Guida turistica di Venezia Turismo delle architetture religiose, Italia

Le bellezze storiche e architettoniche di Venezia sono davvero numerose. Tra palazzi e strutture religiose, la città offre davvero tante soluzioni tutte da esplorare. Tra i monumenti più importanti della stessa zona vi sono la basilica di Santa Maria della Salute, le sinagoghe del Ghetto, l’Arsenale e la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari. Tra gli edifici religiosi più famosi vi è anche la basilica dei Santi Giovanni e Paolo, la chiesa di Santa Maria dei miracoli e altro ancora.

Sono innumerevoli le chiese degne di nota che si possono trovare nella città lagunare, sia per i loro meriti architettonici, sia per i tesori artistici in esse contenuti. Tra le più importanti la Basilica ottagonale di Santa Maria della Salute, con la sua imponente cupola che svetta all’imbocco del Canal Grande e la famosa e maestosa Basilica di San Marco, cattedrale della città e sede del Patriarca e del Patriarcato di Venezia, situata nell’omonima piazza, accanto al Palazzo Ducale.

Venezia è costruita su banchi di fango instabili e nel Medioevo aveva un centro cittadino molto affollato. D’altra parte, la città era in gran parte al sicuro da sommosse, faide civili e invasioni molto prima della maggior parte delle città europee. Questi fattori, con i canali e la grande ricchezza della città, hanno reso unici gli stili di costruzione.

Venezia ha uno stile architettonico ricco e diversificato, il più importante dei quali è lo stile gotico. L’architettura gotica veneziana è un termine dato a uno stile di costruzione veneziano che combina l’uso dell’arco a sesto acuto con l’arco ogivale curvo, a causa delle influenze bizantine e ottomane. Lo stile ha avuto origine nella Venezia del XIV secolo, con una confluenza di stile bizantino da Costantinopoli, influenze islamiche dalla Spagna e dai partner commerciali orientali di Venezia e forme gotiche dall’Italia continentale.

Il gusto veneziano era conservatore e l’architettura rinascimentale divenne davvero popolare solo negli edifici a partire dal 1470 circa. Più che nel resto d’Italia, conservava gran parte della forma tipica dei palazzi gotici, che si era evoluta per adattarsi alle condizioni veneziane. A sua volta anche il passaggio all’architettura barocca fu abbastanza dolce. Ciò conferisce agli edifici affollati sul Canal Grande e altrove un’armonia essenziale, anche dove convivono edifici di epoche molto diverse.

Tra gli altri importanti edifici religiosi, vi sono: la basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la chiesa di San Francesco della Vigna, la chiesa di San Zaccaria, la basilica dei Santi Giovanni e Paolo, la chiesa del Redentore, quest’ultima realizzata alla Giudecca su progetto di Andrea Palladio, e la basilica di San Pietro di Castello che presenta due cappelle del Veronese.

Storia religiosa
Il patriarcato di Venezia è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica del Triveneto. Il titolo risale all’8 ottobre 1451 ed è erede dell’antico patriarcato di Grado.

Intanto, nel 774, lo sviluppo urbanistico di Venezia aveva portato alla fondazione della diocesi di Olivolo (che prese il nome di Castello nell’XI secolo) e, per lo stesso motivo, anche il patriarca di Grado finì per trasferirsi in laguna città, nel 1105, stabilendosi nella chiesa di San Silvestro.

Quando, durante il Medioevo, i numerosi centri insulari della Laguna finirono per agglomerarsi gradualmente dando a Venezia una fisionomia più unitaria, si scoprì che nella città erano presenti contemporaneamente quattro uffici ecclesiastici di rango episcopale.

Nel corso del XV secolo si verificarono una serie di eventi che riformarono profondamente l’organizzazione territoriale della Chiesa nel territorio. Nonostante il titolo altisonante, il territorio del patriarcato di Venezia era in origine molto modesto e per secoli limitato alla sola città e ad alcune exclavi di terraferma.

Nel 1807, dopo la caduta della Repubblica, resa inutile la posizione di primicerium della Basilica di San Marco, la santa cattedra fu definitivamente collocata nella Basilica di San Marco. Il patriarcato di Venezia è tradizionalmente sede cardinalizia: dal 1827 al 2011 tutti i patriarchi sono stati anche cardinali.

Turismo delle architetture religiose
Venezia è una meta importante per i turisti che vogliono vedere la sua celebre arte e architettura. Il turismo è stato una parte importante dell’economia veneziana sin dal XVIII secolo, quando Venezia, con il suo bellissimo paesaggio urbano, l’unicità e il ricco patrimonio culturale musicale e artistico, era una tappa del Grand Tour.

Sestiere San Marco

Basilica di San Marco
La Patriarcale Basilica Cattedrale di San Marco, più notoriamente chiamata Basilica di San Marco è la chiesa cattedrale e sede del patriarcato di Venezia. Insieme al campanile e alla piazza di San Marco, costituisce il principale sito architettonico di Venezia, e, insieme ad essi, costituisce il simbolo più conosciuto della città e del Veneto nel mondo. È anche uno dei simboli dell’arte veneziana e del cristianesimo. La basilica fu costruita nell’829 per contenere le spoglie di San Marco, patrono della città e fu consacrata nel 1024. La facciata principale è unica. Ha cinque porte ad arco, una terrazza su cui sono a casa, quattro cavalli di bronzo dalla preda della 4a crociata dei miscredenti. Nel periodo della Repubblica di Venezia,era la cappella personale del Doge e fu costruita con vari reperti per lo più provenienti dall’Asia Minore e donati da mercanti veneziani. All’interno è impreziosita da splendidi mosaici dorati e varie opere d’arte. In virtù del tesoro di San Marco, degli ornati mosaici e dei maestosi elementi di design, che fecero dell’edificio sacro il simbolo visibile del potere e della ricchezza.

È stata più volte ristrutturata e decorata nel corso dei secoli e la Basilica è sicuramente la chiesa più spettacolare della città. La famosa facciata principale ha una linea del tetto decorata per lo più in stile gotico. Ci sono voluti secoli per completare i mosaici a fondo oro che ora coprono quasi tutte le aree superiori dell’interno. Nel XIII secolo l’altezza esterna delle cupole fu notevolmente aumentata da tamburi cavi sollevati su un’intelaiatura lignea e ricoperti di metallo; quelli originali sono meno profondi, come si può vedere all’interno. Questa modifica rende visibili le cupole dalla piazza. Molti dei suoi ricchi manufatti e reliquie furono saccheggiati da Costantinopoli durante la Quarta Crociata, inclusi molti manufatti della Basilica di Santa Sofia. Per il suo design opulento, i mosaici a fondo oro e il suo status di simbolo della ricchezza e del potere veneziani,dall’XI secolo in poi l’edificio è conosciuto con il soprannome di Chiesa d’oro. Raggiunge una sensazione orientale di esotismo, ha tutti gli elementi dello stile veneziano dell’arte rinascimentale, rimane unico ed essenzialmente un prodotto di lavoratori italiani di ogni tipo.

Chiesa di San Zulian
La chiesa di San Zulian è un edificio religioso della città di Venezia. La chiesa è dedicata al martire San Giuliano. Fondata nell’829, la chiesa prese il suo aspetto durante la ricostruzione del Sansovino, finanziata dal dottor Tomaso Rangone, il medico è immortalato in bronzo sopra il portale che sorregge la salsapariglia – la sua “guarigione miracolosa”. All’interno, sotto il soffitto dipinto, sono le opere di Palma il Giovane e “Cristo Morto e Santi” del Veronese. Nella lunetta del frontone il Rangone si erge su un’urna funeraria, vestito della toga dottorale mentre consegna ai posteri la sintesi del suo sapere avvolta da una complessa simbologia.

L’interno dell’edificio è a navata unica, pressoché quadrata, con il presbiterio rettangolare coperto da volta a crociera, affiancato da due piccole cappelle. Ciclo cristologico che circonda la sala nel suo registro superiore. Otto figure allegoriche intorno al soffitto scandiscono la riflessione sulla Passione di Cristo e circondano il trionfo di San Giuliano, posto al centro del soffitto alla fine del ciclo di San Giuliano, a questi due cicli vanno aggiunte le testimonianze della Comunità, delle varie Arti, delle Confraternite e Scuole di devozione che si esprimevano negli altari laterali. Gli altari sono in tutto sette: notevole è la pala del monumentale altare maggiore (di Giuseppe Sardi), con Incoronazione della Vergine e santi firmata da Gerolamo Santacroce.

Chiesa di Santo Stefano
La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. La chiesa fu edificata tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo dai frati eremitani di Sant’Agostino. Fu ricostruita nel XIV secolo e subì notevoli ampliamenti nel corso del XV secolo. Il portale della chiesa in stile gotico è opera di Bartolomeo Bon, mentre il caratteristico soffitto ha una struttura a carena di nave. A sostenerlo, travi e colonne incise in marmo di Verona. L’abside della chiesa è anche un ponte sotto il quale scorre un torrente navigabile, mentre il campanile romanico della chiesa, particolarmente alto, con una cella a tre arcate e sormontato da un tamburo ottagonale, è caratterizzato da un’accentuata pendenza.

La chiesa di Santo Stefano si affaccia con il lato destro su Campo Santo Stefano. In essa si aprono diverse monofore ogivali e, nella campata centrale delle tre visibili dall’esterno, anche un portale laterale con cornice in marmo scolpito. La facciata appare molto più imponente di quanto non sia in quanto si affaccia su una strada molto stretta. Nella fascia superiore vi è un rosone al centro e due bifore gotiche ai lati. In quella inferiore, in asse con la finestra centrale, si apre l’imponente portale caratterizzato da una lunetta fiorita in stile gotico, il cui perimetro è flesso all’esterno e decorato da grandi fiamme fitomorfe, acute all’interno e decorate da archetti pensili trilobati. Ai due lati della lunetta, vuota al centro, vi sono due slanciate guglie ottagonali,mentre alla sommità dell’arco, sopra l’altorilievo di un angelo che porta un cartiglio, vi è una piccola statua in marmo raffigurante un Cristo Pantocratore.

Chiesa di San Salvador
La Chiesa del Santissimo Salvatore è un luogo di culto cattolico di Venezia. Fu fondata nel VII secolo e poi ricostruita nel XII secolo dai Canonici di Sant’Agostino. L’edificio attuale fu iniziato da Tullio Lombardo, per essere poi completato da Jacopo Sansovino. La facciata del 1663 è opera del noto architetto ticinese Giuseppe Sardi. In stile rinascimentale dove è possibile ammirare l’Annunciazione di Tiziano. Caterina Cornaro, regina di Cipro, è sepolta nella chiesa all’interno del monumento funebre a lei dedicato. La chiesa fu colpita nell’assedio del 1849, sul lato sinistro della facciata, alla base della prima colonna, si vede una palla di cannone incastonata nel muro.

Chiesa di San Bartolomeo
La chiesa di San Bartolomeo è un edificio sacro a Venezia. Fondata nell’840, la chiesa dedicata a San Demetrio di Tessalonica. Chiesa ad una navata, con cupola all’intersezione di questa con il transetto. All’interno della chiesa sono presenti anche due sculture di Enrico Merengo. All’interno le tele di Sante Peranda (Caduta della manna) Palma il Giovane (Punizione dei serpenti) e il settecentesco altare maggiore di Bernardino Maccaruzzi. Nel presbiterio e nella cappella di destra affreschi di Michelangelo Morlaiter. Le ante dell’organo sono un capolavoro giovanile di Sebastiano del Piombo.

Chiesa di San Moisè
La chiesa di San Moise è un edificio religioso della città di Venezia. Eretta alla fine dell’VIII secolo e inizialmente dedicata a San Vittore. All’interno una bella chiesa in stile barocco custodisce opere del Seicento e del Settecento tra cui spicca la Lavanda dei piedi del Tintoretto. La facciata fu realizzata nel 1668 grazie al finanziamento dei fratelli Vincenzo e Girolamo Fini, raffigurati su due busti posti sopra gli ingressi laterali. Il progetto è del padovano Alessandro Tremignon, fratello dell’allora parroco Andrea. Il tutto risulta in qualche modo armonizzato grazie all’utilizzo di due ordini, che ne hanno smorzato lo sviluppo verso l’altro, e all’utilizzo di campiture meno evidenti.

Al Tremignon si devono anche l’altare della Natività di Maria e l’altare maggiore. Quest’ultimo è decorato con sculture di Enrico Merengo. Tra gli altri dipinti è possibile ammirare la Lavanda dei piedi del Tintoretto, un’Ultima Cena attribuita a Palma il Giovane, e due importanti opere di Girolamo Brusaferro: la Sommersione del Faraone (1706) e l’Elevazione della Croce (1727). ). Nella navata centrale è custodita la targa del finanziere scozzese John Law, fondatore della Western Company finalizzata allo sviluppo della valle del Mississippi e ritiratosi a Venezia negli ultimi anni della sua vita, dopo aver subito una serie di difficoltà finanziarie. Sempre in sagrestia sono presenti opere di Michelangelo Morlaiter: San Matteo, San Vincenzo Ferrari, San Carlo Borromeo.

Chiesa di San Vidal
La chiesa di San Vidal è un edificio religioso della città di Venezia. Costruito dal Doge Vitale Falier nell’XI secolo. Ora è una sala da concerto, che ospita concerti di musica classica. La facciata principale si affaccia sul Campo omonimo. Si presenta con forme classicheggianti secondo uno schema palladiano e ospita su due lati ritratti scolpiti del doge Carlo Contarini e della moglie Paolina Loredan, a ricordo del lascito con cui fu finanziata la costruzione. La tradizione vuole che la sepoltura del famoso musicista veneziano Baldassare Galuppi sia stata collocata nella chiesa di San Vidal, ma non vi è alcuna lapide commemorativa a testimoniarlo.

L’interno, con copertura a volte, ha una struttura a navata unica, con tre altari secondari per lato. Affiancato da due sculture settecentesche, il patriarca Simeone e San Giuseppe, attribuibili ad Antonio Tarsia, mentre la lunetta superiore è decorata con l’Ascensione di Antonio Vassilacchi. Il terzo altare di sinistra ospita una tela della scuola di Giovanni Battista Piazzetta, San Sebastiano e San Rocco, di Angelo Trevisan. L’altare maggiore si trova in posizione isolata al centro del presbiterio ed è affiancato da due statue di Antonio Gai raffiguranti La Fortezza e La Fede. Sul lato destro vi erano tre altari opere di Giovanni Antonio Pellegrini, Antonio Tarsia e Giovanni Battista Piazzetta. Altre opere si trovano nella sagrestia: La morte di Sant’Ursicino di Gregorio Lazzarini e Il martirio di San Vitale, dipinto settecentesco di scuola veneziana.

Chiesa di Santa Maria del Giglio
La chiesa di Santa Maria del Giglio è un luogo di culto cattolico situato nel centro della città di Venezia. Fondata nel IX secolo, ma quasi completamente ricostruita alla fine del XVII secolo. La facciata marmorea della chiesa è un capolavoro del barocco. Si compone di una serie di nicchie con statue e bassorilievi intervallate da colonne ioniche (fascia inferiore) e corinzie (fascia superiore). La statua nella nicchia centrale del secondo ordine, raffigurante Antonio Barbaro sul sarcofago. questa chiesa presenta una serie di sei mappe in rilievo sulla facciata raffiguranti Roma e cinque allora città veneziane: Padova, le città croate di Zara e Spalato, e anche le città greche di Heraklion e Corfù.

L’interno della chiesa è a navata unica con tre cappelle laterali corte per lato. La cappella maggiore dell’abside è anch’essa a pianta quadrangolare ed è coperta da una volta lunettata. Sull’altare maggiore, ai lati del tabernacolo, si trovano due sculture raffiguranti l’Annunciazione, opera di Enrico Merengo. All’interno ci sono diversi capolavori. Due tele del Tintoretto, ciascuna raffigurante due dei quattro evangelisti. Si trovano ai lati del corpo. C’è un piccolo tesoro nella Cappella Molina, anche se la vera perla della chiesa è un dipinto di Peter Paul Rubens raffigurante la “Madonna con Bambino e San Giovanni”. L’ammiraglio Antonio Barbaro ordinò a Giuseppe Sardi di ricostruire la chiesa alla gloria della Vergine, a Venezia.

Sestiere Castello

Basilica dei Santi Giovanni e Paolo
La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo è uno degli edifici religiosi medievali più imponenti di Venezia. Fu costruita insieme alla chiesa attigua ed era già terminata nel 1293. Fu ricostruita da Baldassare Longhena tra il 1660 e il 1675. La facciata è incompiuta ma accanto si trova la bella facciata dell’ex Scuola Grande di San Marco. È considerato il pantheon di Venezia grazie al gran numero di dogi veneziani e altri importanti personaggi che vi sono stati sepolti fin dal XIII secolo.

Oggi ospita l’Ospedale Civile di Venezia. Si articola intorno a due chiostri e un cortile. Ad est si trova il dormitorio dei frati, attraversato da un lunghissimo corridoio su cui si aprono le celle. L’interno è austero e arioso. Lo scalone Longhena è caratterizzato da magnifici intarsi marmorei; la biblioteca conserva ancora il bel soffitto ligneo di Giacomo Piazzetta (1682), con tele di Federico Cervelli. Nel campo, di fronte alla chiesa, si trova il monumento a Bartolomeo Colleoni, opera del Verrocchio e uno dei massimi monumenti della statuaria rinascimentale.

Chiesa di San Zaccaria
La chiesa di San Zaccaria è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. La chiesa di San Zaccaria si trova nel centro di Venezia, vicino a Piazza San Marco e al Palazzo Ducale. Antichissima chiesa risalente al IX secolo, alle origini della città, era un luogo strettamente legato alla storia arcaica di Venezia. L’attuale edificio fu costruito tra il 1444 e il 1515, in uno stile che mescola gotico e rinascimentale. La chiesa a tre navate, con volte a crociera, ha una facciata tripartita con colonne binate e aperta da numerose finestre, in numero decrescente dal basso verso l’alto, dominate dal grande timpano ad arco sormontato dalla statua di San Zaccaria.

All’interno le tombe di numerosi dogi e opere di notevole valore tra cui i polittici scolpiti da Ludovico da Forlì e una pala d’altare del 1505 del Bellini, Madonna in trono con Bambino e santi e dipinti raffiguranti l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei Pastori. Sulla parete interna della facciata si trovano quattro opere di Antonio Vassilacchi. Nelle lunette alle pareti, composte da 8 opere di Andrea Celesti,Giovanni Antonio Fumiani, Daniel Heintz, Antonio Zanchi e Antonio Zonca, illustra, un caso praticamente unico, le vicende storiche e mitiche del monastero e della chiesa di San Zaccaria . All’ingresso sinistro del deambulatorio si trova la tomba di Alessandro Vittoria. La Cappella di S. Atanasio costituiva il coro delle monache.La Cappella di San Tarasio costituiva l’abside della primitiva chiesa. La cripta a cui si accede attraverso la Cappella di San Tarasio. Fu edificata tra il X e l’XI secolo ed è divisa in tre navate da colonne che sorreggono volte a crociera.

Chiesa di S. Francesco della Vigna
La chiesa di San Francesco della Vigna è un edificio religioso della città di Venezia. Nel 1534 la chiesa fu costruita sul sito del monastero. Fu progettato dal Sansovino. La facciata fu costruita nel 1568-1577. Proiettate su un unico piano la navata principale, coperta da un grande timpano, e le due laterali coperte da due semitimpani, il problema compositivo era costituito dal collegamento organico dei due sistemi e dal rapporto modulare dei due ordini, il maggiore detto per reggere il timpano maggiore e il minore i due semitimpani. Nelle nicchie, in facciata, si trovano due statue in bronzo di Tiziano Aspetti: a sinistra una statua di Mosè ea destra una statua di San Paolo.

L’interno di San Francesco della Vigna è a croce latina con navata centrale, cappelle laterali, altare e coro più profondo. Lo spazio delle navate, inizialmente scandito solo da pilastri isolati con funzione di sostegno degli archi. Sulla controfacciata si trova a destra una Madonna con Bambino, rilievo bizantino policromo del XII secolo, mentre a sinistra i Santi Girolamo, Bernardino da Siena e Ludovico di Tolosa, trittico di Antonio Vivarini, restaurato nel 1982. La chiesa sullo sfondo termina con un profondo presbiterio a pianta perfettamente rettangolare diviso in due parti da un altare dietro il quale si trovava il coro dei frati. Le cappelle laterali, che ospitano sepolture illustri, furono decorate a spese della nobiltà veneziana.

Chiesa della Pietà
La Chiesa della Misericordia o S. Maria della Visitazione è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. L’attuale chiesa fu costruita tra il 1745 e il 1760, la facciata rimase però incompiuta fino ai primi del Novecento. L’edificio è uno dei più eleganti e suggestivi del Seicento, nel Settecento ospitò un orfanotrofio e un ospedale. Sul soffitto dell’ingresso principale c’è un meraviglioso affresco del Tiepolo: Fortitude Peace è uno dei suoi massimi capolavori. Degni di nota sono anche gli affreschi che adornano la volta del coro, che compongono il Trionfo della Fede. Qui Tiepolo eccelleva, dipingendo la Gloria del Cielo. La chiesa è anche conosciuta tra gli appassionati di musica classica come la chiesa in cui il prete cattolico e compositore Antonio Vivaldi lavorò per la maggior parte della sua vita.

L’interno è a pianta ovoidale, caratterizzato da due cori con grate in ferro battuto, che si sviluppano lungo le pareti laterali. Il soffitto dell’ingresso principale ospita un affresco di Giambattista Tiepolo, La Rocca e la Pace. Su entrambi i lati c’erano due altari. L’altare della cappella maggiore, in marmo, è del XVIII secolo ed è caratterizzato da un ricco tabernacolo barocco, circondato da figure in bronzo dorato, opera di Giovanni Maria Morlaiter (Gli Arcangeli Gabriele e Michele), Antonio Gai (San Marco) e Giovanni Marchiori (San Pietro). Sul soffitto è presente un altro affresco di Giambattista Tiepolo, Le virtù teologali, realizzato tra il 1754 e il 1755. Sopra la porta d’ingresso del coro vi è un dipinto del Moretto, Cena in casa di Simone il fariseo, del 1544,che originariamente si trovava nel convento di San Fermo e Rustico di Monselice. Il soffitto del coro è decorato da un altro affresco del Tiepolo, il Trionfo della Fede.

Chiesa di San Giovanni in Bragora
La chiesa di San Giovanni in Bragora è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. La sua fondazione risale all’829. Fu ricostruita nel X secolo, e nuovamente nel 1178. Nel 1464 la chiesa fu ristrutturata secondo un modello tardogotico, nella forma che conosciamo oggi. Il ristrutturato pur mantenendo la struttura basilicale, realizza una facciata in laterizio con le consuete forme tardogotiche locali, con la tripartizione corrispondente alle navate; interessante il soffitto a capriate lignee.

All’interno è stata eretta la cappella dedicata a San Giovanni l’Elemosiniere, che custodisce le preziose reliquie del santo. L’insieme, in legno dorato e policromo, presentava una struttura piuttosto ricca e complessa. Il lavoro di intaglio era stato affidato a due distinti maestri: Alessandro da Caravaggio era responsabile della struttura del monumento con l’altare e l’urna, Leonardo Tedesco il rilievo con la figura del Santo, dorato e dipinto da Leonardo Boldrini. C’erano alcune opere di Jacopo Palma il Giovane. L’altare maggiore ospita due grandi statue di San Giovanni l’Elemosiniere e San Giovanni Battista. A destra del presbiterio si trova una piccola cappella. Accanto a questa, la sagrestia, che ospita opere di Alvise Vivarini, Cristo risorto, e di Giambattista Cima da Conegliano, Sant’Elena e Costantino ai lati della croce. Altre importanti opere di Bartolomeo Vivarini, il trittico Sant’Andrea tra i Santi Martino e Girolamo.

Chiesa di San Giorgio dei Greci
La chiesa di San Giorgio dei Greci è un edificio religioso della città di Venezia. L’edificio nasce come chiesa greco-cattolica. La costruzione dell’edificio, in stile tardo rinascimentale, iniziò nel 1536. L’esterno dell’edificio fu infine completato nel 1571 con la costruzione della cupola. Nell’edificio attiguo alla chiesa si trova un piccolo Museo delle icone greco-bizantine e dei paramenti sacri ortodossi. Secondo le cronache, già in costruzione e prima che il campanile fosse completato. L’interno è davvero magnifico: da segnalare la cupola emisferica, con il centro ricoperto da affreschi di G. di Cipro.

L’interno è a navata unica ed è ricoperto da affreschi, opera di Giovanni di Cipro, con un coro ligneo a due ordini lungo le pareti laterali e opere di Giovanni Grapiglia. L’iconostasi è caratterizzata da decorazioni marmoree e dipinti di Michele Damasceno raffiguranti vari santi e, sull’architrave, le Dodici Feste. Sempre nello ierone si trova un affresco di Michele Damasceno (Apostoli e Santi greci), sulla piccola abside sopra l’altare maggiore, mentre l’abside e l’arco trionfale sono ricoperti di mosaici del primo Seicento. Numerose sono anche le altre opere pittoriche: l’Ascensione di Giovanni Ciprioto, la tavola dell’Ultima Cena del cretese Benedetto Emporios e la Deposizione di Michele Damasceno.Sulle pareti della cappella che ospita l’altare della Preparazione vi è un’icona della Vergine con camicia d’argento. Completano l’arredo della chiesa un leggio del 1663 in tartaruga e madreperla e quattro candelabri in bronzo dei primi del Seicento.

Basilica di San Pietro di Castello
La basilica di San Pietro di Castello è un importante luogo di culto a Venezia, fino al 1807 cattedrale del patriarcato di Venezia. Costruita a partire dall’822 – 823 e completata intorno all’831 – 832, è stata più volte restaurata e ricostruita tra il XVI e il XVII secolo. La monumentale facciata è del 1594-1596 e il campanile isolato, opera di Mauro Codussi (1482-1490). La facciata del progetto è attribuita al Palladio, sua prima opera a Venezia. La struttura era a tre navate, facciata tripartita e absidi circolari. Il tema fondamentale prevede un ordine maggiore in corrispondenza della navata centrale, e uno minore rispetto a quelle laterali. Il tutto è decorato da un bassorilievo ottocentesco raffigurante La Carità, opera dello scultore Marsili. Lo stile può essere definitoclassico.L’edificio è a croce latina con tre navate divise da tre archi ciascuna, con all’interno un altare; all’incrocio con il transetto si trova la cupola. Il profondo presbiterio, che segue la grande navata centrale della chiesa, è affiancato da due cappelle laterali.

La Cattedra di San Pietro, che secondo la tradizione apparteneva allo stesso Apostolo quando era vescovo di Antiochia. Nella navata destra San Pietro in Cattedra e quattro Santi di Marco Basaiti. Tra le due cappelle, l’opera del Veronese del 1585 circa, i Santi Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo, l’Immacolata Concezione di Giovanni Maria Morlaiter, sec. XVIII, e Il Martirio di San Giovanni Evangelista, del Padovanino. La Cena in Emmaus di Pietro Malombra e Antonio Vassilacchi, sulla parete sinistra del portale. Nella navata sinistra la cappella Vendramin e la cappella Lando, con pala musiva di Arminio Zuccato, su cartone forse di Jacopo Tintoretto, 1570. Mentre a destra, di Jacopo Beltrame, XVI secolo, Cena in casa di Simone, due statue di Orazio Marinali,Fede e meditazione intorno al Crocifisso di Jacopo Strada. San Giorgio e la principessa e il drago, opera di Marco Basaiti; dal 1985 è in deposito presso le Gallerie dell’Accademia.

Chiesa di San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo è un edificio religioso della città di Venezia. La chiesa risale al IX secolo e fu annessa al vicino monastero benedettino. Fu ricostruita nel 1580-1616 su progetto di Simone Sorela. L’altare maggiore fu in parte scolpito da Giovanni Maria da Cannaregio su disegno di Girolamo Campagna. Quest’ultimo scultore completò le statue dei Santi Lorenzo e Sebastiano. Vi fu sepolto Marco Polo, per sua richiesta sul letto di morte.

L’interno è particolarmente originale, con la sua vasta area divisa quasi al centro da tre grandi archi per separare lo spazio del recinto da quello pubblico. La base degli archi laterali è chiusa da un muretto con porte e finestre, adibito a salottino, e sopra un’elaborata ringhiera (un tempo dorata) termina la separazione, ma lascia comunque una percezione di ariosità. All’interno dell’arco centrale più alto si trova il grande altare maggiore. I tratti del soffitto corrispondenti ai due tramezzi della pianta sono divisi ai lati in volte a botte, orientate ortogonalmente all’edificio, collegate da costoloni alle volte a crociera della fascia mediana, allineate tra le grandi finestre termiche e l’arco centrale ; ogni spicchio con la sola semplice decorazione di un discreto rosone centrale.L’altare maggiore è l’unico superstite tra quelli della chiesa.

Chiesa di Santa Maria Formosa
La Chiesa della Purificazione di Maria detta Santa Maria. La Chiesa è una delle otto chiese edificate nel VII secolo da San Magno, Vescovo di Oderzo. La leggenda narra che la Vergine Maria gli apparve sotto forma di matrona ben proporzionata. La chiesa è stata costruita più volte nel corso dei secoli. Mauro Codussi edificò sull’originaria croce greca, la pianta latina a tre navate, con il presbiterio affiancato da due cappelle minori per lato, e grandi cappelle ai lati delle navate minori rese più ariose dalle grandi bifore laterali con cui comunicano tra loro e con il transetto. All’interno è stato ripreso il tema brunelleschiano degli elementi architettonici in pietra grigia che risaltano sugli intonaci bianchi.

La facciata dall’aspetto classico, è divisa in tre parti da fasci di semipilastri corinzi specchiati posti a coppie su alte basi e chiusi, al di sopra dell’alta trabeazione, un grande timpano coronato da acrotere a forma di vaso. La facciata rivolta a nord è suddivisa su due livelli, il primo è in cinque parti da un ordine minore di lesene ioniche che racchiudono archi ciechi sui lati. Il secondo livello è collegato al primo dai due pilastri corinzi e specchiati dell’ordine maggiore su cui poggia il timpano. Il campanile barocco fu costruito nel 1668 su progetto di Francesco Zucconi. Presenta tre navate centrali, coro, transetti con volte a crociera e cupola emisferica. La chiesa custodisce anche alcuni meravigliosi dipinti di Bartolomeo Vivarini, Palma il Giovane e Palma il Vecchio.

Sestiere di Cannaregio

Chiesa di Sant’Alvise
La chiesa di Sant’Alvise è un edificio religioso della città di Venezia, la chiesa dedicata a San Ludovico da Tolosa. Subì un’importante ristrutturazione nel XVII secolo, che ne modificò in gran parte l’interno. Costruita in semplici moduli gotici, con pianta basilicale. La facciata è molto semplice, vi sono sei lesene leggermente sporgenti, collegate da archi ogivali che seguono l’intero coronamento. Il portale in pietra d’Istria è arricchito da una statua del santo in marmo greco, attribuita a Bartolomeo Bon. Il campanile ha mantenuto l’aspetto gotico originario del XIV secolo. Ha una terracotta con una cuspide in pigna e con guglie agli angoli. Il convento delle monache sul lato destro era originariamente formato da due chiostri, di cui oggi rimane intatto solo uno, e da un portico con colonne in stile gotico e archi a tutto sesto.In epoca moderna il convento è stato occupato dalle Figlie della Carità.

Statue, altari e marmi seicenteschi decorano le pareti. Degno di nota è il grande affresco a soffitto piano realizzato da Piero Antonio Torri e Pietro Ricchi negli anni successivi al 1674. A rendere ancora più bella questa chiesa la presenza del barco, il tipico coro pensile, sorretto da due colonne filiformi e barbacane gotico. Altro aspetto molto bello sono le grate in ferro battuto dietro le quali si nascondevano le monache. In basso, a sinistra della barca, otto tavolette raffiguranti episodi biblici, attribuite a Lazzaro Bastiani. Le opere più prestigiose della chiesa sono tre dipinti di Giambattista Tiepolo eseguiti tra il 1737 e il 1740: Incoronazione di spine e Flagellazione sulla navata destra e Salita sul Monte Calvario su una parete del presbiterio.Il dipinto di Angelo Trevisani Orazione di Cristo posto di fronte a quest’ultimo dipinto. Sull’altare settecentesco in marmi policromi della parete sinistra si trovano tre statue attribuite a Giovanni Maria Morlaiter.

Chiesa della Madonna dell’Orto
La chiesa della Madonna dell’Orto è un edificio religioso di Venezia, uno dei luoghi emblematici dell’architettura gotica veneziana. Il complesso è definito ai lati da due colonne addossate al muro con capitelli corinzi. I capitelli e le mensole corrispondenti al motivo a spina di pesce sorreggono una cornice/architrave modanata con motivi vegetali. I corsi di nicchie con le statue degli apostoli che incorniciano le quinte. Il grande rosone è opera di Bartolomeo Bon così come il portale. Il portale, sviluppato attorno ad un’apertura squadrata, presenta un crescendo di raffinate modanature: il bordo interno è bordato con motivo ritorto mentre al bordo dello stipite è presente un motivo a spina di pesce arricchito da ripetuti simboli di San Cristoforo;il tutto è racchiuso in una prima cornice mistilinea bianca e rosa con bordo seghettato. La decorazione è completata dalle tre statue superiori. I citati simboli di San Cristoforo, sono stati integrati con le statue settecentesche raffiguranti Prudenza, Carità, Fede, Speranza e Temperanza, prelevate dalla demolita chiesa di Santo Stefano a Murano.

L’interno è a pianta basilicale, a tre navate, con archi a sesto acuto a doppia cornice. Ciò che rende famosa questa chiesa in tutto il mondo sono le dieci tele di Jacopo Tintoretto. Sul lato sinistro, unico elemento superstite del convento, sono state aperte quattro cappelle funerarie di alcune importanti famiglie. Partendo dall’ingresso si incontra la cappella Valier, di raffinata architettura rinascimentale. Seguono la cappella Vendramin e la cappella Morosini, in stile gotico degli architetti Giovanni e Bartolomeo Bon. La sequenza si conclude con l’elegante cappella Contarini. Sul lato destro della chiesa si trovano gli altari laterali e un importante monumento funerario. Il soffitto è ligneo a cassettoni, opera del restauro del 1931,ma ispirato a quello del vicino chiostro nello stile tipico della costruzione gotica dell’epoca.

Chiesa degli Scalzi
La chiesa di Santa Maria di Nazareth, o chiesa degli Scalzi, è un edificio religioso della città di Venezia degli inizi del XVIII secolo. Fu costruita da Baldassarre Longhena a navata unica, con due cappelle laterali, ciascuna a sua volta affiancata da due cappelle più piccole. Dopo l’arco trionfale, l’aula entra nel presbiterio, rialzato e dotato di cupola. Nell’abside è visibile il coro dei frati. Un importante restauro tra il 1853 e il 1862 ad opera del governo austriaco. Oggi è monumento nazionale. All’interno, marmi corinzi colorati e opulenti danno una sensazione di opulenza e meraviglia al visitatore.

La facciata con lo stile del tardo barocco veneziano, divisa in due ordini e scandita da colonne binate. Le quattro statue del primo ordine, la Madonna col Bambino poste sul frontone e Santa Caterina da Siena nella nicchia a sinistra della Madonna sono di Bernardo Falconi. La nicchia di destra era occupata da una statua di San Tommaso d’Aquino dello stesso Falconi. L’opera Trasporto della casa di Loreto, affresco di Giambattista Tiepolo del 1743, fu distrutta durante un bombardamento austriaco il 24 ottobre 1915. Fu nel tentativo di riparare a questo danno che, nel periodo 1929-1933, Ettore Tito dipinse due opere per la chiesa: una tela di 100 mq, e un affresco di 400 mq.I resti del Trasporto della casa di Loreto e altri frammenti superstiti del soffitto sono ora conservati nelle Gallerie dell’Accademia, dove è conservato anche uno dei due bozzetti (olio su tela) dipinti dal Tiepolo come modelli preparatori per il grande affresco perduto. C’è anche una fotografia del soffitto di James Anderson e una copia di Mariano Fortuny al museo Correr.

Chiesa dei Miracoli
La chiesa di Santa Maria dei Miracoli è una chiesa sito a Venezia, è uno dei primissimi edifici in stile rinascimentale costruiti a Venezia. Nel corso del Cinquecento furono effettuati interventi sugli interni. Nel 1997 ha subito un accurato restauro, che ha permesso a veneziani e turisti di godere appieno delle sue bellezze artistiche. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è quasi nascosta tra due antichi edifici. La facciata della chiesa è completamente ricoperta di marmo, che, secondo la tradizione, proviene dai resti dei lavori della Basilica di San Marco. L’interno della chiesa è decorato nei toni del rosa pallido, argento, grigio e bianco e c’è ancora il bassorilievo originale che lavora con sirene, dio Tritone, animali, fiori e altre immagini. La “Vergine vive per i santi”è sopra l’altare della chiesa. La chiesa ha una struttura rettangolare. La facciata si affaccia sul Campo dei Miracoli.

Lo spazio inferiore è ancora dominato dal “barco”, la singolare decorazione della vicina colonna quadrata che sorregge la barca, scolpita da una mano apparentemente estranea alla bottega di Pietro Lombardo. Il soffitto inserito tra le travi risale alla fine del Cinquecento; A questi lavori partecipò il trevigiano Vincenzo Dai Destri. Le tele nei vani sono dipinti di epoca successiva. L’interno è a navata unica con volta a botte decorata a cassettoni dorati, all’interno delle cinquanta formelle sono presenti piccole tavole raffiguranti profeti e patriarchi. Il presbiterio inizia con una ripida scalinata che conduce al piano rialzato, elegantemente decorato con quattro statue. La grande croce di dischi di porfido sulla parete di fondo attira lo sguardo verso l’alto,dove si incontrano le vetrate del tamburo. Nella vetrata c’è un’immagine di Pietatis, il Cristo nel sepolcro.

Chiesa dei Santi Apostoli
La Chiesa dei Santi Apostoli di Cristo è un edificio religioso della città di Venezia, fu edificata da San Magno, vescovo di Oderzo. Chiesa dei Gesuiti la cui facciata è un perfetto esempio dello stile barocco del primo Settecento. L’edificio attuale è il risultato di lotti di restauri effettuati nel corso del XVIII secolo. La leggenda narra che la Chiesa fu uno dei primi luoghi di Venezia in cui vennero a vivere i profughi dalla terraferma.

L’interno è costituito da una navata a due ordini di pilastri, è a croce latina e le colonne interne sono sormontate da statue. Subito a destra l’altare con la pala Cristo tra gli Apostoli di Sebastiano Santi, 1828 circa, segue la quattrocentesca Cappella d’Angolo, con marmi e decorazioni molto pregiate. Bellissimo l’altare con la Comunione di Santa Lucia di Giambattista Tiepolo, del 1748 circa. Il secondo altare di destra ospita la pala La Nascita della Vergine, del 1599, di Giovanni Contarini. L’altare maggiore con il tabernacolo a forma di tempietto circolare è opera di Francesco Lazzari. Nelle due cappelle laterali sono stati salvati gli affreschi trecenteschi. Sul lato sinistro pale d’altare di Gaspare Diziani e Domenico Maggiotto.Il campanile risale al 1672 ma fu terminato da Andrea Tirali nel XVIII secolo.

Chiesa di San Marcuola
La chiesa di San Marcuola o chiesa Ermagora santi e Fortunato è un edificio religioso di Venezia, fu edificata per la prima volta sull’isola denominata Lemeneo addirittura tra il IX e il X secolo, e che fu poi distrutta da un incendio in seguito un terremoto. Fu poi nel XII secolo che venne ricostruita l’attuale chiesa, Giorgio Massari riuscì a terminare la parte interna già nel 1736, ma non la facciata della chiesa, che rimane ancora incompiuta.

La prima struttura faceva parte dei canoni dello stile romanico ed era a tre navate con tetto a capriate scoperte. Accanto all’abside fu costruito il campanile. La chiesa si presenta oggi ad un’unica navata quadrata coperta da volta a botte. Durante la ristrutturazione della chiesa fu aggiunta anche una cuspide ottagonale. Il presbiterio era ricavato da un’abside semicircolare, che è la conclusione della bella cappella maggiore rettangolare, sormontata da una cupola ovale, sorretta da quattro colonne. La chiesa offre una vasta collezione di statue dello scultore Gaetano Susali.

Chiesa di San Giobbe
La chiesa di San Giobbe è un luogo di culto cattolico a Venezia. La chiesa è ciò che resta del convento francescano di San Giobbe e San Bernardino da Siena. Gran parte del convento fu demolita nel 1812. Nel 1815 il giardino fu affidato al giardiniere bavarese Giuseppe Ruchinger. Per tutto il Novecento il complesso è rimasto, con modifiche e adeguamenti, operativo con le attività di produzione (una centrale termoelettrica) e distribuzione di energia elettrica (dalla centrale di Malnisio Montereale Valcellina) e dalle unità tecniche specializzate del gruppo Sade (come scritto in marmo sopra l’ingresso ricavato dai muri presenti nella piazzetta antistante la chiesa) e dall’Enel con il suo Servizio di Misura e Collaudo.Il campanile fu terminato nel 1464 con campanile aperto con eleganti bifore gotiche in pietra d’Istria.

Ad abbellire gli interni fu chiamato il grande scultore Pietro Lombardo. All’interno di un’unica navata vi è un’asimmetria: la parete sinistra è ricca di cappelle mentre la parte destra è lineare con quattro altari. Questo perché sul lato destro la chiesa poggiava sul preesistente convento. Il presbiterio è preceduto da un arco trionfale, circondato dalle statue dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine Annunciata. È di forma perfettamente quadrata e ai lati vi sono quattro colonne. Il tutto è dominato da una semicupola con le statue dei quattro evangelisti, attribuita a Pietro Lombardo. Nella sagrestia si trova il dipinto olio su tavola di Andrea Previtali Madonna con Bambino e Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria eseguito nel 1504.

Chiesa della Maddalena
La chiesa di Santa Maria Maddalena è un edificio religioso della città di Venezia, uno dei più noti esempi di architettura neoclassica veneziana. Nata da un edificio religioso eretto nel 1222, a partire dal 1763 la chiesa fu completamente ricostruita, a pianta circolare, su disegno di Tommaso Temanza, che ne spostò l’orientamento verso il campo. La chiesa ha una pianta circolare piuttosto insolita per Venezia (unico altro esempio è quello di San Simeon Piccolo), con copertura a cupola semisferica, chiaramente ispirata all’architettura dell’antica Roma e in particolare al Pantheon, di cui ricorda la scalinata esterna . Il riferimento va anche a edifici veneziani come la Salute e San Simeon Piccolo, quest’ultimo opera di Giovanni Scalfarotto, maestro e zio di Tommaso Temanza.

Vi era un portale di grande pregio architettonico, preceduto da una breve scalinata e formato da un alto timpano triangolare sorretto da due coppie di colonne con capitelli e trabeazione ionica. Sopra la porta d’ingresso vi è una lunetta con l’occhio che tutto vede entro un triangolo intrecciato con un cerchio in bassorilievo. All’interno la pianta circolare si trasforma in esagonale con l’inserimento di quattro cappelle laterali (gli altri due lati sono formati dalla cappella maggiore e dall’ingresso principale), inquadrate da archi a tutto sesto. L’Ultima Cena di Giandomenico Tiepolo e l’Apparizione della Vergine a San Simone Stock di Giuseppe Angeli oltre ad altri dipinti settecenteschi, della scuola di Giovanni Battista Piazzetta.

Chiesa dei Gesuiti
La chiesa di Santa Maria Assunta è un edificio religioso di Venic. La facciata progettata dal Rossi è una libera interpretazione della cultura barocca veneziana del primo Settecento. È diviso in due ordini. Il movimento della facciata è moltiplicato dalle travi dei semipilastri, leggermente incavate, che accolgono ogni colonna e dalla rottura dell’alto architrave. L’ordine superiore, di quattro semplici pilastri senza capitello, è ristretto alla larghezza della navata da grandi volute e aperto al centro da una grande finestra. A coronamento è il timpano leggermente sfasato su due piani verticali e sormontato dal dinamico gruppo marmoreo dell’Assunzione di Maria e angeli di Giuseppe Torretto a cui angeli e putti adoranti fanno un’ala scenografica.La cornice del primo ordine sorregge otto statue su piedistalli specchiati corrispondenti alle colonne, che insieme alle quattro nelle nicchie sottostanti, rappresentano i Dodici Apostoli. La porta, uno dei pochissimi originali sopravvissuti, una raffinata struttura in lamiera di bronzo sbalzato e cesellato.

La planimetria è tipica delle chiese gesuite, a croce latina, con tre cappelle per lato nel braccio più lungo. Il transetto a fondo piatto e il presbiterio sono affiancati da altre due cappelle. Le sei cappelle ai lati della navata sono separate tra loro in piccole stanze, un tempo dedicate alle confessioni. I soffitti sono decorati con affreschi di Ludovico Dorigny, Angeli musicanti in gloria. Il presbiterio è circondato da statue di putti, angioletti, angeli e arcangeli di Giuseppe Torretti. Di Jacopo Antonio Pozzo, detto anche Giuseppe Pozzo, è l’altare, composto da dieci colonne sormontate da una cupola bianca e verde.

Chiesa di San Giovanni Grisostomo
San Giovanni Crisostomo è una chiesa di Venezia, questa piccola chiesa fu costruita nell’XI secolo in un’area di Venezia che era già molto ricca allora, come lo è oggi. La facciata guarda verso la via principale mentre le due mura si affacciano su altrettante piazze. La sua pianta è a croce greca, regolare, con due navate che si intersecano perfettamente e con i classici quattro pilastri che sorreggono gli archi su cui poggia la cupola emisferica. Sul soffitto piano sono presenti nove scomparti di varia grandezza in cui è raffigurato il Santo Padre tra putti e Cherubini di Giuseppe Diamantini.

L’opera più importante è senza dubbio la pala dell’altare di Giovanni Bellini, del 1513, con i Santi Cristoforo, Girolamo e Ludovico di Tolosa, commissionata da Giorgio Amato il 13 luglio 1494 nel suo testamento. Importante è anche una tela di Sebastiano del Piombo, commissionata, per testamento, a Caterina Contarini e Nicolò Morosini, e mostra un San Giovanni Crisostomo molto umile e umano. Alle pareti si può ammirare la traslazione di San Giovanni Grisostomo di Zaccaria Facchinetti, 1610. Infine la pala marmorea di Tullio Lombardo Incoronazione della Vergine tra gli Apostoli, commissionata dalla famiglia Bernabò de Catenariis di Montepulciano.

Santuario di Lucia
Il santuario di Lucia è un importante edificio di culto, che custodisce numerose opere d’arte. La chiesa fu costruita nell’XI secolo, solo per essere ricostruita più volte. L’attuale edificio fu progettato da Carlo Corbellini nel 1753. La prima messa nella chiesa ricostruita fu celebrata il 27 aprile 1760. Le facciate sul campo e sul canale di Cannaregio, invece, sono del 1861, anno in cui i lavori erano finiti. Nel 2018 la chiesa è stata elevata a santuario. Nella chiesa di San Geremia sono conservate le spoglie di una delle sante più conosciute e venerate della cristianità, Santa Lucia, vergine e martire siracusana.

All’interno della chiesa, molto bello e prezioso è l’altare, con il suo presbiterio, nel quale si possono ammirare le statue di San Pietro apostolo e di San Geremia profeta, datate 1798, di Giovanni Ferrari. Sullo sfondo l’affresco monocromo di Agostino Mengozzi Colonna Due angeli in atto di sorreggere il globo. Pregevole l’opera che compare sul quarto altare, La vergine assiste all’incoronazione di Venezia da parte del vescovo S. Magno di Palma il Giovane. Opere scultoree notevoli sono la Madonna del Rosario di Giovanni Maria Morlaiter e L’Immacolata Concezione di Giovanni Marchiori. Nella chiesa è conservata una miracolosa scultura acheropitica di Cristo risalente agli inizi del XVII secolo.

sinagoghe

Sinagoga della Grande Scuola Tedesca
La Scuola Grande Tedesca, o Scola Grande Tedesca, è il più antico luogo di culto ebraico di Venezia. Questa e le altre sinagoghe caratterizzano il ghetto veneziano ma la loro presenza è discreta perché difficilmente riconoscibili dall’esterno, mimetizzandosi con gli altri edifici. Solo entrando mostrano la ricchezza di ciò che custodiscono. L’ampia sala interna è asimmetrica e ha una forma ellittica. Le pareti sono rivestite in legno e anche le panche sono in legno. Sulle pareti sono presenti varie iscrizioni sacre ed in particolare i dieci comandamenti, che si trovano sull’accesso all’Arca. Il pulpito si trova nell’aula.

La sinagoga fu la prima di Venezia, fondata tra il 1528 e il 1529, e nel corso dei secoli subì notevoli cambiamenti strutturali, in particolare nel XVIII secolo. Fu poi completamente ristrutturato in stile tardo barocco nel 1700. La scuola ha una forma trapezoidale che la rende unica rispetto ad altre sinagoghe rettangolari. Il bimah e l’Aron Ha-Kodesh sono in posizioni opposte; la bimah era originariamente posta al centro della stanza, ma fu spostata all’inizio del XIX secolo per evitare problemi di staticità; lo spostamento della bimah ha comportato la chiusura dall’interno di due delle 5 finestre, tutte ancora visibili dall’esterno. Il matroneo ellittico si inserisce perfettamente nella pianta irregolare della sinagoga.

Sinagoga della scuola di Canton
La Scuola Canton è un antico luogo di culto ebraico a Venezia. La sinagoga fu la seconda a Venezia, e fu fondata tra il 1531 e il 1532. Costruita pochi anni dopo la Grande Scuola Tedesca, inizialmente ne imitò la struttura poi l’aula fu modificata per assumere le forme più tradizionali, con pianta rettangolare, Bimah e Aron haQodesh disposto specularmente sulle pareti più piccole e le panche disposte lungo le pareti più grandi. Il matroneo si trova al piano superiore ed è stato completato nel 1736. Dall’esterno è riconoscibile dalla cupola lignea della bimah e, ​​dal lato del canale, da un’iscrizione in ebraico. Questa è stata la prima scuola di Venezia ad avere Aron Ha-Kodesh e bimah in posizioni opposte. I banchi per i fedeli sono posizionati lungo i lati lunghi della sala.

Nel corso dei secoli subì notevoli modifiche strutturali, in particolare in epoca barocca, durante la quale assunse un aspetto recente. La sala della sinagoga è estremamente raffinata e conserva otto preziosi otto pannelli lignei che rappresentano altrettanti momenti biblici significativi come il passaggio del Mar Rosso, l’Altare dei Sacrifici, la Manna e altri. Il matroneo si trova sopra l’ingresso lungo un solo lato della sinagoga. Lo stile barocco, con aspetti rococò, nonché probabilmente l’ubicazione del matroneo, deriva da lavori di restauro settecenteschi.

Sinagoga della scuola italiana
La Scola Italiana è un antico luogo di culto ebraico a Venezia. La sinagoga è stata la terza a Venezia ed è stata fondata nel 1575 dalla comunità ebraica di origine italiana. Fu oggetto di lavori di restauro tra il XVIII e il XIX secolo. La sinagoga ha una struttura che la rende la più semplice di quelle di Venezia. È molto luminoso perché la stanza riceve luce da cinque grandi finestre che si affacciano su Campo del Ghetto Novo.

La pianta della scuola è rettangolare, pressoché quadrangolare, con sistema bifocale (Aron e Bimah sono in posizioni opposte). Quest’ultimo è in una posizione molto più alta rispetto al resto della stanza. I contatori sono addossati al muro. Il matroneo è posizionato sopra l’ingresso su uno dei due lati lunghi e risale al 1700 così come l’intero sistema decorativo della sinagoga. La scuola italiana era molto importante perché ospitava le prediche del famoso rabbino Leone Modena.

Sinagoga di Scola Levantina
La Scola Levantina rappresenta un antico luogo di culto ebraico di rito sefardita a Venezia. La sinagoga fu fondata quasi sicuramente verso la metà del XVI secolo e poi subì una ricostruzione circa un secolo dopo. I prospetti esterni sono di chiara ispirazione longheniana e, seppur semplici, sono più elaborati che nelle altre scuole, con i rilievi delle trabeazioni e delle volute in chiave di volta, gli specchi alle pareti, il basamento a bugnato, le piccole finestre ovate nell’attico , e decorazioni intagliate nelle porte. All’esterno è possibile vedere una sporgenza che corrisponde alla bimah e alcune finestre che consentono l’illuminazione. Questa sinagoga è ancora attiva per il rito nei mesi freddi.

La pianta è rettangolare con l’Aron e la bimah posti in posizione bifocale. Particolarmente importante è il restauro barocco di questa sinagoga. Alla sua ricostruzione hanno partecipato la bottega dell’architetto cittadino Baldassare Longhena per la struttura dell’edificio e lo scultore Andrea Brustolon per i suoi interni, in particolare per il pulpito. Al piano terra si trova la scuola Luzzatto normalmente utilizzata come aula studio. Al piano superiore la bimah, ornata da colonne salomoniche con decorazioni floreali, è posta su una base un alto plinto. Dal piano del pulpito si accede a tre finestre. Di fronte alla bimah si trova l’Aron haQodesh che conserva le incisioni a ricordo dei dieci comandamenti. La data ebraica che vi si legge è 5542, e corrisponde al nostro anno 1782. Anche qui le donne’s galleria è tradizionalmente posta in alto, e anticamente era anche chiusa da grate. La bima è stata intarsiata da Andrea Brustolon. Il matroneo, sempre in posizione sopraelevata, corre lungo uno dei lati lunghi.

Sinagoga della scuola spagnola
La Scola Ponentina è un antico luogo di culto ebraico di rito sefardita a Venezia. La sinagoga, di rito sefardita, fu fondata nel 1581 e poi subì una quasi completa ricostruzione su progetto dell’architetto cittadino Baldassare Longhena. È la più grande delle sinagoghe veneziane. È ancora utilizzato per il culto in primavera e in estate. Situato nel campiello delle scole di fronte alla Scola levantina, è riconoscibile dalle finestre con vetri colorati e da un grande portone in legno. La facciata esterna è relativamente semplice, disposta su tre piani.

Il portale di accesso è posto ad angolo e al piano nobile si aprono quattro grandi monofore con arco a tutto sesto. Dall’atrio si accede allo scalone che conduce al piano della sala sinagoga. Tradizionalmente la sala è a pianta rettangolare, con Bimah e Aron haQodesh disposte specularmente sulle pareti minori e le panche disposte lungo le pareti maggiori. Scola con sistema bifocale è dominata da un matroneo ellittico che attraversa l’intera sala. Molto probabilmente il restauro barocco fu seguito, come nel caso della scuola levantina, dalla bottega di Baldassare Longhena. Il soffitto è riccamente lavorato mentre il pavimento è costituito da piastrelle bianche e grigie. L’interno è arricchito da tre grandi lampadari posti al centro della sala.Al piano terra dell’edificio si trovano alcune attrezzature e arredi dell’antica scuola Kohanim, una sinagoga privata che un tempo si trovava nel Ghetto Novo.

Sestiere San Polo

Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari
La basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la più grande chiesa di Venezia, bell’esempio di architettura gotica veneziana. La pianta è a croce latina, e lo stile è gotico veneziano in terracotta e pietra d’Istria. Presenta tre navate con archi a sesto acuto poggianti su sei colonne per lato. Misura 102 metri di lunghezza, 48 metri nel transetto ed è alta 28 metri; possiede 17 altari monumentali e al suo interno sono conservate numerose opere d’arte, tra cui due tele di Tiziano. Ospita inoltre tombe e monumenti funebri di numerose personalità legate a Venezia, tra cui Claudio Monteverdi, lo stesso Tiziano, Antonio Canova, oltre a numerosi dogi.

Fu costruito dai monaci minoritari dell’ordine francescano, detti Frati, aiutati da una donazione del Doge Jacopo Tiepolo. La prima versione della chiesa fu completata nel 1338 ed era molto più piccola di quella attuale. Altre donazioni di importanti famiglie veneziane contribuirono all’ampliamento e alla decorazione della chiesa. Tuttavia, questa chiesa fu demolita all’inizio del XV secolo per costruire una nuova chiesa. L’imponente facciata è in stile tardo gotico ed è divisa in tre parti da pilastri sormontati in stile veneto-bizantino. L’interno è altrettanto magnifico, e si possono ammirare la grandiosa pala dell’Assunta e la Madonna di Ca’ Pesaro dipinte da Tiziano, oltre a un trittico di Giovanni Bellini.

San Giacomo di Rialto
La chiesa di San Giacomo di Rialto è un edificio religioso della città di Venezia. Questa chiesa è forse la più antica chiesa di Venezia edificata intorno al 421. Fu edificata grazie alla fede e al talento di un falegname cretese, intorno al V secolo, anche quando le prime popolazioni si insediarono su questo gruppo di isole. È meglio conosciuto per il suo orologio del XV secolo sopra l’ingresso della chiesa. È anche riconosciuto per i pilastri rossi e gli splendidi accenti dorati intorno alla chiesa stessa. La chiesa è molto piccola, ma molto bella. L’esterno con il campanile a vela, il grande orologio (utile per il mercato, che si svolgeva di fronte) e il portico gotico, uno degli ultimi esempi del genere rimasti in città. L’interno segue il tradizionale schema a croce con cupola centrale, imitato poi nel Rinascimento.

Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco è un edificio religioso, costruito da Bartolomeo Bon tra il 1489 e il 1508 per ospitare le spoglie del suo santo titolare, la bella Chiesa di San Rocco ha ricevuto una ricostruzione barocca tra il 1765 e il 1771, che comprendeva un grande portale circondato dalle statue di Giovanni Marchiori. La finestra rosa di Bon è stata spostata a lato della chiesa, vicino alla porta laterale originale dell’architetto. Ai lati dell’altare maggiore si trovano quattro enormi tele del Tintoretto raffiguranti la vita di San Rocco.

Le quattro nicchie della facciata ospitano altrettante statue di santi e beati veneziani: nel registro inferiore Gerardo Sagredo e Pietro Orseolo di Giovanni Marchiori, nel registro superiore Lorenzo Giustiniani e Gregorio Barbarigo di Giovanni Maria Morlaiter. Tra le due statue del registro superiore si trova l’imponente rilievo con San Rocco che guarisce gli appestati sempre del Morlaiter. A coronamento dell’attico è la statua di San Rocco affiancata da altre statue di santi veneziani, Pietro Acotanto e Jacopo Salomonio. Sulla lunetta della porta San Rocco portato in cielo dagli angeli, copia moderna in bronzo dell’originale del Marchiori murata nella cappella absidale destra.

Chiesa di San Polo
La chiesa di San Paolo apostolo vulgo San Polo è un edificio religioso della città di Venezia. Secondo le antiche cronache, la chiesa fu edificata probabilmente nell’837, per volere del doge Pietro Tradonico e del figlio Giovanni co-reggente. A partire dal 1804 fino alla riconsacrazione del 1839, la chiesa subì i pesanti interventi ideati da David Rossi: in quell’occasione furono sostituite le colonne della navata centrale, chiuse alcune aperture per aprirne altre e per dar loro un impianto neoclassico. I restauri del recente 1930 hanno in parte ripristinato gli elementi quattrocenteschi, in particolare il soffitto dello scafo della nave. Inglobata da altri modesti edifici, restano visibili parte dell’abside prospiciente il campo omonimo e le fiancate.

Lungo il fianco destro si apre il grande portale tardogotico della bottega di Bartolomeo Bon ornato da due angeli che reggono un cartiglio sulla trabeazione e culminante nel floron che sorregge una mezza figura di San Paolo oltre la linea di gronda. Più avanti nella parte più stretta della salizada la classica facciata dell’Oratorio della Croce, raffinata struttura scandita da colonne corinzie con aperture di tipo serliana. L’originario rosone dell’antica facciata è appena visibile dall’adiacente Corte del Cafetier. Nel tempo furono murate qua e là all’esterno alcune opere marmoree: la più recente è l’edicola neoclassica con la statua di San Paolo al centro dell’abside maggiore; a sinistra, sulla cappella minore absidale, l’edicola quattrocentesca della Scuola del Santissimo Sacramento è sormontata da un drappeggio barocco;sulle pareti dell’antica canonica che inglobano l’altra cappella absidale si trovano due primitivi bassorilievi, quello superiore con il Battesimo di Cristo, quello inferiore con la Madonna in trono col Bambino e i Santi Demetrio e Pietro.

Chiesa di Sant’Aponal
La chiesa di Sant’Aponal è una chiesa cattolica romana sconsacrata nel sestiere di San Polo a Venezia, Italia. La chiesa fu fondata nell’XI secolo da profughi ravennati e dedicata a Sant’Apollinare. Restaurata nel corso dei secoli, subì importanti rifacimenti nel XV secolo. La facciata conserva le caratteristiche gotiche originarie, come il campanile. L’interno è il risultato di una ristrutturazione settecentesca. Un piccolo ingresso laterale lo rendeva accessibile dalla ruga di Rialto. Le funzioni parrocchiali furono interrotte alla metà del Novecento. La facciata era ornata da una decorazione marmorea ad altorilievo tornata nella sua sede originaria nella chiesa di Sant’Elena dopo la sua riattivazione. Richiuso nel 1984, è ora principalmente un archivio. La facciata conserva frammenti di decorazione architettonica gotica.

Quartiere Santa Croce

Chiesa di San Giacomo dall’Orio
La chiesa di San Giacomo d’Orio è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Santa Croce. Fondata probabilmente nel IX-X secolo, una delle chiese più antiche di Venezia. Il fascino di questa chiesa consiste in un esterno e un interno cupi e arcaici, dominati dalla calda presenza del legno. L’interno è caratterizzato dalla sovrapposizione di vari stili architettonici, legati agli interventi che si sono succeduti nel tempo: della costruzione duecentesca rimangono il campanile e la pianta basilicale a tre navate, mentre il tetto a “scafo di nave” è gotico e lombarde sono le decorazioni dell’altare maggiore e della navata centrale. In particolare, il soffitto utilizza le tecniche di costruzione navale tipiche dell’Arsenale di Venezia.Numerose sono anche le tele come l’altare maggiore di Lorenzo Lotto “La Vergine Maria col Bambino, gli Apostoli ei Santi” (1546), che è una delle poche opere dell’artista ancora conservate a Venezia.

Altre importanti opere sono conservate nelle sacrestie, in particolare nella Sagrestia Nuova a lato del presbiterio vi sono opere di Paolo Veronese; Allegoria della Fede, al centro del soffitto, ai lati i Quattro Dottori della Chiesa e la pala d’altare San Lorenzo, San Giuliano e San Prospero, datata 1573 e originariamente utilizzata come pala d’altare per la cappella di San Lorenzo. Domina la porta della sagrestia il dipinto San Sebastiano tra San Rocco e San Lorenzo di Giovanni Buonconsiglio, opera eseguita tra il 1498 e il 1500 che in precedenza ornava l’altare della chiesa di San Sebastiano. Anche nella Sagrestia Vecchia si trovano diverse tele di Jacopo Palma il Giovane, del 1575: La Vergine e i Santi, La punizione del serpente, La raccolta della manna, Elia e un angelo,Sacrificio pasquale ebraico, Il passaggio del Mar Rosso e il soffitto Il Santissimo Sacramento adorato dai quattro evangelisti.

Chiesa di San Simeone Piccolo
La chiesa sarebbe stata fondata nel IX secolo dalle famiglie Adoldi e Briosi. È una delle chiese più note della città, in quanto si distingue nettamente dagli altri edifici. L’edificio è spesso indicato come una riedizione veneziana del Pantheon di Roma, ecco perché ha una grande cupola con una statua di San Salvatore in cima. Una delle chiese dove la domenica si celebra la messa tridentina. È anche nota per la sua cupola perché è usata per far sembrare la chiesa più alta di quanto non sia e la cupola stessa è interamente ricoperta di lastre di piombo. L’edificio è stato a lungo utilizzato come auditorium per concerti.

L’edificio si presenta come un corpo cilindrico e stretto con cupola ricoperta in rame e pronao corinzio con timpano triangolare dove si trova un bassorilievo marmoreo Il martirio dei santi titolari di Francesco Cabianca del XVIII secolo. La cupola ha una forma ovale in altezza che conferisce al complesso un leggero slancio verticale accentuato dalla lanterna a forma di tempietto. L’interno non ospita grandi capolavori. Sotto la chiesa si trova un interessante basamento affrescato con scene della Via Crucis e dell’Antico Testamento, in cui due lunghi corridoi si intersecano in una stanza ottagonale, che ha al centro un altare. Comprende ventuno cappelle, otto delle quali murate e inesplorate.

Chiesa di San Stae
Costruita nell’VIII secolo, la chiesa di San Stae è un luogo di culto cattolico di Venezia. La chiesa fa parte dell’associazione Chorus Venezia. Alla fine del Seicento la chiesa, sebbene più volte restaurata, era fatiscente. La chiesa fu ricostruita per volere del doge Alvise Mocenigo intorno al 1709 per fungere da cripta di famiglia e fu decorata in stile tardo barocco ed è dedicata a San Eustachio. La decisione più grande è stata quella di cambiare l’orientamento della chiesa: non più quello tradizionale verso est ma con uno spirito più moderno scenograficamente rivolto verso la Grande Cana.

La facciata è ricca di decorazioni marmoree e all’interno sono presenti numerosi dipinti. Gli scultori che realizzarono queste decorazioni furono Tarsia, Torretto, Baratta e Groppelli. L’architetto e costruttore dell’interno della chiesa fu Giovanni Grassi. La chiesa ha un settore centrale, soffitto a volta e tre cappelle per lato. Il soffitto sopra la zona del coro è una delle caratteristiche più belle della chiesa, con un bel dipinto che aggiunge colore e luminosità all’edificio.

Chiesa di San Nicola da Tolentino
La chiesa di San Nicola da Tolentino detta I Tolentini è un luogo di culto cattolico del XVI-XVII secolo della città di Venezia. La chiesa fu progettata e costruita da Vincenzo Scamozzi tra il 1591 e il 1602. Successivamente Andrea Tirali aggiunse alla facciata incompiuta un pronao con timpano e sei colonne corinzie (1706-1714). La chiesa custodisce quasi completamente intatto l’organo costruito da Pietro Nachini nel 1754, collocato in una cantoria lignea nell’abside decorata con due putti alati in legno dorato ai lati. La cassa dello strumento presenta decorazioni in legno cesellato raffiguranti due fogli che scendono dal centro del timpano che sovrasta la cassa terminante nelle ali laterali dello strumento;a questa decorazione finemente dipinta color oro sono appese sculture lignee di strumenti a fiato e originali strumenti a corda antichi di pregevole fattura, anch’essi dipinti in oro.

L’interno della chiesa è decorato con dipinti del XVII secolo. Vi sono conservate opere di Jacopo Palma il Giovane e Padovanino. Qui sono sepolti i dogi Giovanni I Corner, Francesco Corner, Giovanni II Corner e Paolo Renier. Il monumento funebre del patriarca Gianfrancesco Morosini è stato realizzato dallo scultore genovese Filippo Parodi. L’altare di stile romanico in marmi policromi dei commissari, con il grande tabernacolo a forma di tempietto come allegoria del Santo Sepolcro, è opera di Baldassarre Longhena. I due angeli adoranti e le sei cariatidi sono di Giusto Le Court.

Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco è un edificio religioso situato in Campo San Rocco, nel sestiere di San Polo a Venezia. Quando nel 1489 decise di trasferirsi definitivamente presso i Frari, la Scuola Grande di San Rocco decise di erigere una chiesa da dedicare al loro santo titolare. Tra il 1726 e il 1732 la chiesa fu radicalmente ristrutturata su progetto di Giovanni Scalfarotto che sostituì il soffitto piano con una volta interrotta da grandi finestre termiche, si conservarono solo le antiche absidi e la cupola.

L’inizio dei lavori sulla facciata risale al 1756. Le quattro nicchie della facciata ospitano altrettante statue di santi e beati veneziani: nel registro inferiore Gerardo Sagredo e Pietro Orseolo di Giovanni Marchiori, nel registro superiore Lorenzo Giustiniani e Gregorio Barbarigo di Giovanni Maria Morlaiter. Tra le due statue del registro superiore si trova l’imponente rilievo con San Rocco che guarisce gli appestati sempre del Morlaiter. A coronamento dell’attico è la statua di San Rocco affiancata da altre statue di santi veneziani, Pietro Acotanto e Jacopo Salomonio. Sulla lunetta della porta San Rocco portato in cielo dagli angeli, copia moderna in bronzo dell’originale del Marchiori murata nella cappella absidale destra.

Sestiere di Dorsoduro

Chiesa di Santa Maria della Salute
Il 22 ottobre 1630, durante l’epidemia di peste che colpì Venezia, il doge Nicolò Contarini dichiarò pubblicamente che sarebbe stata costruita una chiesa intitolata alla Salute come giuramento per porre fine alla calamità. Un anno dopo, nel 1631, terminò l’epidemia di peste e nel 1687 la Basilica fu completata. Per la costruzione della chiesa furono proposti 11 progetti, tra i quali fu scelto Baldassarre Longhena.

Il progetto prevedeva un’enorme facciata che ricordava il palladio, con una bella porta al centro. La facciata è stata rialzata con una serie di scale per conferire alla chiesa un’imponenza ancora maggiore. L’interno presenta un’area centrale su un piano ottagonale. Ai lati vi sono altrettante arcate divise da colonne. Numerose sono le opere d’arte: Pentecoste, San Rocco e San Sebastiano, Davide e Golia, Caino e Abele di Tiziano; Il matrimonio di Tintoretto e Iona a Cana di Galilea e Sansone di Palma il Giovane. In stile barocco veneziano.

I Gesuiti (Santa Maria del Rosario)
Il più grande complesso della cattedrale settecentesca di Venezia, costruito tra il 1726 e il 1735 per i domenicani in sostituzione della chiesa, diventata troppo piccola per i fedeli. Giorgio Massari fu l’architetto che progettò la chiesa in stile rococò veneziano e la decorazione interna in collaborazione con due grandi artisti dell’epoca: Giambattista Tiepolo e Gian Maria Morlaiter. Questi tre sono diventati famosi nel tempo per il meraviglioso lavoro che hanno svolto qui. La chiesa è dedicata alla Madonna del Rosario, rappresentata nell’affresco del soffitto del Tiepolo.

Chiesa di San Barnaba
Eretta nell’809 dalla famiglia Adorni/Adami, fu distrutta dall’incendio del 1105, ma grazie alle offerte dei fedeli fu riconsacrata nel 1350.

Chiesa di San Raffaele Arcangelo
Secondo una tradizione popolare fu eretto per la prima volta nel 416, e nei secoli successivi fu più volte distrutto e ricostruito, fino all’ultima consacrazione che risale al 1740.

Chiesa di San Sebastiano
La facciata piuttosto rigorosa di Antonio Scarpignano del 1508-48 crea in questa chiesa un sentimento di ingannevole modestia. L’interno è decorato, dal pavimento al soffitto, dai capolavori di Paolo Veronese, realizzati nell’arco di tre decenni. Secondo una leggenda popolare locale, il Veronese trovò rifugio a San Sebastiano nel 1555 dopo essere fuggito dall’accusa di omicidio a Verona, e la sua opera in questa chiesa è un ringraziamento alla parrocchia. Il Veronese ha deciso di essere sepolto qui, sotto i suoi capolavori: il suo busto commemorativo è alla destra del corpo.

Chiesa di San Trovaso
La chiesa di San Trovaso (contrazione veneziana che indica i santi Gervasio e Protasio) è un edificio religioso della città di Venezia situato nel sestiere di Dorsoduro, nell’omonimo campo. La chiesa fu edificata nei primi tempi dopo la fondazione di Venezia, e divenne subito parrocchiale. Fu ricostruito nel 1028 dalle famiglie Barbarigo e Caravella.

Caratteristica singolare dell’edificio è la doppia facciata, una verso Campo San Trovaso e l’altra verso l’omonimo torrente. Secondo la tradizione, il doppio ingresso serviva a tenere separate le fazioni rivali dei Castellani e dei Nicolotti, quando entrambi si recavano in chiesa in occasione della festa dei santi, per evitare lo scoppio di risse.

Chiesa di Santa Maria dei Carmini
La chiesa di Santa Maria dei Carmini, detta anche Santa Maria del Carmelo o comunemente “i Carmini” è una chiesa di Venezia, situata nel sestiere di Dorsoduro e affacciata su Campo dei Carmini. Lo stile è quello di un edificio tipicamente gotico che, a causa di numerosi interventi successivi, ha subito modifiche. La pianta ha una forma basilicale allungata, a tre navate con transetto e profondo presbiterio, ai lati del quale sono state poste cappelle.

La facciata è in stile rinascimentale con tre frontoni curvilinei, attribuita a Sebastiano da Lugano (1507-1514). Sulla corona si possono ammirare le statue del Redentore, dell’Arcangelo Gabriele, della Vergine e dei Santi Elia ed Eliseo, attribuite a Giovanni Buora. L’antico campanile, situato accanto alla chiesa, fu ricostruito nel 1676 da Giuseppe Sardi. Il campanile quadrato è sormontato da un tempietto ottagonale, al di sopra del quale è posta la statua della Madonna del Carmelo, copia dell’originale distrutto da un fulmine nel 1979.

Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli
La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli o del Mendicante è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro. La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli è una delle più antiche di Venezia: si presume che un primo edificio esistesse già nel VII secolo. L’edificio del VII secolo fu sostituito dall’attuale chiesa del XIII secolo, a pianta basilicale romanica a tre navate. Anche questo secondo edificio fu ampiamente rimaneggiato nel tempo, sia all’esterno, con l’aggiunta nel XV secolo di un piccolo portico sul lato settentrionale, sia all’interno, molto ricco, dove nel XVI secolo la navata centrale fu decorata con statue in legno dorato.

Altre chiese possono essere più maestose, ma nessuna è più veneziana di questa chiesa del XII secolo con una storia di servizio ai poveri. Un tempo fungeva da ricovero per le donne, e il suo portico proteggeva i Mendicoli (mendicanti) a cui deve il nome. Il minuscolo e pittoresco campo (piazza) esterno è una Venezia in miniatura, circondata su tre lati da canali e raffigurante una colonna con il leone di San Marco. L’interno scuro è illuminato da un portico dorato del XVIII secolo e da molti dipinti luminosi, tra cui il capolavoro di Giovanni Palma “Resurrezione” (1610) dietro, a sinistra dell’organo. La cappella anteriore destra è una tipica risposta veneziana agli ordini insistenti di Roma di limitare la musica nelle chiese veneziane: Madonna in Gloria, godendo appieno del concerto degli angeli su flauti, liuti e violini.

Distretto della Giudecca

Basilica del Redentore
La Basilica del Redentore, detta anche chiesa votiva del Santissimo Redentore o più semplicemente del Redentore, è un importante edificio religioso di Venezia. È tradizionalmente il fulcro della grande festa del Redentore, celebrata la terza domenica di luglio in ricordo dello scampato pericolo di peste che colpì la città nel 1575. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Villafranca di Verona è quasi un copia identica della chiesa del Redentore. La chiesa fa parte dell’associazione Chorus Venezia.

Fu costruito tra il 1577 e il 1592 su progetto di Andrea Palladio. Questo monumento religioso fu un segno di ringraziamento per la fine della terribile pestilenza che nel 1576 causò la morte di un terzo della popolazione cittadina, compreso lo stesso doge Sebastiano Venier. Ogni anno vi si celebra la Festa del Redentore. L’interno è pregevole e ricco di dipinti dei più grandi pittori veneziani. Nella sagrestia ci sono tele di Paolo Veronese. La migliore vista d’insieme si ha dalla Fondamenta delle Zattere, la lunga banchina a sud del sestiere di Dorsoduro.

Chiesa delle Zitelle
La chiesa di Santa Maria della Presentazione, comunemente detta delle Zitelle, è un edificio religioso della città di Venezia situato all’estremità orientale dell’isola della Giudecca. Chiesa palladiana che, oltre alle normali funzioni religiose, ospita anche un moderno centro congressi.

La chiesa è consacrata alla presentazione della Beata Vergine Maria e fa parte di un complesso comprendente un ex ospizio per ragazze senza dote. L’edificio attiguo alla chiesa era un tempo adibito a convento per le ragazze povere che qui potevano apprendere i tradizionali lavori femminili, come l’arte del famoso merletto veneziano.

Chiesa di Sant’Eufemia.
La chiesa di Sant’Eufemia, è un edificio religioso nella città di Venezia sull’isola della Giudecca. La chiesa di Sant’Eufemia fu costruita nel IX secolo in stile veneto-bizantino. Ha subito numerosi restauri, il più recente un intervento settecentesco che ha modificato notevolmente la facciata e l’interno dove sono stati applicati stucchi sia nella navata centrale che nelle volte del soffitto.

La chiesa è una delle più antiche di Venezia e, nonostante la semplicità dell’esterno, contiene opere d’arte di grande importanza. Nella cappella di Sant’Anna si venera il corpo della beata Giuliana di Collalto, che nel XIII secolo fu badessa del vicino monastero dei Santi Biagio e Cataldo.

Chiesa dei Santi Biagio e Cataldo
La chiesa dei Santi Biagio e Cataldo era un edificio religioso della città di Venezia, situato nella parte più occidentale dell’isola della Giudecca. La chiesa ha subito due restauri. Il primo intervento avvenne alla fine del XVI secolo da Michele Sanmicheli; durante questi lavori la chiesa fu radicalmente ristrutturata, il coro pensile fu demolito e le sue colonne furono ricollocate nel portico della vicina chiesa di Sant’Eufemia. Il secondo importante intervento fu realizzato all’inizio del Settecento dagli architetti Domenico Rossi e Giorgio Massari e i lavori riguardarono principalmente gli interni, gli altari e le pitture.

La chiesa con l’annesso monastero rimase attiva fino al 1810, quando furono definitivamente soppresse a seguito dei decreti napoleonici. Acquistati da privati, la chiesa e il convento furono dapprima adibiti a complesso ospedaliero, poi demoliti nella seconda metà dell’Ottocento e sull’area sorse il complesso industriale Molino Stucky.