Sette atti di misericordia, Pio Monte della Misericordia

La mostra permanente di opere di artisti di fama internazionale: Charles Skapin, Mimmo Jodice, Clifford Ross, Flavio Colusso, Sandro Chia, Carlos Araujo, Marisa Albanese, Salvino Josè de Campos, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Giulia Piscitelli, Franz West , Gilberto Zorio, Lorenzo Scotto di Luzio, Francesco Clemente, Douglas Gordon, Grazia Toderi, Maria Thereza Alves, Mariangela Levita, Nasan Tur, Antonio Biasucci, Roberto Caracciolo, Piero Golia, Rachel Howard, Anish Kapoor, Henrietta Labouchere, Olaf Nicolai, David Batchelor, Domenico Bianchi, Ileana Florescu, Candida Höfer, Nunzio, Michal Rovner e Paul Thorel.

Negli ultimi anni è stata istituita la Sezione di Arte Contemporanea, con opere di artisti che reinterpretano il tema della Misericordia utilizzando le tecniche più diverse. Aprendosi alle più recenti lingue espressive, Pio Monte della Misericordia promuove borse di studio per giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti, le cui opere affiancano quelle di artisti di fama internazionale che creano un’opera esposta e poi donata a Pio Monte, arricchendo la Sezione del Contemporaneo Arte, nell’ambito del progetto “Seven Works for Mercy”.

Ad oggi, la Sezione presenta oltre 40 opere di importanti artisti contemporanei, tra cui Anish Kapoor, Mimmo Jodice, Mimmo Paladino, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Giberto Zorio, Francesco Clemente, Gordon Douglas e altrettanti giovani artisti napoletani proiettati verso il successo.

Punti salienti

La quarta Opera di Misericordia, 2013
di Mimmo Paladino

Mimmo Paladino (Benevento, 1948) intreccia la sua attività di artista, pittore e scultore anche con ambientazioni teatrali e fa parte del movimento Transavanguardia, un movimento artistico che, al contrario di anni di arte astratta, propone un ritorno alle figure e il lavoro come frutto di un’attività manuale.

Il pannello, trattato con materiali diversi, si apre agli occhi dell’osservatore pieno di impulsi e stimoli: la colomba dello Spirito Santo trionfa al centro della composizione come nelle cupole delle chiese cattoliche, mentre tutt’intorno figurano figure infantili e primitive le caratteristiche richiamano icone e sagome umane, immagini di passaggi e percorsi; la composizione fa riferimento alla quarta opera di misericordia “che ospita i pellegrini”, come è indicato anche dalla presenza, sul lato del pannello, di un bastone, un inevitabile oggetto del viaggiatore.

Peccato, 2011
di Mimmo Jodice

Mimmo Jodice (Napoli, 1934) dagli anni ’60 si dedica alla fotografia d’avanguardia, utilizzando materiali diversi e interpretando la fotografia non solo come mezzo descrittivo, ma come strumento creativo. Nel corso degli anni ha creato opere sempre più distanti dalla realtà, avvicinandosi alla poetica del concettualismo. Un altro campo di interesse di Jodice è l’analisi del suo territorio, del sud Italia, e lo studio delle forme più popolari di religiosità.

L’opera qui presenta un dettaglio della Pietà di Michelangelo, un gruppo scultoreo conservato nella Basilica di San Pietro a Roma. Si preferisce il chiaroscuro in bianco e nero, che incornicia e mette in risalto i volti della Madonna e di Cristo, che emergono dalla materia oscura e compatta acquisendo una diversa corporeità e un nuovo dramma.

L’opera si inserisce nel contesto di Pio Monte sia per il tema religioso sia per il riferimento alla Madonna caravaggesca, creando un contatto, un confronto tra due grandi maestri: Michelangelo e Caravaggio.

Atti di misericordia, 2011
di Anish Kapoor

Anish Kapoor è nato a Bombay nel 1954. Artista di successo internazionale, vive e lavora a Londra dagli anni ’70. La sua arte è il risultato dell’incontro della cultura indiana e occidentale britannica e spesso esalta elementi e forze contrapposte, anche appartenenti al mondo sensibile: luce e ombra, maschio e femmina, materiale e immateriale, lucido e opaco, liscio e liscio il grezzo.

L’opera qui esposta è formata da un blocco in cera d’api modellato da una matrice in acciaio e legno. Anche qui troviamo i temi preferiti dall’artista: il rapporto tra bene e male, pieno e vuoto, negativo e positivo, concavo e convesso. Scolpire, investigare i macrosistemi universali, affronta i grandi temi e le grandi domande che hanno sempre occupato i pensieri dell’umanità.

Untitled, 2013
di Jannis Kounellis
Jannis Kounellis, artista greco, tra gli anni ’60 e ’70 elabora il suo stile, caratterizzato dall’uso di materiali semplici e quotidiani: carbone, ferro, mobili antichi, vasi in terracotta o elementi naturali. Il suo lavoro si adatta quindi alla corrente artistica chiamata Arte Povera.

L’installazione è composta da due barre d’acciaio che si intersecano per formare una croce romana e passano dalla punta consumata a cinque scarpe consumate, maschili, in pelle e realizzate diversamente.

L’opera è piena di significati simbolici: la croce è un chiaro segno devozionale del simbolismo cristiano, mentre le scarpe sono una metafora del viaggio esistenziale dell’uomo sulla terra, il suo viaggio spirituale per raggiungere una nuova consapevolezza. Pertanto l’opera è metaforicamente legata agli atti di carità di “vestire i nudi” e “ospitare i pellegrini”.

Senza titolo, 2011
di Sandro Chia

Sandro Chia (Firenze, 1946) negli anni ’80, insieme a personaggi come Clemente e Paladino, divenne uno dei protagonisti del movimento Transavanguardia: in questa fase nacquero opere caratterizzate da una forte espressività, abitate da coerenti, corposi, spesso malinconico e quasi sospeso tra cielo e terra.

La figura maschile in bronzo, appoggiata su una massa informe, poggia su un tavolo di legno rotto e irregolare. La materia ha una forma sommaria e il soggetto, privo di una faccia definita, appare abbozzato.

La figura può ricordare il primo uomo al mondo, fatto di terra e modellato dalle mani di Dio stesso.

Il Pio Monte della Misericordia
Pio Monte della Misericordia è un’istituzione fondata nel 1602 da sette nobili napoletani che, consapevoli delle esigenze di una popolazione bisognosa di aiuto e solidarietà, decidono di donare parte dei loro beni e il loro impegno per opere di beneficenza.

Il dipinto di Caravaggio, dall’alto dell’altare maggiore della cappella, sintetizza le azioni di solidarietà esercitate da Pio Monte della Misericordia in una straordinaria sintesi delle Sette Opere di Misericordia Corporale ancora oggi attentamente esercitate.

L’antica sede, con l’edificio storico costruito nel XVII secolo, ha un vasto patrimonio storico e artistico e una ricca Galleria di Belle Arti con dipinti di diverse scuole e periodi, tra cui opere di Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Andrea Vaccaro , e una notevole quantità di dipinti e schizzi di Francesco De Mura, un dono dell’artista all’Istituto. Da alcuni anni la collezione si arricchisce di importanti opere sul tema della Misericordia eseguite da grandi artisti contemporanei.

Al secondo piano dell’edificio sono ospitati l’Archivio Storico e la Biblioteca, dove sono conservati documenti del XIV secolo, oltre a numerosi fondi privati, tra cui quello di Aquino di Caramanico, con la preziosa pergamena del proclama al Dottore del Chiesa di San Tommaso d’Aquino.

Per oltre quattro secoli, Pio Monte della Misericordia, con i suoi Governatori e Associati, ha continuato il lavoro di assistenza e carità adattando gli interventi alle mutevoli esigenze.

La galleria di immagini
Dal portale di sinistra nel portico della facciata è possibile accedere, salendo al primo piano, alle sale storiche del complesso, dove si trovano anche le raccolte pittoriche di Pio Monte, considerata una delle più importanti di Napoli.

La Quadreria del Pio Monte della Misericordia è composta da 140 tele, sebbene circa 122 siano esposte nelle sale, che vanno dal XVI al XIX secolo, principalmente il risultato di donazioni fatte a beneficio dell’istituzione, tra cui la cospicua collezione lasciata in 1782 del pittore Francesco De Mura, che in origine contava 180 delle sue opere. Un altro nucleo importante di opere d’arte riguarda la donazione dall’eredità di Gennaro Marciano, del 1802, e da quella di Maria Sofia Capece Galeota, avvenuta nel 1933.

Nelle sale museali del palazzo sono inoltre conservati paramenti sacri del XVII e XVIII secolo, altri pezzi di arte applicata, alcuni documenti d’archivio e gli arredi originali del complesso, tra cui lo storico tavolo a sette facce utilizzato per le riunioni dei governatori , realizzato da anonimi intagliatori del diciassettesimo secolo e che è esposto nella seconda anticamera, e il finto guardaroba sulla parete della sala del coretto che nasconde un’apertura grazie alla quale i governatori hanno potuto ammirare la tela del Caravaggio sulla altare maggiore della chiesa.

La Pinacoteca Pio Monte della Misericordia è una pinacoteca di Napoli situata nel complesso Pio Monte della Misericordia.

La pinacoteca è composta da 140 dipinti, di cui 122 esposti nelle sale, principalmente il risultato di donazioni o lasciti testamentari avvenuti durante la vita della fondazione.

Le tele sono esposte in dieci sale storiche al primo piano del palazzo Pio Monte; il nucleo più evidente è rappresentato dalle opere lasciate da Francesco De Mura il 19 agosto 1782, che in effetti donò 180 tele da lui realizzate a condizione che la fondazione le vendesse solo per scopi di beneficenza. Tuttavia, circa 33 di queste opere rimangono in mostra, compresi dipinti e schizzi.

Altre donazioni importanti che arricchirono la collezione artistica furono quella del 9 giugno 1802 di don Gennaro Marciano, che vide tra i preziosi pezzi i dipinti attribuiti a Mattia Preti e i due su Sant’Apollonia e Sant’Agnese di Massimo Stanzione, e poi che della nobildonna Maria Sofia Galeotas Capece, nel 1933, che donò 31 dipinti, tra cui l ‘autoritratto di Luca Giordano, il Sant’Antonio Abate di Jusepe de Ribera e dipinti di Agostino Beltrano e Giovanni Stefano Maja.

La prima apertura della pinacoteca ebbe luogo nel 1973, per volere del politico, e sovrintendente di Pio Monte, Tommaso Leonetti di Santo Janni. I dipinti in mostra provengono quasi tutti dalla scuola napoletana e risalgono dal XVI al XIX secolo.