Studiare nell’arte

Nell’arte, uno studio è un disegno, uno schizzo o un dipinto fatto in preparazione di un pezzo finito, o come note visive. Gli studi sono spesso utilizzati per comprendere i problemi legati al rendering dei soggetti e per pianificare gli elementi da utilizzare nei lavori finiti, come luce, colore, forma, prospettiva e composizione. Gli studi possono avere più impatto di un lavoro più elaboratamente programmato, a causa delle nuove intuizioni che l’artista guadagna mentre esplora l’argomento. L’eccitazione della scoperta può dare una vitalità allo studio. Anche quando gli strati del lavoro mostrano cambiamenti, l’artista ha realizzato come più è stato capito, lo spettatore condivide più del senso di scoperta dell’artista. Gli appunti scritti accanto alle immagini visive si aggiungono all’importazione del pezzo in quanto consentono allo spettatore di condividere il processo dell’artista di conoscere il soggetto.

Gli studi hanno ispirato parte della prima arte concettuale del 20 ° secolo, in cui il processo creativo stesso diventa il soggetto del pezzo. Poiché il processo è ciò che è importantissimo negli studi e nell’arte concettuale, lo spettatore può essere lasciato senza alcun oggetto materiale d’arte.

Studio è il nome dato allo schizzo preparatorio di un’opera pittorica (nel qual caso viene anche chiamato “schizzo”), o la nota visiva presa dal pittore (nel qual caso viene anche chiamata “nota”). un disegno come un lavoro più complesso fatto con qualsiasi tipo di tecnica (studio dell’olio).

I pittori svolgono studi per comprendere i problemi sollevati da un’opera e pianificano gli elementi che finiranno per comporla, in aspetti quali luce, colore, forma, prospettiva e composizione.

In alcuni casi, lo studio raggiunge un impatto maggiore rispetto al lavoro finito, a causa della freschezza del lavoro dell’artista mentre esplora l’argomento. L’eccitazione della scoperta può dare vitalità a uno studio, che può aiutare i cambiamenti e i rimpianti dell’artista. A volte il pittore giustappone o sovrappone variazioni degli stessi o di diversi soggetti, o aggiunge note scritte, conservando o modificando la verticalità, o si avvantaggia di aree che erano state lasciate vuote in uno studio precedente (compreso il contrario); tutto ciò consente di comprendere meglio il processo del suo lavoro pittorico.

L’arte concettuale del 20 ° secolo, in cui il processo creativo stesso è il tema del lavoro, elimina la differenza tra lo studio e il lavoro finito, che non deve essere un oggetto materiale.

Hanno conservato gli studi pittorici dei grandi maestri della Plenaria del Rinascimento italiano; come per esempio alcuni di Miguel Ángel. In uno di essi, per la Sibilla libica dal soffitto della Cappella Sistina, si può vedere che la composizione definitiva era inizialmente basata su un modello maschile; in un altro, per la Deposizione, che una figura femminile fu inizialmente concepita come un’adolescente nuda. Da Leonardo ci sono numerosi studi, per lo più legati, insieme a tutti i tipi di note e osservazioni (Codice Atlantico, Codices Madrid I-II, Codex Hammer, Codice sul volo degli uccelli, Codex Trivulzianus, Codex Arundel); tra gli altri, ce ne sono alcuni che mostrano come ha studiato le variazioni nella posizione delle mani di La Gioconda o il movimento dei cavalli della Battaglia di Anghiari. Da Raffaello è stata conservata una vasta serie di studi preparatori e cartoni, che permettono di ricostruire le tue tecniche e il tuo processo creativo.

Gli studi possono essere fatti risalire addirittura al Rinascimento italiano, dal quale gli storici dell’arte hanno mantenuto alcuni studi di Michelangelo. Uno in particolare, il suo studio per la Sibilla libica sul soffitto della Cappella Sistina, si basa su un modello maschile, anche se il dipinto finito è di una donna. Tali dettagli aiutano a rivelare i processi e le tecniche di pensiero di molti artisti.