Accademia Nazionale di San Luca, Roma, Italia

L’Accademia Nazionale di San Luca è un’associazione di artisti di Roma, fondata ufficialmente nel 1593 da Federico Zuccari, che fu anche il suo primo direttore (Prince), con il presupposto di elevare il lavoro degli artisti al di sopra del semplice artigianato.

L’Accademia Nazionale di San Luca ha le sue origini nell’istituzione istituita tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600 quando un’antica confraternita di pittori associati all’Università delle Arti della Pittura si riunì nella chiesetta di San Luca all’Esquilino a Roma (il la chiesa è stata demolita da allora). Nel 1577 una bolla papale emessa da Papa Gregorio XIII su sollecitazione del pittore Girolamo Muziano istituì l’Accademia delle Arti della Pittura, della Scultura e del Disegno (“Accademia delle arti della pittura, della scultura e del disegno”), ma sarebbe il 1593 prima che l’Accademia fosse simbolicamente “fondata” da Federico Zuccari con l’approvazione formale degli statuti originali dell’Accademia dei Pittori e degli Scultori di Roma (l ‘”Accademia dei pittori e scultori di Roma” – ma non architetti,

“L’Accademia Nazionale di San Luca mira a promuovere le arti e l’architettura, a onorare il merito di artisti e studiosi, eleggendoli nel Corpo accademico, a lavorare per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell’architettura italiana”.

Nel 1934, in seguito alla demolizione della sede storica dell’Accademia accanto alla chiesa dei Santi Luca e Martina – per far posto alla nuova Via dell’Impero che attraversa il Foro Romano – l’Accademia si trasferì nell’attuale sede di Palazzo Carpegna. Dalla sua fondazione in poi, le attività dell’Accademia hanno sempre incluso l’insegnamento, sotto forma di conferenze, simposi e corsi di pittura, scultura e architettura, ma nel 1874 questo aspetto del lavoro dell’Accademia fu delegato al Reale Istituto di Belle Arti (ora noto come l’Accademia di Belle Arti), mentre l’Accademia stessa era incaricata di organizzare attività culturali volte ad arricchire e promuovere le belle arti.

Oggi tale lavoro continua attraverso la pubblicazione di libri riguardanti l’Accademia e la sua storia, l’organizzazione di mostre presso la sede dell’Accademia, la salvaguardia e la conservazione del suo patrimonio fisico e il prestito di opere provenienti dalle collezioni dell’Accademia (disegni, dipinti e sculture) per esporre in mostre nazionali e internazionali. L’Accademia, inoltre, si concentra su giovani artisti e studiosi in particolare attraverso la distribuzione di borse di studio e premi.

Storia
Durante i primi anni di vita, l’associazione finì nell’orbita del patrocinio papale, che dominava e controllava l’istituzione. L’accademia fu nominata nei primi anni del ‘600 per l’evangelista San Luca dopo la sua nomina a protettore di tutti i pittori. Secondo la leggenda, infatti, Luca fu l’autore del primo ritratto della Vergine Maria.

Prima di questa istituzione, gli artisti si riferivano all’antichissima Università di Pittori, Miniature e Ricamatori, una corporazione il cui status commerciale e privilegi furono rinnovati sotto Papa Sisto IV il 17 dicembre 1478: tra i fondatori della nuova corporazione, il famoso Melozzo di Forlì, nella sua qualità di pictor papalis.

La transizione da “Universitas” a “Accademia delle arti della pittura, della scultura e del disegno” avvenne su iniziativa del pittore Girolamo Muziano e fu ufficialmente sanzionata nel 1577 da Gregorio XIII, ma l’effettiva trasformazione dalla vecchia alla nuova istituzione è stato graduale. Ad esempio, il trasferimento dalla vecchia sede della chiesa di San Luca (demolita nel 1585) alla chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano fu concesso da Sisto V solo nel 1588. In effetti, la “fondazione” ufficiale di l’Accademia ebbe luogo anche più tardi, nel 1593, da Federico Zuccari, che era formalmente il suo primo principe.

L’attuale Accademia Nazionale di San Luca ha origine, attraverso una serie di passaggi avvenuti tra la seconda metà del XVI e la prima del XVII secolo, dall’antica Università delle Arti della Pittura di Roma. I primi Statuti conosciuti delle Universitas picturae miniaturee risalgono al 1478, ancora conservati nell’archivio accademico, nel cui frontespizio illuminato San Luca è raffigurato nell’atto di ricevere le nuove regole dell’arte da quattro membri dell’Università. La pala d’altare della chiesetta di San Luca sull’Esquilino fu dedicata al santo evangelista, protettore dei Pittori, la prima sede dell’Università, tradizionalmente attribuita a Raffaello, e successivamente trasportata nella chiesa dei Santi Luca e Martina in epoca romana Forum, quindi a Palazzo Carpegna, dove è ancora conservato.

Il passaggio dall’Universitas all’Accademia delle Arti della Pittura, della Scultura e del Disegno, su iniziativa del pittore Girolamo Muziano, fu ufficialmente sanzionato da un Breve pubblicato da Gregorio XIII nel 1577. Tuttavia, l’effettiva trasformazione nella nuova istituzione fu graduale , passando anche attraverso il trasferimento dalla demolita chiesa di San Luca (1585) a quella di Santa Martina al Foro Romano, concessa nel 1588 da Sisto V all’Università dei Pittori. Qualche anno dopo, nel 1593, ebbe luogo la simbolica “fondazione” dell’Accademia, da parte di Federico Zuccari, il primo Principe dell’Accademia, e solo nel 1607 l’approvazione del primo Statuto noto dell’Accademia dei Pittori e degli Scultori di Roma . Durante il Principato di Pietro da Cortona, dopo il 1634, gli architetti si sono uniti all’Accademia con uguale autorità di pittori e scultori. Gli Statuti sono stati sottoposti a ripetuti aggiornamenti nel corso dei secoli fino alla recente riforma, che ha avuto luogo nel 2005.

Nel corso del Settecento il prestigio dell’Accademia raggiunse l’apice, ottenendo riconoscimenti internazionali, testimoniato anche dalla richiesta di aggregazione di altre accademie italiane e straniere.

Grazie anche al ruolo fondamentale svolto dall’attività didattica per l’insegnamento del Disegno e l’istituzione dei Concorsi, l’Accademia è rimasta per lungo tempo un riferimento internazionale per le Belle Arti. Solo dopo la soppressione delle Scuole, avvenuta nel 1873, l’Accademia avrebbe gradualmente iniziato a perdere la centralità che aveva mantenuto per tre secoli.

Le competizioni sono state un aspetto importante delle attività dell’Accademia a beneficio delle arti. Furono periodicamente messi al bando usando basi e lasciti accademici.

Già Federico Zuccari, primo principe dell’Accademia, nel 1595, iniziò l’usanza di assegnare i premi ai giovani promettenti che frequentavano l’Accademia di disegno, una pratica praticata regolarmente solo a partire dalla seconda metà del XVII secolo.

Dal 1702 iniziò la più importante delle competizioni accademiche, quella di Clementine, dal suo fondatore Clemente XI. Ogni tre anni, i premi in medaglia venivano assegnati a pittori, scultori e architetti in occasione di solenni cerimonie che si svolgevano in Campidoglio alla presenza del Papa. I premi sono diventati tra le occasioni più attese della vita artistica e culturale romana. Queste cerimonie, a partire dal 1844, si tenevano nelle sale accademiche o nell’edificio scolastico in via Ripetta. La competizione di Clementino durò fino al 1869.

Le competizioni sono state suddivise, per ciascuna delle tre arti, in tre classi corrispondenti a una graduale difficoltà delle materie assegnate. I concorrenti avevano alcuni mesi per preparare il loro saggio, il cui autografo doveva essere confermato da un test estemporaneo effettuato in due ore sul luogo della competizione. I temi scelti nella conduzione dei concorsi Clementini erano sacri, mentre quelli del concorso di sei anni di pittura, scultura e architettura istituito con la volontà del pittore accademico Carlo Pio Balestra e bandito dal 1768 erano profani.

I concorsi di Clementini e Balestra hanno lasciato numerosi dipinti, sculture e disegni all’Accademia che hanno arricchito le sue collezioni.

Numerose competizioni furono istituite durante il XIX secolo. Ricordiamo quello voluto da Antonio Canova, che donò circa un terzo della somma che Pio VII gli assegnò come riconoscimento per il recupero delle opere d’arte già rubate da Napoleone; quella della pittura intitolata a Domenico Pellegrini, bandita dal 1844 e quella ogni tre anni di scultura voluta da Filippo Albacini con il testamento del 1857. Seguita dal concorso Originali di pittura e Poletti di architettura del 1869; il concorso di Lana per le tre arti del 1872, Werstappen per la pittura di paesaggio del 1873 e Montiroli per l’architettura dal 1887. Nel 1874 lo scopo istituzionale dell’insegnamento fu tolto dall’Accademia. Più tardi iniziò un periodo di declino economico che, dalla seconda guerra mondiale, con la svalutazione monetaria, ha comportato l’insufficienza delle dotazioni storiche e, di conseguenza, la cessazione delle competizioni. Tuttavia, l’Accademia di San Luca ha ripreso la promozione delle arti attraverso l’assegnazione di premi e borse di studio a giovani artisti e giovani studiosi.

A partire dalle sue origini, l’Accademia di San Luca si prefiggeva l’obiettivo di impartire insegnamenti artistici a giovani italiani e stranieri che desideravano migliorare le proprie capacità artistiche a Roma.

Nel 1593, infatti, sotto il principato di Federico Zuccari, l’insegnamento del disegno fu istituito nella sede accademica accanto alla chiesa di Santa Martina. Più tardi, nel 1754, Benedetto XIV fondò l’Accademia di nudo in Campidoglio e affidò la sua direzione all’Accademia di San Luca. La sede capitolina si rivelò tuttavia poco funzionale e Pio VII assegnò alla scuola del Nudo una parte del monastero soppresso del Convertito al Corso. Il progetto di riutilizzo di questo edificio comprendeva, tra le altre cose, la costruzione di una sala espositiva, che tuttavia non fu mai attuata.

Al tempo del governo francese, nel 1810, all’Accademia fu assegnato ufficialmente il compito di formare artisti nel contesto di una riorganizzazione generale dell’istituzione.

In questo contesto, la Scuola del Nudo è stata integrata in un più ampio progetto didattico che prevedeva l’insegnamento di un ampio spettro di conoscenze teoriche e pratiche. Strettamente collegato a questa nuova funzione è il problema di un luogo adatto all’attività didattica.

Inizialmente, il convento degli Aracoeli fu assegnato all’Accademia, che, tuttavia, non si rivelò adatto alle esigenze dell’istituzione, che poi si trasferì in una parte dell’edificio situato vicino alla chiesa di Sant’Apollinare, ex sede del collegio germanico-ungherese. Questo posto non ha avuto un lungo utilizzo. L’episodio napoleonico si chiuse, il Papa tornò al potere, le scuole accademiche continuarono a svolgere la loro attività nel Collegio germanico solo fino all’aprile 1825, quando Leone XII assegnò alcune sale della Sapienza all’Accademia.

A partire da quest’anno, ci sono molte lamentele da parte degli accademici a causa dell’insufficienza e dell’inadeguatezza degli spazi loro assegnati e dei relativi effetti negativi sull’insegnamento. Il dibattito non si concluse fino al 1845, anno in cui Gregorio XVI concesse all’Accademia l’edificio costruito da Pietro Camporese in via Ripetta, detto “Ferro di Cavallo”, attualmente sede dell’Accademia di Belle Arti di Roma e della Scuola d’Arte.

Nel 1874, in seguito all’annessione di Roma al Regno d’Italia, il compito dell’insegnamento artistico fu rimosso dall’Accademia di San Luca. Dovette quindi lasciare l’edificio scolastico in via Ripetta e ridurre la sua attività negli spazi del sito storico al Foro Romano.

Oggi nella nuova sede di Palazzo Carpegna l’attività didattica è finalizzata alla collaborazione con istituzioni per corsi di formazione avanzata speciale.

Insegnamento
A partire dalle sue origini, l’Accademia di San Luca si prefiggeva l’obiettivo di impartire insegnamenti artistici a giovani italiani e stranieri che desideravano migliorare le proprie capacità artistiche a Roma.

Nel 1593, infatti, sotto il principato di Federico Zuccari, l’insegnamento del disegno fu istituito nella sede accademica accanto alla chiesa di Santa Martina. Più tardi, nel 1754, Benedetto XIV fondò l’Accademia di nudo in Campidoglio e affidò la sua direzione all’Accademia di San Luca. La sede capitolina si rivelò tuttavia poco funzionale e Pio VII assegnò alla scuola del Nudo una parte del monastero soppresso del Convertito al Corso. Il progetto di riutilizzo di questo edificio comprendeva, tra le altre cose, la costruzione di una sala espositiva, che tuttavia non fu mai attuata.

Al tempo del governo francese, nel 1810, all’Accademia fu assegnato ufficialmente il compito di formare artisti nel contesto di una riorganizzazione generale dell’istituzione.

In questo contesto, la Scuola del Nudo è stata integrata in un più ampio progetto didattico che prevedeva l’insegnamento di un ampio spettro di conoscenze teoriche e pratiche. Strettamente collegato a questa nuova funzione è il problema di un luogo adatto all’attività didattica.

Inizialmente, il convento degli Aracoeli fu assegnato all’Accademia, che, tuttavia, non si rivelò adatto alle esigenze dell’istituzione, che poi si trasferì in una parte dell’edificio situato vicino alla chiesa di Sant’Apollinare, ex sede del collegio germanico-ungherese. Questo posto non ha avuto un lungo utilizzo. L’episodio napoleonico si chiuse, il Papa tornò al potere, le scuole accademiche continuarono a svolgere la loro attività nel Collegio germanico solo fino all’aprile 1825, quando Leone XII assegnò alcune sale della Sapienza all’Accademia.

A partire da quest’anno, ci sono molte lamentele da parte degli accademici a causa dell’insufficienza e dell’inadeguatezza degli spazi loro assegnati e dei relativi effetti negativi sull’insegnamento. Il dibattito non si concluse fino al 1845, anno in cui Gregorio XVI concesse all’Accademia l’edificio costruito da Pietro Camporese in via Ripetta, detto “Ferro di Cavallo”, attualmente sede dell’Accademia di Belle Arti di Roma e della Scuola d’Arte.

Nel 1874, in seguito all’annessione di Roma al Regno d’Italia, il compito dell’insegnamento artistico fu rimosso dall’Accademia di San Luca. Dovette quindi lasciare l’edificio scolastico in via Ripetta e ridurre la sua attività negli spazi del sito storico al Foro Romano.

Oggi nella nuova sede di Palazzo Carpegna l’attività didattica è finalizzata alla collaborazione con istituzioni per corsi di formazione avanzata speciale.

Le collezioni
Le collezioni dell’Accademia di San Luca sono di natura non omogenea per tipologia e origine delle opere che le compongono. Si tratta di pezzi di notevole interesse storico e artistico, databili tra il XV e il XX secolo. Il gruppo più grande, tuttavia, risale principalmente al 17 ° e 18 ° secolo. Le collezioni accademiche sono costituite da oltre un migliaio di dipinti e trecento sculture, circa cinquemilacinquecento disegni e una collezione di stampe e medaglie. Il numero di opere conservate oggi a Palazzo Carpegna non comprende, tuttavia, la totalità dei pezzi che nel corso dei secoli sono diventati parte del patrimonio accademico che, nel corso degli anni, è stato parzialmente perso o altrimenti disperso.

Il carattere eterogeneo delle collezioni dell’Accademia è dovuto principalmente al fatto che sono state create nel tempo non secondo un disegno prestabilito, ma con doni o lasciti di accademici o collezionisti privati, con opere di concorsi lanciati dall’Accademia o utilizzate a scopi didattici e con un gruppo di dipinti della Pinacoteca Capitolina.

A partire dai più antichi statuti del Sodalizio, infatti, era prescritto che ogni accademico al momento della nomina lasciasse un dono della propria arte nelle collezioni accademiche (“pièce de réception”, dono di ingresso). A ciascun accademico è stato quindi chiesto di inviare il proprio ritratto come regalo. Così, nel 17 ° secolo, fu creata una galleria che prese una forma più concreta durante il 18 ° secolo.

Tra le opere più importanti conservate nelle collezioni accademiche ricordiamo, ad esempio, un affresco staccato raffigurante un Putto, attribuito a Raffaello, a cui viene tradizionalmente assegnata anche la tela di San Luca che dipinge la Madonna; l’annuncio ai pastori di Jacopo Bassano; la Vergine e gli angeli di Van Dyck; le Ninfe che incoronano l’abbondanza di Rubens; la Giuditta e Oloferne di Piazzetta; l’autoritratto di Federico Zuccari; il ritratto di Pietro Bernini attribuito a suo figlio Gian Lorenzo; le sculture di Algardi, Bracci, Le Gros.

Le collezioni dell’Accademia di San Luca sono esposte, in parte, nella Galleria, al terzo e ultimo piano della sua sede attuale a Palazzo Carpegna e, in parte, nelle Sale accademiche, negli uffici della Segreteria, nella Sala delle conferenze , situato sul pavimento. nobile, nella Biblioteca Sarti e nell’Archivio storico che si trovano al secondo piano. Il resto di

Archivio contemporaneo
L’Archivio Contemporaneo raccoglie disegni di artisti accademici e architetti e contemporanei del XX secolo che hanno voluto affidare all’istituzione il lavoro svolto durante la loro esperienza lavorativa (ci sono, tra gli altri, i fondi degli architetti Mario Ridolfi, Mario De Renzi, Ugo Luccichenti, Maurizio Sacripanti, Carlo Chiarini) o che hanno donato fogli selezionati esposti dall’Accademia nella mostra “Per una collezione di design contemporaneo” (Roma, 2009) e opere esposte nella mostra “La collezione di maestri accademici contemporanei” (Roma, 2010), inaugurato ufficialmente in occasione della riapertura di alcune sale della Galleria accademica.

Archivio storico
Nell’archivio storico dell’Accademia Nazionale di San Luca a Palazzo Carpegna sono presenti documenti di natura iconografica e cartacea prodotti dall’Accademia del XVI secolo. L’enorme e prezioso patrimonio riflette sostanzialmente gli eventi e l’evoluzione di una delle più importanti e antiche istituzioni presenti a livello nazionale e internazionale nel campo dell’arte. Tra i nuclei di maggiore consistenza: la serie di Statuti, in parte anche stampati, che copre un periodo cronologico dal XV secolo (Statuto della Universitas Picture Miniature del 1478) fino al XX secolo; la serie di registri delle Congregazioni (XVII-XIX secolo), del verbale degli Incontri (XIX-XX secolo), delle Assemblee Generali e del Consiglio Accademico (XX secolo), delle Classi (Pittura, Scultura e architettura) e delle Commissioni (amministrative e finanziarie, XIX-XX secolo), e ancora la serie incompleta relativa agli accademici e alle scuole (XVII secolo-XX). Le carte relative alla gestione amministrativa e contabile sono divise in diversi gruppi come la raccolta delle giustificazioni, i registri di entrata e uscita, i registri (secoli XVI-XIX) e quelli relativi alla gestione delle amministrazioni speciali (eredità e lasciti).

La documentazione del diciannovesimo secolo e parte della documentazione del ventesimo secolo, sia istituzionale che gestionale, è confluita principalmente nella Collezione cronologica, nota anche come Collezione Tomassetti, dal nome del perpetuo segretario dell’Accademia che, dal 1903, riorganizza le carte secondo secondo un criterio puramente cronologico e, contemporaneamente, ha sviluppato uno strumento di ricerca per nome, toponimo e argomento. I documenti, dal primo decennio del XX secolo, sono organizzati sulla base di un sistema di classificazione (o titolo) che riflette l’attività degli uffici e degli organi accademici, oltre ai documenti relativi a concorsi, mostre, gestione del patrimonio accademico e attività amministrativo-contabili. L’archivio storico dell’Università Marmorari è anche depositato nell’Archivio storico di Roma,

Oggi, a seguito di un accordo specifico stipulato con il Dipartimento Archivistico e Patrimonio del Ministero del Patrimonio e delle Attività Culturali, l’intero complesso di documenti è al centro di un progetto di riorganizzazione volto a migliorare la possibilità di accesso diretto e consultazione anche online. Accanto al materiale documentario, l’Archivio storico conserva una notevole collezione di disegni architettonici (oltre 3.500 fogli) e figure (oltre 2.000 fogli). Questo materiale proviene dalle competizioni per i giovani che l’Accademia ha bandito dal 17 ° al 19 ° secolo e dai doni dei singoli accademici presentati per il loro ingresso nell’Accademia (Filippo Juvarra, Bernardo Vittone, Charles H. Tatham, Jacques-Germain Soufflot , Giovan Battista Piranesi architetto e altri) o collegati in testimonianza all’istituzione (come lo era, ad esempio, l’architetto Ottaviano Mascarino o il pittore Tommaso Minardi). Dalla seconda metà del XX secolo, l’Archivio conserva anche archivi biografici e alcune piccole raccolte documentarie di singoli artisti accademici.

Nuovo archivio multimediale
Dal 2012 l’Accademia di San Luca si è dotata dello strumento del NAM (Nuovo archivio multimediale), un portale web, attraverso il quale è possibile consultare la documentazione video e fotografica delle attività promosse dall’Accademia.

Galleria accademica
Parte delle collezioni accademiche sono esposte nella Galleria, situata al terzo e ultimo piano di Palazzo Carpegna. Altre opere si trovano nelle sale accademiche, negli uffici di segreteria, nella sala conferenze, situata al piano principale, nonché nella Biblioteca accademica, nella Biblioteca Sarti e nell’Archivio storico che si trovano al secondo piano. Il resto delle collezioni sono conservate in depositi situati al piano terra o lungo la rampa elicoidale.

Nell’ottobre 2010 la Galleria, rinnovata secondo un progetto espositivo museale sviluppato da Angela Cipriani, Marisa Dalai Emiliani, Pia Vivarelli (scomparsa nel 2008) come Soprintendente della Galleria e delle Collezioni accademiche, è stata riaperta al pubblico in quasi tutte le sue sale .

Il nuovo layout è stato progettato, in collaborazione con l’architetto accademico Francesco Cellini, seguendo i criteri più aggiornati, ovvero utilizzando lo stesso ordine espositivo per restituire immediatamente ed efficacemente l’idea dell’Accademia stessa nel corso dei secoli.

Il restauro delle opere pittoriche e scultoree, reso necessario dal lungo periodo di conservazione delle opere, affidato alla cura di Fabio Porzio, è stato affiancato dall’ormai consueto laboratorio di ricerca sui metodi di restauro, sempre diretto da Fabio Porzio, in particolare interessante. per la varietà di materiali e quindi la ricchezza dei relativi problemi. Abbiamo anche proceduto alla rilettura dei documenti archivistici, al fine di ricostruire la consistenza storica e attuale delle collezioni accademiche.

biblioteche
Nella storica sede di Palazzo Carpegna l’Accademia Nazionale di San Luca ospita due antiche e prestigiose biblioteche d’arte, la Biblioteca accademica e la biblioteca comunale Romana Sarti, diverse per storia e natura amministrativa ma oggi sostanzialmente collegate in un unico servizio che offre studiosi e studenti un patrimonio di oltre 50.000 volumi, tra cui opere del passato e di attualità nel campo della pittura, della scultura e dell’architettura, accompagnate da pubblicazioni periodiche relative alle Belle Arti. In particolare, gli antichi fondi bibliografici consentono ricerche specialistiche su fonti stampate, originali e manoscritti d’epoca, un complemento naturale alla documentazione conservata nell’archivio storico dell’Accademia. Per quanto riguarda gli studi moderni e critici sulle arti “sorelle” (pittura, scultura,