Tour notturno del Canal Grande di Venezia, Italia

Il tour notturno del Canal Grande è un itinerario di viaggio affascinante e romantico che tutti dovrebbero vivere. Il Canal Grande è un canale a Venezia, Italia. Forma uno dei principali corridoi del traffico idrico della città. Affiancata per tutta la sua lunghezza da magnifici edifici, la maggior parte dei secoli tra il XII e il XVIII, che manifestano la ricchezza e l’arte creata dalla Repubblica di Venezia, rendendola uno dei simboli della città.

Venezia acquisisce un’aura di magia e mistero di notte, il calare della notte aggiunge mistero e leggende per offrirti una serata indimenticabile. Romantici canali laterali, ponti grandi e piccoli, palazzi che risplendono della luce proiettata dai lampioni, Piazza San Marco, il Canal Grande, un giro in gondola sotto la luna e le stelle… Un giro in gondola sotto il ponte dei sospiri dopo il tramonto è sempre splendida. Non solo il ponte di Rialto o il palazzo dei dogi, o anche la basilica di San Marco, sono tutte mete senza dubbio splendide.

Il giro in barca di notte è una sensazione completamente diversa dal giorno, Venezia di notte è misteriosa e sorprendente come indossare una maschera. L’isola lagunare, con i suoi labirinti di strade e canali, di notte è un luogo misterioso e affascinante. Nelle giornate di sole risplende la laguna, con gli innumerevoli riflessi creati dai canali che costeggiano gli edifici. Al tramonto diventa un paesaggio da favola: il sole tinge di rosso il cielo, tutto svanisce e sembra diventare un quadro di Turner.

La notte invece è il momento di quiete dopo l’assalto delle folle di turisti: è qui che risalta il suo fascino unico. Soprattutto nei mesi invernali, quando si visita Venezia, la nebbia scende e ricopre tutto di mistero. Il girovagare per la città assume un’aria fantastica e stranamente magica. È proprio in questo momento, quando quasi non riesci a distinguere la persona che sta attraversando il ponte davanti a te, o in una notte limpida quando la luna illumina le acque.

Ci sono frequenti concerti a Venezia. Ci sono molti locali tra cui i bacari veneziani (tapas bar) dove si può suonare musica dal vivo tra uno spritz e un cicchetto. Note calde di jazz, nuove composizioni di musicisti poco conosciuti ma di grande talento coloreranno lo sfondo. Se scegli una barca a motore, il suono potrebbe coprire la musica melodiosa proveniente da lontano, mentre la gondola che utilizza la pagaiata umana non emetterà un suono enorme, permettendoti di goderti l’atmosfera musicale unica nell’aria.

È disponibile anche un tour privato in barca, trascorri una piacevole serata in crociera lungo i canali di Venezia. Ammira i capolavori architettonici che costeggiano il Canal Grande e i corsi d’acqua più piccoli a bordo di un comodo taxi acqueo moderno, avventurandoti più lontano di quanto consentirebbe una gondola tradizionale. Tour privato in barca con guida può permettervi di conoscere la storia artistica e culturale di Venezia.

Il Canal Grande di Venezia
Il Canal Grande è il canale principale che attraversa il centro storico di Venezia, seguendo un canale naturale che traccia un andamento a S inversa dalla Basilica di San Marco alla Chiesa di Santa Chiara e divide la città in due parti. Lungo poco più di 3 km e largo tra i 30 ei 70 metri, il Canal Grande ha una profondità media di 5 metri e si collega in vari punti con un dedalo di canali più piccoli. In questo percorso tocca cinque dei sei sestieri, raccoglie 45 canali minori ed è attraversato da sette ponti.

Il Canal Grande partiva da un breve tratto in direzione sud-est del Ponte della Costituzione, svolta a nord-est, per poi giungere ad un’ampia ansa, lungo la quale si trovano il Ponte degli Scalzi e la confluenza del Canale di Cannaregio, che termina al Ponte di Rialto. Da qui prosegue verso sud-ovest e poi verso sud ed infine verso est, dal Ponte dell’Accademia a Punta della Dogana.

Il Canal Grande attorno al quale è nata la città, centro vitale dei commerci della Serenissima per tutto il Medioevo, il Canal Grande era la sede più ambita dei palazzi di rappresentanza delle famiglie patrizie, il luogo dove valorizzare la propria ricchezza, il vero Libro di ‘oro’ in cui distinguersi. Sono almeno 170 le residenze che ancora oggi possono raccontare i mille anni di splendore della Repubblica, la maggior parte delle quali databili dal XIII al XVIII secolo, e testimoniano il benessere e l’arte creati dalla Repubblica di Venezia.

Le nobili famiglie veneziane affrontavano ingenti spese per sfoggiare la loro ricchezza in adeguati palazzi; questo concorso rivela l’orgoglio dei cittadini e il profondo legame con la laguna. Nella storia delle famiglie che vi abitarono e nell’alternarsi di architetture, sempre influenzate da un particolare gusto veneziano. Si può dire che, con questo “concorso” per il palazzo più bello, Venezia abbia incarnato nel Canal Grande l’orgoglio della propria identità e il profondo legame con la laguna.

La maggior parte degli edifici situati lungo il Canal Grande spenderà molti soldi per costruire facciate squisite. Tra i tanti ci sono i Palazzi Barbaro, Ca’ Rezzonico, Ca’ d’Oro, Palazzo Dario, Ca’ Foscari, Palazzo Barbarigo ea Palazzo Venier dei Leoni, che ospita la Collezione Peggy Guggenheim. Le chiese lungo il canale includono la basilica di Santa Maria della Salute. La maggior parte di queste residenze di lusso sono ora convertite in hotel, banche o musei. Tra queste architetture ci sono alcune chiese, scuole e piazzette. Tra le chiese più famose lungo il canale c’è la basilica di Santa Maria della Salute.

Il Canal Grande è fiancheggiato su entrambi i lati da palazzi, chiese, hotel e altri edifici pubblici in stile romanico, gotico e rinascimentale. Sebbene rimangano relativamente pochi esempi di stili precedenti, è stato fatto uno sforzo concertato per preservare alcuni dei palazzi più famosi di Venezia.

Via del Canal Grande
Ci sono molte leggende e misteri intorno a Venezia che vivono nella città di venezia. I suoi palazzi sussurrano antiche storie di amore, tradimento e morte. Lungo il percorso di formazione del Canal Grande, saranno presentati ai visitatori questi antichi edifici, che sono edifici inestimabili e tesori artistici, le uniche isole del tesoro.

Partenza
Il tour notturno non parte necessariamente dal punto di partenza del Canal Grande, può essere qualsiasi stazione dei traghetti a metà strada. Il punto di partenza è fissato sul lato nord del Canal Grande. Guardando indietro al punto di imbarco, si può vedere il lungo Ponte della Libertà. Il Ponte della Libertà è un ponte ferroviario e stradale che collega il centro storico di Venezia con la terraferma. È l’unica via di accesso per il traffico veicolare a piazzale Roma e all’isola del Tronchetto. Il “Ponte della Libertà” che collega Venezia alla terraferma è costituito da due ponti affiancati costruiti in epoche diverse: il ponte ferroviario noto come il “grande ponte della laguna veneziana”, inaugurato nel 1846, e quello stradale denominato “Ponte Littorio”, inaugurato nel 1933.

Nella prima tappa del percorso si possono vedere alcuni edifici in stile moderno, oltre ad alcuni edifici funzionali, tra cui Ex Convento di Santa Chiara (Comune di Polizia), Area Ferroviaria, Canale di Santa Chiara, Fondamenta Santa Chiara, Palazzo della Regione Veneto (ex sede del Dipartimento delle Ferrovie).

Parte 1: dal Ponte della Costituzione al Ponte degli Scalzi

Ponte della Costituzione
Il ponte della Costituzione è il ponte che attraversa il Canal Grande di Venezia tra piazzale Roma e la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia. Il ponte utilizza principalmente acciaio e vetro. Il ponte ad arco con una campata di 81 metri, una larghezza di 6 metri alla base e 9 al centro per un’altezza di 10 metri alla sommità; la struttura è in acciaio, i pavimenti in vetro Saint-Gobain, pietra d’Istria e Trachite Grigia Classica di Montemerlo. Anche i parapetti sono in vetro, con corrimano in ottone. All’interno dei corrimano sono installate lampadine a LED che dissipano il raggio di luce nei parapetti in vetro.

Fiume Novo e Fiume Croce (riva sinistra)
Sulla sinistra si vede il fiume Novo con sopra un piccolo ponte ad arco. Nelle vicinanze si trovano i giardini Papadopoli, un piccolo parco pubblico nel centro storico di Venezia. Non è molto brillante sia per la copertura arborea abbastanza fitta, sia per la presenza di specie sempreverdi come lecci, cipressi e cedri. Si può vedere più tardi la Casa Minotti, un edificio del XVI secolo senza facciata. Sulla sponda destra è ancora visibile il prospetto sud-est del Palazzo della Regione Veneto (ex sede del Dipartimento delle Ferrovie).

Palazzo Emo Diedo (riva sinistra)
Palazzo Emo Diedo è un palazzo del XVII secolo incompiuto, questa architettura si contrappone all’architettura barocca contemporanea e dominante di Baldassarre Longhena. La facciata neoclassica mette in evidenza il piano terra, un piano nobile e un attico di buone dimensioni, per un totale di tre piani e un totale di venti buche. Al piano terra, centralmente, il portale è affiancato da due finestre quadrangolari, all’interno di un piano bugnato sormontato da balaustra; a quest’ultimo corrisponde un balcone con trifora tonda sovrastata da un grande timpano. Il resto della facciata è semplice e disadorno. Sul retro c’è un giardino.

Chiesa di San Simeon Piccolo (riva sinistra)
La chiesa dei Santi Simeone e Giuda, una delle chiese più note della città, almeno per quanto riguarda l’aspetto esterno, in quanto ha uno stile chiaramente diverso dagli altri edifici, il primo edificio veneziano dall’atmosfera classica che i viaggiatori che arrivano dal stazione ferroviaria o visitare il Canal Grande può vedere. Con la sorprendente cupola circolare, l’edificio viene spesso definito una riedizione veneziana del Pantheon di Roma. L’edificio si presenta come un corpo cilindrico e stretto con cupola (diametro 20 m) rivestita in rame e pronao corinzio con timpano triangolare dove si trova un bassorilievo marmoreo Il martirio dei santi titolari di Francesco Cabianca del XVIII secolo.La cupola ha una forma ovale in altezza che conferisce al complesso un leggero slancio verticale accentuato dalla lanterna a forma di tempietto.

Palazzo Adoldo (riva sinistra)
Palazzo Adoldo è la sede dell’INAIL. La facciata si sviluppa su tre piani più un soppalco in mansarda. Al piano terra, rimaneggiato, sono presenti semplici aperture rettangolari su pietra bianca. I due piani nobili sono invece caratterizzati da una coppia di monofore per lato (tra quelle del primo piano vi sono due bassorilievi), inserite in cornici in pietra, e da una bifora centrale, sorretta da colonne ioniche e chiusa da parapetto, in pietra al primo piano, in ferro battuto al secondo. L’attico è caratterizzato da un particolare alzato in cui è inscritta una lunetta sopra tre finestre quadrate binate. Sulla sua sommità una statuetta raffigurante un’aquila.

Stazione Santa Lucia (riva destra)
La stazione di Venezia Santa Lucia, una delle stazioni più grandi e trafficate d’Italia. Ha 22 tracce di tronchi ed è collegato alla terraferma tramite il Ponte della Libertà. L’atrio attualmente ospita diversi spazi commerciali.

Palazzo Foscari Contarini (riva sinistra)
Palazzo Foscari Contarini edificato nel XVI secolo, ha subito numerosi rimaneggiamenti nei secoli successivi. Palazzo Foscari Contarini è un complesso a forma di U con due facciate affacciate sul Canal Grande, tra le quali un muro di cinta delimita il cortile interno. Lo stile rinascimentale dell’edificio è evidenziato soprattutto, per quanto riguarda la facciata destra, dai portici della loggia del primo piano nobile, che formano una grande pentafora balaustrata; il lato sinistro, invece, più disadorno verso il canale, dove si aprono tre monofore in cornice in pietra con balaustra, presenta sulla facciata prospiciente il cortile una serie di archi a tutto sesto, secondo il motivo che caratterizza l’ala destra .

Chiesa di Santa Maria di Nazareth (riva sinistra)
La chiesa di Santa Maria di Nazareth, o chiesa degli Scalzi, è un edificio religioso della città di Venezia degli inizi del XVIII secolo. La facciata fu eretta da Giuseppe Sardi, tra il 1672 e il 1680. Lo stile è un tardo barocco veneziano, diviso in due ordini e scandito da colonne binate. Le quattro statue del primo ordine, la Madonna col Bambino poste sul frontone e Santa Caterina da Siena nella nicchia a sinistra della Madonna sono di Bernardo Falconi. La nicchia di destra era occupata da una statua di San Tommaso d’Aquino dello stesso Falconi.

Parte 2: dal ponte degli Scalzi al ponte di Rialto

ponte degli Scalzi
Il Ponte degli Scalzi prende il nome dalla vicina chiesa degli Scalzi. Il ponte ad arco unico interamente in pietra d’Istria, senza l’utilizzo di armature, cemento armato o parti in ferro, il ponte è stato messo in opera con l’utilizzo di una speciale costola metallica e applicando il metodo delle cosiddette “lesioni sistematiche”. Il parapetto, internamente cavo e apribile, contiene i tubi.

Palazzo Calbo Crotta (riva destra)
Palazzo Calbo Crotta risale al XIV secolo. L’edificio è un complesso sviluppato in lunghezza e alto tre piani con soppalco in mansarda. La facciata sul canale è intonacata di bianco, stilisticamente divisa in due parti egualmente strutturate: entrambe presentano file di monofore, al centro delle quali, nei due piani nobili, si sottolinea la presenza di trifore, quelle a destra con parapetto in pietra. Lo stile del fianco sinistro è gotico, con aperture ogivali; quella sul lato destro è tipicamente rinascimentale, con aperture ad arco a tutto sesto. Al piano terra è presente una terrazza con vista sul primo tratto del Canal Grande.

Chiesa di San Simeone Profeta (riva sinistra)
Dopo il fiume Marin, Casa Nigra, si scorge sulla sponda sinistra la chiesa di San Simeone Profeta. L’edificio attuale è affiancato a sinistra da un portico (sotoportego) ed ha pianta basilicale. La facciata, in stile neoclassico, risale al 1861.

Seriman Palace (riva destra)
Seriman Palace è un palazzo veneziano situato nel sestiere di Cannaregio, un edificio di notevoli dimensioni che prefigura il passaggio dal tardo gotico al rinascimentale. Ne sono un esempio la partizione geometrica delle aperture, i capitelli della quadrifora del piano nobile ormai di gusto quasi rinascimentale, le finestre del mezzanino sono già cinquecentesche come il portale di terra sulla salizada, ma convivono con l’acutissimo archi trilobati o con la splendida torsione della colonna dell’angolo sul fiume. Una scala scoperta dove ora è presente una Serliana parzialmente murata nella facciata sul fiume.

Palazzo Flangini (riva destra)
Dopo Casa Seguso, sulla sponda destra si trova Palazzo Flangini. Palazzo Flangini fu costruito nel XVII secolo. L’edificio ha una facciata lunga e stretta ma l’asimmetria della facciata è ben visibile. L’architetto Giuseppe Sardi volle una suddivisione in tre ordini orizzontali della facciata principale per darle un senso di simmetria, ma per misteriosi motivi non riuscì mai a dare proprio quella simmetria che tanto cercava. Sulla facciata rivolta verso il Canal Grande presenta un portale d’acqua decorato con due figure maschili languidamente appoggiate all’arco, due piani nobili con monofore e quattro bifore laterali rette da semicolonne composite e ioniche, unite da balconi continui aggettanti e con teste arcuate.Al suo interno conserva elementi architettonici di grande pregio insieme a preziose decorazioni del Settecento. Il portego è completamente spostato a sinistra, come quello di Ca’ Tron: in questo caso però le finestre non riescono a nascondere le differenze costruttive.

Palazzo Donà Balbi (riva sinistra)
Dopo Ca’ Polacco, Palazzo Gritti, Palazzo d’angolo di Biasio, c’è Palazzo Donà Balbi sulla sponda sinistra. L’attuale edificio fu edificato nel XVII secolo molto probabilmente unendo tre corpi di fabbrica adiacenti. Di proprietà della Provincia di Venezia, l’edificio è sede dell’Ufficio Scolastico Regionale. La sobria facciata intonacata è suddivisa in tre parti con la particolarità che quella di destra è quella principale, presentando l’unica porta di accesso e con quadrifore con balconi su entrambi i due piani nobili affiancati da un’unica monofora. Le altre due parti sono invece caratterizzate da tre monofore, con quelle di sinistra non omogeneamente posizionate. Tutte le aperture sono con archi a tutto sesto sormontati da cornici.

Santuario di Lucia (riva destra)
Dopo la Scuola dei Morti, sulla riva destra, c’è il Santuario di Lucia. Il santuario di Lucia, importante edificio di culto, che custodisce numerose opere d’arte e le spoglie di Santa Lucia di Siracusa, alla quale è dedicato insieme a San Geremia. La chiesa fu costruita nell’XI secolo e ricostruita più volte. Il campanile in mattoni a vista (forse del XII secolo) presenta alla base due strette bifore romaniche. Dal Canal Grande si legge questa iscrizione sulla parete dell’abside della chiesa: “VERGINE LUCIA DI SIRACUSA MARTILE DI CRISTO IN QUESTO TEMPIO RIPOSA IN ITALIA AL MONDO IMPLORA LA LUCE PACE”

Palazzo Labia (riva destra)
Palazzo Labia è un edificio barocco del sestiere di Cannaregio a Venezia, costruito tra il XVII e il XVIII secolo. Affiancato alla chiesa di San Geremia, l’edificio si trova nei pressi della confluenza del Canale di Cannaregio nel Canal Grande, a cui indirizza le due facciate più antiche; la terza facciata si affaccia su Campo San Geremia. Le facciate sui canali, variamente attribuite ad Andrea Cominelli, Alessandro Tremignon e al figlio Paolo, sono ispirate a modelli del Longhena. Hanno un piano terra a bugnato dorico e piani superiori di ordine ionico e corinzio con finestre decorate con mascheroni e balconi continui. Sull’attico sono scolpite le aquile araldiche, alternate ad oculi ovali. La facciata sul campo, realizzata intorno al 1730, riprende, semplificandola, lo stile delle altre due.

Palazzo Querini (riva destra)
Dopo il Canale di Cannaregio, Palazzo Emo, c’è Palazzo Querini sulla riva destra. Palazzo Querini Papozze era caratterizzato da una facciata bianca molto ampia ma semplice e funzionale, questo edificio è caratterizzato da un susseguirsi di semplici aperture rettangolari e da un ampio giardino retrostante. Il fronte principale, nel complesso di scarsissimo pregio architettonico e affacciato sul Canal Grande, è delimitato da una fondazione privata: fu costruito dopo l’incendio del 1815, divergendo per serialità da ogni altro. Ha quarantatre finestre e tre porte. Dell’antico edificio rimangono solo un pozzo nel cortile e un portico prospiciente il retro. Lo stemma Querini sulla facciata è una copia moderna. L’ampio giardino retrostante ha tra le sue peculiarità un ponte costruito nel corso dell’Ottocento in uno stile ricco di richiami al gusto cinese,secondo la moda del tempo.

Chiesa di San Zan Degolà (riva sinistra)
Dopo Palazzo Zen, Palazzo Marcello Toderini, Casa Rizzoli, sulla sponda sinistra si trova la Chiesa di San Zan Degolà. L’edificio è uno dei rari esempi di architettura veneto-bizantina rimasto pressoché intatto nella sua concezione originaria fino ai giorni nostri. Solo la facciata e il tozzo campanile hanno forme diverse essendo stati ricostruiti nel Settecento (la torre originaria era grosso modo al centro del campo).

Palazzo Correr Contarini Zorzi (riva destra)
Dopo il Campiello del Remer, sulla sponda destra si trova Palazzo Correr Contarini Zorzi. Palazzo Correr Contarini Zorzi fu costruito nel 1678. La maestosa facciata seicentesca è caratterizzata dalla presenza di due imponenti portali d’acqua monumentali, scanditi da teste ad arco e composti da un’apertura principale circondata da quattro finestre quadrangolari: la loro posizione centrale. Si tratta di due piani nobili, di pari importanza e dello stesso disegno: sono caratterizzati dalla presenza di una trifora a tutto sesto con balcone, traslata a sinistra e affiancata da coppie di monofore, che continuano anche su parte del fianco facciata. Fasce in pietra d’Istria mettono in risalto la disposizione simmetrica e armoniosa degli elementi, evidenziando in particolare la precisione del disegno. La balaustra bianca,che delimita un ampio terrazzo ed è sorretto da una cornice dentellata.

Palazzo Gritti (riva destra)
Palazzo Gritti subì pesanti lavori di ristrutturazione nel XVII secolo, quando furono radicalmente cambiate le parti di apertura, ma non le dimensioni. La facciata, che si compone di tre livelli, presenta, al piano terra, un ampio portale a tutto sesto, con accesso diretto al canale. I due piani nobili, a struttura simmetrica, sono aperti da una coppia di monofore per lato, con al centro una pentafora; queste aperture sono tutte dotate di parapetti in pietra. A destra del corpo principale, un edificio più piccolo appartiene al complesso di Palazzo Gritti: tre piani, con un portico retto da colonne al piano terra; sulla facciata sono presenti due bassorilievi, raffiguranti gli stemmi dei Gritti e dei Dandolo, che furono rispettivamente i nobili proprietari.

Palazzo Memmo Martinengo Mandelli (riva destra)
Palazzo Memmo Martinengo Mandelli fu costruito nel XVIII secolo e ristrutturato nel XIX secolo. Caratterizzata dall’avere l’apertura più importante per ciascuno dei tre livelli (finestra più ampia delle altre o portale) spostata sul lato sinistro della facciata, la sua facciata appare divisa in livelli grazie all’utilizzo di cornici e fasce in pietra d’Istria, che collegare davanzali, finestre, architravi. Il piano terra è bugnato. Il palazzo si sviluppa in profondità e presenta sia un cortile centrale che un giardino.

Museo di Storia Naturale (riva sinistra)
Dopo Palazzo Foscarini Giovanelli, Casa in Calle di Ca’ Correr, Casa in Corte San Martin, Casa Saccardo e Casa Correr, c’è Fondaco dei Turchi sulla riva sinistra. Fondaco dei Turchi, noto come Museo di Storia Naturale di Venezia. Il Fontego dei Turchi è un edificio a due piani, recuperato da un magazzino, sono ancora leggibili alcuni elementi della struttura tipica del magazzino e del disegno stilistico veneto-bizantino che caratterizzava l’architettura veneziana del XIII secolo. La facciata presenta un piano terra scandito da dieci archi a tutto sesto e una loggia con diciotto archetti minori, ispirata all’antica facciata. Ai lati Berchet aggiunse due torrette, articolate su tre livelli. Tutta la facciata è dominata da merlature, assenti prima della ricostruzione.Molte delle decorazioni (patera, sculture, cornici) utilizzate nel restauro sono materiali di recupero o finte sculture realizzate ispirandosi all’architettura bizantina. Gli ambienti del palazzo si affacciano su una corte centrale con porticato al piano terra.

Chiesa di San Marcuola (riva destra)
La chiesa di San Marcuola fu edificata nel XII secolo. Sul Canal Grande, si vede solo il muro esterno senza facciata. Dopo la ristrutturazione ad opera dell’architetto Giorgio Massari, la chiesa si presenta oggi ad un’unica navata quadrata coperta da volta a botte. Durante la ristrutturazione della chiesa fu aggiunta anche una cuspide ottagonale.

Fondaco del Megio (riva sinistra)
Dopo il fiume Fondaco dei Turchi, sulla sponda sinistra si trova Fondaco del Megio. Costruito nel XIII secolo dalla Repubblica di Venezia, il Fontego era inizialmente un deposito di grano. Attualmente ospita una scuola elementare. Facciata tra le più disadorne del Canal Grande, il Fontego del megio è una tipica struttura di magazzino. L’apertura è costituita da tre piccoli portali rettangolari e tredici piccole aperture quadrangolari disposte su tre livelli. Gli elementi decorativi sono essenzialmente due: in alto una fila di merli e in posizione centrale un bassorilievo con il Leone di San Marco, simbolo apposto dalla Repubblica su ogni edificio pubblico. La scultura attuale era una moderna ricostruzione di Carlo Lorenzetti.

Palazzo Belloni Battagia (riva sinistra)
Palazzo Belloni Battagia fu edificato sui resti di una preesistente costruzione gotica a metà del XVII secolo. Edificio a due piani più un soppalco, presenta una facciata tipicamente barocca, per la ricchezza di decorazioni scultoree. Il piano terra, sormontato da una balaustra, presenta al centro un grande portale a tutto sesto timpano. Il grande piano nobile presenta sette monofore rettangolari inserite in un ampio gioco di decorazioni, tra cui lesene, due grandi stemmi e, sopra ogni monofora, un frontone spezzato. Sopra un marcapiano sei finestrelle quadrate caratterizzano il soppalco; l’attico è attraversato, sotto una cornice dentellata, da un lungo fregio, contenente lo stemma dei Belloni. Sul tetto si ergono due alti pinnacoli a forma di obelisco in posizione simmetrica,una particolarità che si ritrova solo in pochi altri edifici della città, come Palazzo Giustinian Lolin, anch’esso progettato dal Longhena, o Palazzo Papadopoli.

Ca’ Vendramin Calergi (riva destra)
Dopo il fiume San Marcuola, Casa Volpi, sulla sponda destra si trova Casa Vendramin Calergi. Edificio a forma di L, Palazzo Vendramin presenta una delle facciate più rappresentative del Rinascimento veneziano, essendo un’interpretazione locale dell’albertiano Palazzo Rucellai a Firenze e della capriata ritmica che Alberti aveva utilizzato a Mantova. Il gioco architettonico crea un effetto riuscito attraverso il contrasto di luci e ombre. La facciata è composta da tre livelli, divisi da marcati marcapiani, a loro volta sorretti da semicolonne con ordini sovrapposti: dorico, ionico e corinzio. Cinque grandi bifore, dal ritmo irregolare (tre affiancate al centro, due più isolate ai lati), movimentano la facciata di ogni piano, conferendole l’aspetto di una loggia a due piani,che si riflette anche al piano terra, dove al posto della finestra centrale si trova il portale.

Queste bifore derivano dalla fusione di due monofore, a loro volta racchiuse da un semicerchio. Tra i due c’è una finestra circolare, che ricorda quelle periferiche di Palazzo Corner Spinelli, da cui prende le distanze per disegno. A differenza dei palazzi gotici veneziani e tardogotici, è la cornice architettonica che domina la facciata, subordinando i sobri intarsi policromi e gli elementi decorativi. Sulle formelle sotto il davanzale della base. Il testo è la traduzione dei versetti centrali del Salmo 113 (Antica Vulgata) o dell’incipit del salmo 115 (secondo la numerazione ebraica) 114 della Bibbia.Di fronte all’ala seicentesca (detta Ala Bianca), a destra del corpo principale dell’edificio, l’edificio vanta un discreto giardino prospiciente le facciate anteriori, accessibile anche dal canale attraverso un cancello i cui pilastri sono dominati da due grandi statue.

Ca’ Tron (riva sinistra)
Dopo il fiume di Ca’ Tron, sulla sponda sinistra c’è palazzo Tron. Ca’ Tron è di proprietà dell’Università IUAV di Venezia ed è sede della storica Facoltà di Urbanistica e Pianificazione del Territorio. Costruito nella seconda metà del XVI secolo, l’edificio, la cui pianta è ad “U”, è composto da un piano terra, un mezzanino e due piani nobili: questi ultimi, a differenza del primo, hanno una superficie in pietra d’Istria. La facciata è asimmetrica, essendo il lato sinistro meno esteso: il portale e le aperture centrali dei piani nobili sono quindi spostati a sinistra dell’asse. L’apertura dei piani nobili, divisa da un marcapiano, è costituita da otto finestre ad arco a tutto sesto, con le quattro centrali unite a formare una quadrifora. Sulla piccola facciata posteriore di Ca’ Tron,che si affaccia sul giardino con pozzo al centro, vi sono due bifore ad arco a tutto sesto con balaustra ai piani nobili, al piano terra un’unica apertura divisa da due colonne.

Chiesa di San Stae (riva sinistra)
Dopo Palazzo Duodo, Palazzo Priuli Bon, c’è la Chiesa di San Stae sulla riva sinistra. La facciata barocca fu realizzata su progetto del 1709 di Domenico Rossi. La struttura è divisa in tre parti da un ordine gigante di semicolonne poste su alte basi e terminate ai lati da due corte ali, più basse e leggermente arretrate, in l’ordine minore. Dalla sommità delle ali estreme delle ali, formate da pilastri e semicolonne poste direttamente sul plinto, parte una trabeazione ritmica che intreccia la facciata a formare la base del timpano del portale. La parte centrale è coronata dal timpano traforato da un elaborato rosone. A quest’ultimo autore sono sicuramente attribuite le tre statue acroteriche del timpano, Fede, Speranza e Redentore al centro.Alla sommità delle ali vi sono altre due statue: quella di sinistra è la Carità, scultura attribuita a Paolo Callalo. Invece l’altra figura femminile a destra è attualmente di difficile identificazione.

Al centro della facciata si trova il complesso del portale formato da un arco circondato da semicolonne e semipilastri che ripetono il motivo delle ali innestandosi direttamente sulla base e sui gradini. Il complesso culmina in un frontone con timpano spezzato sormontato, al centro, da un animato gruppo marmoreo della gloria degli angeli che sostiene un cartiglio raffigurante il miracolo della conversione di Eustachio e, ai lati, dalle pacate figure allegoriche Pazienza e Mitezza. Dalla chiave di volta dell’arco emerge un audace putto con cartiglio, probabilmente opera di Giuseppe o Paolo Groppelli. Ai lati della facciata due nicchie con le statue di Sant’Osvaldo e San Sebastiano sormontate, oltre la trabeazione, da due bassorilievi con le storie del martirio di Eustachio:Eustachio e la sua famiglia risparmiati dalle fiere e dal martirio di Eustachio e la sua famiglia nel toro di bronzo rovente.

Fiume di San Marcuola e Fiume della Maddalena (riva destra)
Dopo la Ca’ Vendramin Calergi, prima del fiume della Maddalena, ci sono molti piccoli palazzi in questa zona, Palazzo Marcello, Palazzo Molin Erizzo, Palazzo Soranzo Piovene, Palazzo Emo alla Maddalena, Palazzo Molin Querini.

Dopo il fiume della Maddalena si trovano Palazzetto e Palazzo Barbarigo, Palazzo Zulian, Palazzo Ruoda, Casa Velluti e Palazzo Gussoni Grimani Della Vida.

Ca’ Pesaro (riva sinistra)
Dopo Scuola di Tiraoro e Battioro, fiume di Rioda, Palazzo Coccina Giunti Foscarini Giovannelli, fiume di Pergola, c’è Ca’ Pesaro sulla sponda sinistra, che è conosciuta come la Galleria Internazionale d’Arte Moderna e il Museo d’Arte Orientale di Venezia. Ca’ Pesaro si affaccia sul Canal Grande ed è considerato uno dei più importanti palazzi veneziani per le sue dimensioni, la sua qualità decorativa e la sua imponenza: le allegorie dei soffitti sono di Giambattista Pittoni, la facciata principale in stile barocco, impreziosita da bas -rilievi e statue dalla forte connotazione plastica e capaci di creare importanti chiaroscuri, la rendono unica. Il piano terra presenta una decorazione a bugnato diamantato molto sporgente che circonda un doppio portale d’acqua.I piani principali sono caratterizzati dalla presenza di sette archi a tutto sesto riccamente decorati, separati da colonne sporgenti che raddoppiano in corrispondenza delle pareti portanti.

Non meno importante è la facciata laterale leggermente curva, progettata solo in un secondo momento: ha una componente dinamica che contrasta con la staticità di quella principale e appare più semplice di quest’ultima. Dalla sontuosità dell’esterno si può ben immaginare l’originaria ricchezza delle stanze e dei saloni di cui però non rimane quasi nulla a parte pochi affreschi e decorazioni. L’edificio, nel progetto originario, doveva essere nettamente diviso in due parti (una di rappresentanza e una di servizio) da uno scalone monumentale parallelo al corso del Canal Grande: Antonio Gaspari lo fece invece perpendicolare ad esso, appoggiandolo su un lato del portego. Antonio Gaspari modificò anche il disegno del cortile.

Fiume di Noale (riva destra)
Dopo il fiume Noale, ci sono alcuni piccoli palazzi sulla riva destra, tra cui Casa da Lezze, Palazzo Boldù Ghisi Contarini, Palazzo Contarini Pisani, casa Levi Morenos.

Ca’ Corner della Regina (riva sinistra)
Dopo il fiume di Ca’ Pesaro, Palazzo Donà, Palazzo Correggio, c’è Ca’ Corner della Regina sulla sponda sinistra. Il palazzo fu costruito nel XVIII secolo. Si tratta di un edificio modulato su tre livelli, ma particolarmente slanciato anche per la presenza di due soppalchi, in mansarda e tra piano terra e primo. Il portale principale, in posizione centrale, è arrotondato e sviluppato in altezza, su uno sfondo bugnato che caratterizza il primo livello e il mezzanino, ispirato alle facciate rinascimentali. Il primo dei due piani nobili è attraversato da una balaustra, sopra la quale si aprono sette monofore con mascherone in chiave, tra le quali si aprono semicolonne ioniche.

Una grande gronda a cordone divide questo livello dal secondo piano nobile, che presenta le sette finestre disposte regolarmente, qui però di forma rettangolare e ciascuna sormontata da un timpano; tra di esse sono interposte simmetricamente grandi semicolonne corinzie, che interessano anche il mezzanino, al cui livello poggiano su tratti di architrave, a loro volta poggianti sulla sottile cornice del tetto. Quest’ultimo, in posizione centrale, dispone di due abbaini.

Palazzo Fontana Rezzonico (riva destra)
Palazzo Fontana Rezzonico è un palazzo, situato tra la confluenza del Rio di San Felice e il Palazzo Miani Coletti Giusti. L’edificio è stato costruito secondo lo stile rinascimentale ma con il passare del tempo ha assunto anche caratteristiche riferibili al barocco. A prima vista, la facciata presenta un’asimmetria molto pronunciata. Al piano terra sono presenti due portali d’acqua: il principale è posizionato centralmente sotto la quadrifora del piano nobile mentre il secondario, di dimensioni più contenute, è posizionato all’estrema destra della facciata. Il primo e il secondo piano nobile sono pressoché identici, con le bifore affiancate da due monofore a sinistra e quattro a destra, tutte con archi a tutto sesto e balconi aggettanti.Sul tetto spiccano due piccoli obelischi costruiti quasi interamente in terracotta.

Palazzo Miani Coletti Giusti (riva destra)
Palazzo Miani Coletti Giusti caratterizzato da una facciata lineare verdastra, opera di Antonio Visentini, l’edificio si sviluppa su quattro piani ed è caratterizzato da alcune particolarità, come la presenza di quattro portali d’acqua circondati da semicolonne doriche e separati da tre nicchie contenente statue raffiguranti uomini dell’epoca, di numerose monofore che sostituiscono le tipiche plurifore dei piani nobili (anche se il ritmo serrato della composizione assottiglia talmente la distanza tra le bifore centrali da farle apparire come un’unica plurifora), di un cornicione particolarmente marcato un grosso arco, un imponente abbaino e due terrazzi con balaustre con colonne. Nel complesso sono varie le allusioni allo stile promosso da Andrea Palladio.Il secondo piano nobile è caratterizzato dalla presenza di due nicchie circolari chiuse da timpani triangolari.

Ca’ d’Oro (riva destra)
La Ca’ d’Oro, il cui nome deriva dal fatto che in origine parti della facciata erano ricoperte da rifiniture dorate che facevano parte di una complessa policromia, considerata uno dei massimi esempi di gotico fiorito veneziano. Dal 1927 è adibito a museo come sede della Galleria Franchetti. La facciata è caratterizzata dalla marcata asimmetria tra il fianco sinistro, in cui si sovrappongono tre fasce forate (portico per attracco barche al piano terra e logge ai piani superiori), e l’ala destra, in cui prevale la muratura coperta. di marmi pregiati con singole aperture quadrate isolate; la causa di tale specificità è da attribuire alle ridotte dimensioni del lotto, che non consentivano la realizzazione dell’ala sinistra dell’edificio.Tra i lati sinistro e destro della facciata è stato inserito un fregio della precedente residenza di Zeno. L’unico elemento che dà continuità alla facciata, condizionandola e dominandola, è il grande cornicione con la merlatura sovrastante. il coronamento.

Il portico del pianterreno è aperto con cinque grandi arcate sull’acqua, con quella centrale dilatata rispetto alle altre, in modo da abbassarsi, riprendendo le arcate di origine bizantina. Ricorda la casa duecentesca della famiglia Zeno, e non presenta novità di rilievo. Tra il portico sull’acqua e quello interno vi è una quadrifora di notevole interesse, opera di Giovanni Bono: doppie colonne tortili separano le aperture; allineato con le colonne, sopra di esse, trafori a forma di croce; sull’estradosso degli archi delle aperture due quadrilobi.

Al piano superiore, la loggia dei Reverti, composta da un esaforo che è invece una novità per l’epoca, in quanto sopra i quadrilobi, allineati con i vertici degli archi delle aperture, troviamo dei semi-quadrilobi, con cui i Raverti ottennero un vivido effetto chiaroscurale, abbellito dalle modanature. I capitelli delle colonne con foglie grasse che salgono a spirale sono reinterpretati in modo inedito, rompendo la classica simmetria coeva veneziana. Anche le balaustre tra le colonne hanno un forte spirito decorativo. La loggia dell’ultimo piano è composta da un ulteriore esaforo con aperture a croce allineate alle colonne, proprio come nella quadrifora al piano terra,anche se in questo caso troviamo un semi-quadrilobio allineato con i vertici degli archi delle aperture al posto dei due quadrilobi.

Palazzo Morosini Brandolin (riva sinistra)
Dopo Casa Favretto, fiume di San Cassiano, Palazzo Lona, Palazzo Foroni, sulla sponda sinistra si trova Palazzo Morosini Brandolin. Palazzo Morosini Brandolin situato di fronte al palazzo Ca’ d’Oro. L’edificio è un esempio di gotico fiorito veneziano. L’attuale facciata presenta un piano terra bugnato con due portali e due piani nobili composti da esafori centrali e coppie di monofore laterali. Al primo piano gli esafori sono archi a sesto acuto mentre al secondo piano hanno i tipici archi con quadrilobi traforati.

Michiel del Palazzo delle Colonne (riva destra)
Dopo Palazzo Giustinian Pesaro, Palazzo Morosini Sagredo, Campo Santa Sofia e Traghetto, Palazzetto Foscari, c’è Michiel del Palazzo delle Colonne sulla sponda destra. Questa zona dove si tiene il mercato di Rialto. L’immobile, dalle forme perfettamente simmetriche, si compone di tre livelli più un soppalco in mansarda. I piani principali sono due, di dimensioni e struttura simili. La facciata di Palazzo Michiel è in stile barocco, ma risente della tradizione veneto-bizantina nella sua caratteristica più peculiare, il portico al piano terra: è l’unica parte della facciata settecentesca che richiama le fattezze dell’antico palazzo; tuttavia le alterazioni alla presenza, tra i sei archi a tutto sesto sorretti da colonne, di una serliana, uno degli elementi architettonici più utilizzati da Gaspari.Il tema della serliana ricorre ai piani nobili, dove ve ne sono due sovrapposti, tra coppie di monofore rettangolari tutte sormontate da particolarissimi timpani: ognuna è infatti spezzata centralmente per ospitare busti in pietra. Tutte le aperture della facciata, compreso il portico e le sei piccole monofore del mezzanino, sono chiuse da una balaustra.

Palazzo Civran (riva destra)
Ci sono molti palazzetti tra fiume dei Santi Apostoli e fiume di San Giovanni Crisostomo. Dopo Palazzo Michiel del Brusà, Palazzo Smith Mangilli Valmarana, Ca’ Da Mosto, Palazzo Dolfin e Palazzetto, Palazzo Bolani Erizzo, Campiello del Remer Palazzo del Leone, Palazzo Remer, Casa Sernagiotto, c’è Palazzo Civran sulla riva destra. La famiglia Civran è proprietaria di questo edificio dal XIV secolo al quale ha dato diverse forme stilistiche nei rimaneggiamenti avvenuti nel corso degli anni. Attualmente l’edificio è demaniale ed è sede della Guardia di Finanza, come si evince anche dai colori della carrozzeria applicati ai pali di ormeggio.

Costruito nel XIV secolo, le forme dell’attuale struttura sono il risultato dell’ultimo importante restauro avvenuto verso la prima metà del XVII secolo, quando l’edificio assunse lo stile architettonico del tardo rinascimento. Il piano terra è in bugnato con al centro un portale d’acqua ad arco con chiave di volta a forma di testa umana; il soppalco è costituito da quattro aperture molto più alte della norma e dotate di ringhiera metallica. Il piano nobile presenta una monofora centrale quasi uguale al portale d’acqua sottostante e due coppie di bifore laterali, tutte unite da un unico balcone aggettante. Il secondo piano, di livello inferiore, è costituito da cinque monofore identiche allineate alle cinque del piano nobile e con balconate singole.Tutte le aperture del primo e del secondo piano, tranne quella centrale del piano nobile, sono sormontate da timpani triangolari.

Palazzo Camerlenghi (riva sinistra)
Dopo la costruzione della Fondazione dell’Olio, poi il fiume delle Beccarie, poi una vasta area di proprietà di Campo della Pescaria, e le grandi fabbriche di Rialto sulla sponda sinistra, c’è Palazzo dei Camerlenghi, ai piedi del Ponte di Rialto. Fu costruito tra il 1525 e il 1528, come sede delle magistrature finanziarie. Oggi mantiene la funzione di magistratura finanziaria, sede della sezione regionale della Corte dei Conti. Il palazzo si sviluppa con una pianta pentagonale per seguire la curva del Canal Grande e, in altezza, su tre piani. Presenta alte finestre ad arco separate da lesene e coronate da interessanti decorazioni. Come “scrigno” dello stato, fu arricchito esternamente con marmi policromi e porfidi, perduti nel tempo.

Fondaco dei Tedeschi (riva destra)
Dopo Casa Perducci, Palazzo Ruzzini, fiume del Fontego dei Tedeschi, c’è Fondaco dei Tedeschi sulla riva destra, adiacente al Ponte di Rialto. L’edificio è da tempo di proprietà delle Poste Italiane. Successivamente ha subito un nuovo progetto di restauro statico e funzionale, riconversione anche a centro culturale. Esterno Ampio complesso affacciato sul Ponte di Rialto, il Fontego è un edificio a pianta quadrata disposto su tre livelli attorno ad una corte interna, coperta da una struttura in vetro e acciaio, dove è conservato l’antico pozzo. Al piano terra cinque grandi archi a tutto sesto chiudono un portico in dialogo con il Canal Grande, dove venivano scaricate le merci. Il secondo livello è attraversato da una lunga fila di bifore e bifore cui corrispondono simmetricamente finestre quadrangolari minori dei due piani superiori.

Parte 3: dal ponte di Rialto al ponte dell’Accademia

ponte di Rialto
Il Ponte di Rialto è il più antico e sicuramente il più famoso. Primo ponte ad attraversare entrambe le sponde del Canal Grande, ha subito diverse ricostruzioni nello stesso luogo ed è stato trasformato da ponte di barche in legno ad attuale ponte in pietra. L’attuale ponte in pietra, a campata unica progettato da Antonio da Ponte, iniziò la costruzione nel 1588 e fu completato nel 1591. Due rampe portano ad un portico centrale. Ai lati del portico, le rampe coperte portano file di botteghe. Poiché la campata è enorme, l’ingegneria del ponte era considerata così audace a quel tempo.

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Palazzo Dolfin Manin (riva destra)
Dopo Riva del Ferro, c’è Palazzo Dolfin Manin, sotto il ponte di Rialto. Palazzo Dolfin Manin che ospita la sede di Venezia della Banca d’Italia. La facciata, opera realizzata negli anni 1538 – 1547 dal grande architetto Jacopo Sansovino (già autore del Canal Grande da Palazzo Corner), è caratterizzata dalla brillante pietra d’Istria bianca e dalle grandi aperture a tutto sesto. Il portico del pianterreno è formato da sei archi, i cui sette pilastri di sostegno corrispondono alle sette semicolonne ioniche e corinzie dei due piani superiori. I due piani principali presentano la stessa apertura, costituita ai lati da una coppia di finestre, ciascuna corrispondente ad un arco al piano terra, e centralmente da una quadrifora. L’aspetto dell’edificio appare in questo modo rigoroso. Sopra,la facciata è chiusa da un ampio cornicione dentellato.

Palazzo Bembo (riva destra)
Dopo il fiume San Salvador, sulla sponda destra si trova Palazzo Bembo. Costruito dalla famiglia patrizia Bembo nel XV secolo, l’edificio è oggi sede di un’attività alberghiera e di uno spazio espositivo per l’arte contemporanea. La facciata di Ca’ Bembo, ottimo esempio di accorpamento tra più edifici mediante l’utilizzo di vari accorgimenti tra cui la presenza di un ballatoio continuo, ha un chiaro aspetto gotico veneziano, con i suoi tre ordini di finestre ogivali: di queste, le coppie di Particolare rilievo assumono le pentafore del piano nobile e del piano superiore, con il loro aspetto semplice. I livelli sono separati da cornici in pietra scolpite a bassorilievo. All’interno vi è una scala seicentesca che si affaccia sul cortile interno che conduce al piano nobile,dove sono presenti decorazioni risalenti allo stesso secolo, in stile barocco. Il portego, ovvero il salone dei ricevimenti, si sviluppa in corrispondenza della multifora di destra.

Ca’ Loredan (riva destra)
Dopo la stazione dei traghetti di Rialto, Palazzetto Dandolo, c’è Ca’ Loredan sulla riva destra. Insieme all’attigua Ca’ Farsetti, è sede del municipio della città lagunare. Fondato nel XIII secolo, Palazzo Loredan è un edificio il cui nucleo più antico è in stile veneto-bizantino, essendo tra gli edifici sul Canal Grande che più conservano le sue tracce nonostante i restauri. Il piano terra presenta un portico centrale chiuso da cinque archi rialzati, sorretti da quattro colonne corinzie, sopra le quali, al piano nobile, si aprono sette finestre dello stesso stile. Ai due lati del portico, simmetricamente, si aprono due finestre tonde, che corrispondono ad una trifora del piano nobile. Questo foro è chiuso da decorazioni bizantine per lo più di forma circolare. Il secondo piano nobile, che,seppur posteriormente, cerca di emulare lo stile del primo, è caratterizzato da un ampio finestrone centrale multifora, cui fanno eco le monofore laterali. L’edificio, il cui lato destro è caratterizzato dalla presenza di numerose monofore e del portale in terra, si distingue per la presenza di quattro cavalcavia che lo collegano a Ca’ Farsetti.

Ca’ Farsetti (riva destra)
Ca’ Farsetti, insieme all’attigua Ca’ Loredan, è sede del municipio della città lagunare. La facciata di Palazzo Farsetti presenta un edificio su tre livelli più un soppalco: i primi due sono quelli del nucleo originario, con la loggia in stile veneto-bizantino a livello del canale; il secondo piano e il mezzanino sono frutto di opere rinascimentali. Il piano terra presenta un portico centrale chiuso da cinque archi a tutto sesto, sorretti da quattro colonne corinzie, strutturalmente simili a quella dell’attigua Ca’ Loredan, alla quale Ca’ Farsetti è collegata, sul lato sinistro, tramite un “cavalcavia”. Il piano nobile della facciata è caratterizzato da quindici aperture a tutto sesto con, a segnare i due livelli, una lunga balaustra.

Palazzo Giustinian Businello (riva sinistra)
Molti palazzetti raccolti vicino ai piedi del Ponte di Rialto, dopo Palazzo dei Dieci Savi, Riva del Vin, Casa In Riva del Vin, Chiesa di San Silvestro, Casa Ravà, Palazzo Chiurlotto, Palazzo Barzizza, Palazzo Lanfranchi, c’è Palazzo Giustinian Businello sulla sponda sinistra. La facciata di Palazzo Giustinian lascia ancora intravedere le caratteristiche del magazzino veneto – bizantino, nonostante le manomissioni avvenute tra il XV e il XIX secolo. A testimoniare l’impianto originario rimane il portale, un tempo parte del portico con accesso al canale al piano terra e, centralmente sui due piani nobili, esafori sovrapposti con balaustre. Sopravvivono anche alcuni antichi bassorilievi. Le restanti aperture, monofore disposte simmetricamente rispetto a quelle centrali, e il terzo piano,con il terzo esaforo, sono il risultato di ristrutturazioni e modifiche più recenti.

Palazzo Grimani a San Luca (riva destra)
Dopo Palazzo Cavalli, c’è Palazzo Grimani, imponente edificio rinascimentale. Nel 1881 fu scelta come sede della Corte d’Appello. La facciata bianca, ispirata all’architettura romana, è divisa da robusti cornicioni a corda in tre settori. Il piano terra e il soppalco, caratterizzati dalla presenza di un portale d’acqua con arco trionfale e imponenti colonne scanalate che sorreggono un monumentale balcone continuo, appaiono meno luminosi dei piani superiori. Di eccezionale pregio le due vittorie che decorano la parte superiore del portale, opera di Alessandro Vittoria. Il tema dell’arco trionfale è ripreso anche ai piani superiori, dove si ripete affiancato da un ulteriore arco. Tutte le aperture dei piani nobili sono decorate da colonne binate non scanalate di ordine corinzio. La pianta del pavimento,anomala in quanto caratterizzata dalla forma piramidale del sito, si sviluppa intorno ad un atrio centrale a tre arcate di gusto classico molto ammirato da Andrea Palladio, cui corrispondono i due piani superiori porteghi.

Palazzo Papadopoli (riva sinistra)
Dopo il fiume Meloni, c’è Palazzo Papadopoli. L’edificio è a forma di L ed è composto da tre piani con soppalco. La facciata simmetrica presenta i tre livelli ben evidenziati da due cordoni di gronda: quello più imponente divide i due piani nobili, mentre quello meno importante divide dal sottotetto il secondo piano nobile. È una delle facciate più maestose ed equilibrate di quelle che si affacciano sul Canal Grande. È caratterizzato da una decorazione in pietra d’Istria e dalla sovrapposizione di più serliane. Al piano terra vi è un grande portale a tutto sesto, nella cui cornice sono contenute due coppie di monofore quadrate sovrapposte.

I due piani nobili, in corrispondenza del portale, sono impreziositi da una serliana con balaustra: quello del primo piano è scandito da quattro semicolonne, quello del secondo da lesene. Le balaustre non sono le stesse di quella inferiore, a differenza di quella del secondo piano nobile, presenta uno sbalzo. Inoltre, il portale del piano terra, la serliana del primo piano nobile e quella del secondo, rispettivamente, sono decorati con decorazioni di ordine dorico, ionico e corinzio. Oltre alla Serliana, ogni piano nobile presenta quattro monofore sormontate da un timpano rilevato. Sono triangolari al primo piano e curvilinei al secondo. L’apparato che arricchisce questa monumentale facciata è veramente ricco. Al primo piano nobile due stemmi a rilievo. Finalmente,vi sono sette piccole aperture ovali nell’attico (con decorazioni a cartiglio) e, sul tetto, due pinnacoli a forma di obelisco, peculiarità di poche altre facciate veneziane, come Palazzo Belloni Battagia e Palazzo Giustinian Lolin.

Angolo Palazzo Contarini dei Cavalli (riva destra)
Dopo il fiume San Luca, c’è Palazzo Corner Contarini dei Cavalli è un palazzo a Venezia. La costruzione dell’attuale edificio risale presumibilmente alla metà del XV secolo. L’edificio è riconducibile allo stile gotico fiorito veneziano ma presenta stili architettonici differenti nei vari piani in quanto oggetto di vari rifacimenti nel corso dei secoli. Il piano terra presenta un bugnato seicentesco con porta d’acqua centrale realizzata a Serliana; il piano nobile mantiene l’aspetto originario con un esoforo con archi trilobati sormontati da quadrilobi e monofore laterali che richiamano lo stile della facciata di Palazzo Ducale mentre il secondo piano, che è un prospetto ottocentesco, si sviluppa con una trifora , di cui quella centrale più larga delle altre,e due coppie di monofore laterali con archi a tutto sesto. Tutte le aperture hanno balcone sporgente, ad eccezione delle due finestre laterali della multifora del piano nobile.

Palazzo Bernardo (riva sinistra)
Dopo Palazzo Donà della Trezza, Palazzo Donà della Madoneta, fiume della Madoneta, c’è Palazzo Bernardo sulla sponda sinistra. Palazzo Bernardo fu costruito nella prima metà del XV secolo in stile tardo gotico tipicamente veneziano. La facciata sul Canal Grande è ovviamente tripartita: racchiusa tra cornici angolari in pietra d’Istria, si segnala soprattutto per la presenza di due elegantissime esafora al primo e secondo piano e per la quadrifora più piccola all’ultimo piano. Tutti i livelli decorativi sono scanditi da eleganti marcapiani. Gli aspetti più curiosi della facciata, però, sono la presenza di due portali d’acqua (che suggerisce un uso bifamiliare del Palazzo) e il disallineamento dell’esaforo inferiore, che appare subordinato a quello del secondo piano.

Anna Viaro Martinengo Palazzo Volpi di Misurata (riva destra)
Dopo Palazzo Tron, c’è Palazzo D’Anna Viaro Martinengo Volpi di Misurata. Il palazzo originario è costruito in stile rinascimentale in forme comuni a molti altri palazzi della città lagunare. Il piano terra in pietra ha un portale d’acqua centrale e un soppalco molto più alto della norma. La struttura si sviluppa con un unico piano nobile con una quadrifora centrale con arco a tutto sesto, cornice superiore e un unico balcone; le parti laterali presentano una coppia di monofore dello stesso stile con un unico balcone, intervallate da uno stemma nobiliare in rilievo. La facciata si chiude con il soppalco mansardato con finestre quadrate che si posizionano sopra ciascuna delle finestre sottostanti; il piano nobile e il soppalco mansardato sono divisi da un cornicione marcapiano. La parte dell’edificio che fu successivamente inglobata,la “quarta” a sinistra, ricalca quasi fedelmente la facciata centrale del corpo di fabbrica, fatta eccezione per la presenza di due porte d’acqua e solo due finestre nel sottotetto soppalcato.

Palazzo Curti Valmarana (riva destra)
Dopo Casa Marinoni e Casa De Spirit, Palazzo Querini Benzon, fiume di Ca’ Michiel, Casa Tornielli, c’è Palazzo Curti Valmarana sulla sponda destra. Palazzo costruito nel XVIII secolo. Palazzo in stile rinascimentale con facciata intonacata molto equilibrata e armoniosa nella disposizione delle finestre, presenta un portale d’acqua centrale al piano terra, una trifora centrale al secondo piano nobile con arco a tutto sesto, della stessa tipologia di il portale d’acqua con una coppia di monofore ai lati mentre tutte le altre aperture sono rettangolari. Nei due piani nobili le finestre sono provviste di cornice superiore e le tre aperture centrali presentano anche un balconcino.

Fiume della Madoneta, fiume di San Polo e fiume di San Tomà (riva sinistra)
In questa parte del viaggio, gli edifici sulla riva sinistra sono una fila di piccoli palazzi relativamente simili, facciata ordinata decorata con finestre a traliccio gotiche. Dopo il fiume della Madoneta, c’è Palazzo Querini Dubois, Palazzo Grimani Marcello, Layard Ca’ Cappello. Dopo il fiume San Polo, troviamo Palazzo Barbarigo della Terrazza, Palazzo Pisani Moretta, Palazzo Tiepolo, Palazzo Soranzo Pisani, Palazzo Tiepolo Passi, Palazzo Giustinian Persico. Dopo il fiume San Tomà, c’è Palazzo Marcello dei Leoni, Palazzo Dolfin, Palazzo Dandolo, Palazzo Civran Grimani.

Angolo Palazzo Spinelli (riva destra)
Palazzo Spinelli d’angolo a Venezia, spesso indicato come l’emblema del passaggio dall’architettura gotica a quella rinascimentale nell’arte veneziana. La facciata sul canale è simmetrica, aperta ai piani nobili da quattro bifore per piano e tagliata da marcapiani, che mettono in risalto i tre livelli di cui è composto l’edificio. Elementi peculiari dell’architettura di questo edificio sono le finestre piriformi, che dividono i due fori delle bifore e dei balconi trilobati in stile gotico.

Palazzi Mocenigo (riva destra)
Dopo Campiello del Teatro, casa Salomé Barocci, il fiume di Ca’ Garzoni, Palazzo Garzoni, Fondaco Marcello, Palazzo Corner Gheltof, ecco i palazzi Mocenigo sulla sponda destra. I Palazzi Mocenigo sono un complesso architettonico, caratterizzato da una facciata lunga e irregolare, costituito da quattro edifici: Palazzo Mocenigo Casa Nuova, Palazzo Mocenigo “Il Nero” (costituito da due edifici più piccoli) e Palazzo Mocenigo Casa Vecchia. Palazzo Mocenigo “Il Nero” e Palazzo Mocenigo Casa Vecchia.

Palazzo Mocenigo Ca’ Vecchia è il primo edificio partendo da destra. La struttura ha un aspetto semplice: l’edificio si sviluppa su quattro piani, divisi da solide cornici, di cui un piano terra con portale d’acqua affiancato da grandi monofore, un soppalco mansardato e due piani nobili molto simili nell’aspetto. Si evidenzia l’assenza di soppalco tra piano terra e piano nobile. I piani nobili, differenziati solo per la diversa conformazione della balconata, aggettante solo al primo piano, sono caratterizzati da una trifora, ciascuna affiancata da due coppie di monofore con balcone non aggettante. La chiave dei vari archi è decorata con una testa umana.

I palazzi Mocenigo hanno un linguaggio architettonico piuttosto semplice, di chiara matrice rinascimentale: il piano nobile è l’elemento fondante della composizione, affiancato al piano terra e su due soppalchi. Esso, caratterizzato da una serliana centrale affiancata da monofore, si ripete secondo lo stesso schema sia per l’uno che per l’altro edificio, creando una forte sensazione di simmetria. I fori sono decorati con bassorilievi. L’elemento di maggior pregio della composizione erano gli affreschi sulle facciate, realizzati da Benedetto Caliari e Giuseppe Alabardi. Questi affreschi, analogamente a quelli presenti negli altri edifici civili della città, sono scomparsi tra il XVIII e il XIX secolo.

I palazzi Mocenigo caratterizzati da una serliana centrale affiancata da monofore, si ripete secondo lo stesso schema sia per l’uno che per l’altro edificio, creando una forte sensazione di simmetria. I fori sono decorati con bassorilievi.

Palazzo Mocenigo Ca’ Nova è l’edificio posto all’estrema sinistra del complesso: è quello che presenta probabilmente la facciata di maggior impatto visivo. La facciata è caratterizzata dall’imponenza delle tre aperture centrali: il portale d’acqua, circondato da quattro finestrelle, e le due serliane sovrapposte, ornate per mezzo di un balcone aggettante. Ai lati si aprono grandi monofore con timpani triangolari e curvi. Tutti gli elementi sono contenuti in un complesso disegno di cornici e profili, che segna la facciata e le dona dinamismo. La facciata un tempo era dominata da due obelischi, successivamente demoliti.

Palazzo Contarini delle Figure (riva destra)
Palazzo Contarini delle Figure è stato costruito in uno stile che fa molti riferimenti all’opera di Andrea Palladio. La facciata, che coniuga sapienti dettagli decorativi, enfatizzati da colori efficaci, con una grande compattezza formale, espressa attraverso un’espressività matura, risulta essere una delle più pregevoli tra quelle dei palazzi affacciati sul Canal Grande, pur non disdegnando la tradizionale verticalità e tripartizione orizzontale. Questo effetto ha potuto apprezzare lo stile armoniosamente in bilico tra neoclassicismo e rinascimento veneziano. Il piano terra presenta un grande portale d’acqua, affiancato da otto monofore disposte su due livelli. Elemento centrale della composizione è la quadrifora centrale, scandita da colonne corinzie scanalate e sottolineata dal timpano triangolare,il cui stile è un’anticipazione dell’architettura neoclassica. È ripreso al piano superiore in forme più semplici senza timpano e appare circondato da una serie di monofore con archi a tutto sesto.

Ca’ Foscari (riva sinistra)
Dopo il fiume di Ca’ Foscari, sulla sponda sinistra c’è l’Università Ca’ Foscari. L’edificio si estese fino al bordo del Canal Grande e fu aggiunto un secondo piano nobile. Fu costruita una semplice porta all’altezza della porta d’acqua, mentre fu aggiunto un ingresso secondario sulla pubblica via. L’elemento architettonico più importante è la loggia al secondo piano: le otto aperture e il fregio quadrilobo con conclusione in semiquadrilobi alle due estremità creano l’effetto di un ampliamento dell’intera facciata. Sopra la polifora del secondo piano vi è un fregio in pietra con lo stemma della famiglia dogale, e un elmo da giostra con il leone ad ali spiegate. Al di sopra di questo secondo piano nobile si eleva un ulteriore piano (il terzo), ispirato alla polifora del terzo piano della Ca’ d’Oro.Questa soluzione a tre piani con finestre multifora crea anche un’espansione verso l’altro, oltre che in orizzontale.

Palazzo Moro Lin (riva destra)
Dopo Palazzo Erizzo Nani Mocenigo, Palazzo e Palazzetto da Lezze, sulla sponda destra si trova Palazzo Moro Lin. Il piano terra presenta sette archi a tutto sesto che emergono dal canale e formano un portego, di cui quello centrale è più piccolo. I due piani nobili e il terzo piano settecentesco sono attraversati ciascuno da tredici monofore, tra le quali lesene fungono da decorazione. Le aperture dei piani nobili, pur essendo rettangolari come quelle del terzo, sono iscritte in una nicchia arrotondata. La cornice che divide il primo piano nobile dal piano terra è accompagnata da una balaustra, mentre il sottotetto presenta un cornicione dentellato.

Palazzo Grassi-Stucky (riva destra)
Palazzo Grassi è uno degli edifici lagunari più famosi, nonché sede di mostre d’arte degne di particolare interesse: è famoso perché definito come l’ultimo palazzo patrizio affacciato sul Canal Grande prima del crollo della Serenissima Repubblica di Venezia. La facciata principale, in chiaro stile neoclassico, nasconde un impianto molto complesso e scenografico, ispirato più al modello romano che a quello veneziano. Al centro si trova un cortile porticato, simile a quello di Palazzo Corner, che divide la struttura in due blocchi: quello anteriore ospita quattro stanze laterali e un salone centrale, mentre quello posteriore ospita stanze minori e una sontuosa scalinata decorata da Michelangelo Morlaiter e Fabio Canal, di forma simile a quella di Palazzo Pisani Moretta.

Tornando al prospetto principale, è rivestito interamente in pietra d’Istria e rispetta la tradizionale disposizione tripartita: le finestre, dall’aspetto lineare e di ispirazione classica, sono concentrate in una bifora su ciascuno dei piani nobili. I fori differiscono nella decorazione: quelli del primo piano sono ad arco a tutto sesto, mentre quelli del secondo hanno timpani a volte curvi, a volte triangolari. Le finestre sono separate da lesene lisce culminanti in capitelli ionici o corinzi. Presenta un portale d’acqua diviso in tre fori, simile ad un arco trionfale. La facciata è chiusa da una fascia con cornice a mensola, che nasconde il solaio. La facciata laterale, altrettanto imponente, imita nello stile quella principale, offrendo un portale da terra di ispirazione romana e una serliana.Numerose sono le monofore con o senza balcone, disposte ordinatamente a coppie.

Ca’ Rezzonico (riva sinistra)
Dopo Palazzi Giustinian, Ca’ Bernardo, Palazzo Bernardo Nani, c’è Ca’ Rezzonico sulla sponda sinistra. Ca’ Rezzonico è uno dei palazzi più famosi di Venezia. dal 1936 è divenuto sede del Museo del Settecento Veneziano che, oltre a ricostruzioni di ambienti con mobili e suppellettili dell’epoca, ospita importanti dipinti del Canaletto, Francesco Guardi, Pietro Longhi, Tintoretto, nonché dei Tiepolo e numerosi bozzetti in terracotta di Giovanni Maria Morlaiter. Nel primo decennio del XXI secolo, la Pinacoteca Egidio Martini e la Collezione Mestrovich furono collocate all’interno della Cà Rezzonico.

La facciata si distingue per le sue dimensioni e la sua monumentalità. È suddiviso in tre importanti fasce orizzontali: il piano terra, arricchito da decorazioni a bugnato e un portale d’acqua a tre fori con architrave e due piani nobili, caratterizzati da colonne e finestre ad arco a tutto sesto con teste in chiave di volta. Ogni piano termina con colonne accoppiate. Il sottotetto soppalcato è caratterizzato da monofore ovali, nascoste nell’articolato disegno della facciata. La planimetria dell’edificio è molto complessa: presenta un ampio salone da ballo, che occupa due piani di altezza, collegato al piano terra da un maestoso scalone monumentale. A parte questa straordinaria eccezione, il Palazzo è organizzato secondo una pianta tradizionale: ha al centro un grande portego, che si affaccia sia sul Canal Grande che sul cortile centrale:su entrambi i lati ci sono stanze più piccole.

Palazzo Malipiero (riva destra)
Dopo Chiesa di San Samuele, Casa Francheschinis, Traghetto San Samuele, c’è Palazzo Malipiero sulla riva destra. Palazzo Malipiero, costruito in epoca bizantina, ha una struttura molto complessa, dovuta al fatto che ogni proprietario ha adattato l’edificio alle proprie esigenze e gusti, riunendo una grande varietà di stili architettonici. La Ca’ Grande di San Samuele è dotata, ognuna è servita da propria scala, porta d’acqua e porta di calle, indipendente. Al secondo piano nobile si accede attraverso il più antico portale bizantino, mentre, dal portone principale, si accede al grande atrio seicentesco, dal quale si accede al maestoso appartamento al primo piano nobile al quale si affacciano un ampio cortile monumentale, la porta l’attiguo giardino settecentesco.L’edificio rivela i segni stilistici della sua multiforme nobiltà architettonica, indici di tre epoche sovrapposte tra loro: quella bizantina, quella gotica e quella sei-settecentesca.

Fiume di San Barnaba, Fiume di Malpaga e Fiume di San Trovaso (riva sinistra)
Durante questo percorso si trovano sulla sponda sinistra alcuni palazzetti in diversi stili con elementi gotici. Dopo il fiume San Barnaba, c’è Palazzo Contarini Michiel, Traghetto San Barnaba, Palazzetto Stern. Dopo il fiume Malpaga, c’è Casa di Otello, Palazzo Loredan dell’Ambasciatore, Casa Mainella. Dopo il fiume di San Trovaso, ci sono Palazzi Contarini degli Scrigni, Palazzo Contarini Corfù, Palazzo Mocenigo Gambara, Palazzo Querini alla Carità, e la Scuola Grande di Santa Maria della Carità.

Fiume del Duca e Fiume di San Vidal (riva destra)
Sulla sponda destra, anche qualche palazzetto in stili diversi con elementi gotici. Dopo Palazzo Malipiero, c’è Giardino di Palazzo Malipiero, Palazzo Tecchio Mamoli, Ca’ del Duca. Dopo il fiume Duca, c’è Palazzo Falier, Palazzo Giustinian Lolin, Palazzo Civran Badoer Barozzi, Dopo il fiume San Vidal, c’è Campo San Vidal.

Parte 4: dal ponte dell’Accademia al punto di ritorno

Ponte dell’Accademia
Il Ponte dell’Accademia è il più meridionale dei quattro ponti di Venezia che attraversano il Canal Grande. Collega San Vidal all’ex Chiesa di Santa Maria della Carità. Questo ponte dallo stile marcatamente “industriale” si scontrava nel contesto dell’architettura cittadina; la loro altezza di soli 4 metri creava inoltre difficoltà per il passaggio delle imbarcazioni. Il ponte ha cominciato a presentare problemi statici, il legno dell’impalcato necessita di una manutenzione costante e molto costosa. Nel 1986 si è resa necessaria la completa sostituzione degli elementi in legno, con l’inserimento di archi metallici in grado di sostenere meglio la struttura. Il Ponte dell’Accademia un tempo era il luogo dove gli innamorati dovevano attaccare “lucchetti dell’amore” ai corrimani metallici del ponte, ma ora è vietato. Il progetto di ricostruzione è ancora in fase di gara.

Palazzo Brandolin Rota (riva sinistra)
Palazzo Rota fu costruito nel XVII secolo. Nel XIX secolo fu adattato per ospitare l’albergo Universo, diventando per breve tempo la dimora del famoso soprano Toti Dal Monte. In tempi più recenti l’edificio ha ospitato l’Union Society Club, uno degli ultimi gentlemen’s club in Italia. Attualmente il palazzo è tornato ad essere un’abitazione privata. Palazzo Brandolin Rota è un edificio di tre piani, con soppalco tra il piano terra e il primo piano nobile. La facciata sul canale è semplice, con al centro il portale tondeggiante sull’acqua. I due piani nobili, di epoche diverse, ma sostanzialmente uguali, presentano ciascuno nove aperture a tutto sesto, con le cinque centrali unite a formare una pentafora;da segnalare la presenza di balaustre che interessano tutte le aperture del primo piano nobile e del secondo solo la pentafora, in corrispondenza della quale l’edificio presenta parte della facciata rialzata ea capanna, con due bifore quadrate.

Palazzo Cavalli-Franchetti (riva destra)
Palazzo Cavalli-Franchetti fu costruito nella seconda metà del XV secolo. È un notevole esempio di architettura gotica, uno dei più prestigiosi tra quelli situati nella città lagunare. La facciata, che risale al XV secolo, fu però pesantemente rimaneggiata, seguendo i canoni del neogotico veneziano: l’apparato decorativo esterno appare, infatti, lontano dalla semplicità formale tipica di molti altri edifici gotici veneziani. In particolare denunciano questa tipicità le pentafore dei due piani nobili, caratterizzate da caratteristici trafori simili a quelli di Palazzo Pisani Moretta. Quello al primo piano nobile è caratterizzato da archi intrecciati, decorati con quadrilobi rialzati rispetto alla disposizione tradizionale che li vede vicini al capitello,e da un balcone sporgente centrale; quello al secondo piano nobile ha invece quadrilobi posti all’apice dell’arco e non ha balcone. Questa composizione è affiancata da numerosi altri fori, simili alle pentafore di disegno.

Palazzo Balbi Valier (riva sinistra)
Palazzo Balbi Valier inizialmente costruito in stile gotico, fu sostituito da un edificio più moderno nel XVII secolo. Attualmente è suddiviso in diverse proprietà e ospita anche una galleria d’arte. La facciata tripartita del Palazzo, edificata nel XVII secolo, è caratterizzata dalla presenza di due peculiari corpi di fabbrica aggettanti cronologicamente posteriori in pietra d’Istria con pareti interne curvate verso il portale d’acqua (formato da tre aperture) e che ospitano anomale terrazze affacciate sul Grande Canale. Ai piani superiori troviamo due quadrifore e quattro coppie di monofore.

Palazzo Barbaro a San Vidal (riva destra)
Palazzo Barbaro in San Vidal è un complesso costituito da due palazzi a Venezia (Palazzo Barbaro Curtis e Palazzo Barbaro) Perfetto esempio di gotico veneziano del XIV-XV secolo, l’edificio antico è un edificio a tre piani con soppalco, al quale è stato poi aggiunto un soppalco in mansarda. La facciata è aperta da due portali al piano terra (quello ogivale sinistro, quello centrale rettangolare) e ai due piani nobili da quadrifore ogivali (in posizione centrale), ai quali affiancato da una coppia di mono – bifore, tutte inserite in una cornice quadrangolare in pietra. Le decorazioni del primo piano nobile appaiono più recenti di quelle del secondo. Ad abbellire la superficie visibile dal Canal Grande sono inserite caratteristiche patere e formelle.

Palazzo Barbaro, la parte nuova, quella più stretta e alta, è un edificio barocco con facciata a quattro piani, che è caratterizzato al secondo piano nobile da un motivo traforato costituito da quattro aperture a tutto sesto, con mascherone in chiave e balaustra: il due piante sono raccolte a formare una bifora. Un’altra bifora tonda si trova al terzo piano, sotto il piccolo frontone che domina centralmente la facciata.

Palazzo Barbarigo (riva sinistra)
Dopo Palazzo Loredan Cini, fiume di San Vio, Campo San Vio, c’è Palazzo Barbarigo. Palazzo Barbarigo fu costruito nel XVI secolo, nel pieno del Rinascimento. Dal XX secolo divenne la sede della Pauly & C. – Compagnia Venezia Murano, azienda vetraria. Palazzo Barbarigo è un edificio tipicamente cinquecentesco, di modeste dimensioni e alto tre piani, ben evidenziato dal disegno della facciata. Questa, al piano terra, si apre sul canale tramite una loggia, le cui due arcate consentono l’accesso dall’acqua al portego. I due piani nobili, con la stessa apertura, presentano aperture a tutto sesto, tra le quali spicca la quadrifora centrale con balaustra. Una sottile cornice dentellata corona l’edificio. L’edificio ha una facciata tra le più caratteristiche del Canal Grande,si distingue per il suo rivestimento a mosaico in vetro di Murano. Tale intervento ha però compromesso l’aspetto originario dell’edificio, tecnica che, a differenza del mosaico, è soggetta a rapido degrado.

Palazzi Da Mula Morosini e Centani Morosini (riva sinistra)
Palazzo da Mula Morosini e Palazzo Centani Morosini furono costruiti nel XV secolo come residenza nobiliare. Palazzo Da Mula Morosini è una tipica facciata gotica, Palazzo Da Mula è disposto su quattro piani. Il piano terra, disadorno, presenta piccole bifore e due portali a tutto sesto al centro, aperti direttamente sul Canal Grande. I due piani nobili e il terzo piano si distinguono per la bellezza delle tre ogive quadrifore (quelle del secondo piano con la proiezione di un balcone). Palazzo Centani Morosini si sviluppa su quattro piani e presenta un impianto decorativo ridotto, caratterizzato da una prevalenza di monofore: aperture regolari e rettangolari al piano terra e al primo piano e aperture più complesse ai piani superiori.Il piano nobile presenta infatti due monofore e un balcone leggermente aggettante, oltre a una piccola monofora sul lato destro, mentre il piano superiore è caratterizzato da monofore regolari.

Ca’ Biondetti (riva sinistra)
Ca’ Biondetti è un edificio civile, abitato per lungo tempo dalla famiglia Biondetti, divenuto residenza della ritrattista settecentesca Rosalba Carriera, nota per la precisione del suo tocco e la magnificenza dei suoi colori. L’architettura non presenta elementi di particolare rilievo: l’edificio appare come la somma di due corpi collegati e per questo è contraddistinto da due porte d’acqua. Al primo piano ci sono due balconi mentre una torre di avvistamento si erge sopra il tetto dell’edificio.

Palazzo Venier dei Leoni (riva sinistra)
Palazzo Venier dei Leoni è stato progettato a metà del XVIII secolo, ma è stata realizzata solo una parte del piano terra. Nel 1948 Peggy Guggenheim acquistò il palazzo, a partire dal 1949, per una piccola ma preziosa collezione di arte contemporanea, la Collezione Peggy Guggenheim. La struttura di un unico piano, anch’essa incompiuta, si presenta sul Canal Grande con facciata in bugnato in pietra d’Istria, con un ciclo di otto monofore di media grandezza, al di sotto delle quali, a contatto con l’acqua, si trovano mascheroni con leoni teste, un elemento peculiare. Centralmente, l’ingresso al canale è costituito da un ritorno preceduto da un cancello, che si apre su un ampio terrazzo dal quale si gode la vista del Canal Grande dal Ponte dell’Accademia al Bacino di San Marco. Internamente il palazzo ospita la Collezione Guggenheim,con dipinti di artisti come Picasso, Kandinskij, Magritte, Pollock, ma anche gli arredi originali della camera da letto di Peggy Guggenheim.

Palazzo d’angolo della Ca’ Granda (riva destra)
Dopo Palazzo Benzon Foscolo, Palazzetto Pisani, fiume Santissimo, Palazzo Succi, Casa Stecchini, Casina delle Rose, c’è Ca’ Corner sulla sponda destra. Palazzo Corner della Ca’ Granda è la sede della Città Metropolitana di Venezia e della Prefettura. L’edificio ha una facciata ben curata sul Canal Grande. L’architetto ha lasciato la zona inferiore (I ordine) decorata a bugnato; e ha scandito i piani superiori con una serie di archi che amplificano l’effetto chiaroscurale dell’edificio, denunciando la matrice classica, dove prevalgono i vuoti sui pieni. Al 2° ordine finestre inserite in archi con balaustre, e intervallate da coppie di colonne ioniche (decorative) poggianti su un basamento e sorreggenti una trabeazione. Al 3° ordine finestre inserite in archi con balaustre,e intervallate da coppie di colonne corinzie (decorative) che poggiano su un basamento e sorreggono una trabeazione con finestre ellittiche inserite nel fregio. La tripartizione verticale della facciata tipicamente veneziana è individuabile solo nel portico centrale e nel balcone che unisce le tre finestre sovrastanti.

Ca’ Dario (riva sinistra)
Dopo il fiume di Torreselle, c’è Ca’ Dario. Ca’ Dario è famosa per una serie non correlata di sfortunate vicende capitate ad alcuni dei suoi proprietari. Ca’ Dario è spesso descritto come uno dei palazzi più caratteristici di Venezia, spesso paragonato alla Ca’ d’Oro. La sua strana bellezza catturò l’interesse di John Ruskin, che descrisse con dovizia di particolari le sue decorazioni marmoree. Il retro dell’edificio, dipinto di rosso, si affaccia su Campiello Barbaro. Nel 1908 Claude Monet utilizzò Ca’ Dario come soggetto per una serie di dipinti tipicamente impressionisti: tutti dalla stessa prospettiva, ma con condizioni di luce differenti. Uno degli ultimi interventi di restauro, sistemazione e arredo degli interni è stato realizzato nel 1977 da Giorgio Pes, decoratore del film Il Gattopardo.

La facciata snella e asimmetrica sul Canal Grande, caratterizzata da una larghezza limitata a circa 10 metri, pende da un lato a causa di un cedimento strutturale e presenta elementi di chiara matrice rinascimentale, in contrasto con le altre facciate che conservano ancora lo stile gotico poi diffuso a Venezia. È completamente decorato con marmi policromi e pietra d’Istria, alternati in ottanta medaglioni circolari. Il piano terra presenta due bifore e un portale d’acqua, mentre ciascuno dei piani superiori è illuminato da una quadrifora e da una bifora. I camini, in tipico stile veneziano, sono tra i pochi esemplari originali dell’epoca giunti fino ai giorni nostri. Il balcone neogotico è stato aggiunto nel XIX secolo. Alla base dell’edificio è l’iscrizione VRBIS GENIO IOANNES DARIVS (in latino, “Giovanni Dario, in onore del genio della città”).

Fiume di San Maurizio e Fiume di Santa Maria Zobenigo (riva destra)
Ci sono alcuni piccoli palazzi con semplici elementi gotici in questo stretto estuario. Dopo il fiume San Maurizio, c’è Palazzo Minotto e Palazzo Barbarigo. Dopo il fiume di Santa Maria Zobenigo, c’è Palazzo Manin Contarini, Palazzo Venier Contarini, Campo S. Maria del Giglio e stazione dei traghetti, Palazzo Pisani Gritti.

Palazzo Genovese (riva sinistra)
Dopo Palazzo Orio Semitecolo Benzon, Stazione dei traghetti S. Gregorio, Palazzo Nani Mocenigo, c’è Palazzo Genovese. Palazzo Genovese è stato costruito nel 1892, un importante restauro è stato completato nel 2009, con la trasformazione in un hotel di lusso. È disposto su tre piani con la facciata sul Canal Grande disegnata simmetricamente: ogni piano ha quattro monofore gotiche per lato, in una cornice di pietra. Centralmente, al piano terra, tre portali ogivali accoppiati si affacciano sull’acqua, mentre ai due piani nobili si sovrappongono due esafori con parapetto. Il motivo delle finestre è un classico richiamo a quello del primo piano di Palazzo Ducale.

Chiesa di San Gregorio (riva sinistra)
L’ex chiesa di San Gregorio era un tempo occupata da un laboratorio della Zecca per la raffineria dell’oro. Dopo il restauro negli anni 1959 – 60 è stato adibito a laboratorio di restauro della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Venezia. Oggi è da tempo in disuso. L’attuale edificio è il risultato della ricostruzione quattrocentesca di Antonio Cremonese, che sostituì il precedente stile veneto-bizantino con quello gotico. La facciata a capanna è divisa in tre parti da quattro lesene. Al centro si trovano il portale, racchiuso da un’elegante cornice a rosone, e, appena sopra, il grande rosone. La solida muratura è alleggerita da due bifore sovrapposte per lato. All’interno, a navata unica, sopravvivono ancora resti di affreschi. Interessanti le tre absidi con soffitto a capriate.

Palazzo Ferro Fini (riva destra)
Dopo il fiume dell’Alboro, sulla sponda destra si trova Palazzo Ferro Fini. Palazzo Ferro Fini è la sede del Consiglio Regionale del Veneto. Palazzo Flangini Fini era a sua volta diviso in due corpi di fabbrica (uno più ampio del Contarini, l’altro dei Da Ponte). Palazzo Flangini Fini presenta una facciata di maestosa classicità asimmetrica, con bifore e bifore a tutto sesto con teste in chiave di volta ai due piani principali e analoghi portali d’acqua. Da segnalare anche i marcapiani e la linea di gronda. La facciata più antica di Palazzo Manolesso Ferro unisce stili diversi: il soppalco presenta una trifora in stile rinascimentale; al primo piano si aprono finestre gotiche con archi trilobati, mentre al secondo piano ritornano i riferimenti classici negli archi a tutto sesto.I restauri hanno mirato da un lato al recupero dell’originaria suddivisione degli spazi, alterata nei secoli dalle diverse destinazioni d’uso (es. atrio al piano terra, portego al piano nobile, cortili); dall’altro, l’adeguamento del complesso alla nuova funzione di sede istituzionale.

Palazzo Contarini Fasan (riva destra)
Palazzo Contarini è un singolare edificio del XV secolo. Nel corso dei secoli è stata interessata da una leggenda che la rende tradizionalmente dimora di Desdemona, personaggio dell’Otello shakespeariano. L’apertura, massima espressione dell’architettura gotica veneziana, mette in risalto i tre livelli: il piano terra è costituito da tre piccole finestre rettangolari (non c’è accesso all’acqua); al primo piano una trifora ogivale con balcone, le cui aperture sono sostenute da colonne in pietra bianca; al secondo piano due monofore ogivali. Tra le due bifore, sotto una piccola apertura quadrata, è in bassorilievo un grande stemma della famiglia Contarini. La sommità della facciata è attraversata da un cornicione dentellato,sotto cui sopravvivono tracce degli affreschi quattrocenteschi che un tempo ne ornavano la superficie. Sul lato sinistro un “cavalcavia” collega il palazzo con l’edificio adiacente: peculiare in esso è la presenza di una monofora gotica, modellata su quelle della facciata.

Basilica di Santa Maria della Salute (riva sinistra)
Santa Maria della Salute è una delle migliori espressioni dell’architettura barocca veneziana. La sua costruzione rappresenta un ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione. Il corpo centrale è di forma ottagonale su cui poggia una grande cupola emisferica, circondata poi da sei cappelle minori. I raffinati volute spirali stabilizzate da statue fungono da contrafforti per la cupola, sulla cui lanterna si erge la statua della Vergine. La chiesa si estende verso sud nel volume minore del presbiterio con absidi laterali, coperto a sua volta da una cupola più bassa e affiancato da due campanili: questi elementi appaiono imponenti a chi percorre il Rio Terà dei Catecumeni,che fino all’inizio del Novecento era l’unico accesso da terra alla chiesa. La facciata principale è stata decorata dallo scultore Tommaso Rues con statue in marmo dei quattro evangelisti: San Marco, San Luca, San Matteo, San Giovanni.

Punta della Dogana (riva sinistra)
La Punta della Dogana, sottile punto di divisione triangolare tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca, affacciato sul Bacino di San Marco. L’area, parte del sestiere di Dorsoduro, ospita tre importanti complessi architettonici. Il complesso della Dogana da Mar era un edificio del XVII secolo, opera dell’architetto e ingegnere Giuseppe Benoni, ha una pianta triangolare, composta da 8 campate dislocate su due piani ed è coronata da una torre dominata dalla palla d’oro. Al tempo della Repubblica di Venezia il complesso, per la sua posizione centrale tra il Bacino di San Marco e l’imbocco del Canal Grande e del Canale della Giudecca, era adibito a dogana per le merci e le merci soggette al commercio navale. L’edificio era rimasto vuoto per decenni.L’esterno è stato restaurato senza aggiunte ed è l’unica parte rimasta intatta della struttura originaria. Da qui, la sponda sinistra entrerà nel Bacino di San Marco, e la vista sarà una vasta laguna.

Fiume dell’Alboro e Fiume di San Moisè (riva destra)
In questa zona di fronte alla basilica, diversi palazzetti lungo la costa esibivano uno stile gotico semplice, senza costose facciate per esprimere umiltà. Dopo Palazzo Contarini Fasan, c’è Palazzo Venier Contarini, Palazzo Michiel Alvisi, Palazzo Badoer Tiepolo, Palazzo Treves de Bonfili, Hotel Bauer, Ca’ Giustinian, Palazzo Vallaresso Erizzo, Harry’s Bar, Fonteghetto della Farina,

Ponte dell’Accademia dei Pittori e Fiume della Zecca (riva destra)
Dopo il Ponte dell’Accademia dei Pittori, un piccolo spiazzo che è Casinò da Caffè o Palazzina Selva ei Giardini Reali. Dopo il fiume della Zecca, c’è la Zecca, e poi arriva l’attrazione finale, il Complesso di San Marco.

Biblioteca Nazionale Marciana (riva destra)
La Biblioteca Nazionale Marciana è la più importante di Venezia. Contiene una delle più belle collezioni di manoscritti greci, latini e orientali del mondo. Si trova nella parte bassa di Piazza San Marco, tra il campanile di San Marco e la Zecca. La decorazione è alla base della biblioteca, costruita su due piani. All’ordine architettonico, che definisce significativamente la decorazione del manufatto, è sovrapposto, al piano terra un ricco tuscanico tridimensionale che si appoggia ai pilastri (stile romanico) con evidenti triglifi e metope e al piano superiore lo ionico. Un esempio di grande innovazione sono le Serliane molto compatte che caratterizzano l’edificio al primo piano. L’arricchimento decorativo della biblioteca è impreziosito da opere scultoree. festoni di frutta,una grande cornice con importanti statue in corrispondenza delle colonne caratterizza l’evidente coronamento rinascimentale.

La facciata è su due livelli: gli archi del pianterreno sono di ordine toscano. Su di esse poggia una trabeazione dorica che alterna triglifi e metope; al secondo livello vi è una loggia ionica, sormontata a sua volta da un ricco fregio in cui si susseguono putti e festoni di fiori e frutta. Negli archi, una ricca decorazione scultorea. Sul coronamento, balaustra sormontata da statue di divinità classiche, opere di Alessandro Vittoria, Tommaso Minio, Tommaso e Girolamo Lombardo, Danese Cattaneo e Bartolomeo Ammannati. In facciata, luce e chiaroscuro, prevalgono i vuoti sui pieni. Si tratta di un organismo polivalente, il cui prospetto sulla piazza si risolve con un doppio ordine di arcate di stile romanico.

Piazza San Marco (riva destra)
Piazza San Marco, situata a Venezia in Veneto, è una delle più importanti piazze monumentali italiane, rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza e integrità architettonica. La Piazzetta San Marco, propaggine meridionale antistante Palazzo Ducale e la Biblioteca, è l’accesso monumentale all’area Marciana per chi proviene dal mare attraverso le due colonne rivolte verso il bacino di San Marco, su cui si affaccia la darsena del Palazzo Ducale. l’unico lido di Venezia che porta il nome di molo.

Il lato occidentale dell’area è caratterizzato dalla presenza della facciata sansoviniana della Biblioteca Marciana, iniziata nel 1537 e completata da Vincenzo Scamozzi nel 1591. Il portico del pianterreno ospita locali e botteghe; i piani superiori ospitano la sede del Museo Archeologico e della Biblioteca Nazionale. La piazzetta a lato del bacino di San Marco termina con il Molo, su cui si affaccia la Zecca, anch’esso progettato dal Sansovino e terminato nel 1547, attiguo alla facciata minore della Biblioteca e oggi parte di essa. Lungo la laguna si trovano le Colonne di San Marco e di San Teodoro, dedicate rispettivamente all’attuale e al primitivo patrono della città: probabilmente quando furono poste lungo la riva, poiché questa fu successivamente ampliata.

La facciata del Palazzo Ducale prospiciente la piazza fu realizzata nel 1424 per volontà di Francesco Foscari. Nella loggia al primo piano, detta anche Loggia Foscara, è possibile notare due colonne in marmo rosso di Verona: tra queste due si leggono le condanne a morte che venivano poi eseguite tra le colonne di San Marco e San Teodoro. Il balcone al centro dell’ordine superiore, con il leone di San Marco, risale al 1536. Fu progettato dal Sansovino e dallo Scarpagnino, mantenendo la struttura del balcone trecentesco dei Dalle Masegne. Di Alessandro Vittoria sono la statua della Giustizia, che la corona, e Mercurio. Il gruppo scultoreo con il Doge Andrea Gritti e il Leone di San Marco,che aveva subito gravi danni durante la traslazione dall’Esplanade des Invalides a Parigi dove era stata collocata nel 1797, fu restaurata nel 1816. Dove termina questo fronte e inizia la facciata a sud della basilica, particolarmente corta, si trovano il Monumento ai Tetrarchi , due colonne, portate a Venezia all’epoca della quarta crociata, e una struttura detta “Pietra del Bando”.

Palazzo Ducale (riva destra)
Il Palazzo Ducale, già Palazzo Ducale in quanto sede del Doge, uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro del gotico veneziano, è un edificio che sorge nell’area monumentale di Piazza San Marco. La sua bellezza si basa su un accorto paradosso estetico e fisico, connesso al fatto che la pesante mole del corpo principale è sorretta da esili colonnati intarsiati. Il Palazzo Ducale si sviluppa su tre ali attorno ai lati di un ampio cortile centrale porticato, il cui quarto lato è costituito dal corpo laterale della basilica marciana. Nel complesso, la struttura presenta nella decorazione un chiaro riferimento a stili architettonici orientali e, in misura minore, germanici,derivava in gran parte dall’elevato numero di contatti culturali e commerciali avvenuti tra i veneziani e altri popoli mediterranei ed europei e dalla conseguente importazione di materiali da quelle terre.

Le due facciate principali dell’edificio, in stile gotico-veneziano, rivolte verso la piazza e il molo, si sviluppano su due livelli colonnati sormontati da un possente corpo marmoreo intarsiato in cui si aprono grandi finestre ogivali, con un monumentale balcone centrale, la sua volta è riccamente decorato, e un coronamento di piccole cuspidi ed edicole angolari, che sostituisce la tradizionale cornice. Tra i due livelli della loggia e il muro sovrastante c’è un cornicione continuo, che divide la facciata in due sezioni di uguale altezza. Le ariose logge con colonne e archi ogivali traforati con quadrilobi, delimitate da balaustre e non secondo il modello tradizionale in quanto leggermente incurvate, sono sorrette dal portico del pianterreno, che presenta metà delle aperture ed è decorato con intagli finemente capitali.Il Ponte dei Sospiri è visibile anche dal Canal Grande, sul lato est del Palazzo Ducale.

Punto di ritorno
Da qui termina il percorso del Canal Grande, e l’itinerario sta per ritornare sulla strada originaria, o percorrere altri piccoli canali, o verso la laguna.

Trasporto
Poiché la maggior parte del traffico cittadino si svolge lungo il Canale piuttosto che attraverso di esso, un solo ponte lo attraversava fino al XIX secolo, il Ponte di Rialto. Attualmente ci sono altri tre ponti, il Ponte degli Scalzi, il Ponte dell’Accademia e il Ponte della Costituzione. La maggior parte dei palazzi emerge dall’acqua senza pavimentazione. Di conseguenza, si può solo passare in barca davanti alle facciate degli edifici sul canal grande.

Questi corsi d’acqua trasportano la maggior parte dei trasporti veneziani, poiché le automobili sono vietate in gran parte della città. Le tradizionali gondole a palo sono le preferite dai turisti, ma ora sono ampiamente superate in numero dai vaporetti pubblici motorizzati (vaporetti) e dai taxi acquei privati. Barche dotate di sirene appartenenti alla polizia, ai vigili del fuoco e ai servizi medici di emergenza attraversano il Canal Grande ad alta velocità e le chiatte sono responsabili della consegna delle merci in tutta la città.

Vaporetto
Il Canal Grande è ancora il principale asse di trasporto nel centro storico della città. Il traffico è regolato per fasce orarie e per tipologia (servizio di trasporto, gondole, servizio di trasporto pubblico di taxi acqueo) era ancora interdetto al traffico ricreativo. Il moto ondoso prodotto dalle barche a motore rappresenta un serio problema per le fondamenta degli edifici.

Vaporetti e taxi
Non vi sono, invece, restrizioni sui vaporetti di linea ACTV, che sono il principale mezzo di trasporto delle persone; alcune linee corrono lungo tutto il canale, fermandosi in prossimità di bricole fissate a bricole. Le fermate del vaporetto lungo il Canal Grande sono: Piazzale Roma, Ferrovia, Riva de Biasio, S. Marcuola, San Stae, Ca’ d’Oro, Rialto Mercato, Rialto, San Silvestro, Sant’Angelo, San Tomà, Ca’ Rezzonico, San Samuele / Palazzo Grassi, Accademia, Santa Maria del Giglio, Salute, San Marco Vallaresso. Il canale è attraversato anche da motoscafi che effettuano servizi di taxi.

gondole
Molti turisti, però, preferiscono vivere il Canal Grande sdraiati su una gondola, ammirare con calma palazzi e ponti e scoprire i luoghi dove hanno vissuto personaggi famosi.

traghetti
Per attraversare il Canal Grande ci sono i gondoloni, detti anche piccole imbarcazioni, che fungono da traghetto tra due stazioni, e trasportano fino a 14 persone. Numerosissimi in passato, quando era normale spostarsi in gondola, oggi restano: Ferrovia – San Simeon Piccolo, San Marcuola – Fondaco dei Turchi, Santa Sofia – Pescaria, Fondamenta del Vin – Riva del Carbon (a Rialto), San Tomà – Sant’Angelo, San Barnaba – San Samuele, San Gregorio – Santa Maria Zobenigo.

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