Costruzione sociale postmoderna della natura

La costruzione sociale postmoderna della natura è un teorema o una speculazione della filosofia continentale postmodernista che pone una critica alternativa del precedente discorso mainstream, prometeico sulla sostenibilità ambientale e l’ecopolitica.

Posizione
Mentre le critiche tradizionali all’ambientalismo derivano dal “diritto” più conservatore della politica, le critiche di sinistra della natura, pioniere del costruzionismo postmoderno, evidenziano la necessità di riconoscere “l’altro”. L’assunto implicito fatto da teorici come Wapner si riferisce ad esso come una nuova “risposta all’ecocritismo [che] richiederebbe ai critici di riconoscere i modi in cui essi stessi mettono a tacere la natura e quindi a rispettare l’assoluta alterità del mondo non umano”.

Oggi, le scienze dell’ecologia e delle scienze ambientali, oltre a qualsiasi obiettivo estetico, forniscono le basi per l’unità di alcuni degli ambientalisti seri. Man mano che maggiori informazioni vengono raccolte in campo scientifico, più questioni scientifiche come la biodiversità, al contrario della mera estetica, sono una preoccupazione per gli ambientalisti. La biologia della conservazione è un campo in rapido sviluppo.

Critica
I critici sostengono che, catturando il mondo non umano all’interno del proprio dominio concettuale, postmoderno esercita proprio la spinta verso la padronanza che critica nella modernità. Quindi, la critica culturale postmoderna approfondisce l’impulso modernista alla maestria eliminando il peso ontologico del mondo non umano. “Cos’altro potrebbe significare affermare che non esiste una cosa come la natura?”. Il problema diventa una domanda esistenzialista sul fatto che la natura possa esistere in una critica umanista e se possiamo discernere le opinioni degli “altri” in relazione alle nostre azioni a loro nome. Questo è indicato come il paradosso di Wapner.