Il giardino segreto, video a 360 °, Palazzo Te

Al centro della villa c’è un piccolo edificio dove Federico si ritirerebbe, un luogo appartato dove arte e natura si fondono. Una serie di stanze circonda un giardino rettangolare. Qui possiamo riconoscere una loggia con tre aperture sostenute da due colonne di marmo. Gli affreschi sulla volta mostrano diversi episodi della vita comune degli uomini, dalla nascita alla morte. Le due pareti che circondano il giardino un tempo erano adornate da false prospettive non più visibili. Verso la cima del muro ci sono diciotto nicchie che contengono figure delle favole di Esopo.

Il giardino segreto mostra una bella decorazione in cui lo stile sembra essere quello delle antiche ville romane. Il padrone di casa è circondato da scene che raccontano di una vita trascorsa onestamente e felicemente

Il giardino segreto fu realizzato, a partire dal 1595, dal duca Vincenzo Gonzaga e da suo figlio Ferdinando. Una fontana, oggi in rovina, ha deliziato l’ospite con creativi giochi d’acqua, racchiusi in un luogo in cui le pareti erano, e in parte sono ancora, coperte da stucchi ed elementi naturali come la madreperla e i cristalli. Gli affreschi rappresentano scene tratte dall’Orlando Furioso, in particolare le scene con il mago Alcina. La piccola stanza è inoltre arricchita da mosaici e molte illustrazioni delle gesta eroiche compiute dalla famiglia dei Gonzaga. La rappresentazione di animali e riferimenti all’alchimia completano questa creazione curiosa e affascinante.

L’appartamento, affacciato su un giardino segreto da cui prende il nome, è stato creato da Federico II come luogo intimo e appartato. L’atrio ottagonale allungato collega la camera di Attilius Regulus alla loggia e al giardino. La volta a padiglione del vestibolo, decorata con raffinati grotteschi, è animata nell’ottagono centrale da putti che raccolgono l’uva di un pergolato di vite. Il dispositivo dell’Olimpo appare due volte nelle nervature della volta (pareti ovest e est).

Il pavimento è fatto di ciottoli di fiume (che nascondono le aperture dei tubi utilizzati per i giochi d’acqua). La porta di fronte all’ingresso del vestibolo conduce nella camera di Attilius Regulus, la stanza che deve il suo nome a una scena sulla volta raffigurante il comandante romano. Un’allegoria del buon governo è affrescata nell’ottagono al centro del soffitto. Episodi eroici tratti dall’antichità classica sono dipinti sul resto della volta: La tortura di Attilius Regulus (angolo nord-ovest); Il giudizio di Zaleuco (angolo nord-est); La misericordia di Alessandro Magno (angolo sud-est); Horatius Cocles nuota nel fiume Tevere (angolo sud-ovest). Quattro personificazioni delle virtù, affrescate in rettangoli, sono abbinate a queste storie di eroi: Attilius Regulus è preceduto da una figura femminile che potrebbe riferirsi all’idea di mantenere la parola data, Zaleucus è preceduto da Justice, Alexander da Charity e Horatius Cocles da Fortitude. In cima alle pareti, racchiuse tra mensole, quattro bassorilievi in ​​stucco raffigurano altre figure allegoriche di virtù.

Le decorazioni pittoriche delle pareti, del camino e del pavimento risalgono alla fine del XVIII secolo.

L’appartamento aveva il suo accesso originale dalla Grande Camera, con annesse piccole stanze (camerini), ora in fase di restauro.

La Loggia, che si affaccia sul giardino segreto, è un luogo estremamente elegante con un colonnato a tre aperture e preziose decorazioni sulle pareti e sulla volta. Le nove sezioni del soffitto e le lunette presentano affreschi con scene di una storia, probabilmente riferite al ciclo della vita degli uomini.

La lunga parete sud è tripartita: nei vani laterali si trovano Bacco e Arianna (verso la porta d’ingresso) e Sileno su un carro (verso il balcone esterno); la sezione centrale è affrescata con la processione nuziale di Peleo e Teti. Sopra e sotto ci sono i dispositivi del Monte Olimpo e Cupido nel piccolo bosco.

Il pavimento, fatto di ciottoli di fiume, è adornato con i dispositivi dei Gonzaga. Sul lato est della Loggia c’è un piacevole balcone, decorato con stucchi e dipinti.

Il giardino fu decorato intorno al 1531. Le pareti erano originariamente dipinte con paesaggi in prospettiva, oggi dispersi, a parte tracce di incisioni sull’intonaco del lato nord e est. Il fregio che corre lungo le pareti del giardino è decorato con erme e nicchie alternate. Le nicchie sono alternativamente dipinte o intonacate con soggetti tratti dalle favole di Esopo, l’unica eccezione è la nicchia dedicata alla tomba del cucciolo di Federico nel mezzo del fronte sud. Muovendosi in senso orario, dalla parete sud, sono mostrati: L’asino e il cane; favola perduta; Il Leone e il topo. Muro ovest: favola perduta, La volpe e il corvo; favola perduta; La volpe e la cicogna; favola perduta; Il cavallo e il leone; favola perduta; La mosca e l’uomo calvo. Parete nord: Il cane con un pezzo di carne; Il lupo e la testa intagliata; favola perduta; Il leone e il pastore; Il pastore e il lupo.

La Grotta, con la sua apertura costruita con vere rocce, fu commissionata dal duca Vincenzo I Gonzaga all’inizio del 1590 e fu completata nei primi anni del 1600 da suo figlio Duca Ferdinando.

Il luogo è costituito da due sale comunicanti un tempo abbellite con acquedotti.

La complessa decorazione rocciosa è arricchita da conchiglie, pietre colorate, madreperla e cristalli, dando l’impressione di spazio scolpito nella terra stessa.

Nella prima sala più grande ci sono nicchie decorate con dispositivi dei Gonzaga: due lettere addossate ‘C’ (angolo nord-ovest); Melting Pot (angolo nord-est); Crescent Moon con il motto “SIC” (angolo sud-est); Phoenix (angolo sud-est). Sopra le porte ci sono affreschi raffiguranti cavallucci marini.

La seconda sala più piccola ha una volta a botte, con tre ottagoni che mostrano episodi della storia di Alcina, tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: Alcina Fishing (parete ovest); Alcina incontra i cavalieri (al centro); Il volo di Alcina e Astolfo (parete est).

Le nicchie della seconda stanza raffigurano simboli che si riferiscono ai quattro elementi: un albero in fiore (Terra); un vulcano fiammeggiante (Fuoco); uccelli (aria); un delfino (Acqua). Questi simboli alludono alla trasformazione della materia attraverso la magia e l’alchimia. I due dipinti sopra le nicchie raffigurano battaglie navali.

Palazzo Te
Palazzo Te è un edificio storico e monumentale a Mantova. un bell’esempio di stile manierista di architettura, costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga, è l’opera più famosa dell’architetto italiano Giulio Romano. Il complesso ospita ora il museo civico e, dal 1990, il Centro internazionale per l’arte e la cultura di Palazzo Te che organizza mostre di arte e architettura antiche e moderne.