Museo Pietro Canonica, Roma, Italia

Il Museo Pietro Canonica è la casa-museo dello scultore Pietro Canonica e fa parte del Sistema Museale di Roma. Si trova in Via Pietro Canonica 2, vicino a Piazza di Siena, a Villa Borghese, vicino alla fortezza (il cosiddetto ‘Look, ma nel’ 600 noto come Gallinaro)

Pietro Canonica (1 marzo 1869 – 8 giugno 1959) è stato uno scultore italiano, pittore, compositore d’opera, professore di arti e senatore a vita.

Il Museo Pietro Canonica, nascosto nel verde di Villa Borghese, è un importante esempio del modello museologico dei musei basato sulle case degli artisti, e nella sua integrità è uno dei pochissimi esempi in Italia.

La collezione museale consiste principalmente di opere di Pietro Canonica: marmi, bronzi e modelli originali, oltre a un gran numero di schizzi, studi e repliche che forniscono un viaggio completo attraverso l’evoluzione di queste opere dell’artista ed è quindi una risorsa estremamente interessante per conoscere i processi creativi e pratici coinvolti nella scultura creaty.

La particolare disposizione di questo museo offre ai visitatori, oltre al normale percorso attraverso le sette sale espositive al piano terra, un tour privato più “intimo” che serpeggia attraverso il laboratorio e, al primo piano, l’appartamento privato dell’artista. Quest’ala del museo ospita una collezione di preziosi arredi, oggetti d’arte, arazzi fiamminghi e persino un completo di armature samurai del XVII secolo, oltre a una collezione di dipinti estremamente importante appartenuta allo scultore, in particolare tele piemontesi del XIX secolo, tra cui opere di Enrico Gamba, Giovan Battista Quadrone, Antonio Fontanesi e Vittorio Cavalleri.

La casa, dove l’artista visse fino alla morte, gli fu donata dal comune di Roma che ora gestisce il museo

Nei documenti del XVII secolo l’edificio è citato come Gallinaro, dove allevavano struzzi, pavoni e anatre per nutrire le trappole da caccia della famiglia Borghese

L’attuale nome, Fortezzuola, deriva da mura medievali; È attribuito ad Antonio Asprucci; Durante questi lavori, Felice Giani inserì nella facciata, nel 1793, otto cariatidi oltre le finestre e le porte

Successivamente, nel 1919, l’edificio, utilizzato poi per uso amministrativo, subì un incendio che ne decretò il successivo abbandono

Nel 1926 fu donato a Canonica, che organizzò l’edificio e trasformò le stalle in ambienti per le mostre delle sue opere

Sembra che la Comune avesse prima concesso l’artista Casina di Raffaello, vicino all’attuale museo, sempre a Villa Borghese

Ma poiché era troppo piccolo per ospitare le opere che lo scultore realizzò e lasciò in magazzino prima di venderle, gli fu in seguito concesso il nuovo alloggio, molto più grande

Dopo la scomparsa dello scultore, nel 1959, una prima raccolta di opere formò un primo nucleo del museo

Dopo la morte della sua seconda moglie nel 1987, che non sembrava dormire nella stessa stanza di Canonica, per non creare scandalo, molto più giovane di lui, si è adempiuta la volontà della donna, che voleva donare alla Città di Roma Gli arredi della loro residenza nella Fortezzuola

Di fronte alla facciata d’ingresso ci sono statue in bronzo raffiguranti una montagna e il suo mulo
Al piano terra e nei piani inferiori ci sono 5-7 sale che espongono opere, copie e originali, di Pietro Canonica; Al piano mezzanino si trova la camera degli ospiti e la sala di lavoro piemontese
Al piano superiore ci sono la camera da letto, la sala da pranzo e il soggiorno

NB La camera degli ospiti, la camera da letto, la sala da pranzo e il salone conservano gli arredi originali, con dipinti di E Gamba, V Cavalieri e altri pittori dell’800, amici di Pietro Canonica

Piano terra:
Sala I
In questa stanza sono esposti:
Dopo il voto, scultura del 1893, è in gesso, è una copia dell’originale che viene ignorata dal luogo di esposizione
I comunicanti, scultura del 1920 circa, copia del sito originale di Palermo, sono in marmo presso la galleria d’arte moderna
Donna Franca Florio, busto del 1900-1904
Dettaglio di Dopo il voto, è marmo, la posizione dell’originale è sconosciuta
La principessa Emily Doria Pamphilj, busto del 1920 circa, è in marmo bianco a base di bardhyl, una copia dell’originale alla Galleria Doria Pamphilij
Sogno primaverile, busto del 1920 circa, copia in marmo dell’originale del 1898 al museo civico di Trieste
Stella del mattino, scultura del 1925 circa, la scultura raffigura una donna nuda con, dietro a lei, un agnello

Sala II
In questa stanza ci sono opere legate alla famiglia russa dello Zar inclusa la principale:
Situato al centro della stanza è il bronzo equestre raffigurante Nicola Nicolajevic, scultura del 1912 Questa è una copia del sito originale in piazza Manejnaja a San Pietroburgo e distrutta nel 1917
Tra le altre opere vi sono i seguenti tre monumenti funebri:
La Raffica – monumento funebre per la signora Giulia Schenabl Rossi, scultura del 1924, è in gesso, modello per il complesso funerario del cimitero Perugina, la modella raffigura una donna con i suoi abiti spiegati dal vento e un’acconciatura nello stile del primo venti anni del ventesimo secolo
Monumento funebre a Laura Vigo, modello utilizzato da Canonica per il monumento funerario di Torino, è intonacato, la modella raffigura una ragazza con un hula hoop in mano
L’Orfanella – in memoriam, l’opera, in gesso, risale al 1886 La statua è un modello per monumenti funebri in bronzo Bongiovanni situato nei cimiteri di Mondovì e Guilzoni, a Torino Il monumento raffigura una donna in abito e cappuccio seduto

Sala III:
Questa è una delle sale più grandi del museo che ospita varie opere che spaziano tra celebrativo, monumento funebre e allegorico. Tra i principali il monumento a Kemal Ataturk, Canonica lo inaugurò a Izmir nel 1932 e il gruppo di battaglia di Sakarya Tra le statue raffiguranti la statua equestre raffigurante Simon Bolivar e il re Feysal dell’Iraq. Tra le allegorie ci sono “The Digger” del 1910 e il “Worm of the Soul” del 1901
Ci sono anche modelli per le porte della Chiesa dell’Abbazia di Montecassino

Sala IV
In questa stanza sono esposti due busti raffiguranti personaggi nobili

Sala V
In questa stanza sono esposti vari busti di personaggi nobili e la statua raffigurante:
Il ricordo, circa del 1916, è di marmo

Sala VI
In questa sala sono esposti soggetti sacri tra cui 14 bassorilievi in ​​bronzo raffiguranti la Via Crucis
Inoltre c’è il bassorilievo in bronzo con patina bronzea dal titolo “Corte funeraria”. Questo è il modello originale per la cappella della famiglia Chiappello nel cimitero di Torino. Il modello è stato realizzato nel 1924

Sala VII:
In questa sala sono esposti, tra le altre cose, vari busti per ritrattistica, tra vari personaggi famosi italiani e stranieri, stato e clero di alto rango, appartenenti alla nobiltà, in quest’ultimo caso sia bambini che adulti, e una catena montuosa Gressoney :
L’abisso, scultura del 1909, è in marmo, la scultura raffigura un uomo e una donna abbracciati
La scultura di maggio del 1900 è in gesso patinato, una copia del marmo originale che si trova ad Amsterdam nel Museo Stedelijk
Torso di donna, scultura del 1896, è in marmo, la statua raffigura una donna nuda seduta senza braccio e testa
Budino, scultura del 1920 circa, è in marmo, la statua raffigura una donna nuda seduta mentre prova a coprirsi il viso con le braccia, nel senso, cioè vergogna e vergogna
Questa stanza è attualmente chiusa solo all’incrocio dei visitatori, ma è possibile indirizzare le opere dai due lati dell’accesso alla stanza

Stanza rossa o stanza del camino
Il camino è in pietra lavica di Vetralla, risalente al 1581. Il salone è arredato con mobili d’epoca dal XVI al XVII secolo. Tra le altre opere esposte ci sono un autoritratto, un ritratto e due schizzi di pietra della Canonica, come bene come il frontespizio di una partitura e l’insieme di due opere d’arte di Canonica
Altri lavori di interesse nella stanza includono:
Schizzo per il vittoriano, scultura del 1908,
Lo schizzo in gesso è stato realizzato per la parte centrale del Vittoriano. L’opera consiste in un gruppo di Roma con i figli che marciano A destra ci sono “Plebiscito” e “Breccia di Porta Pia”. Ironia della sorte, l’opera non è mai stata eseguita in quanto è stata nominata membro della sottocommissione reale in modo che non potesse più partecipare ai conflitti di interesse nella realizzazione dell’Altare della Patria
Cassettone del XVII secolo,
E dentro l’armadio:
Una divisa di Alessandro II, Zar di Russia, risalente al XIX secolo,
Una tunica orientale e un mantello,
Un vestito orientale

Corridoio al piano terra
Sulle pareti ci sono quattordici dipinti canonici che raffigurano vari paesaggi tra cui i paesaggi di campagna della provincia di Viterbo, una vista sul mare di Forte dei Marmi, una veduta del Po e un ritratto di Suor Luigina alla Fortezzuola. I dipinti provengono dalla scuola paesaggistica toscana della seconda metà del diciannovesimo secolo
Studia
Lo studio è conservato com’era quando lavorava Il soffitto fu restaurato dalla Canonica a proprie spese Al centro c’è il tavolo con gli strumenti con cui la Canonica lavorava e lo schizzo al monumento a Giovanni Paisiello Ci sono ritratti, se stessi -trambi, Paesaggi eseguiti dalla stessa Canonica, ci sono anche schizzi di opere tradotte e studi di sculture mai realizzate, una tela di Enrico Gamba e una tela di Demetrio Consola
Tavolino con attrezzi Sul tavolino con gli attrezzi della Canonica, ci sono: una piccola squadra di legno, raspe, seghetti, spatola, una bottiglia contenente una resina oleosa non scoperta ora essiccata, pezzi di argilla usati per il modello di San Giovanni Bosco, L’ultimo lavoro in cui Canonica è stato dedicato A questo tavolo ci sono una sedia e un treppiede
Stele per il monumento di Paisiello La stele è una copia dell’originale distrutta da un bombardamento L’opera è composta da varie figure allegoriche che richiamano danza, musica e poesia
Inoltre, nella stessa stanza, c’è lo scrigno di Isabella Saluzzo, risalente al XIV secolo, realizzato in legno di noce

Scala per il primo piano:
Sulle scale ci sono alcuni busti di bambini e quattro sculture in bronzo di Canonica, mentre al secondo piano c’è un’armatura giapponese di un samurai del XVII secolo. L’armatura è fatta di ferro, bronzo dorato, seta e pelle

Primo piano:
Secondo piano corridoio
In questo corridoio sono esposte una consolle con uno specchio con intagli decorati in stile rococò da operai piemontesi Al centro dello specchio è collocato un ritratto di Vittorio Emanuele I I mobili sono stati acquistati da Canonica ad un’asta torinese Nella prima stanza a sinistra del corridoio C’è la Biblioteca Canonica con la libreria dell’artista insieme a nuove librerie. Alle pareti ci sono alcuni dipinti di vari artisti, tra cui Enrico Gamba e Antonio Fontanesi, e c’è anche una serie
La biblioteca è composta da 2200 volumi costituiti dalla collezione privata di Canonica e da una sezione su scultura e arti figurative dei secoli XIX e XX recentemente acquisiti L’archivio fotografico e familiare, l’eredità della vedova Canonica

Camera da letto
La stanza si trova sul lato sinistro del corridoio La stanza è arredata con mobili d’epoca Il letto barocco è nello stile del piemontese Altri mobili, tra cui una poltrona in decappottabile, sono in stile piemontese Sulla parete di fondo c’è una deposizione di Cristo
Inoltre, il medaglione è esposto nella stanza con le decorazioni onorarie attribuite a Canonica, tutte in oro e smalto, con le seguenti medaglie:
Due decorazioni come il Gran Ufficiale dell’Ordine di Simon Bolivar conferite dal Venezuela;
Due decorazioni come Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia;
Un decor come comandante dell’Ordine di San Stanislao Ordine della Russia;
Decorazione come comandante dell’Ordine di Adolfo di Nassau conferito dal Lussemburgo;
Due croci del Grande Ufficiale dell’Ordine di San Maurizio e San Lazzaro;
Una grande croce dell’ordine delle querce del Lussemburgo;
Una decorazione come ordine dominante dei due fiumi dell’Iraq;
Una croce sul merito civile di Savoia, come un cavaliere

sala da pranzo
In questa stanza c’è un tavolo bolognese in noce risalente al 17 ° secolo. Sul tavolo c’è un ritratto della baronessa Niemptsch del 1903. In fondo c’è una credenza con piatti piemontesi in peltro del XVIII secolo più un piatto persiano fatto di rame con decorazioni orientali in smalto turchese Ai lati del comò ci sono due dipinti ad olio raffiguranti un bambino bianco e l’altro nero di Vittorio Cavalleri Un’altra credenza, tuttavia, nella forma di un trapezio si trova a sinistra del primo con due lastre dei Savonesi in maiolica con dipinti blu-blu risalenti alla fine del XVII secolo Anche su un muro c’è un arazzo fiammingo della metà del XVII secolo

Antisalone
All’interno c’è una cassettina del XVII secolo con intarsi in avorio, una console da tavolo con uno specchio e due poltroncine di maestri piemontesi del XVIII secolo Su una parete c’è una foto di Vittorio Cavalleri intitolata “Donizetti scrive la sua ultima opera “fatto nel 1897 Su un tavolino c’è una piccola statua in bronzo raffigurante un” Dopo il voto “copiato dall’autore nel 1921

Sala della Musica
In questa stanza si trovano arredi di artigiani piemontesi della metà del XVIII secolo, mentre sulle pareti sono esposti dipinti di altri mestieri piemontesi del XIX secolo, per lo più dell’Accademia Albertina di Torino, dove ha studiato la Canonica Su di un leggio lì è uno spartito per la Medea, che ricorda l’ultima opera scritta da Canonica. C’è anche un pianoforte a coda Erard, che risale al 1855, e nella stessa stanza c’è anche la statua in bronzo realizzata da Canonica, La Tina Sartina “del 1921 raffigurante una donna seduta con la faccia voltata alla sua destra e con le sue mani posto dietro la schiena ai suoi fianchi, forse nel suo atteggiamento di vestire