Stefano Arienti interpreta l’arte a Mantova nel XX secolo, Palazzo Te

“Immagini da una mostra. Stefano Arienti interpreta l’arte a Mantova nel Novecento” è un’installazione immaginata da Stefano Arienti, di Mantova, uno dei più importanti artisti italiani contemporanei, in omaggio alla città e all’arte di Mantova del XX secolo. Dal 23 aprile al 26 giugno 2016 per la prima volta circa 300 opere di artisti locali o artisti attivi a Mantova, precedentemente conservati nei depositi del Museo Civico, sono esposte a Palazzo Te Fruttiere.

Palazzo Te, alla periferia di Mantova, uno scrigno di tesori rinascimentali unici come la Sala dei Giganti di Giulio Romano, nato come luogo di svago e residenza di campagna dei Gonzaga, conserva il fascino dello spazio staccato dalla città e dai suoi centralità, permettendo la contemplazione di paesaggi diversi e più ampi. Sarà per questa vocazione guardare l’orizzonte con ampie vedute, che l’idea di aprire le Fruttiere, il suo spazio già utilizzato per mostre temporanee, per progetti di arte contemporanea sembra essere perfettamente inserita nella natura di questo ambiente. Ad aprire il nuovo ciclo di mostre si chiamava Stefano Arienti, uno dei più importanti artisti mantovani sulla scena contemporanea, che decise di allestire una mostra tributo alla sua città e all’arte del 1900.

“Il progetto nasce dalla suggestione di dipinti antichi che diventano il punto di partenza per un’unica grande installazione artistica. I dipinti appesi alle pareti sono pezzi di un gioco che prolifera sulle pareti in forme che crescono e cambiano, costruendo una sorta di pittura murale composta da quadri e cornici ”. Questa è la spiegazione che lo stesso Arienti ha dato al suo discorso, che ha visto la scarsa conservazione di circa 300 opere donate al Comune e depositate nel seminterrato di Palazzo Te, esposte per la prima volta in questa operazione artistica intitolata Quadri da un ‘esposizione. Stefano Arienti interpreta l’arte a Mantova nel XX secolo, che rimarrà aperta fino al 26 giugno, nell’ambito delle iniziative per Mantova, la capitale italiana della cultura. Sono dipinti di 147 artisti mantovani del XX secolo,

Pertanto, la mostra è in realtà un’installazione artistica creata da Arienti che ha posto sulle pareti, con soluzioni ludiche a volte instabili di equilibrio, una notevole quantità di opere di diverso tipo e periodo. Guidato dal suo abituale approccio poetico, ha creato una mostra in cui le opere sono disposte su linee insolite e costringe lo sguardo del visitatore a percepire corpi separati come corpi unici. L’artista, che parte sempre dall’esplorazione della realtà a lui più vicina come in questo caso, crea composizioni seriali e la vita di tutti i giorni è la sua principale fonte di ispirazione, dalla quale prende spunti, opportunità e con semplici variazioni si trasferisce in forme innovative. “Mattia Palazzi, inaugurando la mostra – Ora studieremo il modo di esporre quelle opere in modo permanente.”

La collezione civica di arte moderna e contemporanea
La collezione di dipinti, sculture e disegni che rimandano all’arte mantovana della fine del XIX e XX secolo conservati nei depositi di Palazzo Te, è stata costituita in oltre settant’anni di donazioni e incarichi da artisti, parenti ed eredi di artisti e corpi pubblici.

La sua storia si intreccia sia con l’antica aspirazione di Mantova di avere una galleria permanente di arte moderna, sia con le mostre dedicate alla cultura artistica del territorio che dall’inizio del Novecento si sono susseguite gradualmente nel corso dei decenni, e , infine, con la nascita e l’evoluzione del Museo Civico di Palazzo Te.

Di una “nascente Galleria d’Arte Moderna a Mantova” si fa menzione già nel 1916 nelle parole di Umberto Boccioni, invitato a recensire la mostra d’arte mantovana a Palazzo Ducale sulle pagine del settimanale Avvenimenti. Lodando i coetanei mantovani e gli amici pittori della “generazione degli anni Ottanta”, Vindizio Nodari Pesenti, Bresciani di Gazoldo, Moretti Foggia, Guindani, Monfardini e Lomini, celebra in particolare il Risveglio primaverile di Vindizio, osservando che “sarebbe male se il nascente Mantua Galleria d’arte moderna se la lasci scappare ”.

Le successive iniziative volte a dare una dimora stabile all’arte mantovana promossa tra le due guerre dalle istituzioni fasciste, che, inoltre, non trovano sbocchi, vengono rinviate al Palazzo Ducale nella sede dell’Amministrazione Provinciale. Per cogliere la genesi del patrimonio comunale, è quindi necessario concentrarsi invece sulle mostre dedicate alla produzione artistica mantovana organizzate dall’Unione fascista delle Belle Arti di Mantova. È proprio durante una rassegna dedicata al XIX e XX secolo a Mantova, tenutasi a Palazzo Te nel 1939, che i parenti di Defendi Semeghini decidono di donare un gran numero di opere dell’artista esposte al Comune di Mantova. Questo scopo diventa realtà nel 1942. Con questa prima donazione, la prima almeno per coerenza numerica,

Di un piccolo patrimonio comunale, troviamo notizie trent’anni dopo quando, il 6 ottobre 1974, nelle sale restaurate al piano terra di Palazzo Te, fu inaugurata la tanto desiderata Galleria Civica d’Arte Moderna di Mantova. Oltre alla donazione Defendi Semeghini (23 opere esposte), il nuovo museo presenta, in breve e con un piccolo numero di opere, una mostra di pittura a Mantova nei primi cinquant’anni del XX secolo. La seconda sala del Tinelli è dedicata alla donazione di Giorgi, 11 sono i dipinti del maestro esposto, mentre in due sale dell’ala sud dell’edificio si trovano 17 opere di Cavicchini, Dal Prato, Guindani, Monfardini, Perina, Resmi , Ruberti, Vaini e Zanfrognini. Ad arricchire la collezione, c’è un dipinto di Guidi e un primo nucleo, 10 opere situate nella prima sala del Tinelli, della nuova donazione di Arnoldo Mondadori che vanta un totale di 19 dipinti del veneziano Zandomeneghi e 13 del fiorentino Spadini. La collezione civica comprende anche alcune opere inedite di Facciotto, situate negli edifici comunali, e tre di Bodini.

I dipinti di Palazzo Te sono poco più di 60. Il seme, tuttavia, viene lanciato. Quando dieci anni dopo, il 21 aprile 1985, la sezione permanente di arte moderna fu inaugurata al piano superiore della villa giuliana, la collezione può vantare nuove opere e contare i nomi del dipinto mantovano non presente nel Te nel ’74.

Con oltre 180 opere in mostra tra cui dipinti, sculture e disegni, il museo traccia “le linee essenziali del profilo dell’arte mantovana” dalla fine del XIX secolo agli anni Cinquanta del XX secolo. Se i pittori già presenti nel 1974, Cavicchini, Dal Prato, Guindani, Monfardini, Perina, Resmi, Ruberti, Vaini, Zanfrognini, vengono reiterati con nuove opere, la galleria ora include anche i nomi di altri Mantovan o artisti attivi a Mantova: Baldassarri chiamato Bum, Bernardelli, Bini, Bondioli, Bresciani di Gazoldo, De Luigi, Del Bon, Di Capi, Dusi, Facciotto, Falchi, Bruna Gasparini, Gilioli, Gozzi, Guidetti, Longfils, Lomini, Lucchini, Lilloni, Luppi, Malaguti, Marini, Mazzini Beduschi, Minuti, Momoli Longhini, Moretti Foggia, Nene Nodari, Domenico Pesenti, Vindizio Nodari Pesenti, Pittigliani,

La scultura mantovana è rappresentata da Bergonzoni, Cerati, Gorni, Mutti, Nenci, Seguri.

Il Museo espone anche disegni di Lanfranco, Madella, Margonari, Morari, Mutti, Olivieri, Schirolli, Sermidi, Viani, Teresita Vincenti, nonché i già citati Facciotto, Lomini, Vindizio Pesenti, Pio Semeghini, Trenti, Bergonzoni, Gorni, Mutti, Nenci, Seguri.

La riorganizzazione degli spazi museali al piano superiore della villa giuliana portò presto all’ammissione della Galleria ai depositi di Palazzo Te e alla ridefinizione delle sezioni espositive (dicembre 1996) come sono oggi (Collezione Mondadori, Collezione Mesopotamian, Gonzaga Collezione, collezione egiziana).

Le donazioni e le acquisizioni, tuttavia, continuano, anche in virtù delle iniziative promosse “dal Comune finalizzate all’organizzazione di eventi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio comunale”, allestite sia a Palazzo Te che a Palazzo della Ragione, nonché a mostre che indagano l’intero Novecento e oltre, come Arte a Mantova 1900-1950, organizzata a Palazzo Te nel 1999, e Arte a Mantova 1950-1999, tenutasi nel 2000 in diverse località e Arte a Mantova 2000-2010 organizzata presso la Casa del Mantegna.

Il 2001 è l’anno in cui la collezione civica si arricchisce delle preziose e imponenti collezioni Domenico Pesenti e Vindizio Nodari Pesenti (che comprende oltre 250 opere tra dipinti, sculture e disegni dei due maestri), celebrata in una mostra qualificata al Palazzo della Ragione . Anche la donazione di Aldo Bergonzoni è dello stesso anno.

Nel frattempo, la collezione municipale di dipinti è arricchita da nuove opere di artisti già contemplati nella collezione e da opere di pittori o operai mantovani a Mantova non ancora presenti a Palazzo Te. Sono dipinti riferiti alla seconda metà del XIX secolo, di Lina Poma, all’inizio del XX secolo, di Carbonati e Passerini, e opere di fine Novecento di Bertolazzi, Besson, Bolognesi, Boni, Federica Bottoli, Carnevali, Costantini , De Giovannis, De Luigi, Ferlisi, Galusi, Fornasari, Gandini, Garosi, Ghizzardi, Giovannoni, Guidetti, Quatty, Lazzarini, Lipreri, Marocchi, Mattioli, Morari, Mori, Nardi, Palvarini Moccia, Parenti, Gabriella Pauletti, Pecchioni, Pedrazzoli , Rosa, Rovesti, Salvadori, Saviola, Scaini, Scaravelli, Sermidi, Sgarbi, Tampellini.

Questo gruppo di artisti è affiancato da un folto gruppo di autori non mantovani. Anche la scultura è arricchita dai nomi di Bernardelli, Fira Cadoria, Granata e Viviani. Dal 2014 al 2015 è il recupero, il restauro e l’esposizione permanente nel sito originale, da questa direzione, di 15 bassorilievi in ​​ceramica smaltata del 1963-64 di Nenci, Sabbadini, Lazzarini e Seguri. Si tratta di opere commissionate dal Comune di Mantova nel 1963 agli artisti Albano Seguri, Enzo Nenci, Selvino Sabbadini e Cesare Lazzarini con l’intenzione di abbellire la nuova scuola elementare “Maurizio Gonzaga” di Te Brunetti – ora sede del Settore Lavori pubblici – inaugurati nel novembre dello stesso anno.

Nel 2016 sono state ricevute nuove donazioni dal Museo Civico di Palazzo Te da artisti mantovani o dalle loro famiglie, Banali, Bolognesi, Gorni, Costantini, Billoni, Emiliani, Mantovani, Margonari, Nordera, Nenci, Morari, Noto, Olivieri, Pauletti, Seguri e Cottini di Brescia. Da quel lontano 1916, quando Boccioni elogiò la produzione artistica locale, è stato solo un secolo. In questi cento anni Palazzo Te è stato in grado di costruire un

Palazzo Te
Palazzo Te è un edificio storico e monumentale a Mantova. un bell’esempio di stile manierista di architettura, costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga, è l’opera più famosa dell’architetto italiano Giulio Romano. Il complesso ospita ora il museo civico e, dal 1990, il Centro internazionale per l’arte e la cultura di Palazzo Te che organizza mostre di arte e architettura antiche e moderne.