Modulo vitruviano

Un modulo (modulo latino, una misura) è un termine che era in uso tra gli architetti romani, corrispondente al semidiametro della colonna alla sua base. Il termine fu esposto per la prima volta da Vitruvio (libro iv.3), e fu impiegato dagli architetti del Rinascimento italiano per determinare le proporzioni relative delle varie parti degli ordini Classici. Il modulo è stato diviso dai teorici del XVI secolo in trenta parti, chiamate minuti, consentendo una precisione molto maggiore di quanto si ritenesse necessario da Vitruvio, la cui suddivisione era in genere di sei parti.

Quando illustra Palladio, l’architetto britannico Isaac Ware (I quattro libri di Andrea Palladio’s Architecture, Londra 1738, illustrazione, a destra) ha definito l’ordine dorico come un esercizio di costruzione modulare. Il modulo che ha selezionato era un diametro completo della colonna prelevato alla base. Ha impostato le sue colonne, 15 moduli di altezza, a un intercolumniation di 5½ moduli. Il suo architrave e fregio, senza cornice, è uguale a un modulo.

La tendenza nell’educazione architettonica Beaux-Arts era in modo simile ad adottare l’intero diametro colonnare come modulo per determinare l’altezza della colonna o della trabeazione o di una qualsiasi delle loro suddivisioni.

Quindi il modulo può essere esteso per significare più generalmente una parte unitaria che fornisce l’unità di misura per il tutto. Nell’educazione, ad esempio, le lezioni possono essere suddivise in moduli.