Guida turistica di Bassano del Grappa, Veneto, Italia

Bassano del Grappa è un comune della provincia di Vicenza, nella regione del Veneto, nel nord Italia. Circondata da colline e favorita da un clima mite, Bassano si inserisce perfettamente nei tanti tasselli dei suoi periodi storici. I reperti più antichi sono databili al 3000 aC, quindi agli antichi romani, ma sono il Medioevo e il Rinascimento i due periodi che meglio corrispondono all’attuale volto del paese. Bassano è sempre stato un centro economicamente molto attivo. Dalla lavorazione dei tessuti, alla lavorazione della carta e della ceramica.

Bassano del Grappa situata nel nord-est della penisola italiana, nel cuore del Veneto, al confine tra le province di Vicenza, Padova e Treviso. La città si trova ai piedi delle Prealpi Venete (Altopiano di Asiago e Monte Grappa), nel punto in cui il Brenta esce dal Canale di Brenta. La scelta non è casuale: offre infatti contemporaneamente il controllo sulla campagna, sul fiume e sulle principali vie di comunicazione.

Attraversata dal fiume Brenta, Bassano del Grappa è una delle città più popolose e sviluppate del Veneto. Restano da visitare la Rocca del XII secolo, il Duomo ei tanti illustri palazzi, tra cui, a testimonianza della dominazione veneziana, Ca’ Rezzonico: con stucchi e decorazioni pittoriche su cui è presente la mano del Canova.

Passeggiare nel centro storico significa tuffarsi nell’arte: le vie del centro sono adornate dalle opere di autori come Palladio, Canova, Jacopo Da Ponte, Marinali e Dall’Acqua. A Bassano si trova il Museo Civico più antico del Veneto che merita una visita insieme alla suggestiva Loggia dei Potestà.

Il simbolo della città è il Ponte Vecchio, progettato dal Palladio in legno affinché la sua elasticità fosse in grado di contrastare l’irruenza del fiume Brenta. La sua immagine si riallaccia all’epopea degli alpini della Grande Guerra. Nel corso dei secoli subì numerosi e gravi danni sia a causa del fiume che dei bombardamenti, ma sempre ristrutturata secondo le direttive palladiane. Ad un ingresso del ponte si trova il piccolo ma affascinante Museo degli Alpini che conserva al suo interno documenti storici e cimeli dell’epoca.

Esempi architettonici di epoca medievale sono anche la Rocca, costruita a difesa della città e di cui restano le torri e le mura; la Torre Civica, che permette di godere dall’alto di una vista esclusiva sui monti vicini. Nella piazza centrale di Monte Vecchio si trovano l’imponente Palazzo del Monte di Pietà e la casa Dal Corno Bonato, la cui facciata fu affrescata da Jacopo Da Ponte, detto il Bassano (le opere sono oggi conservate nel Museo Civico);

A pochi passi, in Piazza della Libertà, la neoclassica chiesa di San Giovanni, costruita nel 1300 dall’architetto Giovanni Miazzi. Stupenda anche la quattrocentesca Loggia del Comune. L’intero abitato è costellato di edifici di splendido gusto, arricchiti da preziosi ornamenti: una passeggiata per le tranquille piazze, infatti, può essere molto affascinante.

Bassano del Grappa è nota anche per le due grandi tradizioni che l’hanno resa famosa. La prima è la ceramica con le produzioni legate alla prestigiosa famiglia Antonibon, che potrete ammirare nel Museo della Ceramica di Palazzo Sturm. La seconda è la tipografia, che l’illustre famiglia Remondini (editori e calcografi, artefici della più importante industria grafica in Italia) sviluppò tra il 1600 e il 1800.

Oltre ad un’economia industriale in forte crescita e ad una vivace attività culturale, Bassano vanta una gustosa e gustosa tradizione gastronomica, patria delle famose grappe e degli asparagi bianchi, raffinatezze gastronomiche di fama mondiale.

Storia
La città fu fondata nel II secolo aC da un romano di nome Bassianus, da cui il nome, come tenuta agricola. La prima esistenza della città medievale risale al 998, mentre il castello è menzionato per la prima volta nel 1150. Nel 1175 Bassano fu conquistata da Vicenza, ma la città mantenne uno stato semiautonomo di libero comune anche nel XIII secolo, quando fu dimora della famiglia degli Ezzelini, che per primi unificò i vari territori del Veneto.

Nel 1278, secondo Giovanni da Nono, fu eletto podestà Matteo dei Cortusi di Padova. Nel 1281 la città passò sotto il controllo padovano. Nel 1368 Bassano fu acquisita dai Visconti di Milano e ricevette lo status di “terra separata”.

Nel 1404 Bassano entrò a far parte dello Stato da Tera ‘Stato Terraferma’ della Repubblica Veneta, che concesse al circondario bassanese lo status di podesteria autonoma, “libero e separato da qualunque città e dalla giurisdizione di qualunque città” e subordinato solo a Venezia.

Nel 1760 il Doge Francesco Loredan concesse a Bassano il titolo di Città, successivamente conservata sotto gli Stati austriaco e italiano. La Serenissima non alterò le magistrature cittadine, limitandosi ad imporre un Capitano scelto dal Senato Veneziano. La città divenne sede di una fiorente industria che produceva lana, seta, ferro e rame, e principalmente per la ceramica; nel XVIII divenne particolarmente famoso in tutta Europa per la presenza della tipografia Remondini.

Durante le guerre rivoluzionarie francesi la città fu teatro della battaglia di Bassano. Nel 1815 fu incluso nel Regno Lombardo-Veneto, ed entrò a far parte del Regno d’Italia unificato nel 1866. Napoleone Bonaparte rimase a Bassano del Grappa per molti mesi.

Durante la prima guerra mondiale Bassano fu nella zona del fronte e tutte le attività industriali furono sospese. Ernest Hemingway durante i suoi giorni come autista di ambulanza durante la guerra trascorse molti giorni a Bassano e alla fine si stabilì lì come parte di A Farewell to Arms. Anche altri scrittori americani trascorsero alcuni giorni a Bassano durante la prima guerra mondiale come Scott Fitzgerald e Dos Passos.

Il nome originario del paese era Bassano Veneto. Dopo le terribili battaglie sul Monte Grappa nella prima guerra mondiale, dove migliaia di soldati persero la vita, si decise di cambiare il nome del paese. Nel 1928 il nome fu cambiato in Bassano del Grappa, cioè Bassano del Monte Grappa, in ricordo dei caduti.

Negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, Bassano del Grappa fu bombardata dai B-24 e B-17 dell’USAF. Il simbolo della città è il Ponte Vecchio coperto, progettato dall’architetto Andrea Palladio nel 1569. Il ponte di barche in legno è stato distrutto più volte, l’ultima volta durante la seconda guerra mondiale. Gli alpini, o alpini, hanno sempre venerato il ponte di legno e Bassano del Grappa. Dopo la distruzione del ponte, presero una collezione privata e fecero ricostruire completamente il ponte.

Attrazioni principali
La città è conosciuta in tutto il mondo per il famoso Ponte degli Alpini, progettato dall’architetto Andrea Palladio e riconosciuto Monumento Nazionale Italiano con la legge del 5 luglio 2019; ogni anno è visitata da turisti provenienti da tutto il mondo, la città è una tappa fissa nel tour veneziano vista anche la vicinanza a Venezia e Padova (con collegamenti ferroviari diretti giornalieri). Inoltre, le importanti manifestazioni enogastronomiche e sportive si intersecano con l’offerta turistico-culturale della città che è cresciuta grazie all’effervescente offerta proposta e alla creazione di eventi nazionali ed internazionali promossi e organizzati esclusivamente da Operaestate Festival Veneto dal 1981.

Passeggiata sotto i portici e tra vicoli e piazze attorno a cui sfilano palazzi rinascimentali e chiese medievali. Elegante e raffinato nel suo centro storico suddiviso soprattutto in tre piazze comunicanti. Centro di tutto sono le due piazze, Garibaldi e della Libertà, con S. Giovanni Battista e la loggia del Comune, contenente affreschi del più importante artista locale: Jacopo da Ponte detto il Bassano.

Si prosegue con la trecentesca Chiesa di San Francesco, il Palazzo Pretorio, la casa dei Remondini (celebre famiglia di editori) e il Museo Civico che vanta una delle migliori mostre del Veneto, con antiche ceramiche greche, opere dei da Ponte famiglia, Tiepolo, di Hayez e altro ancora.

Qui si tiene un mercatino di Natale dall’atmosfera decisamente nordica. Accanto al famoso manufatto ligneo che collega le due sponde del fiume Brenta. Nardini, storico produttore di grappa che propone anche un aperitivo molto apprezzato dai giovani bassanesi e da tutti i turisti.

A pochi metri verso il centro si trova la grapperia Poli con annesso museo. Superata la cartiera Tassotti, che riprende e mantiene viva l’antica tradizione settecentesca dei Remondini (stampatori della Serenissima Repubblica di Venezia), si sale verso le piazze, lasciando sulla destra il museo Sturm, che ospita il famoso Ceramiche di Bassano e una sezione dedicata proprio ai Remondini.

Dall’elegante piazzotto Montevecchio, attraverso un arco, possiamo raggiungere le altre due piazze, che comprendono la splendida chiesa di San Francesco, la torre civica e l’orologio Ferracina che fa bella mostra di sé dalla facciata del Palazzo Comunale. Adiacente alla chiesa di San Francesco si trova il bellissimo museo civico, che riserva molte sorprese.

Bassano è anche la città di Jacopo Dal Ponte che nel Cinquecento illustrò il Veneto con i suoi dipinti destinati a duratura fama. Ma il Museo si distingue anche per la vivacità delle proposte con frequenti mostre temporanee.

Il vicino ha avuto luogo nella prima guerra mondiale non può essere ignorato. Il vicino Monte Grappa testimonia un’esperienza che ha segnato la storia italiana.

Il Ponte Vecchio (Ponte degli Alpini; Ponte di Bassano)
Il ponte di Bassano sul Brenta, detto Ponte Vecchio, è anche conosciuto come il “Ponte degli Alpini” ed è soggetto e titolo di un canto popolare degli Alpini. Questo ponte fin dall’antichità era la principale via di comunicazione tra Bassano e Vicenza. Il ponte totalmente in legno, lungo 58 metri, poggia su quattro pilastri triangolari in legno, allineati al flusso dell’acqua, ed è coperto da un tetto sorretto da colonne tuscaniche.

Nel 1209 ebbe il suo primo edificio datato. Questa struttura fu definitivamente travolta dalle piene del fiume nell’ottobre 1567. Andrea Palladio nel 1569 progettò il nuovo ponte, proponendo inizialmente un progetto completamente diverso dal precedente, ovvero con tre arcate in pietra sul modello degli antichi ponti romani (copiando il progetto contemporaneo del Ponte sul Tesina). Il consiglio comunale ha respinto il progetto, chiedendo all’architetto di non discostarsi troppo dalla struttura tradizionale. Così nell’estate del 1569 Palladio tornò a un progetto su una struttura lignea, in modo tale che la sua elasticità fosse in grado di contrastare l’irruenza del fiume Brenta, ma di grande impatto visivo. Nel 1748 il ponte fu travolto da un’alluvione; fu poi ricostruito tre anni dopo da Bartolomeo Ferracina.

Durante la seconda guerra mondiale il ponte fu fatto saltare dai partigiani il 17 febbraio 1945 per proteggere la città. Fu ricostruita nel 1947, secondo il progetto originale del Palladio, in nove mesi. Successivamente al nome Ponte Vecchio fu aggiunta la dicitura Ponte degli Alpini in quanto furono tra i principali fautori della sua ricostruzione. Dal ponte si gode di un’ottima vista sulle montagne circostanti e sul naviglio del Brenta.

Architetture civili

Villa Angarano Bianchi Michiel.
Concepito originariamente da Andrea Palladio intorno al 1548, il progetto della villa è incluso nei Quattro Libri dell’Architettura dell’architetto vicentino, che evidenzia l’interessante posizione della villa, che gode della vicinanza del fiume Brenta. Il corpo centrale è opera di Baldassare Longhena nel XVII secolo.

Villa Rezzonico Borella
XVII-XVIII secolo, con cappella, parco e giardino. Attribuite a vari architetti tra cui Baldassare Longhena e Giorgio Massari, parte delle statue e degli stucchi rinvenuti nella villa sono attribuiti ad Antonio Canova e Abbondio Stanzio. Nella sala principale si trovano alcuni dipinti e tele di Antonio Canova, D. Pellegrini e altri; mentre alcune sale della villa ospitano una raccolta di dipinti antichi di autori tra cui Dosso Dossi e antichità. L’architetto americano Paul Chalfin si ispirò a questa villa per costruire la villa Vizcaya a Miami (USA) nel 1914-1916.

Villa Ca’ Erizzo Luca
Di origine quattrocentesca, è uno dei contesti architettonici più suggestivi di Bassano. Situato sulla sponda sinistra del fiume Brenta, custodisce un patrimonio di affreschi, stucchi e mobili antichi di raro pregio. I cosiddetti “poeti di Harvard” come John Howard Lawson, John Dos Passos ed Ernest Hemingway soggiornarono nelle sue stanze durante la Grande Guerra.

Villa Giusti del Giardino
La villa fu edificata su progetto unitario nella prima metà del Seicento per volere della famiglia Zambelli. Quando la proprietà passò al patrizio Girolamo Ascanio Molin, nel corso del XVIII secolo, iniziò per la villa un periodo di grande attività culturale e le stanze furono punto d’incontro per scrittori e artisti. Successivamente, in seguito al matrimonio di Paola Molin con il conte Carlo Giusti, la villa entrò in possesso della famiglia Giusti del Giardino nel XIX secolo. Il Conte Girolamo, figlio della contessa, avviò nella prima metà dell’Ottocento una grande trasformazione creando un parco di chiara ispirazione romantica, che fu inaugurato nel 1861.

Villa Fanzago
Proprietario del terreno e ideatore di questa singolare costruzione nel 1925 fu Luigi Aliprando Fanzago, figlio di Francesco Luigi Fanzago e Amalia Michieli, dottore in legge, reduce della guerra 1915-18, nato a Padova il 22 gennaio 1881 e morto nel Bassano del Grappa il 28 febbraio 1938. Quest’ultimo fece costruire la villa, forse copiandola dal castello di Krassonitz in Moravia, residenza del cugino Attems insieme al palazzo di Graz. Il materiale per la costruzione è stato portato dall’Austria, le uniche eccezioni hanno riguardato i pavimenti alla veneziana e il rivestimento esterno.

Palazzo Pretorio
Fu sede del Podestà dal 1315 e successivamente del Consiglio Comunale. Il Palazzo è ancora oggi protetto da un muretto. Vi si accede attraverso una porta con pietra bianca tempestata di diamanti, nel cui timpano è ospitato il leone di San Marco con un libro aperto, segno della pacifica dedizione di Bassano alla Serenissima. Nella piazza lo scalone risale al 1552 e, a metà salita, un piccolo ambiente conserva sull’intonaco gli stemmi delle famiglie del podestà veneziano. *

Palazzo Sturm
Fu edificato a metà del Settecento, in località Bassano del Grappa detto Cornorotto, inglobando un tratto di mura, una torre e un preesistente nucleo di edifici quattrocenteschi sulla sponda sinistra del fiume Brenta. Dal 1882 nel palazzo ha sede il Museo della Ceramica e la collezione di maioliche, porcellane e maioliche è composta da circa 1 200 pezzi, con una notevole presenza della produzione Antonibon (XVIII-XIX secolo). Lo stesso edificio, dal 15 settembre 2007, ospita anche il Museo Remondini, uno dei pochi in Italia dedicato alla stampa, che illustra tutti gli aspetti del fenomeno industriale sette-ottocentesco della famiglia Remondini. Il materiale esposto è molto vario (libri, carte decorate, incisioni popolari sacre e profane, giochi, ecc.) e comprende incisioni e xilografie di grandi incisori italiani ed europei, tra cui Dürer, Mantegna e Giambattista Tiepolo.

Palazzo Bonaguro
Si tratta di un edificio storico del XV secolo situato nei pressi del Ponte Vecchio nel quartiere Angarano. L’edificio era suddiviso in un complesso padronale con colombaia (colombaia) e protetto da un muro. Gli antichi proprietari costruirono anche uno spettacolare giardino ricco di statue allegoriche, percorsi prospettici, fontane, secondo il gusto cinquecentesco che dava alla masseria un aspetto monumentale. La proprietà era situata in terreni coltivati ​​a vigneto e grano ben rappresentati nelle statue. Dal 1969 appartiene al Comune di Bassano che lo utilizza per mostre o altri eventi culturali.

Palazzo Agostinelli
Fu donato alla città di Bassano con lascito testamentario dalla danzatrice Mary Dirhoui Megrditchian Agostinelli e destinato ad ospitare, nella parte centrale dell’edificio, dopo gli interventi di restauro, le mostre che la città di Bassano proponeva in luoghi diversi da il Museo Civico. Nel corso degli anni si sono susseguite iniziative espositive di particolare rilievo che hanno confermato il Palazzo luogo idoneo per mostre e incontri per eventi dedicati all’arte contemporanea, all’incisione e alla ceramica.

Palazzo Roberti
La costruzione del palazzo risale alla fine del XVII secolo, a cui si sono aggiunte successive modifiche (come l’affresco nel salone nobile). Napoleone Bonaparte soggiornò nell’edificio l’8 settembre 1796 e il 10 marzo 1797 durante la sua Campagna d’Italia (1796-1797). A ricordo dell’evento viene posta una targa all’esterno dell’edificio. L’ultimo restauro risale al 1998 ad opera della famiglia Manfrotto, attuale proprietaria dell’edificio.

Architetture religiose

Cattedrale di Santa Maria in Colle
Sorge sull’antica chiesa parrocchiale, all’interno della Prima Muraglia del Castello Ezzelini. La presenza di questa pieve è documentata fin dal 998, in un placito emanato in occasione di un’assemblea giudiziaria presieduta dal conte Azeli e da Oberto, vescovo di Verona. La cattedrale di Bassano del Grappa non ha una vera e propria facciata nel senso classico del tema, ma presenta una semplice parete liscia interrotta solo da tre porte d’ingresso, di cui quella centrale è più alta e presenta un arco e un frontone (la porta centrale) , mentre quelli laterali sono più semplici, più bassi e squadrati. La parete è dominata da cinque finestre semicircolari che danno luce all’interno.L’interno a pianta rettangolare, è caratterizzato da una singolare e quasi totale unità storico-figurativa.Le pareti sono scandite da lesene corinzie sormontate da una balaustra decorata con modiglioni. L’interno della cattedrale è caratterizzato dalla presenza del Battistero, dell’organo, dei confessionali e di otto altari completi di pale, oltre all’altare maggiore.

Chiesa di San Francesco
Costruita con dedica alla Vergine Maria, fu venduta ai Frati Minori Conventuali che la dedicarono a San Francesco. In stile romanico con croce latina è stato più volte ampliato. La facciata presenta una struttura a capanna con un agile protiro con archi a tutto sesto risalente al 1306. All’interno l’Annunciazione di Guariento di Arpo oltre ad un crocifisso ligneo dipinto. Alcuni storici del passato hanno affermato che la costruzione di questa chiesa è frutto di un voto fatto da Ezzelino I da Romano(il “balbo”) durante il viaggio in nave, di ritorno dalla seconda crociata in Terra Santa (circa 1148 circa ) in mezzo a una mareggiata che rischiava di martirizzare i crociati, gratificandoli ben oltre l’ordinaria assoluzione di tutti i peccati. Ezzelino e altri cavalieri supplicarono la Vergine Maria di salvarli,non ritenendosi degni di salire agli onori del calendario. Questa ipotesi sembra confermata dagli affreschi presenti; tuttavia, non è supportato da documenti d’archivio storici.

Tempio Ossario
Costruito inizialmente (1908) per ospitare la nuova sede arcipretale di Bassano e poi sospeso per mancanza di fondi, alla fine della Grande Guerra, venduto allo Stato italiano (1930), divenne ossario per seppellire le spoglie di coloro che morto in battaglia in modo decente. Ospita 5405 caduti, di cui 236 decorati. In stile neogotico, a forma di croce latina, è costruito interamente in mattoni rossi. L’intera costruzione, lunga 75 metri, è snellita da due agili campanili di 60 metri di altezza ciascuno. Una copia simile, dello stesso architetto Rinaldo di Venezia, si trova a Montebelluna (TV).

Chiesa di San Giovanni Battista
Sorge sul lato sud di piazza Libertà, dal terrapieno che chiudeva il fossato attorno alla seconda cerchia di mura. Voluta dalla famiglia Blasi, la chiesa risale al 1308 e fu ricostruita nella seconda metà del XVII secolo dall’architetto bassanese Giovanni Miazzi che la progettò dopo l’incontro con Francesco Maria Preti. Secondo la tradizione nacque con l’altare maggiore orientato ad est e con l’ingresso principale a ovest ma, con il rifacimento settecentesco la facciata principale, inaugurata nel 1813, fu realizzata verso la piazza, cosicché la chiesa ha un orientamento nord-sud. e una pianta singolare: si sviluppa infatti in larghezza piuttosto che in lunghezza come previsto da schemi e norme canoniche. Monsignor Zaccaria Bricito da Bassano la consacrò il 30 giugno 1847.All’interno troviamo l’interessante cappella barocca del Sacramento, riccamente decorata con statue, putti e bassorilievi di Orazio Marinali e preziosi stucchi dei milanesi Abbondio Stazio e Carpoforo Mazzetti. La pala d’altare raffigurante San Giovanni Battista è un capolavoro dei primi anni di Piazzetta.

Chiesa di San Donato
Edificata sulla destra Brenta nelle immediate vicinanze del Ponte Vecchio risale al 1208. Fu edificata per volere del Monaco Ezzelino II su concessione del Vescovo di Vicenza Uberto II per contrastare la diffusione dell’eresia catara. La chiesa fu successivamente ampliata e adibita a convento francescano. Nell’aprile 1221 e il 4 ottobre 1226 vi sostarono S. Francesco d’Assisi e S. Antonio da Padova. Nel 1325 i francescani si trasferirono nella Chiesa di Santa Maria, poi di San Francesco, nell’attuale Piazza Garibaldi. Due anni dopo il convento ospitò le monache benedettine che lo trasformarono in ospedale. Nel XV secolo tornò ai francescani e dalla metà del XVI secolo iniziò un lento declino.All’interno è la Madonna col Bambino in trono tra San Donato e San Michele Arcangelo di Francesco Da Ponte Il Vecchio, padre di Jacopo. Nel 1900 lunghi restauri mirarono a valorizzare le figure di San Francesco e Sant’Antonio, ricreando la cella che, secondo la tradizione, avrebbe ospitato i due santi.

Chiesa della Santa Croce
Nel 1124, al ritorno dalla Terra Santa, l’abate Ponzio di Melgueil, caduto in disgrazia presso il Papato, non ritornò nella sua abbazia di Cluny, ma si rifugiò presso le potenti famiglie della Marca Trevigiana, fedeli al Impero. Questi gli diedero le terre di Campese, dove con la protezione del vescovo di Padova diede vita al progetto di costruire una grandiosa abbazia dedicata alla Santa Croce, simbolo dei crociati. I suoi principali sostenitori furono gli Ezzelini, il cui sterminio provocò però l’arresto dello sviluppo del nuovo monastero, che passò sotto la giurisdizione della Congregazione Benedettina di San Benedetto Po ed ebbe dignità di priorato.

L’aspetto attuale, seppur molto modificato rispetto all’origine, conserva chiaramente alcuni elementi delle strutture originarie. Il luogo fu di straordinario interesse dopo il 1544, per il fatto che qui visse l’ultimo periodo della sua vita Teofilo Folengo, geniale e fecondo poeta maccheronico, conosciuto e celebrato con lo pseudonimo di “Merlin Cocai”. Il suo famoso sepolcro, situato nella chiesa a destra dell’altare maggiore, è stato meta di illustri viaggiatori, che nel corso dei secoli hanno scritto epitaffi in suo onore, raccolti in piccola parte nella cappella stessa. All’interno dell’ex monastero è attivo un Centro di Documentazione Folenghiana per coloro che desiderano avere informazioni sulle attività riguardanti il ​​poeta,tra le quali numerose sono le iniziative culturali ed enogastronomiche proposte dagli “Amici di Merlino Cocai”.

Chiesa di San Giorgio alle Acque
Documentato fin dal 1202, fu assoggettato alla famiglia Ezzelini nell’XI secolo quando all’interno furono dipinti gli interessanti affreschi ancora esistenti.

Chiesa della Trinità ad Angarano
Completato intorno al 1810 su progetto di Giovanni Miazzi (1698 – 1797). Prese il posto dell’antico edificio, di origine quattrocentesca, ormai del tutto inadeguato alle esigenze religiose e sacramentali dell’attuale comunità. Quattro imponenti semicolonne, sorrette da alte basi, sorreggono la trabeazione da cui parte un classico timpano triangolare, decorato da una cornice dentellata. Lateralmente all’interno di ciascuna delle due semicolonne in prominenti aree rettangolari e quadrate, al centro, sopra il portale d’ingresso è in armonia un timpano semicircolare sopra un arco trionfale, sotto il quale si apre, dopo la seconda guerra mondiale, un rosone in vetro colorato per la distruzione della precedente: il simbolo della SS. Trinità, stemmi di Pio XII e del vescovo di Vicenza Zinato e dell’Angarano.

Architetture militari

Castello degli Ezzelini (o castello superiore)
Il castello non è mai appartenuto agli Ezzelini oa nessun altro signore in quanto “costruito per volontà degli abitanti” come azione di difesa collettiva. Le strutture più antiche del castello ancora visibili comprendono le parti inferiori delle torri e delle mura. La piazza antistante era luogo di mercato e luogo di incontro. Nel corso del XIII secolo fu edificata una nuova cinta muraria fino alla torre pentagonale nord. Fu costruita anche la torre dell’Ortazzo e restaurati la torre di Ser Ivano e il campanile della chiesa. Nel XIII secolo fu costruito un nuovo recinto a protezione dei borghi che si sviluppavano all’esterno e alla fine del XIV secolo risale l’ultimo ampliamento, ancora parzialmente visibile in viale delle Fosse. Nel XV secolo la fortificazione era ancora attiva prima di passare al dominio veneziano,in seguito fu abbandonato e trasformato.

Dall’ottocento al novecento il castello è stato oggetto di restauri. Il Corpo di Guardia si trova all’imbocco del percorso delle mura del Castello di Bassano del Grappa. È uno spazio racchiuso dalla cinta storica e presenta una forma quadrilatera irregolare con lati di circa due metri e con muri di altezza variabile (da 13,50 metri a circa 7,50 metri) realizzati in ciottoli e mattoni a file alternate secondo la tecnica in uso al tempo. All’angolo sud-ovest si erge la torre di Ser Ivano, alta 27 metri. I due lati est e ovest delle mura sono liberi,

Porta delle Grazie, o Porta Aureola
Era l’antico accesso nord-orientale alla città di Bassano del Grappa. Senza ombra di dubbio è la Porta di Bassano meglio conservata, si riconoscono ancora le linee classiche dell’architettura. Porta delle Grazie fa parte della cinta muraria edificata nel Cinquecento, ancora oggi sono evidenti le colonne rientranti che sorreggono l’architrave, il fregio e il timpano. L’opera fu commissionata dal Podestà Veneto nel 1561, la realizzazione del progetto fu affidata ad un architetto del luogo contemporaneo del più famoso Andrea Palladio.

La vicina Chiesa di Santa Maria delle Grazie custodisce alcuni piccoli tesori artistici di Jacopo da Bassano e Battista di Vicenza tra cui spicca una Crocifissione in cui è raffigurato anche l’antico Ponte Vecchio: prima testimonianza figurativa del simbolo di Bassano. Il panorama che si apre nella zona adiacente alla Porta delle Grazie è davvero suggestivo: l’altopiano di Asiago a sinistra e il massiccio del Grappa a destra fanno da sfondo e fanno da cornice a questo luogo, che, non a caso, prende il nome di Belvedere.

Porta Dieda
Situato nei pressi di quello che fu il Castello Inferiore detto dei Berri, costruito nel 1315 dai padovani per proteggere i nuovi borghi sorti fuori le mura. Nel 1389 l’intero complesso fu inglobato nelle mura costruite da Gian Galeazzo Visconti, ma il Castello cadde in rovina e fu presto sostituito da residenze civili. Rimane la porta, aperta nel 1541 dal podestà Domenico Diedo, per poter comunicare direttamente con le nuove realtà abitative che sono andate via via crescendo nel tempo. La facciata sud era adorna di affreschi recentemente restaurati: nella parte superiore un possente leone alato con il libro, manifesto di fedeltà politica alla Venezia dominante, e nella parte inferiore Marco Curzio Rufo su un cavallo impennato nell’atto di lanciarsi armati nel baratro, esempio paradigmatico di coraggio.Quest’ultimo fu costruito da Jacopo Da Ponte e ne rimangono solo poche tracce.

Torre civica
Costruita probabilmente tra gli anni venti e quaranta del Duecento, ma la data più probabile è quella del 1312 quando, in occasione dell’ampliamento delle mura del secondo recinto, venne a costituire un importante episodio difensivo e protettivo per il nuovo villaggio cresciuto fuori le mura. Si distingueva infatti per le importanti misure in altezza, larghezza e spessore della muratura, la poderosa base troncopiramidale, l’assenza di decorazioni. Nella documentazione compare nel 1349 quando fu collocata una campana del peso di 500 chilogrammi. Da questo momento fu intestato al Comune che provvedeva al mantenimento e al pagamento dei custodi. I custodi svolgevano vari compiti ma il compito principale era quello di guardare dall’alto e di annunciare sommosse, calamità o minacce di aggressione.

Le fu attribuito il nome di “torre civica”, poiché nel 1494 fu aperta una porta in pietra alla base con lo stemma della città dipinto su di essa. Nel 1625 la porta fu forata per dare luce alla casa del custode e collegata al terreno con una scala in legno i cui gradini nel 1727 furono in parte sostituiti da altri in pietra. Non si conosce invece l’anno in cui lo stemma onorario di Venezia fu dipinto a fresco. Nel Settecento fu dotato di un orologio e nell’Ottocento l’apicale si innalza sulla sommità. Certamente la torre si distingue in modo particolare rispetto a tutti gli altri edifici storici cittadini per la sua centralità nell’impianto urbanistico e per il fatto che la domina con la sua altezza (43 metri). Dopo un recente ed importante restauro è stato riaperto al pubblico.

Piazze

Piazza della Libertà
Già “Piazza dei Signori”, è la vetrina delle passeggiate domenicali. Ottenuta colmando il fossato che circondava la seconda cerchia di mura di Bassano, fu inizialmente chiamata Piazza San Giovanni, dal nome della chiesa che vi sorse nel 1308. Dal 1867 fu dedicata a Vittorio Emanuele II re d’Italia e durante durante la seconda guerra mondiale si chiamò Piazza del Popolo, poi Piazza Libertà.

Sul margine occidentale della piazza, su due colonne, si trova una statua con il Leone di San Marco, simbolo della dominazione veneziana, e una statua di San Bassiano, patrono della città, opera dello scultore bassanese Orazio Marinali ( 1643-1720). Il Santo,vescovo di Lodi tra il IV e il V secolo, non sbarcò mai sulle rive del Brenta: i bassanesi, però, lo scelsero come loro protettore nel 1509 per la somiglianza del suo nome con quello della loro città e per le sue opere taumaturgiche facoltà contro le piaghe ricorrenti. La piazza è il punto nodale della città dove confluiscono le vie principali del centro, a nord si affacciano prestigiosi edifici, tra cui le case dell’antica stamperia Remondini (che ha portato il nome di Bassano in tutto il mondo) e la Loggia del Comune,ea sud l’imponente facciata neoclassica della chiesa di San Giovanni Battista.

Piazza Garibaldi
L’usanza bassanese chiama questa piazza “piazza della Fontana” o “piazza delle Erbe”, perché lì da secoli si svolgeva il mercato ortofrutticolo. La piazza, sistemata definitivamente da Antonio Gaidon nel 1776, è dominata, a nord, dalla torre civica mentre a sud si trovano la chiesa di San Francesco e il Museo Civico. Nel 1898 l’arrivo di un acquedotto che, attingendo alle sorgenti Fontanazzi, portava al centro acqua pura sorgiva, rappresentò un fatto di importanza anche nazionale. L’opera fu celebrata con la costruzione della fontana Bonaguro quasi al centro della piazza. L’opera fu realizzata dallo scultore Carlo Spazzi e prende il nome dall’allora sindaco Antonio Bonaguro, che la donò alla comunità in occasione dell’inaugurazione dell’acquedotto pubblico.

Piazzotto Montevecchio
Si trovava all’interno della seconda cerchia di mura e alla metà del XIII secolo in questa zona sorgevano la Casa del Comune e le residenze ezzeliniane. Al centro della piazza c’era un pozzo, motivo per cui è ancora oggi spesso chiamata “piazza del pozzo”. Era conosciuta anche con i nomi di “Piazza del Sale” e poi “Piazza degli Zoccoli”, poiché fino alla metà del Novecento questo era un luogo di mercato dove si riunivano numerosi venditori ambulanti per vendere le “sgalmare”, caratteristici zoccoli di legno. La prima piazza di Bassano era un tempo molto più grande. Vi si affacciava anche il magazzino dei Grani, poi ristrutturato e adibito (1494) a Monte di Pietà: il severo “Monte Vecchio”, che dà il nome al luogo e che porta lo stemma più antico della città:due leoni rampanti ai lati di una torre.

Il piazzotto era anche una straordinaria pinacoteca a cielo aperto. Sul fronte orientale, la casa Michieli-Bonato fu affrescata con scene bibliche, in parte ancora visibili, da Francesco e Bartolomeo Nasocchio, contemporanei della famiglia Da Ponte. L’attigua Casa dal Corno-Bonato aveva decorazioni con putti, animali e motivi allegorici di Jacopo Da Ponte. Questo fregio è stato staccato per essere restaurato nel 1975 e successivamente collocato al Museo Civico (1982).

Piazza Terraglio
Lo spazio attuale è sorto nel tempo dall’interramento del fossato e dalla demolizione a sud della cinta muraria esterna dello stesso Castello che nella cerchia ezzeliniana era protetto da una doppia cinta muraria. La concessione comunale che nel 1400 permetteva di costruire in questa zona le cosiddette “chioare” o “chiodare”, una specie di recinto aperto con una tettoia per asciugare e stirare i panni, prodotti dai lanieri addossati al fiume, è interessante.

Piazzale Cadorna
Era conosciuto come contrada o borgo di Caravaggio che comprendeva piccoli orti, stalle, capanne, magazzini e una chiesetta dedicata alla Madonna del Caravaggio, edificata nel 1706 per volere di Caterina Brocchi, poi sede della Congregazione di San Luigi Gonzaga e poi chiamata Chiesa di San Luigi.

Musei
Bassano è una città ricca di musei, nati per volontà pubblica e privata negli ultimi tre secoli.

Musei Civici di Bassano del Grappa
Di importanza nazionale e internazionale sono i Musei Civici di Bassano del Grappa, fondati nel 1828 per volontà di Gian Battista Brocchi, tra i più antichi musei dell’entroterra veneziano, raccolgono la più grande raccolta pittorica al mondo di Jacopo Bassano oltre ad un collezione unica. di tremila disegni autografi, lettere, schizzi, gessi e l’unica serie di monocromi di Antonio Canova.

Il Museo della Ceramica
Dal 1992 è ospitato in Palazzo Sturm il Museo della Ceramica, composto da maioliche, porcellane e maioliche, per un totale di circa 1200 pezzi esposti cronologicamente in oltre dieci sale; e dal 2007 in convivenza il Museo della Stampa Remondini, dedicato all’omonima famiglia che nel Settecento era la più grande realtà produttiva dedicata all’intaglio e alla tipografia esistente in Europa.

Poli Museo del Grappa
Di particolare importanza, in città, realizzati su iniziativa privata, sono i Poli Museo del Grappa, di proprietà dell’omonima distilleria, che si compone di cinque suggestive sale con testi in italiano e inglese e videoproiezione in varie lingue. Il museo conta circa 12.000 visitatori mensili, che lo rendono uno dei musei d’impresa più visitati d’Italia;

L’Hemingway e il Museo della Grande Guerra
Il Museo Hemingway e della Grande Guerra, incentrato sulla vita e le opere di Ernest Hemingway, volontario della Croce Rossa americana durante la Prima Guerra Mondiale a Bassano; il Museo degli Alpini, istituito nel 1948 e dedicato alla raccolta di reperti e testimonianze della Grande Guerra,

Il Museo dei Cappuccini
Il Museo dei Cappuccini ospitato nell’omonimo convento che espone oggetti di culto (antichi Vangeli, paramenti sacri, reliquiari) e materiali di vario uso (ceramiche e utensili da cucina) provenienti dai vicini conventi

Il Museo del Computer
Il Museo del Computer, che raccoglie in tre sale manuali, periferiche, accessori e più di 70 console e computer dagli anni Ottanta ai giorni nostri.

Cucina
Bassano si distingue anche per un gusto particolare nell’enogastronomia. Dai famosi asparagi bianchi ai piselli, ai fagioli in salsa, alla cipolla rosa, ai saporiti broccoli della Bassanese, al già citato Asiago, alla tipica “sopressa”, le ciliegie della vicina Marostica. Tutto parla di una propensione del territorio verso i piaceri di una tavola semplice ma di alta qualità.

Per il turista affamato e curioso ci sono locali di ogni genere: dalla caratteristica osteria veneziana (“caneva”) a tanti tipi di trattorie e ristoranti per tutti i gusti e per tutte le tasche, con una spiccata inclinazione al rispetto della tradizione bassanese e veneziana.

Attività all’aperto
Sotto l’aspetto naturalistico e sportivo, ogni angolo è una finestra su paesaggi verdi e una straordinaria opportunità sia per un turismo “dolce” che per uno sportivo più grintoso. Il territorio offre diverse opportunità: dal canottaggio sul Brenta al parapendio sulle vette del Grappa, dal trekking storico e ambientale attraverso trincee restaurate e pendii fioriti ai giri più semplici sulle dolci colline di Marostica.