Pinerolo, Città Metropolitana di Torino, Piemonte, Italia

Pinerolo è un comune italiano della città metropolitana di Torino, in Piemonte. Era la capitale del quartiere omonimo. La cornice maestosa delle Alpi, la natura rigogliosa delle Valli Pinerolesi, l’affascinante storia del suo passato, la bontà enogastronomica dei suoi piatti tipici ne fanno una meta interessante e una città da scoprire. Pinerolo è una Città della Cultura, che nel tempo ha saputo creare diversi musei di altissima qualità, oltre che un calendario di eventi di altissimo livello.

“Visto dall’alto, posto com’è all’imbocco di due belle valli, ai piedi delle Alpi Cozie, di fronte ad una vasta pianura, seminata da centinaia di paesi, che sembrano isole bianche in un vasto mare verde e immobile , la città più bella del Piemonte “.

Pinerolo è la Città Olimpica, che ha saputo farsi conoscere e apprezzare nel mondo durante i XX Giochi Olimpici Invernali, sede di gare di curling. Pinerolo è la Città della Cavalleria, che ha saputo tramandare il fascino e lo splendore di un’antica tradizione e ancora oggi parte delle bellezze della città.

Storia
Il territorio di Pinerolo è stato abitato sin dalla preistoria, come testimoniano i ritrovamenti di bracciali, asce, scalpelli e frammenti di utensili in bronzo avvenuti nei pressi di Piazza Guglielmone nei primi anni ’70. La dominazione romana ha le testimonianze più famose nella necropoli del Doma Rossa, venuta alla luce durante i lavori per la realizzazione dell’autostrada Torino-Pinerolo nel 2003, indice di una presumibile presenza agricola nel territorio di Riva di Pinerolo.

Medioevo
Pinerolo è un popoloso insediamento rurale, diffuso su tutto il territorio e suddiviso in almeno tre frazioni, attorno ad altrettante chiesette campestri e al suo castello. L’età tardo medievale è segnata da un forte sviluppo urbanistico, e non per niente risalgono a questi secoli i principali edifici medievali ancora esistenti a Pinerolo.

Il toponimo di Pinerolo compare per la prima volta nel 981 con il nome Pinarolium (pineta) in un diploma di Ottone II che confermava al vescovo di Torino proprietà, diritti e privilegi sulla città di cui godevano i suoi predecessori. In questo periodo Pinerolo non era una vera e propria città, ma una Corte formata dai borghi di San Verano, San Pietro Val Lemina, San Maurizio (frazione alta di Pinerolo, compreso il castello demolito nel 1696) e San Donato (borgo basso). All’epoca, di questi paesi San Verano era il più importante, essendo all’imbocco della Val Chisone.

Nel 1064 la potente Contessa Adelaide decise di fondare proprio qui, nella frazione di San Verano, un monastero benedettino dedicato alla Vergine, le cui ricchezze porteranno artigiani e mercanti a Pinerolo, trasformandolo da borgo rurale in piccolo capoluogo, impegnato in la principale attività manifatturiera dell’epoca, la produzione tessile, e in altre industrie tipiche delle città tardo medievali, basata soprattutto sull’uso di energia idraulica come la produzione di carta e metalli.

Subì lotte e ribellioni sotto Tommaso I di Savoia, che l’aveva occupata nel 1220, e forti contrasti con l’abbazia di San Verano che, nel 1243, cedette i suoi diritti in favore di Amedeo IV di Savoia e del fratello Tommaso II di Savoia . Sotto Tommaso e i suoi discendenti del ramo di Acaia ebbe pace e prosperità: eletta capitale dei loro possedimenti in Piemonte nel 1295, rimase tale fino all’estinzione del ramo Savoia-Acaia nel 1418, quando Amedeo VIII riunì tutti i possedimenti in un unico stato della Savoia in Italia e Francia.

Rinascimento
Nel XV secolo, però, la storia di Pinerolo raggiunse anche un bivio decisivo dal punto di vista politico: il Duca di Savoia, Amedeo VIII, annette il Piemonte ai suoi possedimenti, ma la posizione di Pinrolo fu considerata troppo marginale e fatale anno 1436 il duca decretò che il consiglio e l’università restassero per sempre a Torino, che divenne così ufficialmente capoluogo del Piemonte.

Subì la dominazione francese dal 1536 al 1574, dopodiché ricevette il titolo di città dal conte Emanuele Filiberto di Savoia. Assediata e presa dall’esercito francese, comandato dallo stesso cardinale de Richelieu, nel marzo 1630, fu nuovamente occupata dalla Francia con il Trattato di Cherasco (1631). Il cardinale Richelieu affidò quindi a Vauban, il più grande ingegnere militare francese dell’epoca, il compito di fare di Pinerolo una roccaforte straordinaria, destinata a garantire alla Francia il controllo del Nord Italia. Sarà una delle roccaforti di frontiera del regno di Francia per sessantasei anni, fino al 1696, ma con il ritorno a quello che di lì a poco sarebbe diventato il Regno di Sardegna, Pinerolo perse definitivamente il suo carattere di fortezza.

A scapito dei continui espropri di proprietà e terreni, furono restaurate le mura cittadine, ricostruito il castello, ampliata la cittadella. Nella città sono rimaste solo due porte, quella della Francia e quella di Torino. Molte botteghe artigiane furono demolite e le maestranze trasferite a Lione, la cui industria fu rafforzata a scapito di quella di Pinerolo. La fortezza di Pinerolo, il Donjon, fu utilizzata anche come prigione, dove Luigi XIV mandò i suoi nemici, tra cui il misterioso personaggio noto come la “Maschera di Ferro”.

Pinerolo fu riconquistata da Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1696, ma prima di partire le truppe del Re Sole fecero saltare in aria la cittadella e il castello. Carlo Emanuele III ottenne da Benedetto XIV la nomina di Pinerolo a sede vescovile. Il commercio riprese, la popolazione passò da 5.000 a 7.000 e gli ordini religiosi rifiorirono.

Il trattato di restituzione, infatti, impose a Vittorio Amedeo II di smantellare completamente le poderose fortificazioni; Grazie a quelle demolizioni, però, la città poté iniziare una nuova espansione urbanistica, poiché anche qui si fecero sentire gli effetti della grande crescita europea del Settecento. L’industria tessile riprese vigore e iniziò a modernizzarsi, assumendo per la prima volta le caratteristiche della rivoluzione industriale allora in atto nei paesi più avanzati d’Europa, e lo sviluppo economico fu accompagnato da una significativa ripresa urbana: i più maestosi edifici cittadini ancora oggi esistenti , come Palazzo Vittone. Inoltre, la demolizione dell’Arsenale e dei bastioni ha permesso di iniziare a programmare l’espansione della città verso la pianura.

Periodo moderno
Nel 1801 il Piemonte fu annesso alla Francia e Pinerolo fu l’ultima volta occupata dai francesi. In epoca napoleonica prosegue la crescita dell’industria tessile pinerolese, anche grazie alle commissioni dell’esercito imperiale, e accanto alle industrie della lana e della seta fioriscono le cartiere e soprattutto la tipografia.

Fino al 1814, con la caduta di Napoleone e del suo impero e il ritorno del Piemonte a Vittorio Emanuele I.Nel 1821 iniziò a Pinerolo il movimento insurrezionale guidato da Santorre di Santa Rosa e Guglielmo Moffa di Lisio, preludio al Risorgimento italiano. Inizia un periodo di sviluppo economico ed edilizio: ponti, strade, ferrovie (nel 1854 viene inaugurata la linea Torino-Pinerolo), che facilitano gli scambi con la Liguria e il resto della regione.

Nel 1848 fu fondata a Pinerolo la prima Società di Mutuo Soccorso d’Italia, la “Società Generale dei Lavoratori” creata per “… unione, fratellanza, mutuo soccorso e mutua educazione”. Nel 1849 la Scuola di Applicazione di Cavalleria (soppressa nel 1945) fu trasferita in città (da Venaria Reale), oggi sede, tra l’altro, del Museo Nazionale delle Armi di Cavalleria e del Museo d’Arte Preistorica.

La costruzione della ferrovia Torino-Pinerolo, inaugurata nel 1854, sancì la piena integrazione della città e del suo entroterra nel nascente sistema industriale del Nord-Ovest, e negli stessi anni la trasformazione urbana seguì da vicino la crescita della città, cominciando a dargli quel volto che ancora oggi si riconosce. Dalle valli laterali affluì in città una nuova popolazione: gli abitanti passarono da 12.000 nel 1819 a 18.000 nel 1890.

Con le riforme dei primi governi unitari, la città iniziò anche ad assumere il ruolo, che ancora oggi conserva, di polo scolastico per un vasto territorio di montagna e pianura. Ma la presenza militare ha lasciato il segno anche nel paesaggio urbano; infatti già in età napoleonica la città fu nuovamente sede di un grande presidio, e anche dopo la Restaurazione il governo sabaudo continuò su questa politica. La Scuola di Cavalleria, istituita in città nel 1849, vi rimase anche dopo l’Unità, trasformando definitivamente Pinerolo nella capitale della cavalleria italiana.

Nel Novecento Pinerolo vide un’ulteriore industrializzazione, con la nascita di nuovi stabilimenti, come le Officine Meccaniche Poccardi Pinerolo, fondate nel 1897 dall’imprenditore Francesco Poccardi, che nel 1938 si dedicò alla produzione di macchine per l’industria della carta; nel 1957 furono acquisite dalla Beloit Corporation, azienda statunitense del settore, che ne fece il polo europeo della sua produzione. L’industria dolciaria si è sviluppata anche a Pinerolo con l’azienda Galup, nota per la produzione di panettoni bassi, prodotti localmente ma con particolari aree di mercato anche all’estero.

Al giorno d’oggi
Nei primi anni del XXI secolo, però, l’industria pinerolese entrò in crisi e, anche per sopperire alle difficoltà del settore industriale, la città si concentrò maggiormente sul turismo, avendo avuto un glorioso passato di capitale del principato piemontese dal 1295 al 1418.

Economia
Attorno a Pinerolo gravita l’economia delle Valli Valdesi (versante orografico destro della Val Chisone, Valle Germanasca e Val Pellice) e della pianura che si estende tra gli sbocchi di queste valli e il corso del Po. Ospita diverse industrie (nei settori meccanico, cartario, chimico, abbigliamento) che assorbono manodopera anche dai paesi vicini; le aziende più importanti sono Freudenberg Sealing Technologies (Ex Corcos – guarnizioni per alberi rotanti e steli valvole), TN Italy (Ex Euroball – sfere per cuscinetti), PMT (impianti di produzione della carta), Mustad (viti) eGalup (panettone, colombe e locali prodotti da forno). Era la sede dell’Azienda Talco e Grafite Val Chisone. Pinerolo è il centro commerciale della zona montana circostante, essendo anche sede della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano.

Patrimonio storico
Numerose sono le case medievali, tra cui: il “Palazzo dei Principi d’Acaia” o Castel Nuovo, costruito nel 1318 e successivamente modificato; la quattrocentesca “Casa del Senato”; la “Casa del Vicario”, un edificio in mattoni del XVI secolo.

Piazza Vittorio Veneto (meglio conosciuta come “Piazza Fontana”)
È il punto di ritrovo centrale dei Pinerolesi; progettato nel 1738, fu realizzato livellando i fossati antistanti le mura seicentesche. Questa vasta area è stata fino al 1830 la piazza delle armi della città, una delle più grandi d’Italia; oggi è sede dei mercati settimanali (mercoledì e sabato). All’interno una fontana con vasca monoblocco in pietra di Malanaggio e la statua in marmo dedicata al generale Filippo Brignone, eroe di Palestro, di Odoardo Tabacchi (1879).

Palazzo del Comune
Si affaccia sul lato nord di Piazza Vittorio Veneto. Originariamente arsenale della fortezza cittadina, negli anni del fascismo fu ristrutturata la facciata e costruita la torre civica. Biblioteca Comunale Alliaudi, il cui edificio è stato fino agli anni Cinquanta sede della filiale della Banca d’Italia, con oltre 100.000 volumi, manoscritti, incunaboli e una preziosa raccolta di libri rari.

Palazzo Vittone
Situata sul lato est della stessa piazza e prende il nome dall’architetto Bernardo Antonio Vittone, allievo di Filippo Juvarra, che la progettò nel 1740. Fu commissionata dal Re Carlo Emanuele III di Savoia per accogliere l’Ospizio dei Catecumeni. Dal 1816 fu poi assegnato a un collegio comunale, poi a sede vescovile e infine, dal 1867, a collegio civico. Oggi è sede di importanti musei e istituzioni culturali. A partire dal 1896 iniziò la costruzione del Nuovo Seminario Vescovile in un’area a nord del Municipio. Ospita il Museo Civico (reliquie bodoniane, armi, monete, dipinti ottocenteschi della scuola locale).

Via Principi d’Acaia
Da piazza Duomo, proseguendo lungo i portici in via Trento, si apre a destra il ripido pendio di via Principi d’Acaia che sale verso il colle di San Maurizio. Questa via, un tempo chiamata dei Doreri per le botteghe artigiane che la sovrastavano, era in epoca medievale l’asse di collegamento tra il “piano” e il “borgo” e porta ancora importanti testimonianze dell’epoca, come la Casa del Vicario caratterizzata da pregevoli decorazioni in terracotta, all’angolo con via Trento, così chiamata perché per un periodo residenza cittadina del vicario dell’abbazia di Santa Maria, e la Casa del Senato, già sede del Comune di Cismontano e oggi suggestiva cornice della mostra temporanea sulla Necropoli del Doma Rossa

In sella a Caprilli
Dietro l’edificio della Biblioteca Alliaudi, nella piazza impreziosita da aiuole, sorge la Cavallerizza Caprilli del 1910, un tempo la più grande e una delle più belle d’Europa, che presenta agli angoli dei quattro lati le figure equine a tutto tondo , simbolo e ricordo del famoso maneggio della città. L’edificio, con le sue grandi dimensioni, la sua linearità e luminosità, è stato frequentemente utilizzato per allenamenti, gare ippiche ed anche in occasione di manifestazioni cittadine come, ad esempio, il grande banchetto offerto in occasione della nomina dell’avvocato Facta come presidente del Consiglio dei ministri nel 1922.

Palazzo Acaja
L’edificio si trova nel centro storico di Pinerolo ed è posizionato sulla collina della città, inserendosi in un contesto di signorili abitazioni private. La superficie lorda del fabbricato è di 1620 mq. Si sviluppa su 5 piani. Il complesso è caratterizzato dalla presenza di 2 giardini, uno al piano interrato e un giardino alto di circa 575 mq, oltre a una corte interna di circa 100 mq. Il Palazzo è un edificio trecentesco. Si caratterizza per la presenza di un salone d’onore con pareti affrescate in grisaglia risalenti al ‘400 raffiguranti scene di guerra e motivi vegetali che costituiscono una testimonianza storica di grande rilievo. Sul tetto sono ancora visibili le tracce della torre cilindrica coronata da merli, come appare in tutte le stampe seicentesche della città.

Casa del Vicario
Era la residenza del vicario abbaziale di Santa Maria in Borgo di San Verano ed è il perno d’angolo di un complesso di edifici in cui è ancora evidente la caratteristica difensiva tipica degli agglomerati medievali. La casa, profondamente rimaneggiata all’interno, conserva ancora i fregi in cotto delle facciate, mentre la cosiddetta “portantina” (pejra dla rajson) è visibile nell’angolo arrotondato, a cui erano costretti i debitori.

Il teatro sociale (1842)
Distrutto da un incendio nel 1972 e riaperto nel 2008, e il Tempio Valdese (1855 – 60), edificato dopo l’editto di emancipazione di Carlo Alberto, risalgono al XIX secolo.

I resti delle mura duecentesche
Circonda il borgo alto, ancora visibile lungo la parte alta della Via Ortensia di Piossasco e parte delle mura della cittadella seicentesca, voluta dal re Luigi XIII, nascosta tra i boschi del colle San Maurizio.

Città della Cavalleria
Un passato glorioso quello della Cavalleria di Pinerolo. E un futuro altrettanto brillante per la Città della Cavalleria. Una storia fatta di cavalieri da tutto il mondo giunti a Pinerolo per apprendere uno dei metodi più importanti nel mondo dell’equitazione. Se l’Italia dal Cinquecento è diventata la culla dell’equitazione accademica mondiale, con le scuole di Napoli, Padova Ferrara, grazie ai “Maestri” Fiaschi, Pignatelli e Grisone, nell’Ottocento Pinerolo rinnova questo orgoglio italiano, affermandosi come una pali di grande interesse internazionale grazie all’introduzione di un nuovo “sistema naturale”, un metodo innovativo, ideato, studiato e insegnato dal Capitano di Cavalleria Federigo Caprilli.

Pinerolo, dal 1849, divenne sede del Maneggio Militare. I cavalieri degli eserciti di tutto il mondo vennero in città. Solo nel 1849, nonostante una selezione molto severa, 144 ufficiali di cavalleria di 33 nazioni vennero ad apprendere il “nuovo metodo”. Un binomio giunto fino ad oggi, che ha saputo tramandare e preservare ciò che di veramente glorioso, illustre e nobile è accaduto nel tempo. Pinerolo sta riscoprendo e rilanciando questa eccellenza e oggi il binomio Pinerolo – Cavalleria è sempre più affermato e conosciuto a livello internazionale.

Il Maneggio, per motivi di guerra, chiuse la sua esistenza l’8 settembre 1943, senza scossoni, senza alcuna proiezione futura. Nel 1990 viene ripresa l’idea della sua ricostruzione, approvando il Progetto Esecutivo e avviando il primo lotto funzionale (8 settembre 2004), qualificandolo come “Scuola di Equitazione Federale Nazionale”. Nel 1994, per dare maggiore spessore all’idea della Scuola, iniziano le Gare Ippiche Internazionali e Nazionali che oggi portano il nome di Pinerolo in tutto il mondo. L’obiettivo è che Pinerolo “Città della Cavalleria” possa recuperare il suo patrimonio, riscoprire e ricostituire tanto prestigio, riportando al suo splendore l’arte equestre italiana di cui l’ITALIA ha avuto per tanto tempo il primato assoluto.

Patrimonio religioso

Piazza del Duomo e la Cattedrale di San Donato
Il Duomo, dedicato a San Donato di Arezzo, è stato il cuore della città fin dalle origini del borgo di Pinerolo. La cattedrale, originariamente in stile romanico, ha subito ripetute modifiche nel corso dei secoli che hanno portato all’attuale struttura in stile neogotico. La facciata del Duomo presenta tre portali sormontati da lunette ed è stata affrescata dai pittori Vacca e Rollini. Il dipinto della Sindone nella lunetta del portale destro ricorda che la famosa Sindone era presente a Pinerolo ed era esposta in questa piazza, probabilmente nella primavera del 1478. La chiesa ha subito anche numerose trasformazioni all’interno, legate ai gusti artistici di le varie epoche.

La piazza antistante il Duomo è oggi uno spazio riservato a passeggiate, incontri musicali, teatro o anche solo una piacevole sosta tra i profumi delle vicine pasticcerie. Tra gli edifici che la circondano si può vedere, sopra i bassi portici con archi irregolari, la bella casa con fregi ed eleganti finestre a timpano, dove visse per alcuni anni Silvio Pellico.

Collina e Basilica di San Maurizio
L’ariosa piazza di San Maurizio, oggi viale alberato e in parte adibita a parcheggio, in epoca medievale era invece il centro del borgo alto, pieno di case e di vita, animato da mercati e da una fontana. Durante la seconda dominazione francese, le case e l’arredo urbano furono demoliti per trasformare la città in una possente fortezza del Re Sole, Luigi XIV. Occorre quindi uno sforzo di fantasia per “vedere” il Borgo di San Maurizio in epoca medioevale: la sua chiesetta, l’annesso cimitero, le case con i portici e un brusio di vita nelle viuzze una accanto all’altra e poco distante dal castello.

Al termine del grande viale degli ippocastani si giunge alla basilica di San Maurizio, il cui primo nucleo esisteva già nel 1078. L’edificio, più volte ampliato e ristrutturato, ha un solenne aspetto basilicale a cinque navate e prezioso quattrocentesco affreschi. L’alto campanile trecentesco, scandito da bifore e trifore, culmina con un’esile guglia.

L’adiacente Santuario della Madre delle Divine Grazie deve la graziosa facciata in marmo bianco al progetto dell’ingegner Stefano Cambiano, autore anche della piazza antistante, dalla quale si gode di una magnifica vista sulla città.

Chiesa di S. Agostino
La chiesa di Sant’Agostino, o meglio conosciuta come Chiesa di Santa Maria Liberatrice, fu edificata nel 1630. Presenta una semplice facciata incompiuta che racchiude un interno altrettanto sobrio, appena abbellito dallo stucco dell’altare maggiore e da una significativa tela raffigurante il Vergine nell’atto di proteggere Pinerolo dalla peste.

Santuario della Madonna delle Grazie
Dall’interno intimo e raffinato, a pianta centrale, lanterna slanciata e cupoletta, risale alle primitive strutture del 1584 e ha subito tutta una serie di interventi più volte rinnovati fino al 1910; successivamente, in esecuzione delle norme liturgiche del Concilio Vaticano II, ha assunto l’aspetto attuale. Lungo le pareti interne, una fila ininterrotta di ex voto, di cui è da ammirare non solo la testimonianza di fede ma, in alcuni casi, un tocco di arte popolarmente ingenua ed efficace. Del 1910 è anche la facciata sulla splendida piazza progettata da Stefano Cambiano. Anche il panorama che si può godere fa parte della bellezza di Pinerolo, e completa degnamente lo scorcio del complesso architettonico con un tocco di impareggiabile imponenza.

Chiesa di Santa Croce
Progettato nel 1718 e completato solo nel 1747, su progetto dell’architetto Re. In stile barocco, sorge nello stesso luogo dove già sorgeva l’omonimo oratorio, con pianta a croce greca. All’interno sono presenti decorazioni dei pittori Bettola e Vacca, mentre gli stalli del coro provengono dalla chiesa di San Domenico, dalla quale furono rimossi nel 1823 dopo il trasferimento della chiesa alla Congregazione della Carità. In occasione delle celebrazioni per il bicentenario della consacrazione, nel 1947, l’edificio fu restaurato su iniziativa del rettore, canonico Giuseppe Barra

Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco fu edificata a ridosso della merlatura delle antiche fortificazioni, su un’area che apparteneva ad una polveriera ormai demolita, acquistata dai Confratelli di San Rocco e consacrata nel 1697. L’edificio fu ampliato nel 1700, ma nel 1744 la chiesa è stata ricostruita. La facciata liscia senza decorazioni è affiancata da due campanili simmetrici e dal frontone triangolare. Particolarmente interessante è l’interno, piuttosto piccolo e ricco di decorazioni.

Santuario del Sacro Cuore
La casa annessa al Santuario, fondata agli inizi del Novecento, ha visto il ritorno degli Oblati a Pinerolo, dopo che erano stati sfrattati dalla casa di S. Chiara, secondo sito di fondazione dopo quello di Carignano. Le spoglie del Fondatore, il Venerabile Padre Pio Bruno Lanteri, sono conservate nella Chiesa Santuario del Sacro Cuore. Sede dello studentato fino alla fine della seconda guerra mondiale, la casa attualmente custodisce e mette a disposizione degli studiosi la grande biblioteca della Congregazione, con testi teologici risalenti al 1500. La casa è sotto la responsabilità legale del Rettor Maggiore.

Chiesa di Santa Chiara
L’antico convento di Santa Chiara, oggi Casa di Riposo Jacopo Bernardi, prende il nome da questo Abate, letterato, studioso, patriota, educatore e filantropo.

Monastero della Visitazione
Le suore visitandine arrivarono a Pinerolo nel 1634, pochi anni dopo la nascita dell’ordine stesso: si stabilirono in una casa con giardino nel borgo di San Maurizio, ma nel 1643 si trasferirono in un edificio più consono – il Palazzo Porporato, attuale sede del monastero – e iniziarono i lavori di ampliamento e restauro. Le monache iniziarono subito l’attività di collegio femminile, che rimase attivo fino al 1896 e fu frequentato da giovani nobili provenienti da tutto il Piemonte. La costruzione della chiesa iniziò nel 1671 su progetto dell’architetto militare Motte de la Myre, che non chiese alcun compenso per il suo intervento. I lavori sulle parti principali dell’edificio furono completati nel 1678, mentre le decorazioni interne sono settecentesche: particolarmente degni di nota sono l’altare maggiore e gli altari laterali in marmo. La pala dell’altare maggiore raffigura la visita di Maria ad Elisabetta, mentre la cappella di San Francesco di Sales ospita il dipinto di Beumont che raffigura i santi fondatori dell’Ordine; la cappella della Sacra Famiglia, anch’essa ricca di marmi, è decorata con affreschi di Giuseppe Delany e Nicola Peiroleri.

Chiesa ortodossa
Lungo via Archibugieri, preceduta da un sagrato in pietra, si trova l’ex chiesa di S. Bernardino da Siena, edificata nel Settecento in stile barocco, su una precedente cappella realizzata su licenza papale nel 1505. La chiesa fu data in uso dalla Diocesi di Pinerolo alla Parrocchia Ortodossa Romena, dedicata a Santo Stefano Magno. L’interno, secondo l’usanza ortodossa, è ricco di grandi icone che ricoprono quasi tutte le pareti e l’altare maggiore è stato trasformato in iconostasi.

Tempio valdese
I valdesi si stabilirono a Pienrolo dopo l’occupazione napoleonica in seguito all’emancipazione e all’abolizione definitiva del ghetto alpino in cui furono rinchiusi per molti anni. Fu inaugurato nel giugno 1860 fino al 1926 quando l’Ing. C. Decker ha eseguito un’importante ristrutturazione. L’interno del tempio, ora al piano terra, risponde allo schema classico, con l’organo sulla parete di fondo, dietro il pulpito, secondo l’usanza anglosassone, e un’insolita decorazione del soffitto con stelle su un azzurro sfondo. Le vetrate istoriate risalgono al restauro del 1957.

Cappella di Santa Lucia
La cappella di Santa Lucia a Pinerolo, dopo anni di abbandono e degrado, è stata oggetto di un restauro, che ha permesso di recuperare i preziosi affreschi quattrocenteschi della volta, attribuiti alla bottega dei pittori pinerolesi Bartolomeo e Sebastiano Serra. La cappella fu così riscoperta prima di tutto dai Pinerolesi.

Chiesa di San Domenico
Nel 1440, nei pressi della Porta di San Francesco, iniziò la costruzione di una nuova chiesa monumentale, a cinque navate: misurava 60 metri di lunghezza, per una larghezza di 34 metri; dieci crociere per le navate laterali, sette per la navata centrale. Oggi rimane solo una parte della chiesa del XV secolo: l’assedio del 1693 la vide devastata dai bombardamenti che colpirono il bastione di Schomberg, all’interno del quale si trovava la chiesa. Un incendio lo ha rovinato e solo una parte è stata ricostruita.

Circostante
Abbadia Alpina, comune fino al 1928, ricco di industrie, situato ad ovest del capoluogo, lungo la SS 23 del Colle di Sestriere. Si trova dove sorgeva l’abbazia di Santa Maria in località San Verano, fondata dalla marchesa Adelaide nel 1064 e distrutta dai francesi nel 1693. La chiesa parrocchiale, dedicata a San Verano di Cavaillon e costruita forse su progetto del Juvara, risale al 1724 (inizio lavori: 1708, inaugurazione: 1727) e ospita le tombe di due vescovi di Casa Savoia.
Baudenasca, anche in passato comune, dove, sulle sponde del torrente Chisone, con splendida vista sul Monviso, si svolge il galoppo militare; in questa frazione si celebra da alcuni anni un Carnevale con carri allegorici.
Riva di Pinerolo, situata ai margini della strada del Sestriere in direzione Torino, a 4 km dal capoluogo; c’è un castello medievale, chiamato Motta dei Trucchetti, risalente al XIV secolo.
Talucco, frazione famosa per i suoi squisiti Tomin elètrich (tomini elettrici), dove fin dall’VIII secolo era presente una cella monastica benedettina appartenente all’abbazia di Novalesa. I suoi abitanti sono soprannominati “talucchini”.
Pascaretto, frazione che sorge all’estremità settentrionale del territorio di Pinerolo, diviso con Piscina e Frossasco.

Cultura
Pinerolo conobbe il momento di massimo splendore quando (dal 1295) fu capitale del dominio Acaia e centro di cultura, con una fiorente scuola di notai e con la presenza, per le arti figurative, di numerosi artisti come Beltrami e Canavesio da Pinerolo, così come altri le cui opere sono andate perdute. Nel 1475, su iniziativa del francese Jacottino de ‘Rubeis, divenne un fiorente centro di arte tipografica.

Musei
Il MUPI è il Sistema Museale di Pinerolo che collega tutti i musei della città e le loro collezioni con una gestione coordinata dei servizi per proporre un’offerta culturale integrata e rendere fruibile il patrimonio storico, artistico e archeologico della città con un unico biglietto d’ingresso e un unico orario di apertura .
Museo Storico delle Armi da Cavalleria: nei locali dell’ex Scuola di Applicazione di Cavalleria si possono ammirare la collezione di cimeli, l’importante biblioteca e l’archivio storico.
Centro Studi e Museo di Arte Preistorica (CeSMAP): reperti archeologici, arte rupestre internazionale e sezione didattica.
Museo Etnografico: cultura popolare, tradizioni, costumi, lavoro, ambienti della pianura e delle valli del Pinerolese.
Museo didattico di scienze naturali Mario Strani: geologia, flora, fauna, collezione micologica, mineralogia del Pinerolese e delle valli circostanti.
Collezione Civica d’Arte di Palazzo Vittone: maestri della pittura e della scultura dell ‘Ottocento, Novecento e contemporanei.
Museo Diocesano: testimonianze storico artistiche della vita religiosa in oltre 250 anni dalla fondazione della diocesi.
Museo Storico del Mutuo Soccorso: è la sede legale della Società Generale dei Lavoratori di Pinerolo.
Museo Doma Rossa: reperti archeologici romani rinvenuti nel Pinerolese.

Tradizioni e feste
Ogni due anni ad ottobre, a Pinerolo, si svolge la rievocazione storica della Maschera di Ferro, uno degli eventi più grandi e importanti della città. La leggenda vuole infatti che il misterioso personaggio storico risiedesse nella cittadella di Pinerolo; sul colle di San Maurizio c’è un piccolo monumento dedicato a questa leggenda

Turismo sostenibile

Escursionismo
Si tratta di facili passeggiate alla scoperta di angoli caratteristici e scorci panoramici della città di Pinerolo.

Casa Canada – Bertrand Trail
Il rifugio Giuseppe Melano “Casa Canada” è un rifugio alpino situato ai piedi del Monte Freidour, in provincia di Torino, a 1.060 m. Il nuovo rifugio è stato realizzato riutilizzando la struttura della casa Canada, una delle strutture di sostegno utilizzate durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Nei pressi del rifugio si trova la palestra di roccia Rocca Sbarua, utilizzata dagli alpinisti. La falesia conta oltre 100 vie di arrampicata, di lunghezza variabile da 20 a 200 metri, con diversi gradi di difficoltà. Vicino al rifugio c’è il sentiero dei carbonai. Diversi ulteriori sentieri escursionistici sono praticabili partendo dalla struttura.

Bertrand Trail
Il percorso adottato da AIB (Anti Incendi Forestali), WWF (World Wild Fund) e CAI (Club Alpino Italiano) è intitolato a David Bertrand, un giovane AIB morto nel Parco Provinciale del Monte San Giorgio durante l’incendio di Piossasco nel 1999. istituzionale questa iniziativa è promossa dalla Provincia di Torino e dai Comuni di Piossasco, Roletto, Cantalupa, Pinerolo, Frossasco, Trana e Cumiana, interessati ad attraversare il percorso permanente. Il percorso, partendo da Roletto (paese natale di David), attraversa il Parco Monte Tre Denti – Freidour e arriva, tramite un sentiero di crinale, al Parco del Monte San Giorgio (luogo dove morì il giovane), fino a Casa Martignona . Il percorso ha una lunghezza complessiva di 35 km e un dislivello positivo di mt. 1.500, caratteristiche che lo rendono adatto a ricevere una gara di trail di buon livello.

Bicicletta
Il progetto Marca Pinerolese a cura della Provincia di Torino, della Comunità Montana Pinerolese e dei Comuni della Piana Pinerolese, prevede 32 itinerari segnalati di diversa tipologia: su strade sterrate, sentieri, strade secondarie di campagna, in montagna, collina e pianura. Da Cavour a Vigone, da Cumiana a Prarostino, da Bricherasio a Bobbio Pellice, alle strade militari dell’Assietta e Conca Cialancia …

Route d’Artagnan
La ‘Route d’Artagnan’ vuole essere il primo itinerario equestre e turistico transnazionale, che copre tremila chilometri attraverso sei Stati membri (Spagna, Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi) e tocca i punti significativi riguardanti le gesta di D’Artagnan l’illustre moschettiere di Luigi XIV. La Route d’Artagnan è stata inizialmente concepita come un itinerario equestre ma in seguito diventerà accessibile ad altre forme di turismo come: escursionismo, ciclismo e carrozza. La Route d’Artagnan avrà il marchio di Itinerario Culturale Europeo. La qualità delle strutture ricettive lungo il percorso nonché la promozione dei prodotti gastronomici locali. Il patrimonio storico, culturale, ambientale e gastronomico locale sarà valorizzato per tutta la durata del percorso.