Storia dell’architettura e del restauro di Fontainebleau, Seine-et-Marne, Francia

Il Dominio del Palazzo di Fontainebleau è iscritto nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Uno dei castelli più grandi di tutta la Francia, Fontainebleau è enorme e ha un’offerta apparentemente infinita di gallerie, appartamenti, cappelle, giardini e altro ancora da visitare. Il castello di Fontainebleau in stile classico e rinascimentale, famoso non solo per essere stato testimone dell’avventura imperiale di Napoleone, ma anche per gran parte della storia francese. Dalla Carta Reale del 1137 alla caduta del Secondo Impero nel 1870, il Palazzo di Fontainebleau ha visto vivere giorno dopo giorno la vita dei più grandi sovrani francesi.

Lo storico castello di Fontainebleau fu costruito per la prima volta nel XII secolo come residenza di caccia per i re francesi, ma cadde in rovina nel XV secolo. Nel XVI secolo il re Francesco I ne orchestrò il restauro e fu trasformato nel castello che conosciamo oggi. È l’unico castello in tutta la Francia ad essere stato abitato ininterrottamente da reali per oltre settecento anni, e ogni famiglia ha aggiunto elementi del proprio stile architettonico mentre viveva lì. Visitare Fontainebleau in Francia significa avventurarsi indietro nel tempo e in una delle residenze francesi più famose, storiche e lussuose del paese.

L’originaria fortezza medievale fu sostituita da un palazzo rinascimentale sotto la guida di Francesco I. A quel tempo, due artisti italiani, Primaticcio e Il Rosso gareggiarono in talento e fondarono la prima Scuola di Fontainebleau. La Galleria Francesco I, che dagli appartamenti reali conduce alla cappella del Convento della Santissima Trinità, è molto originale con il suo arredamento di affreschi, stucchi e legno intagliato in onore di Francesco I. La Sala da ballo fu completata all’epoca del ultimi re Valois, sotto la direzione di Primaticcio.

Con Enrico IV, la nuova dinastia dei Borbone prese possesso del palazzo, e costruì nuove sale con decorazioni interne affidate agli artisti della seconda Scuola di Fontainebleau. Luigi XIII completò l’opera iniziata da suo padre. Sotto il Re Sole Fontainebleau continuò ad essere la residenza della famiglia reale e vi nacque il Gran Delfino nel 1661. Le nipoti del re si sposarono a Fontainebleau e l’editto di Nantes vi fu revocato nel 1685.

Luigi XV e Luigi XVI vi trascorsero l’autunno e avviarono nuovi grandi lavori di costruzione e di ristrutturazione degli interni. Dopo la Rivoluzione Francese, Napoleone I trovò il palazzo completamente svuotato dei suoi arredi ma intatto. Si impegnò a riarredare gli appartamenti e riportò il palazzo all’antico splendore di dimora del sovrano. Napoleone Bonaparte vi trascorse i suoi ultimi giorni prima dell’abdicazione nel 1814 e della partenza per l’Elba.

Luigi Filippo fu il primo sovrano a ordinare il restauro completo di Fontainebleau. La restaurazione dell’Impero nel 1852 diede rinnovata importanza al palazzo, e Napoleone III si legò fortemente a questa dimora, soggiornandovi regolarmente con la sua corte.

Ospitato nell’ala Luigi XV, il museo Napoleone I è dedicato all’imperatore e alla sua famiglia, con un’ampia collezione di oggetti della sua vita quotidiana, armi utilizzate nelle campagne militari e doni ricevuti. Il museo cinese, creato dall’imperatrice Eugenia, espone opere d’arte dell’Estremo Oriente.

I giardini alla francese di Le Nôtre, il giardino all’inglese della Regina con la fontana di Diana, il labirinto di siepi e la Cour des Adieux sono aperti al pubblico tutto l’anno. Sono disponibili escursioni in barca sull’Etang aux Carpes o gite in carrozza trainata da cavalli. C’è un trenino che gira intorno ai giardini durante la stagione turistica. Il campo del Jeu de Paume, ritenuto il più antico dei tre sopravvissuti in Francia, è aperto al pubblico con dimostrazioni e giochi introduttivi.

Storia dell’architettura e del restauro
Fontainebleau è rinomata per la sua grande e scenografica foresta che circonda un onnipotente castello, un tempo residenza di caccia amata dai re di Francia. Ricco di un contesto architettonico di prim’ordine, il castello di Fontainebleau possiede anche una delle collezioni di mobili antichi più importanti di Francia, e conserva un’eccezionale collezione di dipinti, sculture e oggetti d’arte, risalenti al VI secolo fino al XIX secolo. . Un weekend preferito dai parigini, che offre una notevole qualità dell’aria e della vita nella regione parigina.

Testimonianza della vita delle corti ufficiali e iniziali dei monarchi nel corso dei secoli, Fontainebleau incarna meglio che altrove l’art de vivre francese. Il castello più arredato con decorazioni come affreschi rinascimentali, porcellane preziose, mobili eccezionali durante il Secondo Impero. L’effetto complessivo è stupefacente poiché i monarchi successivi hanno aggiunto i propri tocchi personali. Fontainebleau è un luogo stimolante, ricco di dettagli ricchi. Circondato da un vasto parco e confinante con la foresta di Fontainebleau, il castello è costituito da elementi di stile medievale, rinascimentale e classico.

La prima testimonianza di un castello fortificato a Fontainebleau risale al 1137. Divenne la residenza preferita e il casino di caccia dei re di Francia a causa dell’abbondante selvaggina e delle numerose sorgenti nella foresta circostante. “Fontainebleau” prende il nome dalla “Fontaine Belle-Eau”, una sorgente naturale d’acqua dolce situata nel giardino inglese non lontano dal castello. Il nome significa “Sorgente di acqua bella”. Il castello di Fontainebleau, ampliato in particolare da Francesco I, la residenza di Fontainebleau è l’unico castello abitato da ogni monarca francese per più di otto secoli. Con 1500 stanze, è uno dei castelli più grandi di Francia e il più arredato d’Europa.

Testimonia l’incontro tra l’arte italiana e la tradizione francese espresso sia nella sua architettura che nelle sue decorazioni interne. Questa specificità si spiega con il desiderio di Francesco I di creare a Fontainebleau una “nuova Roma” in cui gli artisti italiani vengano ad esprimere il loro talento e influenzare l’arte francese. Nacque così la Scuola di Fontainebleau, che rappresenta il periodo più ricco dell’arte rinascimentale in Francia, e ispirò la pittura francese fino alla metà del XVII secolo, e anche oltre.

Medioevo
Un castello fortificato viene menzionato qui per la prima volta nel 1137 in un documento del re franco Luigi VII il Giovane. Nel 1169, un altro statuto di Luigi VII istituì e dotò un cappellano per servire la cappella. Nel Natale del 1191, Filippo II Augusto celebrò a Fontainebleau il ritorno della Terza Crociata. Il castello fu ampliato da Luigi IX, che lo chiamò “i suoi deserti” dove amava trarre la “ deduzione della caccia nel XIII secolo; vi installò nel 1259, nel recinto stesso del castello, dei monaci dell’ordine dei Trinitari al servizio dell’ospedale-convento da lui fondato. Di questa originaria sistemazione restano le fondamenta della cappella dei Trinitari e dei loro edifici conventuali, allora collocati nei pressi dell’attuale cappella della Trinità.

Filippo IV fu il primo re di Francia a nascere nel castello nel 1268 e fece costruire degli appartamenti nel 1286. Fu anche il primo re a morire lì in seguito ad una caduta da cavallo nel 1314, dopo una lunga agonia. Nel 1313, Giovanna di Borgogna, nipote di San Luigi per parte di madre e proprietaria della tenuta di Fontainebleau, sposò Filippo di Valois, futuro re di Francia Filippo VI di Valois, che vi soggiornò frequentemente. Nel 1325, il castello ricevette la visita di Isabella di Francia, che divenne regina d’Inghilterra. Nel gennaio 1332 ebbe luogo a Fontainebleau la firma del contratto di matrimonio tra Giovanni II il Buono e Bonne di Lussemburgo. Il re visse lì dal 1350.

Carlo V il Saggio vi installò una biblioteca e Isabeau di Baviera vi intraprese dei lavori, dopo aver acquisito i domini della foresta di Bière, Fontainebleau, Moret e la castellania di Melun nel 1404. Carlo VI vi soggiornò dal 1388. Il castello fu, tuttavia, , abbandonato a causa degli scontri della Guerra dei Cent’anni, quando la corte andò in esilio sulle rive della Loira e a Bourges. Carlo VII vi ritornò dopo la liberazione dell’Île-de-France e di Parigi nel 1436, privilegiando il luogo per la sua salubrità.

Francesco I
Francesco I decise di costruire un’abitazione in stile rinascimentale sul sito del castello feudale, permettendo così di modernizzare un pied-à-terre vicino alla valle della Bière, essendo il re stesso a sostenere di aver scelto questo luogo per la caccia agli animali. Rase al suolo la costruzione precedente, ad eccezione del mastio e di parte della cortina muraria settentrionale, e chiamò artisti italiani per assicurare la costruzione e la decorazione del suo palazzo. Fu così costruito un edificio costituente il cortile Ovale ed un altro situato nel cortile inferiore ovest, entrambi collegati da un ballatoio.

Incaricò l’architetto Gilles Le Breton di costruire un palazzo nel nuovo stile rinascimentale, recentemente importato dall’Italia. Le Breton conservò l’antico mastio medievale, dove si trovavano gli appartamenti del re, ma lo incorporò nella nuova Cour Ovale in stile rinascimentale, o cortile ovale, costruita sulle fondamenta dell’antico castello. Comprendeva la monumentale Porte Dorée, come ingresso meridionale, nonché una monumentale scalinata rinascimentale, la Portique de Serlio, per dare accesso agli appartamenti reali sul lato nord.

A partire dal 1528 circa, Francesco costruì la Galerie François I, che gli permetteva di passare direttamente dai suoi appartamenti alla cappella dei Trinitari. Fece venire dall’Italia l’architetto Sebastiano Serlio e il pittore fiorentino Giovanni Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino, per decorare la nuova galleria. Tra il 1533 e il 1539 Rosso Fiorentino riempì la galleria di affreschi glorificanti il ​​re, incorniciati in stucchi in altorilievo, e lambris scolpiti dal mobiliere Francesco Scibec da Carpi. Un altro pittore italiano, Francesco Primaticcio da Bologna (“Primatice” per i francesi), si unì successivamente alla decorazione del palazzo. Insieme il loro stile decorativo divenne noto come la prima Scuola di Fontainebleau. Questa è stata la prima grande galleria decorata costruita in Francia.

Il re voleva fare di Fontainebleau un centro d’arte rinascimentale: collezionò oggetti d’arte, commissionò opere sulla mitologia e portò oggetti d’antiquariato dall’Italia. Ricevette dipinti dal Papa, raccolse opere di maestri italiani (La Gioconda e La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, la Sacra Famiglia, Saint-Michel e il Bellissimo Giardiniere di Raffaello) e portò calchi di statue romane ( Laocoonte, Apollo del Belvedere, ecc.) per fondere i bronzi.

Per la decorazione del castello incaricò Rosso Fiorentino che progettò il padiglione Pomona, il padiglione Poesles, la galleria Inferiore e soprattutto la galleria Francesco I (1534-1540). Giorgio Vasari designò Fontainebleau come la “Nuova Roma” e la sua scuola era rinomata in tutta l’Europa occidentale. Francesco I fondò nel castello un’importante biblioteca, antenata della biblioteca nazionale. Il castello di Fontainebleau riceve, tra il 4 e il 27 dicembre 1536, la visita di Giacomo V di Scozia, futuro marito di Madeleine di Francia. Fu nel 1539 che Francesco I ricevette Carlo V a Fontainebleau e gli fece visitare il suo palazzo, tra il 24 e il 30 dicembre.

Intorno al 1540 Francesco iniziò un’altra importante aggiunta al castello. Utilizzando il terreno sul lato est del castello acquistato dall’ordine dei Trinitari, iniziò a costruire una nuova piazza di edifici attorno ad un ampio cortile. Era racchiuso a nord dall’ala dei Ministri, a est dall’ala delle Ferrare e a sud da un’ala contenente la nuova galleria di Ulisse. Il castello fu circondato da un nuovo parco nello stile del giardino rinascimentale all’italiana, con padiglioni e la prima grotta di Francia. Primaticcio realizzò murales più monumentali per la Galleria di Ulisse.

Enrico II
Il figlio di Francesco I, Enrico II completò il castello con una sala da ballo e una cappella, collegata all’edificio dalla famosa galleria Francesco I, che si affaccia sull’Etang des Carpes. Incarica Philibert Delorme di controllare e visitare il castello il 3 aprile 1548, data in cui gli viene affidato il resto dei lavori. Nacque così gran parte dell’attuale castello, compresa la sala da ballo. Estesero l’ala est della corte inferiore e la decorarono con la prima notevole scalinata a ferro di cavallo.

Nella corte ovale trasformarono la loggia progettata da François in una Salle des Fêtes, o grande sala da ballo, con soffitto a cassettoni. Di fronte al cortile della fontana e alla peschiera, progettarono un nuovo edificio, il Pavillon des Poeles (distrutto), per contenere i nuovi appartamenti del re. Proseguì la decorazione del nuovo salone da ballo e della Galleria di Ulisse con pitture murali di Francesco Primaticcio e stucchi scolpiti, sotto la direzione dei pittori manieristi Primaticcio e Niccolò dell’Abbate. Per ordine di Enrico la Ninfa di Fontainebleau di Benvenuto Cellini fu installata all’ingresso del castello d’Anet.

Dopo la morte di Enrico II in un incidente di giostra, la sua vedova, Caterina de’ Medici, continuò la costruzione e la decorazione del castello. Nominò Primaticcio nuovo sovrintendente ai lavori pubblici reali. Progettò la sezione conosciuta oggi come l’ala della Belle Cheminée, nota per i suoi elaborati camini e le sue due scalinate contrapposte. Nel 1565, come misura di sicurezza a causa delle guerre di religione, fece scavare anche un fossato attorno al castello per proteggerlo dagli attacchi.

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Enrico IV
Il re Enrico IV fece più aggiunte al castello di qualsiasi altro re dai tempi di Francesco I. Estese la corte ovale verso ovest costruendo due padiglioni, chiamati Tevere e Lussemburgo. Tra il 1601 e il 1606 rifece tutte le facciate attorno al cortile, compresa quella della cappella di Saint-Saturnin, per conferire maggiore armonia all’architettura. Sul lato est costruì una nuova porta monumentale a cupola, la Porte du Baptistère.

Successivamente Enrico IV ampliò la residenza con diverse ali e la porta del Battistero: tra il 1593 e il 1609 spese per i lavori quasi due milioni e mezzo di sterline. Sistema il cortile degli Uffici e raddrizza il cortile Ovale, allora piuttosto irregolare. Ora il palazzo può ospitare quasi mille persone. Tra il 1606 e il 1609 costruì un nuovo cortile, la Cour des Offices o Quartier Henry IV, per fornire un luogo per le cucine e le residenze dei funzionari di corte. Due nuove gallerie, la Galerie de Diane de Poitiers e la Galerie des Cerfs, furono costruite per racchiudere l’antico giardino di Diane. Aggiunse anche un grande jeu de paume, o campo da tennis al coperto, il più grande campo esistente al mondo.

In questo periodo, una nuova generazione di artisti, francesi e fiamminghi, decorò l’interno del castello. È la seconda scuola di Fontainebleau e riunisce artisti di origine parigina. Una “seconda scuola di Fontainebleau” di pittori e decoratori si mise a lavorare sugli interni. L’architetto Martin Fréminet creò la ricca cappella della Trinità, mentre i pittori Ambroise Dubois e Toussaint Dubreuil realizzarono una serie di dipinti eroici per i saloni. Una nuova ala, che prende il nome dal suo edificio centrale, La Belle Cheminée, è stata costruita accanto al grande laghetto.

Enrico IV dedicò grande attenzione anche al parco e ai giardini attorno al castello. Il giardino della Regina o giardino di Diana, realizzato da Caterina de’ Medici, con la fontana di Diana al centro, era situato sul lato nord del palazzo. Il giardiniere di Enrico IV, Claude Mollet, formatosi al castello d’Anet, creò un ampio parterre di aiuole, decorato con statue antiche e separato da sentieri in grandi quadrati. La fontana di Diana e la grotta furono realizzate da Tommaso Francini, che potrebbe aver progettato anche la Fontana Medicea nel Giardino del Lussemburgo per Maria de’ Medici. Sul lato sud, Enrico creò un parco, piantumato con pini, olmi e alberi da frutto, e tracciò un grande canale lungo 1200 metri, sessant’anni prima che Luigi XIV costruisse il suo grande canale a Versailles.

Luigi XIII
Il re Luigi XIII nacque e fu battezzato nel castello e continuò i lavori iniziati da suo padre. Completò la decorazione della cappella della Trinità e incaricò l’architetto di corte Jean Androuet du Cerceau di ricostruire la scala a ferro di cavallo precedentemente progettata da Philibert Delorme nel cortile che era diventato noto come Cour de Cheval Blanc. Dopo la sua morte, la vedova Anna d’Austria, ridecorò gli appartamenti all’interno dell’Ala delle Regine Madri (Aile des Reines Mères) accanto alla Corte della Fontana, progettata dalla Primatrice.

Luigi XIV
Il re Luigi XIV trascorse a Fontainebleau più giorni di qualsiasi altro monarca; gli piaceva andare a caccia lì ogni anno alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno. Luigi XIV vi accolse molti ospiti stranieri, tra cui l’ex regina Cristina di Svezia, che aveva appena abdicato alla sua corona. Fontainebleau è rimasto un simbolo del patrimonio dei re di Francia, le modifiche architettoniche sono limitate. Apportò poche modifiche all’esterno del castello, ma costruì un nuovo appartamento per la sua compagna Madame de Maintenon, lo arredò con alcune importanti opere di André-Charles Boulle e demolì i vecchi appartamenti delle terme sotto la Galleria di Francesco I per creò nuovi appartamenti per i principi reali e apportò alcune modifiche agli appartamenti del re.

L’architetto Jules Hardouin-Mansart costruì una nuova ala accanto alla Galerie des Cerfs e alla Galerie de Diane per fornire più spazio vitale alla Corte. Ha apportato importanti modifiche al parco e ai giardini; incaricò André Le Nôtre e Louis Le Vau di ridisegnare il grande parterre in un giardino formale alla francese. Rimosse il giardino pensile che Enrico IV aveva fatto costruire accanto alla grande peschiera, e costruì invece un padiglione, progettato da Le Vau, su una piccola isola al centro dello stagno.

Luigi XV
I progetti di ristrutturazione di Luigi XV erano più ambiziosi di quelli di Luigi XIV. Per creare più alloggi per il suo enorme numero di cortigiani, nel 1737-38 il re costruì un nuovo cortile, chiamato Cour de la Conciergerie o Cour des Princes, a est della Galerie des Cerfs. Sulla Cour du Cheval Blanc, l’ala della Galleria di Ulisse fu demolita e gradualmente sostituita da un nuovo edificio in mattoni e pietra, costruito in più fasi nel 1738-1741 e nel 1773-74, che si estendeva a ovest verso il Padiglione e la Grotta dei pini .

Tra il 1750 e il 1754, il re incaricò l’architetto Ange-Jacques Gabriel di costruire una nuova ala lungo la Cour de la Fontaine e lo stagno dei pesci. Il vecchio Pavilion des Poeles fu demolito e sostituito dal Gros Pavilion, costruito in pietra color crema. All’interno di questo edificio furono creati nuovi sontuosi appartamenti per il re e la regina. La nuova sala delle riunioni del Consiglio reale fu decorata dai principali pittori dell’epoca, tra cui François Boucher, Carle Vanloo, Jean-Baptiste Marie Pierre e Alexis Peyrotte. Al primo piano dell’ala della Belle Cheminée è stato creato un magnifico teatrino.

Luigi XVI
Anche il re Luigi XVI fece delle aggiunte al castello per creare più spazio per i suoi cortigiani. Accanto alla Galleria di Francesco I fu costruito un nuovo edificio; creò un nuovo grande appartamento al primo piano e una serie di piccoli appartamenti al piano terra, ma bloccò anche le finestre sul lato nord della Galleria di Francesco I. Furono rifatti gli appartamenti della regina Maria Antonietta, un turco per lei fu creato un salone in stile nel 1777, una sala per i giochi nel 1786–1787 e un boudoir in stile arabesco.

Napoleone I
Durante la Rivoluzione francese, il castello di Fontainebleau era in pessime condizioni. Spogliato delle finestre, degli specchi e del tetto in piombo (utilizzato per fabbricare armi), è stato anche spogliato di gran parte dei suoi mobili. Il palazzo in cui avevano vissuto tutti i re di Francia a partire dal Medioevo fu risparmiato durante la Rivoluzione, ma i mobili furono distrutti o venduti. Napoleone fece restaurare e ristrutturare il palazzo, rendendolo così ancora una volta una residenza adatta agli ospiti reali.

Dietro questa decisione si celava l’ambizione politica di legittimare il suo potere riabilitando questo palazzo storico, abbandonato e poi danneggiato durante la Rivoluzione francese. Mentre si preparava a diventare imperatore, Napoleone volle preservare il più possibile i palazzi e i protocolli dell’Antico Regime. Scelse Fontainebleau come luogo del suo storico incontro nel 1804 con Papa Pio VII, che aveva viaggiato da Roma per incoronare Napoleone imperatore. Napoleone fece decorare una serie di stanze per il Papa e fece riarredare e decorare l’intero castello.

In soli diciannove giorni i 40 appartamenti padronali e i 200 appartamenti suite furono ristrutturati in stile impero. Sono state apportate diverse modifiche alla disposizione delle stanze. Ad esempio, l’antica camera da letto del re, da Enrico III a Luigi XVI, divenne nel 1804 il salone dell’imperatore e quattro anni dopo la sala del trono. La camera da letto dei re fu trasformata in sala del trono per Napoleone. Gli appartamenti per l’imperatore e l’imperatrice furono riarredati e decorati nel nuovo stile impero. La Cour du Cheval Blanc fu ribattezzata Cour d’Honneur, o Cortile d’Onore. Un’ala rivolta verso il cortile, l’Aile de Ferrare, fu abbattuta e sostituita con una recinzione e un cancello ornamentali in ferro, rendendo visibile la facciata del palazzo. I giardini di Diane e i giardini dei Pini furono ripiantati e trasformati in un giardino paesaggistico all’inglese dal paesaggista Maximilien Joseph Hurtault.

Durante il restauro, l’architettura del palazzo subì pochissime modifiche, poiché Napoleone cercò di legittimare la sua incoronazione stabilendosi in questo luogo storico. Solo l’ala ovest della Cour du Cheval-Blanc fu demolita nel 1808 e sostituita dalla porta cerimoniale. Tuttavia, l’Imperatore voleva fare suo il palazzo e lasciare il segno in questo palazzo reale. Per fare solo un esempio, la Galleria di Francesco I fu ribattezzata “Galleria dell’Imperatore” nel marzo 1805. Precedentemente decorata con l’iniziale di Francesco I e il suo simbolo, la salamandra, Napoleone decise di sostituirle con la lettera “N” e le operose api, due simboli imperiali. Inoltre, la galleria era decorata con i busti degli aiutanti di campo e dei generali, affiancati dai disegni delle vittoriose campagne militari di Bonaparte.

Fondato nel 1807 tra l’Etang des Carpes e la foresta, il maneggio Sénarmont è l’edificio principale costruito su richiesta di Napoleone I nel parco del Palazzo di Fontainebleau. Fu costruito secondo soluzioni architettoniche ambiziose, con una struttura di Philibert Delorme che permise la copertura di un volume di dimensioni eccezionali per l’epoca, ricordando il 2° progetto del 1785 di Étienne-Louis Boullée per la Biblioteca del Re.

Maria Antonietta e Giuseppina
Nascosto in un soppalco del castello sopra la sala cerimoniale della regina, il boudoir turco era lo spazio di intimità di Maria Antonietta a Fontainebleau. Arredato nel 1777 su progetto dell’architetto Richard Mique e decorato dai fratelli Rousseau, mostra le lussuose preferenze dell’antico regime per lo stile orientale. Dopo la Rivoluzione, tutti i mobili del boudoir furono modificati per ricavare la camera da letto privata dell’Imperatrice Giuseppina. Il luogo è stato decorato con le creazioni di Jacob-Desmalter adornate con tessuti preziosi.

Alcove, specchi, tende azionate da pulegge… questo insieme eccezionale è stato restaurato grazie al sostegno dell’INSEAD e alla generosità dei sottoscrittori dell’operazione. Sono stati molto utili per Fontainebleau. L’intervento di restauro del boudoir si è concentrato sulle decorazioni pittoriche e sui preziosi mobili realizzati con tessuti intessuti d’oro. Particolarmente fragile, il boudoir turco è ora integrato in un nuovo percorso dedicato alla privacy dei sovrani a Fontainebleau.

Luigi Filippo
Luigi Filippo I restaurò alcune stanze e ne decorò altre nello stile del suo tempo. La Sala delle Guardie e la Galleria dei Piatti furono ridecorate in stile neorinascimentale, mentre la Sala delle Colonne, sotto il salone da ballo, fu rifatta in stile neoclassico. Ha aggiunto nuove vetrate, realizzate dalla Manifattura Reale di Sèvres.

Napoleone III
Sotto il Secondo Impero, Fontainebleau fu uno dei luoghi di villeggiatura della corte. L’imperatore Napoleone III, che era stato battezzato a Fontainebleau, riprese l’abitudine dei lunghi soggiorni a Fontainebleau. Molte delle sale storiche, come la Galerie des Cerfs, furono restaurate riportandole al loro aspetto originale, mentre gli appartamenti privati ​​furono ridecorati per soddisfare i gusti dell’Imperatore e dell’Imperatrice. Negli spazi inutilizzati degli edifici sono stati ricavati numerosi appartamenti per gli ospiti. L’antico teatro del palazzo, costruito nel XVIII secolo, fu distrutto da un incendio nell’ala della Belle Cheminée nel 1856. Tra il 1854 e il 1857 l’architetto Hector Lefuel costruì un nuovo teatro in stile Luigi XVI.

Al piano terra del Gros Pavilion, l’imperatrice Eugenia costruì un piccolo ma ricco museo, contenente doni del re del Siam nel 1861 e opere d’arte scattate durante il saccheggio del Palazzo d’Estate a Pechino. Presentava anche dipinti di artisti contemporanei, tra cui Franz Xaver Winterhalter e lo scultore Charles Henri Joseph Cordier. Lì vicino, nell’ala Luigi XV, l’Imperatore stabilì il suo ufficio e l’Imperatrice fece il suo Salone della Lacca. Queste furono le ultime stanze create dai residenti reali di Fontainebleau.

Imperatrice Eugenia
Il Museo Cinese e il salone dell’imperatrice Eugenia erano destinati al relax e alle serate intime della corte reale. Famose quanto preziose, queste sale, allestite per ordine di Eugenia nel 1863, contengono collezioni eccezionali dell’Estremo Oriente messe in mostra dall’Imperatrice. Provengono dal negozio di mobili imperiali, dalle acquisizioni di Napoleone III ed Eugenia e dal saccheggio del Palazzo d’Estate a Pechino da parte del corpo di spedizione franco-britannico nel 1860. A questa insolita e curiosa abbondanza di porcellane, giade e oggetti liturgici buddisti agli oggetti furono aggiunti i doni diplomatici dell’ambasciata siamese, ricevuti nel 1861 dall’Imperatore e dall’Imperatrice nel Salone da ballo di Fontainebleau.

Adiacente ad un salone in cui Eugenia riuniva un’intima compagnia dedita all’intrattenimento, l’insieme forma una scenografia unica e sorprendente, consacrando questo “museo cinese” come l’ultimo gabinetto di curiosità della storia del castello. Verrà proposta una visita guidata sul tema “Splendori e retroscena”, alla scoperta degli spazi, dai più intimi ai più teatrali, che fecero la fama dei grandi soggiorni a Fontainebleau durante il Secondo Impero.

Recenti lavori di restauro
Nel periodo tra le due guerre i piani superiori dell’ala della Belle Cheminée, bruciata nel 1856, furono ricostruiti grazie al contributo della Fondazione Rockefeller. Il restauro generale del castello ebbe luogo tra il 1964 e il 1968 sotto il presidente Charles de Gaulle e il suo ministro della Cultura, André Malraux. È stato classificato come patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1981. Nel 2006, il Ministero della Cultura ha acquistato le scuderie reali e ne ha iniziato il restauro. A partire dal 2007 è iniziato il restauro del teatro del castello, creato da Napoleone III durante il Secondo Impero. Il progetto è stato finanziato dal governo di Abu-Dhabi e in cambio il teatro è stato ribattezzato Sheikh Khalifa bin Zayed Al Nahyan.

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