Collezione di romanticismo storico, Galleria d’arte moderna di Milano

Il neo-storicismo, noto anche come neo-storicismo, comprende stili artistici che traggono ispirazione dal ricreare stili o artigiani storicisti. Ciò è particolarmente diffuso negli stili utilizzati nell’architettura revival. Attraverso la combinazione di stili diversi o l’implementazione di nuovi elementi, il Neo-storicismo può creare un’estetica completamente diversa rispetto agli stili precedenti. Quindi offre una grande varietà di possibili progetti.

Nella storia dell’arte, il diciannovesimo secolo vide una nuova fase storicista segnata non solo da una reinterpretazione del classicismo, ma anche dalle epoche stilistiche che ne seguirono: il neoclassicismo e poi il romanticismo, considerato esso stesso un movimento storicista. Nella pittura di architettura e storia, che dipingeva sempre più soggetti storici con grande attenzione ai dettagli accurati del periodo, l’influenza globale dello storicismo fu particolarmente forte dagli anni 1850 in poi. Il cambiamento è spesso legato all’ascesa della borghesia durante e dopo la Rivoluzione industriale.

Il Romanticismo mira alla rappresentazione fedele di emozioni profonde e toccanti, mentre l’attributo romantico si estende a molti fenomeni collaterali delle arti visive, il romantico è tutto ciò che ha un’aria improbabile, irreale e fantastica, tutto ciò che si oppone all’arte accademica definito come forzato , dogmatico artificiale e privo di fantasia.

Un dipinto romantico è facilmente riconoscibile perché fa ampio uso di paesaggi naturali sterminati e violenti. È importante che l’uomo sia collegato al tema romantico dell’esilio. “Nella solitudine eroica, l’uomo è assorbito dalla contemplazione dell’infinito e la sua tragica grandezza si erge davanti al potere simbolico delle forze della natura …”

SALA XII
Il più grande pittore italiano del 1800 si è formato a Roma, dove è arrivato dalla sua nativa Venezia, in una scena artistica dominata da Canova. Dopo essersi trasferito a Milano, divenne presto capo di una nuova corrente pittorica: il Romanticismo storico. Le opere qui esposte testimoniano il suo notevole talento nel ritrarre uomini e donne illustri. La magnifica foto di Matilde Juva Branca o i due ritratti di Morosini da bambina e da giovane, o infine il classico ritratto di Alessandro Manzoni, consentono agli spettatori di apprezzare il suo talento per l’introspezione psicologica e il suo abile uso del colore ispirato a Tiziano, quindi proclamando Hayez un ritrattista che poteva resistere con il suo collega francese, Ingres.

Ritrattistica dopo Hayez
SALA XIII
In mostra qui alcuni esempi dei più importanti ritrattisti attivi in ​​Lombardia intorno alla metà del 1800, che partecipano tutti agli insegnamenti di Hayez, anche se ciascuno di essi contribuirebbe a modo suo. Giuseppe Molteni non ha eguali nella sua rappresentazione virtuosa di accessori e abbigliamento, mentre Carlo Arienti sembra più simile all’intensità psicologica e all’essenzialismo del maestro veneziano. Nuovi percorsi, più esplicitamente romantici, sono lastricati da pittori come Cherubino Cornienti e Mauro Conconi: quest’ultimo, che inizialmente si è allenato con Hayez, ha eseguito il ritratto di Giovanni Juva, marito di Matilde Juva Branca, raffigurato da Hayez e esposto nella stanza precedente.

Collezione Durini
SALA XIV
In questa piccola stanza, precedentemente una camera da letto, i visitatori potranno ammirare parte della ricca collezione del conte Alessandro Durini, un tempo illustre personaggio milanese, donato alla Civiche Raccolte d’Arte. Le opere coprono un arco di tempo, dal 16 ° al 19 ° secolo. Tra i dipinti e le sculture del 1800 si notano i numerosi acquerelli realizzati dallo stesso Conte, che era appassionato di pittura. Gli artisti in mostra sono i più celebri dell’epoca: Giuseppe Bertini, Mosè Bianchi, Paolo Troubetzkoy, Emilio Agnati.

Sala da ballo
SALA XV
La sala da ballo è uno degli esempi più importanti e meglio conservati dell’architettura napoleonica di Milano. Riflette un gusto rinnovato, se confrontato con gli interni al piano terra, che invece sono decorati con un’eleganza più moderata, tipica del neoclassicismo primitivo a Milano. Le decorazioni sono ispirate all’antica plasticità, le quattro facciate in stucco sono di Grazioso Rusca, uno scultore attivo nei luoghi di lavoro più importanti dell’epoca, e i preziosi pavimenti in legno basati su un progetto di Giuseppe Maggiolini rendono questa stanza una combinazione perfetta. Oggi ospita incontri con il pubblico, occasionalmente organizzati dalla Galleria d’Arte Moderna. Questa stanza, al centro della Villa, è anche l’unica sala che si affaccia su entrambi i lati dell’edificio: da un lato si trova il cortile d’onore lungo Via Palestro,

Romanticismo storico
SALA XVI
La pittura storica nella seconda metà del secolo si discosta dal lavoro di Hayez per sperimentare nuove possibilità, piena di confronti mai visti prima con la realtà e un vasto uso di temi di storia nazionale che si occupano di una società in rapida evoluzione. Da Eleuterio Pagliano, che attinge il tema di successo degli artisti del passato nella sua Morte della figlia del Tintoretto all’esoterico Cleopatra di Mosè Bianchi, tra cui nuovi approcci al colore e alla tecnica di Federico Faruffini, con la sua splendida Lettura della ragazza, fino al Medioevo Scena dell’artista Macchiaiolo, Vincenzo Cabianca. Anche la scultura stava cambiando, con esempi come la Ragazza che legge di Pietro Magni e la Ragazza che scrive di Giovanni Spertini, con l’obiettivo di interpretare modernamente la realtà.

Camera Parnassus
SALA XVII
In questa sontuosa sala, un tempo sala da pranzo, i visitatori possono ammirare il grande affresco commissionato dal viceré Eugenio di Beauharnais ad Andrea Appiani. L’opera è incorniciata da decorazioni in stile antico e due lunette in stucco con putti da gioco, dell’artista Grazioso Rusca. Questo affresco, completato nel 1811 e ispirato allo studioso greco Luigi Lamberti, raffigura Apollo sul Monte Parnaso, in compagnia delle nove muse. Questa era l’ultima opera conosciuta dell’artista, e mostra che guardava con interesse al Parnaso dipinto da Raffaello in Vaticano, che era un modello che era già stato offerto con successo in un affresco di Anton Raphael Mengs a Villa Albani a Roma, un autentico manifesto della riforma neoclassica nell’arte.

Sala d’attesa Sala da pranzo
SALA XVIII
Questa piccola stanza inizia con la precedente attraverso un sottile diaframma costituito da due colonne isolate: in realtà, questa è la sala d’attesa per la sala da pranzo, con la quale condivide lo stesso ricco ciclo decorativo. La spettacolare opera che ritrae l’episodio in Dante di Paolo e Francesca è di Alessandro Puttinati, uno scultore che è stato uno dei primi ad abbracciare il Romanticismo, ma che torna in questa sua scultura tardiva al classicismo e al purismo formale della sua giovinezza: c’è un riferimento esplicito all’Ebe di Canova e alle sculture barocche del Bernini.

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Pittura di genere
SALA XIX
I fratelli Induno si distinguono come due degli artisti più influenti nel passaggio dalla pittura accademica, con il suo linguaggio codificato e tradizionale, a un nuovo modo di avvicinarsi alla realtà. Entrambi gli artisti si sono dedicati con questo rinnovato spirito alla pittura di storia, con episodi della guerra per l’indipendenza a cui Gerolamo aveva partecipato attivamente e all’universo multiforme della pittura di genere. Le opere qui esposte derivano da questo tema pittorico di successo e apprezzato: accanto a soggetti convenzionali (commerciante di oggetti d’antiquariato, rifugiati in fuga da un villaggio in fiamme) troviamo temi con nuovi significati sociali e rappresentazioni delle classi inferiori (Seamstress School, Vivandiere, Cripple Playing the Mandolino, Giocatore furibondo).

Collezione del XIX secolo
Questa collezione iniziò a prendere forma nel 1861, quando l’avvocato Fogliani – esecutore dello scultore Pompeo Marchesi volle donare al Comune di Milano questa collezione di artisti composta da celebri opere dal Canova allo stesso Marchesi. Questa fu la prima di molte donazioni che avrebbero arricchito il Comune di arte che, nel 1903, sarebbe stata raccolta in una Galleria d’arte contemporanea. Infatti, a partire dal 1865 – con la dotazione del Conte Gian Giacomo Bolognini – fino a un’importante aggiunta nel 1902 con opere di professori e studenti dell’Accademia di Belle Arti e Pinacoteca di Brera, la collezione di arte moderna è cresciuta a tal punto da essere separata da le collezioni d’arte antica. Inaugurato nel 1877 nella sala dei giardini pubblici, i lavori rimasero qui fino al 1903 quando, con l’aggiunta del Museo Archeologico Nazionale,

Sin dall’inizio, la Galleria, destinata alla Città, ha ospitato e valorizzato opere e capolavori locali grazie a dotazioni e donazioni. Ciò testimonia le aspettative e il riconoscimento di questo museo da parte dei cittadini, che sono anche associati ad altre istituzioni: la Society for Fine Arts che, dal 1843, acquistava regolarmente da mostre d’arte, in particolare quelle di Brera. Queste opere furono successivamente divise tra i membri e donate alla Galleria.

Nel 1920, quando lo Stato donò Villa Reale alla Città di Milano, la Galleria d’Arte Moderna trovò la sua sede definitiva. Nello stesso anno la collezione cresce grazie a una donazione di Vittore Grubicy De Dragon (con opere di Giacomo Campi, Giovanni Carnovali, Giovanni Costa, Tranquillo Cremona, Federico Faruffini, Silvestro Lega, Filippo Palizzi, Gaetano Previati, Daniele Ranzoni, Giovanni Segantini) e, nel 1921, con la vendita mediante gara pubblica, La Quarta Tenuta di Pellizza da Volpedo entrò nelle collezioni della Galleria.

Se per decenni Villa Reale ha convissuto con altre istituzioni (ad esempio il Museo Navale o come luogo per matrimoni civili), che ha limitato la crescita delle sue collezioni, dal 2006 è stata l’unica ed esclusiva vetrina per la Galleria d’Arte Moderna e le sue attività.

Galleria d’Arte Moderna – Milano
Dal 1903 la Galleria d’Arte Moderna conserva le collezioni d’arte moderna della Città di Milano, un patrimonio artistico di circa 3.500 opere. Le collezioni sono esposte dal 1921 all’interno della Villa Reale, uno dei capolavori dell’era neoclassica di Milano. Progettato dall’architetto Leopoldo Pollock, fu costruito tra il 1790 e il 1796 come casa del conte Lodovico Barbiano di Belgioioso. Villa Reale divenne in seguito la residenza del viceré Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone.

Tra i protagonisti indiscussi della storia dell’arte milanese e italiana presenti nella collezione ci sono Antonio Canova, Andrea Appiani, Francesco Hayez, Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Boldini, Medardo Rosso, Gaetano Previati.

Grazie alle collezioni private e alle donazioni di importanti famiglie, come Grassi e Vismara, il patrimonio artistico della Galleria si è arricchito di capolavori del XIX e XX secolo.

L’attività espositiva della Galleria d’Arte Moderna dialoga con l’arte applicata, i linguaggi contemporanei e l’analisi tematica degli artisti presenti nella collezione permanente.

collezioni
Ciò che rende la Galleria d’Arte Moderna di Milano di livello internazionale è il valore e la qualità delle opere esposte e ospitate qui: Francesco Hayez, Pompeo Marchesi, Andrea Appiani, Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Federico Faruffini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Antonio Canova, Daniele Ranzoni, Medardo Rosso, Gaetano Previati sono alcuni dei più importanti artisti presenti, in quanto protagonisti indiscussi della storia dell’arte sia a Milano che in Italia. Le loro opere rappresentano l’arte che si svolgeva dal XVIII al XIX secolo, in particolare la corrente che ebbe origine nell’Accademia di Belle Arti di Brera e lentamente prese piede anche oltre i confini nazionali. Grazie ai collezionisti d’arte del XX secolo e alle donazioni di alcune famiglie di spicco (Treves, Ponti, Grassi, Vismara, ad esempio), nel corso degli anni questi capolavori hanno arricchito il patrimonio artistico della Galleria e confermato la sua missione fondamentale di perpetuare la diffusione della cultura. I visitatori possono ammirare nelle sale della Villa opere di Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Vincent Van Gogh, Paul Cézanne, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani e altri protagonisti della scena artistica italiana del XX secolo.

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