Neo-futurismo

Il neo-futurismo è un movimento tra il XX e l’inizio del XXI secolo nelle arti, nel design e nell’architettura. Potrebbe essere visto come un allontanamento dall’atteggiamento del postmodernismo e rappresenta una credenza idealistica in un futuro migliore e “una necessità di periodizzare il rapporto moderno con la tecnologia”.

Questo movimento d’avanguardia è un ripensamento futuristico dell’estetica e della funzionalità delle città in rapida crescita. L’industrializzazione iniziata in tutto il mondo dopo la fine della seconda guerra mondiale ha dato il via a nuovi flussi di pensiero nella vita, nell’arte e nell’architettura, portando al postmodernismo, al neo-modernismo e poi al neo-futurismo.

Nei paesi occidentali, l’architettura futurista si è evoluta in Art Deco, nel movimento Googie e nell’architettura high-tech, e infine nel neo-futurismo.

origini
Pioniere alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 dagli architetti americani Buckminster Fuller e John C. Portman, Jr .; Architetto e designer industriale finlandese-americano Eero Saarinen, Archigram, un gruppo architettonico avanguardista britannico (Peter Cook, Warren Chalk, Ron Herron, Dennis Crompton, Michael Webb e David Greene), con sede presso l’Architectural Association, a Londra; Gruppo architettonico d’avanguardia americana ArchiGO, incentrato sull’Illinois Institute of Technology; L’architetto danese Henning Larsen; L’architetto ceco Jan Kaplický; Scultore leggero italiano Marco Lodola; Il concept artist americano Syd Mead; Lo sceneggiatore del teatro americano Greg Allen e i poeti russi Andrei Voznesensky, Serge Segay e Rea Nikonova.

Sebbene non sia mai stato costruito, il Fun Palace (1961) interpretato dall’architetto Cedric Price come una “gigantesca macchina neo-futurista” influenzò altri architetti, in particolare Richard Rogers e Renzo Piano, il cui Centro Pompidou estese molte delle idee di Price.

Definizione
Il neo-futurismo è stato rilanciato nel 2007 dopo la diffusione del “Manifesto della città neo-futurista” incluso nella candidatura presentata al Bureau of International Expositions (BIE) e scritta dal designer dell’innovazione Vito Di Bari, ex direttore esecutivo presso le Nazioni Unite Organizzazione Educativa, Scientifica e Culturale (UNESCO), per delineare la sua visione per la città di Milano ai tempi dell’Expo Universale 2015. Di Bari ha definito la sua visione neo-futuristica come “l’impollinazione incrociata dell’arte, tecnologie all’avanguardia ed etica valori combinati per creare una qualità della vita pervasivamente più elevata “; ha fatto riferimento al quarto pilastro della teoria dello sviluppo sostenibile e ha riferito che il nome è stato ispirato dal rapporto Our Our Future delle Nazioni Unite.

Jean-Louis Cohen ha definito il neo-futurismo “un corollario della tecnologia, essendo le strutture costruite oggi da sottoprodotti di nuovi materiali per creare forme precedentemente impossibili”. Etan J. Ilfeld ha scritto che nell’estetica neo-futurista contemporanea “la macchina diventa parte integrante del processo creativo stesso e genera l’emergere di modalità artistiche che sarebbero state impossibili prima della tecnologia informatica”. La definizione di Reye Banham di “une architecture autre” è una richiesta per un’architettura che superi tecnologicamente tutte le precedenti architetture ma che possieda una forma espressiva, come affermava Banham sulla neo-futuristica “Città computerizzata plug-in di Archigram”, la forma non deve seguire la funzione oblio.”

Persone
Il rilancio del neo-futurismo nel XXI secolo è stato ispirato creativamente dall’architetto iracheno-britannico Pritzker Architecture Prize vincitore di Zaha Hadid, dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava e da Vito DiBari.

Architetti, designer e artisti neo-futuristi sono l’architetto francese Denis Laming (fr); Artisti americani Josh Hadar, Erin Sparler, Marlow Rodale, Studio-X Lawrie Masson; Panayiotis Terzis e Miguel Ovalle; l’artista del rumore urbano Joseph Young; Il designer francese Patrick Jouin, artista inglese Olivia Peake; La designer giapponese Yuima Nakazato, l’artista svedese Simon Stålenhag, l’artista italiano Luca Bestetti e l’artista greco Charis Tsevis. Il neo-futurismo ha assorbito alcuni dei temi e delle idee dell’architettura high-tech, incorporando elementi dell’industria e della tecnologia high-tech nella costruzione del design: tecnologia e contesto sono al centro di alcuni architetti di questo movimento come Buckminster Fuller, Norman Foster, Kenzo Tange, Renzo Piano, Richard Rogers, Frei Otto e Santiago Calatrava.