Rassegna della Biennale di Architettura di Venezia 2018, Italia

Dal 26 maggio al 25 novembre 2018 si è svolta la 16. Mostra Internazionale di Architettura, dal titolo “Freespace”, curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara e organizzata da Paolo Baratta. Il tema di quest’anno mostra che la Mostra Internazionale di Architettura è incentrata sulla questione dello spazio , con l’obiettivo di promuovere il “desiderio” di architettura, la qualità dello spazio, lo spazio aperto e libero.

Il parametro fondamentale di riferimento è indicato con grande chiarezza, la volontà di creare Freespace può diventare la specifica caratteristica individuale di ogni singolo progetto. Capire l’architettura come “pensiero applicato allo spazio in cui viviamo, che abitiamo”, e offrire esempi , insegnamenti e argomenti di discussione.

L’invenzione e la creatività scoperte alla micro e macro scala degli edifici storici liberate dall’intelligenza degli architetti; edifici dimenticati rivisitati e riportati in vita; tipologie abitative trasformative; esigenze infrastrutturali tradotte in strutture pubbliche e civiche.

Una componente chiave nell’assistere alla continuità della tradizione in architettura è la pratica dell’insegnamento. Molti dei praticanti invitati sono attivamente impegnati nell’insegnamento. Il mondo del fare e del costruire si fonde con il mondo immaginativo che viene evidenziato all’interno della Mostra.

La Mostra FREESPACE si sviluppa dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, e conta 71 partecipanti. Riuniti in due Sezioni Speciali: la prima, che conta 16 partecipanti, si intitola Close Encounter, incontri con progetti notevoli e presenterà opere che traggono origine da una riflessione su noti edifici del passato; la seconda, che conta 13 partecipanti e si intitola The Practice of Teaching, raccoglierà progetti sviluppati nell’ambito di esperienze didattiche.

La Mostra comprende anche 63 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. 6 Paesi partecipano per la prima volta alla Biennale Architettura: Antigua & Barbuda, Arabia Saudita, Guatemala, Libano, Pakistan e Santa Sede (con un proprio padiglione situato nell’isola di San Giorgio Maggiore).

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, patrocinato e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, è curato da Mario Cucinella e intitolato Arcipelago Italia.

partecipanti
Architetti da tutto il mondo, affiancati dalle sezioni speciali Close Encounter e The Practice of Teaching, rispondono al Manifesto di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, per svelare, per mettere a nudo, l’ingrediente freespace insito nel loro lavoro.

6A ARCHITETTI
La storia naturale del Churchill College
Il lavoro di 6a è una litania di materiali disciplinati, trasformazioni di strutture esistenti, intrecci di nuovo e antico, sempre inventivi, sempre sensuali. La loro South London Gallery espone la struttura, controlla la luce, piega lo spazio e assorbe il paesaggio. L’edificio del XVIII secolo, che ospita il Centro espositivo di arte contemporanea Raven Row, è stato risvegliato dalla loro abile comprensione della storia e dalla successiva stratificazione. Dare vita ai materiali sembra essere un ingrediente centrale del loro lavoro: legno in varie forme; una scala in quercia verde del Belvedere Zollikon con vista sul Lago di Zurigo; il cemento dello Studio fotografico di Jürgen Teller; la facciata in ghisa del negozio di Albemarle Street di Paul Smith. Un sommacco e un albero di eucalipto partecipano attivamente alla loro creazione dello spazio, come coppia di 1830’s cottage sono modificati.

Per questa Biennale Architettura, 6a si concentra sulla residenza per studenti del Churchill College, Università di Cambridge, dove la quercia non trattata e rigenerata forma la nuova “corteccia” dell’edificio, dove la nuova quercia contrasta con quella vecchia, aggiungendo raffinatezza. La foresta di betulle appena piantata nel cortile, risuona con il proverbio greco incorporato nel manifesto FREESPACE.

A2 Architetti
Francisco Javier Sáenz de Oiza, Museo-Fundación Oteiza, Alzuza, Spagna
A2 ARCHITECTS è il risultato di un’esplorazione iterativa del lavoro condiviso dell’architetto Francisco Javier Sáenz de Oiza e dello scultore Jorge Oteiza. La proposta è una rappresentazione astratta della Fundación Oteiza ad Alzuza, Navarra, Spagna. Un manufatto fondamentalmente spaziale ed energetico che ha al centro l’oscurità e il mistero. Questo spazio circolatorio o intermedio dell’edificio della Fondazione: luce indiretta e circolazione a rampa; buio centrale della sala principale; e gallerie inclinate illuminate dal tetto sopra. Per renderlo manifesto, uno “spazio oscuro esterno” all’interno di uno spazio stratificato interno per esplorare il divario tra, spessore, profondità e intimità.

Oteiza si propone di rendere questi acuti e silenziosi, vigili e vuoti. Nei loro stati successivi possono essere visti mutare con assoluta autonomia, come un essere animato. Queste opere sono artefatti viventi; strumenti protettivi e difensivi. Con controlli luce per creare atmosfera; come instaura rapporti con l’opera di Oteiza e come guida il movimento.

Aires Mateus
Francisco Aires Mateus, Manuel Aires Mateus
L’isola di Laputa (I Viaggi di Gulliver) suggerisce l’immagine del Mateus Atelier come un’isola galleggiante abitata da intellettuali ossessionati dalla matematica, dall’astronomia, dalla musica e dalla tecnologia. L’opera costruita di Aires Mateus manifesta una raffinatezza del pensiero, della forma, del linguaggio architettonico. Il lavoro è molto radicato nella realtà, in questioni reali, in luoghi reali, nell’uso di materiali reali con rispetto e sensibilità. I loro schizzi descrivono quello che gli Smithson chiamavano il “vuoto carico”, gli spazi intermedi dove tutto può accadere come nel loro museo di fotografia e arti applicate a Losanna.

Tutti gli schizzi mostravano la scala di un essere umano, sia come spettatore che come abitante. Ciò riflette la loro convinzione etica che “l’architettura lavora principalmente per la vita”. L’installazione realizzata con i loro studenti la descrivono come “una riflessione sensibile, poetica e matematica, sullo spazio”. Incastonato nell’amore per la fisicità e la materialità dell’architettura, questo spazio prodotto dai loro studenti esercita una purezza poetica e una presenza così appropriata nel meraviglioso spazio delle Artiglierie.

Alison Brooks Architects
Quando Alison Brooks parla di architettura, usa termini che includono generosità, senso civico, ricerca dell’autenticità e della bellezza. Vede la bellezza come oggettiva, dicendo che parla ai sensi. È espressione di cura, esempio di artigianato e valore di cittadinanza. In questa Biennale Architettura che esplora lo spazio libero, presenta modi di vivere “lo spazio abitativo come infrastruttura civica che consente il potenziale umano”, raggruppando elementi per aumentare le esperienze, utilizzando il legno come materiale legante e versatile.

Riferendosi all’influenza benevola della bellezza, conferma che i momenti di bellezza offrono sicurezza, speranza, attaccamento e identità. La bellezza è un linguaggio che è andato perduto. Comprende e interpreta la storia e la cultura, i materiali e la struttura, spaziando dalla scala urbana a quella intima. Accetta le sfide. Diagnosticando la vita contemporanea in modo che il cambiamento, la modifica e la crescita facciano parte delle sue proposte abitative, vede l’alloggio come la forma di architettura più laboriosa. Mirando alla generosità in volume e altezza, sostiene soffitti alti 2,6 m per garantire la luce naturale, credendo che se le proporzioni sono meschine, allora l’espressione sarà meschina. Per lei proporzione, artigianato e bellezza si intrecciano. La versatilità abitativa inventa future possibilità di utilizzo.

lvaro Siza
La mostra di Álvaro Siza è questa personalissima risposta poetica che esprime le basi del manifesto FREESPACE. Uno schermo curvo posto di fronte a una panca curva forma un dolce abbraccio, implica un recinto, una nicchia che riflette la luce e le ombre durante il giorno, con un pezzo di scultura su cui contemplare in un momento di riposo. C’è anche un senso di ironia aggiunto con il posizionamento di una scala nello spazio e nel titolo, Evasão, evasione o fuga. Questo trasmette il valore della libertà, il valore del fare spazio che racchiude ma non intrappola l’utente, del fare spazio che libera lo spirito.

Questa sensazione di reclusione senza confini definiti è una qualità ispiratrice nel lavoro di Álvaro Siza; sperimentato per la prima volta stando sotto il cantilever del Centro Galiziano di Arte Contemporanea di Santiago de Compostela, dove lo spazio è contenuto quanto basta per segnare uno spazio per stare in piedi, uno spazio da cui il contesto circostante è inquadrato e reso più presente.

Studio di architettura amatoriale
Come ‘legalizzare’ le strutture abusive costruite spontaneamente in città attraverso il design
Amateur Architecture Studio insegna, testa materiali, costruisce prototipi, cambia le opinioni delle persone e cerca di dare alle persone il tempo di vedere un altro modo per progredire. Questo non comporta l’obliterazione del passato, ma che trova il modo di intrecciare i desideri contemporanei con l’artigianato rivalutato, valorizzando la cultura. Kenneth Frampton scrive nella mostra intitolata The Architect’s Studio al Louisiana Museum of Modern Art, Danimarca: “Con sede a Hangzhou, Wang Shu e Lu Wenyu hanno assistito in prima persona al colosso di massimizzare la modernizzazione cinese dal suo impatto sulla propria città. Tre decenni fa, Hangzhou era stata espressamente scelta da loro come luogo desiderabile in cui vivere e lavorare, in gran parte a causa delle sue venerabili tradizioni artistiche e del suo rapporto armonioso con la natura…”.

Amateur Architecture Studio dà vita e vita ai dipinti di paesaggi cinesi; se ne arricchiscono, osservando che questi quadri invitano ad entrare, ad entrarvi spazialmente. Usando matite, non computer, sono guardiani di luoghi e atmosfere. Le lacune “trovate” all’interno del tessuto urbano in evoluzione del villaggio di Guashan forniscono a Amateur Architecture Studio l’opportunità di ricerca per sviluppare prototipi all’interno di minuscole schegge di FREESPACE. Qui, manipolano in modo intelligente lo spazio per fornire al lavoratore migrante e al lavoratore a basso reddito un’invenzione e una dignità considerata.

Andra Matin
Elevazione
La casa di Andra Matin, con le sue piattaforme di spazi intrecciati, sintetizza l’artigianato contemporaneo, fonde la modernità con una comprensione fluente della tradizione spaziale. Il suo lavoro cerca modi per valorizzare e fondere la tradizione nel lavoro contemporaneo. Come espressione dell’umanità su questo fragile pianeta, le forme costruttive tradizionali sono la prova dell’immaginazione e dell’invenzione.

Con una popolazione di oltre 265 milioni di persone, l’Indonesia ha la quarta popolazione al mondo, di cui oltre il 55% della popolazione vive nelle aree urbane. In questo vasto arcipelago, la costruzione tradizionale è stata un metodo collaudato, testato e accettato per racchiudere la vita quotidiana attraverso la costruzione. Per lunghi periodi di tempo, ha risposto al clima, alle credenze, alle norme sociali e ai materiali disponibili. Andra Matin percorre un percorso di oltre 5.000 chilometri nell’arcipelago indonesiano da Sabang a Merauke – che sono luoghi posizionati 6 gradi sopra e 8 gradi sotto l’Equatore – e presenta una ricerca sui linguaggi architettonici locali, cresciuti naturalmente in questo clima tropicale. Questa ricerca rivela rapporti con la terra, con il cielo, con le brezze, sottolineando la versatilità del pensiero umano, delle tradizioni,materiale e abilità tecnica che formano questi involucri. Rappresenta la meraviglia delle capacità inventive umane.

Angela Deuber Architetto
Presenza fisica
Esplorando il tema del superamento del confine tra interno ed esterno, della dissoluzione dei confini, della consapevolezza dell’integrazione e della continuità dello spazio e dei contesti, Angela Deuber utilizza il disegno come metodo di sovrapposizione, per fondere i confini dei tradizionali disegni di architettura; un puntino bianco nel mare di colore diventa il punto di ancoraggio del progetto; le planimetrie e le sezioni del sito scolpiscono nel paesaggio; planimetrie e sezioni di edifici in bilico; disegni tridimensionali fondono piante e sezioni; le modifiche di colore su larga scala si riferiscono ai metodi di costruzione.

Ciò che Deuber chiama Analytiques è un tipo di palinsesto, che fonde e stratifica le diverse scale del disegno architettonico. Nella scuola di Thal, in Svizzera, Angela Deuber libera lo spazio con chiarezza strutturale. La Cluer House sull’isola di Harris, in Scozia, modifica il paesaggio sassoso e suggestivo, rivendicando un nuovo territorio. Le viste in lontananza vengono catturate tra un nuovo tetto e il paesaggio della soffitta. “Essere in questa casa è da dimenticare ma perfettamente sicuro e libero” (Divisare). Vorremmo che il visitatore si fermasse a cercare questi pannelli e dia tempo a ciascuno di loro, perché mentre cerchi questi disegni impari a svelare le storie degli edifici che raffigurano.

Architecten De Vylder Vinck Taillieu
A meno che mai persone – Caritas for Freespace
Il progetto che de Vylder Vinck Taillieu presenta a questa Biennale Architettura è CARITAS, l’intervento in una vecchia clinica psichiatrica a Melle, Belgio, dove in origine ogni dipartimento aveva la sua villa, formando un luogo unico unito dal suo particolare stile architettonico. Due componenti particolari del nostro manifesto risuonano profondamente con il lavoro di architecten de Vylder Vinck Taillieu. La prima è: “FREESPACE incoraggia a rivedere modi di pensare, nuovi modi di vedere il mondo, di inventare soluzioni dove l’architettura garantisca il benessere e la dignità di ogni cittadino di questo fragile pianeta”. La seconda è: “FREESPACE può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per usi non ancora concepiti”.

Nel corso degli anni, gli edifici sono stati demoliti, distruggendo la composizione di questo campus. Un nuovo direttore fermò il processo di demolizione, avviando un concorso di architettura. Fortunatamente, è stato vinto da de Vylder Vinck Taillieu e con la loro intelligenza architettonica, abilità e umanità portano avanti la storia di questo luogo da quel punto. Hanno posto una domanda fondamentale: cosa fai con un edificio mezzo demolito? Il pensiero strategico radicale e libero impiegato da questi architetti porta a una soluzione del tutto inaspettata e meravigliosa, dove si intrecciano passato e presente, matericità tattile e memoria effimera.

Assemblare
Il piano della fabbrica
Il gruppo denominato “Assemble” rappresenta valori profondamente opposti a quelli degli attuali indirizzi della proprietà e della pianificazione e degli architetti che li servono. Laddove gli alti valori fondiari nell’Inghilterra meridionale e in altre parti del paese stanno spremendo la maggior parte delle cose a cui non si può attribuire un prezzo, difendono i benefici non quantificabili, in particolare, della società umana, delle persone che si godono la vita insieme perché è meglio che fare da soli.

Presentano alcuni dei loro progetti: Granby Four Streets, Liverpool, vincitore del Turner Prize 2015; il Cineroleo; e Folly for a Flyover – un sottosuolo autostradale a Londra, che forma un nuovo spazio pubblico. Ripensano le situazioni, inventano. La loro mostra, The Factory Floor, presentata nella Sala Chini coinvolge migliaia di piastrelle in argilla, che solo attraverso la materia creano un territorio distintivo. Sviluppato da Granby Workshop Liverpool, ogni tessera cattura un momento di fortuna nell’atto di fare. Dopo questa Biennale Architettura, queste piastrelle uniche saranno installate permanentemente nel giardino della Fondazione VAC di Venezia.

Atelier Peter Zumthor
Sogni e promesse – Modelli di Atelier Peter Zumthor
Intriso di Heidegger, il suo pensiero è fondamentalmente connesso all’esperienza del luogo. Per lui i luoghi e gli spazi sono immagazzinati nei nostri corpi e sono il terreno fertile e il punto di partenza del suo lavoro… “il processo del pensiero non è astratto, ma lavora con immagini spaziali. Ha componenti sensuali”. Il suo senso tattile altamente articolato gli permette di essere nei suoi spazi immaginati nel futuro, pur essendo contemporaneamente in esperienze precedenti. Inventa spazi che spera qualcuno “…ricorderà con piacere…”.

In questa mostra, Zumthor propone un laboratorio dei suoi modelli per farci godere, dandoci l’opportunità di esplorare il suo viaggio dai pensieri e dai ricordi all’attualità, ai suoi spazi che nutrono l’anima. In una società che celebra l’inessenziale, l’architettura può opporre resistenza, contrastare lo spreco di forme e significati, parlare un proprio linguaggio. Credo che il linguaggio dell’architettura non sia una questione di uno stile specifico. Ogni edificio è costruito per un uso specifico in un luogo specifico e per una società specifica. I miei edifici cercano di rispondere alle domande che emergono da questi semplici fatti nel modo più preciso e critico possibile.

Aurelio Galfetti
La casa di Paros e la trasmissione della conoscenza
Aurelio Galfetti ha realizzato un filmato registrando una splendida conferenza tenuta a studenti e colleghi, utilizzando disegni a gesso bianco su una lavagna, descrivendo sia i suoi valori umani che la sua filosofia architettonica. La conferenza descrive il processo di progettazione per la sua casa su un’isola greca. Attraverso i suoi schizzi di gesso, descrive e intreccia le sue prime esperienze di vita in una profonda valle in Svizzera e la sua ricerca del luogo dei suoi sogni in un paesaggio idealizzato con un grande orizzonte. La casa forma un grande spazio collettivo all’interno della scala del paesaggio esteso.

Aurelio Galfetti ha avuto un ruolo chiave come docente, preside della scuola e fondatore dell’Accademia di architettura di Mendrisio, USI. Il suo lavoro edilizio ha avuto un’enorme influenza all’interno della cultura dell’architettura e su di noi giovani architetti. Gli edifici di Galfetti descrivono la sua continua convinzione nella necessaria armonia tra architettura, infrastruttura sociale e territorio che occupa, sia fisico che culturale. La semplicità, la generosità e l’apertura del suo stile di presentazione rappresentano per noi l’epitome di come comunicare i veri valori dell’architettura. Per noi, questa lezione riunisce l’energia immaginativa creativa dell’architetto praticante con la capacità di accendere l’immaginazione e l’entusiasmo di studenti e colleghi.

Barclay & Crousse
La presenza dell’assenza
I progetti che cercano come archeologi, posizionano l’architettura contemporanea come testimonianza silenziosa di paesaggio, movimento e materialità, come recinti umani teneri e astratti di fronte a oceani e deserti con spazio infinito. Quando si parla di costruire in Perù, è possibile “coltivare l’imperfezione”, con il che significa che in Perù è possibile sfruttare i metodi di costruzione locali in modo da liberare l’architettura e consentire agli architetti “la possibilità di meravigliarsi”, con risorse limitate , con la libertà di inventare. Quando osservano il mondo, parlano di costruire in Europa, dove il focus è sui dettagli, l’illusione del controllo e dell’efficienza.

Discutendo del loro Museo di Sitio Julio C. Tello, gli architetti descrivono “la patina lasciata dai costruttori nel cemento levigato conferisce al museo un aspetto ceramico che ricorda le ceramiche precolombiane che sono esposte all’interno”, dove si fonde un cemento pozzolanico di colore rosso il nuovo edificio con i toni del deserto circostante.

Bc Architetti e Studi
L’atto di costruire
Terra modificata, lavoro umano e pensiero costruiscono una biblioteca a Muyinga, Burundi, Africa. È una scuola inclusiva per bambini con disabilità uditiva. Partendo da una profonda ricerca sul clima di sole intenso e piogge abbondanti, oltre allo studio della cultura e delle tecniche costruttive, è stato sviluppato un metodo di costruzione con coinvolgimento locale. La muratura in blocchi di terra compressa e le tegole in cotto rispondono a un semplice sistema strutturale. Il volume e la semplice ventilazione incrociata danno comfort.

Al livello superiore, un’amaca in corda di sisal realizzata a mano funge da mondo sospeso indipendente e fantasioso per i bambini. Questo è il tipo di pensiero e di fare che è centrale nel metodo di ricerca architettonica di BC architects & studies: trovare il bisogno; ricercare una via di realizzazione che implichi la partecipazione; incoraggiare le persone a sentirsi responsabilizzate pianificando; immaginare qualcosa di nuovo e renderlo reale. Con il titolo The Act of Building, questi ricercatori basati sull’azione presentano quattro progetti utilizzando cinque metodi per trasmettere le loro strategie di indagine, l’uso degli strumenti e la tecnica di costruzione.

Bearth & Deplazes Architetti
Amurs – Microcosmi
Questa piccola mostra si trova nel grande spazio eroico delle Corderie. Solleva la questione della presenza, dell’intimità e della scoperta in architettura. Bearth descrive le due parti come pratica (Amurs) e insegnamento (Microcosmi). Ciò che è anche intrigante è che il lavoro del professore, Microcosmi, è stato esposto in questo spazio minuscolo, abbastanza forte da sopravvivere al grande paesaggio e al clima rigido delle montagne svizzere.

Anche la dualità della struttura è intrigante. Il mondo del professore e il lavoro di Bearth & Deplazes in una metà della scatolina, nell’altra il mondo dello studente. Il lavoro degli studenti è una continua esplorazione dei modi di abitare, delle forme dell’abitare e del microcosmo dell’intima quotidianità di cui l’architettura è la cornice. Questa mostra celebra sia il mondo separato che quello interattivo di insegnante e studente. Sebbene le connessioni non siano ovvie in termini di lavoro prodotto, ciò che il visitatore gode sono le diverse energie di entrambi. Le qualità condivise hanno più a che fare con la curiosità, il rigore, la costruzione, la materialità, lo spazio e la sintesi. Una ‘piccola capanna’ ricca di ricchi tesori da scoprire.

Benedetta Tagliabue – Miralles Tagliabue Embt
Architettura della tessitura
Realizzando una nuova stazione della metropolitana in un sobborgo orientale di Parigi, Tagliague descrive l’area come priva di identità. La nuova stazione e la piazza adiacente sono l’occasione per trasformare il luogo grigio e abbandonato in una piazza colorata, dove le forme del tetto a pergola, ispirate ai motivi decorativi e ai colori dell’Africa, danno nuova vita allo spazio. Questa pergola fa parte della Biennale Architettura, dove l’architetto intreccia il significato in schemi ripetuti, fondendo l’artigianato con l’architettura, il personale e il generale.

Le meraviglie naturali del mondo sono viste come fonti di ispirazione, intrecciate nel lavoro di questo architetto. Osservando il movimento degli stormi di uccelli mentre sorvolavano il paesaggio circostante. I disegni di questi mormorii, i modelli di volo degli uccelli, sono diventati la base ispiratrice per la loro proposta, dove movimento, edificio e paesaggio si sono fusi.

Gruppo Big-Bjarke Ingels
Big U: Humanhattan 2050
In collaborazione con New York City, la proposta BIG U è stata sviluppata per proteggere Lower Manhattan dalle inondazioni, dalle tempeste e dalle conseguenze del cambiamento climatico. Il progetto forma una “collana” di dieci miglia intorno a un’area bassa di Manhattan, formando un sistema di protezione, un sistema che fornisce anche servizi comunitari necessari a livello locale. Gli alberi e le piante resistenti e tolleranti al sale, posizionati nel nuovo parco pubblico, aggiungono protezione, offrendo anche piacere ai cittadini nelle aree ricreative di nuova costruzione.

Il progetto, creativo e stimolante, oltre a fornire gli investimenti infrastrutturali necessari, cattura con generosità una componente civica. Ci auguriamo che questo progetto a New York possa essere d’ispirazione per i tanti luoghi nel mondo che devono affrontare problemi simili, sia nell’immediato che nel prossimo futuro, e che tutti noi possiamo beneficiare delle loro esperienze condivise. Questo team ad ampio raggio con competenze di interconnessione sta ricercando soluzioni a problemi reali, fornendo contemporaneamente componenti civici a prova di futuro.

Boyd Cody Architetti
Eileen Gray, E-1027, Roquebrune & Tempe à Pailla, Castellar, Alpi Marittime, Francia
Questo progetto è un’esplorazione dell’ubicazione o della messa a terra di due delle case di Eileen Gray, E-1027 e la meno conosciuta Tempe à Pailla. C’è una comprensione contestuale dimostrata nella progettazione di queste due case che afferma ulteriormente l’abilità innata di Gray come architetto.

Due dei disegni originali del sito, una sezione e una pianta, come modelli spaziali per due grandi pezzi di parete, traducendo le sue linee squisitamente rese nello spazio materiale. Ogni casa è assente dagli studi; ciò che rimane è il terreno o lo SPAZIO LIBERO che lei manipola per loro. Questi modelli non sono solo rappresentazioni, ma se visti da un’altra prospettiva e letti su un’altra scala, diventano essi stessi esperienze spaziali radicate.

Bucholz Mcevoy Architects
Frederick Law Olmsted, Delaware Park, Buffalo, USA
L’intento alla base del lavoro di Olmsted a Buffalo fa riferimento alla collocazione di una città in un parco rispetto a Parchi in una città. La natura è considerata un sottofondo nutriente per la città. È anche un primo piano complesso, sfaccettato, rivelatore e coreografato, che sostiene i sistemi abitativi, offre spazi e luoghi di incontro con la natura-città, fornisce una struttura per un futuro in sintonia con il tempo, incarnando il cambiamento. Creare una ricca tavolozza di luoghi civici verdi, diversi, democratici, egualitari, formali e informali, percorsi verdi, paesaggi pastorali, spazi cerimoniali, spazi panoramici, luoghi paesaggistici che supportano la ricreazione e la socializzazione, sostenendo l’ideale di una città vivente sana.

La proposta nella sua composizione cerca di esplorare le qualità del lavoro di Olmsted a Buffalo attraverso metodi di lavorazione, unione, tessitura, stratificazione, trasformazione ed espressione di alcune delle qualità spaziali, tattili ed esperienziali dei paesaggi di Olmsted. Collaborare con i sistemi naturali, calibrare lo scorrere del tempo, testimoniare storie della città nel tempo, incarnare memorie culturali, adattarsi a nuovi modelli di fruizione. Il sistema connesso: una serie di parchi, parkways, circoli verdi come tessuto connettivo, una collana di spazi verdi, percorsi di movimento che accolgono (pedoni, ciclisti, carrozze, pattinatori), il tutto creando un’infrastruttura verde coesa. Intreccio accurato della topografia, intreccio di sistemi naturali e costruiti, con una stratificazione del piano terra per accogliere percorsi superficiali, acque sotterranee,e drenaggio, creando e dirigendo le viste.

Burkhalter Sumi Architekten con Marco Pogacnik
Konrad Wachsmann – La struttura della vite
Burkhalter Sumi combina costruzione e ricerca con il fascino della modernità e della tettonica dell’architettura. Il loro libro recente si concentra sulla sezione come il DNA dello spazio. Il loro lavoro spazia da progetti complessi a viscerali disegni a gessetto che intagliano la carta e reclamano spazio. La loro è una capacità di ‘spaccare’ l’essenza delle strutture storiche, descrivendone origini e fonti, collocando l’opera all’interno della sua cornice storica.

Alla 16. Mostra Internazionale di Architettura presentano un’opera di Konrad Wachsmann, considerato uno dei massimi esponenti della prefabbricazione industriale, come Alberto Mangiarotti, Marco Zanuso, Buckminster Fuller e Jean Prouvé. Con il Grapevine, Wachsmann inventa un sistema simile a una vite, dove nodi e strutture di sostegno fanno un’unica entità. Questo è forse uno dei progetti costruttivi più radicali dell’epoca di Wachsmann, che fino ad ora esisteva solo come disegno. Realizzata appositamente per la Biennale Architettura 2018, una costruzione in scala 1:1, collocata ai Giardini, permetterà di comprendere e godere di questa massiccia scultura, questa ‘doppia colonna’.

Carla Juaçaba
Zavorra
Cedric Price voleva creare un’immagine del futuro, la sua intenzione era diversa perché si trattava di ciò che era possibile fare, con un collegamento diretto con la realtà, questa struttura di ponteggio di contenimento radicale, effimero di 90.000 m2 non era uno studio di forma, ma una sorta di astrazione.

Quando il suo padiglione del 2012 è stato aperto al pubblico, c’era una coda di persone lunga un chilometro per accedere a questo edificio gratuito. I suoi progetti costruiscono con chiarezza costruttiva, discutendo del tipo di terreno sotto le fondamenta, del settore edile dove i disegni a volte non sono necessari, in un clima dove la natura lussureggiante invade in brevissimo tempo. Riferendosi alla storica cordatura delle Corderie e utilizzando il termine nautico Ballast, Juaçaba porta alla Biennale Architettura, presentata come totem di cemento ai Giardini, un’idea del peso e della massa del cemento, e della proprietà tensile della corda.

Carr Cotter & Naessens Architects
Auguste Perret, Salle Cortot, Parigi, Francia
Strumento altamente accordato per suonare e ascoltare, la Salle stabilisce un rapporto tra musica e ascoltatore intimo e intenso. Il progetto è ingegnoso, una risposta particolare al luogo ristretto ma tipologicamente derivato da una ricca tradizione di sale di riunione: il bouleuterion greco, il Teatro Olimpico e il Teatro Farnese. L’esperienza essenziale di questo spazio archetipico è la connessione tra la musica e il pubblico. La musica progredisce nelle sue note, accordi e armonie nel tempo, modificata e accordata dallo spazio e dalla forma dell’edificio stesso, ma anche dai membri del pubblico seduti. Senza posti a sedere a più di 17 metri dal palco ovale, il pubblico riduce il riverbero, mentre gli angoli e le curve del recinto diffrangono e riflettono il suono.

Salle Cortot è rinomata per la sua eccellente acustica e lo spazio intimo. L’edificio presenta un frontespizio sobrio e splendidamente lavorato sulla strada, rivelando poco della sorpresa di questo spazio straordinario, modellato in cemento bronzato e compensato. L’ambiente acustico è finemente sintonizzato e il mezzo con cui ciò viene ottenuto, volume, proporzione, articolazione e stratificazione dei materiali è completamente integrato nella progettazione dell’edificio.

Caruso St John Architects con Philip Heckhausen
La facciata è la finestra sull’anima dell’architettura
Nello spirito del tema di FREESPACE, Caruso St John si concentra sulla facciata, rivelandone la ricchezza storica e il potenziale di generosità sociale. Il visitatore della Biennale Architettura, attraverso il proprio lavoro e la selezione di facciate provenienti da luoghi e epoche diverse che li hanno influenzati, può approfondire “la costruzione di queste facciate e il misterioso rapporto tra immagine urbana e realtà materiale”.

In tutto il loro lavoro, Adam Caruso e Peter St John discutono del potenziale emotivo e delle qualità fisiche della costruzione. La pratica comprende e orchestra i materiali, gemellando i mondi della ricerca dell’insegnamento e della prova attraverso la costruzione inventiva. Il luogo e il brief dato alimentano la loro immaginazione, ancorando sensualmente i loro edifici. Memoria e familiarità si trasformano in bellezza ed eleganza contemporanee.

Design della cassa
Una scuola in divenire
Un campus di Case Design, un insieme di strutture semplici disposte intorno a una serie informale di camminamenti, cortili, giardini e terrazze. Case Design afferma che FREESPACE è creato da partecipanti attenti che sono disposti a impegnarsi nell’atto del fare, descrivendo momenti di intimità. Nella 16. Mostra Internazionale di Architettura presentano modelli, tavoli, sgabelli, luci, schermi che formano spazi in scala in cui intuire altri luoghi e altre vite.

Questo nuovo campus scolastico, l’Accademia Avasara, è vicino al villaggio di Lavale vicino a Pune e fornisce l’istruzione alle giovani donne in India. Le stanze sono state posizionate lungo il perimetro degli edifici consentendo al nucleo centrale di essere completamente aperto per servire esclusivamente a fini di circolazione. Questa parte dell’India è calda e umida. La risposta ambientale naturale è quella di aspirare aria dall’esterno attraverso una serie di condotti di terra, dove viene preraffreddata passivamente, prima di essere immessa nelle aule e negli spazi abitativi. Questi camini solari utilizzano il calore del sole, progettati per guidare l’intero flusso d’aria. Una struttura in cemento fornisce una matrice aperta di spazi con schermi di bambù che forniscono ombra.

Cino Zucchi Architetti
Meraviglie di tutti i giorni – CZ legge LCD
L’architetto milanese Cino Zucchi per presentare il lavoro di Caccia dal suo punto di vista. un architetto che avrebbe decifrato e portato alla comunità degli architetti e ad un pubblico più vasto alcune specifiche architetture italiane. Mettere in mostra l’importanza dell’architettura italiana sulla scena mondiale, ci ha spinto a guardare all’architettura italiana recente.

Cino Zucchi ha risposto che l’architettura è lo sfondo amato dalle nostre vite. il suo metodo di architetto come un tipo di approccio mix-and-match, dove l’analisi da sola non funziona e l’invenzione da sola non funziona, dove le abitudini e la cultura filtrano i dati grezzi per fare architettura. Dichiara che i suoi valori sono l’urbanità, la bellezza delle città e la nuova responsabilità ambientale Cino Zucchi esplora l’opera di Caccia Dominioni sotto tre voci. Facciate: schermi abitati in città; Spazi interni: grotte scavate dal movimento e dalla luce; e Dettagli: intrecci narrativi tra materia e forma.

Clancy Moore Architects
Kay Otto Fisker, Hornbækhus, Copenaghen, Danimarca
L’Hornbækhus fa un’architettura generosa di mezzi minimi. È un’architettura di infrastruttura. La linea estesa della sua facciata segna un territorio all’interno del quale una comunità è stata graziosamente riunita. Il suo successo risiede nella calibrazione della sua architettura, nell’attenta articolazione dei vari elementi. Sono sopravvissuti solo sei disegni dell’Hornbækhus di Kay Fisker. Questi fogli raccontano la creazione di una città come una conversazione tra strategia e dettaglio. La loro economia e precisione descrivono il minimo necessario per consentire l’abitabilità. Il progetto ripropone questa architettura di rilievo in tre frammenti che rappresentano l’essenza dell’Hornbækhus. La forma di questi pezzi descrive le diverse condizioni d’angolo del blocco. Mentre la loro articolazione superficiale, sia interna che esterna, è ricavata dall’edificio’s diverse facciate.

Questo atteggiamento risiede più potentemente nel trattamento delle facciate dell’edificio. Sebbene massicce, le sue facciate esterne sono dolci con le finestre che si affacciano sulla città espresse in avanti, accompagnate da generose fasce di intonaco. Questi catturano la luce e smaterializzano i grandi muri di mattoni. In tal modo questa facciata diventa una tenda tirata unita in ciascuno dei suoi angoli acuti da cuciture in pietra. È appeso a una cornice che ne sottolinea il carattere di tessuto teso rivolto alla città. Al contrario, la sua faccia interna è definita da finestre leggermente incassate. Un volto più forte è dato al recinto più intimo. Gli angoli interni di questa sala comune sono smussati per rendere più completo il suo abbraccio.

Storici dell’architettura cremisi
Una città di andirivieni
I Crimson Architectural Historians sono un collettivo che lavora tra ricerca storica, critica e pratica architettonica, con la città contemporanea come soggetto. Considerano la storia non come un evento chiuso nel passato, ma come qualcosa che può infondere un significato alla città attraverso il tempo, e i loro progetti cercano di impostare questo potenziale storico latente per funzionare nel presente.

FREESPACE incoraggia a rivedere modi di pensare, nuovi modi di vedere il mondo, inventare soluzioni in cui l’architettura garantisca il benessere e la dignità di ogni cittadino di questo fragile pianeta. Una città che va e viene cattura un nuovo sentimento, un nuovo senso di possibilità. Hanno domande che potrebbero entrare nella nostra pelle: cosa pensiamo del cambiamento? Quali nuove politiche potrebbero favorire l’inclusione? Come può la società arricchirsi dell’alterità? Come possiamo vedere le dinamiche migratorie come benefiche e arricchenti sia culturalmente che economicamente? Come possono le città rispondere, assorbire e facilitare il cambiamento e le opportunità? A livello pratico e fisico, come possono l’architettura, l’urbanistica, le politiche spaziali ed economiche combinarsi per creare un mondo migliore?

David Chipperfield Architects
Oltre / Scopo
David Chipperfield confermando l’impatto totale che l’architettura ha sui cittadini di questo mondo. Descrive la bellezza di un dipinto del XIV secolo raffigurante Siena come “spaziale e normale” e critica gran parte dell’architettura contemporanea, in particolare lo sviluppo della città, “come qualcosa che ci accade”. Nel fare architettura, padroneggia l’idea e la costruzione nella produzione di opere contemporanee.

Come curatore della Biennale Architettura 2012 sotto il tema Common Ground, ha incoraggiato i partecipanti a dichiarare le proprie fonti, a trovare ciò che è condiviso. Sembra fondamentale per il lavoro del suo studio, che una profonda comprensione e rispetto per il passato costituiscano il trampolino di lancio per una nuova visione della modernità. Il dialogo è visto come un processo inclusivo, la collaborazione come un fattore critico per la produzione dell’architettura. Costruire sulla storia, non cancellarla, comunicare, ascoltare, arricchendo la qualità fisica dello spazio: questi sono valori confermati dal suo lavoro. Nella risposta di David Chipperfield a FREESPACE, il disegno di Karl Friedrich Schinkel dell’Altes Museum diventa un focus sulla generosità dello spazio e dell’edificio pubblico. La James-Simon-Galerie, in costruzione sull’Isola dei Musei di Berlino,diventa il veicolo per discutere e descrivere i valori dello sviluppo di un linguaggio civico.

De Blacam e Meagher Architects
Cerchio dello spazio libero
De Blacam e Meagher sono maestri del mestiere di costruire. Per la 16. Mostra Internazionale di Architettura creano un meraviglioso legame con Venezia attraverso la pittura e il disegno di Gentile Bellini, Una processione in Piazza San Marco. Lavorando con l’artista Alice Hanratty hanno realizzato un disegno, ‘dopo Bellini’, dello spazio sociale centrale del loro edificio al Cork Institute of Technology. Questo disegno pone le basi per i valori espressi nella loro installazione FREESPACE.

Il progetto Cork viene presentato insieme a Canada House affacciato su St Stephen’s Green a Dublino. L’edificio in mattoni rossi di Cork inventa uno spazio pubblico senza tempo per questa istituzione. L’edificio in pietra bianca di Roach Bed Portland crea una nuova e forte pietra angolare nella città, consolidando la piazza di Dublino del XVII secolo. Le pareti rosse e bianche e la magia di Venezia penetrano nel pensiero di questi architetti. L’edificio in sughero rosso è uno straordinario insieme di superfici e spazi in mattoni. L’edificio in pietra bianca di Dublino ha una calma e un equilibrio classici. L’installazione mostra altre opere a Ibiza e la combinazione di disegni, libri e foto crea un’atmosfera di calma contemplazione in cui si sente la capacità di questi architetti di fornire un’architettura che arricchisce veramente la nostra vita civile.

Depaor
Giovanni Michelucci, Chiesa di San Giovanni Battista “dell’Autostrada”, Campi Bisenzio, Firenze, Italia
Un incontro ravvicinato si riferisce a una classificazione delle esperienze dell’ignoto – dall’alto verso il basso, in ordine di prossimità: avvistamento, evidenza fisica e contatto. Immagina il poster di Spielberg. Sono i disegni della Chiesa dell’Autostrada, realizzati a distanza, a seguito di un incontro. Quando siamo abbastanza vicini per saperlo? Questo è un vecchio dilemma tra l’architettura e la sua rappresentazione, il paradosso dell’esposizione, della curatela e naturalmente dell’insegnamento.

La Chiesa di Giovanni Michelucci è un edificio estremamente bello ed efficace. Disapprovava “le immagini volontarie della struttura e degli spazi casuali” – forse inevitabile quando guardiamo le immagini, come facciamo tutti e spesso. Qualcosa è successo tra la prima e la seconda edizione, tra immagine e testo, tra spazio e tempo. Ha visitato. Michelucci ha parlato della sfida di fare colpo sulla nuova A1 da Milano a Napoli. Ha detto di voler fare una “parrocchia per turisti” in una nuova cultura dell’auto e quindi dell’iconografia del pellegrinaggio: la traversata del Mar Rosso, il viaggio dei Magi e le città donatrici in silhouette volante. Ha detto che voleva realizzare un edificio senza fine, un nodo nell’Autostrada del Sole.

Diller Scofidio + Renfro
Post-occupazione: il Roy and Diana Vagelos Education Center
Questa torre di apprendimento, una scuola di medicina, offre un modo per creare uno spazio verticale fluido, rompendo la tirannia del pavimento ripetuto normalmente associato alla costruzione delle torri. La qualità teatrale del nastro verticale di spazi composto da scale, anfiteatri sociali e di studio, generose gallerie e pianerottoli, tutti lavorano per unire questo edificio di quattordici piani in uno spazio libero conviviale. Questa fantasiosa installazione combina la presenza di un grande modello fisico con un metodo vibrante di documentare la vita dell’edificio utilizzando due video di droni.

Si tratta di un’università verticale dinamica, ottimista e liberatoria per studenti e professori, uno spazio libero generoso dove si celebra l’interazione sociale e dove si promuove la scoperta della conoscenza all’interno del dinamismo della forma e della fluidità degli spazi. Citando l’influenza del modo di filmare The Player di Robert Altman e usando i droni in modo simile per registrare la vita di un edificio finito e occupato, è come se il visitatore fosse una presenza invisibile che sbircia attraverso le finestre, o una “vola sul muro’, testimoniando le attività all’interno.

Dna_Design e Architettura
La storia di Songyang
Ambientata in sette villaggi della contea di Songyang, provincia di Zhejiang in Cina, questa serie di sette progetti rappresenta la diversità dell’architettura e la sua capacità di arricchire la vita quotidiana delle comunità esistenti. Il livello di ambizione che guida ciascuno dei progetti è impressionante, così come la componente immaginativa applicata a ciascun contesto specifico. Una casa da tè, un teatro di bambù, un ponte pedonale, un museo Hakka, un laboratorio di zucchero di canna che è anche uno spazio di intrattenimento e uno studio di tintura tradizionale; ciascuno destinato a fornire nuovo spazio libero pubblico.

L’architettura qui è mostrata come il veicolo per l’espressione collettiva di ciascuna di queste comunità. Si sente l’impegno e la capacità dell’architetto di ascoltare, di collaborare, di operare con vero spirito di generosità con la massima competenza e sensibilità. Il visitatore entra nella mappa di questa vasta area descrivendo un senso della scala del paesaggio in cui questi progetti sono realizzati. Ciò che è meraviglioso è la gamma di forme, strategie, tecniche architettoniche e materiali utilizzati. C’è un potere ottimista in questi interventi relativamente modesti. La sovrapposizione del lavoro con lo spettacolo, del teatro con la vita collettiva, del rito con la convivialità, della tradizione con l’economia, mostra il pensiero progressista in gioco.

Dominic Stevens, Jfoc Architects
Alejandro de la Sota, Palestra Maravillas, Madrid, Spagna
De la Sota crea un’arena tridimensionale per l’azione, è uno spettacolo a cui le persone partecipano, inventano e reinventano questa azione ogni giorno. Ha concepito lo spazio per questo con la forza bruta della struttura grezza e della materia semplice. Il modello per la Biennale Architettura riguarda le persone, attori tenuti in uno spazio prima inimmaginabile, ospitato dall’invenzione strutturale di Alejandro de la Sota. Persone, struttura e spettacolo.

Donaghy + Dimond Architects
João Batista Vilanova Artigas, Carlos Cascaldi – Anhembi Tennis Club, San Paolo, Brasile
Vilanova Artigas ha concepito l’infrastruttura sociale da prospettive pauliste e comuniste, attingendo alla sua formazione iniziale in ingegneria e ai primi studi in architettura. Questi filoni sono evidenti nella natura dello spazio creato attraverso la struttura in relazione a un’idea comune della società. Il processo di studio è materiale, mettendo alla prova l’equazione del peso e la sua distribuzione, la materia e le sue miriadi di qualità in relazione alla luce e all’aria, attraverso le quali lo spazio si carica. Vilanova Artigas si distingue come un architetto che ha abbracciato le qualità della materia prima, la cui presenza in strutture articolate crea FREESPACE di concerto con il suolo su cui poggiano.

Ecco uno studio del campo esoscheletrico del tetto come tropo nell’opera di Vilanova Artigas, in collaborazione qui con Carlos Cascaldi: un bacino, un dato perforato che drena, ripara, ombreggia e modula la luce sopra, mentre la topografia a flusso libero di terreno abitato, le attività e il paesaggio si svolgono sotto. Vilanova Artigas crea un boschetto sotto e in cui l’alloggio vaga in sezione. Il piano fa da contrappunto alla struttura seriale il cui ordine filtra gli elementi e invischia i giardini per liberare uno SPAZIO LIBERO all’interno della sua campata e della sua apertura posteriore.

Dorte Mandrup A/S
Condizioni Icefiord Centre, Ilulissat, Groenlandia
Il progetto situato nello straordinario Icefiord Center in Groenlandia. Questo è un progetto che affronta le sfide più estreme immaginabili in termini di clima. Da qui il titolo scelto dagli architetti – CONDIZIONI. È anche un edificio molto carico in termini di ambizione e funzione. Il significato storico del luogo in cui “il popolo Inuit e gli europei (norreni) si sono incontrati”, combinato con la creazione di un luogo abitabile per l’interazione sociale all’interno della “superpotenza della natura”, ha prodotto un progetto abbastanza robusto da sedersi con leggerezza sulla terra e esercitare una presenza singolarmente poetica.

Il corpo del lavoro prodotto da questa pratica riflette molti dei valori espressi nel manifesto di Freespace. Il profilo della pratica si riferisce a “avere una salda presa sulla realtà mentre si sogna ad alta voce”. Il lavoro è il prodotto di un pensiero creativo e rinfrescante che produce progetti altamente realizzati che vanno da un magazzino Ikea a complessi edifici urbani e scuole a uso misto. Un altro filone di lavoro altamente sensibile si trova nel paesaggio. Progetti come il Wadden Sea Center costruito completamente in paglia e il Trilateral Wadden Sea Center a Wilhelmshaven, costruito sopra un bunker di cemento esistente. Questo lavoro mostra la maestria nell’interpretare le date condizioni culturali, ecologiche e climatiche.

Elementare
Spazio libero: il valore di ciò che non è costruito
Elemental a volte agisce come pensatore strategico e inventivo e talvolta come attivo creatore di edifici finiti. Il lavoro spazia da diversi progetti abitativi incrementali di ‘sistema aperto’ alla forma scultorea chiara del Centro di Innovazione per il Gruppo Angelini. FREESPACE incoraggia “nuovi modi di vedere il mondo inventando soluzioni in cui l’architettura garantisca il benessere e la dignità di ogni cittadino su questa fragile terra”. Alejandro Aravena di ELEMENTAL si batte continuamente per questa causa, evidenziando la necessità per l’architettura di affrontare l’enorme problema di fornire ‘sistemi aperti’ piuttosto che oggetti finiti, in modo da ospitare con dignità la popolazione crescente del mondo e delle nostre città.

Propone che Freespace sia usato come un verbo, “un comandamento per lasciare vuoti non occupati” in modo da capitalizzare l’iniziativa spontanea delle persone di estendere e costruire per se stessi. Il suo invito a lasciare lo spazio libero come “riserva di spazio pubblico” è lodevole. Cita la proporzione di terra privata rispetto allo spazio pubblico nei paesi sviluppati come 1:1, che scende a 1:10 nei paesi sottosviluppati. Le sue argomentazioni sono fatte attraverso schizzi e testi di sua mano come qui esposti in questa Biennale Architettura. Le grandi idee che vanno al sodo sono espresse in modo semplice e chiaro e non possono essere ignorate.

Elisabeth & Martin Boesch Architects
Riutilizzo, nero giallo rosso
Martin ed Elisabeth Boesch presentano il contenuto del bellissimo libro Yellowred. Nato dalla necessità di relazionarsi con un gruppo multilingue di studenti a Ginevra, è stato sviluppato un chiaro sistema di disegno per comunicare in una situazione linguistica “babelesca”. I colori descrivono il nuovo e il vecchio elementi che si fondono in una “nuova unità silenziosa”. I progetti di riuso esemplari sono presentati magnificamente usando questa tecnica descrivendo anche il rigore, la precisione e il pensiero creativo di questo architetto.

Martin Boesch è un precursore del pensiero progressivo sul riutilizzo e sulla costruzione all’interno del tessuto esistente. Costruire significa sempre riutilizzare, il suo approccio alla valutazione del nostro patrimonio costruito non esclude la demolizione e la sostituzione come decisione ultima, presa solo dopo una seria analisi del potenziale di riuso significativo. Ha mappato come la crescita nell’apprezzamento degli edifici esistenti e le condizioni “as found” hanno portato gli architetti a un approccio più ponderato nella progettazione di nuovi edifici, trovando un equilibrio tra vecchio e nuovo. Ha insegnato questo approccio in molte scuole di architettura ed è sicuramente A49 influente sul lavoro futuro di chi studia e poi pratica architettura.

Elizabeth Hatz Architects
Spazio libero – Linea, luce, luogo
Le capacità e la sensibilità di Elizabeth Hatz l’hanno posizionata nella scelta di esempi di importanti disegni della storia, in modo che il pubblico in generale e la comunità degli architetti potessero rivedere i disegni, godere del loro impatto e rivalutare la loro eredità. Il progetto vuole mostrare vari modi di vedere il mondo nello spazio libero del tempo e della memoria, costruendo su strati culturali ereditati, intrecciando l’arcaico con il contemporaneo. Un significativo esempio di disegni di architettura. Un unico filo umano di linee, non solo del nostro mondo contemporaneo, ma anche testimonianze di epoche precedenti.

L’energia viscerale di un disegno, il potere della mano e della mente umana di immaginare, registrare, rappresentare in un modo nuovo, sono mostrati da Elizabeth Hatz in un formato fianco a fianco, formando relazioni nuove e inaspettate. Opere familiari e meno conosciute sono poste l’una accanto all’altra. Nuove comprensioni, nuove interpretazioni sono possibili. Possiamo ricordare tesori dimenticati. Possiamo prenderci del tempo per scrutare, guardare, vedere, godere.

Estudio Carme Pinós
Cubo. Torre degli uffici, Puerta de Hierro
Carme Pinós si concentra su CUBE I Office Tower, spiegando in modo approfondito il processo di immaginazione e realizzazione, la struttura e la vita di questo edificio esemplare. Quando si pensa alla vasta gamma di edifici alti nel mondo, un edificio si distingue per invenzione, eleganza e tecnica. È la torre per uffici CUBE I di Carme Pinós a Guadalajara, in Messico. Le sue tre strutture in calcestruzzo curve indipendenti liberano tre piattaforme a sbalzo a forma di cuneo che formano un vuoto centrale, un cortile verticale aperto all’aria. Vari livelli della sua sezione scivolata modificano la scala dell’insieme complessivo. Le persiane in legno formano uno strato esterno per proteggere gli interni degli uffici dal sole messicano. I percorsi scolpiti assorbono le auto. Sinuose scale si collegano al terreno, formando un ingresso generoso e accogliente.

Nel Museo Caixa Forum, Auditorium e Centro Culturale di Saragozza, in Spagna, enormi travi strutturali in cemento liberano i bordi e offrono spazio libero. Il suo raffinato padiglione Rio Blanco in pietra e vetro si trova sul suo sito panoramico, mentre le travi del tetto sono tenute in posizione dai dettagli delle “staffe”. Hernán Díaz Alonso descrive Carme Pinós come veramente radicale, sfidando lo status quo, osservando che nella sua mente non c’è distinzione tra lo schizzo architettonico e il disegno costruttivo.

Flores & Prats
Luce liquida
Il progetto abitativo di Terrassa, vicino a Barcellona, ​​Edificio 111, ha una complessità sociale e spaziale che arricchisce la vita degli occupanti con la stessa intenzione di fare di un organismo sciolto una struttura per vivere. La nuova Sala Beckett di Barcellona, ​​che occupa un edificio abbandonato un tempo un club di assistenti sociali. Un buco nel tetto dell’edificio semi-derelitto esistente ha rivelato un’opportunità per consentire alla “luce liquida” di penetrare all’interno. La mostra intrappola la luce all’interno della forma sinuosa e accompagna il visitatore in un viaggio di scoperta.

Il lavoro di Flores & Prats ha la stessa qualità a strati dei loro bellissimi disegni. In due edifici di Flores & Prats a Palma di Maiorca, Casa Balaguer e il Museu dels Molins abbiamo assistito al ricco vocabolario del loro linguaggio architettonico. Il lavoro è rigoroso e preciso ma anche sciolto e organico, progettato per inserirsi in contesti esistenti. Questi contesti potrebbero essere una nuova finestra o una porta in un muro, un taglio in un pavimento o tetto esistente per consentire il movimento o la luce, la trasformazione di uno spazio residuo in uno spazio pubblico intimo. Il loro know-how strutturale, la loro conoscenza dei materiali produce un meraviglioso collage di nuovo e vecchio.

Francesca Torzo Architetto
Z33, casa per l’arte contemporanea
Francesca Torzo torna ai primi principi nella sua esplorazione del linguaggio architettonico e del linguaggio dei materiali e della costruzione. Combina invenzione e praticità, con scioltezza intellettuale e rigore, e con l’amore per il fare e il costruire. In passato ha studiato a fondo il calcestruzzo, spingendo al limite la capacità di alcune miscele di calcestruzzo, attraverso la modellistica pratica e le prove di laboratorio.

Il progetto è l’estensione di Z33, casa per l’arte contemporanea in Belgio, è un lavoro d’amore. I mattoni su misura sono stati fabbricati secondo la sua “ricetta” per ottenere un certo colore e dimensione, e per creare un meraviglioso muro di mattoni solidi, con una superficie e un colore di una bellezza unica. Il collage di spazi esistenti e nuovi si unisce a formare un insieme di stanze, che sembrano essere state tratte insieme da un magazzino personale di esperienze diverse. Questo modo di coreografare sequenze spaziali può apparire casuale e del tutto intuitivo, ma risulta in una totalità coesa molto precisa. Questo è uno dei suoi primi edifici e mostra un livello di abilità, talento e sensibilità poetica tanto rinfrescante quanto stimolante.

Gion a. Caminada
Veser Vrin
Visitare il lavoro di Gion A. Caminada, immerso nelle montagne della Svizzera, è sperimentare un intreccio di contemporaneo e antico, dove i modelli esistenti vengono reinterpretati, ravvivati ​​e trasformati. Sul remoto villaggio di Vrin che è stato duramente colpito dalla migrazione. A partire dagli anni ’80, la fondazione Pro Vrin ha avviato un progetto per migliorare le infrastrutture del villaggio e per cercare di ridurre la perdita di popolazione. Per evitare speculazioni, il comune ha acquistato tutti i terreni edificabili disponibili. Da oltre trent’anni Caminada, figlio di un agricoltore locale, costruisce progetti su questa terra.

Caminada usa la storia per il momento le persone nell’architettura, si immerge in esperienze arricchenti e molteplici influenze. Usa il termine “cosmopolitismo”, che differisce da “globalismo”, definendo il primo come focalizzato su un luogo specifico e allo stesso tempo pienamente informato su come funziona il mondo. Interessato a tutto, fa riferimento al bricolage come metodo di sintesi. Concentrandosi sul luogo, rafforza la differenza per registrare e rispettare identità separate. Questa strategia di rafforzamento del locale ha conseguenti ripercussioni ecologiche benefiche.

Gkmp Architectsk
José Antonio Coderch de Sentmenat, Edificio Girasol, Madrid, Spagna
L’Edificio Girasol o “The Sunflower” esemplifica l’abbraccio dell’architettura di ciò che FREESPACE descrive come “i doni gratuiti della natura di luce – luce solare e luna; aria; gravità; materiali – risorse naturali e artificiali”. L’edificio gira ad angolo rispetto alla strada di Madrid per ricevere il sole pomeridiano in profondità nel piano. È fatto di sottili linee di struttura in acciaio, linee sinuose di pareti piastrellate in cotto, luccicanti linee verticali di persiane in teak. Le linee variano in spessore e densità per contenere lo spazio e dare diversi gradi di trasparenza e privacy. Le pareti piastrellate sembrano sfidare la gravità e pendono sopra la strada.

L’installazione comprende una piattaforma a gradini e due schermi sinuosi che insieme evocano lo spazio profondo della soglia del Girasol. Questo spazio consente agli abitanti di essere in città e appartati allo stesso tempo. Gli strati di linee tra l’interno e l’esterno creano un senso di ciò che Sáenz de Oiza descrive come un “organismo semiaperto”. In avvicinamento attraverso le gallerie del Padiglione Centrale, gli schermi curvi presentano un confine enigmatico chiuso che evoca la presenza urbana dell’edificio. Il visitatore passa dietro a questi, si gira e sale in una piccola stanza retta dagli schermi curvi e da una serie di schermi trasparenti sfalsati che si elevano dalla piattaforma, allestendo viste diagonali verso lo spazio della galleria.

Gruposp
Spazi senza nome
La presentazione della Biennale di GrupoSP si intitola Senza nome Spaces, dove condividono notevoli spazi di architettura che sono fonte di ispirazione per loro. Alla ricerca di connessioni all’interno del manifesto FREESPACE, intrecciano una selezione di otto dei loro progetti, dal 2004 al 2017, con le opere di Oscar Niemeyer, Lina Bo Bardi, Roberto Burle Marx, Vilanova Artigas e Paulo Mendes da Rocha.

La scuola del GrupoSP a Votorantim, fuori San Paolo, Brasile, posizionata ad angolo retto rispetto alla strada, l’organizzazione divide il programma in due parti mentre una rampa collega il paesaggio all’edificio ed è essa stessa il paesaggio della scuola. L’impianto sportivo è incastonato nel cuore del complesso oltre ad essere scavato nel terreno. Le doghe in legno formano uno strato esterno che protegge dal sole. Mantenendo il terreno libero, lo spazio scorre sotto la loro sede SEBRAE (Servizio brasiliano di supporto alle micro e piccole imprese) a Brasilia, che è un tipo di campus organizzato intorno a una piazza in cui si affacciano le funzioni pubbliche. L’edificio è avvolto da schermi solari metallici regolabili.

Architetti Gumuchdjian
Un festival lineare lungo il Cammino Transcaucasico
Questa collaborazione tra gli architetti e un avventuriero è incentrata sulla creazione di un percorso pedonale lungo 750 km dal nord al sud dell’Armenia, chiamato Transcaucasian Trail. Gli architetti vedono il loro ruolo come catalizzatori, come creatori di spazi pubblici lungo questo percorso, generando luoghi in cui le esperienze culturali interagiranno con le comunità locali. L’ambizione di questo progetto è pertinente allo spirito del tema Freespace nel modo in cui promuove la cultura rispetto al consumismo e promuove un’alternativa alla “mano morta del turismo convenzionale”.

Questo sarà un lavoro d’amore, costruito con pazienza nel tempo, in sei fasi. C’è la convinzione nella proposta degli architetti che piccoli interventi in questo enorme paesaggio uniranno le persone. L’idea è che un tale progetto valorizzi il passato e guardi al futuro e che la sua attuazione coinvolga l’attività creativa dei giovani. C’è una rinfrescante sensazione di impazienza ad allontanarsi dall’approccio sentimentale e opportunistico sia alla cultura che al paesaggio dell’Armenia e per facilitare un modo di guardare alle risorse e all’eredità storica con occhi nuovi. Descrivono questo lavoro come “un delicato manifesto architettonico con un ambizioso obiettivo culturale”.

Sala Mcknight
Strumenti unici: gli spazi in attesa
Il progetto si è presentato come un insieme, incrociando numerosi dei loro progetti, tra cui la re-immaginazione di nuovi spazi civici da una varietà di prospettive diverse. Metafora, similitudine e narrazione sono al centro del lavoro di Hall McKnight. La loro piazza Vartov, vincitrice del concorso, una sequenza di nuovi spazi pubblici adiacenti al municipio nel centro di Copenaghen, comprende un nuovo bosco di 120 ciliegi e un nuovo spazio pubblico. Su questa piazza si affaccia il più antico degli edifici vicini. Un personaggio di una storia poco conosciuta di Hans Christian Andersen si affaccia nello spazio da una finestra in uno di questi edifici. Il pattern della superficie della nuova piazza è generato dalle finestre di questo stesso edificio.

Il loro alloggio a Greenwich, Londra, si basa su un’idea dello studio spaziale di composizioni di tre forme, proprio come nelle nature morte. Hanno interpretato le proprie osservazioni sull’interazione umana nel campus dell’Università Gallaudet su una scala diversa, utilizzando un mobile che trasporta una collezione di vasi, ognuno dei quali è stato realizzato da un falegname, un ceramista e un metalmeccanico. Questo insieme afferma i valori del fare e dell’esperienza al di sopra dell’immagine e dell’effetto.

Hassett Ducatez Architects
Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Edificio per abitazioni in Via Quadronno 24, Milano, Italia
Il progetto ha unito i pezzi interpretativi di questo edificio in un unico oggetto. Sono le dimensioni esatte e la forma dell’edificio a 1:25, posto su un basamento. Volevamo che sembrasse un edificio ma anche un oggetto astratto. Spiegando la grande sequenza di ingresso e la relazione con il terreno, diventa più leggibile. I materiali sono quelli comuni al design italiano degli anni Cinquanta e Sessanta; nero opaco lucido e una piccola quantità di plexiglass bianco semilucido, acciaio e noce. Utilizziamo le scultoree torri scanalate del concept di Mangiarotti. Le parti vengono tagliate. Viene rivelata una versione astratta del dispositivo parete armadio, che è un elemento chiave che consente l’allentamento del progetto. È un dispositivo qui per trasmettere l’occupazione e le dimensioni umane.

Questo è un lavoro generoso e memorabile. Una rupe abitata, sciolta e lirica. Formata da reticoli, è alta e stretta, più torre che lastra, anche se manca la presenza prepotente di alcune torri. Il mix di maschile/femminile è ugualmente ponderato. Tutti verticali eleganti, come i disegni dei grattacieli in vetro di Mies van der Rohe (1922), possono essere letti come un insieme di volumi sottili. Non esercita il suo peso quando atterra sulla terra, si posa dolcemente, scomparendo in una disposizione di sistemazioni risolte intorno alla strada e ai margini del parco. Con una griglia di facciata straordinariamente leggera, ridimensionata a misura di persona, di nuovo alta, elegante, con ombre, scanalature e legno, come un bellissimo mobile brunito risonante. Dietro tutto questo modellismo ben elaborato, questo carattere urbano e generoso,gli spazi abitativi sono disposti e distesi in una griglia a gomito. Sembrano pieni di possibilità e sfumature, momenti grandi e piccoli.

Heneghan Peng Architects
Gordon Bunshaft ‘Skidmore, Owings and Merrill’ (SOM), Beinecke Rare Book and Manuscript Library, Yale University, New Haven, USA
Il traliccio Vierendeel è la soluzione di un architetto a un problema di ingegneria; il progetto espone le forze invisibili dietro la facciata, una capriata Vierendeel segmentata. La premessa inizia assumendo una postura “reazionaria” contro le prevedibili tecniche impiegate dagli architetti per creare “cose”, vale a dire i sensi, con il visivo che domina. Pertanto, la pietra traslucida viene ignorata nella sua totalità poiché è al centro della tecnica architettonica, della visibilità. Guarda la geometria ma la geometria invisibile; nota, la regolazione della geometria/linee come i sistemi di proporzione, ad esempio il rettangolo aureo, considera visibili.

Nês Lobo, Arquitectos
Una panchina per cento persone, Piazzale Marconi
Il progetto di Lobo per il restyling di Piazzale Guglielmo Marconi a Bergamo, Italia è un atto di trasformazione. È in una posizione molto particolare, con strati di preesistente, natura e artificio. L’ambizione del progetto è quella di riaffermare il significato urbano e riarticolare le relazioni urbane. Una panca circolare, circondata da otto Ciliegi Sour e da una vegetazione profumata, che incide in modo speciale lo spazio, costituisce il nuovo fulcro dell’energia. In occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura, gli elementi del progetto di Piazzale Guglielmo Marconi sono presentati in modo da comunicare al visitatore la logica del progetto.

Nella scuola secondaria Francisco Rodrigues Lobo di Leiria, in Portogallo, e nelle numerose scuole e altri progetti che ha realizzato, invenzione ed eleganza sono le caratteristiche del lavoro di Inês Lobo. Lo scopo principale dell’architettura è costruire un mondo migliore per tutti. Fa riferimento alle parole di Lina Bo Bardi: “In fondo vedo l’architettura come servizio collettivo e poesia. Qualcosa che non ha niente a che vedere con l’arte, una sorta di vita tra scoperta e pratica scientifica. È una strada difficile, ma è la via dell’architettura”.

Jensen & Skodvin Arkitekter As
Tetto di protezione sopra la sorgente d’acqua della sorgente Moya
Jensen e Skodvin sono, per noi, una presenza importante nell’architettura dagli anni ’90 per il loro approccio fantasioso, imprevedibile e altamente sensibile. Il loro Liasanden Stop Point, che faceva parte del National Tourist Road Project a Sognefjell (Norvegia 1997), ha mostrato una combinazione originale di abilità paesaggistiche, architettoniche e ingegneristiche in una semplice soluzione progettuale. Il loro impegno per le componenti umanistiche, tettoniche ed ecologiche dell’architettura li ha resi importanti partecipanti a Freespace.

Il progetto di Jensen e Skodvin presentato a Venezia, The Protective Roof over Moya Spring Water Source, Changbai, Cina, mostra la risoluzione della notevole sfida pratica di costruire in una riserva forestale, parte di un’area protetta dove non sono ammessi macchinari. la forma del tetto, la struttura e il percorso sono determinati da una precisa mappatura del sito; dalla mappatura delle posizioni degli alberi e dalla conservazione di questi alberi; dalla forma della sorgente d’acqua; e trovando un modo di mediare tra queste complesse geometrie. La raffinatezza e la bellezza delle forme che ne derivano riflettono un profondo rispetto per questo ambiente e, naturalmente, la base dell’intero sforzo è proteggere una fonte di acqua potabile, una delle sfide chiave per gli architetti di tutto il mondo sia ora che in futuro.

John Wardle Architects
Da qualche parte Altro
Il progetto riflette sul tema dell’Australia “sottosopra in fondo al mondo”, con un forte filo intellettuale e creativo che entrambi libera. L’idea di invertire le scene di strada del trompe-l’œil di Scamozzi nel Teatro Olimpico di Palladio come mezzo per concentrarsi verso l’esterno e catturare un pubblico, oltre a essere interculturale, ha mostrato un’apertura e il desiderio di interagire spazialmente con il visitatore.

Hanno costruito una serie di lenti tridimensionali per descrivere la loro visione del mondo dalla loro particolare posizione sulla terra, usando la luce, il colore, l’artigianato e gli elementi architettonici di cornici e portali. Queste caratteristiche nei loro progetti costruiti, che mostrano quella sensazione di manipolare continuamente lo spazio, ingrandendo e rimpicciolendo, anche alla scala di infrastrutture come il bellissimo ponte Tanderrum.

Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa / Sanaa
Guruguru
L’idea del progetto è una spirale, senza inizio e senza fine; l’idea che sia una bobina quasi invisibile, che forma appena un involucro, una sottile pellicola di materiale che suggerisce una separazione tra interno ed esterno. Questo in qualche modo descrive una visione alternativa del mondo. Un’alternativa alla massa e al peso. Una struttura invisibile, la forma stessa è la struttura. Questa risposta poetica e precisa al tema di FREESPACE tocca un’altra nota, esprime un’altra sensibilità, che differisce dalla nostra percezione dello spazio.

Il lavoro di SANAA evoca sempre per noi, questa sensazione di spazi ed edifici seduti con leggerezza sulla terra. Il Rolex Learning Center di Losanna, con il suo grande ventre ondulato in cemento, sembra una nuvola o un’onda che investe il sito mentre si dirige verso un altro luogo. L’ambizione espressa da SANAA per molti dei suoi progetti, è che l’edificio non attiri l’attenzione su se stesso. Edifici come il Museo del Louvre Lens nel nord della Francia o il Grace Farm Building negli Stati Uniti, sono così finemente sintonizzati che la sottigliezza degli elementi del tetto e delle colonne conferisce agli edifici una meravigliosa qualità eterea e luminosa, come la loro installazione qui .

Kéré Architecture
Zoí
Francis Diébédo Kéré fa architettura attraverso la costruzione. Insegna alla sua comunità in Burkina Faso a costruire i suoi edifici. Insegna ai suoi studenti a fare architettura attraverso l’atto del costruire. È un simbolo di speranza, che trasuda passione e fiducia nel potere dell’architettura di ispirare. Autorizza le comunità, utilizzando sempre le risorse locali. Insegna il valore dell’invenzione, trasformando i materiali ordinari in sofisticate architetture. Tutti coloro che collaborano con lui provano un senso di orgoglio e di realizzazione. Con il compito di costruire qualcosa che migliorerà la vita delle persone. La sua creatività creativa e pragmatica è guidata da un sofisticato senso della struttura, dei materiali e dell’interpretazione delle influenze culturali.

Atelier Kéré realizza un progetto costruito, prima in un centro per rifugiati richiedenti asilo situato nell’ex aeroporto Tempelhof di Berlino e poi trasportato a Venezia. Realizzata in legno, questa “scatola magica” adattabile ha molteplici configurazioni, a volte formando un recinto, a volte aprendosi verso l’esterno. La struttura ha una qualità giocosa e spensierata come un giocattolo per bambini, che è così adatto in un ambiente di emergenza restrittivo. Un modesto intervento architettonico destinato a mettere in scena e ospitare interazioni sociali inaspettate e non programmate.

Kevin donovan, ryan w. Architetti Kennihan
Jean Prouvé, Eugène Beaudouin, Marcel Lods, Vladimir Bodiansky, Maison du Peuple, Clichy, Francia
La Maison du Peuple (Clichy, 1936-1939) è un esercizio di sintesi programmatica, materiale e operativa, fornendo spazi plurali e adattabili per un collegio elettorale della classe operaia. Le complesse esigenze del mercato, dell’auditorium e del cinema occupano lo stesso insieme di spazi in sequenza, attraverso il dispiegamento di schermi mobili, un pavimento impilabile, balaustre pieghevoli, un tetto scorrevole e altri elementi mobili. Il progetto è realizzato attraverso l’assemblaggio: di elementi realizzati in lamiera sottile rafforzata da una combinazione di metodi artigianali e quasi industriali, ma anche di idee e gruppi di individui coinvolti (architetti, costruttori, ingegneri, clienti e utenti).

In modo simile, anche la nostra mostra dimostra le caratteristiche dello spazio libero. Lo spazio e le superfici mobili, stratificate con disegni e fotografie originali della Maison du Peuple, possono essere riconfigurate a piacimento dai visitatori, che durante la lettura delle informazioni realizzano pareti esterne e sedili con contrappesi di marmo. Man mano che lo spazio viene rifatto, si formano nuove combinazioni di informazioni, che raccontano la storia in un contesto in continua evoluzione. L’oggetto espositivo, realizzato utilizzando una combinazione di tecniche artigianali e industriali, è stato assemblato e trasportato in loco attraverso un atto di collaborazione tra architetti e fabbricanti.

Kieran lungo; Johan Orn; James Taylor-Foster con Arkdes; Petra Gipp; Mikael Olsson
Autoportante
L’intero archivio di Sigurd Lewerentz è conservato nel Centro nazionale svedese per l’architettura e il design: ArkDes. Rispondendo alle linee particolari del manifesto FREESPACE, “doni spaziali aggiuntivi” e “generosità inaspettata”, tre cappelle, risalenti al 1925, 1943 e 1960, dimostrano lo sviluppo del pensiero e del fare di Lewerentz. Queste tre cappelle sono presentate utilizzando opere originali e nuove, incentrate sugli interessi fondamentali di Lewerentz: materiale per luogo, rituale e paesaggio.

Quello che per i mortali inferiori è chiamato “dettaglio” era un mezzo per elevare e trasfigurare il mondano, e in questo è della compagnia di Hawksmoor e Borromini. Il modo in cui è stato posato un mattone, una coppia di travi a cavallo di una colonna, un pezzo di vetro è fissato attraverso un’apertura in un muro, un sentiero è tagliato attraverso una foresta.

Lacaton & Vassal
Libertà di utilizzo
Una generosa rampa nell’école nationale supérieure d’architecture unisce due nuovi spazi pubblici, collegando la città al cielo. Un edificio abbandonato a Parigi viene iniettato di vita, mentre la loro ristrutturazione lo trasforma. Per Lacaton & Vassal, gli edifici degli anni ’60 e ’70 non sono fallimenti della storia. Lacaton & Vassal scavano a fondo in ogni progetto per trovare una nuova comprensione, un modo per rilasciare componenti latenti e sconosciuti, in modo che ogni progetto sia piacevolmente inventivo, allo stesso tempo gioioso e serio.

Il loro lavoro è coerente e sorprendente. La loro è una sorta di onestà concreta, gemellata con un rigore intellettuale assoluto. Ricercando i propri punti di forza, evitando demolizioni, le trasformazioni cambiano la vita. Per loro la generosità dello spazio, la libertà d’uso e l’economia sono valori inseparabili. Il loro spazio libero è quello che non costa nulla eppure è indispensabile. Cambia tutto: usi, relazioni e clima.

Laura Peretti Architetti
Rigenerare Corviale_The Crossing
La topografia della vetrina del progetto è accuratamente manipolata trasformando ciò che l’architetto descrive come “l’edificio ‘diga’ lungo un chilometro in un edificio ‘filtro'”. Il FREESPACE risultante forma una scala intermedia tra la forma eroica costruita e il mondo intimo degli appartamenti e degli abitanti. 7000 occupanti abitano questa megastruttura sociale, originariamente concepita come confine protettivo tra la città tentacolare e i terreni agricoli. Strumenti di base come sterri, sentieri, strade, rampe, biodiversità, luce solare e biologia sono impiegati per formare spazi pubblici democratici, e per stabilire una connessione con la natura e con l’agro romano circostante.

Laura Peretti ha portato a termine lavori più piccoli estremamente raffinati fino ad oggi, ma ha mostrato continuamente un impegno per l’idea della trasformazione del luogo alla scala del territorio e questo è evidenziato nei suoi numerosi concorsi e lavori fuori dall’Italia. Questa esperienza e competenza ha dato i suoi frutti in questo esemplare progetto di Rigenerare Corviale. L’ambizione di questo progetto è reale, è fantasiosa e un’impresa eroica per tutti i soggetti coinvolti. Lavorando solo con il FREESPACE tra e sotto gli edifici, si propone un territorio tutto nuovo. La circolazione e il movimento diventano quindi più porosi, più conviviali, più sicuri e più piacevoli.

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo
TUFFO NEL
Maria Giuseppina Grasso Cannizzo progetta edifici, strutture, installazioni architettoniche e insegna. Ha una mente aperta che la porta a collaborare con molte discipline diverse. Conosciuta per il suo lavoro impressionante, su piccola scala e altamente sofisticato in Sicilia, è anche nota per la sua capacità di eseguire spesso queste opere con il minimo dei mezzi. Un esempio calzante è la Casa Vacanze a Noto, dove ha assunto il ruolo di architetto, ingegnere, inventore, rabdomante, addetto al controllo dei costi e responsabile del cantiere, con un lavoro meravigliosamente fresco e stimolante.

È anche conosciuta per le sue mostre fantasiose in cui rivela i suoi diversi interessi e la sua abilità nel comunicare idee spesso complesse e più astratte. Il progetto presenta un film di un’installazione da lei realizzata che si riferisce al tema dell’Ingresso. Questo pezzo unisce suono, movimento e materialità. Sembra di entrare e passare attraverso uno strumento musicale, un sipario musicale o una soglia, dove il movimento del corpo umano crea una corrente d’aria, attivando la musicalità dei pezzi tintinnanti. Questo architetto molto originale esplora e avanza continuamente; sorprendendoci sempre con il piacere delle sue nuove scoperte.

Marie-José Van Hee Architecten
Sentiti libero, siediti
Quando Yvonne Farrell ha visitato la casa di Marie-José Van Hee, ha vissuto un’atmosfera che le ha ricordato un’opera teatrale di Samuel Beckett. È emerso durante una conversazione con Marie-José che in effetti ammiri molto il lavoro di Beckett. Questa osservazione tocca in qualche modo la componente misteriosa e intangibile del lavoro di Van Hee su cui è piacevolmente difficile mettere un dito. Il lavoro di Van Hee spazia da piccoli interventi ponderati in contesti domestici alla creazione di nuovi spazi pubblici e ricche superfici del suolo che riuniscono le persone. C’è sempre un senso di cura presente, una profondità di pensiero, un’esplorazione del linguaggio di costruzione, un’atmosfera di quiete e calma incorporata nel linguaggio spaziale.

L’edificio Stadshal a Gand è uno dei progetti urbani poetici più rilevanti che abbiamo visto da molto tempo. Per questa mostra si concentra, attraverso i suoi disegni, sulla ricerca di trovare l’architettura in ogni progetto. L’energia dei disegni esprime un’impazienza quasi frenetica di trovare quello spazio che sta cercando. Ciò che è molto importante per noi curatori è che il visitatore apprezzi il processo e il viaggio dell’architetto nel fare architettura.

Marina Tabassum Architetti
Saggezza della Terra
Marina Tabassum ha completato una bellissima moschea a Bait Ur Rouf, a Dhaka, in Bangladesh, oltre a una serie di altri edifici altamente artigianali, sofisticati e sorprendenti. Ha scelto per questa Biennale Architettura di presentare una componente del suo lavoro che offre una visione approfondita della costruzione di strutture vernacolari e abitative concentrandosi sul cortile bengalese. Esplora l’esistenza dello spazio libero all’interno della morfologia organica dei cortili bengalesi e documenta la vita quotidiana di queste comunità.

Registra le loro tecniche di creazione dello spazio, di creazione di recinti e di creazione di un senso di comunità. È un’architettura adattabile in continua evoluzione che allo stesso tempo è perfettamente in sintonia con la vita degli abitanti. Questo processo di osservazione acuta, sensibile e paziente consente all’architetto di effettuare interventi minimi ponderati. L’architettura si fa in modo modesto in assenza di imposizioni prescrittive o soluzioni progettuali. Vedere con innocenza e curiosità crediamo sia la chiave per l’architetto che trova una soluzione che non è predeterminata ma scaturisce dalla consultazione e dal rispetto reciproco, portando spesso a risultati meravigliosi, inaspettati per l’architetto o per l’utente.

Mario Botta Architetti
Mario Botta: introduzione all’architettura
Botta presenta un recinto tattile, ligneo, circolare, che risponde alla massa strutturale delle Corderie, in cui il lavoro degli studenti dell’Accademia di architettura arricchisce l’interno con una ricerca architettonica a forma di tabernacolo. Impressionante la presenza astratta e fisica della Scuola Secondaria di Morbio Inferiore e della casa torre verticale con il ponte metallico rosso di Mario Botta.

C’è stato un tempo in cui l’importanza del luogo, del contesto e della cultura non era molto apprezzata. Negli anni ’70 c’è stata una mostra del lavoro degli architetti nel Canton Ticino in Svizzera che ha prodotto un catalogo in formato A4, orizzontale, con copertina blu, che registrava i progetti costruiti e proposti nella regione del Ticino. L’influenza di questo catalogo non deve essere sottovalutata. All’interno erano contenute risposte architettoniche radicali e contemporanee al luogo. Questo documento con i suoi potenti contenuti, combinato con gli scritti di Kenneth Frampton sul regionalismo critico, ha avuto un’influenza significativa sui giovani architetti in Irlanda.

Mary Laheen Architects, Aoibheann Ní Mhearáin
Jean Renaudie, Centre Jeanne Hachette, Ivry-sur-Seine, Parigi, Francia
Negli anni ’70, nel suo sogno di ambienti di vita di alta qualità per tutti, l’architetto Jean Renaudie ha creato un’architettura umana, generosa e bella, nel sobborgo parigino di Ivry-sur-Seine, gestito dai comunisti. Al Centre Jeanne Hachette, l’architettura di Renaudie mette la complessità spaziale al servizio della vita urbana collettiva e connessa e di una stretta relazione tra la vita domestica e il mondo naturale. La molteplicità e l’individualità dei quaranta appartamenti, ognuno unico, insieme alle terrazze piantumate e al modo in cui si interconnettono e si affacciano l’una sull’altra, riflettono queste idee fondamentali.

Il progetto punta sul “dono delle terrazze”. Questa generosità di spazio e connessione con la natura è un dono per chi abita in appartamento, mentre l’abbondante piantagione è un dono per la città. Un modello parziale dell’edificio (scala 1:25) mostra terrazze, pareti divisorie e quattro appartamenti; inizia a livello strada e sale fino al livello del tetto, mostrando le importanti scale esterne dalla strada così come il vano scala interno centrale e il nucleo ascensore che serve ventisette appartamenti. Lo spettatore è invitato a guardare attraverso questi appartamenti, dal retro del modello attraverso le terrazze, e anche dall'”esterno” attraverso le terrazze e le pareti divisorie. Le terrazze traslucide e strutturate rappresentano gli elementi piantati e l’effetto visivo che hanno di schermare gli appartamenti,di cambiare continuamente la luce interna e di offrire un contrappunto alla solidità e risolutezza della costruzione concreta.

Matharoo Associates
Nozione di movimento
Architetti principalmente come creatori di spazio, sia alla scala della città, del paesaggio o del profilo della facciata. Il lavoro di Matharoo Associates è qui rappresentato da un progetto che si occupa della creazione di uno spazio libero all’interno di una trama urbana ristretta con mezzi economici. Gli architetti parlano di liberare la struttura dal suo ruolo portante, utilizzandola piuttosto come elemento di creazione dello spazio, formando una serie di piani ad incastro, piegati e piegati l’uno nell’altro. Lo sforzo è eliminare i confini percepiti e permettere che i piccoli spazi siano percepiti come più grandi di quello che realmente sono.

Questo progetto è importante per lo spazio libero per la sua attenzione alla struttura, uno degli elementi base dell’architettura, e anche perché infonde e sovrappone un senso di gioco e diletto a ciò che altrimenti potrebbe essere concepito come un componente muto e silenzioso. Vediamo questa qualità in gran parte del lavoro di Matharoo Associates, che è sia serio che giocoso, come House with Balls o Moving Landscapes House. Forse questo è un prodotto di come descrivono la loro aspirazione che l’architettura e la struttura siano “liberate da questo fardello teorico”.

Architettura di Michael Maltzan
Star Apartments
Michael Maltzan ha costruito la sua reputazione con commissioni per prestigiosi musei e lussuose case private, noto anche per aver fornito riparo e altri alloggi ai poveri della sua città. Negli Star Apartments di Maltzan, che ospitano senzatetto a lungo termine, la componente freespace crea un mondo in cui gli individui possono trovare lo spazio per sperimentare una nuova visione di se stessi, uno spazio in cui può evolversi una nuova comunità. Gli edifici esistenti a un piano a livello della strada vengono modificati e incorporati. Sul tetto di questi edifici di strada conservati si librano 102 appartamenti. Lo spazio in mezzo costituisce un’opportunità inventata di spazio libero per la nuova comunità. Confermando la convinzione di Maltzan che il buon design sia parte della guarigione, questo progetto arricchisce la vita delle persone, così come la città di Los Angeles.

Michele Arnaboldi Architetti
Nel territorio
Michele Arnaboldi è impegnato nell’integrazione della scala del territorio con la scala dei singoli progetti. Avendo lavorato con Luigi Snozzi, porta avanti questa filosofia che intreccia architettura, paesaggio, cultura e comunità. Ha promosso l’idea di ‘Città Ticino’ come mezzo di confronto con l’urbanizzazione del paesaggio ticinese.

In questa mostra crea una connessione diretta tra il pensiero dietro la realizzazione degli edifici e la realizzazione di interventi territoriali strategici. Piante in grande scala e foto di modelli descrivono l’immensità della scala del lavoro degli studenti, estendendo la loro capacità di analisi, di trovare nuove interpretazioni e letture, di immaginare nuove possibilità. Quindi cambia scala e osserva il grande paesaggio dall’interno verso l’esterno. Attraverso le finestre, da sotto le tettoie, i cantilever della propria opera costruita, inquadra, cattura e focalizza dall’interno verso l’esterno. Questo contrasto di messa a fuoco e scala si riflette spazialmente nel design dell’installazione.Gli strumenti razionali e distaccati dei disegni e dei modelli di architettura sono usati come punto di riferimento dal quale si ingrandisce lo spazio domestico creando una reale fruizione delle dinamiche relazioni reciproche.

Miller & Maranta
spazio del pensiero
Thoughtscape, descritto da Quintus Miller come una “vasta topografia di pensieri correlati”. Come professionisti Miller e Maranta hanno una capacità unica di far progredire le antiche tecniche di costruzione rendendole rilevanti nella realizzazione di edifici contemporanei. Questo infonde nei loro edifici un senso di cultura e un senso di memoria. Questa connessione con la memoria è qualcosa che ritengono necessario rendere presente. I mezzi utilizzati nel loro lavoro sono inventivi, tattili e sofisticati. Questo ovviamente deriva dalla coltivazione di quello che hanno chiamato il loro “paesaggio del pensiero”, che è una combinazione di casuale, intuitivo, erudito e preciso.

Presentando questa ‘costellazione sconosciuta’ di frammenti, di spazi, di materiali, il visitatore curioso è condotto in un viaggio emozionante, attivando i propri ricordi o esperienze e facendo intravedere la meravigliosa capacità dell’architettura di avvolgere e dare forma ad associazioni inaspettate . Questa mostra che rappresenta lo SPAZIO LIBERO del pensiero e della creatività, ci ricorda il modo in cui AS Byatt descrive il fare poesia dove parla di “una sorta di ritmo musicale di cellule di fuoco con contenuto sensoriale, una combinazione di preciso e casuale” . La mostra mostra magnificamente il mondo interiore, la forza trainante nella realizzazione dell’architettura.

Niall Mclaughlin Architects
presenze
Architetti a pensare ai materiali dell’architettura come doni gratuiti della natura; aria, luce del giorno, luce del sole, chiaro di luna, vento, gravità. Qui l’architetto ha realizzato una piattaforma, un planetario, dove i ritmi della vita quotidiana, del tempo, dell’uso, dell’aggregazione sociale, possono essere mappati e sovrapposti agli spazi degli edifici. Gli edifici sono qui visti come manufatti che incanalano, raccolgono e facilitano la vita, e che possono sviluppare una propria vita attiva in virtù di questa patina d’uso.

Questa è una posizione profonda alla quale sottoscriviamo, e questo lavoro presenta una visione dello spazio libero che è aperta nel suo pensiero, rigorosa e poetica nel suo fare. Queste sono qualità che si riflettono nel meraviglioso lavoro di costruzione di questa pratica.

Noreile Breen
Luis Barragán, Casa Luis Barragán, Città del Messico, Messico
Luis Barragán è un maestro della luce. Crea spazi plasmati dalla luce con superfici che la contengono e la alterano. La luce è una risorsa gratuita e il materiale da costruzione più importante dell’architettura. Il progetto si concentra su di esso realizzando modelli fisici su larga scala, utilizzandoli per esplorare oltre le idee dello spazio, verso la sua esperienza. Luis Barragán ha visitato il Messico per acquisire una comprensione più profonda di questi spazi e ha scoperto che è stata un’esperienza spaziale umana ricca e avvincente.

Il modello in mostra è una traduzione personale di questa esperienza di alcune sue case, in particolare il corridoio di Casa Luis Barragán. Cattura il carattere della luce che ho trovato lì. Considera la sorgente e la sua geometria; dettaglio dell’apertura e loro orientamento; superfici e loro riflettanza; la loro consistenza e il mio rapporto con loro. La sua luce – ambientale e diretta – è filtrata, riflessa e colorata all’interno di una serie di spazi interconnessi. Questo è uno strumento per guardare, allenare l’occhio a vedere. Il suo esterno è secondario e irrilevante, indispensabile solo per sospendere l’interno. Una seconda traduzione avviene tra la luce del Messico e la luce di Venezia. Questo modello diventa un dispositivo, un registro di due luoghi, orientamenti e tempi.

Obras Architectes
livelli
Operando come architetto, paesaggista, storico e professore, Bonnet ha una visione del mondo straordinariamente ampia e accademica che si manifesta nella ricchezza del suo lavoro e nel lavoro dei suoi studenti. Affrontando la mancanza di accoglienza ricevuta da milioni di migranti e rifugiati al loro ingresso in Europa, il progetto risponde verso l’altro, la curiosità e il desiderio di alterità

Per questa Biennale Architettura presenta un pezzo del paesaggio ticinese in forma modello, una sorta di organismo distaccato sotto esame. Lo studente Atelier fornisce un metodo alternativo tanto necessario di masterplaning dove “ogni intervento a volte modesto, a volte eroico, a volte monumentale e singolare, a volte abbastanza ordinario, raggiunge il proprio scopo preciso”. Il lavoro dell’Atelier e di OBRAS qui presentato insieme, è una meravigliosa testimonianza della capacità dell’architettura di “raccogliere tutte le dimensioni territoriali” e di affrontare e promuovere un senso di umanità e generosità a tutte le scale, dalla più modesta alla eroico.

O’Donnell + Tuomey
Orizzontale pieghevole / Est e Ovest
Confrontando e combinando due progetti di scala, posizione e utilizzo completamente diversi, in una sorta di forma di “gemello siamese”, O’Donnell e Tuomey dimostrano con forza la meravigliosa capacità dell’architettura di trascendere la scala, di incapsulare valori che attraversano il tempo e la distanza, e di sentirsi assolutamente appropriati al loro uso e al loro diverso contesto culturale e geografico.

La contaminazione delle culture nel linguaggio architettonico si esprime anche in questa mostra. Come architetti praticanti, siamo liberi di attingere alla ricca eredità dell’architettura del mondo, sia antica che contemporanea. Il compito è come adattare e mettere a punto queste influenze, fonderle e intrecciarle nella lingua locale, rinfrescare e rinnovare il familiare assorbendo l’energia e l’ispirazione del non familiare. Questi architetti hanno sviluppato un’abilità unica in questa capacità di realizzare opere sia locali che universali. Un piccolo progetto pittoresco nell’ovest dell’Irlanda si trova comodamente nel grande paesaggio del Connemara. Una grande città dell’Opera a Shanghai forma un nuovo paesaggio in un’ansa del fiume Huangpu. Entrambi hanno un innato senso artigianale, una ricchezza di forme e materiali e, soprattutto, un senso di appartenenza.

Paredes Pedrosa Arquitectos
Il sogno dello spazio produce forme
Lo strumento architettonico che esplora la forma spaziale, l’altezza e la profondità del volume da creare, da occupare dalla luce, dal tempo o dal suono, strumenti progettuali chiave nella nostra pratica quotidiana. Questa idea di “niente” come spazi intermedi, gli spazi non determinati dal bisogno, gli spazi che fungono da cartilagine che tiene insieme tutto, ciò che Alison e Peter Smithson descrivono come “il vuoto carico”. Il sofisticato corpus di lavori prodotti da questi architetti è una testimonianza della loro abilità esemplare come creatori di spazi.

I reperti appaiono come strumenti utilizzati per determinare la misura, la scala, la qualità superficiale degli spazi a venire. C’è un senso di scultura, di manipolazione dello spazio, e nei loro progetti gli architetti cercano di usare lo spazio libero come il vuoto che collega piuttosto che separare. Freespace è dominato dalla materia del piano orizzontale e dallo spirituale della dimensione verticale.

Paulo Mendes Da Rocha
É Project
La descrizione di Paulo Mendes da Rocha di Venezia come “la capitale del mondo immaginato” è per sempre nelle nostre menti mentre impariamo a conoscere meglio questa città; come siamo continuamente rinnovati e interpellati dalla sua bellezza. Paulo Mendes da Rocha ha condiviso con noi il suo lavoro dandoci completa libertà su come lo abbiamo interpretato e come lo abbiamo presentato. La sua generosità e apertura sono state una rivelazione e una lezione per noi. Vede chiaramente la cultura dell’architettura come uno spazio libero, dove gli architetti possono vagare liberamente, cercare, scoprire e imparare gli uni dagli altri. La sua architettura ha lo stesso sentimento di apertura e generosità, accogliendo sempre il mondo esterno nell’interno, sempre in connessione con il territorio più vasto, sempre proteso verso il grande orizzonte.

Peter Rich Architects
Architettura del paesaggio | Architettura Paesaggio
Peter Rich sembra pensare e vedere con la mano. I suoi disegni fluenti e vibranti mostrano un’attenta osservazione del mondo che lo circonda, cogliendo il più piccolo dettaglio nel muro, nel terreno, nel contorno del terreno, nelle forme organiche larghe degli edifici vernacolari, nei recinti , i gruppi abitativi del Sud Africa.

Questa mostra crea un mondo con i suoi schizzi disegnati a mano. C’è una forza di energia racchiusa in questi disegni che comunica rispetto e sensibilità per il territorio, per le risorse, per gli occupanti, per le comunità. Nelle sue opere Rich abbraccia questa tradizione a braccia aperte e crea edifici esemplari sofisticati altamente artigianali arricchiti dalla profonda comprensione del suo specifico contesto culturale. La terra si sente legata agli edifici; gli edifici sono formati dalla trama del terreno; la quotidianità ei riti delle comunità trovano rifugio, protezione, rispetto, realizzando un’architettura assolutamente in sintonia con la cultura, il clima e l’eredità antica di questo luogo. I disegni di Rich mostrano curiosità e passione implacabili,scoprendo qualità nascoste nascoste rilasciate dalla profondità della sua incessante esplorazione e ricerca.

Proap/Globale
Spazio pubblico_Continuità e fragilità
Come architetti paesaggisti, João Nunes e João Gomes da Silva offrono una prospettiva molto speciale sul mondo. Lo portano a Venezia nel modo in cui descrivono lo spazio pubblico dell’acqua come uno “spazio pubblico che viene dal mare”, o un “corpo d’acqua calmo che è il vero spazio pubblico connesso con uno specchio d’acqua più grande che è il Mediterraneo”. Lo spazio pubblico è descritto come vivo e in movimento con il flusso dell’acqua. Descrivono gli elementi naturali “acqua e nebbia sono la stessa materia… c’è assenza di gravità, di chiara memoria dei limiti fisici”. Questa sensibilità si traduce nella capacità di riproporre a sé stessi un luogo, reimmaginandolo ogni volta con nuove parole, nuove immagini, nuove osservazioni.

In questa mostra assistiamo alla presenza di questa abilità creativa chiave necessaria nella creazione di nuovi mondi immaginari. Viene realizzato uno spazio all’interno del quale il visitatore può vedere il lavoro degli studenti fianco a fianco con il lavoro professionale non accademico dei docenti. Si intravedono due mondi, entrambi arricchiti dalla condivisione di idee, osservazioni e lavori di ricerca. Presentano progetti all’interno di un recinto blu che evocano l’atmosfera misteriosa di Venezia.

Rafael Moneo, Architetto
Spazio libero
Rafael Moneo ci insegna una lezione di moderazione, di riflessione, di fare spazio per contemplare e stare fermi. Viene in mente Laurent Beaudouin che descrive l’architettura “come una macchina per rallentare il tempo”. Alla Biennale Architettura 2012, sulla parete accanto ai bellissimi disegni originali a matita che ha esposto, Rafael Moneo ha inserito alcuni testi sul tema del Common Ground che abbiamo trovato commoventi e memorabili.

L’idea di una ‘tavoletta’ sul muro abbinata a una ‘tavoletta’ sul pavimento, richiama immediatamente alla mente gli spazi sacri dove si collocano memoriali e si ricordano persone o eventi nella pietra. Questo gesto apparentemente modesto mostra l’autorità di un architetto così abile che può evocare momenti della storia dell’architettura con un tocco così abile. L’inclusione del suo progetto del municipio di Murcia inciso sul pannello del pavimento, ancora una volta, in un progetto, tocca tutti i valori che esprimiamo nel nostro manifesto Freespace. Questo progetto, insieme a molti altri di Moneo, ha influenzato, ispirato e indicato la strada a molte generazioni di architetti.

Riccardo Blumer
Sette architetture automatiche e altri esercizi
Riccardo Blumer, architetto e professore, opera alla maniera di un inventore, un coreografo, un costruttore di meccanismi e oggetti belli funzionanti. La nostra prima introduzione al lavoro del suo atelier è stata una serie di gabbie per uccelli realizzate da studenti in legno e disposte in linea di circa 30 metri di lunghezza. Ogni studente doveva creare uno spazio vuoto nella gabbia che consentisse all’uccello di connettersi con il suo vicino. Il risultato fu che gli uccelli volavano per tutta la lunghezza delle gabbie interconnesse che sembravano più pezzi di architettura, tutti diversi; una strada terrazzata di uccelli.

L’atelier di Blumer costruisce collettivamente invenzioni e le mostra alla scuola come una performance, un gran finale dei loro grandi sforzi e risultati. Questi esplorano fenomeni architettonici come la gravità, la luce, il liquido e il movimento. Per questa Biennale Architettura puoi vivere direttamente una delle sette invenzioni meccanizzate create dagli studenti, ‘metamorfosi’ dati elementi dell’architettura, in questo caso il muro liquido. Questo muro è così sottile che difficilmente esiste e infatti quando esiste è momentaneo. È intrigante e bello, provocatorio e giocoso. Ricorda le sperimentazioni del Bauhaus e le sculture meccaniche di Jean Tinguely, la magia della farfalla metamorfosata, che ci insegna a meravigliarci di nuovo.

Rintala Eggertsson Architects
Corte del Forte
Progettato da Rintala Eggertsson, l’edificio è ottimista, gioioso, costruito dagli architetti e dai loro assistenti. Situato sul bordo dell’acqua, un edificio in legno crea un cortile circondato da un passaggio coperto, un palcoscenico, un bar, posti a sedere all’ombra. Può essere utilizzato da piccoli gruppi per riunirsi, esibirsi, ballare, socializzare.

L’architettura offre alle persone atmosfere, sentimenti, esperienze significative e necessarie, per creare ambienti per una buona vita. La capacità unica di progettare e costruire splendidi edifici e ponti, e grazie alla loro naturale capacità di interagire con le persone e con le specificità di ogni luogo. Nelle Corderie avrai un’idea del processo di pensiero e lavorerai dietro questo edificio, sperimenterai lo spazio libero di Rintala Eggertsson per la danza e la vita conviviale.

Rma Architetti
Soglie morbide
Rahul Mehrotra è un architetto e accademico praticante, la cui vasta esperienza coinvolge progetti di conservazione del patrimonio culturale in aree storiche altamente sensibili, strategie relative allo sviluppo delle città e costruzione di edifici contemporanei.
Rahul Mehrotra presenta tre progetti. Si individua un metodo di stratificazione spaziale in un complesso di uffici dove si creano nuove sovrapposizioni, dove il mondo dell’impiegato e il mondo del giardiniere si intrecciano. Le divisioni gerarchiche create dalle differenze di classe in India possono in qualche modo essere regolate da questa stratificazione architettonica. Nel secondo progetto, alloggi a basso costo strutturano il paesaggio di un’ex cava di sabbia, creando una serie di corpi idrici per raccogliere l’acqua piovana. Il terzo progetto è una nuova biblioteca, dove gli architetti in formazione sperimentano l’impatto dell’architettura, dove possono attivare risposte alle condizioni climatiche locali.

Robert McCarter
Spazio libero in atto: quattro progetti architettonici moderni non realizzati per Venezia
Robert McCarter è un architetto e accademico che ha scritto molto su Scarpa, Kahn, Wright e altri architetti. Il progetto discute la libertà di immaginare lo spazio libero del tempo e della memoria, legando insieme passato, presente e futuro, costruendo su strati culturali ereditati, tessendo l’arcaico con il contemporaneo. Rivediamo il passato attraverso edifici che sono stati effettivamente costruiti, ma è anche possibile vedere il passato attraverso strati culturali di proposte architettoniche, che non sono diventate realtà.

Nel 1972 Carlo Scarpa cura e progetta per la 36. Esposizione Internazionale d’Arte Quattro progetti per Venezia, che presenta progetti di maestri dell’architettura moderna: The Masieri Memorial di Frank Lloyd Wright; l’Ospedale di Venezia di Le Corbusier; il Palazzo dei Congressi di Louis Kahn; e un parco tra mare e laguna a Jesolo dello scultore e designer nippo-americano Isamu Noguchi. Ciascuno di questi progetti era stato proposto per Venezia tra il 1953 e il 1970 ma non ne fu realizzato nessuno. A livello globale, come informiamo i nostri atteggiamenti in relazione agli ambienti urbani storici? Il passare del tempo ci consente la distanza per valutare e valutare le decisioni prese, imparando lezioni dalle esperienze degli altri. Dopo quarantasei anni, McCarter ripropone a Venezia la mostra di Carlo Scarpa di queste opere del 1972.

Sala 11 Architetti
Tu sei qui
Il lavoro di questi architetti riflette su come dovremmo occupare questo pianeta, esprimendo il tema della “Terra come Cliente” come rappresentato nel manifesto FREESPACE. La loro pratica è guidata dall’ambizione di realizzare un lavoro significativo, sincero e al servizio dell’umanità. C’è una resistenza a fare interventi che eroderebbero le preziose risorse del dato paesaggio. Mentre i design del progetto sono abbastanza familiari nel loro linguaggio e materialità, c’è ovviamente un altro livello di percezione in atto. Ci incuriosisce come questa differenza di percezione influisca sull’esperienza dello spazio, del chiaroscuro, del rapporto con il grande orizzonte e con la terraferma.

In questa mostra il visitatore è invitato a scoprire la Tasmania attraverso gli occhi della Sala 11. Attraverso tre progetti presentano la percezione del paesaggio dall’interno degli spazi, fondendosi con gli spazi e allontanandosi dagli spazi. Descrivono il senso del paesaggio che si allontana dai nostri piedi, “come sabbia limo sotto le dita dei piedi… l’onda ricade verso il mare…creando una piacevole insicurezza che risuona con l’esistenza di un’isola isolata a 45° sud”. Una consapevolezza appena percettibile della propria posizione sulla Terra, una sorta di inversione dell’attrazione delle forze di gravità, accentuata dalla semplicità e dall’apertura dell’architettura.

Rozana Montiel Estudio De Arquitectura
Stand a terra
Il lavoro di Rozana Montiel è altamente sofisticato, libero da indulgenze, con una palpabile determinazione a costruire una forma di architettura che lei descrive come “costruzione sociale”. Il lavoro spazia da case private, alloggi sociali a basso costo, campi da gioco, un santuario circolare che fa parte di un percorso di pellegrinaggio, a progetti prototipici per stazioni di incenerimento e cupole per la raccolta dell’acqua. Questo radicamento nella convinzione che l’architettura debba rispondere a quelle che sono esigenze estreme in Messico, è guidato dalla convinzione che l’architettura debba sempre fornire “di più”.

Questa mostra comunica i valori della pratica, il desiderio di “trasformare le barriere in confini” per aprire nuovi orizzonti, dando la sensazione che questo tratto di muro delle Corderie venga rimosso e sostituito portando la vita del mondo esterno di Venezia nel spazio assegnato. Ciò che è così coinvolgente in questo lavoro è il rifiuto di separare la bellezza dal bisogno e dalla funzione, e di continuare a creare e promuovere le possibilità oniriche “oniriche” dell’architettura.

Salter Collingridge Design
Proposta B
I disegni squisitamente dettagliati e belli di Peter Salter e Fenella Collingridge descrivono un mondo e una sensibilità che spesso si teme vadano perduti. Questo è un mondo in cui la costruzione, l’artigianato, l’erudizione, l’abilità sublime e l’invenzione sono tutti indissolubilmente legati. L’attenzione sensuale al piccolo dettaglio, il profilo scavato della sedia per il comfort, il bordo a toro del tavolo, le giunture, i cardini, le saldature, i bulloni, le ruote da skateboard, le scarpe di rame e i paraocchi in feltro, si uniscono per creare ciò che descrive come uno spazio di intimità per pettegolezzi e chiacchiere.

L’edificio sembra una sorta di costruzione medievale contemporanea costruita con amore e dedizione, da architetti creativi e originali in modo unico. Una testimonianza concreta della loro posizione, un’opera di radicale resistenza alla pressione contemporanea per cancellare l’artigianato. L’opera presentata a Venezia è influenzata dalla tradizionale porta del bacio che permette il passaggio delle persone, ma non del bestiame, ma ricorda le opere di Jean Prouvé e di Pierre Chareau, e le invenzioni, le macchine e i disegni di Leonardo da Vinci . Questa mostra è giocosa, le parti in movimento da godere, tutte progettate per incoraggiare l’interazione sociale. La piccola scala del pezzo riesce ancora a incapsulare l’ampiezza e la portata dell’architettura.

Sauerbruch Hutton
Ossimoro
Il progetto di Sauerbruch Hutton, ad esempio, il primo edificio per uffici GSW a Berlino, l’edificio Jessop West per l’Università di Sheffield, l’alloggio per studenti “Woodie” ad Amburgo, i numerosi musei e gli edifici per uffici, che mostrano la capacità di creare un palpabile senso di benessere all’interno dei propri spazi. Ciò è ottenuto dalla loro innata abilità nel creare ambienti piacevoli e fisici che emanano un senso di calma e comfort.

Questa mostra invita il visitatore, offre un luogo di riposo e riflette la generosità dello spirito dell’edificio del Museo M9 a Mestre, dove aprono spazi alla comunità e usano “cemento a vista e ceramica per fornire una materialità tattile che corrisponde alle finiture in cocciopesto degli edifici storici esistenti”. I Sauerbruch Hutton sono noti per il loro uso del colore come parte integrante del loro linguaggio architettonico. Dicono che il colore offusca i limiti fisici dello spazio, offre piacere visivo e arricchisce la percezione e l’esperienza tattile. Questa colorata mostra celebrativa rappresenta il proprio lavoro, ma ricorda anche gli stendardi festivi, le bandiere, le maschere ei costumi di Venezia, e riesce così a trasportare nelle Corderie un pezzo di questa meravigliosa città.

Sergison Bates Architects
Pratica di insegnamento
Sergison Bates è noto per un corpo di opere impressionanti finemente realizzate in tutta Europa e recentemente in Cina. Descrivendosi come una pratica basata sulla ricerca, sono anche insegnanti e scrittori impegnati. Questa mostra apre le porte su due mondi paralleli, quello della pratica di Sergison Bates e quello dell’atelier di insegnamento. La mostra ci mostra questi due mondi e presenta ciò che Jonathan Sergison descrive come “entrambe le forme di pratica”, fianco a fianco. L’architettura qui è esplorata come una “pratica creativa e riflessiva”, in cui sono condivisi scambi critici e attività collaborative.

In questo intimo “spazio libero temporale”, un film mostra il lavoro di professionisti altamente affermati insieme a quello dei loro aspiranti. Questo spazio temporale è costituito da telai di tela tesa fluttuanti. Si prova un senso di privilegio, si è invitati “dietro le quinte”, dove si è testimoni e viene offerto l’accesso a uno spazio in cui i mondi immaginati diventano reali. Gli schermi di tela suggeriscono un involucro sufficiente per mettere a fuoco, ma abbastanza aperto da consentire a nuove idee e influenze di entrare in questo processo in continua evoluzione di esplorazione e sviluppo del design. C’è una generosità e una chiarezza in questa mostra che descrive magnificamente la sovrapposizione e il ricco scambio che avvengono nella pratica dell’insegnamento.

Skälsö Arkitekter
Bungenäs
Il soggetto dell’installazione di Skälsö è piuttosto surreale in quanto hanno lavorato all’interno di un sito militare difensivo contenente bunker militari di cemento, situato su un’isola nel Mar Baltico.
Inizialmente ci sembrava impossibile umanizzare la presenza opprimente di questi simboli bellici e trasformarli in luoghi dove gli esseri umani sarebbero stati felici di visitare o di soggiornare.

Il loro lavoro mostra un’assoluta fiducia nei poteri trasformativi dell’architettura. Mentre molti partecipanti hanno cercato la luce del sole, Skälsö abbraccia l’oscurità, le ombre, la tenue luce del nord. La loro installazione consiste in grandi blocchi di cemento posati sul pavimento. Questo è il materiale che è stato rimosso dai bunker di cemento per rendere abitabili gli spazi. Questi blocchi hanno una presenza inquietante che contrasta con gli spazi meravigliosamente fantasiosi creati dalla loro assenza. Il materiale esposto descrive l’impegno con il paesaggio e con le strutture esistenti. La precisione degli interventi sprigiona una nuova energia positiva. Gli spazi vengono liberati attraverso il processo di scavo, aprendo i mondi solidi dei bunker all’orizzonte, al cielo, all’aria e alla luce.Il luogo è trasformato dal potere dell’architettura.

Souto Moura – Arquitectos
Vol de jour
Oltre ai nuovi edifici innovativi prodotti da Eduardo Souto de Moura, l’architetto ha anche lavorato alla squisita trasformazione di edifici in rovina per il riutilizzo. Completata oltre vent’anni fa, la trasformazione del Convento di Santa Maria do Bouro in albergo ha offerto un approccio al restauro, dotato di una vitalità e di un’autorità non molto evidenti dai tempi dell’opera di Carlo Scarpa a Verona.

Nel progetto Alentejo avviene una trasformazione su una scala diversa. Souto de Moura descrive la “natura urbana del monte”, un mini-universo, con le sue strade, piazze, chiostri e dipendenze. L’unico modo per preservare il patrimonio è conviverci e utilizzarlo: solo la vita quotidiana lo trasforma in qualcosa e gli conferisce lo status di patrimonio. La differenza di questo tipo di lavoro, se troppo lo rovineremo, se non facciamo abbastanza non funzionerà. Le zone del frantoio diventano un soggiorno o un bar; una stalla diventa un ristorante.

Steve Larkin Architects
Kaija e Heikki Siren, Cappella Otaniemi, Espoo, Finlandia
Questa cappella sottolinea un rapporto sacro con il paesaggio finlandese. Gli ambienti principali sono tre: il cortile, la cappella e l’abside. Il cortile d’ingresso è leggermente abbozzato nel paesaggio naturale, un campanile ne segna il significato. La cappella maggiore è formata da muri a capanna in laterizio e da un tetto a una falda che prevede due finestre, un alto rosone e una veduta a paesaggio dietro il semplice altare. Un’elegante capriata in legno, composta da piccole sezioni di legno e sottili traversine in acciaio, ci ricorda che si tratta di uno spazio formato sia all’interno che dalla foresta. Lo spazio più significativo è l’abside. Questa è la foresta. Contrassegnato da una grande croce bianca, colloca il sacro all’interno del paesaggio.

Il plastico riarticola questa veduta, incorniciata da improvvisazioni sulla croce, le finestre, la capriata lignea e il frontone. Il traliccio abbassa le gambe per creare una stanza della foresta. Gli alti rosoni e la superficie del tetto interiorizzano lo spazio del baldacchino in legno sotto la bianca luce del nord. La croce è posta centralmente nell’interno del bosco a formare la finestra tra lo spazio della cappella e l’abside. La costruzione in legno impilato viene utilizzata per enfatizzare la comprensione della Cappella di Otaniemi del suo posto nella tradizione finlandese della costruzione di chiese.

Studio Anna Heringer
Questa non è una maglietta. Questo è un parco giochi
Nel lavoro di Anna Heringer sono state poste tre domande fondamentali: Quali materiali locali sono disponibili? Quali sono le fonti energetiche locali? Quali competenze locali sono disponibili? Le risposte a queste tre domande sono: fango e bambù, persone e persone. Uno dei paesi più densamente popolati della terra, il Bangladesh, con oltre 163 milioni di persone, è al centro del lavoro di Heringer. L’architettura è uno strumento per migliorare la vita. Non è solo un tetto sopra le nostre teste, fa comunità, costruisce fiducia in se stessi, cura la bellezza e l’identità culturale, tutte cose fortemente legate alla dignità.

Questa non è una maglietta. Questo è un parco giochi che ci presenta il villaggio, la sua trama, la sua gente. Ci mostra le implicazioni di ciò che facciamo, di ciò che accettiamo. Ci aiuta a vedere il mondo in modo diverso. Invece di trasferirsi in città dove le comunità si disfano, insieme alla ONG del Bangladesh Dipshikha, Anna Heringer e Veronika Lena Lang hanno avviato Didi Textiles, un gruppo che offre opportunità ai sarti di rimanere nel proprio villaggio. Ciò consente quindi alle persone di rimanere nelle proprie case, coinvolgendo i membri più anziani della famiglia e i bambini nella loro vita quotidiana, costruendo e sostenendo comunità.

Studio Gang
Centro Arcus per la leadership della giustizia sociale, Kalamazoo, USA
L’idea di realizzare una parete in muratura di legno era una bella combinazione e un’idea che non avevamo mai preso in considerazione. Studio Gang ha costruito un muro del genere nell’Arcus Center. È sempre così gratificante in architettura vedere e sentire la grande idea in risonanza con la materialità tattile di un edificio. Alla grande opera urbana, tecnicamente sofisticata dello studio, si affiancano progetti di scala più modesta che sembrano essere utilizzati come laboratorio di ricerca sull’uso inventivo e fantasioso dei materiali naturali, e la creazione di un rapporto diretto tra materialità, uso e contesto.

Nell’Arcus Center, amiamo l’esplorazione del ciclo di vita del legno e la convinzione espressa dagli architetti che il legno abbia la straordinaria capacità di connettere persone e architettura attraverso culture e tempi attraverso la sua “risonanza elementare”. Ciò è evidente nelle capriate in legno e nelle facciate strutturali a traliccio in legno del Glencoe Writers Theatre, o nella struttura dinamica del tetto ondulato dell’Eleanor Boathouse a Chicago. Il loro lavoro coinvolge anche le comunità svantaggiate in modo creativo, creando luoghi con adiacenze inaspettate di usi diversi in modo da fungere da catalizzatore per l’integrazione di tali comunità nella società.

Studio Odile Decq
Il fantasma del fantasma
In Phantom’s Phantom, Odile Decq condivide la sua passione per il gioco con l’ambiguità, dove gli specchi ti fanno rivalutare la dimensione e lo spazio stesso. Un impressionante elenco di premi e riconoscimenti è stato conferito a Odile Decq, incluso il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale di Architettura del 1996. Architetto praticante, urbanista, accademico e insegnante, è la fondatrice della sua Scuola di Architettura a Lione, in Francia, chiamata Confluence Institute for Innovative and Creative Strategies in Architecture. Per lei l’architettura è più potente del design. È una cultura unica a sé stante.

Collocare nuovi usi in edifici esistenti è una parte normale del lavoro di un architetto. Inserire un uso contemporaneo in una struttura altamente sensibile e protetta – il teatro dell’opera del XIX secolo, del Secondo Impero e delle Belle Arti di Parigi di Charles Garnier – richiede abilità creativa, coraggio e know-how materiale. Consentito solo di toccare il pavimento, questo “rompi regole” crea una parete di vetro sinuosa, rendendo il vetro “no”, aumentando l’illusione. La storica cupola doveva essere vista, non nascosta. La sua struttura in acciaio artigianale, i cantilever, il gesso modellato sono inserimenti coraggiosi. La panca sinuosa reinterpreta il lusso contemporaneo, usando il colore per aggiungere drammaticità.

Architetti Taka
Rogelio Salmona, Centro Comunal y Recreativo Nueva Santa Fe, Bogotá, Colombia
Rogelio Salmona, il più importante architetto colombiano del XX secolo, è noto per la sua maestria nella muratura e nel place-making. Salmona attinge a influenze colombiane, europee, precolombiane e contemporanee per creare ricche singolarità. Il suo lavoro è contemporaneamente locale e straniero, sia in termini di tempo che di luogo. Sta lavorando nel Freespace del tempo e della memoria, costruendo su strati culturali ereditati, intrecciando l’arcaico con il contemporaneo.

Loom è un riconoscimento della generosità dello spazio libero di un patrimonio culturale comune, prodotto e condiviso quando gli architetti realizzano edifici. Loom è una risposta costruita a un’opera specifica di Salmona – il Centro Comunal y Recreativo Nueva Santa Fe. L’oggetto costruito intreccia il fascino di Salmona per l’architettura precolombiana e il nostro affetto per il suo lavoro. Guardando attraverso la lente dell’architettura di Salmona, le suggestioni personali (irlandesi e non) che incombono nella nostra memoria, sono chiamate a vedere e intrecciarsi con la sua opera.

Talli Architettura e Design
Tila
La Tila House di Helsinki, come tipologia trasformativa per l’abitazione in quanto fornisce agli occupanti lo spazio libero per abitare un dato volume in una varietà di modi diversi, comunica un quadro estremamente creativo per la vita. Le strutture ei servizi comuni sono forniti, ma gli spazi abitativi privati ​​sono offerti all’abitante come un guscio incompiuto. Le mosse strategiche sono l’invenzione del progetto e la fornitura di generosi doni spaziali all’utente. Comunicano una storia ricca, il risultato finale di un percorso complesso e impegnativo per gli architetti.

Lo scheletro strutturale e le ossa dell’edificio facilitano la libera abitazione. Un volume alto 5 m è fornito in tutto. La struttura primaria è progettata in modo che ogni abitante possa costruire spazi soppalcati. I regolamenti edilizi sono abilmente navigati. Spazi di circolazione comuni e accesso al ponte coperto generano un’atmosfera conviviale. La mostra crea uno spazio domestico intimo all’interno del quale questa storia si rivela in due atti: la cornice per l’abitare e la storia dell’occupazione. Questi architetti si sono liberati dai normali metodi restrittivi di fornire luoghi per vivere, sfidando l’approccio tipico allo sviluppo, determinati a dimostrare che le alternative sono possibili.

Tezuka Architects
Asilo Fuji
Il Fuji Kindergarten è esposto a Venezia come un’esperienza interattiva vivente, che invita al coinvolgimento sia emotivo che intellettuale. Il Fuji Kindergarten è stato costruito nel 2007 e Tezuka ha continuato a costruire molti spazi di gioco e scuole per bambini. Il tema del gioco è centrale sia per gli adulti che per i bambini. Questo delizioso progetto mostra l’architettura come uno strumento per celebrare l’energia illimitata dei bambini. La forma ovale dell’edificio, le barriere apparentemente invisibili, l’integrazione degli alberi, lo spazio libero del tetto, si combinano per mostrare la capacità dell’architettura di liberare il corpo e lo spirito.

La proiezione della vita e dei suoni dell’edificio sul tetto ovale del modello porta le risate dei bambini nelle Corderie. In Nuova Zelanda hanno sostituito una scuola distrutta dal terremoto con una struttura in legno antisismica informata dagli edifici in legno della Nuova Zelanda. Il loro progetto Ring Around a Tree è una struttura di gioco poetico lirico che avvolge dolcemente il tronco dell’albero e la chioma di foglie e rami. Il loro recente Asahi Kindergarten costruito su un pendio mostra i bambini che si arrampicano sotto, sopra e dentro la robusta struttura in legno che deve sembrare una specie di casa sull’albero magica, uno spazio libero dell’immaginazione.

Toyo Ito & Associates, Architetti
Natura virtuale
Toyo Ito ha sempre sorpreso, ispirato e rinfrescato dalla natura continuamente progressiva e stimolante degli spazi e degli edifici. Gli spazi riflettono la filosofia dell’architetto che l’architettura è per gli esseri umani. Afferma che i suoi edifici sono progettati per avere un bell’aspetto, non quando sono vuoti, ma quando sono abitati da umani. C’è un desiderio di fondo di stabilire connessioni con la natura, attraverso la struttura, o attraverso la creazione di luce increspata o riflessa come quando si è circondati da alberi. Le sue strutture sono straordinariamente innovative come si vede ad esempio nella Sendai Mediatheque, dove tubi simili a tronchi d’albero creano una sorta di foresta strutturale.

Alla Biennale Architettura 2018 realizza uno spazio “libero dall’ego dell’architetto”. Non vuole che le persone vivano lontane dalla natura, rispondendo al tema Freespace, il suo progetto in cui i visitatori possono sentire la natura nonostante lo spazio sia artificiale. Uno spazio che offre pace e tranquillità nel mezzo della vivace mostra Corderie, uno spazio in cui il visitatore può provare un senso di unione. Questo rappresenta il ruolo chiave dell’architettura. C’è un senso di liberazione nei suoi edifici, dove le persone possono trovare il proprio posto all’interno della comunità degli utenti.

Valerio Olgiati
Esperienza dello spazio
Valerio Olgiati inserisce nello spazio delle Corderie un grappolo sciolto di colonne bianche. La massa stoica delle colonne delle Corderie contrasta con le nuove colonne più effimere. Come in un tempio greco, c’è abbastanza spazio per muoversi nei vuoti. Uno spazio già pieno di colonne viene riempito con ancora più colonne per aumentare la consapevolezza della qualità esistente delle Corderie.

Questa installazione è molto rappresentativa dell’opera di Olgiati. Ogni progetto è un esercizio di intensa focalizzazione su un elemento specifico dell’architettura. Questo elemento potrebbe avere a che fare con uno spazio, un’atmosfera, un materiale, una struttura. Ciò che ne risulta è un artefatto che incarna un’intensità di pensiero. Credendo nell’universalità di idee e concetti come punto di partenza e nella capacità dell’architettura di portare una nuova coscienza alle condizioni esistenti, l’estraneo informa il familiare. Promuovendo l’interesse per l’epistemologia – risalendo ai primi principi nello studio del linguaggio e delle idee architettoniche – il distillato del pensiero prima dell’azione, la qualità materiale dell’architettura, la logica della struttura, l’atelier Olgiati è presentato qui adiacente a Experience of Space .

Architetti vettoriali
Nave di collegamento
La Seashore Library di Vector Architects, situata com’è su una spiaggia, in piedi da sola in riva al mare. Il fatto che sia una biblioteca ha aggiunto un altro livello di ricchezza a questo sogno, poiché la Biblioteca come istituzione è uno degli spazi liberi più importanti della nostra società. Il progetto di Vector ha raccontato la meravigliosa storia di come questo “piccolo spazio ha innescato un tale livello di energia sociale”, attirando tremila persone al giorno da tutta la nazione.

I bei disegni esprimono il pensiero, la ricerca, il fare. I disegni sono lavorati, come strumenti consumati, strati di grafite che costruiscono un’energia propria. La mostra è uno spazio costruito che sembra un bozzolo, uno spazio anfiteatro, un luogo di riflessione e calma, di mistero, che rappresenta la qualità di questa meravigliosa Seashore Library. Gli architetti hanno assistito a un livello di utilizzo del tutto inaspettato di questo piccolo edificio, originariamente destinato a settantacinque lettori. In questo caso, l’architettura riflette e soddisfa una “forte sete di nutrimento culturale e spirituale” in un’epoca in cui i valori commerciali sono così preminenti.

Vtn Architects
Stalattite di bambù
la campagna progettuale di VTN per l’integrazione degli alberi in ogni opera architettonica; la loro fiducia nell’effetto positivo degli alberi sugli esseri umani; la loro convinzione nel fare architettura per i poveri e non solo per la minoranza ricca nel mondo; e il loro uso di materiali ecologicamente economici. Il loro lavoro esemplifica numerosi valori espressi, in particolare la considerazione della “Terra come Cliente”.

I disegni per la struttura della stalattite di bambù sono di una bellezza ipnotizzante, specialmente i loro disegni del piano. Appaiono come disegni di rinforzo in acciaio per un tetto di trazione in cemento, che ovviamente coincide con la descrizione di Vo Trong Nghia del bambù come “acciaio verde del 21° secolo”. Il termine stalattite è intrigante e suggerisce che questa struttura è stata concepita come sospesa dal cielo, toccando appena il suolo in punti per non volare via. Il modo in cui il bambù viene lavorato, piegato e legato crea una straordinaria forza indipendente, che necessita solo di essere ancorato. Trasportato a Venezia dal Vietnam, questo visitatore culturale si erge orgoglioso sull’acqua, prestando l’ombra della sua luce screziata, posando come un ballerino dai piedi leggeri,aggiungendo un senso di teatro a questo grembiule di terreno industriale. È un meraviglioso simbolo di un futuro ottimista in architettura.

Walter Angonese, Architetto/Architetto
Übernahme / Consegna / Takeover
Walter Angonese esercita una forza di energia, passione e fede etica nella sua pratica e nel suo insegnamento. Conosciuto per i suoi edifici artigianali, ponderati e sofisticati realizzati principalmente nella sua regione di Bolzano, in Italia, una regione a cui è dedicato, Angonese crede nel ruolo dell’architetto all’interno di piccole comunità e svolge felicemente lavori a tutte le scale. Come insegnante ispira dedizione, curiosità e coraggio.

La mostra prevede una strategia per la rielaborazione di un centro visitatori che ha completato alcuni anni fa. È un processo di rettifica, reclamando la dignità degli spazi danneggiati da interessi commerciali. Parallelamente il lavoro dei dottorandi di questi tre architetti è contenuto nello stesso spazio. È un richiamo alla necessità di prendersi cura dell’architettura e che un uso improprio può distruggere il cuore di un edificio. La presenza dell’installazione è monumentale, stoica, assumendo la persona di guerrieri fermi, fieri. C’è un senso struggente di lottare insieme all’unisono per la protezione dei valori architettonici.

Weiss / Manfredi
Linee di movimento
Weiss/Manfredi mostrano esempi sia storici che contemporanei di “ibridi che collegano più discipline” rispetto a “infrastrutture monolitiche monouso”. L’ibrido in architettura è intrigante perché suggerisce un tipo di organismo che può adattarsi e cambiare senza perdere la sua forma o il suo uso. La capacità degli architetti di creare un approccio aperto al lavoro è allo stesso tempo impegnativa e impegnativa, ma gli esempi che ispirano Weiss/Manfredi rivelano il loro pensiero: Piazza di Spagna di Specchi, River Walk di Plečnik a Lubiana, Brooklyn Bridge Promenade e Galata Bridge a Istanbul . Questi meravigliosi punti di riferimento comunicano immediatamente al visitatore il messaggio chiave, poiché tutti questi esempi sono vivaci connettori sociali, siano essi scale, ponti o passaggi coperti.

L’installazione forma uno spazio ‘alla deriva’ dove tre progetti ibridi di Weiss/Manfredi sono presentati fianco a fianco con i loro precedenti scelti. Questo lavoro conferma la filosofia di Weiss/Manfredi che “non ci sono confini tra città e giardino, arte ed ecologia, infrastruttura e intimità come opportunità abitabili per creare ambienti pubblici duraturi”. C’è un senso di calma autorità sia nel lavoro che nella creazione della mostra. C’è anche un meraviglioso senso di convivialità, gioia e piacere in tutti i progetti presentati, vecchi e nuovi.

Eventi collaterali
Questa edizione presenta ancora una volta Eventi Collaterali selezionati. Promossi da istituzioni nazionali e internazionali senza scopo di lucro, presentano le loro mostre e iniziative a Venezia durante la 16. Mostra Internazionale di Architettura.

Attraverso le città cinesi – La comunità
Università IUAV di Venezia, Promotore: Beijing Design Week
Il terzo capitolo del programma Across Chinese Cities esplora approcci alla pianificazione legati allo sviluppo delle ‘comunità’ come meccanismi che creano nuovi sistemi di appartenenza sociale, economica e spaziale. Promossa dalla Beijing Design Week e curata da Beatrice Leanza (The Global School) e Michele Brunello (DONTSTOP Architettura), la mostra presenta una selezione di casi studio provenienti da contesti urbani e rurali cinesi basati sulla pianificazione integrata, e quindi sulla riconciliazione, su approcci all’organizzazione basati su politiche e comunità con obiettivi di inclusività, responsabilizzazione e creatività collettiva.

Come parte del progetto, il capitolo “Guest City Suzhou” presenta una ricerca condotta da un team di professionisti del design incentrata sul piano di rigenerazione di Pingjiang Road che esplora collettivamente il contesto unico della città di tradizioni preservate come modello per l’implementazione futura.

Borghi d’Italia – Terremoto No(F)
Galleria Paradiso, Promotore: Concilio Europeo dell’Arte
Il nuovo progetto espositivo Borghi d’Italia – NO(F)EARTHQUAKE è dedicato alla preparazione sismica, alla messa in sicurezza del patrimonio artistico e architettonico del nostro Paese e alla rivitalizzazione dei luoghi architettonicamente simbolo: i borghi italiani. Il concetto di Freespace lanciato dai curatori della Biennale Architettura 2018 è quello legato all’idea di uno spazio “libero e sicuro”, in cui chi utilizza o vive gli spazi, in particolare i residenti, può sentirsi “libero”:liberi dalla paura dei terremoti e liberi di tornare a vivere nei luoghi italiani più caratteristici che in questo momento storico rischiano di essere completamente abbandonati a favore dei nuovi centri urbani – nuove civitas – tipicamente costruiti lontano dai luoghi di origine e realizzati in forme del tutto distaccate dai loro contesti storici.

Borghi d’Italia presenta anche “BorgoAlive!” del Consiglio Europeo d’Arte. progetto, che mira alla rivitalizzazione sostenibile di un villaggio e dei suoi dintorni, in cui la conservazione e il restauro di un edificio simbolico del villaggio diventa il mezzo per il riuso e la rigenerazione di un centro storico danneggiato e/o abbandonato. Questa diventa a sua volta un’occasione per valorizzare le risorse artistiche e culturali dei centri urbani minori e del loro hinterland, nonché un’occasione per rilanciare la crescita economica e sociale, lo sviluppo del turismo locale e il ripopolamento dei borghi italiani.

Greenhouse Garden – Rifletti, Proietta, Connetti
Serra dei Giardini, Promotore: Istituto Svedese
Greenhouse Garden: Reflect, Project, Connect è un evento composto da una mostra, un padiglione temporaneo in legno, degli architetti In Praise of Shadows, e una serie di seminari e workshop sull’architettura, l’ambiente costruito e gli obiettivi globali dell’Agenda 2030, come così come l’architettura e il legno possono farne parte. Trame, stampe e proiezioni è il titolo della mostra alla Serra dei Giardini.

Ospiterà una serie di installazioni spaziali su larga scala che sono il risultato di un’indagine sul ruolo contemporaneo e contestato delle rappresentazioni architettoniche e delle loro traduzioni in forma costruita, nell’incontro con la materia dinamica del legno e l’industria manifatturiera. Ciò comporterà esplorazioni architettoniche delle transizioni da disegni architettonici, misurazioni, notazioni e istruzioni virtuali per la produzione alla loro manifestazione materiale utilizzando il legno come materiale primario e viceversa. Incorporate nella storia della pratica architettonica, diverse modalità digitali e analogiche di rappresentazione architettonica continuano ad essere tecniche per comprendere e indagare la disciplina dell’architettura.

Visioni sonore primordiali
Ca’ Foscari Esposizioni, Promotore: Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA)
Primal Sonic Visions mira a risvegliare un senso di meraviglia per i nuovi suoni e forme di energia tra il pubblico attraverso il potere e la bellezza primordiali delle fonti di energia eolica, solare, idroelettrica e termica. Il famoso artista del suono internazionale Bill Fontana, attraverso opere d’arte multimediali ad alta risoluzione, esplora molti degli importanti tipi di sistemi di energia rinnovabile da una varietà di posizioni geografiche che celebrano gli aspetti visivamente e sonoramente avvincenti di questi sistemi in cui la Terra è sia cliente che architetto.

Quando le persone entrano nello spazio, incontrano un’esperienza emozionante che in un primo momento infonde un senso di meraviglia, e in seguito si trasforma in un profondo riflesso del potenziale e della potenza di queste fonti di energia utilizzate per garantire un futuro più luminoso per il nostro pianeta. Questo lavoro arriva in un momento particolarmente cruciale in quanto gli effetti negativi del cambiamento climatico stanno diventando sempre più evidenti. Questo lavoro è una collaborazione tra l’artista e IRENA in un unico tentativo sonoro e visivo di focalizzare l’intuizione del pubblico e risvegliare una reazione emotiva globale all’ambiente. La mostra includerà anche un’opera d’arte multimediale con il nuovo sistema di barriere antialluvione per Venezia, MOSE.

RCR. Sogno e Natura_Catalogna a Venezia
Sede: Cantieri Navali, Castello, Promotore: Institut Ramon Llull
Lo studio RCR è stato insignito del prestigioso Pritzker Architecture Prize nel 2017. Alla luce di questo riconoscimento internazionale, presentiamo una mostra che introduce l’universo più intimo di Rafael, Carme e Ramon. La Biennale Architettura funge da catalizzatore per tutti i professionisti che la frequentano per inseguire ispirazioni, sogni e intuizioni. Per questo è così affascinante (e un tale esercizio di generosità) che menti estremamente sensibili come quelle di Rafael, Carme e Ramon condividono i loro sogni e le aspirazioni più illuminate. A Venezia, per la prima volta in assoluto, presentiamo i sogni di RCR. Un’utopia in costruzione.

Salon Suisse: En marge de l’architecture
Sede: Palazzo Trevisan degli Ulivi, Promotore: Swiss Arts Council Pro Helvetia
Nella lunga storia dell’architettura, tali momenti si sono sempre rivelati più fecondi quando il discorso si è aperto a intuizioni esterne, a idee e invenzioni di altre discipline scientifiche e artistiche. Oggi, alla luce dei rapidi e fondamentali cambiamenti della società, dell’economia e della politica, è tempo di ripartire.

Se l’architettura è un’isola nell’arcipelago delle discipline artistiche e scientifiche, il Salon Suisse 2018 è una nave che ha lasciato il porto. Dalle coste straniere, guarderemo indietro all’architettura ed esploreremo la sua rilevanza culturale e sociale oggi. In questo viaggio di scoperta incontreremo filosofi e antropologi, scrittori, musicisti e artisti, comparatisti e ricercatori sociali. Discutendo del loro lavoro e del suo legame con l’architettura, il Salon Suisse aprirà nuove prospettive, non solo sulle potenzialità dell’architettura nel 21° secolo, ma anche sulle connessioni nascoste che sono sempre esistite tra le diverse discipline.

Il caso
Collegio Armeno Moorat, Promotore: Governo Scozzese
The Happenstance istituisce un Freespace nel giardino nel cuore di Palazzo Zenobio, come luogo per costruire insieme nuove possibilità per le libertà che abbiamo urgentemente bisogno di rivendicare – e dimostrando cosa può essere costruito attraverso la mappatura delle connessioni, mettendo insieme bisogni, risorse e idee di Spazio libero sia in Scozia che a Venezia. Lo spazio funge da archivio attivo (The Living Library of Ideas), dove un team di Artisti e Architetti, esperti del gioco, incoraggia tutti a una relazione vitale con l’ambiente costruito, utilizzando il gioco come agente attivo nel processo di ripensamento e reclamando il loro Freespace.

Al centro di Zenobio troverai un focus sui giovani, le loro capacità, i loro bisogni e la loro immaginazione imbrigliati per potenziare questa energia in tutti noi. Il nostro programma dal vivo include l’animazione di altri spazi della città. Allo stesso modo, le proiezioni di Outdoor Cinema si concentrano su esempi stimolanti di individui, organizzazioni e situazioni che sottolineano il tema della Biennale Architettura di quest’anno. Abbiamo una proposta per il visitatore del nostro giardino: aspettati di essere fortunato. Questa è l’arte di Happenstance.

Architettura non intenzionale
Arsenale, Promotore: Ufficio per gli affari culturali del governo della RAS di Macao; Museo d’Arte di Macao
La parola “spazio libero” illustra il paesaggio mutevole “interattivo” e l’intricato rapporto tra le persone e lo spazio. A causa del passare del tempo, del cambiamento delle dinamiche sociali e dell’immaginazione dello spazio tra generazioni, gli spazi stagnanti si sono trasformati in spazi con vitalità e aroma locale. L'”interazione” tra le persone e lo spazio assume un significato profondo, che abbiamo chiamato Unintend Architecture.

Macao, una città sempre più internazionalizzata e densamente popolata di grattacieli, si potevano ancora trovare frammenti di architettura non voluta, sparsi nelle abitazioni densamente popolate, nascosti nei tranquilli giardini urbani, evasi nel vivace bazar e lampeggianti nei vecchi trampolini di lancio. La nostra mostra di architettura ha appositamente selezionato le “carte da gioco” come componente di base del nostro design, che simboleggia la rapida crescita dell’economia a Macao. Manipolando “carte da gioco” in diverse forme e combinazioni, Unintended Architecture sarà ri-illustrato in maniera astratta.

Tessuto verticale: densità nel paesaggio
Arsenale, Promotore: Hong Kong Arts Development Council
Vertical Fabric: Density in Landscape, dimostra le condizioni urbane di Hong Kong ed esplora lo spazio libero attraverso le torri. 100 espositori, tra cui architetti di Hong Kong e d’oltreoceano, sono invitati a progettare le loro torri di spazio libero, facendo dichiarazioni sulla tipologia delle torri nella città verticale. 100 modelli di torri bianche di 2,0 metri di altezza sono aperti ai 100 espositori per ridefinire il potenziale spaziale mantenendo il suo involucro come forma urbana collettiva.

La mostra manifesta l’innovazione entro i limiti mentre genera spazi straordinari dall’ordinario. Installando 100 torri che marciano lungo il cortile che si estende nelle sale espositive, la sede illustra la compattezza della forma urbana di Hong Kong e fornisce una piattaforma di dialogo con il mondo, plasmando un discorso sull’urbanistica e l’architettura verticale di Hong Kong. Fornisce inoltre agli architetti l’opportunità di ripensare il design della torre oltre, incubando visioni quando si affrontano le sfide globali nella tecnologia, nell’ambiente e nella società.

Vivere con il cielo, l’acqua e la montagna: creare posti a Yilan
Palazzo delle Prigioni, Promotore: China National Taiwan Museum of Fine Arts
L’espositore Architetto Sheng-Yuan Huang ha affermato che “la ricerca della libertà” è servita alla sua filosofia fondamentale dell’architettura ed è stata condivisa con i suoi colleghi di Yilan come il valore fondamentale che sta dietro ogni creazione. Per loro, la “libertà” non è un concetto astratto e la loro “libertà” ha permesso loro di contribuire con i loro sforzi alla loro società entro 15 minuti di distanza in auto nella loro vita reale.

La mostra sarà presentata con i seguenti temi: condensare memorie sociali-interventi attraverso il tempo; impostare una tettoia di riferimento come nuova linea di riferimento; ritorno al continuum terra in sospensione di tempo. Questi tre temi si concentravano sulla creazione di spazi pubblici, tra cui il Canopy in scala unban, il Vascular Bundle Scheme e il Cherry Orchard Cemetery. Il risultato di questi lavori si basava sull’apprendimento da residenze locali e ambienti naturali con un certo periodo di tempo per plasmare con cura la vita quotidiana di tutti.

Giovani architetti in America Latina in
CA’ASI, Cannaregio, Promotore: Associazione CA’ASI 1901
La mostra sottolinea l’importante ruolo svolto dal mondo latinoamericano oggi, come si vede in tutta la sua architettura contemporanea. In occasione della 16a Biennale Internazionale di Architettura, il CA’ASI aprirà le sue porte agli architetti emergenti dell’America Latina per sottolineare la creatività, l’originalità e l’impegno sociale della loro nuova architettura, e per aiutarla a ottenere un riconoscimento mondiale. Architecture-Studio ha costituito l’Associazione CA’ASI per promuovere il dialogo tra architettura, arte contemporanea e visitatori della Biennale.

Premio Architettura Giovani Talenti 2018
Palazzo Mora, Promotore: Fundació Mies van der Rohe
Il Young Talent Architecture Award (YTAA) è promosso dalla Fundació Mies van der Rohe con il sostegno di Creative Europe come estensione del Premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea – Premio Mies van der Rohe. La Fundació Mies van der Rohe promuove il dibattito e la consapevolezza sui temi legati all’architettura e all’urbanistica contemporanea e, con la YTAA, mira a sostenere il talento di architetti, urbanisti e paesaggisti neolaureati che saranno responsabili della trasformazione del nostro ambiente nel futuro.

L’Evento Collaterale sarà una mostra completa che presenterà i progetti dei lavori finalisti di YTAA 2018 inclusi i 12 finalisti e, tra questi, i 4 vincitori. Insieme a immagini e disegni, verranno utilizzati anche video per spiegare i progetti di laurea. I vincitori del YTAA saranno premiati nel corso di una cerimonia di premiazione che si terrà a Venezia il 20 settembre 2018. La cerimonia sarà inoltre completata da un dibattito sui principali temi dell'”Anno Europeo del Patrimonio Culturale” organizzato dall’Associazione Europea Commissione e quelle questioni che sorgeranno dai risultati di YTAA. Il dibattito conterà con i vincitori, i membri della giuria, un numero di partecipanti Future Architecture Platform e altri ospiti.

Progetti speciali
Due i Progetti Speciali alla Biennale Architettura 2018: uno è il Forte Marghera Special Project di Mestre, a cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, costituito da un’installazione degli architetti Sami Rintala e Dagur Eggertsson, realizzata anche per ospitare una serie di eventi in programma a Forte Marghera.

Un altro è il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate nelle Sale d’Armi in Arsenale, riflette sul futuro dell’edilizia sociale presentando un frammento del complesso di edilizia sociale, Robin Hood Gardens, progettato da Alison e Peter Smithson East London e completata nel 1972. Rinnovata per il terzo anno consecutivo, la collaborazione tra La Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra ha reso possibile questa mostra curata da Christopher Turner e Olivia Horsfall Turner.

Incontri
La Biennale Architettura 2018 è stata accompagnata per tutta la sua durata da un programma di conversazioni: Incontri sull’Architettura, a cura di Farrell e McNamara, sono un’occasione per discutere le diverse interpretazioni del Manifesto FREESPACE e per ascoltare le voci dei protagonisti della Mostra.

Il programma degli Incontri è completato dai contributi dei Paesi Partecipanti e da un calendario di conferenze organizzate in collaborazione con istituzioni internazionali come la London School of Economics/Cities e Alfred Herrhaussen Gesselschaft, e con il Victoria and Albert Museum di Londra. Infine, l’Archivio Storico della Biennale di Venezia presenta un incontro incentrato sull’architettura negli archivi.