Palazzo della Farnesina, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma, Italia

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, indicato anche con l’acronimo MAECI o come Farnesina, dal nome della sua sede, il Palazzo della Farnesina a Roma, è il dicastero del governo italiano che ha il compito di attuare La politica estera di il governo italiano. Rappresenta l’Italia nel contesto internazionale.

Con la creazione della Collezione Farnesina nel 2001, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha fatto della ricerca artistica contemporanea un’area di intervento strategico della sua politica culturale.

La formula di acquisizione basata su contratti di prestito, gratuiti, ha portato a un costante sviluppo della collezione attraverso opere particolarmente rilevanti per la storia dell’arte italiana nel XX secolo: da Arturo Martini a Mario Sironi, da Carla Accardi a Jannis Kounellis.

L’edificio
La costruzione fu iniziata nel 1937 dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo, dopo le diverse fasi di un concorso che includeva diversi luoghi dell’edificio, l’ultimo dei quali era ricercato in alto e nonostante l’opinione contraria di architetti lo collocò proprio all’estremità settentrionale del Foro Italico. Il complesso, infatti, doveva essere il nuovo Palazzo del Littorio, sede del Partito Fascista Nazionale, ma l’uso per il Ministero degli Affari Esteri era già stato modificato nel 1940. I lavori furono interrotti nel 1943 e ripresero dopo la guerra (1946).

L’edificio riflette i canoni del monumentalismo o neoclassicismo semplificato, con le sue geometrie razionali e riferimenti neoclassici, dalla simmetria al bianco marmo del travertino. La facciata in travertino è resa vibrante da un disegno visibile del rivestimento e aperture irregolari nei vari livelli. Con oltre 1300 camere e 9 piani con una facciata lunga 169 metri e alta 51 metri, copre da sola un’area di 120.000 m² e un volume costruito di 720.000 m³, la Farnesina è, insieme alla Reggia di Caserta, una delle edifici più voluminosi in Italia. Nelle 1.300 sale dell’edificio, 7000 abitanti, ci sono 6,5 km di corridoi, 7 sale per mostre d’arte, 20 sale riunioni e 1 sala conferenze internazionale.

Nel 1959 il Palazzo della Farnesina fu completato dagli stessi architetti, con lievi variazioni rispetto al progetto originale, e divenne sede del Ministero degli Affari Esteri, fino ad allora disperso in tredici uffici separati.

Archivio storico diplomatico
La documentazione storica diplomatica prodotta dagli uffici centrali del ministero e dalle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero è conservata e inventariata nell’archivio storico diplomatico. Anche gli originali dei documenti internazionali sono conservati.

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
I compiti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale sono regolati dalla Legge 23 aprile 2003, n. 109, ovvero le funzioni di rappresentanza e tutela degli interessi dell’Italia a livello internazionale, che sono di competenza dello Stato sulla base dell’articolo 117 della Costituzione della Repubblica italiana, in relazione alle relazioni politiche, economiche, sociali e culturali con paesi stranieri, di relazioni con altri stati e con organizzazioni internazionali. Il Ministero rappresenta l’Italia (attraverso i cosiddetti “ministri plenipotenziari”) per la stipula e la revisione di trattati e convenzioni internazionali, per questioni di diritto internazionale e contenzioso.

In relazione alle istituzioni dell’Unione Europea, rappresenta la posizione italiana nella politica estera e di sicurezza comune, la PESC, prevista dal Trattato dell’Unione Europea e nelle relazioni relative alle relazioni politiche ed economiche esterne dell’Unione Europea , la Comunità europea e l ‘EURATOM. Collabora con organizzazioni internazionali per lo sviluppo, l’emigrazione e la protezione degli italiani e dei lavoratori all’estero. D’altro canto, le funzioni di partecipazione della Repubblica italiana all’Unione europea, nonché l’attuazione delle relative politiche, sono di competenza del Primo Ministro.

Il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale è membro del Consiglio supremo della difesa.

Collezione Farnesina
La Collezione Farnesina è una collezione di opere d’arte italiane del XX secolo situate all’interno del Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri a Roma.

Nel 1999 la Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri ha lanciato l’iniziativa di esporre presso l’AMF un complesso di opere rappresentative dell’arte italiana del Novecento. La Collezione Farnesina ripercorre la storia del Novecento italiano attraverso le correnti dell’arte liberty, del futurismo, della metafisica, dell’astrazione, dell’arte povera, del trans e della nuova scuola romana.

Con la creazione della Collezione Farnesina nel 2001, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha fatto della ricerca artistica contemporanea un’area di intervento strategico della sua politica culturale.

La formula di acquisizione basata su contratti di prestito, gratuiti, ha portato a un costante sviluppo della collezione attraverso opere particolarmente rilevanti per la storia dell’arte italiana nel XX secolo: da Arturo Martini a Mario Sironi, da Carla Accardi a Jannis Kounellis.

La collezione, curata da Maurizio Calvesi fino al 2013, contiene le espressioni più rappresentative delle arti visive dell’italiano del XX secolo. I dipinti, le sculture, le installazioni e i mosaici sono distribuiti negli ampi spazi dell’edificio Farnesina sul lungo percorso formato da corridoi, sale riunioni e ambienti ministeriali.

Related Post

La collezione segue la storia dell’arte italiana del XX secolo attraverso le correnti dell’Art Nouveau, del Futurismo, della Metafisica, dell’Artisticismo, dell’Arte Povera, della Transavanguardia, fino alle ultime produzioni artistiche e comprende importanti opere d’arte Duilio Cambellotti, Giacomo Balla, Umberto Boccioni e Fortunato Depero, Mario Sironi, Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Carla Accardi, Luigi Montanarini, Getulio Alviani, Piero Dorazio, Osvaldo Licini, Giulio Turcato, Emilio Vedova, Renato Guttuso, Fabrizio Plessi e Ardengo Soffici, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Mario Ceroli, Mario Merz, Giuseppe Penone, Alighiero Boetti e Giulio Paolini, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino, Roberto Almagno, Andrea Vizzini, Getulio Alviani, Omar Galliani, Bice Lazzari, Gino Marotta, Paola Gandolfi,Stefano Di Stasio, Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Giuseppe Gallo e Mustafa Sabbagh.

Storia della collezione
La Collezione Farnesina, collezione d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è nata nel 2000 su iniziativa dell’allora Segretario Generale Amb. Umberto Vattani, per sottolineare una precisa direzione progettuale del Ministero, che ha fatto della ricerca artistica contemporanea un’area strategica di intervento della sua politica culturale.

A partire da un primo nucleo significativo di acquisizioni, che ha visto la commissione di un importante apparato decorativo e numerose opere d’arte negli anni ’50 e ’60, il lavoro di numerosi comitati scientifici ha dato origine a una selezione che ha raccolto opere di alto profilo per la storia dell’arte italiana del ventesimo secolo.

Il ventesimo secolo
Le scelte fatte nel tempo hanno privilegiato maestri storici della prima metà del XX secolo, tra futurismo (Balla, Boccioni, Depero), metafisica (de Chirico) e ritorno alla figurazione, nella sua declinazione del Novecento del Novecento (Carrà, Sironi , Soffici) e anti-Novecento (Cagli, Campigli, Pirandello, Scipione, Martini), nonché protagonisti del dopoguerra, sia nel realista (Guttuso) che nell’astrattista (Accardi, Sanfilippo, Dorazio, Consagra) e nello spazialista informale (Afro, Burri, Scarpitta) (Fontana).

Ugualmente documentato gli sviluppi della seconda metà del XX secolo, nei poveri (Kounellis, Merz, Paolini), pop (Angeli, Pascali, Rotella, Schifano), concettuale (Isgrò, Mauri, Manzoni) e percettivo (Castellani, Bonalumi, Marchegiani), fino agli ultimi decenni del secolo, tra Nuova figurazione (Vespignani), Anacronismo (Mariani, Galliani, Gandolfi) e Transavanguardia (Chia, Cucchi, Paladino).

disposizione
La disposizione e la disposizione della Collezione Farnesina – che attualmente riguarda il suolo, il primo, il secondo e il quarto piano dell’edificio e che in prospettiva si estenderanno all’intero edificio – è stata guidata e impostata su tre criteri. Innanzitutto, ci siamo spostati verso un aggiornamento delle opere esposte, concentrandoci soprattutto sulla ricerca degli ultimi decenni, pur mantenendo alcuni elementi di continuità con la storia della collezione. Il secondo criterio era il rapporto armonioso con gli spazi interni del Palazzo della Farnesina e con gli interventi artistici coevi alla struttura architettonica o immediatamente successivi. Infine, è stata privilegiata una certa qualità di presentazione delle opere, per migliorare la loro visibilità, illuminazione e apparati esplicativi,

Le sale al piano principale
Opere monumentali di Emilio Vedova, Sandro Chia, Osvaldo Calò e Michelangelo Pistoletto hanno trovato il loro posto nell’atrio d’onore. La scala che sale al primo piano ha conservato le due sculture di Mirko e l’arazzo di Sergio Selva, mentre la solennità della Sala d’Onore comunica con opere di Burri, Novelli, Mochetti e Piacentino.

La Sala Forma 1, che ospitava storicamente il primo nucleo della Collezione Farnesina, comprende opere di alcuni degli artisti che avevano originariamente fatto parte dell’omonimo gruppo, come Accardi, Consagra, Dorazio, Perilli, Sanfilippo e Turcato.

Volevamo anche dare una certa importanza ai corridoi, che con la loro estensione (pari, in tutto il Palazzo, a 6,5 ​​chilometri) sono uno dei tratti distintivi del Palazzo, compresi alcuni nell’itinerario della mostra. Ciò detto del Cerimoniale mette a confronto le ricerche cinematografiche di Alviani, Biasi, Bonalumi e quelle tra pop e concettuali di Ceroli, Mauri e Kounellis. Il corridoio del Segretariato Generale è diviso in tre parti: nella prima vengono confrontate diverse forme di ritorno alla figurazione, con opere di Mario Merz, Ontani e Patella, mentre nella seconda, gli artisti hanno fatto il loro debutto sulla scena romana nel anni ottanta come Nunzio, Tirelli, Bianchi e Pirri. Idealmente raccolti in una terza sezione sono le opere di Spalletti, Griffa, Giliberti, Cotani e Rotella, nonché le fotografie di Basilico e Jodice.

Due interventi site specific di Remo Salvadori caratterizzano la Sala Mappamondi, dove sono ancora presenti i documentari di Sironi e le sculture di Martini e Marini dell’ambientazione precedente, che documentano il momento del “XX secolo”.

Il secondo piano: gli anni ’80 e ’90
Il secondo piano contiene una selezione, molto eterogenea, delle voci degli artisti che hanno animato il panorama dell’arte italiana tra gli anni ’80 e ’90. L’allestimento, inaugurato a maggio 2016, è ancora in fase di sviluppo.

Il quarto piano: il cantiere del Palazzo della Farnesina e gli artisti del 21 ° secolo
Inoltre, al quarto piano del Palazzo della Farnesina sono esposte due mostre. Il primo, dedicato al cantiere dell’edificio stesso, comprende le riproduzioni dei disegni di Enrico Del Debbio (dagli esterni degli anni ’30 agli interni degli anni ’50) e una selezione di opere acquisite dal Ministero durante gli anni ’60, insieme con alcuni schizzi.

Il secondo, con il titolo “Sistema”, raccoglie una selezione di opere che vogliono testimoniare la pluralità di voci ed espressioni dell’arte contemporanea degli ultimi vent’anni, con particolare attenzione alle giovani generazioni. Le opere qui presentate provengono, da una parte, da alcuni degli artisti che hanno partecipato alle varie edizioni della mostra ITaliens presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino (2010-2011), dall’altra parte dalla selezione effettuata dal Comitato Scientifico della collezione.

Lo spazio zero
Infine, al piano terra, gli “Zero Space” ospitano, a rotazione, alcune opere particolarmente significative allestite insieme agli stessi artisti: in questo momento è possibile ammirare “Love differenza – Mar Mediterraneo” e “Terzo paradiso” di Michelangelo Pistoletto e “Materia first” di Fabrizio Plessi.

Share