Il Teatro Bibiena di Mantova, il cosiddetto teatro “scientifico” disegnato da Antonio Galli Bibiena nel 1767, famoso in tutto il mondo per la decorazione d’interni, è un vero gioiello, un luogo dove la perfezione artistica e musicale è raggiunta. Visitare questo teatro è scoprire lo splendore e la grazia dell’età dell’Illuminismo, accompagnato dallo spirito di Wolfgang Amadeus Mozart, che si esibì nella notte di apertura del teatro il 16 gennaio 1770

Il luogo in cui si trovava il teatro era in precedenza occupato da un palazzo, una casa di Ferrante I Gonzaga, conte di Guastalla, generale dell’esercito imperiale durante il Sacco di Roma, allora viceré di Sicilia. Suo figlio Cesare fondò, nel 1562, ospitando con lui, l’Accademia Invaghiti (dal 1610 Accademia degli Inviti, dal 1648 Accademia delle Ombre).

L’edificio comprendeva un piccolo teatro coperto, probabilmente classificato, in linea con lo stile dell’epoca. Nel 1767, circa sessanta anni dopo l’inizio della dominazione austriaca, fu la Timid Academy a commissionare un nuovo teatro. La commissione fu commissionata al Bolognese Antonio Bibbiena, figlio del noto artista barocco Ferdinando. Fu solista e architetto, Antonio si era mostrato nella creazione del nuovo Teatro di Bologna, inaugurato il 14 maggio 1763 ea Mantova, nella progettazione della facciata della Chiesa di San Barnaba.

Bibiena demolì il teatro cinquecentesco e progettò una scena fissa, i cui bordi eressero due corridoi sovrapposti per formare una loggia a due piani. L’auditorium aveva un design a campana che produce la sensazione di un ambiente circolare. La stanza sembra finemente decorata: con quattro colonne, quattro nicchie con statue di illustri mantovani (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi, Virgilio) e un assetto decorativo generale che produce un senso di movimento.

Il cantiere fu completato in soli due anni e il nuovo teatro di Mantova fu inaugurato il 3 dicembre 1769 con la Virgilio e la Manto cantata di Luigi Gatti.

Si diceva “teatro scientifico”, dal momento che doveva tenere incontri accademici di educazione e istruzione, in linea con gli obiettivi dell’Accademia e dello spirito illuminista dell’epoca.

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Costruito per la Reale Accademia Virgiliana di Scienze e Arti (l’Accademia Virgiliana), il teatro di Mantova fu progettato in tardo barocco o in stile rococò da Antonio Galli Bibiena ed eretto tra il 1767 e il 1769 con una pianta a campana e quattro file di scatole, seguì il nuovo stile di teatri allora in voga Era destinato a ospitare sia produzioni teatrali e concerti, sia discorsi e convegni scientifici Bibiena forniva anche gli affreschi monocromi negli interni Il teatro è ora considerato la sua opera più importante

Fu aperto ufficialmente il 3 dicembre 1769 Alcune settimane dopo, il 16 gennaio 1770, il tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart suonò un concerto qui, con un successo clamoroso. Suo padre, Leopold Mozart, scrisse sul teatro: “In tutta la mia vita , Non ho mai visto nulla di più bello nel suo genere ”

Nel 1773, Giuseppe Piermarini, che costruì il palazzo vicino per l’Accademia Virgiliana, progettò e costruì la facciata del teatro

Ancora usato per i suoi scopi originali, ora può essere visitato anche dai turisti come uno dei musei di Mantova. Il teatro è relativamente piccolo, con una scena di 12,3 metri di larghezza e 5,6 metri di profondità, e un pubblico massimo di 363 persone

Con il decreto dell’imperatore del 9 novembre 1767, la Timid Academy venne assorbita nella neonata Accademia delle Belle lettere e della scienza (diventerà l’Accademia Nazionale Virgiliana sotto Napoleone): una vera università a cui furono aggregate in quegli anni accademie di pittura , scultura e architettura, la filarmonica, la “colonia di arti e mestieri” e l’accademia agricola. Fu allora deciso di ricostruire il vecchio edificio che ospitava il nuovo teatro. Fu lanciato un concorso a cui parteciparono il mantovano Gaetano Crevola, il bolognese Antonio Bibiena, l’autore del teatro e il “vero architetto” Giuseppe Piermarini. Quest’ultimo vinse e realizzò, nel 1770, il progetto, poi realizzato nel 1773-75 dal veronese Paolo Pozzo. Fecero un lavoro con una facciata sobria, neoclassica, estesa al teatro senza, tuttavia, intervenire nell’interno, conservando le caratteristiche barocche originali.

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