Ala ovest, Museo Poldi Pezzoli

Questo ambiente è stato concepito come un ingresso scenico all’appartamento di Gian Giacomo Poldi Pezzoli usando un’antica scala barocca già presente nel palazzo decorata con otto monumentali statue di arenaria collocate nelle nicchie, opera di uno scultore milanese del XVIII secolo.

Per enfatizzare lo stile barocco Giuseppe Bertini aggiunse stucchi (distrutti nel 1943) e un’elegante fontana neo-barocca.

Scala antica
La scenografica scala barocca, impreziosita da un’elegante fontana, collega l’ingresso e le stanze al piano terra con le stanze al piano principale. La scala era il vecchio accesso agli appartamenti di Gian Giacomo Poldi Pezzoli ed è stata progettata a partire dall’antica scala dell’edificio, decorata con sei nicchie che contengono altrettante statue di grandiosità monumentale: Prudence, War, Piety, Wisdom, Faith and Theocracy . La decorazione a stucco delle pareti e il lucernario in vetro dipinto furono distrutti durante i bombardamenti del 1943, mentre furono salvate cinque cassapanche in noce con uno stemma dorato e la parola “Poldi” sul retro.

Sala Lombardi
Le tre sale ospitano la collezione di dipinti del Rinascimento lombardo, scelti da Gian Giacomo Poldi Pezzoli con il consiglio di Giuseppe Bertini, Giuseppe Molteni e Giovanni Morelli. La prima installazione, un ambiente unico che ospitava i volumi della Biblioteca, fu distrutta dai bombardamenti del ’43. Nel 1960, con la riapertura al Museo, fu inaugurata la nuova divisione delle sale, abbellita da una serie di tavolette a soffitto con motivi araldici e ritratti a mezzo busto della Scuola Cremonese.

Sala degli stranieri
La sala, originariamente parte dell’anticamera, ospita le opere di maestri stranieri della collezione Poldi Pezzoli. Tra le mostre è possibile ammirare il famoso dittico con i ritratti di Martin Lutero e sua moglie Katharina von Bora, dipinti dal maestro rinascimentale tedesco Lucas Cranach il Vecchio. Purtroppo le decorazioni del soffitto e gli arredi originali, opera dell’incisore Giuseppe Ripamonti, sono andati perduti.

Sala degli Stucchi
La Sala degli Stucchi è la prima sala storica al piano principale, dove sono sempre state conservate le collezioni di porcellane e maioliche del Museo. Gian Giacomo Poldi Pezzoli acquistò personalmente quasi tutti i pezzi esposti, circa seicento e cinquanta, esposti in una vetrina costruita nel 1880 per dividere la Sala degli Stucchi dalla Sala d’oro. La sezione della porcellana di Meissen, senza dubbio la più ricca e significativa, copre la produzione della manifattura dal 1720 alla seconda metà del XIX secolo e comprende stoviglie, statuette e vari oggetti. Ai tempi di Gian Giacomo la Sala degli Stucchi, detta la Stanza Gialla, aveva decorazioni in stucco in stile rococò, distrutte nel ’43 e parzialmente ricostruite secondo i modelli originali.

Fu decorato in stile rococò e destinato a ospitare le collezioni di porcellane del XVIII secolo. Gli affreschi di Luigi Scrosati e la decorazione a stucco di Antonio Tantardini, realizzati nel 1855, furono distrutti nel 1943.

Gli scaffali, le console e le sedie in stile rocaille eseguiti da Giuseppe Speluzzi tra il 1870 e il 1876 furono invece salvati.

Sala d’oro
La Golden Hall è la sala più importante del museo e ospita i capolavori della pittura della collezione Poldi Pezzoli. Concepito secondo i dettami dello stile rinascimentale, fu progettato per essere la sala d’onore dell’appartamento di Gian Giacomo. Dopo la morte del collezionista, Giuseppe Bertini portò avanti l’opera: sfortunatamente sia il soffitto a cassettoni dorati, sia gli affreschi, dipinti dallo stesso Bertini, e le decorazioni in tessuto damascato che fiancheggiavano le pareti, furono distrutti dai bombardamenti. L’attuale struttura museale risale agli anni novanta. Tra le opere esposte si può ammirare il Ritratto di una donna attribuito a Piero del Pollaiolo e diventare un simbolo del Museo, l’Immago Pietatis di Bellini, il Compianto su Cristo morto di Botticelli, la Madonna col Bambino di Mantegna e San Nicola da Tolentino di Piero di Francesca. Nella vetrina che separa la Sala d’oro dalla Sala degli Stucchi sono esposte le collezioni di porcellane e maioliche.

Questa sala, in stile rinascimentale, è stata progettata come una sala d’onore, destinata a contenere alcune delle opere più importanti della collezione. Gian Giacomo Poldi Pezzoli non riuscì a vederlo finito e Bertini continuò la sua decorazione dopo la morte del fondatore del museo.

La sala, così chiamata per un soffitto a cassettoni dorati ora distrutto, era decorata con affreschi di Giuseppe Bertini mentre le pareti erano ricoperte di tela damascata; tutto fu distrutto nel 1943.

Museo Poldi Pezzoli
Aperto al pubblico nel 1881, amato dal pubblico milanese e internazionale, il Museo Poldi Pezzoli incanta non solo per il fascino delle sale, che evocano le epoche del passato dal Medioevo al XVIII secolo fino all’Armeria reinterpretato dall’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro, ma anche per la varietà e la ricchezza delle collezioni. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellana, vetro, mobili, orologi solari e meccanici: oltre 5000 oggetti straordinari, dall’antichità al diciannovesimo secolo, immersi in un’atmosfera magica.

Nel cuore di Milano, creato grazie alla passione del nobile collezionista d’arte Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879), il Museo Poldi Pezzoli è una delle case-musei più importanti e famose al mondo. Si trova accanto al teatro alla Scala, nella strada un tempo chiamata “corsia del Giardino”. In realtà, dietro la severa facciata neoclassica del palazzo c’è ancora un bellissimo giardino.

La casa-museo, amata dal pubblico milanese e internazionale, fu aperta nel 1881; affascina non solo per il fascino delle stanze, evocando il passato (dal Medioevo al XVIII secolo fino all’Armeria dell’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro), ma anche per la varietà e la ricchezza delle sue collezioni. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, braccia e armature, gioielli, porcellana, vetro, mobili, orologi: oltre 5000 pezzi dall’antichità al XIX secolo sospesi in un’atmosfera magica che rievoca quella scelta dalla grande arte milanese collettore.

Il museo Fa parte del circuito del “Case Museo di Milano” ed espone opere di numerosi artisti, tra cui: Perugino, Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Antonio Pollaiolo, Giovanni Bellini, Michelangelo Buonarroti, Pinturicchio, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Jacopo Palma il Vecchio, Francesco Hayez, Giovanni Battista Tiepolo, Alessandro Magnasco, Jusepe de Ribera, Canaletto, Lucas Cranach il Vecchio, Luca Giordano.