Filosofia del Rinascimento

La designazione della filosofia rinascimentale è usata dagli studiosi di storia intellettuale per riferirsi al pensiero del periodo che corre in Europa all’incirca tra il 1355 e il 1650 (le date si spostano in avanti per l’Europa centrale e settentrionale e per aree come l’America spagnola, l’India, il Giappone e La Cina sotto l’influenza europea). Si sovrappone quindi sia alla filosofia del tardo medioevo, che nel quattordicesimo e quindicesimo secolo è stata influenzata da figure notevoli come Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Guglielmo di Ockham e Marsilio di Padova, e la filosofia dei primi moderni, che convenzionalmente inizia con René Descartes e la sua pubblicazione del Discourse on Method nel 1637. I filosofi di solito dividono il periodo meno finemente, saltando dalla filosofia medievale alla prima moderna, partendo dal presupposto che nessun cambiamento radicale di prospettiva ha avuto luogo nei secoli immediatamente prima di Descartes. Gli storici intellettuali, tuttavia, prendono in considerazione fattori come fonti, approcci, pubblico, lingua e generi letterari oltre alle idee. Questo articolo esamina sia i cambiamenti nel contesto e il contenuto della filosofia rinascimentale e le sue notevoli continuità con il passato.

Punti di partenza del nuovo modo di pensare
Di solito il Rinascimento è il tempo del 15 ° e 16 ° secolo, con l’inizio e la fine del periodo che si estende oltre. È un’epoca di boom economico nelle città e nelle grandi case commerciali (anseatica, fuggiasca, mediceo) e nell’età delle scoperte. È il momento in cui la borghesia ha acquisito sempre più peso e adottato l’istruzione. Innovazioni tecniche come l’ulteriore sviluppo della bussola, la polvere da sparo, gli orologi da ruota del peso (circa 1300) e gli orologi primaverili (circa 1400), una crescita pronunciata nell’estrazione del minerale a causa del Münzrechte che i sovrani a causa del toro d’oro di Carlo IV di la IV., e anche l’invenzione della macchina da stampa (circa 1450) mostrano il tremendo spirito di ottimismo in questo momento. La crescente debolezza della Chiesa contro l’Impero emerge nell’esilio papale ad Avignone (1309-1377), nel grande scisma (1378-1417) e nei successivi concili di Costanza e Basilea.

Le radici della devozione rinascimentale risalgono al 13 ° secolo. Le università hanno sostituito in numero crescente le scuole monastiche e cattedrale. L’educazione ha ampliato e con Artes liberales anche la conoscenza filosofica generale. Tra i filosofi, Scoto (1266-1308) sostenne una più netta separazione tra fede e ragione, aprendo la porta alla “via moderna” del nominalismo di Ockham (1285-1349). Tra gli importanti innovatori troviamo Roger Bacon (1214-1294), secondo cui la scienza è strettamente separata dalla teologia ed empirica con esperimenti e la matematica deve essere gestita, Petrus Peregrinus, che per primo descrisse la polarità della bussola, Dietrich von Freiberg (circa 1245- 1318) esplorazione dell’arcobaleno o Marsilio di Padova (1275-1343), nel libro Defensor Pacis (difensore della pace) per una società repubblicana entrò nella chiesa in esso e dopo la sua condanna da parte del papa così come Ockham con Louis la protezione bavarese a Monaco doveva cercare. In un periodo di crescita e sempre più indipendente dalla Chiesa delle città italiane, soprattutto, sono stati i poeti e gli artisti che hanno usato gli spazi liberi e sviluppato le proprie vedute sul mondo.

Da menzionare tra i poeti sono, in particolare, Dante Alighieri (1265-1321), ancora fortemente legato al pensiero medievale, con la sua Divina Commedia e il suo saggio sulla filosofia dello stato Monarchia, Petrarca (1304-1374), che fu uno scrittore critico dell’umanesimo nella Scolastica e l’aristotelismo (riguardo la sua e molte altre ignoranze) e il suo amico fiorentino Boccaccio (1313-1375), considerato il fondatore della novella italiana.

Importante per lo sviluppo a Firenze fu anche Coluccio Salutati (1331-1406), che conosceva personalmente Petrarca, aveva un’intensa conoscenza della letteratura romana e, come cancelliere, sosteneva l’umanesimo e la libertà civile. Tra gli altri Salutati ha istituito una cattedra per la lingua greca. Il suo allievo Leonardo Bruni (1369-1444) fu anche il suo successore. Bruni divenne noto attraverso le traduzioni di Platone, Aristotele e altri filosofi greci e persino scrisse testi letterari. Più tardi noti scrittori del Rinascimento sono Torquato Tasso (1544-1594), François Rabelais (1494-1553), Erasmo da Rotterdam (1466-1536) e Philipp Melanchthon (1497-1560) e non meno di William Shakespeare.

Sono diventato famoso nelle arti u. un. come pioniere del pittore Giotto (1267-1337), amico di Dante, eccezionale scultore Donatello (1386-1466), pittore Sandro Botticelli (1445-1510), famoso per le sue allegorie e le pitture della mitologia greca, il genio universale Leonardo da Vinci (1452-1519), che eccelleva non solo nell’arte ma anche nella tecnica, nell’architettura, nell’anatomia e in altri campi; inoltre Hans Holbein (1465-1524), Albrecht Dürer (1471-1528), Michelangelo Buonarroti (1475-1564), Tiziano (1477-1576) o Raffaello (1483-1520). Tutti hanno unito l’ideale dell’unione tra antichità e natura, che li ha portati a rappresentazioni sempre più naturalistiche.

Rinascita del neoplatonismo
È consuetudine, tuttavia, dare il via alle prime richieste umanistiche, preludio al Rinascimento, con un autore trecentesco: Francesco Petrarca (1304-1374). In lui, il primo tra i moderni, c’è già il disaccordo tra la prospettiva religiosa medievale e la riscoperta dell’uomo, tipica dell’Umanesimo. In Petrarca si annuncia in breve quella che sarà una costante del successivo pensiero umanista e poi rinascimentale, cioè il tentativo di riconciliare Agostino, Cicerone, Platone, per mantenere il pensiero cristiano unito, l’humanae litterae latino e la filosofia greca classica.

Da allora l’uomo divenne il centro dell’attenzione che la cultura precedente sembrava non avergli concesso, così che il suo lavoro nel mondo iniziò ad acquisire un nuovo significato basato sull’ideale dell’homo faber. Il rinnovato interesse per i classici rivelerà anche una molteplicità di orientamenti culturali che porteranno essenzialmente a due tendenze del pensiero: uno che si riferisce ad Aristotele, interpretandolo in modo naturalistico, in contrasto con il senso religioso con cui aveva letto San Tommaso ; l ‘altro che si riferisce a Platone e ai neoplatonici (Plotinusin particolare), in cui troviamo, oltre al già citato Petrarca, anche Coluccio Salutati e Leonardo Bruni.

Ma fu soprattutto quest’ultima, quella neoplatonica, a godere di una grande rinascita, a causa di una forte polemica anti-aristotelica, che descriveva Aristotele come un pensatore antico e pedante, e grazie alla riunificazione tra le Chiese orientali e orientali. Occidente (avvenuto nel 1438), che riunì un gran numero di intellettuali e studiosi bizantini in Italia, in particolare a Firenze, che favorì la riscoperta degli studi classici greci; il più noto di loro era il maestro Pletone. L’immigrazione di studiosi orientali fu poi anche incoraggiata dalla caduta di Costantinopoli nel 1453. Una caratteristica dei filosofi del Rinascimento era la loro tendenza a identificare il platonismo con il neoplatonismo, una peculiarità tipica di tutto l’umanesimo e il Rinascimento. Solo nel diciannovesimo secolo fu possibile distinguere il pensiero di Platone da quello di Plotino; nel XV secolo, infatti, il platonismo significava una corrente filosofica complessa e molto complessa, che abbracciava non solo Platone, ma anche Neoplatonico come Agostino e Duns Scoto, così come le tradizioni orfiche e pitagoriche. Lo stesso Aristotele era fondamentalmente incluso; la polemica contro di lui era diretta più verso il moralitismo e un certo modo di intendere l’aristotelismo, specialmente quello delle scuole, per il resto di Platone e Aristotele, si cercavano concordanze e divergenze.

La riscoperta dei classici significava, tra le altre cose, non tanto una semplice acquisizione dei testi antichi, quanto un modo diverso di leggerli, preoccupati di ricostruirli storicamente e sottoporli a uno screening critico rigoroso. Fu in questo modo che si diffuse la passione per la filologia, una tendenza presente soprattutto nell’attività di Lorenzo Valla. L’interesse per la pedagogia non può essere trascurato neanche, mirando non a un’educazione professionale, ma a formare il giovane nella sua interezza, attraverso uno sviluppo armonioso di tutti i doni umani, sia fisici che spirituali, facendo di ogni individuo un’opera d’arte, un tentativo compiuto di sapere modellare la tua vita mentre l’artista modella il suo lavoro. Questo amore per la bellezza è nato dal prevalere delle tendenze ideali legate proprio al neoplatonismo. L ‘amore, la libertà, la sete dell’infinito, erano esaltati come valori assoluti, simili a ciò che accadrà nel Romanticismo. Inizialmente avverso al naturalismo, che sembrava dimenticare il vero valore del mannoplatismo, esaltava la bellezza dell’Idea, opposta alla bellezza sensibile e alla quale può essere raggiunta solo attraverso il pensiero e i sensi superiori. L’amore in particolare Platonico era inteso come un modo per elevarsi alla perfezione e alla contemplazione di Dio. Purezza e spiritualità erano quindi le qualità che meglio si adattavano al vero amore.

Nicola Cusano e Marsilio Ficino furono indubbiamente i più importanti neoplatonici, i quali, alla precedente prospettiva medievale rivolta al Trascendente e espressi nella sua forma estrema dal gotico, sostituirono una religiosità che guarda piuttosto al divino presente nell’uomo e nel mondo .. Secondo Cusano, l’individuo umano, nonostante sia una piccola parte del mondo, è una totalità in cui tutto l’universo è contratto. In effetti, l’uomo è l’immagine di Dio che è “implicatio” di tutti gli esseri così come nell’unità. I ​​numeri numerici sono potenzialmente impliciti, mentre l’Universo è invece la “explanatio” dell’Essere, cioè l’esplicitazione di ciò che è presente al potere in unità. L’uomo è quindi un microcosmo, un dio umano. Cusano fu anche tra i primi a concepire l’universo, già nella prima metà del XV secolo, senza limiti spaziali e quindi senza circonferenza che lo delimita.

Che non vi sia conflitto tra platonismo e cristianesimo fu anche la convinzione di Ficino, che concepì il platonismo come una vera preparazione per la fede, nominando la sua opera teologica più famosa. Il tema dell’eros diventa Ficino un motivo filosofico centrale: l’amore è la stessa espansione di Dio nel mondo, la causa per cui Dio “riversa” nel mondo, e per il quale produce negli uomini il desiderio di ritornare a lui. Al centro di questo processo circolare c’è quindi l’uomo, la vera copula mundi, che detiene gli estremi opposti dell’universo a sé stante, e come in Cusano è uno specchio di quell’Uno (inteso come trama) da cui proviene tutta la realtà . Qui, tuttavia, notiamo come Ficino usi il concetto platonico di Eros attribuendo ad esso un significato cristiano, poiché, a differenza di Platone, l’amore è prima di tutto un attributo di Dio, il movimento di Dio che discende nel mondo, e non solo il tensione inquieta dell ‘anima umana che vuole salire su di lui. Ficino fu anche uno dei personaggi più attivi dell’Accademia neoplatonica di Firenze, che divenne il motore del neoplatonismo rinascimentale: commissionato da Cosimo de ‘Medici, fu un cenacolo di filosofi e studiosi fiorentini riuniti nella villa medicea di Careggi (vicino Firenze), e voleva significare la riapertura dell’Antica Accademia ateniese di Platone (che fu chiusa nel 529 d.C.), per promuovere la rinascita della dottrina del grande filosofo greco.

Un altro esponente principale dell’Accademia Platonica fu Pico della Mirandola, che tuttavia cercò di riconciliare il neoplatonismo con l’aristotelismo e le concezioni mistiche legate alla cabala ebraica, unendole in una linea di continuità secondo un ideale di concordia universale. Lui, nell’Oratio de hominis dignitate, attribuisce all’uomo la dignità di essere l’artefice del proprio destino. Per l’uomo, infatti, Dio offre il dono della libertà: mentre in altre creature tutto è già stato dato come una qualità definita e stabile, all’uomo è permesso di farsi e inventarsi nelle forme che sceglie.

Filosofi importanti
Fu anche l’ambiente repubblicano fiorentino dei Medici, in cui si arrivò alla soluzione dell’aristotelico scolastico, come il Georgios Gemistos Plethon (1355-1450), un accanito sostenitore e traduttore di Platone, di Bisanzio nel corso del Concilio di Influenza da Ferrara a Firenze. Il suo allievo fu Marsilio Ficino (1433-1499), figlio del medico di Cosimo de Medici, che fu caratterizzato in particolare dalle traduzioni di Platone. Ficino ha provato Platonico e Neoplatonico. Collega il pensiero agli insegnamenti cristiani e ritiene che nella somiglianza di entrambi i mondi di pensiero si esprima che esistono verità eterne di fede (teologia naturale). L’anima si sforza che Ficino ascenda nel divino spirituale. La volontà e l’amore come espressioni della volontà serviranno come determinanti forze motrici. Come allievo di Plethon Bessarion (1403-1472) si era trasferito in Italia e dopo la conversione alla Chiesa latina si era trasferito e aveva assunto come Cardinale un’estesa biblioteca una parte importante nello sviluppo di Platone e di altri testi dell’antica Grecia. La sua preoccupazione era la connessione dei pensieri platonici e aristotelici con la fede cristiana. Pico della Mirandola (1463-1494) sosteneva la dignità dell’uomo, che si trova principalmente nell’educazione. Dio ha creato il mondo, ma non ci lavora, in modo che l’uomo debba aprirsi alla natura. Pico ha sostenuto un accordo tra ellenismo, cristianesimo ed ebraismo. Le sue 900 tesi, che egli mise in disputa a Roma, furono bandite dal Papa e sfuggirono all’Inquisizione solo attraverso la protezione dei Medici, attraverso la quale raggiunse Parigi via Parigi. A differenza di molti altri umanisti del Rinascimento, Pico considerava il contenuto degli insegnamenti filosofici più importante della forma esteticamente bella.

Un ruolo particolare è interpretato da Nicholas of Cusa (Cusa) (1401-1464) associato a una particolare inclinazione per la matematica e le scienze naturali già come cardinale e vescovo di Bressanone, molto precocemente nel campo dell’epistemologia formulata tanto più tardi in Kant è stato formulato. Per lui, la matematica degli oggetti dell’esperienza era il risultato delle interpretazioni dell’uomo, che egli genera con il suo stesso pensiero. Questa è la realtà creata dall’uomo e non esiste indipendentemente da lui. L’uomo è la misura di tutte le cose, perché con il suo spirito trasforma tutte le cose in essere concettuale. Nella gerarchia delle creature di Dio, l’uomo viene prima di tutto: “Ma la natura umana è quella esaltata sopra tutte le opere di Dio, e solo un po ‘degradata tra gli angeli, che riempie la natura spirituale e sensuale, e rimpicciolisce tutto nella sua interezza così che era conosciuto dagli antichi microcosmo o dal piccolo mondo. “(De docta ignorantia III 3) Inoltre, la concezione dell’infinito spazio-temporale dell’universo è già presente in Cusano. Dio come unità dell’infinito si riflette nella coincidenza dell’opposto (finito – infinito) nella ragione (coincidentia oppositorum).

Con Lorenzo Valla (1407-1457), ci fu anche in Italia nella successione di Petrarca un noto umanista, che divenne famoso attraverso le prove insieme alla prova di Cusano che la donazione di Costantino era una truffa. In Valla, che deteneva la posizione di scrittore apostolico in Laterano, erano in primo piano le domande sulla libertà della volontà umana e il bene supremo. Era particolarmente preoccupato per la rinascita di Cicerone e anche valutato positivamente il piacere.

L’umanesimo aveva anche importanti rappresentanti a nord delle Alpi. Rudolf Agricola (1443-1483), umanista e pedagogo, influenzò la retorica con il suo saggio sul metodo dialettico del pensiero, chiedendo che gli argomenti non solo fossero veri ma anche ragionevolmente comprensibili. Gabriel Biel (1415-1495) era ancora molto vicino alla scolastica, ma sviluppò idee progressiste per l’economia e prezzi equi. Johannes Reuchlin (1455-1522), allievo di Angelo Poliziano e influenzato da Nicola di Kues, fu un rappresentante del platonismo rinascimentale. Ha insegnato nelle università di Ingolstadt e Tubinga e ha agito come oppositore di Lutero. È entrato in conflitto con il Papa perché si è opposto alla proibizione dei libri ebraici. Juan Luis Vives (1492-1540), che vide nella scienza un progresso nel cristianesimo, sostenne un’educazione orientata alla conoscenza naturale moderna. L’eccezionale figura dell’umanesimo del Rinascimento settentrionale fu Desiderius Erasmo da Rotterdam (1466-1536), anch’egli un avversario di Lutero, che considerava eccessivo. Era in contatto con l’Accademia Platonica di Firenze, conosceva bene Tommaso Morus e sosteneva la tolleranza religiosa, il divieto al nazionalismo e alla guerra e l’educazione basata su fondamenta antiche e cristiane. Contrariamente a lui e anche a Lutero, con il quale era tuttavia strettamente connesso, Philipp Melanchthon (1497-1560) cercò di unire le idee fondamentali della Riforma con la filosofia di Aristotele per trovare un equilibrio tra ragione e rivelazione. Per la scoperta di nuove conoscenze con una deviazione dalla logica aristotelica entrò in Francia Petrus Ramus (1517-1572), che fu assassinato nella notte di San Bartolomeo. Per il medico Paracelso (1493-1541) è più probabile il predicato Mystic, ma ha anche l’influenza Naturphilosophie. Lo stesso vale per Jacob Böhme (1575-1624), per il quale Dio appare come vita, forza e volontà, e che deve la sua alta fama alla sua difesa della libertà individuale e all’enfasi sul libero arbitrio.

Uno dei rappresentanti più letterari del Rinascimento è il libero pensatore Michel de Montaigne (1533-1592), che nei suoi saggi, che sono ancora interessanti in termini di contenuto e linguistica, rappresentava un atteggiamento piuttosto scettico nei confronti della ragione e della conoscenza. Ha affrontato una varietà di argomenti come letteratura, filosofia, morale o educazione. Ha seguito lo Stoa nel disprezzo degli esterni. Era critico della superstizione scientifica, dei dogmi e dell’arroganza umana su altre creature naturali. Il suo allievo Pierre Charron (1541-1603) è particolarmente noto per il suo lavoro filosofico-morale. Francisco Sanches (1550-1623), originario del Portogallo e residente in Francia, prese uno scetticismo pragmatico a una distanza critica dall’aristotelismo.

La filosofia politica cominciò anche a muoversi nel Rinascimento. Niccolò Machiavelli (1469-1527), che ha servito come consigliere politico durante l’esilio dei Medici (1494-1512) a Firenze, è un precursore con una visione molto indipendente. Ha sviluppato un’immagine piuttosto scettica dell’uomo, che per lui è principalmente orientato verso i suoi bisogni e desideri e segue ideali meno umanistici. Secondo la sua tesi principale, l’esercizio del potere politico non deve essere giudicato sotto l’aspetto morale, ma sotto l’aspetto dell’utilità. Per la Repubblica vede tre scopi statali: libertà dei cittadini, grandezza e bene comune, il politico e umanista Thomas More (1478-1535) si è sviluppato in modo molto diverso nel suo romanzo utopico “Sulla migliore costituzione della comunità e sulla nuova isola di Utopia “un’immagine di stato senza proprietà privata, educazione per tutti e libertà di religione. Come Lord Cancelliere, sostenne la Controriforma e fu giustiziato da Enrico VIII.

John Fortescue (1394-1476), 1442 giudice supremo della corte reale, riteneva che l’autorità del re dovesse poggiare sull’approvazione pubblica e, quindi, rivoltarsi contro un regno per grazia di Dio. Per l’introduzione del concetto di sovranità nella teoria politica si trova Jean Bodin (1530-1596). Per lui, il diritto nella natura umana, come dato da Dio, è giustificato. Bodin non conosceva alcuna teoria del trattato. Solo il sovrano (se la gente, una stalla o un re, rimane aperto) ha il diritto di legiferare. Questo ragionamento è ancora con un assolutismo incomparabile. Infine, lo scozzese George Buchanan (1506-1582) sostenne il principio della sovranità popolare, incluso il diritto alla resistenza, quando un sovrano assoluto ruppe gli interessi della comunità nazionale. Allo stesso modo, la posizione del calvinista Giovanni Althusius (1557-1638), per il quale il popolo era politicamente e religiosamente autonomo e lo stato si basa su un contratto sociale federale. Un rifiuto diretto del potere sovrano senza restrizioni da parte di un monarca fu fatto dai monaci monarchici calvinisti come Franciscus Hotomanus, Philippe Duplessis-Mornayor Juan de Mariana. Lo spagnolo Francisco Suárez (1548-1617), il più importante rappresentante della scuola di Salamanca, è spesso considerato tardo scolasticista, ma enfatizza la libertà dell’individuo e rappresenta anche l’idea della legge naturale e del trattato dello Stato. Il fondatore del diritto internazionale è l’olandese Hugo Grotius (1583-1645), il cui De Jure belli ac pacis (“Sul diritto alla guerra e alla pace”) non solo ha proposto regole per le relazioni internazionali in guerra e pace, ma ha anche sviluppato una teoria di diritto naturale basato sugli insegnamenti spagnoli, che viene messo in pratica dalla legge positiva.

Francis Bacon (1561-1626) era un filosofo e statista inglese. È considerato il pioniere dell’empirismo. Il detto “conoscenza è potere” è attribuito a lui. Secondo Bacon, l’obiettivo della scienza è il controllo della natura nell’interesse del progresso. L’uomo, tuttavia, può controllare la natura solo se lo sa. L’obiettivo della conoscenza scientifica, tuttavia, è determinato dal filosofo, che deve anche trovare i metodi generalmente vincolanti. Oltre alla sua indagine sull’idolaBacon, le seguenti due conclusioni furono particolarmente fruttuose: in primo luogo, non sarebbe sufficiente accettare una conclusione elaborata per induzione. Piuttosto, il ricercatore deve esaminare le istanze negative con particolare attenzione; questi sono i casi che dimostrano un’eccezione a una regola che è stata valida fino ad ora. Perché, in filosofia, un solo controesempio basta a confutare la verità (presumibilmente già provata) di un’inferenza (così formulò il principio di falsificazione). In secondo luogo, Bacon era convinto che la conoscenza umana fosse cumulativa. Con ciò si era visto dal punto di vista degli scolastici, il quale pensava che tutto ciò che quell’uomo potesse sapere era già contenuto nella Sacra Scrittura o nelle opere di Aristotele. Come un avversario convinto di discussioni sottili che potevano portare qualsiasi nuovo elemento, si sedette su osservazioni e sperimentazioni naturali in arrivo – l’empirismo così. Le osservazioni scientificamente utili dovevano essere ripetibili per lui. Proprio per questa ragione Bacon era anche prevenuto contro l’intuizione: intuitivamente o per analogia, la conoscenza acquisita non faceva parte della sua visione del mondo come empirista.

Riforma
La discussione sulla necessità di una riforma innescata dall’incrostazione della chiesa nella scolastica portò alla Riforma nonostante i consigli di riforma (Basilea, Costanza) sotto il titolo “Ritorno alla Scrittura”. Non era collegato a un movimento filosofico indipendente, ma come l’umanesimo rappresentava il rinnovamento del pensiero, sottolineando il ruolo dell’individuo. Non più i comandamenti del papa, ma la fede individuale divenne lo standard. I precursori furono Wycliffe (1330-1384), che aveva messo in dubbio i sacramenti e si era rivoltato contro la gerarchia ecclesiastica, e Jan Hus (1369-1415), che era stato bruciato come eretico a causa di opinioni simili. La rottura finale venne con Martin Lutero (1483-1546), Ulrich Zwingli (1484-1531) e Giovanni Calvino (1509-1564). Johannes Oekolampad ha lavorato a Basilea, Wolfgang Capito a Strasburgo. Riti religiosi come pellegrinaggi, Kasteiungen u. sono stati respinti così come le lettere di indulgenza e di acquisto dell’ufficio, ciò che contava da solo era la parola attraverso cui l’uomo trova Dio. Questo era il motivo per la potente traduzione della Bibbia. Se non altro, Lutero rimase nella tradizione di Agostino e rifiutò la filosofia scolastica orientata sull’Aristotele come pilastro della regalità papale. Nonostante questa grande distanza dalla filosofia e dalla scienza moderna, la Riforma ha contribuito in modo significativo al rinnovamento e al decadimento spirituale del potere della Chiesa, con la conseguenza di una secolarizzazione delle scuole e delle università. Le guerre contadine (1525) rafforzarono questo effetto mentre la vittoria dei principi rafforzava ulteriormente la loro posizione. Questa tendenza non potrebbe più essere raggiunta dalla purificazione interna della chiesa (Riforma cattolica) nel periodo antecedente o nel corso della Controriforma. L’individualizzazione della fede, che fu promossa nella Riforma, rese possibile nel primo periodo moderno l’ulteriore secolarizzazione della filosofia e lo sviluppo delle idee Deiste.

Vitalità Cosmica
Una costante della filosofia rinascimentale rimane la concezione vitalistica dell’universo e della natura, secondo la quale ogni realtà, dal più grande al più piccolo, è animata e popolata da presenze e forze vitali. L’intero universo è concepito come un grande organismo. Secondo il neoplatonismo, infatti, la natura è profondamente penetrata dalle energie spirituali, perché, in virtù dell’identità dell’essere e del pensiero, ogni oggetto è anche soggetto allo stesso tempo; ogni realtà è basata su un’idea in virtù della quale è animata da una vita autonoma e unitaria. Il principio che unifica la molteplicità è l’anima del mondo, che ha permesso di considerare organicamente uniti tutti i diversi campi della realtà e con i quali l’uomo forma un tutt’uno. Questa visione del cosmo, che sarà ripresa dagli idealisti romantici e in particolare da Schelling, è ampiamente sviluppata da tre filosofi naturalisti del sud Italia: Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella. In essi il neoplatonismo, dopo essere stato in qualche modo avverso, è ora riconciliato con il naturalismo e il panteismo; e nonostante le loro polemiche contro Aristotele, è profondamente legata al problema e alle procedure metodologiche aristoteliche.

Con Telesio nasce una prima forma di metodologia scientifica, soprattutto nelle obiezioni che si trasferisce ad Aristotele. Telesio propone di unificare l’intera realtà fisico-naturale, estendendo il campo della sua concezione naturalistica alla stessa vita intellettuale ed etica dell’uomo.

Bruno invece, oltre a dedicarsi alla magia, all’astrologia e all’arte della mnemonica, ereditò da Cusano l’idea dell’infinito dell’universo, anticipando le scoperte scientifiche dell’astronomia moderna. Bruno affermava infatti non solo che Dio è presente nella natura (che è tutto vivo, animato), ma anche che il cosmo è infinito e che ci sono innumerevoli altri mondi, non limitati al timido eliocentrismo copernicano, ma contrapposti al geocentrismo medievale una concezione molto più radicale. La personalità impetuosa, come pupilla di Platone, era convinta che la verità è tale solo quando trasforma radicalmente chi la possiede, cioè quando il pensiero prende vita e la filosofia diventa magia. Per far trionfare il divino che è dentro di noi, quindi, è necessaria una spinta razionale secondo Bruno, non un’attività pacifica che estingue i sensi e la memoria, ma invece li acuisce: è necessaria una furia eroica (un termine chiaramente ereditato da l’eros platonico).

Tommaso Campanella, considerato uno dei filosofi più originali dell’era tardo-rinascimentale, ebbe una vita molto avventurosa e travagliata. Arrestato a Napoli nel 1599 con l’accusa di cospirazione ed eresia, riuscì a sfuggire alla pena capitale simulando la follia, ma fu condannato all’ergastolo. Durante i ventisette anni di reclusione compose le sue opere principali, tra cui La città del Sole (1602), un progetto di una società ideale ispirata alla Repubblica di Platone. Tentò una riconciliazione tra il tomismo e le tradizioni agostiniane, concedendo loro una visione trinitaria dell’essere, e anche la presa di coscienza l’attributo fondamentale di ogni realtà (sensismo).

Correnti filosofiche, politiche e religiose
Il naturalismo non assunse solo le forme del tardo neoplatonismo, ma anche di altre tendenze filosofiche e letterarie. Ad una concezione naturalistica dell’amore ispirata al modello Boccaccia, ad esempio, Poliziano e Lorenzo il Magnifico li invitano a godere dei piaceri dell’amore, o Lorenzo Valla, che lo colora con significato religioso. Ma il naturalismo fu fatto principalmente dall’aristotelismo, che tuttavia si sviluppò esclusivamente all’interno dei circoli accademici, anche se prese caratteristiche capaci di unirlo alla ricerca dei nuovi platonici. In seguito alla pubblicazione dei grandi commentari di Averroè, presto raggiunti da quelli di Alessandro di Afrodisia, l’aristotelismo fu caratterizzato dalla disputa tra queste due interpretazioni, con gli adroisti da una parte e gli alessandrini dall’altra; il più grande rappresentante della scuola alessandrina fu Pietro Pomponazzi, una figura di spicco dell’aristotelismo padovano. Altre correnti naturalistiche riemergenti erano l’epicureismo e lo stoicismo, cui Montaigne aderiva: un personaggio sui generis del XVI secolo, avverso alla nostalgia dei classici e al tempo stesso pone l’uomo al centro della sua attenzione, Montaigne finirà per essere scettico posizioni. In ogni caso, è parallelo al neoplatonismo, che è rimasto il trend preferito grazie al rinnovato fervore con cui è stato rilanciato da Cusano in Europa oltre le Alpi e all’Accademia neoplatonica Ficino in Italia.

La rivalutazione della figura di un uomo favoriva la consapevolezza del suo ruolo e del suo senso di responsabilità anche all’interno della storia. Nel campo della filosofia politica, il Cinquecento si apre con due opere quasi contemporanee: Il Principe di Niccolò Machiavelli (1513) e L’utopia di Tommaso Moro (1516). Il realismo di Machiavelli e l’utopismo di Moro, per la loro opposizione e diversità di intenzioni, possono essere assunti come i due poli fondamentali entro cui si svolge l’intera riflessione politica del Rinascimento. Il Machiavelli in particolare può essere considerato il fondatore della teoria della “ragione di stato”: al centro della sua ricerca c’è esclusivamente un’azione politica, dall’orizzonte del quale tende a escludere ogni altra considerazione religiosa, morale o filosofica. Il suo impegno costruire un potere solido ed efficiente è inserimenti nell’ideale rinascimentale per opporsi alla volontà umana e alla responsabilità verso il dominio del caso e verso le incognite della storia nella situazione politica italiana, divisa in molte signorie e anomale rispetto al resto dell’Europa dove noi invece, testimone della formazione di Stati unitari e della loro lenta trasformazione in stati assoluti, il Machiavelli italiano fu paradossalmente un precursore del pensiero politico moderno.

L’ideale machiavellico di uno stato forte fu tuttavia respinto dal Guicciardini, secondo il quale il terreno politico rimaneva un luogo di scontro di forze puramente individuali (da qui il suo atteggiamento di affidarsi al proprio particolare, inteso come vantaggio personale e profitto). In the second half of the sixteenth century there was also the opposition between absolutists (the most important of which was Jean Bodin), and the so-called Monarcomachi, animated instead by an irreducible aversion to the king’s power. Among the late-Renaissance political philosophies we find the giusnaturalism of the Dutch Ugo Grozio(which also dealt with problems of international law), and finally the utopias of Francesco Bacone and the already mentioned Campanella.

The most individualistic conception of the human being, common to all of Humanism, also took on particular importance in religious faith, where on the one hand there were cases of return paganism, on the other we see a new fervor of Christian devotion.. The relationship of the individual with God became often more important than the relationship with the Church as an institution. This view includes the Reformation by Martin Luther (1483-1546), Calvino (1509-1564), and Zwingli (1484-1531); but also within Catholicismthere were numerous instances of renewal, such as the figures of Girolamo Savonarola (1452-1498), or Erasmus of Rotterdam (1466-1536). The latter in particular argued against Luther because he saw in his denial of human freedom a position clearly in contrast with the humanist and Renaissance mentality.

The Burdach, assertor of a substantial continuity between the Middle Ages and the Renaissance, identifies the genesis of the Renaissance religious renaissance already in the mystical-religious aspirations of the Italian thirteenth century, present above all in the evangelical spirit of Saint Francis of Assisi and in the expectations of Gioacchino da Fiore.

Philosophy and Science
The Portuguese Alvarus Thomaz took up the Oxford calculators of Merton College and dealt mainly with issues of movement and change. The transition to the new age is also very clearly demonstrated by the Italian natural philosophers Girolamo Cardano (1501-1576), physicians and mathematicians, known for the universal joint invented by him, at the age of the Inquisition under the prohibition of teaching, Bernardo Telesio (1509-1588), Francesco Patrizi (1529-1597), teacher of Platonic philosophy at the University of Rome and Tommaso Campanella(1568-1639), who spent 27 years in the dungeon for his reformatory ideas of the Inquisition. In his utopian state draft The Sun State ruled a priest king (Sol) together with the three princes Pon (potestas – responsible for the army), Sin (sapientia – science) and Mor (Cupid – education). All people in this state are equal and have a fixed life. Influenced by Nicholas of Kues and the pantheistic thinking of his time, Giordano Bruno (1548-1600) taught the infinity of the universe. God is the greatest and the smallest, possibilityand reality in one. God is not outside, but in the world. Nature itself is divine and in eternal change, God is the principle of eternal change and recognizable to human reason no other than indirectly in nature. Therefore, the Incarnation of God is not possible. These ideas, which resulted in pantheism, led to the arrest of the Inquisition and seven years’ imprisonment for execution at the stake.

Nicolaus Copernicus (1473-1543), less known for his scientific achievements, contributed significantly to the implementation of the heliocentric view of the world through his observations. Galileo Galilei (1564-1642), famous for his folding experiments and the derived laws of motion, created the foundations of mechanics, He also campaigned for the teaching of Copernicus, but had to revoke in old age under pressure from the Inquisition. He is credited with the defiant saying: “And it turns.” His commitment to the application of mathematics in natural science has significantly shaped the development of the sciences: “The great book of nature lies open before us. To read it better, we need mathematics, because it is written in mathematical language. ” In the same way this is true of Johannes Kepler (1571-1630), who confirmed Copernicus with his calculations and advanced the application of mathematics: “The human mind sees through quantitative relations most clearly; he is actually created to understand these. “The creation of thisNaturalists were mainly at the end of the Renaissance and passed into modern times, from which one can say that philosophy as well as natural science has finally emancipated itself from theology.

Another example of new thinking is swimming. In the Middle Ages it was considered unnatural and used as a judgment of God. At Cambridge philosophy professor Everad Digby conducted biomechanical swimming experiments in the water, discussed the specific gravity and developed a modern swimming gauge, which (in French translation) forms the basis for the swimming training of the Napoleonic army gave. It was the time when the rules and principles have been developed for many sports.