La Sala del Senato, Palazzo Madama

La maestosa Sala del Senato creata nel 1638 ha visto eventi storici cruciali per la storia dell’Italia, dell’Europa e dei loro cittadini. La grande sala al primo piano, precedentemente di proprietà degli svizzeri, è utilizzata come aula al Senato subalpino. L’architetto Ernesto Melano trasforma lo spazio in un grande auditorium composto da sedili e tribune, un allestimento concepito come temporaneo e che non compromette lo stato originale, essendo indipendente, staccato dalle pareti. Al di sopra del grande ordine monumentale, le decorazioni sono dipinte raffiguranti le opere della casa Savoia nel corso dei secoli.

L’aula è una stanza molto più piccola di quanto sembri sulla TV, è coperta di rosso (in precedenza era blu per vari motivi, tutti ricollegati ai colori del banner Savoia). Dietro la sede del Presidente del Senato ci sono due iscrizioni su due placche rettangolari: una cita la forma di governo attualmente in vigore in Italia, vale a dire la Repubblica; L’altro è molto più antico e dà le parole con cui Vittorio Emanuele II commemora l’unità dell’Italia. Il soffitto della cupola è dipinto con una tela dipinta, chiamata Velario, che contiene i medaglioni con le effigi di quattro giurisprudenti, le quattro virtù civiche e le quattro capitali dei pre-regni.

La sala prende il nome da Cesare Maccari, che la decorò dopo aver vinto un concorso bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1880. Le decorazioni colpiscono il soffitto sotto forma di quattro figure allegoriche che circondano il motivo centrale raffigurante una personificazione dell’Italia trionfante. I quattro medaglioni rappresentano in particolare commercio e agricoltura (industria), armi, scienze e arti. Le allegorie sono rappresentate sotto forma di incarnazione della dea come ragazze.

È un grande salone utilizzato per funzioni di rappresentanza, creato all’inizio degli anni Trenta dalla demolizione di un muro divisorio e dotato di una cassettiera in stile moderno.

Nel fregio seicentesco alla Buvette, prevalgono figure di putti e leoni e nell’altra vi sono figure femminili. La stanza è arricchita da sei affreschi storici.

Si differenzia dall’altro per non avere il solito fregio mediceo, sostituito, nel soffitto in legno dorato con cassettone da uno struzzo. Probabilmente fu scelto in onore di Margherita d’Austria, per il gioco di parole in francese “Autriche” (Austria) e “autruche” (struzzo). C’è anche la possibilità che questo animale sia stato scelto come simbolo araldico di velocità e precedenza, cioè di fermezza e forza. È tuttavia certo che lo struzzo è stato scelto da una famiglia dei Medici che non ha posizioni religiose in vista della corona che travolge la testa dell’animale.

Storia
Durante il Risorgimento ospitò la Sala del Senato subalpino dal 1848 al 1861 e poi accolse il Senato italiano dal 1861 al 1864. L’ultima sessione si tenne il 9 dicembre 1864 con l’approvazione della legge per il trasferimento della capitale dal Torino a Firenze. L’articolo 33 dello Statuto Albertino stabiliva che i senatori fossero nominati a vita dal re tra i membri della nobiltà sabauda, ​​la massima espressione della volontà reale e governativa, come ricompensa per i servizi resi dagli illustri personaggi e dagli anziani funzionari della Tribunale.

Nel 1860, la sala ospitò la sessione di apertura del primo parlamento dell’Italia settentrionale e centrale. Il 2 aprile un discorso infiammato del sovrano Vittorio Emanuele II apre i lavori. A causa della capacità troppo limitata dell’aula, il Palazzo non può ospitare la prima sessione parlamentare del nuovo Regno d’Italia, che si riunisce il 18 febbraio 1861 a Palazzo Carignano.

Lo storico anfiteatro del Senato subalpino verrà ricostruito entro un anno a Palazzo Madama. Realizzato in legno nel 1848 dall’architetto Ernest Melano, fu smantellato nel 1927, con il pretesto di mettere in luce le forme settecentesche della residenza sabauda.

Fu qui che il 10 gennaio 1859 il re Vittorio Emanuele II rinnovò le sue parole storiche con cui il Risorgimento Piemonte sfidò l’Austria: “Non siamo insensibili – ha detto – al grido di dolore che sale da noi da molte parti d’Italia». La frase viene ricordato come l’inizio delle ostilità che portarono alla vittoriosa seconda guerra d’indipendenza, e fu in quella stessa sala che furono convocati i primi senatori del neonato Regno d’Italia il 18 febbraio 1861, con Torino come prima capitale.

Nella riformulazione degli spazi museali nella Restaurazione 2013, la scelta di allocare la grande Sala del Senato a mostre temporanee, a cui si può accedere dopo aver camminato sulla monumentale scalinata, e renderla liberamente accessibile da una parte integrante del percorso pedonale.

Sarà l’Italia.
La città cerca di recuperare l’icona del Senato perduto. Sarà ricostruito nel luogo in cui era originariamente situato, nella più grande delle sale di Palazzo Madama, quella ora utilizzata per le mostre. Qui verrà installata una struttura autoportante leggera, staccata dalle pareti. Riprodurrà i volumi della sala parlamentare scomparsa, con un’ambientazione affidata al “Workshop di idee” e al laboratorio teatrale del Teatro Regio.

Palazzo Madama celebra il 150 ° anniversario dell’Unità d’Italia con la ricostruzione della Grande Sala del Senato. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo significativo della Fondazione CRT e del Comitato Italia 150, in collaborazione con il Teatro Regio di Torino ed è incluso nel programma Italia 150 Experience. L’intenzione di creare una struttura il più fedele possibile all’originale ha comportato l’esame di alcune fonti iconografiche del XIX secolo e l’attento studio di una vasta documentazione storica, trovata nell’Archivio di Stato di Torino, il Politecnico di Torino, la Soprintendenza per Patrimonio architettonico e paesaggistico e Archivio centrale dello Stato di Roma. I risultati della ricerca storica, con un’analisi approfondita della storia di Palazzo Madama nel XIX secolo, e la complessa opera di costruzione scenica sarà raccolta in un catalogo a cura di Enrica Pagella, la cui pubblicazione è resa possibile dal contributo dei Lions club di Torino. Il volume conferma l’ormai consolidata sinergia tra Lions e Palazzo Madama.

Il pubblico potrà rivivere uno dei momenti più significativi della storia del Risorgimento italiano. Sarà l’Italia Sarà anche l’occasione per offrire uno spazio dedicato alla discussione e alla discussione su temi attuali come la democrazia, la convivenza civile e la vita sociale, durante i 256 giorni di apertura, grazie ad un articolato programma di attività rivolto a tutti i visitatori e le scuole , la sala del Senato diventerà un vero e proprio laboratorio di educazione alla cittadinanza per bambini e adulti, che avranno anche l’opportunità di vivere l’esperienza di voto.

Al centro avrà l’auditorium, con il tavolo della presidenza e il trono per il re. Intorno ci saranno le degradanti 300 bancarelle rosse dei senatori, ai piedi di una doppia galleria colonnata, con gli stand d’onore. L’opera sarà terminata con decorazioni in finto marmo grigio, prese da quelle ancora visibili nella parte superiore delle pareti e sulla volta. Il pavimento sarà ricoperto di velluto verde come terza tonalità della bandiera italiana. L’arredamento avrà mobili intagliati, lampade e balaustre.

Per questo motivo è stato studiato un percorso multimediale di 20 minuti che, attraverso video e drammatizzazioni audio, farà conoscere e rivivere le tappe più significative della storia del Senato e alcuni importanti dibattiti tenuti in aula tra il 1848 e il 1864. A serie di conferenze e giornate di studio di importanti storici e giornalisti, avranno come tema i grandi discorsi della democrazia, ma ci saranno anche letture di classici, concerti e monologhi teatrali. Parte integrante del progetto Senato è la creazione di un sito Web che fornirà tutte le intuizioni e le informazioni relative alle attività museali e alla storia del primo Senato italiano, con schede dedicate ai personaggi che lo hanno animato, ai dibattiti che hanno preso piazzalo qui.

Suoni e voci, diffusi da installazioni multimediali, restituiranno al Piemonte la memoria di quella che era la sua democrazia parlamentare. Racconteranno la storia di un Senato che è stato uno dei più attivi nella storia del Regno d’Italia.

Madama Palace
Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja è un complesso architettonico e storico situato nella centralissima Piazza Castello a Torino. Avendo avuto un ruolo di primo piano nella sua storia dall’epoca romana fino ai giorni nostri, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità con le altre residenze della Savoia nel 1997. Palazzo Madama, come parte del sito seriale delle Residenze sabaude. L’edificio ospita il Museo Civico di Arte Antica.

È una combinazione di duemila anni di storia di Torino, dall’antica porta orientale della colonia romana di Julia Augusta Taurinorum a una roccaforte difensiva, quindi a un vero castello, un simbolo del potere Savoia fino almeno al XVI secolo, quando l’attuale palazzo reale, come sede del duca di Savoia.

La parte occidentale del primo complesso medievale fu in seguito chiamata Palazzo Madama perché fu inizialmente abitata da Madama Cristina di Borbone-Francia, chiamata la “prima Madama reale”, nel periodo intorno al 1620-1663, poi da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours , chiamata la “seconda Madama reale”, nel periodo 1666-1724. Fu per quest’ultimo che l’attuale facciata fu progettata, nel 1716-1718, dall’architetto di corte Filippo Juvarra.

La visita si estende su quattro piani, dove la storia secolare della sua costruzione interagisce con le collezioni del Museo Civico d’Arte Antica, presenti qui dal 1934.

I primi secoli del Medioevo sono illustrati nella collezione medievale di lavori in pietra a livello del fossato, con le sue sculture, mosaici e gioielli che vanno dal periodo tardoantico al romanico. Le sale del XV piano al piano terra contengono dipinti, sculture, miniature e oggetti preziosi dal XIII al XVI secolo, principalmente piemontesi. Nella sala circolare della Torre del Tesoro c’è una selezione di capolavori, tra cui il famoso Ritratto di un uomo di Antonello da Messina. Al piano nobile, con la sua straordinaria gamma di stucchi e affreschi barocchi, si trova la moderna pinacoteca con opere delle Collezioni Savoia e un’importante selezione di mobili realizzati da maestri ebanisti piemontesi, italiani e francesi. Infine, l’ultimo piano ospita le collezioni di arti decorative,