Parco Scultura La Palomba, Matera, Italia

Parco delle sculture La Palomba, situato accanto all’autostrada SS7 nella regione Basilicata, nel sud dell’Italia, sculture astratte occupano un sito sugli antichi terreni archeologici di Matera. Conosciuto come Parco delle sculture “La Palomba”, il giardino pubblico si estende su sei ettari di una cava di tufo obsoleta tipica del paesaggio geologico della zona. Alle origini del parco scultoreo è lo scultore contemporaneo pugliese Antonio Paradiso (nato nel 1936). Studente di Marino Marini, molte delle installazioni-sculture di Paradiso sono esposte nella galleria all’aperto. Il Parco ospita regolarmente mostre temporanee dedicate ad artisti internazionali.

Il Parco delle sculture “La Palomba” si estende su sei ettari di una vecchia cava di tufo, collegandosi profondamente all’utilizzo tradizionale di questo materiale nell’architettura di Matera. Goditi una passeggiata nel suo piacevole itinerario, costellato di opere di Paradiso, principalmente in acciaio e pietra calcarea.

La località prende il nome dal vicino santuario “Santa Maria della Palomba”, un edificio del 16 ° secolo costruito dove si suppone si trovasse un’antica chiesa scavata nella roccia. Matera, infatti, è nota per il suo storico parco archeologico naturale di abitazioni e chiese rupestri, scavato nelle morbide colline vulcaniche per millenni nel corso del Medioevo. “La Palomba” si riferisce alla colomba nel portale della chiesa, emblematica dello Spirito Santo. Questa aggiunta fu probabilmente un’aggiunta cristiana successiva all’infrastruttura simbolica preesistente.

Il parco scultoreo “La Palomba” fa parte di un palinsesto della civiltà in cui l’archeologia e la religione sono i protagonisti. Nella memoria che Cristo si fermò a Eboli, Carlo Levi racconta il suo esilio in Basilicata durante l’era fascista in Italia. Il detto dopo il quale il libro prende il nome, “Cristo si è fermato a Eboli”, si riferisce alla piccola città di Eboli in una regione vicina, dove la strada e la ferrovia che collegano la curva del paese. La Basilicata, si capisce, è una specie di Inferno di Dante, dove il “percorso diretto” è andato perduto. La regione è arida, desolata e dimenticata da Dio, estranea alle moderne e razionali reti di comunicazione che organizzano il paesaggio altrove. Per questo, ha persino creato un altro tipo di cultura, una di misticismo e paganesimo, su cui il cristianesimo era sovrapposto ma mai del tutto assorbito. La città di Matera con i suoi sassi, le sue abitazioni di roccia e le sue cave di pietra obsolete che vengono riutilizzate in siti di cultura, come il Parco Scultura, riflettono questa antica cultura.

Secondo il suo autore, il Parco delle sculture “La Palomba” di Matera – situato nel Parco Archeologico Regionale Storico Naturale delle Chiese Rupestri di Matera e Montescaglioso – è un’opera di antropologia.

Il parco di sculture mirava a trasformare questo spazio in un parco d’arte o luogo di arte antropologica, come preferisce definirlo il suo promotore, in cui la mostra permanente è periodicamente arricchita da mostre collettive e temporanee che coinvolgono scultori contemporanei che realizzano le loro opere durante un soggiorno nella città dei Sassi, quindi a diretto contatto con il territorio.

Le opere e il parco nel loro insieme sono ben integrati nello scenario del contesto culturale-geologico in cui si trovano. Le cave sono un elemento del territorio che testimonia il graduale adattamento dell’uomo all’ambiente e lo sviluppo di abilità e tecniche nell’uso dei materiali presenti in natura. Nel corso dei secoli, il tufo locale è stato utilizzato per proteggere, costruire, decorare, restaurare e, da un punto di vista artistico, architettonico e decorativo, ha segnato la storia della città.

Ancora oggi la lavorazione del tufo è praticata da artigiani e artisti locali che propongono una rilettura adatta ad usi contemporanei.

Biografia
Antonio Paradiso (1936) è un artista nato nel 1936. Il primo premio registrato sul sito è una scultura del 2004 di Farsetti, e la più recente è una fotografia del 2020. I prezzi e gli indici dell’artista stabiliti da Artprice.com sono basati su 35 premi. In particolare: pittura, stampa multipla, scultura volume, fotografia.

Ha studiato all’Accademia di Brera, a Milano con Marino Marini: ha realizzato mostre in Italia e all’estero, anche nei musei di arte moderna di Dortmund, Helsenki, Colonia, Los Angeles, Belgrado, Rimini, Verona, Ferrara, Portofino, Reggio Emilia, Alberobello. Vive e lavora a Milano.

Antonio Paradiso viaggiò molto e si spostò nel deserto del Sahara e nell’Africa tropicale per due decenni, studiando in profondità la paleoantropologia per formare una solida base scientifica per il suo lavoro artistico.

Da alcuni anni lavora a una grande scultura antropologica; uno spazio di sei ettari, un ex sito paleolitico, una raccolta di grotte dell’epoca, un villaggio neolitico con una trincea fortificata e un fondo di capanna, un pozzo e una parete megalitica, che negli ultimi cento anni è stata trasformata in un tufo cava e ultimamente in un’opera antropologica.

È un personaggio curioso e anomalo sulla scena della scultura italiana. È vero, fu allievo di Marino Marini a Brera, nella fucina della grande tradizione fondata sul classico, sulla nobiltà del marmo e del bronzo. Ma la sua vocazione, immediatamente, fu di riguadagnare le origini. Il suo primo, come un uomo del sud che, lavorando con amorevole ruvidità, la pietra di Trani e il tufo di Matera, scelse di non imporre la sua bellezza sul materiale, ma di esaltarne il potente fascino intrinseco. E poi le origini di tutti noi, il momento in cui l’antropologia – una disciplina di cui Paradiso è tutt’altro che un dilettante dilettante – ci insegna che era quella in cui l’uomo “vide” in pietra, legno, argilla, alcuni simboli fondamentali: vivere , il totem, la relazione tra le viscere della terra e la vertigine del cielo.

Da lì sono iniziati altri suggerimenti, altre esplorazioni. Il volo dei piccioni, un senso dello spazio e delle distanze che è innata saggezza e simbolo assoluto di libertà, è uno dei più tenaci nel cammino del Paradiso. (…) Come un vero primitivo moderno, Paradiso ha trasformato il motivo di volo dei piccioni in uno schema visivo essenziale, con un’alta densità simbolica, e lo declina con una pompa decorativa modellando pesanti lastre di acciaio corten con il laser. Il materiale pesante, opaco, potente, che evoca durezza e staticità.