La collezione di ceramiche e maioliche, Palazzo Madama

La mostra Italia della ceramica e maiolica, presenta una serie eccezionale di ceramiche e maioliche prodotte dalle più prestigiose manifatture italiane, riunendo i capolavori delle collezioni private di Palazzo Madama.

La mostra si apre nella Camera delle Guardie con una grande vetrina, che evoca i mobili protagonisti della sala da pranzo rinascimentale, la credenza, dove sono state esposte le raffinate maioliche sia per essere ammirate sia per servire le attrezzature del tavolo. Quindi si entra nella Sala del Senato dove il percorso si snoda attraverso i principali centri di produzione di maioliche in Italia, come Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venezia, Castelli e Torino, e si concentra sulle caratteristiche della decorazione e dei principali artisti, tra cui quale Nicola da Urbino e Francesco Xanto Avelli.

La mostra continua illustrando l’ampia varietà di temi riprodotti sulla maiolica storica, che, oltre ai soggetti religiosi, vede soggetti profani riccamente rappresentati, tratti dalla storia e dalla mitologia antiche, o riguardanti la vita affettiva, come i temi dell’amore o lo status sociale responsabilità dei clienti, come i servizi araldici. Le fonti grafiche di questo dipinto di storie derivano dai repertori di incisioni che circolavano nelle botteghe di maioliche e che erano i mezzi per riprodurre su piccola scala e per una visione domestica le invenzioni più famose dei grandi pittori dell’epoca.

L’uso della ceramica e della maiolica nella vita sociale si è ampliato e differenziato. Nell’arredamento della casa italiana, soprattutto nelle residenze di campagna, la maiolica storica è stata esposta sulle credenze ma utilizzata anche sui tavoli e potrebbe essere offerta come regalo in occasioni come il matrimonio e la nascita. Piccole sculture, che a volte mascheravano la funzione di calamai o fontane, venivano utilizzate a scopo decorativo in interni privati. Particolarmente florido divenne l’uso della maiolica nei kit di farmacia, generalmente commissionati da istituzioni religiose.

Il viaggio termina con una serie di capolavori, collocati in singole teche: una coppia di albarelli Domenigo da Venice, un grande raffreddatore Urbino e la brocca in porcellana medicea di Palazzo Madama, un eccezionale esempio della prima imitazione europea della porcellana cinese, realizzata da maioliche di Urbino che lavorarono a Firenze alla corte di Francesco I de ‘Medici.

La ceramica e la maiolica sono tra le poche forme d’arte rinascimentale che hanno conservato perfettamente i colori originali di quando furono realizzati. La tecnica consiste nel rivestire la superficie di oggetti in terracotta con uno smalto bianco opaco a base di stagno e dipingerli con ossidi metallici, che cambiano in colori brillanti dopo la cottura: dal cobalto si ottiene il blu, dal verde rame, dall’arancio ferro o ocra, l’antimonio giallo, viola manganese o marrone e bianco stagno. Ha origini islamiche lontane e giunse in Europa con la conquista musulmana della penisola iberica nell’VIII secolo, impreziosita dalla lucentezza, che rese possibile ottenere il colore dell’oro o del rubino con sfumature cangianti o cangianti. La maiolica ispano-moresca, esportata con successo in tutta Europa, ha influenzato lo sviluppo dell’arte ceramica in Italia, praticata in numerosi centri in Toscana, Emilia, Marche e Umbria. Con grande inventiva i ceramisti italiani hanno innovato la tradizione islamica contaminandola con motivi ispirati al repertorio gotico e rinascimentale e altri derivati ​​dalla porcellana cinese.

La collezione di ceramiche e maioliche in generale è un’arte domestica.I pittori ceramici italiani adoravano disegnare le donne: piatti e ceramiche le ritrassero di profilo come in medaglie, accompagnate da nomi altisonanti e aggettivi come ‘bella’, ‘diva’ e ‘aggraziato’ . Erano elementi stilistici copiati dalla tradizione poetica, stilnovista prima e poi petrarchesco. In molti modi, la ceramica e la maiolica ci introducono più intimamente nella vita privata rinascimentale; questo dimostra agli studiosi e agli appassionati di storia dell’arte quanto sia seria questa espressione artistica, non si tratta solo di decorare un oggetto. La bellezza delle storie raccontate colpirà molti visitatori in modo sorprendente.

I dipinti su ceramica e maiolica informano i posteri delle tendenze intellettuali e artistiche della società medio-culturale, della sua percezione del mondo antico e della letteratura classica.

La collezione è un’interessante opportunità per ammirare la disposizione naturale dei colori rinascimentali, poiché le tonalità originali e non restaurate sono rimaste “come se avessero lasciato il negozio”. L’ottimo stato di conservazione dipende dalla tecnica, per rivestire la terracotta con una glassa bianca opaca a base di stagno e per dipingerla con ossidi metallici che cambiano i colori dopo la cottura (dal cobalto si ottiene il blu, dal verde rame, arancione ferro o ocra e così via).

La novità assoluta, nata nelle botteghe dei ceramisti italiani, è stata la historiato, ovvero il colorato dipinto di storie sulla superficie bianca della ceramica. La rappresentazione in maiuscoli di storia sacra e profana, religiosa, mitologica, amorosa, con l’obiettivo di abbellire la dimora signorile è, infatti, una peculiarità tipicamente italiana, che si è sviluppata dalla fine del 1400 soprattutto nelle città dell’Italia centrale, come Pesaro, Deruta, Faenza, Gubbio, Casteldurante e Urbino. La maiolica storica, pur rappresentando solo una minima parte della produzione ceramica italiana, è stata preservata nel tempo grazie al suo prestigio e all’interesse che ha potuto suscitare in collezionisti di tutte le età.

In evidenza funziona

La civiltà dei tribunali.

Il tavolo del banchetto medievale
Il tavolo principesco era decorato con materiali preziosi e oggetti riccamente decorati

Scodella con stemma d’Orlier (1475-1500)
di Manises

Bacino con stemmi e scene profane (1275-1300)
di Limoges
La decorazione di questo pezzo si adatta bene a un uso profano: al centro si trova lo stemma dei Plantageneti (re d’Inghilterra nel Medioevo)

Aquamanile a forma di leone (1390-1400)
della Bassa Sassonia
Gli acquamarine venivano usati per versare acqua sulle mani degli ospiti.

Eccellenza italiana

Il tavolo Cinquecento
Il XVI secolo fu il secolo della maiolica, prodotto in numerosi centri di eccellenza italiani, tra cui Faenza, Venezia, Deruta, Gubbio, Casteldurante e Urbino

Piatto con lo stemma di Anna d’Alençon, Marchese … (1508-1530)
di Murano o Altare (Savona)
Tra i “servizi” di vetro, generalmente commissionati alle botteghe del vetro di Murano, spicca quello realizzato nel primo terzo del secolo per Anna d’Alençon

Coppa con stemma Salviati (1531)
dalla bottega di Pietro Bergantini
Pallone con Nettuno e divinità marine (1535 ca.)
dall’officina di Guido Durandino
Ciotola, perforata, con la figura di giovane fowler (1577)
dallo studio di Francesco Durantino

Il fascino dell’Oriente

La tavola del XVII secolo
Piatto tipo porcellana Kraak (1573-1619)
dalla Cina, dinastia Ming, periodo Wanli
Piatto con decoro “calligrafico-naturalistico” (1650)
dalla fabbrica Regio Parco,
Piatto con la cresta di Eugenio di Savoia (1720-1725)
dalla Cina, dinastia Qing

Il lusso della porcellana

Zuppiera (1735)
dal periodo di Du Paquier
Ciotola per brodo con coperchio e piattino (1735)
di du Paquier Manufacturing
Cesto da dessert (1735)
del periodo di du Paquier, Vienna

Ritorna all’ordine

La tavola del XIX secolo (1800-1806)
di Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea
Servizio di cena con animali e banda lilla (1800-1806)
di Real Fabbrica Ferdinandea

Colore e design
Siamo per la casa colorata perché amiamo la luce, perché abbiamo un gusto sincero per le cose brillanti e forti e perché non amiamo più un colore ma i colori.
– Gio Ponti

Madama Palace
Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja è un complesso architettonico e storico situato nella centralissima Piazza Castello a Torino. Avendo avuto un ruolo di primo piano nella sua storia dall’epoca romana fino ai giorni nostri, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità con le altre residenze della Savoia nel 1997. Palazzo Madama, come parte del sito seriale delle Residenze sabaude. L’edificio ospita il Museo Civico di Arte Antica.

È una combinazione di duemila anni di storia di Torino, dall’antica porta orientale della colonia romana di Julia Augusta Taurinorum a una roccaforte difensiva, quindi a un vero castello, un simbolo del potere Savoia fino almeno al XVI secolo, quando l’attuale palazzo reale, come sede del duca di Savoia.

La parte occidentale del primo complesso medievale fu in seguito chiamata Palazzo Madama perché fu abitata per la prima volta da Madama Cristina di Borbone-Francia, chiamata la “prima Madama reale”, nel periodo tra il 1620 e il 1663, poi da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours , chiamata la “seconda Madama reale”, nel periodo 1666-1724. Fu per quest’ultimo che l’attuale facciata fu progettata, nel 1716-1718, dall’architetto di corte Filippo Juvarra.

La visita si estende su quattro piani, in cui la storia secolare della sua costruzione interagisce con le collezioni del Museo Civico d’Arte Antica, presenti qui dal 1934.

I primi secoli del Medioevo sono illustrati nella collezione medievale di lavori in pietra a livello del fossato, con le sue sculture, mosaici e gioielli che vanno dal periodo tardoantico al romanico. Le sale quattrocentesche al piano terra contengono dipinti, sculture, miniature e oggetti preziosi dal XIII al XVI secolo, principalmente piemontesi. Nella sala circolare della Torre del Tesoro è presente una selezione di capolavori, tra cui il famoso Ritratto di un uomo di Antonello da Messina. Al piano nobile, con la sua straordinaria gamma di stucchi e affreschi barocchi, si trova la moderna pinacoteca con opere delle Collezioni Savoia e un’importante selezione di mobili realizzati da maestri ebanisti piemontesi, italiani e francesi. Infine, l’ultimo piano ospita le collezioni di arti decorative,