona, utilizzando materiali (come blocchi di marmo e statue) provenienti da terme e ville romane.

Verona è famosa per il suo anfiteatro romano, l’Arena, che si trova nella piazza più grande della città, Piazza Bra. Completato intorno al 30 dC, è il terzo più grande d’Italia dopo il Colosseo di Roma e l’arena di Capua. Misura 139 metri di lunghezza e 110 metri di larghezza e poteva ospitare circa 25.000 spettatori nei suoi 44 ordini di sedili di marmo. I ludi (spettacoli e giochi gladiatori) eseguiti all’interno delle sue mura erano così famosi da attirare spettatori da ben oltre la città. L’attuale facciata a due piani è in realtà il supporto interno per i gradini; dell’originario muro perimetrale esterno in calcare bianco e rosa della Valpolicella, a tre piani, rimane solo un frammento. L’interno è molto suggestivo ed è praticamente intatto, ed è rimasto in uso anche oggi per eventi pubblici, fiere, teatro,e l’opera all’aperto durante le calde notti estive.

C’è anche una varietà di altri monumenti romani che si trovano nella città, come il teatro romano di Verona. Questo teatro fu costruito nel I secolo aC, ma nel corso dei secoli era caduto in disuso ed era stato costruito per fornire alloggi. Nel XVIII secolo Andrea Monga, ricco veronese, acquistò tutte le case che nel tempo erano state costruite sopra il teatro, le demolì e salvò il monumento. Non lontano da esso si trova il Ponte di Pietra (“Ponte del Muro di Pietra”), un altro punto di riferimento romano che è sopravvissuto fino ad oggi.

L’Arco dei Gavi fu costruito nel I secolo dC ed è famoso per avere inciso il nome del costruttore (architetto Lucius Vitruvius Cordone), un caso raro nell’architettura dell’epoca. Originariamente si trovava a cavallo della principale strada romana in città, l’attuale Corso Cavour. Fu demolito dalle truppe francesi nel 1805 e ricostruito nel 1932.

Nelle vicinanze si trova la Porta Borsari, un arco alla fine di Corso Porta Borsari. Questa è la facciata di una porta del III secolo nelle mura originarie della città romana. L’iscrizione è datata 245 dC e dà il nome alla città come Colonia Verona Augusta. Corso Porta Borsari, la strada che attraversa la porta è l’originale Via Sacra della città romana. Oggi è fiancheggiato da diversi palazzi rinascimentali e dall’antica Chiesa dei Santi Apostoli, a pochi metri da Piazza delle Erbe.

Porta Leoni è la rovina del I secolo aC di quella che un tempo faceva parte della porta romana della città. Una parte consistente è ancora in piedi come parte del muro di un edificio medievale. La strada stessa è un sito archeologico aperto e i resti della strada romana originale e delle fondamenta della porta possono essere visti pochi piedi sotto l’attuale livello stradale. Come si vede da lì, la porta contiene un piccolo cortile custodito da torri. Qui venivano ispezionate carrozze e viaggiatori prima di entrare o uscire dalla città.

La chiesa di Santo Stefano è dedicata al primo martire cristiano, fu eretta in epoca paleocristiana, e ospita le sepolture dei primi vescovi di Verona. Nel corso dei secoli Santo Stefano ha subito complesse trasformazioni architettoniche. Particolarmente suggestivo è il raro deambulatorio a due piani, costruito probabilmente per dare ai pellegrini l’accesso visivo all’abbondante collezione di importanti reliquie per cui la chiesa era famosa. Da visitare anche la cripta cruciforme con il suo bosco di colonne, archi e volte a crociera. Santo Stefano fu il primo martire cristiano e, secondo gli Atti degli Apostoli, fu lapidato appena fuori Gerusalemme, in un luogo ancora oggi ricordato, nei pressi della cosiddetta “Porta Leoni”.

Patrimonio storico

Arena di Verona
Anfiteatro romano situato nel centro storico di Verona, è uno dei grandi edifici che hanno caratterizzato l’architettura ludica romana ed è l’anfiteatro antico con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri effettuati a partire dal 1600. In estate ospita il famoso festival lirico e molti cantanti e musicisti internazionali si fermano qui. La mancanza di fonti scritte circa l’inaugurazione dell’anfiteatro rende molto difficile fornire una cronologia affidabile, tanto che in passato, da vari studi, sono emerse date molto diverse, un arco di tempo che va dal I secolo al III secolo, costruito tra l’imperatore Augusto e l’imperatore Claudio.

La casa di Giulietta
La casa di Giulietta è una delle maggiori attrazioni per i turisti in visita a Verona. L’edificio esisteva già nel XII secolo, era derivato dall’unione di più case intorno ad un cortile centrale. Questa attenzione rende spesso molto affollato il cortile della casa, sul quale peraltro sono stati aperti negozi di souvenir per turisti. Il passaggio che dà accesso al cortile è interamente ricoperto di graffiti e biglietti a tema amoroso lasciati da molti visitatori.

Tomba di Giulietta
Si trova a Verona all’interno dell’ex convento dei frati cappuccini risalente al XIII secolo, oggi museo dell’affresco “GB Cavalcaselle”. Tradizione e fantasia vogliono che sia il luogo di sepoltura di Giulietta Capuleti, protagonista del Romeo e Giulietta di William Shakespeare.

teatro romano
Il teatro romano sorge nella parte settentrionale della città, ai piedi del colle San Pietro. Fu edificato alla fine del I secolo aC, periodo in cui Verona vide la monumentalizzazione del colle San Pietro. Prima della sua costruzione, tra il ponte Pietra e il ponte Postumio, sull’Adige furono costruite mura, parallele al teatro stesso, per difenderlo da eventuali piene del fiume. Dell’opera restano visibili solo i resti, perché nel tempo ha subito, oltre agli eventi naturali, anche la sepoltura sotto edifici fatiscenti.

Piazza Erbe
Piazza delle Erbe è una piazza che sorge sul sito dell’antico foro romano. Piazza nota per il suo mercato e per il fatto che vi si affacciano edifici famosi, come Palazzo Maffei con la Torre del Gardello, le case Mazzanti, la Domus Mercatorum (casa dei mercanti) e la Torre dei Lamberti con il Palazzo della Ragione (o Palazzo del Comune). Al centro si trovano la Fontana della Madonna di Verona, il Capitello (o Tribuna) e, di fronte a Palazzo Maffei, una colonna con in cima la statua del Leone di Marciano.

Piazza Dante
Piazza dei Signori con la Torre dei Lamberti, il Palazzo del Capitanio, o della corte o di Cansignorio (costruito in epoca scaligera da Cansignorio in principio fu palazzo-fortezza, poi in epoca veneziana divenne sede del Capitano.Sotto gli austriaci divenne tribunale e infine, nel periodo postunitario, divenne prigione.Oggi è allestito per varie mostre), la Loggia del Consiglio e il Palazzo del Podestà (oggi prefettura). Al centro della piazza si trova la statua di Dante Alighieri (da cui Piazza Dante). A nord-est della piazza si trovano le Arche Scaligere, tombe di alcuni signori veronesi, tutti della famiglia Della Scala, e la chiesa di Santa Maria Antica.

Arche scaligero
Le Arche Scaligere sono un monumentale complesso funerario in stile gotico della famiglia Scaligeri, destinato a contenere le arche (o tombe) di alcuni illustri rappresentanti della famiglia, tra cui quella del più grande signore di Verona, Cangrande della Scala, a cui Dante dedica il Paradiso . Le arche furono realizzate nel XIV secolo da vari scultori. Provenendo da Piazza dei Signori, si trova la tomba di Mastino I della Scala, addossata al muro della chiesa di Santa Maria, con un semplice sarcofago che ricorda l’uso romano. Poco più avanti si trova la tomba isolata di Alberto I della Scala che, riccamente decorata, riprende architettonicamente quella di Mastino I. Accanto al muro esterno vi sono tre semplici tombe, probabilmente appartenenti, nell’ordine, a Bartolomeo I,Cangrande II e Bartolomeo II della Scala (quest’ultimo forse di Bailardo Nogarola). Sopra la porta laterale di Santa Maria Antica si trova invece la magnifica arca di Cangrande I, il più grande signore scaligero. Il sarcofago di Cangrande è sorretto da quattro cani che reggono lo stemma scaligero: sul fronte si vedono tre statue, sul retro si vede Verona.

Sopra il sarcofago è la statua distesa di Cangrande. Quattro colonne corinzie sorreggono il baldacchino, che si slancia verso l’alto, culminando nella pregevole statua equestre di Cangrande della Scala. C’è poi l’arca di Mastino II della Scala: il suo sarcofago poggia su quattro pilastri, e sopra di esso giace distesa la sua statua. In cima all’arca c’è la statua equestre del Signore, racchiusa in una solida armatura. Infine l’ultima arca, quella di Cansignorio della Scala, la più ricca e viva. La tomba di Giovanni della Scala fu invece qui trasferita nel 1831 dalla chiesa dei Santi Fermo e Rustico al ponte Navi, e oggi si trova in fondo al cimitero, sul muro esterno di una casa. Le statue originali di Cangrande e Mastino II sono state trasferite al museo di Castel Vecchio, quindi ne esistono copie nel cimitero.

Architetture religiose

Basilica di San Zenone
La Basilica di San Zeno è considerata uno dei capolavori del romanico in Italia. Si sviluppa su tre livelli e l’attuale struttura fu edificata nel X-XI secolo. Il nome del santo viene talvolta riportato in altri due modi, ed è così che talvolta viene chiamata la basilica di Verona: San Zeno Maggiore o San Zenone. Tra le numerose opere d’arte custodisce un capolavoro di Andrea Mantegna, la Pala di San Zeno.

Duomo (Cattedrale di Santa Maria Matricolare)
La cattedrale si trova nell’area medievale di Verona, all’interno dell’ansa dell’Adige, non lontano dal Ponte Pietra, e sul lato meridionale della cittadella vescovile. L’attuale struttura sorge nel luogo dove fu edificata la prima chiesa cristiana della città nel IV secolo (di cui si possono vedere alcuni mosaici nel chiostro e nella vicina chiesa di S. Elena) probabilmente dal vescovo Zeno. La costruzione di una nuova cattedrale fu iniziata nel 1120. La chiesa, nel corso dei secoli, soprattutto nei secoli XVI e XVI, ha subito vari rimaneggiamenti che, tuttavia, non hanno riguardato né la sua pianta né il suo orientamento. L’attuale disposizione della facciata risale al XVI secolo, precedentemente più bassa e priva del rosone e delle due grandi bifore laterali.All’interno sono conservate numerose opere d’arte, di particolare rilievo il dipinto raffigurante l’Assunzione della Vergine (1535) di Tiziano.

Chiesa di Sant’Anastasia
L’attuale chiesa fu iniziata nel 1290 e non fu mai completata. Alcuni ritengono che il disegno e il progetto risalgano a tra ‘Benvenuto da Bologna e’ Nicola da Imola, ma non ci sono documenti in merito. La chiesa di Santa Anastasia prende il nome da una chiesa preesistente, di epoca gotica, dedicata da Teodorico ad Anastasia di Sirmio. La struttura della facciata è suddivisa in tre sezioni che corrispondono alle navate interne. La facciata è incompiuta ed è prevalentemente in cotto. La chiesa fu edificata dai domenicani e presenta una struttura simile alla basilica dei Santi Giovanni e Paolo anch’essa appartenente allo stesso ordine e realizzata quasi contemporaneamente.

La facciata, simmetrica, presenta una capanna centrale con la parte superiore avente al centro un semplice rosone a settore circolare esterno e la parte interna divisa in sei sezioni divise da un diametro orizzontale. La parte inferiore è occupata dalla porta quattrocentesca divisa in due settori sormontata da due archi a sesto acuto con intorno un portale gotico del 1330 con una serie di cinque archi a sesto acuto sovrapposti. Gli archi sono sostenuti da colonne ornamentali in marmo rosso, bianco e nero. Sopra gli archi si erge il portale. All’interno numerose opere d’arte, tra cui gli archi sono sorretti da colonne ornamentali in marmo rosso, bianco e nero. Sopra gli archi si erge il portale. All’interno numerose opere d’arte, tra cui il Monumento a Cortesia Serego,la Cappella Pellegrini con il capolavoro ad affresco di Pisanello San Giorgio e la principessa, della metà del XV secolo, la Cappella Cavalli con la pala dell’Adorazione, unica opera certa di Altichiero da Zevio.

Chiesa di San Bernardino
L’edificio, annesso ad un convento francescano, risale al XV secolo ed è in stile gotico, ma il suo aspetto attuale risente dei numerosi interventi effettuati nei secoli successivi che hanno portato ad una ricchissima sedimentazione di stili artistici. Le più importanti delle cappelle laterali aggiunte dalla fine del XV secolo alla fine del XVI secolo sono: la cappella Pellegrini, la cappella Avanzi, la cappella grande di San Francesco.

Architetture militari

Ponte Scaligero (Ponte di Castelvecchio)
Il ponte fu costruito tra il 1354 e il 1356 sotto la signoria di Cangrande II della Scala per garantire una via di fuga verso il Tirolo per l’edificata fortezza di Castelvecchio in caso di sommossa di una delle fazioni nemiche all’interno della città. La robustezza del ponte gli permise di attraversare indenne cinque secoli di storia fino a quando, nel 1802, i francesi, in seguito al trattato di Lunéville, tagliarono la torre sul lato della campagna ed eliminarono la merlatura, ricostruita dagli austriaci nel 1820 su ordine dell’imperatore Francesco I d’Austria.

Il ponte fu fatto saltare il 24 aprile 1945 dai tedeschi in ritirata, insieme a tutti gli altri ponti di Verona, compreso quello romano in pietra. Nell’immediato dopoguerra si decise di ricostruirla insieme ad altri importanti monumenti della città perduti durante la seconda guerra mondiale. Inoltre, grazie allo studio dei cromatismi della pietra, è stato possibile risalire alla cava da cui si estraevano i blocchi in epoca medievale, situata nel territorio di San Giorgio di Valpolicella, da cui si estraevano le nuove pietre che avrebbe sostituito quelli originali danneggiati.

Castelvecchio
È un castello attualmente utilizzato per ospitare il Museo Civico di Castelvecchio, è il più importante monumento militare della signoria scaligera. Il nuovo castello si trovava tra la testata delle mura a destra dell’Adige, presso la Catena Superiore, e la testata delle mura a sinistra dell’Adige, presso la Porta San Giorgio. L’essenza funzionale e architettonica della sua posizione è quella di costituire un elemento di difesa urbana inseparabile dal fiume, e al tempo stesso predisposto a proiettare la sua azione oltre il fiume stesso. Il ponte, ad uso esclusivo del castello, fungeva da via di fuga o di accesso per gli aiuti dalla Valle dell’Adige, impedendo così che il fiume diventasse una barriera invalicabile.Ma all’interno del complesso sistema difensivo urbano poteva essere utilizzato per organizzare sortite per operare tatticamente sulle sponde opposte del fiume.

Castel San Pietro
La Caserma di Stato di Castel San Pietro o più semplicemente Castel San Pietro, originariamente chiamata Aerarialcasernen Castel San Pietro, è un edificio militare situato sul colle San Pietro a Verona, in un punto sopraelevato e caratterizzato da un’ampia vista panoramica sulla città scaligera, e per questa meta privilegiata di turisti e veronesi che possono raggiungere la piazza antistante il castello anche tramite la funicolare di Castel San Pietro. L’edificio fu progettato dall’austriaco kk Genie-Direktion Verona con sede in città e realizzato tra il 1852 e il 1858, quando furono restaurati anche i resti della cortina muraria del preesistente castello, edificato alla fine del Trecento.

Siti archeologici

Porta Borsari
Anticamente conosciuta come Porta Iovia per la presenza del vicino tempio dedicato a Giove Lustrale, è una delle porte che si aprivano lungo le mura romane di Verona. La costruzione della struttura risale alla seconda metà del I secolo aC, tuttavia la parte rimasta intatta risale alla prima metà del I secolo. Porta Borsari era l’ingresso principale alla città romana, immettendosi nell’importante via Postumia sul decumano massimo.

Porta dei Leoni
Porta Leoni è una delle porte che si aprivano lungo le mura romane di Verona. Costruito nel I secolo aC e ristrutturato nel secolo successivo, collegava il cardine principale della città con il vicus Veronensium, ovvero con il ramo della Via Claudia Augusta che proseguiva verso Hostilia.

Arco del Gavi
L’Arco dei Gavi, situato lungo l’antica Via Postumia a Verona, appena fuori le mura della città romana, è un caso rarissimo di arco onorario e monumentale ad uso privato nell’architettura romana. Fu infatti costruito intorno alla metà del I secolo per celebrare la gens Gavia. L’arco non si trova più nella sua posizione originaria in quanto demolito dal Genio Militare francese nel 1805, tuttavia i numerosi rilievi precedentemente realizzati hanno permesso di rimontarlo per anastilosi e restauro nel 1932, quando fu ricollocato in piazza di Castelvecchio.

Durante il Rinascimento questa fu una delle più apprezzate tra le antichità veronesi, anche grazie alla presenza della firma di un Vitruvio, che ricorda il noto architetto romano autore del trattato De architectura. Il monumento fu poi descritto da umanisti e antiquari, riprodotto nei dettagli e studiato nelle proporzioni e nelle decorazioni, infine ripreso a modello da architetti e pittori, come Palladio, Sangallo, Serlio, Falconetto, Sanmicheli, ma anche Bellini e Mantegna. Ebbe una grande influenza in particolare sull’arte veronese, in quanto fu copiato lo schema complessivo per la realizzazione di portali, altari e cappelle nelle principali chiese veronesi.

Musei
La forte identità culturale di Verona si è tradotta nell’impegno di numerose personalità che con la loro impronta sono andate a determinare l’attuale configurazione museale di Verona. Di grande importanza fu ad esempio Scipione Maffei, che nel Settecento diede inizio alla museologia europea con la sua collezione di lapidi ed epigrafi che furono poi collocate nel museo che prende il suo nome, il museo lapidario maffeiano, situato accanto al Teatro Filarmonico .

Altra figura importante fu Antonio Avena, direttore dei musei civici, che si prodigò nell’acquisizione del teatro romano e quindi nell’istituzione dell’omonimo museo, nell’assetto di Castelvecchio, nel quale preparò il primo allestimento museale, in la sistemazione della casa di Giulietta, nell’acquisizione di Palazzo Emilei Forti, che ospitò la Pinacoteca d’arte moderna Achille Forti (poi trasferita nel Palazzo della Ragione), e nell’istituzione del Museo dell’affresco Giovanni Battista Cavalcaselle.

Di primaria importanza è il Museo di Castelvecchio che divenne subito un punto di riferimento nel sistema museale veronese, in particolare dopo il recupero operato dal celebre architetto Carlo Scarpa in collaborazione con il direttore Licisco Magagnato, dalla cui collaborazione uno dei più preziosi e nacquero note realizzazioni museografiche del secondo dopoguerra.

Verona ha assunto particolare importanza anche per quanto riguarda le collezioni naturalistiche, infatti è l’unica città europea a poter vantare una tradizione ininterrotta in quest’area sin dal XVI secolo, quando diverse collezioni private furono raccolte nel primo museo naturalistico conosciuto. poi confluiscono nel museo civico di storia naturale.

C’è poi il Museo Miniscalchi-Erizzo, palazzo-museo donato al Comune dall’omonima nobile famiglia veronese, dove sono esposte collezioni e oggetti di interesse storico, archeologico e artistico, il centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri, museo, il museo canonico e il museo ferroviario di Porta Vescovo.

Itinerario shakespeariano
Grazie a William Shakespeare per aver reso Verona una città ampiamente conosciuta nel mondo per la sua opera più famosa, la tragedia di Romeo e Giulietta. Il prototipo della storia è confermato dal famoso poeta George Byron, il poeta ha sottolineato come i veronesi abbiano ostinatamente sostenuto l’autenticità della storia di Romeo e Giulietta, dall’altro la pretesa della veridicità della leggenda e l’identificazione dei luoghi dove la storia era già iniziata molto prima.

il primo luogo ad essere “riscoperto” fu la tomba dei due innamorati, individuata nel XVI secolo in una tomba vuota in marmo rosso veronese, nei pressi di un convento. Furono in molti a rendere omaggio ai due amanti in questo luogo, tra cui Madame de Staël, Maria Luisa d’Austria, Heinrich Heine, Charles Dickens e lo stesso George Byron. La tomba fu più volte spostata per trovare un luogo che potesse valorizzarla, la sua sistemazione definitiva fu quindi nel 1937 ad opera del direttore dei musei civici Antonio Avena: fu spostata in ambienti sotterranei rivisitati in chiave gotica e scenografica chiave.

Contemporaneamente vi fu la ristrutturazione della casa di Giulietta, identificata in una casa medievale con lo stemma di un cappello, dimora della famiglia Capuleti, che Charles Dickens in Pictures from Italy descrive come un “misero alberghetto”. Infatti, a seguito dei rimaneggiamenti sette-ottocenteschi, risultò essere diventata un’osteria con ringhiera, anche se la stretta facciata in mattoni rievocava il Medioevo. Così Antonio Avena si servì di materiale nudo nei lavori di restauro e andò ad inserire un nuovo balcone costituito da una lastra di marmo che versava in stato di abbandono nel cortile del Castelvecchio. Questo lavoro ha fatto sì che la casa di Giulietta diventasse una nuova immagine simbolo di Verona, insieme all’Arena.

L’ultimo luogo da riconoscere è la casa di Romeo, che mostra intatta la sua natura e l’aspetto di casa fortificata; appartenne alla famiglia Nogarola, amici fidati dei Della Scala, e si trova accanto agli archi scaligeri, dove riposa anche Bartolomeo I della Scala, sotto il cui dominio si svolse la storia secondo Luigi da Porto. Più che i singoli luoghi legati alla tragedia, però, è l’idea della Verona folkloristica medievale in cui si svolgerebbe la storia di cui si sono innamorati turisti, spettatori e lettori.

Parchi e giardini
Oltre a molti giardini storici, è da notare che, dopo una serie di riprogettazioni, alcune fortificazioni, depositi militari e bastioni veronesi si trasformano in aree verdi.

Parco delle Mura
Le mura della città si estendono per circa 9 Km. Le aree verdi circostanti divennero aree di verde pubblico solo nella seconda metà del dopoguerra. Costruite con funzione militare, proteggevano la città, circondando l’intero centro cittadino. Le mura sono intervallate da torri, bastioni, terrapieni e porte di accesso alla città (come Porta Nuova, Porta Palio e Porta San Zeno). In queste aree si trovano oggi giardini, aree attrezzate e un percorso della salute che rappresentano il “polmone verde” della città: comprendono i Giardini dei Raggi di Sole (a fianco del Ponte San Francesco), l’ex Giardino Zoologico ei Bastioni Orti di Spagna.

Area Verde Arsenale (Area Verde Arsenale)
A ridosso di Castelvecchio è stata realizzata un’ampia area verde attraversando il bellissimo Ponte di Castelvecchio. Visitando il centro cittadino è possibile rilassarsi dove un tempo sorgeva l’Arsenale Militare, costruito in epoca asburgica. Durante l’estate è un ottimo punto di ristoro, in quanto vi è un ampio giardino con laghetto, recentemente restaurato su uno preesistente.

Parco Colombare e Torricelle
Nella parte della città dall’ansa del fiume Adige – vicino al teatro romano – si trovano le verdi colline, chiamate Torricelle. Erano abitate fin dall’antichità. Tra i due forti austriaci, Castel S. Pietro e Castel S. Felice, c’è il Parco delle Colombare. È particolarmente indicato per chi vuole cimentarsi nel “trekking urbano”, ma anche per chi vuole godersi il panorama di Verona dall’alto.

Giardini di Piazza Bra:
Alla fine del 1800 Piazza Brà iniziò ad apparire come è oggi grazie ai giardini (con un magnifico esemplare di Cedro del Libano) e alla statua del primo Re d’Italia. La fontana centrale è stata donata a Verona dal Comune di Monaco nel 1975, in occasione del 15° anniversario del gemellaggio tra le due città.

Giardini di Piazza Indipendenza
Accanto a Piazza Erbe e Piazza dei Signori, adiacente agli Scavi Scaligeri, si trova un bellissimo giardino, realizzato alla fine del 1800 e caratterizzato da due esemplari maschi di Gingko Biloba, particolarmente apprezzati dai turisti asiatici, in quanto sacri impianti.

Giardino Giusti
Merita una visita il GiustiGarden tardorinascimentale: al suo interno si trovano un “parterre”, un labirinto ei resti di un tempietto. Il Giardino era già conosciuto e ammirato ai tempi dei viaggiatori del Grand Tour e da altri personaggi illustri, divenendo nei secoli uno dei luoghi più visitati.

Cucina
La cucina veronese è caratterizzata da un’ampia varietà di prodotti locali, e dalla sua produzione enologica. Fin dall’epoca romana, le famiglie nobili veronesi divennero famose per gli opulenti banchetti che offrivano in occasione di lussuosi ricevimenti. Si narra inoltre che i principi Scaligeri deliziassero i numerosi ospiti delle loro corti con abbondanti minestre e prelibate portate.

Appassionati di buona tavola sono i veronesi che, nel corso dei secoli, hanno elevato la cucina a una vera e propria forma d’arte, creando con fantasia i piatti più prelibati con i prodotti basici del territorio. La città, così, offre l’opportunità di vivere profonde esperienze culinarie che sono il miglior esempio del “sapore” dello spirito veronese. È un vero piacere per il palato assaporare i piatti della tradizione, sia nei pub che nei ristoranti, e anche avere la possibilità di apprezzare ulteriori scelte alimentari e nuove ricette. Vedi la sezione dove mangiare.

Grazie alla ricca varietà dei prodotti locali la tradizione culinaria si è avvantaggiata di prodotti di eccellenza che, negli ultimi anni, hanno meritato sempre più riconoscimenti e sono stati certificati di tipicità, conservazione e valorizzazione, ottenendo così lo status di denominazione (DOP, DOC, marchi di certificazione IGT, DOCG e altri consorzi).

Eventi
L’evento più famoso che si tiene nella città di Verona è il festival lirico dell’Arena, le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913 all’interno dell’anfiteatro romano, che con i suoi 30.000 posti si trasforma nel più grande teatro lirico all’aperto del mondo; la stessa diventa anche tappa, nelle stagioni primaverili e autunnali, di molti cantanti e musicisti internazionali. Durante la stagione estiva il teatro romano ospita l’estate teatrale veronese, che dal 1948 propone spettacoli di prosa, con i testi più famosi e controversi di William Shakespeare, danza e musica, soprattutto jazz.

Nasce invece nel 1969 la Settimana Internazionale del Cinema, che dal 1996 si trasforma in Schermi d’amore, rassegna cinematografica del cinema sentimentale e melodrammatico, che prosegue dunque il tema amoroso in naturale continuità con l’immaginario collettivo che vede la città natale. della storia romantica di Romeo e Giulietta, e quella del melodramma come ramo che trae origine dal centenario festival Areniano. Dal 1981 si tiene anche il festival del cinema africano, organizzato dalla rivista Nigrizia e dal centro missionario per dare una un’immagine critica dell’Africa attraverso le storie e le immagini raccontate dagli stessi africani con l’obiettivo di conoscere meglio i popoli e le loro culture.

Tra le varie manifestazioni podistiche, particolarmente degna di nota è la consegna del panno verde, istituita nel 1208 come corsa di velocità a piedi ea cavallo per celebrare la vittoria di Ezzelino II da Romano contro Guelfa, citata anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Soppresso durante la dominazione napoleonica nel 1796, è stato riorganizzato a partire dal 2008 per celebrare l’ottocentesimo anniversario della corsa.

Più recente è Tocatì, organizzato dall’Associazione Giochi Antichi nelle vie e nelle piazze della città, punto di riferimento mondiale per tutti gli appassionati di giochi tradizionali che mira a valorizzare il patrimonio della cultura tradizionale partendo dai giochi, ma includendo anche espressioni come la tradizione musica e danza.