Guida di viaggio di Mantova, Lombardia, Italia

Mantova è una città dichiarata Patrimonio dell’Umanità in Lombardia, Italia. Per il potere e l’influenza della famiglia Gonzaga, che possedette la città per oltre 400 anni, Mantova fu considerata una delle più importanti città culturali del Rinascimento e conserva ancora molti degli edifici che la resero famosa in quel periodo periodo. Nel 2008, il centro storico di Mantova e Sabbioneta sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

La storica potenza e influenza di Mantova sotto la famiglia Gonzaga ne ha fatto uno dei principali centri artistici, culturali e soprattutto musicali del Nord Italia e del Paese nel suo complesso. Possedendo una delle più splendide corti d’Europa del XV, XVI e primo XVII secolo. Mantova è nota per il suo ruolo significativo nella storia dell’opera; la città è anche conosciuta per i suoi tesori e manufatti architettonici, i palazzi eleganti e il paesaggio urbano medievale e rinascimentale.

È la città in cui il compositore Monteverdi ha presentato in anteprima la sua opera L’Orfeo, la prima opera che viene eseguita regolarmente ancora oggi. È anche il luogo in cui Romeo è stato bandito nell’opera di Shakespeare Romeo e Giulietta. È il paese più vicino alla città natale del poeta romano Virgilio, ricordato da una statua nel parco lacustre “Piazza Virgiliana”.

Mantova, una delle città più belle della Lombardia, ricca di arte e cultura. Ricca di tesori d’arte inestimabili, Mantova, patria del poeta Virgilio, conquista con il suo fascino aristocratico. Osservando ogni strada in cui si trovano tracce di quei potenti Gonzaga che tanto l’amarono, e che le donarono palazzi splendidamente decorati.

Tra le prime cose da vedere Palazzo Ducale e le sue 500 sale affrescate e decorate da artisti come Giulio Romano, Raffaello e Mantegna. Con numerosi edifici collegati da corridoi e gallerie, cortili e giardini, questo bellissimo posto assomiglia a un vero palazzo cittadino che si estende per circa 35.000 metri quadrati.

Nei pressi di Piazza delle Erbe si trovano altri due splendidi edifici: Palazzo della Ragione e Palazzo del Podest à (1227), uno dei più antichi edifici pubblici di epoca medievale della città. Accanto ai due edifici, da non perdere la caratteristica Torre dell’Orologio quattrocentesca.

Nella zona orientale sorge il grandioso Palazzo Te, tra i luoghi più belli di Mantova, immerso nel verde e concepito come luogo di ozio e mondanità per il principe Federico II Gonzaga. Tra i luoghi religiosi, da visitare il Duomo (o Cattedrale di San Pietro), con il campanile romanico, il fianco destro gotico e la facciata neoclassica, e la Basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti, che custodisce opere del Mantegna , di Correggio e Giulio Romano.

Mantova è circondata su tre lati da laghi artificiali, creati nel XII secolo come sistema difensivo della città. Questi laghi ricevono l’acqua dal fiume Mincio, affluente del Po che scende dal Lago di Garda. I tre laghi sono chiamati Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore (“Laghi Superiore”, “Medio” e “Inferiore”, rispettivamente). Un quarto lago, il Lago Pajolo, che un tempo fungeva da anello idrico difensivo intorno alla città, si prosciugò alla fine del XVIII secolo.

L’area ei suoi dintorni sono importanti non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche antropologico e storico; la ricerca ha messo in luce alcuni insediamenti umani sparsi tra Barche di Solferino e Bande di Cavriana, Castellaro e Isolone del Mincio. Queste datano, senza soluzione di continuità, dal Neolitico (V-IV millennio a.C.) all’età del bronzo (II-I millennio a.C.) e alle fasi galliche (II-I secolo a.C.), e si concludono con insediamenti abitativi romani, di cui si può risalire al III secolo d.C.

Nel 2016 Mantova è stata nominata Capitale Italiana della Cultura. Nel 2017 è stata nominata Capitale Europea della Gastronomia, inclusa nel Distretto Lombardia Orientale (insieme alle città di Bergamo, Brescia e Cremona). Anche nel 2017 Legambiente ha classificato Mantova come la migliore città italiana per qualità della vita e dell’ambiente.

Storia
Mantova era un insediamento insulare che nasce intorno all’anno 2000 aC sulle rive del fiume Mincio, che scorre dal Lago di Garda al mare Adriatico. Nel VI secolo aC Mantova era un villaggio etrusco che, nella tradizione etrusca, fu rifondato da Ocnus. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente per mano di Odoacre nel 476 dC, Mantova fu, insieme al resto d’Italia, conquistata dagli Ostrogoti. Nel 962 l’Italia fu invasa dal re Ottone I di Germania, e Mantova divenne così un vassallo del neonato Sacro Romano Impero.

Nell’XI secolo Mantova divenne possedimento di Bonifacio di Canossa, marchese di Toscana. L’ultima sovrana di quella famiglia fu la contessa Matilde di Canossa (m. 1115), la quale, secondo la leggenda, ordinò la costruzione della preziosa Rotonda di San Lorenzo (o Chiesa Rotonda di San Lorenzo) nel 1082. La Rotonda esiste ancora oggi e è stato rinnovato nel 2013.

Dopo la morte di Matilde di Canossa, Mantova divenne libero comune e si difese strenuamente dall’influenza del Sacro Romano Impero nel corso dei secoli XII e XIII. Nel 1198 Alberto Pitentino modificò il corso del fiume Mincio, creando quelli che i mantovani chiamano “i quattro laghi” per rafforzare la protezione naturale della città. Tre di questi laghi rimangono ancora oggi e il quarto, che attraversava il centro del paese, fu bonificato nel corso del XVIII secolo.

Dal 1215 la città fu governata sotto la podesteria del poeta-statista guelfo Rambertino Buvalelli. Ludovico Gonzaga, che dal 1318 era Podestà di Mantova, fu regolarmente eletto Capitano del popolo. I Gonzaga costruirono nuove mura con cinque porte e ristrutturarono la città nel XIV secolo.

Durante il Rinascimento italiano, i Gonzaga addolcirono il loro dominio dispotico e innalzarono ulteriormente il livello di cultura e raffinatezza a Mantova. Mantova divenne un importante centro dell’arte rinascimentale e dell’umanesimo. Il marchese Gianfrancesco Gonzaga aveva portato Vittorino da Feltre a Mantova nel 1423 per aprire la sua famosa scuola umanista, la Casa Giocosa.

Nel 1627 si estinse la linea diretta dei Gonzaga. Alla morte di Ferdinando Carlo IV nel 1708, il Duca di Mantova fu dichiarato deposto e la sua famiglia di Gonzaga perse per sempre Mantova a favore degli Asburgo d’Austria. Sotto il dominio austriaco Mantova conobbe una rinascita e durante questo periodo furono costruiti la Reale Accademia delle Scienze, delle Lettere e delle Arti, il Teatro Scientifico e numerosi palazzi. Il 4 giugno 1796 Mantova fu assediata dall’esercito napoleonico, la città passò sotto il controllo di Napoleone ed entrò a far parte del Regno d’Italia di Napoleone.

Dopo il breve periodo della dominazione francese, Mantova tornò in Austria nel 1814, divenendo una delle città fortezza del Quadrilatero dell’Italia settentrionale. Nella battaglia di Solferino (Seconda Guerra d’Indipendenza Italiana) nel 1859, il Piemonte-Sardegna di Casa Savoia si schierò con l’imperatore francese Napoleone III contro l’Impero austriaco. Dopo la sconfitta dell’Austria, la Lombardia fu ceduta alla Francia, che trasferì la Lombardia al Piemonte-Sardegna in cambio di Nizza e Savoia.

Mantova, pur essendo provincia costituente la Lombardia, rimase comunque sotto l’Impero austriaco insieme al Veneto. Nel 1866, la Confederazione della Germania settentrionale guidata dalla Prussia si schierò con il Regno d’Italia di nuova costituzione, guidato dal Piemonte, contro l’Impero austriaco nella terza guerra d’indipendenza italiana. La rapida sconfitta dell’Austria portò al ritiro del Regno di Venezia (compresa la capitale, Venezia). Mantova si ricongiunse alla Lombardia e fu incorporata nel Regno d’Italia.

Oggi, il commercio al dettaglio e i servizi terziari svolgono un ruolo importante nell’economia cittadina. Molto attivo è anche il settore dell’abbigliamento, con importanti insediamenti nel territorio comunale della città, Lubiam, Valstar e Corneliani, specializzato in particolare nella moda maschile, e il settore meccanico. Nel settore dell’artigianato sono ancora diffuse e rinomate le antiche lavorazioni della ceramica e della porcellana.

Attrazioni principali
Mantova è soprattutto un originale mix di storia e arte, vieni a Mantova e vivila, entra nei suoi palazzi e perditi nei suoi vicoli e vicoli, fermati in un’osteria e assapora la cucina raffinata del suo ricco passato. Dagli Etruschi a un sontuoso Rinascimento ascolta la sua storia ricca di misticismo e magia, piccola e ben disegnata.

La città raggiunse il suo splendore non solo nel Medioevo ma soprattutto durante la lunga dominazione dei signori Gonzaga, raffinati collezionisti d’arte, che ospitarono famosi architetti, pittori, poeti, filosofi, musicisti e scienziati. La “Città dei Tre Laghi” è come uno scrigno pieno di tesori, realizzati da artisti come Mantegna, Pisanello, Giulio Romano, Rubens, Leon Battista Alberti e tanti altri.

Rilassati tra festival di storia, arte, tradizioni, natura, cultura, musica e letteratura. Numerosi sono i palazzi, i musei, le chiese ei luoghi di interesse da visitare a Mantova. Mantova è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco il 7 luglio 2008 quale eccezionale testimonianza delle realizzazioni urbanistiche, architettoniche e artistiche rinascimentali.

La città si impone come un tesoro d’arte che nomi famosi nel mondo hanno saputo colmare con opere preziosissime; Mantegna, Pisanello, Giulio Romano, Leon Battista Alberti, Fancelli, Leonardo da Vinci, Tiziano, Ariosto il Tasso, Aretino… Nonostante molti capolavori siano andati dispersi, il valore culturale di Mantova è comunque eccezionale, con molti dei patrizi mantovani ed edifici ecclesiastici essendo esempi di singolare importanza dell’architettura italiana.

Mantova è una città a misura d’uomo dove si può passeggiare tra strade acciottolate e vicoli appartati mentre le piazze animate o silenziose si susseguono; seduti sui tavolini all’aperto di bar e ristoranti si può gustare la cucina locale che affonda le sue radici nei sontuosi banchetti della corte dei Gonzaga o nelle semplici cucine popolari.

Itinerario
Un buon itinerario per visitare Mantova è quello che inizia entrando nel centro storico di Mantova dal ponte San Giorgio, dal quale si può ammirare il famoso skyline di Mantova, molto suggestivo al tramonto. Attraversato il ponte troverete il Castello di San Giorgio, punto di confluenza delle strade che costeggiano i tre laghi di Mantova (Lago Superiore, Lago Inferiore e Lago di Mezzo).

Costruito tra il 1395 e il 1400, il Castello di San Giorgio è riconoscibile per le sue 4 torri (la Torre Nord-Est ospita la famosa Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna).

Costeggiando il lato destro del Castello di San Giorgio, si entra in Piazza Sordello, vero cuore della Mantova rinascimentale. Sul lato sinistro di Piazza Sordello si trova il Palazzo Ducale, residenza dei Gonzaga nel XIV secolo, dove sono custoditi numerosi tesori, tra dipinti, statue, arazzi.

Sul lato destro di Piazza Sordello si trova il Duomo di Mantova (Cattedrale di San Pietro), costruito nel XIII secolo e ristrutturato da Giulio Romano nel 1545. Sempre in Piazza Sordello a Mantova si trovano anche il Palazzo Vescovile, sede vescovile dal 1823 e Palazzo Bonacolsi (detto anche Palazzo Castiglioni).

Oltrepassando la volta di Piazza Sordello ci si trova nel centro storico di Mantova. Proseguendo a sinistra in Via Accademia, è possibile visitare il Teatro Bibiena, piccolo gioiello del Settecento progettato da Antonio Bibiena per volere di Maria Teresa d’Austria e inaugurato da Wolfgang Amadeus Mozart a soli 14 anni.

Da qui, attraversando la piazza dove è presente il monumento a Dante Alighieri, proseguendo lungo Via Adigò, si raggiunge Piazza Broletto, che ospita il Palazzo del Podestà, l’Arengario e il suggestivo Sottoportico dei Lattonai, che collega Piazza Broletto a Piazza Erbe. Il Palazzo del Podestà di Mantova, costruito nel 1227, è collegato al Palazzo del Massaro tramite l’Arengario. Sulla facciata del Palazzo del Podestà si trova l’Edicola di Virgilio, statua in marmo raffigurante il sommo poeta.

Proseguendo si arriva in Piazza Erbe, dove si possono ammirare il Palazzo della Ragione, costruito nel 1250, la Torre dell’Orologio (con esempio di orologio astronomico), la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica di Mantova (risalente al 1082) , a base circolare, costruita sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Piazza delle Erbe a Mantova è delimitata dai portici di case tardo gotiche e rinascimentali, tra cui la Casa del Mercante, costruita nel 1455 per il mercante Boniforte da Concorezzo.

Proseguendo lungo Corso Umberto I si arriva al Teatro Sociale di Mantova, costruito tra il 1818 e il 1822 da Luigi Canonica. Percorrendo poi Via Nievo, si raggiunge la centralissima Via Verdi e Piazza Canossa, di impronta settecentesca.

Da qui si può raggiungere in pochi minuti Piazza Virgiliana, dove si trova una statua dedicata a Virgilio e il Museo Diocesano. Arrivare poi in Piazza d’Arco, dove si trova il Palazzo d’Arco. Proseguendo lungo via Scarsellini si possono ammirare la sede dell’Università degli Studi di Mantova e la Chiesa di San Francesco. Proseguendo per Via Solferino, Via Bonomi, Via Tito Speri, si arriva in via Chiassi, dove si trova la Chiesa di San Barnaba. Proseguendo dritto lungo via Poma, sulla sinistra si scorge la Casa di Giulio Romano, edificata tra il 1538 e il 1544.

Al termine di Via Roma, svoltando a destra in Via Acerbi, si raggiunge la Casa del Mantegna, edificio che l’artista padovano fece costruire nel 1476. Di fronte si può ammirare la Chiesa di San Sebastiano (Famedio), progettata da Leon Battista Alberti nel 1460, che oggi ospita il monumento ai partigiani caduti della prima guerra mondiale.

E proseguendo si arriva a Palazzo San Sebastiano, residenza di Francesco II Gonzaga, e oggi sede del museo cittadino. Palazzo Te A meno di cento metri si trova Palazzo Te, costruito tra il 1525 e il 1534 da Giulio Romano su commissione di Federico II Gonzaga. Da non perdere le varie torri nelle vie del centro di Mantova.

Palazzo:

Palazzo Ducale
Palazzo Ducale è forse più corretto parlare di “città-palazzo”, in quanto il complesso architettonico è costituito da numerosi edifici collegati tra loro da corridoi e gallerie, e arricchito da cortili interni, alcuni pensili, e vasti giardini. Il palazzo dei Gonzaga, per estensione dei tetti, è il secondo in Europa superato solo dal Vaticano. Non appare improprio definire Palazzo Gonzaga Palazzo Ducale, data l’abitudine di quasi ogni Duca di costruire la propria dimora che si andava ad affiancare a quanto precedentemente edificato. Ancor prima che i Gonzaga salissero al potere, erano stati costruiti i primi nuclei del Palazzo.

La storia del complesso si identifica soprattutto con quella della famiglia che governò la città fino al 1707. Tra le altre, la cosiddetta Camera degli Sposi (Camera picta) nel Castello di San Giorgio, parte della “città-palazzo” , affrescata da Andrea Mantegna e dedicata a Ludovico III Gonzaga e alla moglie Barbara di Brandeburgo. Diventata austriaca Mantova, i lavori di ristrutturazione proseguirono fino alla seconda metà del XVIII secolo ad opera dei governatori inviati dall’imperatore.

Palazzo Te
Palazzo Te è opera di Giulio Romano che nel 1525 lo concepì su commissione del marchese Federico II Gonzaga che lo utilizzò per il suo tempo libero. Ha fatto vivere lì la sua amante “ufficiale” Isabella Boschetti. Il “Palazzo dei lucidi inganni” sorgeva al centro di un’isola ricca di boschi e circondata dalle acque di un lago, ormai prosciugato: misterioso, ricco di simboli e miti che risaltano nelle sale splendidamente affrescate dallo stesso Giulio Romano, come la famosa Sala dei Giganti e quella di Amore e Psiche e, dulcis in fundo, la Sala dei Cavalli che celebra le scuderie dei Gonzaga allora famose in tutta Europa.

Palazzo della Ragione
Palazzo della Ragione fu costruito quando Guido da Correggio era podestà (1242), in epoca comunale, con funzioni pubbliche e per consentire assemblee e riunioni cittadine. Al piano terra l’edificio ospitava, come oggi, numerose botteghe, mentre nel grande salone al piano superiore si amministrava la giustizia. Sulle pareti di questa sala si possono vedere i resti di affreschi medievali della fine del XII e del XIII secolo recentemente restaurati. A questa sala si accede tramite una ripida scalinata posta sotto la Torre dell’Orologio costruita nel XV secolo, epoca alla quale risalgono anche i portici che si affacciano su piazza Erbe. Il Palazzo è oggi adibito a sede espositiva ospitante mostre d’arte organizzate dal Comune di Mantova.

Palazzo Bonacolsi (Castiglioni)
Palazzo Bonacolsi si trova in Piazza Sordello, fu costruito da Pinamonte dei Bonacolsi intorno al 1272 e adattato da Luigi Gonzaga dopo la conquista del potere nel 1328. Fu l’antica dimora della famiglia Bonacolsi, che governò la città dal 1272 al 1328. Il palazzo è attualmente ancora dimora della famiglia dei conti Castiglioni, discendente di Baldassarre Castiglione, uomo politico e letterato del XVI secolo, autore de Il Cortegiano. Al piano terra l’originario portone d’ingresso con un grande arco a sesto acuto bicolore decorato da scudi con stemma Bonacolsi.

Palazzo del Podestà
Palazzo del Podestà detto anche “Palazzo del Broletto”, fu edificato nel 1227, su commissione del bresciano Laudarengo Martinengo nominato podestà di Mantova. Dal 1462 subì un’importante ristrutturazione ad opera di Giovanni da Arezzo per conto di Ludovico III Gonzaga.

Palazzo di San Sebastiano
Palazzo di San Sebastiano fu costruito tra il 1506 e il 1508 per volere del marchese Francesco II che vi abitò e vi morì nel 1519. Fu utilizzato dai Gonzaga per trent’anni e già nel 1536 abbandonato e spogliato dai successivi duchi. Nella sala principale del palazzo si trovavano le nove tele del Mantegna raffiguranti I Trionfi di Cesare che furono vendute alla corona inglese e oggi conservate a Hampton Court. Ha subito molteplici trasformazioni fino al 1998 quando sono iniziati i restauri. Dal 2005 è adibito a Museo della Città. Nelle sale che conservano ancora tracce di affreschi del glorioso passato come la Camera del Crgiuolo, la Camera delle Frecce, la Camera del Sole e nella Loggia dei Marmi sono esposti dipinti, statue, busti, fregi e altri reperti architettonici.

Palazzo Arco
fu costruito nel 1784 su un preesistente palazzo quattrocentesco dall’architetto Antonio Colonna per la famiglia trentina D’Arco. Caratterizzato dalla grande facciata neoclassica ispirata all’arte del Palladio, l’edificio è un museo per i tesori d’arte che contiene: ancora arredato con i mobili di famiglia, ospita importanti collezioni artistiche tra cui i dipinti settecenteschi di Giuseppe Bazzani, un biblioteca di oltre seimila volumi e una raccolta di strumenti scientifici. Nella Sala dello Zodiaco ci sono affreschi (1520) attribuiti a Giovanni Maria Falconetto. Nel Palazzo si celebrò nel 1810 il processo ad Andreas Hofer eroe dell’indipendenza tirolese contro la dominazione francese.

Architetture religiose:

Cattedrale di San Pietro (Duomo)
Dedicata a San Pietro, l’attuale cattedrale in stile romanico con aggiunte gotiche, fu costruita tra il 1395 e il 1401 dopo che un incendio, secoli prima, aveva distrutto un precedente tempio paleocristiano. Fu ristrutturata nel 1545 da Giulio Romano, che lasciò intatta la facciata ma modificò le forme, ispirandosi alle basiliche paleocristiane. L’attuale facciata, in marmo di Carrara, risale al 1761. Il fianco presenta inserti gotici come rosoni, cuspidi e pinnacoli, resti dell’antica facciata. All’interno si può ammirare il soffitto a cassettoni che sovrasta le tre navate: quella principale è decorata con statue di sibille e profeti risalenti al XVI secolo. Sotto l’altare maggiore si trova il corpo incorrotto di Sant’Anselmo da Baggio, patrono della città. Il Duomo, situato nella monumentale Piazza Sordello,è il vescovado di Mantova.

Basilica di Sant’Andrea
Progettata da Leon Battista Alberti, fu realizzata a partire dal 1472 e completata 328 anni dopo con la costruzione della cupola su disegno di Filippo Juvarra. Nella cripta è custodita all’interno dei Sacri Vasi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo portata a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle si trova il monumento funebre di Andrea Mantegna, sormontato dall’effigie bronzea del pittore di corte dei Gonzaga.

Basilica Palatina di Santa Barbara
La chiesa della corte dei Gonzaga fu voluta dal duca Guglielmo che ne incaricò il progetto l’architetto mantovano Giovan Battista Bertani. Parte integrante del Palazzo Ducale, la costruzione della chiesa fu completata nel 1572.

Rotonda di San Lorenzo
La Rotonda di San Lorenzo è la chiesa più antica della città, edificata nell’XI secolo durante la dominazione dei Canossa. A pianta centrale rotonda, la Rotonda di San Lorenzo si trova ad un livello inferiore rispetto a Piazza delle Erbe e conserva un matroneo e tracce di affreschi di scuola bizantina risalenti all’XI-XII secolo. Nel corso dei secoli subì radicali trasformazioni; sconsacrato, divenne magazzino tanto che agli inizi del Novecento fu inglobato negli edifici successivi alla sua costruzione. Espropriata nel 1908, la rotonda di San Lorenzo fu restaurata e riaperta nel 1911 per poi tornare alla sua originaria destinazione religiosa nel 1926.

Chiesa di San Sebastiano
Chiesa di San Sebastiano iniziata nel 1460 da Luca Fancelli su progetto di Leon Battista Alberti, fu completata nel 1529. Sconsacrata nel Settecento, fu adibita a vari usi fino al 1925 quando, dopo un discutibile restauro che aggiunse le due scalinate d’ingresso , si trasformò in una carestia dei mantovani caduti di tutte le guerre.

Sinagoga Norsa Torrazzo
La Sinagoga di Norsa Torrazzo fu spostata e ricostruita fedelmente nell’attuale sede, quando fu decisa la demolizione del quartiere ebraico, tra il 1899 e il 1902.

Seminario Vescovile
Seminario vescovile situato accanto al Duomo in Via Fratelli Cairoli, è stato ristrutturato nel 1825 in stile neoclassico come si nota in particolare nella facciata e nel cortile interno.

Architetture civili:

Casa del Mantegna
Dimora del pittore Andrea Mantegna, fu edificata su un terreno donato dal marchese Ludovico Gonzaga che lo nominò pittore di corte nel 1457. Si tratta di un edificio quadrato in mattoni rossi con al centro un cortile cilindrico aperto ad un cerchio di cielo, riproposto nella famosa Camera degli Sposi a Palazzo Ducale.

La casa di Rigoletto
Giuseppe Verdi musicò la storia e il popolo mantovano gli diede la residenza; verso la fine di Piazza Sordello si trova la casa del “Rigoletto”, il buffone di corte dei Gonzaga. Il personaggio in realtà ha poco di Mantova, l’omonima opera verdiana fu infatti tratta da un’opera teatrale di Victor Hugo e adattata in territorio mantovano, trasformando il re di Francia in Duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto. La struttura quattrocentesca ospita la scultura del Rigoletto, opera di Aldo Falchi, collocata nel piccolo cortile interno.

Casa della Beata Osanna Andreasi
Casa della Beata Osanna Andreasi è un esempio unico di residenza mantovana edificata nel XV secolo, in stile fancelliano, dove vi abitò la beata Osanna Andrea, membro di un’illustre famiglia che faceva parte della classe dirigente e culturale dei Gonzaga stato.

La casa di Bertani
La casa Bertani fu dimora di Giovan Battista Bertani, architetto al servizio dei duchi Gonzaga, che tra il 1554 e il 1556 trasformò il preesistente edificio del 1300 di proprietà dei marchesi Striggi. Singolare l’idea di inserire due lapidi con testi incisi di Vitruvio e due colonne ioniche, di cui una segata a metà con incisioni e decorazioni che riportano didatticamente le regole desumibili dal trattato vitruviano, De architectura. Successivamente la proprietà della casa Bertani cambiò numerose volte rivivendo una nuova breve stagione artistica quando negli anni Cinquanta del Novecento fu acquistata dal pittore mantovano Vindizio Nodari Pesenti.

Casa di Giulio Romano
Casato di Giulio Romano fu Federico Gonzaga che convinse Giulio Pippi detto Giulio Romano a venire a Mantova. Necessitando di una casa Giulio Romano, nell’anno 1544, nell’allora Contrada Larga, fu costruita la residenza che, nonostante un intervento nell’Ottocento dell’architetto Paolo Pozzo, mantiene inalterato lo stile architettonico romano.

Casa del mercante
Casa del Mercante è anche conosciuta come la “Casa di Boniforte da Concorezzo”, l’antico proprietario che la fece costruire nel 1455. L’edificio è caratterizzato da una sorprendente facciata interamente in cotto con decorazioni in stile veneziano.

Casa del mercato
Casa mercato presumibilmente corrispondente alla Domus Mercati, fu ricostruita nel 1462 dall’architetto Luca Fancelli su commissione del marchese Ludovico Gonzaga. Durante i lavori di restauro (1997-2001) sono venuti alla luce importanti affreschi attribuiti alla scuola di Andrea Mantegna.

Casa del Rabbi
Casa del Rabbino fu costruita negli anni intorno al 1680 dall’architetto fiammingo Frans Geffels, a Mantova come prefetto delle fabbriche Gonzaghesche. Edificio di quattro piani, la facciata è caratterizzata da pannelli in stucco raffiguranti luoghi ed episodi biblici. Fu costruito all’interno del ghetto istituito pochi decenni prima, accogliendo, come da tradizione, le famiglie dei capi religiosi della numerosa comunità ebraica mantovana.

Grande Ospedale di San Leonardo
Commissionato da Ludovico III Gonzaga per la pubblica assistenza e completato intorno al 1470 dall’architetto Luca Fancelli, nel 1797 fu trasformato in carcere e successivamente in caserma. Attualmente ospita gli uffici della Polizia di Stato.

Palazzo dell’Accademia
Su progetto di Giuseppe Piermarini del 1770, fu l’architetto Paolo Pozzo a curare, tra il 1773 e il 1775, i lavori di rifacimento dell’edificio medievale divenuto prima sede dell’Accademia degli Invaghiti e poi della Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere, attuale Accademia Nazionale Virgiliana. L’edificio in stile neoclassico comprende un tipico esempio di barocco rappresentato dal Teatro Scientifico dell’Accademia detto Bibiena, dal nome dell’architetto Antonio Bibiena che lo costruì tra il 1767 e il 1769

Palazzo dell’agricoltura
Palazzo dell’Agricoltura fu costruito nel 1926 – 27 come Palazzo dei Sindacati su progetto dell’Ing. Carlo Finzi. Assunse il nome attuale, divenendo sede delle maggiori organizzazioni provinciali legate all’agricoltura come il Consorzio Agrario, la Federazione dei Coltivatori Diretti, la Federazione degli Agricoltori e l’Ispettorato Agrario.

Palazzo della Banca d’Italia
Il palazzo della Banca d’Italia fu costruito tra il 1914 e il 1923 su progetto dell’architetto Gaetano Moretti, esponente del Liberty e dell’Eclettismo. Quest’ultimo stile è evidente nelle finiture e nelle decorazioni delle facciate che richiamano l’architettura gotica, barocca, rinascimentale ed esotica. Nata per ospitare la sede provinciale della Banca d’Italia, tale funzione è cessata alla fine del 2008 con la chiusura della filiale di Mantova dell’istituto emittente. Nel frattempo, il 29 gennaio 2007, l’edificio è stato classificato di interesse storico e artistico dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia.

Palazzo Canossa
Palazzo Canossa fu costruito nel XVII secolo su commissione dei Marchesi Canossa, famiglia veronese di antica stirpe. La facciata bugnata richiama le soluzioni cinquecentesche di Giulio Romano ed è caratterizzata da un portale marmoreo vegliato da due cani dello stemma di famiglia. Altro dettaglio di particolare pregio architettonico è una monumentale scalinata barocca che conduce al piano nobile dell’edificio.

Palazzo Capilupi
Palazzo Capilupi divenne la dimora della nobile famiglia Capilupi nel 1414. Il portale d’ingresso fu disegnato da Giulio Romano.

Palazzo Cavriani
Palazzo Cavriani fu dimora della nobile famiglia Cavriani fin dal XV secolo. Fu ricostruita nel 1756 dall’architetto Alfonso Torreggiani. L’esterno presenta una serie di finestre con robuste ringhiere, mentre quelle del piano superiore hanno tetti triangolari ea mezzaluna. L’interno si apre con un ampio salone ricco di stucchi e affreschi di pittori mantovani tra cui Giuseppe Bazzani e Francesco Maria Raineri.

Palazzo Colloredo
Palazzo Colloredo, detto anche “Palazzo Guerrieri-Gonzaga”, fu acquistato da Giovanni Battista Guerrieri nel 1599 che ne affidò la ristrutturazione all’architetto Antonio Maria Viani. La facciata prebarocca è caratterizzata e decorata da dodici erme in malta di calce con finitura superficiale in marmorino che alternano figure maschili e femminili. Divenuto proprietà dei conti Colloredo con Carlo Ludovico Colloredo marito di Eleonora Gonzaga (1699-1779) della stirpe Vescovato, il 30 marzo 1872 fu acquistato dal Comune e destinato a sede degli Uffici Giudiziari del Tribunale. Da allora è diventato il “Palazzo di Giustizia” della città.

Bath Palace
Bath Palace, palazzo settecentesco subì un intervento ottocentesco sulle facciate ad opera dell’architetto Giovanni Cherubini. Gli interni furono decorati da pregevoli pittori come Giuseppe Bazzani e Giovanni Cadioli. Attualmente è sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale.

Palazzo municipale
Il palazzo comunale è sede degli uffici e della sala consiliare del comune di Mantova. L’edificio appartenuto al ramo Gonzaga di Bozzolo dal XV secolo, dopo numerosi passaggi di proprietà, fu acquistato dall’amministrazione civica nel 1819, che ne organizzò la ristrutturazione interna ed esterna tra il 1825 e il 1832, con l’affidamento dell’incarico a l’architetto neoclassico Gian Battista Vergani.

Palazzo Sordi
Palazzo Sordi fu il primo marchese della famiglia Sordi, Benedetto, che volle la costruzione dell’omonimo palazzo. Affidò il progetto e la prosecuzione dei lavori, iniziati nel 1680, all’architetto fiammingo Frans Geffels, prefetto delle fabbriche dei Gonzaga. Nasce uno dei rari esempi di barocco nella città virgiliana. Di particolare pregio sopra il portale d’ingresso, un tondo con la Madonna col Bambino, un altorilievo di Giovanni Battista Barberini, opera inserita in una facciata dorica e intonacata e parzialmente bugnata ricca di altre decorazioni e bassorilievi in ​​marmo e stucco. Il palazzo è privato e quindi chiuso al pubblico.

Palazzo Valenti Gonzaga
Palazzo Valenti Gonzaga, residenza dei Marchesi Valenti Gonzaga dal 1500, il palazzo subì una radicale trasformazione nel XVII secolo, costituendo una gigantesca struttura architettonica, sontuosa all’esterno, un sorprendente cortile interno riccamente decorato con stucchi, e ricco di ‘affreschi e statue dell’autore all’interno. Da allora ha rappresentato uno dei più importanti esempi di architettura e decorazioni del periodo barocco a Mantova. Come per altre opere di questo stile, l’autore fu l’architetto Frans Geffels (1625 – 1694). Recentemente restaurato, è adibito ad uffici.

pescivendoli
Pescherie, dette anche Loggia di Giulio Romano, furono appunto progettate dal grande architetto del manierismo. L’opera, eseguita nel 1536, consistette nella trasformazione del ponte medievale che attraversava il Rio con la costruzione di due arcate parallele che erano destinate al commercio del pesce.

Villa Nuvolari
Villa Nuvolari, originariamente chiamata Villa Rossini; fu infatti commissionato dal campione di tiro Romolo Rossini, all’architetto Luigi Corsini, nel 1926. La sua costruzione iniziò nel 1929, mentre negli anni Quaranta fu acquistato da Tazio Nuvolari, che non vi abitò mai, limitandosi ad utilizzare il giardino come un garage. Alla morte del campione automobilistico, la vedova Carolina Nuvolari ha ceduto la villa all’ospedale cittadino Carlo Poma in cambio di una rendita. Dal 2005 l’edificio è diventato sede di istituti bancari.

Architetture militari:

Mura di Mantova
Le mura di Mantova costituivano il sistema difensivo della città di Mantova, nell’odierna Lombardia. La prima cerchia di mura fu costruita a protezione del nucleo più antico della città vecchia (civitas vetus, 800-1115 circa) e si estendeva dalle attuali via Montanari, via Sant’Agnese, via Cavour fino a via Tazzoli e largo Vigili del Fuoco. La parte nord-orientale della città era naturalmente protetta dal Lago di Mezzo e dal Lago Inferiore. Le mura erano protette da un fossato (“fossato dei buoi”), interrato nel XVI secolo, che occupava l’area della Via Accademie ed entrava nel Lago Inferiore. Successivamente furono parzialmente distrutti e inglobati nella costruzione delle case.

Con l’espansione della città, all’inizio del XIII secolo, la città fu abitata e fortificata da una seconda cinta muraria fino al Rio, il canale voluto dall’ingegnere Alberto Pitentino, che collegava i laghi Superiore e Inferiore regolando le piene del Mincio. Una terza cinta muraria, in seguito all’espansione della città a sud, fu realizzata all’inizio del XV secolo da Francesco I Gonzaga, quarto capitano del Popolo di Mantova, in direzione dell’odierna via Piave, viale della Repubblica, via Allende . Il sistema difensivo rimase pressoché inalterato fino all’inizio del Cinquecento, quando Francesco II Gonzaga, quarto marchese di Mantova, decise una profonda ristrutturazione, proseguita dal figlio Federico II.La sovrintendenza dei lavori fu affidata all’ingegnere militare di corte Alessio Beccaguto, che comprese anche la costruzione di nuovi bastioni.

Alla caduta dei Gonzaga (1708), Mantova passò sotto il dominio degli Austriaci, che la trasformarono in uno dei baluardi più importanti dell’Italia settentrionale. Furono eretti nuovi bastioni, terrapieni e baluardi di difesa. Tra il 1815 e il 1866 Mantova appartenne, insieme a Verona, Peschiera e Legnago, al sistema difensivo austriaco denominato Forte del Quadrilatero. Con l’annessione al Regno d’Italia la città perse progressivamente il suo ruolo strategico e il sistema difensivo venne progressivamente smantellato.

Forte di Pietole
Il Forte delle Pietole faceva parte del sistema difensivo mantovano. Il forte fu costruito dai francesi nel 1808, ma passò poi agli austriaci dopo il 1814, che lo completarono e lo potenziarono per farne una polveriera. Allo scoppio della prima guerra mondiale il forte fu utilizzato anche come deposito di armi. Il 28 aprile 1917 scoppiò un incendio che distrusse gran parte della polveriera. Successivamente il forte fu fermato ei militari lo abbandonarono definitivamente nel 1983. Da allora il forte è rimasto tale in disuso, abbandonato in mezzo al bosco. Solo nel maggio 2011, un gruppo di volontari si è impegnato a ripulire parzialmente la fortezza. Il forte godeva di una massiccia struttura fortificata, difesa su tre dei quattro lati da ampi terrapieni e quattro bastioni. Lungo il suo perimetro corre una strada coperta,che si collega in due punti con l’interno della fortezza. Particolari sono le gallerie di contromina che corrono sotto la fortificazione, che all’occorrenza potevano essere minate e fatte saltare, distruggendo le forze nemiche sotto le quali passavano.

Fortezza di Sparafucile
Eretta in epoca medievale, la Rocca di Sparafucile faceva parte delle fortificazioni orientali di Mantova, in particolare utilizzata per la difesa del ponte di San Giorgio, tanto che per lungo tempo fu chiamata esclusivamente “Rocchetta di San Giorgio”. Il suo nome attuale nasce dall’ambientazione, sulla “riva deserta del Mincio”, dell’osteria dell’assassino Sparafucile, luogo del tragico epilogo del Rigoletto, una delle opere più famose di Giuseppe Verdi. L’edificio è immortalato nel dipinto Morte della Vergine di Andrea Mantegna, del 1461-65 (Madrid, Museo del Prado).

Castello di San Giorgio
Castello di San Giorgio, maniero a difesa della città-fortezza di Mantova, fu costruito dal 1395 al 1406 da Bartolino da Novara su commissione di Francesco I Gonzaga sui ruderi della Chiesa di Santa Maria di Capo di Bove.

Torri:

Torri difensive:
Torre della Gabbia: la torre fu innalzata dai Bonacolsi negli ultimi decenni del XIII secolo e assunse il nome attuale nel 1576 quando il Duca Guglielmo Gonzaga fece costruire la grande gabbia di ferro come “carcere a cielo aperto” dove venivano esposti i condannati allo scherno pubblico.
Torre di Sant’Alò o Torre Nuova: la torre è una costruzione del 1370 situata in Piazza Arche, che faceva parte del sistema difensivo della città.
Casa Torre dei Bonacolsi: la torre, che si erge alla fine di Vicolo Bonacolsi, fa parte del duecentesco Palazzo Bonacolsi.

Torri Civili:
Torre dell’Orologio: la torre, a pianta rettangolare, fu eretta nel 1472 su progetto di Luca Fancelli e l’anno successivo vi fu collocato l’orologio meccanico disegnato da Bartolomeo Manfredi. Nella nicchia sottostante, realizzata nel 1639, fu collocata una statua della Vergine Immacolata.
Torre del Podestà: la “Torre Civica” del Broletto (altro nome della torre), che è addossata a Casa Tortelli, sorge sull’omonima piazza, ha un’altezza di quasi 47 metri e dal 1227 su iniziativa del sindaco Laudarengo Martinengo, è parte integrante del maestoso Palazzo del Podestà. Sul lato prospiciente piazza Broletto campeggia l’arma del podestà Gabriello Ginori, del 1494.
Torre dello Zuccaro: la torre, alta 42 metri, fu costruita nella prima metà del XII secolo. Le prime notizie scritte risalgono al 1143. Si trova in via Enrico Tazzoli. Il nome deriva dalla famiglia che lo avrebbe posseduto, anche se l’immaginario popolare ha alimentato l’idea che il nome sia nato dalla presenza di zucchero immagazzinato nelle vicinanze, infatti viene chiamato “Tor dal Sücar” nel dialetto locale. Fu acquistato da Pinamonte dei Bonacolsi nel 1273 dalla famiglia Ripalta.
Torre dei Gambulini: la torre, alta 37 metri, sorge in via Ardigò. Da documentazione dell’epoca esisteva già nel 1200, derivando il nome dalla famiglia che lo possedeva. Da questi ceduto alla famiglia Ripalta e poi ai da Oculo, nel 1289 divenne proprietà dei Gonzaga, non ancora sovrani di Mantova. L’edificio annesso alla torre divenne l’occasionale residenza di Aloisio Gonzaga, signore di Castel Goffredo. Qui morì il condottiero Giovanni dalle Bande Nere il 30 novembre 1526. Fu poi accorpato al Collegio e al convento dei Gesuiti e dal 1883 fa parte del complesso dell’Archivio di Stato di Mantova. In tempi recenti è stato avviato il progetto di trasformare la torre in una terrazza panoramica che permetta una vista a 360 gradi del centro storico di Mantova.
Torre Salaro: dal XIII secolo veniva utilizzata come deposito di sale.
Torre Arrivabene: la torre d’angolo sorge in via Arrivabene e fu eretta insieme all’omonimo palazzo di famiglia, attribuito a Luca Fancelli, nel 1481.
Torre di San Domenico: sorge accanto alle Pescherie di Giulio Romano ed è ciò che resta della chiesa e del convento di San Domenico eretti in stile gotico nel 1466.
Cartiera Burgo: L’edificio è stato progettato da Pier Luigi Nervi su commissione delle Cartiere Burgo e costruito tra il 1961 e il 1964. L’obiettivo primario era quello di collocare un’unica macchina a ciclo continuo in un’unica stanza lunga 250 metri per trasformare la pasta di legno in carta da giornale. La soluzione trovata da Nervi per la copertura ha fatto sì che l’edificio venisse chiamato “fabbrica sospesa” in particolare per i quattro cavi d’acciaio sospesi da due telai in cemento armato alti 50 metri.

Musei:

Museo Civico di Palazzo San Sebastiano
Il Museo della Città di Palazzo San Sebastiano è un museo di Mantova che ha sede nell’omonimo palazzo cinquecentesco di proprietà del comune. Il palazzo fu costruito tra il 1506 e il 1508 per essere la residenza preferita del marchese Francesco II Gonzaga, che vi morì nel 1519. Gerolamo Arcari e Bernardino Ghisolfo diressero i lavori e si occuparono delle decorazioni interne furono pittori come Lorenzo Leonbruno, Matteo , Lorenzo Costa il Vecchio e Carlo del Mantegna. Nella sala superiore si trovavano le nove tele del Mantegna raffiguranti i Trionfi di Cesare. Il recupero è iniziato nel 1999 con l’obiettivo di ripristinare il più possibile il progetto originario e recuperare almeno parte delle decorazioni parietali interne ed esterne.Il restauro ha permesso di recuperare preziosi frammenti degli affreschi che decoravano esternamente il Palazzo, seguendo il gusto tipico delle costruzioni mantovane della seconda metà del XV secolo.

Il museo è stato inaugurato il 19 marzo 2005. Parte delle opere appartenenti alle Collezioni Civiche che già nell’Ottocento costituivano il Museo Patrio sono esposte nel Museo della Città. Quanto proposto ha l’ambizione di raccontare i momenti più emblematici della storia di Mantova e rappresentare la sua grande civiltà artistica. Il Museo del Risorgimento di Mantova fu inaugurato il 3 marzo 1903 nel 50° anniversario del martirio di Belfiore. Dopo varie sedi e vicissitudini, nel 2005 le collezioni del Museo del Risorgimento, senza sede, sono state formalmente accorpate al nuovo Museo Civico di Palazzo San Sebastiano.

Casa del Mantegna
Il disegno architettonico dell’edificio è caratterizzato da una pianta dal perfetto disegno geometrico: il cerchio del cortile è compreso nel quadrato dell’edificio. Collegate da un percorso circolare, le stanze si affacciano sullo spazio cilindrico del cortile con porte o finestre ad arco, evidente riproposizione rinascimentale dell’atrio di una domus romana. Non c’è nulla di casuale in questi due diversi modi di accostarsi al complesso architettonico che Andrea Mantegna ha voluto progettare come sua casa e bottega.

Esprimono la complessa impressione che scaturisce dall’analisi dell’edificio architettonico che, nella sua generale semplicità, propone invece un impianto volumetrico sicuramente inconsueto. Infatti, all’interno del blocco parallelepipedo che si percepisce all’esterno, nella parte inferiore è inserito un corpo cilindrico, inscritto in un cubo che lo sovrasta. Oggi l’edificio è adibito a sede di mostre temporanee ed è sede ufficiale del Settore Cultura della Provincia di Mantova.

Galleria Storica del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
La Galleria storica dei Vigili del fuoco di Mantova, è la più grande esposizione in Italia, dei veicoli e dei cimeli storici dei Vigili del fuoco. La galleria è ospitata in un edificio nei pressi della torre di Sant’Alò in Largo dei vigili del fuoco di Mantova. Gli spazi e le stanze occupati dalla galleria fanno parte del complesso monumentale del Palazzo Ducale di cui erano le scuderie. Istituito negli anni ’90 del secolo scorso, per volontà di Nicola Colangelo, già comandante dei vigili del fuoco mantovano, è gestito e curato dal Comando provinciale dei vigili del fuoco di Mantova in collaborazione con la Soprintendenza.

Il materiale esposto è abbondante e vario; passare da cimeli storici statici come divise, caschi e altri strumenti, a veicoli a motore (veicoli, barche e persino un elicottero) provenienti da tutto il territorio nazionale. I mezzi di trasporto sono quelli di produzione nazionale ed anche estera purché utilizzati dai vigili del fuoco italiani. Le testimonianze storiche degli oggetti esposti risalgono ai primi del Settecento, vi sono carrozze a cavalli e persino una pompa a vapore. Si tratta di veri e propri capolavori meccanici dell’epoca in gran parte restaurati e ancora funzionanti.

Museo Tazio Nuvolari e Learco Guerra
Il Museo Tazio Nuvolari e Learco Guerra è un museo situato a Mantova, ospitato nell’ex chiesa del Carmelino. È dedicato a due noti sportivi mantovani del passato: Tazio Nuvolari (1892-1953), universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo mondiale; Learco Guerra (1902-1963), ciclista su strada, campione del mondo nel 1931. Il museo ospita coppe, trofei, medaglie, onorificenze, lettere, fotografie, manifesti, giornali e riviste d’epoca.

Museo Archeologico Nazionale di Mantova
Il Museo Archeologico Nazionale di Mantova è un museo archeologico situato a Mantova, in cui è raccolto materiale recuperato da vari scavi e ricerche nel territorio dell’omonima provincia. L’area dove oggi sorge il museo, all’interno del perimetro del Palazzo Ducale di Mantova, ha ospitato il teatro della Corte dei Gonzaga dalla metà del XVI alla fine del XIX secolo. Divenuto demanio comunale nel 1896, vi fu costruito il “mercato dei bozzoli” dei bachi da seta,poi destinato al commercio ortofrutticolo e infine donato dal Comune di Mantova al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo affinché potesse iniziare la ristrutturazione e la trasformazione in museo archeologico destinato a raccogliere i numerosi reperti provenienti dagli scavi nel provincia di Mantova.

Il progetto di restauro si è posto l’obiettivo di preservare le caratteristiche ambientali e architettoniche di un notevole esempio di architettura paleoindustriale di fine ‘800, mantenendone l’aspetto esterno originario, la struttura interna della copertura a capriate sorretta da pilastri disposti in due file.. L’imponente edificio originario è ora tagliato da tre piani per un uso razionale dello spazio interno. Pur utilizzando solo in parte l’edificio restaurato, il museo offre già un’esposizione di collezioni di reperti che vanno dal Neolitico e dall’età del bronzo, all’età etrusca, celtica, romana, medievale e rinascimentale, tutti materiali rinvenuti nel territorio mantovano. Dall’11 aprile 2014 gli Amanti di Valdaro sono esposti permanentemente in una teca di vetro,due scheletri neolitici rinvenuti a Valdaro nei pressi di Mantova nel 2007, così chiamati perché i due scheletri, un uomo e una donna, sono stati ritrovati abbracciati.

Chiesa-Museo di Santa Maria della Vittoria
Commissionato da Francesco II Gonzaga nel 1496 in ricordo della vittoria ottenuta contro l’esercito francese comandato da Carlo VIII nella battaglia di Fornovo nel 1495.

Spazio pubblico:

Piazze e strade

Piazza Sordello
Piazza Sordello è l’antico fulcro della vita artistica e politica di Mantova, di modeste dimensioni (150×60 m) accoglie tra i principali edifici monumentali della città, come il Palazzo Ducale (Palazzo del Capitano e Domus Magna), il Palazzo Acerbi, al cui interno si trova la cappella Bonacolsi, dominata dalla Torre della Gabbia, il palazzo Bonacolsi (oggi Castiglioni), il palazzo vescovile dei Bianchi (dal nome della famiglia che lo costruì nel Settecento) e la Cattedrale. Una recente scoperta archeologica accidentale (dicembre 2006) ha riportato alla luce i pavimenti a mosaico ei resti di una domus romana di età imperiale attualmente visitabile all’interno di una struttura provvisoria.

via Broletto
Via Broletto, importante arteria stradale che collega Piazza delle Erbe a Piazza Sordello, passando sotto il Voltone di San Pietro.

Broletto quadrato
con l’espansione della città oltre il primitivo nucleo storico, intorno all’anno 1190, venne creata Piazza Broletto che ancora oggi è circondata da edifici di epoca comunale come il Palazzo del Massaro, l’Arengario e il Palazzo del Podestà, detto anche Palazzo del Broletto, con la Torre Comunale. Sulla facciata di quest’ultimo edificio, spicca una statua duecentesca di scuola veronese raffigurante “Virgilio in cathedra”, tradizionalmente chiamata “La Vecia” (quella vecchia) nel dialetto locale. Dal 1894 al centro della piazza è collocata una fontana con vasca in marmo veronese e tre delfini disposti verticalmente.

Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe è luogo di commercio, si apre a sud con la “Casa di Giovan Boniforte da Concorezzo” (o “Casa del Mercante”) del 1455, prosegue con la romanica Rotonda di San Lorenzo, la Torre dell’Orologio, il Palazzo della Ragione e termina con Palazzo Broletto (o del Podestà) edificato nel XII secolo, che lo separa e dà il nome alla piazza adiacente.

Piazza Canossa
Sulla piazza si affacciano il seicentesco Palazzo Canossa, la chiesa della Madonna del Terremoto e, sul terzo lato, un palazzo porticato del 1720. Dal Cinquecento ai giorni nostri la piazza ha cambiato nome più volte, assumendo in sequenza i nomi di Plateola cum uno puteo (piazza con il pozzo), “piazza alberriggia” e, nel XVII secolo, “piazza del haeno”. quando la costruzione di Palazzo Canossa fu trasformata in modo definitivo. Sulla piazza si trova anche un’antica edicola liberty, risalente al 1882 e restaurata dal Fondo FAI per l’Ambiente Italiano.

Piazza Virgiliana
Piazza Virgiliana fu voluta dal generale Sextius Alexandre François de Miollis, governatore durante l’occupazione francese, che spinse le autorità cittadine a trasformare lo spazio informe, spesso parzialmente sommerso dall’alluvione del Lago di Mezzo, in una piazza utilizzata per esercitazioni militari e per ospitare un monumento che ricordava Mantova patria di Virgilio. L’incarico fu affidato all’architetto Paolo Pozzo. Furono colmate le cavità e demoliti gli edifici di scarso pregio che circondavano la radura per consentire l’inserimento di alberi, piante e arbusti., fu distrutta nel 1919 per essere sostituita dall’attuale opera in marmo di Carrara, il cui progetto fu affidato all’architetto Luca Beltrami. L’inaugurazione avvenne nel 1927.

Ponti:

Ponte dei Mulini
Il Ponte dei Mulini fu progettato dall’ingegnere Alberto Pitentino, costruito nel XII secolo per regolare le acque del fiume Mincio ed evitarne l’impaludamento. Fu quindi creato artificialmente un dislivello di pochi metri tra il Lago Superiore e il Lago di Mezzo, che dall’anno 1229 alimentavano 12 mulini. L’antico edificio medievale fu distrutto dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.

Ponte di San Giorgio
Ponte di San Giorgio era compreso nel sistema militare difensivo che univa il borgo fortificato di San Giorgio con la corte dei Gonzaga. Inizialmente in legno, fu costruito in muratura da Ludovico Gonzaga alla fine del XIV secolo, dividendo così il Lago di Mezzo dal Lago Inferiore. Nel 1922 furono interrati gli archi e il ponte assunse la forma attuale.

Cucina
Mantova è stata eletta Capitale Italiana della Cultura 2016 e il suo cibo è una parte importante di quel patrimonio storico e artistico. La cucina mantovana è l’insieme dei piatti della tradizione culinaria della provincia italiana di Mantova, alcuni dei quali risalgono ai tempi dei Gonzaga. È una forte gastronomia di piatti apprezzati fuori territorio anche nei secoli passati. È una cucina legata alla terra dalle tradizioni contadine, ma è molto ricca e varia. Ci possono essere diverse varianti locali dello stesso piatto.

La cucina tradizionale della provincia si può definire basata su ricette popolari a base di prodotti locali, sapori sostanziosi poi affinati alla corte dei Gonzaga. Data la posizione geografica occupata dalla provincia di Mantova, la tradizione culinaria mantovana è affine alla cucina emiliana dei salumi e della pasta e alla cucina lombarda del riso. Passeggiata lungo la Strada dei Vini e dei Sapori di Mantova.

Le erbe spontanee sono spesso utilizzate per condire gnocchi di pane chiamati capunsei o per insaporire frittate all’uovo e crepes salate. Tra i primi piatti più apprezzati a Mantova ci sono i Tortelli di zucca, solitamente accompagnati con la mostarda. La farcitura degli Agnolini invece è sempre diversa a seconda della zona in cui vengono prodotti. Provate ad assaggiare i salumi locali mantovani come la Coppa Dop, il Cotechino alla Vaniglia e il Salame mantovano, perfetti da accompagnare con un buon bicchiere di vino rosso. I dolci locali includono il sugolo, una sorta di budino a base di uva, la almod sbrisolona e la torta di tagliatelle, comunemente preparata in occasione della festa di Santa Lucia.

Circostante
Mantova è una provincia tipicamente agricola. Gli itinerari turistici che la provincia offre sono molteplici e possono coniugare l’elemento naturalistico, quello storico/artistico – davvero unico – e perché no, enogastronomico, regalando a un pubblico “gourmet” grandi piaceri del palato.

In mezzo a paesaggi da cartolina, affascinanti palazzi storici e giardini incantati. Scopri le meraviglie di un tesoro del patrimonio mondiale dell’UNESCO, esperienze di prima mano su città, montagne, laghi, villaggi.

Castellaro Lagusello
Castellaro Lagusello sembra uscito da una cartolina; lo adorerai quando lo visiterai. Borgo nei pressi di Monzambano, è adagiato tra le colline moreniche dell’Alto Mantovano a nord-ovest ed è uno dei borghi più belli d’Italia. Un lago a forma di cuore e un magnifico castello sono gli ingredienti per un’esperienza favolosa. Non dimenticate di provare i capunsei, gnocchi di pane tipici della zona.

Castiglione delle Stiviere e la Croce Rossa
L’idea della Croce Rossa qui venne ad Henry Dunant, dopo aver visto la generosità degli abitanti nell’aiutare i feriti della battaglia di Solferino nel 1859. Ne è testimonianza il Museo Internazionale della Croce Rossa. Ecco un consiglio speciale: salite al castello, dal quale si gode di un ottimo panorama. I colori della campagna sono magici.

Le colline di Cavriana
Pedalando tra le colline di Cavriana, una delle residenze preferite dei Gonzaga in cui rilassarsi. Ideale per una passeggiata o un giro in bicicletta tra i vigneti e le colline moreniche, Cavriana, paese del nord-ovest della provincia, è dominato dal castello, un tempo una delle fortificazioni più importanti della zona. Oggi, purtroppo, ci sono solo rovine, ma il panorama è mozzafiato.

Sabbioneta, la “città ideale” rinascimentale
Un’opera d’arte a cielo aperto. Uno dei borghi più belli d’Italia, Patrimonio dell’Unesco e Bandi-era arancione del Touring Club Italiano. Alte mura e un fossato cingono questa “città ideale” nel cuore della pianura mantovana. Meritano una visita le due immense porte d’accesso alla città (Porta Vittoria e Porta Imperiale), la Galleria degli Antichi, la Piazza e il Palazzo Ducale, il Palazzo del Giardino, il Teatro Olimpico e la chiesa di Santa Maria Assunta. Un vero gioiello architettonico del XVI secolo.

Solferino, sulle tracce della storia
Qui fu combattuta una delle battaglie più importanti della Seconda Guerra d’Indipendenza, il 24 giugno 1859. Merita una visita Piazza Castello, raggiungibile attraverso un arco tra le mura. Dall’alto, nelle giornate limpide, si vede fino al Lago di Garda. Nella piazza si trova la chiesa di San Nicola e la Torre Civica costruita dai Gonzaga. Da visitare anche la fortezza medievale, alta 23 metri, che domina l’intera cittadina e ospita un museo con cimeli bellici.

Volta Mantovana, il castello e i giardini italiani
Il castello medievale domina il centro di questo borgo dell’Alto Mantovano, a nord-ovest della città di Mantova. Edificata intorno all’XI secolo, conserva l’originaria cinta muraria, con l’elegante “Porta Mantovana”. Una visita al Palazzo Gonzaga-Guerrieri con le sue decorazioni rinascimentali e ai quattro incantevoli giardini all’italiana che ricoprono tutta la collina fino al centro del paese.