Sale del 20 ° secolo, secondo settore, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Roma

La National Gallery of Modern Art ha subito un recente restyling, riaperto con la sua mostra inaugurale Time is Out of Joint. Il titolo, derivato da Amleto di Shakespeare, allude all’elasticità del concetto di tempo, un tempo che non è lineare, ma stratificato, letteralmente “fuori gioco”, si basa sull’eterogeneità come principio guida di tutto.

In questa mostra ci sono opere di Gustav Klimt, Monet, Amedeo Modigliani, Joan Miro, Michelangelo Pistoletto, Lucio Fontana, de Chirico e molti altri. È il sogno di un amante dell’arte moderna. Riprendendo l’intero edificio di grandi dimensioni, la mostra comprende dipinti, sculture, pezzi interattivi, ceramiche, video e pezzi esclusivamente con il suono.

In ogni stanza, ci sono opere d’arte con mezzi diversi per farti pensare alla relazione dei pezzi insieme, ed è difficile poiché la maggior parte delle relazioni non sono ovvie. In un luogo in cui arte di diversi periodi di tempo e movimenti artistici sono riuniti in uno spazio, si riuniscono in una stanza vuota dove le pareti e le decorazioni non hanno predisposizioni o potenziamento sull’arte. Ciò consente al pubblico di pensare al motivo per cui sono tutti messi insieme.

La Galleria fu organizzata in modo più casuale, non in ordine cronologico come si potrebbe supporre. Ci permette di apprezzare i pezzi per la loro bellezza e meno su ciò che dovrebbero “significare”, un modo più soggettivo per apprezzare l’arte.

Stanza dei segni della materia gestuale: confronti internazionali.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’arte denuncia il mondo borghese per aver generato gli orrori del conflitto. Il dissenso si esprime attraverso la dissoluzione della forma tradizionale, progettata e riconoscibile. Questa ARTE INFORMALE si è sviluppata tra gli anni ’50 e ’60 in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone con un linguaggio caratterizzato da velocità di esecuzione e improvvisazione. Esprime l’angoscia dell’artista.

Sala Di Fontana
La prima sala dedicata ad un’apertura internazionale passa attraverso questa che è dedicata a un artista argentino di origine italiana che ha lavorato a lungo in Italia: Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè 1899 – Varese 1968), i suoi tagli sulle tele dove l’artista cerca la terza dimensione nel dipinto. Ognuno dei suoi dipinti è un’opera di improvvisazione, come un pezzo di jazz. I lavori in questa stanza sono dovuti solo alla donazione di Teresita Fontana del 1991.

Sala Capogrossi
Per Maurizio Calvesi “Giuseppe Capogrossi era insieme a Lucio Fontana il Coppi e Bartali dell’arte italiana del dopoguerra” (da un’intervista a La Repubblica). Capogrossi (Roma 1900 – 1972) dopo gli studi e un soggiorno a Parigi negli anni 1928-1933, entrò in contatto con Scipione e Mafai, fondò la cosiddetta scuola romana insieme a Cagli. Nel 1949 passò alla pittura astratta, partecipando con Burri (che vedremo nella stanza accanto) nel gruppo Origine e firmando il VI Manifesto spaziale con Fontana, Crippa e Dova (1953). In questi anni ha eseguito la serie di “Superfici” che troviamo in questa stanza, composizioni in cui segni costanti di elementare semplicità “E” chiamati forcelle sono disposti in una trama grafica variabile. Le forche possono essere filiformi, dense o macro-segni. È: ”
Palma Bucarelli in The National Gallery of Modern Art, 1973 State Polygraphic Institute, crea una bella similitudine con le opere architettoniche di Nervi e Morandi in cui il segno è anche un elemento strutturante.

Sala dell’informale e del passaggio dell’informale
La parte inferiore della sala, quella vicino alla sala Fontana, è dedicata ad Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995), un altro grande protagonista dell’arte informale italiana. Laureato in medicina, iniziò a dipingere nel 1944 mentre era prigioniero di guerra in Texas. Rientrato in Italia e stabilito a Roma, si dedicò completamente alla pittura. Ha attirato l’attenzione internazionale quando le sue borse a brandelli hanno iniziato ad apparire in pubblico. È l’immagine di una realtà desolata e logora: ci sono cuciture, toppe, tele e lembi ammuffiti che nascondono una ferita, una lacrima fisica e morale. Nel 1956 Burri passò dai sacchi al legno e bruciò la plastica. Dal 1981 esiste nel museo di Città di Castelloa a lui dedicato, la “Fondazione Palazzo Albizzini”, dal 1989 questa istituzione si è estesa agli ex seccatoi del tabacco.

Hall Widow Turcato African
Questa sala è dedicata a quegli artisti che alla fine degli anni ’40 avevano preso una posizione per l’astrattismo. Nel 1952 il critico Lionello Venturi, che li aveva tenuti al battesimo, scrive “Otto pittori italiani” tra cui Vedova, Turcato e Afro.

Sala di Roma sessant’anni
Roma negli anni sessanta è il motore dell’arte nazionale, anche la presenza del cinema è uno stimolo a questa fioritura artistica.

Sala dell’aria di Parigi
La sala è dedicata a Giorgio De Chirico e alla Metafisica, dal greco oltre il fisico, il movimento artistico ideato da lui e da Carrà a Ferrara nel 1917. A differenza del futurismo, la quiete assoluta domina nei dipinti della Metafisica. Le scene sono popolate da strani manichini anziché da esseri viventi: lo spazio, sempre definito in prospettiva, è irreale, appare limitato da costruzioni o elementi del paesaggio secondo un ordine non reale, in modo da far pensare ai sogni. All’interno di scenari impossibili, gli oggetti vengono assurdamente avvicinati e proiettano ombre ingrandite e incombenti. Il mondo metafisico è vuoto e disabitato. Oltre a De Chirico e Carrà altri esponenti furono Giorgio Morandi, Alberto Savinio (fratello di De Chirico) e Filippo de Pisis.

Sala delle grandi correnti nazionali negli anni trenta
La sala è dedicata agli artisti più rappresentativi degli anni Trenta attribuibili al movimento artistico del Novecento. Possono essere considerati gli artisti “ufficiali” del regime dell’epoca.

Ai lati corti della sala due grandi opere testimoniano l’arte richiesta dal fascismo per la decorazione di edifici pubblici. Non possono essere fatti risalire al movimento del ventesimo secolo, ma possono essere considerati opere di evasione rispetto al clima culturale e politico del tempo. Sono opere apertamente in Dissense rispetto al regime, che usano i metodi dell’espressionismo che è già stato visto nella sala delle avanguardie.

La sala è dedicata al Neorealismo, un movimento culturale nato nel periodo di impegno politico della Resistenza che guarda all’aspetto sociale e soprattutto alla vita dura ma dignitosa degli umili, con un linguaggio comprensibile alle masse. Il neorealismo è espresso in letteratura con Pavese, Vittorini, Fenoglio, Pratolini; e al cinema con Rossellini (autore di Roma città aperta), Visconti (autore di La terra trema) e De Sica (autore di Ladri di biciclette e Sciuscià).

Room of New front, neorealism, postcubism
La sala rappresenta la ricerca artistica dell’immediato dopoguerra.

Room of Evolution e atterraggi di arte astratta
Questa sala è anche dedicata alle molte voci artistiche del dopoguerra italiano, con una prevalenza di artisti che operano a Roma.

Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Roma
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, conosciuta anche come La Galleria Nazionale, è una galleria d’arte a Roma, in Italia. È stata fondata nel 1883 su iniziativa dell’allora ministro Guido Baccelli ed è dedicata all’arte moderna e contemporanea.

Ospita la collezione più completa dedicata all’arte italiana e straniera dal XIX secolo ad oggi. Tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, le quasi 20.000 opere della collezione sono espressione delle principali correnti artistiche degli ultimi due secoli, dal neoclassicismo all’impressionismo, dal divisionismo alle avanguardie storiche dei primi del novecento, da futurismo e surrealismo, al nucleo più cospicuo di opere d’arte italiana tra gli anni 1920 e 1940, dal movimento del XX secolo alla cosiddetta scuola romana.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea conserva la collezione completa di arte internazionale e italiana dal XIX al XXI secolo, composta da 20.000 opere d’arte, tra cui dipinti, disegni, sculture e installazioni e rappresenta i principali movimenti artistici degli ultimi due secoli . Dal neoclassicismo all’impressionismo, al divisionismo e alle avanguardie storiche dei primi del novecento, il futurismo, il surrealismo, il gruppo più notevole di opere dagli anni ’20 agli anni ’40, dal movimento del Novecento alla cosiddetta Scuola Romana, dal Pop Art to Arte Povera, arte contemporanea e artisti del nostro tempo e molti altri sono rappresentati e messi in mostra nella collezione e nello spazio de La Galleria Nazionale.

Il nuovo layout della galleria è stato inaugurato nell’ottobre 2016, sulla base di un progetto originale che, riducendo il numero di opere esposte, introduce la chiave di lettura non cronologica alla mostra principale “Time is out of joint”. Oltre al nuovo layout delle sale, vengono ridefiniti l’area di accesso ai servizi, denominata “area di benvenuto”, la biblioteca e la Sala delle Colonne. Pur mantenendo il nome istituzionale della National Gallery of Modern and Contemporary Art, la galleria assume un nuovo nome nella sua comunicazione, “The National Gallery”.