Penna a remi

Le penne Reed sono un tipo di strumento per la scrittura creato tagliando e modellando una singola cannuccia o una lunghezza di bambù. Penne a remi con caratteristiche regolari come un pennino diviso sono state trovate in siti egizi antichi risalenti al 4 ° secolo aC. Le penne a remi venivano usate per scrivere su papiro e costituivano lo strumento di scrittura più comune nell’antichità.

Il calamo è un pezzo di canna o si affretta con una punta appuntita da usare per gli scrittori. Fu sostituito gradualmente dalla penna d’oca, tra il sesto e il nono secolo. Il calamo dà alla scrittura un contrasto tra solidi e filetti, o un contrasto di spessore nei tratti.

Il calamo era lo strumento più utilizzato per scrivere sul papiro a Roma tra il primo secolo. a. C. e il II secolo d.C. Era usato tanto nelle Scritture quotidiane come nei libri attuali. Il calamo poteva essere morbido o rigido, e accanto a esso c’era l’abitudine di ricorrere a penne a inchiostro metallico.

Le penne a remi sono più rigide delle penne d’oca tagliate da penne e non mantengono un punto acuto per il tempo necessario. Ciò ha portato alla loro sostituzione con le penne. Tuttavia, una penna a canna può creare tratti in grassetto e rimane uno strumento importante nella calligrafia.

Il calamo è un bastone cavo, tagliato obliquamente alla sua estremità, che era usato per scrivere nell’antichità.

È stato ottenuto dal gambo di una pianta o da una piuma di uccello; infatti, la parte inferiore della penna che viene inserita nella pelle di un uccello viene anche chiamata calamo.

Il suo precedente è egiziano, come un pennello, ma la sua origine è greca; è stato utilizzato, in Occidente, fino al 12 ° secolo; è stato usato introducendolo precedentemente in un contenitore con inchiostro, che aderiva alla cavità interna per capillarità, e per mezzo di una leggera pressione era usato per scrivere su un papiro, una pergamena e, in seguito, un supporto cartaceo.

Il calamo fatto con le piume esterne delle ali di anatre, tacchini, cigni o corvi, gli uccelli preferiti, era già menzionato da San Isidoro di Siviglia, nel VI secolo. La punta fu tagliata, smussata, periodicamente, con un temperino, per tenerla affilata.

Si presume che i Romani usassero già piume di bronzo, anche se i primi riferimenti risalgono al XV secolo, essendo molto diffusi all’inizio del XIX secolo.

Il calamo cadde in disuso con l’invenzione della penna d’acciaio. Fu brevettato dall’ingegnere inglese Bryan Donkin nel 1803. I pennini in acciaio emersero nel 1829, diffusi anni dopo. Sono il precedente delle penne, o penne, usate ai nostri giorni.

Nella scrittura calligrafica araba, il calamo, o galam, è ancora usato, che in arabo moderno significa anche penna.

Per scrivere con il calamo, generalmente sono stati usati due metodi principali:

incisione di materiale flessibile, come le tavolette di cera o di argilla. In questo caso lo strumento da tavolo è chiamato, più propriamente, stilo.
Questa tecnica ha dato la sua caratteristica forma alla scrittura cuneiforme: dei tratti a forma di cuneo, la cui estremità triangolare proviene dalla pressione del calamo nell’argilla ancora tenera

immerso nell’inchiostro, su un papiro, una pergamena, un foglio di carta o qualsiasi altro supporto da scrivere con inchiostro.

La calligrafia araba fa ancora uso del calamo (qalam) anche se questa parola in arabo moderno ha finito per designare le normali penne per scrivere.
È probabile che lo stilo sia stato usato per la prima volta come strumento da incidere nell’argilla, e che solo successivamente sia stato adottato per scrivere con l’inchiostro, una tecnica sviluppata successivamente, e successivamente evoluta con l’uso della penna piuma e delle penne più moderne, penna stilografica o sfera

Intagliato in una canna o in altro materiale, lo stilo usato per le tavolette di argilla mesopotamica aveva, in generale, una estremità triangolare, il cui uso permetteva di tracciare linee sottili per lo più a forma di cuneo, e un dorso arrotondato, usando quali segni circolari o semicircolari ( normalmente usato nella scrittura delle figure).

Nella tavoletta mostrata qui, entrambi i tipi di tratti sono chiaramente visibili. Essendo un contratto, ti vengono date figure, con tratti circolari o semicircolari particolarmente numerosi ed evidenti nella metà “superiore” (il tablet è disteso su un lato), mentre per il resto ci sono numerosi tratti “a cuneo” che danno nome a questo scritto.

Per essere utilizzabile, la canna deve essere asciugata. Questa operazione viene eseguita mantenendola a temperatura costante (ad esempio in un letamaio) purché non abbia perso l’umidità e si sia indurita; biancastro quando raccolto, diventa bruno-rossastro, a volte più leggero, a volte più scuro, e talvolta anche nero, a seconda del tipo di canna.

Quando la canna è asciutta, è scolpita posizionandola sul palmo della mano e tagliandola obliquamente con un coltello finché non assume la forma desiderata. La estremità così ottenuta viene successivamente rifinita in base alla larghezza della punta da ottenere. Infine, all’estremità della punta viene fatta una fessura di pochi centimetri e viene eseguito un taglio obliquo utilizzando uno strumento speciale, una sorta di tavoletta di supporto (chiamata makta vicino agli ottomani), in modo da ottenere un angolo di scrittura adatto per mano dello scriba.

Il calamo si ritira abbastanza spesso perché la punta della punta a contatto con la carta viene rapidamente consumata.

Possono essere usati altri materiali come il bambù. Ad esempio, nella scrittura di Naxi dongba, un tiro sottile e duro di un albero di Malaya, molto resistente e che non ha bisogno di essere continuamente tagliato, viene inserito in una canna come una punta di penna.