Chioggia, Città Metropolitana di Venezia, Veneto, Italia

Chioggia è una città costiera e comune della Città Metropolitana di Venezia nella regione Veneto del nord Italia. Conosciuta come la “Piccola Venezia”. Il centro storico sorge su isolotti divisi da canali e collegati da ponti. È la sesta città più popolosa del Veneto e fulcro di diverse opere e artisti nel corso della storia.

Il comune, situato a sud della provincia, a ridosso delle province di Padova e Rovigo, confina con Campagna Lupia, Cavarzere, Codevigo, Cona, Correzzola, Loreo, Rosolina e Venezia. Si trova all’estremità meridionale della città metropolitana e confina a nord ea ovest con la laguna veneta, a est con il mare Adriatico, a sud con le foci dell’Adige e il delta del Po.

La cittadina è situata su un isolotto all’ingresso sud della Laguna di Venezia a circa 25 chilometri a sud di Venezia; strade rialzate lo collegano alla terraferma e alla sua frazione, oggi frazione, di Sottomarina. La popolazione del comune è di circa 50.000 abitanti, con il comune vero e proprio che ne rappresenta circa la metà e Sottomarina per la maggior parte del resto.

Diviso dal mare da un lungo lembo di spiaggia, il Lido di Sottomarina, che va dalla foce del porto di San Felice alla foce del Brenta. La sua “forma urbis”, ovvero la struttura della città, ha sempre incuriosito studiosi, viaggiatori e scrittori, al punto da considerarla un classico e citato esempio di impianto urbanistico, sintesi impareggiabile di morfologia naturale e funzionalità rispetto alla professione, pesca. Le linee verticali della piazza e dei canali si intersecano con le linee orizzontali delle calli segnate regolarmente e in un ordine quasi perfetto a formare la classica “spina di pesce”.

Storia
I documenti più antichi che nominano Chioggia risalgono al VI secolo dC, quando faceva parte dell’Impero Bizantino. Chioggia fu distrutta dal re Pipino d’Italia nel IX secolo, ma ricostruita attorno a una nuova industria basata sulle saline. Nel Medioevo Chioggia vera e propria era conosciuta come Clugia major.

Libero comune e sede vescovile dal 1110, ebbe in seguito un ruolo importante nella cosiddetta Guerra di Chioggia tra Genova e Venezia, venendo conquistata da Genova nel 1378 e infine da Venezia nel giugno 1380. Nonostante il comune rimase in gran parte autonomo, in seguito fu sempre subordinato a Venezia. Il 14 marzo 1381 Chioggia concluse un’alleanza con Zara e Trogir contro Venezia, e infine Chioggia venne meglio protetta da Venezia nel 1412, perché Šibenik divenne nel 1412 sede dell’ufficio doganale principale e sede dell’ufficio dei consumatori di sale con monopolio sul commercio del sale a Chioggia e su tutto l’Adriatico.

Nel 1438 fu fondato quello che è considerato il primo cantiere navale al mondo, il Cantiere navale Camuffo, trasferito poi nel 1840 a Portogruaro. La città era governata, sul modello di Venezia, da un consiglio maggiore e un consiglio minore, in cui erano rappresentate le famiglie Chioggiotte. Chioggia fece parte della Repubblica di Venezia fino al 1797, quando cadde nelle mani delle truppe di Napoleone Bonaparte. Nel 1812 Domenico Poli fonda a Chioggia il Cantiere Navale Poli.

Chioggia è un’isola artificiale: poiché, a metà del 1500, il canale Cava fu scavato per motivi di sicurezza militare della Repubblica Serenissima, di cui il Doge era la seconda città. Dalla metà del 1700 ha trovato la sua naturale continuità con la terraferma attraverso un antico ponte a 43 arcate, oggi ristrutturato e reso conforme alle moderne esigenze di mobilità, luogo dal quale è possibile ammirare straordinari tramonti infuocati in laguna.

In seguito al trattato di Campoformio, nel 1798, la città passò nelle mani dell’Austria. Durante la dominazione asburgica precisamente nel dicembre 1856 l’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria visitò la città accompagnato dalla moglie Elisabetta di Baviera meglio conosciuta con il nome di Sissi.

Rimase sotto la sovranità imperiale salvo un breve periodo in cui subentrarono nuovamente i francesi, fino al 1866, anno in cui Chioggia fu annessa al nascente Stato italiano al termine della terza guerra d’indipendenza, quando, nonostante le sconfitte militari subite dalle forze italiane, con la notevole eccezione delle formazioni garibaldine, grazie all’alleanza con la Prussia, il governo austriaco fu costretto a cedere all’Italia il Veneto e parte dell’odierno nord-est. Durante la seconda guerra mondiale il 27 aprile 1945 la città fu liberata dalle forze alleate.

Attrazioni principali
Chioggia è una versione in miniatura di Venezia, ed è spesso chiamata “Piccola Venezia”, ​​con alcuni canali, primo fra tutti il ​​Canale Vena, e le caratteristiche viuzze conosciute come calli. Chioggia possiede diverse chiese medievali, molto rimaneggiate nel periodo di massima prosperità nel XVI e XVII secolo.

La piazza
Il “Corso del Popolo” attraversa il centro storico di Chioggia da nord a sud. È il vero cuore della città. Ha un doppio ingresso: dall’acqua al molo di Vigo, dove si erge il maestoso ponte istoriato, vero balcone sulla laguna, e da terra attraverso la porta di Santa Maria, residuo di antiche mura medievali. Una piazza-strada maestosa e “abitata”, lunga 840 metri. Costituisce il cardo maximus del castrum romano. Una delle caratteristiche più sorprendenti è la serie continua di arcate sul lato ovest. Nel tratto più settentrionale il percorso curva intorno ai cinque gradi, quel tanto che basta per spezzare le raffiche dirette della bora. Curzio Malaparte lo definì un “grande caffè” unico a cielo aperto. Luogo di animazione e socialità,dà l’impressione che ogni giorno sia una festa.

Canali
Scorrono tre canali che dividono in spicchi il centro storico. Il più interno è il canale Vena, il più pittoresco, percorso da nove ponti (di Vigo, Caneva, Sant’Andrea, della Pescheria, dei Filippini, San Giacomo, Scarpa, Zitelle, della Cuccagna). Ospita barche di piccola stazza. Nelle sue fondamenta si svolge il pittoresco mercato giornaliero di pesce, frutta e verdura. Fuori dal nucleo centrale: il canale Lombardo a ovest e il San Domenico a est, alle cui fondamenta sono ormeggiate barche da pesca d’altura. Ciascuno è riconoscibile nella diversa specializzazione dei mestieri dalla forma delle reti e degli attrezzi da pesca (cocce volanti, ramponi per la rete da traino, i turbosoffiatori). Tra la Vena e il Lombardo: il canale del Perottolo parzialmente interrato, sulla cui sponda si trova la balaustra marmorea del “Refugium peccatorum”, un angolo suggestivo che ha ispirato artisti e scrittori.

Piccoli canali
Un luogo dove le persone vivono, lavorano e giocano. Un soggiorno comune che amplia gli spazi abitativi sempre troppo angusti fuori casa. Disposto con un mirabile disegno in due serie parallele che si intersecano perpendicolarmente sulla doppia terra (piazza) e acqua (canale di Vena) con una pianta che ricorda la spina di pesce. Le strade sono in tutto 74: di queste 34 si trovano sul lato ovest, oltre la piazza; 40 in quello delimitato tra i canali Vena e San Domenico, che un tempo erano incuneati con piccoli canali, detti “zoelli”. A testimonianza di questa antica origine restano ancora due elementi: il portico sul lato del passaggio pedonale, solitamente a nord e sul lato opposto le “caneve”, i magazzini per il deposito degli attrezzi da pesca raggiungibili direttamente da Barche.

I portici
Sono una caratteristica molto peculiare per una città lagunare, che nemmeno Venezia (con l’eccezione di Piazza San Marco) ha. Una caratteristica che – come nota il noto critico d’arte Cesare Brandi – fa di Chioggia “metà terra e metà acqua”, “metà veneta e metà emiliana”. Un elemento, quello dei portici, che ritroviamo non solo lungo tutta la piazza, ma anche per ampi tratti dell’argine della Vena e che di tanto in tanto sporge nelle strade. Il più delle volte rappresentano una soluzione per recuperare spazio abitativo. Ma la loro presenza risponde anche alla funzione di ripararsi dalle intemperie e anche dai raggi solari.

lo squeri
Completano il paesaggio peschereccio le isole Cantieri, gli “squeri”, che vantano una tradizione di cultura materiale che affonda nel periodo medievale. Il loro statuto, la Mariegola di San Giuliano, risale al 1211 ed è uno dei primi esempi in Europa di società che ha preceduto il mutuo soccorso. Di particolare interesse è l’architettura dei tipici magazzini, le “tenze”. Sul cui architrave si nota la caratteristica “cesiola”, una sorta di altare con un’immagine celeste, posta a protezione degli operai. All’interno del “tabiào” l’ufficio-scabuzzino sospeso in alto su una parete. All’interno di questa attività esistono diverse specializzazioni: il maestro d’ascia, gli “scorarioi” o falegnami, le “seghe” abbinate alla sega lunghissima, i “puti de cantier” o apprendisti,

Itinerario dell’Arte e della Cultura
Carlo Goldoni – che visse per alcuni anni a Palazzo Poli – ambientò in questa città una delle sue commedie più note, Le baruffe chiozzotte, rappresentata per la prima volta al Teatro San Luca di Venezia nel 1762. Lo stesso Goldoni la descrive nella prefazione a il Baruffo:

“Chiozza è una bella e ricca città a venticinque miglia da Venezia, piantata anche nelle lagune, isolata ma fatta penisola da un lunghissimo ponte di legno, che comunica con la terraferma. Ha un Governatore col titolo di Podestà, che è sempre di una delle prime Casate Patrizie della Repubblica di Venezia, cui appartiene.Ha un Vescovo ivi trasportato dall’antica sede di Malamocco.Ha un porto molto vivace e comodo e ben fortificato.Evvi la classe nobile, il civile e il mercante. Ci sono persone di merito e di distinzione. Il Cavaliere della città ha il titolo di Cancellier Grande, e ha il privilegio di indossare la veste con maniche lunghe e larghe, come i Procuratori di San Marco. Insomma, è una città rispettabile”.

Il percorso inizia attraverso la Porta Di Santa Maria (1530), come si faceva un tempo quando Chioggia era una città murata e questo era l’unico accesso disponibile per chi arrivava dalla terraferma.

Subito alla vostra sinistra sul lato sud della Cattedrale, nel cosiddetto Sagraéto (piccolo sagrato) potete ammirare il complesso del Refugium Peccatorum: uno degli angoli più suggestivi della città. L’interessante gruppo marmoreo di cui è composto, raffigurante la Madonna col Bambino, è sormontato da una cupola dorata. La statua, insieme alla balaustra, fu collocata fino al 1814 sui gradini dell’antico municipio, successivamente demolito. Si narra che proprio davanti ad essa il condannato a morte si fermasse a recitare l’ultima preghiera. Immortalata da un dipinto di Luigi Nono.

Subito dopo si può ammirare la maestosa Cattedrale realizzata su progetto di Baldassarre Longhena. All’interno si possono ammirare il battistero (1700) di A. Cattajapietra, il pulpito (1677) e l’altare maggiore del Tremignon. Le reliquie della SS. Patroni Felice e Fortunato con pregevoli dipinti alle pareti di Palma il Giovane, Piazzetta, Tiepolo, Cignaroli, Diziani e Liberi.

Il Campanile è in stile romanico e sopra la porta è visibile un bassorilievo chiamato ‘Madonna del Riposo’: ricorda la sosta notturna a Chioggia di Papa Alessandro III nel 1178 sui gradini del campanile stesso. Accanto al Tempietto di San Martino in stile tardo gotico con cupola esagonale all’esterno ed emisferica all’interno, fu edificato dagli abitanti di Sottomarina che si rifugiarono a Chioggia dopo la distruzione del loro borgo da parte dei Genovesi nel 1379. Proseguendo il proprio su Palazzo Poli una targa ricorda che per alcuni anni fu la Casa di Carlo Goldoni, padre della commedia all’italiana e autore delle famose “Baruffe Chioggiotte”.

Al centro della piazza si trova la Basilica Di S.Giacomo, che conserva l’effigie della Madonna della Navicella, ritrovata dopo un’apparizione della Madonna sul lido della spiaggia di Sottomarina nel 1508. Numerose ‘tolele’, e gli ex voto a testimoniano la radicata religiosità popolare. Tra le opere più notevoli c’è l’enorme affresco del soffitto di 223 mq. opera settecentesca del pittore locale Antonio Marinetti detto il Chiozzotto, allievo di Giovanni Battista Piazzetta (1682-1754).

Sulla Piazzetta XX Settembre si affaccia la Chiesa della Trinità edificata nelle forme attuali nel 1705 da Andrea Tirali (1660-1737), con pianta a croce greca nell’attiguo oratorio dei Battuti, detto dei ‘Rossi’ per il colore della abito penitenziale, uno dei più importanti cicli pittorici del manierismo veneziano (Paolo Piazza, Palma il Giovane, Andrea Vicentino, Alvise Banfatto. Nella piazza si trova anche il Gonfalone, il pennone sorretto da tre carceri dello Zemignani (1713).

Oltre al Palazzo Comunale ricostruito in puro stile asburgico, si trova Palazzo Granaio, uno degli edifici più antichi della città di Chioggia anteguerra, in stile gotico molto sobrio, fu edificato nel 1328. Aveva la funzione di conservare il grano necessario alla comunità e originariamente poggiava su 64 colonne fino al secolo scorso, che solo in questo secolo sono state cementate per ottenere un piano terra. Sulla facciata si trova un’edicola con l’immagine della Madonna col Bambino, opera attribuita a Jacopo Sansovino (1486-1570). Di seguito potrete ammirare la suggestiva cittadina della Pesca, tappa obbligata per chiunque venga a visitare Chioggia. L’accesso principale è costituito dal ‘Portale a Prisca’, opera dello scultore padovano Amleto Sartori

Lungo il Corso del Popolo troverete la chiesa di S. Andrea. Di antica fondazione (esisteva già nel XV secolo), la chiesa fu ricostruita nel 1743 con facciata di tipo barocco. Conserva opere degne di nota tra cui una tela raffigurante la crocifissione di Marescalco (Giovanni Buonconsiglio) in sacrestia. Accanto si trova il Campanile in stile romanico risalente all’XI-XII secolo e, un tempo, torre di difesa e di avvistamento militare, che conserva l’orologio da torre più antico del mondo, esistente già nel 1386, contemporaneo a quello di la cattedrale inglese di Salisbury.

La passeggiata nel percorso si conclude con lo stupendo panorama offerto da Piazzetta Vigo dove dal 1786 si erge la colonna con il Leone di Marciano (chiamata con ironia dal Chioggiotti per i suoi tratti poco maestosi ‘el gato’). E il maestoso ponte di Vigo che rappresenta il balcone della città sulla laguna costruito in muratura nel 1685 sotto il podestà Morosini e abbellito nel 1762 con marmi d’Istria. Per completare il nostro itinerario è necessario spostarci alle fondamenta del Canal Vena dove si possono ammirare alcuni dei più importanti edifici cittadini tra cui Palazzo Grassi, oggi sede universitaria.

E infine per raggiungere l’isolotto di San Domenico dove un tempo sorgeva un antico convento domenicano. Nel settecentesco tempietto si possono ammirare opere di grande pregio del Carpaccio (S. Paolo, ultima opera conosciuta nel 1520), di Jacopo Tintoretto di Pietro Damini, di Lendro Bassano e del Brustolon. Ma la cosa più utile è senza dubbio il gigantesco crocifisso ligneo, alto oltre quattro metri, che risale al XIV secolo. Ed è riconosciuto come uno dei più interessanti esempi esistenti di Cristus dolorosus, di chiara derivazione nordica, che si distingue tra tutti per la sua espressività e le sue dimensioni.

Musei
Il Museo Civico della Laguna Sud situato nei pressi del Duomo ea breve distanza da Porta Santa Maria, in Campo Marconi. Ospitato nell’ex convento di San Francesco fuori le mura, documenta il territorio di Chioggia.

Palazzo Grassi, invece, nei pressi del ponte di Vigo, ospita il Museo di Zoologia Adriatica Giuseppe Olivi: un museo universitario aperto al pubblico, che offre la possibilità di conoscere l’ambiente marino adriatico e i suoi organismi e di vedere un esemplare di 8 metri di squalo elefante.

Il Museo Diocesano di Arte Sacra. Ospita opere di Paolo Veneziano, Cima da Conegliano, Palma il Vecchio, Andrea Brustolon e l’ultima opera del Carpaccio, trasferita dal santuario di San Domenico. C’è anche una pinacoteca: la quadreria della SS. Trinità nell’omonimo oratorio del 1500. Contiene dipinti di Andrea Vicentino e Pietro Damini.

Architetture religiose
Numerose sono le chiese cattoliche del territorio clodiense.

Campo del Duomo
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la chiesa principale di Chioggia e cattedrale dell’omonima diocesi.

Basilica di San Giacomo Apostolo
La Basilica contiene il moncone su cui, secondo la tradizione, Maria sedeva con il Cristo morto tra le braccia, e il dipinto di autore ignoto che ritrae la scena. La chiesa contiene anche alcuni affreschi e sculture dei “Sette Doni”. Nel marzo 1906 papa Pio X la elevò alla dignità di basilica minore. Vicino alla Basilica si trovano la Pinacoteca e la Chiesa dei Rossi, o della Santissima Trinità, con all’interno un chiostro privato.

Chiesa di Sant’Andrea
La chiesa di Sant’Andrea, risalente al XVIII secolo, ha al suo fianco una torre romanica – detta Torre dell’Orologio – risalente all’XI – XII secolo e, un tempo, torre di difesa e di avvistamento militare. Al suo interno conserva l’orologio da torre più antico del mondo realizzato da Giovanni Dondi dell’Orologio (studi recenti ne hanno dimostrato la preesistenza a quello di Salisbury). All’interno dell’edificio religioso una Crocifissione di Palma il Vecchio (1480-1528) e il battistero attribuito al Sansovino. Organo di Gaetano Callido 2 manuali restaurato nel 2005 dal M° Alessandro Girotto

Chiesa della Santissima Trinità
Il complesso si sviluppò a partire dal 1528 su iniziativa della Confraternita dei Battuti del Santissimo Crocifisso, che venerava l’antico “crocifisso articolato” nella nicchia soprastante l’armadio, sulla parete di fondo. L’Oratorio fu costruito nella seconda metà del Cinquecento, mentre il soffitto fu rivestito di telerì tra il 1596 e il 1602 con dipinti di Palma il Giovane, Pietro Damini e Andrea Vicentino. Nel 1703-1707 fu edificata l’attuale chiesa, a croce greca, al posto di quella cinquecentesca, ormai fatiscente. Oggi ospita la pinacoteca della città.

Chiesa di San Domenico – Santuario di Cristo
La chiesa sorge su un isolotto, separato da Chioggia dal canale San Domenico. La fondazione della chiesa risale al XIII secolo e fu amministrata prima dai domenicani e poi dai gesuiti. La chiesa fu radicalmente modificata nel ‘700 e nell’ ‘800. L’interno della chiesa è a navata unica, con presbiterio e alcune cappelle laterali. Vi sono conservate alcune pregevoli tele, tra cui San Paolo stigmatizzato, ultima opera conosciuta di Vittore Carpaccio e Crocifisso che parla a San Tommaso d’Aquino del Tintoretto.

Spazio naturale

Spiaggia di Sottomarina
La spiaggia di Sottomarina si estende per circa cinque chilometri, dalla diga di San Felice alla foce del porto di Chioggia a nord, alla diga alla foce del fiume Brenta a sud. Le due dighe delimitano rispettivamente i confini nord e sud della zona balneare di quella che è la frazione più popolosa del Comune di Chioggia. La costa è caratterizzata da una sabbia finissima, con una grande presenza di augite, quarzo, silicati ed elementi micacei. In spiaggia sono presenti numerosi stabilimenti balneari, oltre a punti di ristoro, ristoranti, pizzerie, parchi acquatici, parchi divertimento e balere.

La spiaggia dell’Isola Verde
Isola Verde è un piccolo paese del comune di Chioggia, rimasto intatto dal caos cittadino. Il contatto con la natura e la tranquillità di una vacanza vicino al mare sono esigenze imprescindibili per chi vuole soggiornare a Isola Verde. Strade di campagna o lungo i fiumi Adige e Brenta offrono la visione di paesaggi dove la flora e la fauna caratterizzano un ambiente naturale in cui un’escursione in bicicletta oa piedi, anche nel vicino Bosco Nordio, regala benessere e relax.

Le tegnue
Le Tegnùe di Chioggia sono spesso chiamate ‘le barriere coralline dell’Adriatico’. Queste strutture sono distribuite principalmente davanti alle coste dell’alto Adriatico, ma è proprio davanti alla costa della città di Chioggia che si trova il più grande e importante complesso di Tegnùe, in cui si trovano i più grandi agglomerati finora sono presenti. La loro origine rimane al momento in parte incerta e oggetto di studio, ma sicuramente un grande contributo alla loro formazione è dovuto alle alghe calcaree e agli invertebrati biocostruttivi come i coralli. Per questa ragione

Le Tegnùe rimangono oggi un ambiente unico e peculiare dell’Alto Adriatico, ma ancora molto poco conosciuto. E come le barriere coralline presenti nei mari tropicali, anche le Tegnùe sono un ambiente ricco di vita e biodiversità, caratterizzato da rocce estremamente irregolari, ricche di anfratti, cunicoli e cavità, utilizzate da molti organismi come ripari, ripari o vivai.

I subacquei che si immergono per visitare le Tegnùe rimangono sorpresi dall’enorme biodiversità presente, caratterizzata da organismi animali e vegetali sessili (incapaci di muoversi) e incrostanti, vistosi per forme e colori, come, ad esempio, spugne, anemoni, alghe coloniali, e numerose specie di pesci. Per tutte queste caratteristiche e per quello che rappresentano per il nostro Mare Adriatico, le Tegnùe possono essere considerate delle vere e proprie oasi di biodiversità nel mezzo di una distesa sabbiosa apparentemente povera di organismi.