Per_formare una collezione. Un archivio d’arte della Campania, Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina

Per_formare una collezione (“Per_formare una collezione”) è il progetto (in corso 2013) dedicato dalla Madre alla graduale formazione della sua collezione permanente, inteso come un organismo “per_formativo” che esplora in tempo reale l’identità e le funzioni di il Museo. Dal 2016 Per un archivio dell’arte in Campania fa parte di questo progetto e lo completa come un sondaggio progressivo dedicato alle pratiche artistiche attive nel territorio della Campania e in cui opera il museo Madre.

Nel corridoio che conduce alla Galleria delle Colonne (“Sala delle Colonne”, primo piano) le opere di Carmine Rezzuti (Alfabeto arcaico, “Alfabeto arcaico”, 2014) e Enza Monetti (Swinging, 2016) sono le rappresentazioni archetipiche che esplorano il relazione tra il segno iconico e i suoi possibili riferimenti naturali.

Nella Columns Gallery le opere di Matteo Fraterno (Certosa, 1995), Maurizio Elettrico (Glamtstaxpalaman, 2005) e Vincenzo Rusciano (Not So Bad # 1, 2016) disegnano i contorni di fantastiche culture e possibili mondi sospesi tra passato e futuro , riconoscibilità e invenzione, dimensione ludica e analisi critica. L’opera Sacchi di notti napoletane (“Saks of Neapolitan Nights”, 1986) di Lello Masucci funge da sfondo in cui la rappresentazione pittorica di un vulcano immerso in un cielo stellato diventa una materia tridimensionale e acquisisce una coerenza tridimensionale. Rosaria Matarese (Alzati e disegna un mondo nuovo, “Alzati e disegna un nuovo mondo”, 1965) comprende le potenzialità esplorative e liberatorie dell’opera d’arte attivando un collage di frammenti di esistenza – oggetti, ritagli,

Nella stanza successiva, le opere fotografiche di Salvino Campos (Redemption, 2007-2013) e Luciano Ferrara (Res e Bis, 2010) trasformano la riproduzione dei dati oggettivi e documentali in un’esplorazione delle potenzialità della realtà, rivelandone l’intimo pluralità. Nella stessa stanza le opere di Mafonso (Tempo, “Time”, 2008) e Luigi Auriemma (DIO_GENE, 2016) sembrano dare forma al linguaggio, analizzando l’interconnessione tra pensiero, parola, immagine e la dimensione spazio-temporale dell’esperienza espositiva .

Al secondo piano, nella prima delle Front Galleries (“Sale Facciata”), l’installazione ambientale di Lello Lopez (Companion, 2012) approfondisce questa interconnessione che si sviluppa come una narrazione di parole e immagini che l’artista colloca nel contesto culturale intercontinentale e l’opera di Anna Maria Gioja (Senza titolo, “Untitled”, 1987) – presentata insieme alle opere già in collezione di Mathelda Balatresi, Tomaso Binga, Maria Adele Del Vecchio, Gruppo XX e Rosa Panaro – elabora la densità del materiale pittorico come corpo performativo che, pur rappresentandolo, riflette anche il suo punto di vista e il suo rapporto con il mondo esterno.

Al piano terra, nella Galleria Show_Yourself @ Madre, è esposta l’installazione multimediale The First Ship (2018) di Maurizio Igor Meta, realizzata con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia: una narrazione aperta sulla storia di una famiglia che diventa una riflessione sull’archivio / memoria / invenzione dinamica, una storia del “breve secolo” appena trascorso e il suo riverbero su una individualità contemporanea in transito.

Infine, al confine tra il cortile interno e il cortile delle sculture viene presentata l’opera permanente di Paul Thorel, Passaggio della Vittoria (2018), un grande mosaico in porcellana e gres smaltato, realizzato con il supporto di Mutina per l’arte e ispirato al bianco mosaico che copre la volta della Galleria della Vittoria, il vialetto di 609 metri che collega la città di Napoli da est a ovest e viceversa. Un insieme di forme, segmenti, parabole, orizzonti e colori, su uno sfondo bianco, che accompagna il visitatore da un punto all’altro della sua visita.

Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina
La Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina si trova nel cuore della vecchia Napoli, in quella che è conosciuta come la “Via dei Musei”, a due passi dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti, dove si trova l’antico quartiere di San Lorenzo.

Il Museo prende il nome dall’edificio che lo ospita, Palazzo Donnaregina, che come tutta l’area circostante deve il suo nome al Monastero di Santa Maria Donnaregina, fondato dagli Svevi (XIII secolo) e poi ampliato e ricostruito nel 1325 dalla regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò. Tutto ciò che rimane dell’antico complesso monastico è la chiesa omonima, che si affaccia su Piazza Donnaregina, costruita in epoca barocca, e sulla “vecchia” chiesa gotica trecentesca di Donnaregina, che in precedenza ha ospitato mostre ed eventi speciali organizzato dal Museo.

Il Museo Madre è testimone di una storia che ha reso la regione Campania un crocevia di arti contemporanee, orientata a studiare e documentare il passato attraverso la sensibilità e le lingue contemporanee e così capace di recitare nel presente e delineare il futuro.