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Liberty a Catania

Con libertà a Catania si intende lo stile architettonico dominante nella città dell’Etna nel primo decennio del XX secolo, anche se molto contaminato dall’eclettismo.

Sfondo storico
La transizione dal diciannovesimo al ventesimo secolo in Europa è stata caratterizzata da un fervido rinnovamento delle espressioni artistiche certamente influenzato dal progresso tecnico e dall’entusiasmante esaltazione positivista degli importanti traguardi raggiunti dalla scienza. Le evoluzioni delle avanguardie artistiche di fine Ottocento coinvolgono dapprima le arti applicate, assumendo nomi diversi secondo aree geografiche: nella zona francofona prende il nome di Art Nouveau, in Germania Jugendstil, in Austria Sezessionstil, Modern Style in Gran Bretagna e Modernismo in Spagna.

In Italia la nuova tendenza si è affermata nelle principali città italiane, con la più alta prevalenza a Palermo e Torino, inizialmente come “nuova arte”, declinando il termine direttamente dai francesi e ciò richiede una riflessione tanto in Italia quanto in Francia come nel resto d’Europa il nome di questo nuovo stile non deriva da quel forte desiderio di rompere con il passato e con la tradizione accademica. Nel contesto nazionale questa nuova corrente, che in seguito assunse il nome di «stile floreale», non si consolidò mai in una vera scuola di riferimento italiana ma fu stabilita, anche se con un leggero ritardo rispetto ai maggiori paesi europei, vivendo il suo massimo splendore in all’inizio del XX secolo. In questo primo decennio del XX secolo e in seguito alle edizioni dell’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative Moderne di Torino, infatti, possiamo parlare di “libertà”, un termine che è stato più ampiamente affermato nel complesso e variegato panorama architettonico nazionale derivante dai famosi magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty, tra i primi ad esporre e divulgare oggetti di gusto e stampe esotiche che sfoggiavano le tipiche forme sinuose di questo nuovo stile.

Nell’Italia centro-meridionale la libertà non raggiunse le più francesizzanti evoluzioni torinesi o talvolta esasperate a Milano ma fu fortemente influenzata dall’eclettismo emotivo, dando vita a una libertà molto più contaminata ma comunque di apprezzabile interesse architettonico.

Basile e Fichera
I primi architetti della libertà a Catania furono Ernesto Basile (Villa Manganelli) e il suo allievo Francesco Fichera (Villa Majorana, Villa Miranda, Sport Club, Villa Scannapieco, Palazzo Tringali, Palazzo delle Poste, Villa Fichera, Istituto De Felice, Villa Finocchiaro e Garage Musmeci ). Dal padre Filadelfo Fichera è l’Arena Pacini.

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Malerba
Tommaso Malerba fu influenzato dal gusto della libertà francese e tedesca. Le opere nella sua firma sono il Palazzo delle Esposizioni, il più grande ottagono, il chiosco Inserra, il palazzo Marano Giuffrida, il palazzo Mazzone, il palazzo duca di Camastra, la casa Abate e il negozio Frigeri.

Sada
Opere dell’architetto Carlo Sada sono la Torre Alessi, il teatro Massimo Vincenzo Bellini, i gioielli Agatino Russo e figli, la clinica Clementi, la villa Morosoli e il Palazzo Pancari Ferreri.

Lanzerotti
Opere eclettiche con elementi Art Nouveau come la birreria svizzera, il Gran Caffè Lorenti, la villa Farnè, la villa D’Ayala, la villa Citelli e la villa Priolo sono state progettate da Paolo Lanzerotti.

Altri architetti
La villa Ardizzone in stile eclettico-Art Nouveau è stata progettata dall’architetto Carmelo Malerba Guerrieri, Palazzo Rosa in un’architettura eclettica in stile Art Nouveau, da Fabio Majorana e Villa Schinina di Sant’Elia di Giuseppe Schinina di Sant’Elia dell’architetto Bernardo Gentile – Cuse. Teatro Sangiorgi dell’architetto Salvatore Giuffrida.

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