Museo della Scienza di Trento (MUSE) è il Museo della Scienza di Trento. Si trova a sud dello storico Palazzo delle Albere, in un edificio all’interno del quartiere residenziale Le Albere, entrambi progettati dall’architetto italiano Renzo Piano. È stato inaugurato il 27 luglio 2013 e ha sostituito, proseguendo le sue attività, il Museo Tridentino di Scienze Naturali.

Storia
Nel 1846 fu fondato il Museo Civico, subito chiamato Museo Trentino, con sede in Palazzo Salvadori, Via Manci.

Nel 1964 fu istituito il Museo Tridentino di Scienze Naturali, amministrativamente legato alla provincia autonoma di Trento. Dal 1982 trasferisce la sua sede a Palazzo Sardagna, dove rimarrà fino al 2013. Già negli anni ’90 il museo si è modernizzato, organizzando mostre interattive e ampliando la sua offerta educativa, oltre ad essere collegato ad altre strutture nella provincia di Trento come il Il giardino botanico alpino Viote e la terrazza delle stelle, sul Monte Bondone, il museo delle palafitte del lago di Ledro, il museo dell’aeronautica Gianni Caproni, il museo geologico delle Dolomiti di Predazzo e la stazione limnologica del lago di Tovel. Nel 2006 il museo ha istituito in Tanzania il centro di monitoraggio ecologico e educazione ambientale dei Monti Udzungwa, situato all’interno del Parco Nazionale dei Monti Udzungwa.

Nascita di MUSE
Il crescente affollamento di mostre e di pubblico nel museo di scienze naturali di Tridentine ha reso evidente la necessità, che è emersa per diversi anni con il lento ma progressivo cambiamento della struttura in Via Calepina, che ora tale sistemazione era inadeguata ai moderni parametri museali. Ciò ha portato, nel 2006, all’approvazione da parte della Provincia autonoma di Trento del progetto per una nuova sede, che è stata costruita come parte di un più ampio piano di riqualificazione urbana per l’area industriale dismessa dove erano situati gli impianti Michelin a Trento.

Il 27 e 28 luglio 2013 è stata inaugurata la nuova sede davanti a un vasto pubblico e il museo prende il nome di MUSE – Museo delle Scienze.

Il 26 giugno 2014, a meno di undici mesi dalla data di apertura, ha raggiunto la soglia di 500.000 visitatori paganti, diventando in effetti una delle istituzioni museali più visitate in Italia.

Il 5 maggio 2015 il milionesimo biglietto è stato staccato, MUSE quindi supera il milione in soli 21 mesi dall’apertura.

Il 30 giugno 2017, quasi 4 anni dopo l’apertura, c’erano oltre 2,5 milioni di visitatori.

Al 30 giugno 2018, 3,2 milioni di visitatori delle strutture che fanno parte della rete MUSE.

Il 27 luglio 2018 ha celebrato 5 anni di attività con un ricco programma di seminari e visite presentando il progetto per un nuovo planetario digitale.

L’edificio
L’edificio, progettato da Renzo Piano, si sviluppa su una lunghezza massima di 130 metri (est / ovest), una larghezza massima di 35 metri (nord / sud) e sei livelli (due sotterranei e quattro fuori terra) in altezza. Tutti i piani, ad eccezione del secondo livello sotterraneo, sono aperti al pubblico e ospitano sia attività espositive (mostre permanenti e temporanee) sia attività amministrative e di ricerca. La superficie totale è di 12.600 metri quadrati, di cui 3.700 sono dedicati a mostre permanenti, 500 a mostre temporanee, altre 500 a aule e laboratori didattici, 800 a laboratori di ricerca e 600 alla serra tropicale ospitata all’estremità occidentale del museo.

Il profilo caratteristico della struttura richiama il percorso frastagliato delle montagne trentine e in particolare delle Dolomiti.

L’edificio è stato costruito seguendo le tecniche volte a garantire il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, che gli è valso il riconoscimento della certificazione LEED Gold.

L’interno è caratterizzato da un “grande vuoto” (Big Void) che collega tutti i piani del museo, in cui sono sospesi gli animali tassidermizzati e lo scheletro originale e completo di una balena comune (Balaenoptera physalus) arenata nel 1995 sulle coste di Livorno.

Percorso espositivo
L’ingresso del MUSE è una grande stanza (chiamata Lobby) con pareti di vetro, da cui è possibile accedere alla biglietteria e all’ingresso del museo, oppure dall’altro lato della stanza si può andare al bar del museo o al negozio di souvenir . Nella hall durante la mostra temporanea Extintions (16 luglio 2016 – 26 giugno 2017) è stato possibile ammirare lo scheletro di un esemplare di Kaatedocus. Secondo le guide, il modo migliore per visitare il MUSE è dai piani superiori a quelli inferiori.

5 Piano – Terrazza
All’ultimo piano si trova la terrazza panoramica, non proprio parte del percorso espositivo, che offre una vista sulla città di Trento e sulla valle dell’Adige.

4 piano: alte vette

4.A. Avventure nel ghiaccio
In questa sezione i visitatori possono capire come si formano i ghiacciai e i fenomeni naturali come l’erosione delle rocce e l’instabilità del suolo. C’è anche la riproduzione perfetta (sul ghiaccio) di un tipico ghiacciaio trentino. Le mostre all’ultimo piano del Museo mostrano gli elementi geologici e biologici dell’ambiente alpino. Il visitatore è accompagnato sulle vette e conquistato con sensazioni vive di solito vissute solo ad alta quota. Il livello +4 è dove inizia il tour multisensoriale del MUSE. La piena immersione nell’atmosfera di montagna è immediata. Entrando nel grande tunnel “Esperienza glaciale”, uno spazio multi-visivo di 10 metri, ti ritroverai a volare sopra le Alpi.

Tra rumori e impressione di un paesaggio vivo e in evoluzione, il visitatore passa da una planata mozzafiato su picchi alpini e dolomitici, su ghiacciai e foreste, alle immersioni lungo i lati più estremi, per affiancare finalmente la maestosa e terribile esperienza delle valanghe.

Una ricostruzione di un ambiente glaciale consente di identificare gli elementi che caratterizzano la dinamica del ghiacciaio. Morene, praterie alpine, crepacci, pietre irregolari e funghi ghiacciati sulla superficie di un vero ghiacciaio che potrai toccare e sentire.

4.B Clima e organismi viventi
In questa sezione è possibile osservare gli effetti del clima sugli animali e il modo in cui si sono adattati per vivere ad alta quota implementando mutazioni come il melanismo e l’albinismo. Le mostre sono arricchite con immagini, video e racconti di momenti di ricerca glaciologica e sono molte le cose che stimolano la tua curiosità: dagli strumenti meccanici interattivi che rivelano la simmetria di un cristallo di neve, al rivelatore di raggi cosmici che mostra la pioggia di particelle provenienti dallo spazio che in qualsiasi momento cade su di noi. Come un viaggio indietro nel tempo, il museo offre anche una ricostruzione del nostro clima passato. A tal fine, il MUSE sarà l’unico museo che esporrà parte di un nucleo di ghiaccio estratto da ricercatori italiani in Antartide.

Un sistema multimediale offre ai visitatori la possibilità di vedere quali sono i principali organismi in grado di vivere e svolgere l’intero ciclo di vita sul bordo e sulla superficie di un ghiacciaio. Ci sarà la possibilità di osservare insetti e ragni che si spostano su un ghiacciaio e – toccando il dito su uno di questi – per accedere a schede che forniscono fatti interessanti relativi alle condizioni di vita di questi animali.

Una tabella tematica mostra al visitatore come la biodiversità degli ambienti ad alta quota sia composta da organismi che si sono adattati per vivere in condizioni così estreme. Ingrandendo le specie modello di insetti fino a venti volte le loro dimensioni originali, avrai l’opportunità di osservare gli adattamenti che devono sopravvivere in ambienti estremamente ventosi e freddi con intense radiazioni ultraviolette. Accanto a ogni display avrai anche la possibilità di osservare il vero insetto.

4. C Esplorazione e ricerca
Ecco una breve sezione dedicata ai grandi esploratori che hanno attraversato le vette del mondo e tutto ciò che devi sapere per l’esplorazione della montagna; Le alte quote hanno sempre affascinato i viaggiatori e gli esploratori, attirandoli sulle vette e sui ghiacciai e guidando gli avventurieri più appassionati verso le imprese più estreme, per le quali molti hanno ricevuto importanti riconoscimenti e riconoscimenti. I viaggiatori e gli esploratori sono stati i primi a entrare in contatto con le difficili condizioni ambientali del mondo, che sono allo stesso tempo affascinanti e misteriose, inaccessibili alla maggior parte delle persone e tuttavia in costante contatto con gli umani e con altri ecosistemi del pianeta.

Curiosità, passione, voglia di scoprire e spirito avventuroso spingono ancora uomini e donne a conquistare le vette più alte. Alla fine della mostra non mancano interessanti riferimenti a quegli esploratori che furono i primi ad affrontare le valli alpine sconosciute e a raggiungere le vette di montagne inesplorate: è possibile trovare cortometraggi che raccontano le storie di “storici scalatori”, come oltre all’equipaggiamento da montagna una volta usato, come vecchi ramponi, piccozze, corde di canapa e chiodi.

3 piano – natura alpina

3.A. Labirinto della biodiversità alpina
Questa sezione consiste in un intrigante labirinto di immagini e fotografie in vetro e animali imbalsamati della tipica fauna alpina. Non ci sono occhiali tra visitatori e animali; È possibile passare dalle praterie innevate del nord Europa alla costa sub-mediterranea della Toscana in pochi chilometri; sulle Alpi. Le Alpi, e in particolare il Trentino, sono un mosaico verticale di ambienti diversi, popolato da piante e animali perfettamente adattati e unici.

La galleria “Nel labirinto della biodiversità alpina” propone una discesa immaginaria lungo un sentiero di montagna in cui 26 ambienti diversi, arricchiti con 2 acquari, si susseguono uno dopo l’altro, fondendosi e collegandosi.

Questa mostra suggestiva mira a consentire al visitatore di (ri) vivere le emozioni vissute in natura, come incontrare animali selvatici, ascoltare le loro chiamate, assistere a un predatore in azione o spiare rituali di corteggiamento. Ogni stanza è organizzata in modo intuitivo ed evocativo, utilizzando metodi di comunicazione che vanno dagli animali di peluche più tradizionali alla tecnologia di superficie virtuale interattiva.

3.B. Cambiando con le stagioni
Una tabella tematica mostra al visitatore che la biodiversità degli ambienti ad alta quota è rappresentata da organismi adattati per vivere in condizioni estreme. Attraverso la presenza di alcune specie modello di insetti ingrandite venti volte rispetto alle dimensioni originali dell’animale, il visitatore ha l’opportunità di osservare quali adattamenti hanno per sopravvivere in ambienti molto ventosi, freddi e intensi di radiazione ultravioletta. Accanto a ogni riproduzione ci sarà la possibilità di osservare il vero insetto. Le grandi differenze nelle stagioni alpine rendono la vita in determinati periodi dell’anno particolarmente difficile per piante e animali. Le strategie di sopravvivenza e gli adattamenti che sono stati sviluppati sono numerosi e diversi, con alcuni modi sorprendenti per sfruttare al meglio i periodi favorevoli.

La forte stagionalità degli ambienti alpini è utilizzata come collegamento nelle discussioni dedicate allo studio della migrazione, della fioritura e dell’impollinazione, della vita in acqua e della termoregolazione. Oggetti naturali, animali imbalsamati e repliche, documentari e diari video, mostre interattive e giochi multimediali consentono di esplorare gli adattamenti legati alla sopravvivenza in ambienti che variano drammaticamente con le stagioni e di comprendere i fenomeni fisici sottostanti.

3.C. Esplora i boschi
Questa è l’area educativa per i bambini in cui questi ultimi possono imparare a riconoscere i vari animali e divertirsi con i giochi forniti dal museo. Nonostante sia un’area per bambini, il cranio di un panda gigante e uno Smilodon sono presenti sotto una teca; La galleria “Explore the Forest” è dedicata al desiderio di conoscenza e al piacere della scoperta. È uno spazio appositamente progettato per i giovani visitatori (4-9 anni), da vivere da soli, con i genitori o con la presenza di un facilitatore. Lo spazio mira a consentire ai bambini di esplorare il mondo naturale che li circonda attraverso l’uso dei sensi. L’atmosfera generale della stanza è coinvolgente, stimolando la naturale curiosità dei bambini e facilitando la scoperta “scientifica”.

“Esplora i boschi!” Contiene diverse mostre, alcune delle quali sono interconnesse, tra cui un gioco multimediale interattivo (“Catch your dinner”, una battaglia tra i predatori e le loro prede, in cui l’obiettivo è capire quale cibo prendere e come prenderlo), una serie di esemplari e repliche naturali originali che possono essere manipolati e osservati, strumenti di misura, animali imbalsamati da tenere in mano, suoni, odori, luci e anche una serie di costumi animali per stimolare il gioco simbolico e la simulazione. “Esplora i boschi!” è una vera “stanza di scoperta”, piena di affascinanti esemplari ed esperienze naturali.

2 piano: geologia, miniere, rischio ambientale

2.A. Storia geologica delle Dolomiti
Sezione dedicata alla geologia delle Dolomiti e ai vari eventi geologici che hanno portato alla sua creazione; Le Alpi, e in particolare le Dolomiti, sono uniche al mondo per le loro caratteristiche geo-paleontologiche e la loro bellezza naturale, un valore riconosciuto dalla dichiarazione del patrimonio naturale mondiale dell’UNESCO firmata nel 2009. Il piano espositivo +2 introduce la conoscenza del evoluzione delle Alpi in un viaggio ricco di contenuti multimediali, accompagnato da un’attenta selezione di oggetti geologici (rocce, fossili e minerali).

È un invito a scoprire, divertendosi, l’evoluzione degli ambienti geologici del passato: antiche montagne, vulcani, deserti, mari tropicali, barriere coralline e oceano profondo. La mostra consente di approfondire i processi geodinamici che a seguito delle enormi pressioni generate durante l’orogenesi alpina hanno portato gli antichi fondali marini a salire sopra il livello del mare e, piegandosi e fratturandosi, a formare le Alpi. Questa parte del museo offre uno sguardo ai processi geomorfologici che si sono verificati nella storia più recente della Terra e che sono ancora attivi: glaciazione, pendii montani e carsici. La loro azione combinata ci ha dato il paesaggio alpino come lo vediamo oggi.

2.B. Risorse del sottosuolo
In questa sezione vengono descritti e presentati i vari minerali ed elementi metallici presenti nel mondo e il loro sfruttamento nell’industria di tutti i giorni, nonché la storia di come questi vengono trasformati in oggetti di uso quotidiano; Le risorse del sottosuolo portano in primo piano la relazione tra uomo e natura, uno dei temi dominanti di MUSE, al secondo piano. Alcuni dei più grandi successi dell’umanità infatti passano attraverso la scoperta di una risorsa geologica, come metalli o materiali da costruzione.

All’ingresso della galleria una cronologia accompagnata da reperti archeologici, oggetti d’antiquariato e moderni prodotti industriali guida il visitatore attraverso la storia delle miniere nelle Alpi, con uno sguardo alle sue tappe fondamentali nel resto del mondo. Il lavoro dei minatori è raccontato attraverso oggetti che facevano parte della loro vita quotidiana, dai caschi e le lampade agli strumenti di rilevamento. Dalle miniere, ora parte del passato economico delle Alpi, si procede alle cave di pietre ornamentali, una risorsa che conserva ancora grande importanza ed è conosciuta in tutto il mondo.

2.C Pericoli per l’ambiente e protezione civile
Sezione dedicata alle catastrofi ambientali e al lavoro della Protezione Civile e alle idee innovative che oggi vengono utilizzate per prevenirle; Frane, valanghe, alluvioni, terremoti, eruzioni, incendi …
L’Italia è soggetta a varie catastrofi naturali, siano esse naturali o indotte dall’uomo. Questa galleria presenta i rischi ambientali, l’attività del servizio di protezione civile di previsione, prevenzione e intervento e le regole di condotta in caso di allerta ed emergenza.

Attraverso la grafica animata e i contenuti multimediali interattivi puoi partecipare in diretta alla gestione di un’emergenza, nella sala operativa multi-rischio della Protezione Civile, per scoprire come effettuare una previsione meteorologica, quando entrano in vigore le procedure di allerta e perché un efficace il sistema di previsione del rischio si basa sulla conoscenza dell’area e sull’identificazione delle aree naturalmente pericolose.

Una serie di film presenta storie di disastri verificatisi in Italia, con testimonianze dei protagonisti e interviste con ricercatori universitari. Infine, puoi interagire con un paio di mostre sperimentali: puoi scoprire i principi fisici che sono alla base di fenomeni tipici come i flussi di detriti alpini e valanghe di neve o persino osservare come funzionano gli argini costruiti lungo i corsi d’acqua per la protezione dalle inondazioni.

1 piano – Dai primi uomini sulle Alpi al futuro globale

1.A. Preistoria alpina
Questa sezione spiega come l’uomo primitivo è arrivato sulle Alpi e come è riuscito a sopravvivere così come la sua evoluzione comportamentale. Si dice anche che l’uomo di Neanderthal visse anche nelle Alpi per un certo periodo. Nella mostra ci sono 5 modelli iperrealistici di uomini primitivi (1 Neanderthal, 4 Sapiens) e alcuni strumenti e sepolture trovati nella zona; Una struttura a spirale invita il visitatore ad entrare nel mondo della preistoria. I principali reperti locali conservati presso il Museo della Scienza sono esposti in teche di vetro che illustrano le principali fasi della preistoria culturale, economica e sociale delle Alpi: la presenza di Neanderthal sulla catena montuosa del sud delle Alpi durante le fasi più calde dell’ultimo periodo glaciale nel Paleolitico medio,

La mostra è arricchita da dispositivi multimediali che forniscono analisi tematiche a fianco di mostre e repliche di figure umane nelle loro intense attività quotidiane, introducendo il visitatore in uno spazio immersivo in cui i video evocano il dramma e l’eccitazione di vivere nella preistoria. Due acquari ospitano specie lacustri in due diversi contesti archeologici: un sito di montagna e un’abitazione su palafitte.

Un emozionante viaggio nel tempo alla scoperta delle vite dei nostri antenati preistorici, il cacciatore Neanderthal con lo sciamano al rifugio Dalmeri, la caccia in alta quota e il lavoro con l’argilla, la vita in palafitte e il culto del fuoco nell’era protostorica.

1.B. Dietro le quinte della ricerca
Sezione in cui viene mostrato che la maggior parte dell’attrezzatura sperimentale di maggior successo è stata ispirata dall’ambiente naturale e da come il museo stesso è stato ispirato dalla bellezza delle Alpi; I musei della scienza sono luoghi di ricerca e documentazione. Le collezioni sono il risultato di campagne di raccolta e studi condotti nel contesto di specifici progetti di ricerca e sono la prova materiale di diversi ambienti naturali, di depositi fossili e minerali e di attività umana.

Studiando questi oggetti, possiamo valutare lo stato dell’ambiente, documentare il passato e fornire materiali per i modelli di previsione. Insieme ai file di dati prodotti dal monitoraggio e dall’attività di ricerca, queste raccolte costituiscono la pietra angolare per lo studio della nostra terra e per lo sviluppo di nuove conoscenze scientifiche.

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L’area del laboratorio di ricerca MUSE e le esposizioni di fronte invitano il visitatore a interessarsi alle attività scientifiche del museo e a conoscere un’area normalmente riservata al personale.

I quattro laboratori di ricerca sono dedicati allo studio della fauna (vertebrati e invertebrati), botanica, limnologia, geologia, paleontologia e preistoria. Le pareti di vetro del laboratorio sono progettate per incoraggiare la partecipazione del visitatore al lavoro quotidiano degli scienziati del museo mentre conducono le loro ricerche.

Di fronte ai laboratori di ricerca ci sono venti vetrine e cento cassetti che ospitano manufatti preistorici, geologici, biologici e paleontologici, riconoscibili come oggetti naturali e manufatti osservati o trovati in natura. Questi oggetti possono essere esaminati da vicino per apprezzarne appieno l’importanza culturale e scientifica.

1.C Sostenibilità e innovazione
Sezione molto simile alla precedente, ma che mostra anche il danno causato dall’uomo quando viola le leggi della natura, oltre a mostrare alcune ricerche sulla sostenibilità e la ricerca che si svolgono nel mondo; L’apparente cambiamento di equilibrio nel nostro suolo, negli oceani, nell’atmosfera e nei cicli biogeochimici, oltre all’eccessivo tasso di perdita di biodiversità dovuto alle pressioni antropogeniche, si riflette nella stabilità del sistema terrestre. L’intrinseca correlazione e complessità dei sistemi naturali rende difficile fare previsioni.

Al centro di questa stanza c’è il tentativo di rispondere a questa domanda. Una sfera interattiva sospesa mostra i dati di sistemi ambientali complessi in modo intuitivo e attraente per il visitatore, mentre nella zona circostante vengono affrontati i problemi di economia, società e tecnologia, accompagnando il visitatore in un viaggio alla ricerca di un paradigma che rappresenti per la cultura dei limiti e della complessità.

1.d. Show Room & Fab Lab
Piccolo spazio in cui viene mostrato il lavoro della stampante 3D e i suoi innumerevoli usi di uso comune. I laboratori aperti ti consentono di entrare in contatto con i ricercatori del museo e con una parte della grande collezione del museo, esposta nella vetrina. C’è anche un favoloso laboratorio e una sfera NOAA; In quest’area, i centri di ricerca e le aziende che operano nella nostra regione, insieme ai loro partner internazionali, sono in grado di mostrare il loro lavoro e condividere le loro esperienze con i visitatori. Infine, nel laboratorio “Fab-Lab”, ognuno ha la possibilità di creare la propria nuova tecnologia. Con la capacità di progettare e stampare le tue invenzioni in 3D avrai l’opportunità di creare i tuoi oggetti tecnologici su misura. Puoi anche scaricare un oggetto inventato in America o in Cina e stamparlo in 3D nel Fab-Lab.

0 Piano: scienza interattiva

0.A. La scoperta inizia dai sensi
L’intero piano terra è quello della hall, l’ingresso al museo, spesso utilizzato anche per eventi. Un’area è anche dedicata alla scienza interattiva e una, il Maxi Ooh !, ai bambini più piccoli (0-5 anni). Un’esperienza che stupirà, ecciterà, stupirà: fare, pensare e vivere la scienza. Un’area per bambini – perché MUSE vuole che i bambini siano lì – che consente loro di fare ciò che possono fare così bene: toccando, odorando, guardando, vedendo e ascoltando. Maxi Ooh! è un luogo che ti permette di vivere l’esperienza attraverso i tuoi sensi, offrendo ogni volta nuove e diverse opportunità.

Nelle sue linee e colori, Maxi Ooh! sembra essere un posto neutrale: ancora, in attesa … cioè, a meno che non ci sia qualcuno dentro. Non si muove a meno che qualcuno non si muova, non mostra nulla se nessuno sta facendo qualcosa. Ma quando arrivano i bambini, Maxi Ooh! diventa un vivace ambiente di meraviglia, scoperta e conoscenza.

Maxi Ooh! esprime il significato di chi siamo dentro. I suoi colori e le sue mosse dialogano con i pensieri, le azioni e i gesti di chi lo abita. È un’esperienza in grado di aprire nuovi orizzonti per i bambini che hanno sempre gli occhi aperti per ciò che è interessante, non scontato, gratificante e divertente.

Maxi Ooh! suggerisce ma non richiede, diventando immediatamente un luogo di fiducia. Ogni sfera è dedicata a un senso particolare, sebbene i bambini sappiano imparare e sperimentare tutto, il corpo, la mente e le emozioni. È uno spazio senza indicazioni, dove non ci sono adulti che insegnano, partecipano solo allo stupore. Ecco perché il Maxi Ooh! il pubblico è composto da bambine – coppie di bambini e adulti accompagnatori – che insieme scoprono l’ambiente, condividono esperienze e un nuovo modo di stare insieme.

Pavimenti, pareti, stanze con sensori, il virtuale e il reale, reagiscono e cambiano insieme allo spazio e ai suoi possibili usi. Anche l’acqua del bagno potrebbe muoversi in modi nuovi, oltre a cambiare luci e superfici diverse che danno alla pelle sensazioni diverse, a seconda delle scelte e della curiosità di chi vi entra. All’interno e tra le sfere il gioco della scienza evoca gli elementi della vita, riferendosi al senso del bambino di se stesso come creatori di situazioni inaspettate. Maxi Ooh! è un ambiente piacevole e interessante in cui le scoperte vengono fatte attraverso i sensi e in compagnia di altri.

0.B. Centro scientifico
La galleria pratica si trova al piano 0 del Museo delle Scienze, subito dopo l’ingresso nelle aree espositive dalla hall. In quest’area ci sono una dozzina di stazioni interattive dedicate alle scienze di base, che coinvolgono il visitatore in brevi esperimenti relativi ai concetti e ai principi di fisica, matematica e scienze naturali, che possono essere osservati nella vita di tutti i giorni. È un’esperienza piacevole e divertente da visitare, ma allo stesso tempo rigorosa e scientificamente corretta: attraverso una sperimentazione ludica il pubblico può avvicinarsi a concetti scientifici a volte complessi divertendosi.

– 1 piano – Storia della vita

– 1.A Tracce di vita
In questa sezione del museo che conta in tutto il piano inferiore è possibile ripercorrere l’intero viaggio della vita sul nostro pianeta grazie a grafici, fossili e ricostruzioni di alcune delle forme di vita più antiche del nostro pianeta come Anaspidiformes, Cefalaspide, Cyathaspididae , Athenaegis, Sphenonectris, Coccosteus (fossile), Dunkleosteus, Wiwaxia, Hallucigenia, Bathyuriscus, Anomalocaris, Arthropleura, Meganeura, Pneumodesmus, Palaeocharinus, Ichthyostega e Hylonomus.

La sezione comprende anche alcuni scheletri di altri animali più grandi e appartenenti a epoche relativamente più recenti come Inostrancevia, Desmatosuchus, Lavinipes cheminii (impronte fossili), Grallator sp. (impronte fossili), Plateosaurus, “Dilophosaurus” sinensis, Talarurus, Pteranodon, Triceratops (cranio), Alphadon, Halisaurus, Ophtalmosaurus, Plesiosaurus e Nothosaurus. Nella stanza ci sono anche diversi mammiferi moderni come lemuri, pipistrelli, roditori, primati e monotremi insieme a scheletri e ricostruzioni di mammiferi estinti come Castoroides, Sinonyx, Ursus spelaeus, Thylacinus (cranio), Zaglossus bartoni (ricostruzione), Catonyx ( cranio), Eremotherium (artiglio), Hydrodamalis gigas (cranio), Paleoloxodon (cranio), Kutchicetus e Pelagornis.

L’affascinante storia della vita, una complessa evoluzione delle forme regolata da drammatici cambiamenti ambientali, mutando geografia e possibilità. Seguendo il filo dell’evoluzione umana negli ultimi 5 miliardi di anni.

In questa galleria, resti fossili ci accompagnano in un incredibile viaggio indietro nel tempo, dall’apparizione delle prime molecole all’evoluzione di dinosauri e mammiferi seguendo il filo della “nostra” storia – quella di un bizzarro mammifero pensante. Il primo piano della mostra raffigura i fenomeni naturali che hanno portato alla formazione della Terra e, poco più di mezzo miliardo di anni dopo, all’origine delle prime forme di vita. Dopo i resti di alcune delle più antiche tracce di vita sulla Terra, le stromatoliti, è possibile incontrare le misteriose forme di vita di Ediacara, risalenti a circa 600 milioni di anni fa: una diversa organizzazione strutturale che rivela un modo alternativo di essere “animali”.

A seguire questa è l’incredibile diversità della fauna che deriva dall’esplosione della vita nei mari. I bizzarri organismi della Burgess Shale Fauna, uno straordinario laboratorio evolutivo di oltre 500 milioni di anni, portano alla scoperta delle favolose forme di artropodi e il primo rappresentante del gruppo di animali a cui noi stessi apparteniamo, i Cordati. L’incontro con il bizzarro pesce senza mascella nel periodo siluriano e con il pesce corazzato del successivo periodo devoniano ci dà la chiave per scoprire un elemento ormai ampiamente estinto della biodiversità.

Il prossimo capitolo della lunga storia evolutiva appartiene a piccole piante senza foglie o fiori, insetti senza ali e anfibi tozzi. Conoscendo le loro forme, il visitatore ripercorre i primi passi di una nuova era, quella di una Terra che viene popolata.

La parte dedicata ai rettili terrestri contiene uno dei più grandi archivi a livello europeo di impronte fossili di rettili e dinosauri paleozoici e mesozoici. Puoi imparare a riconoscere le caratteristiche dei grandi passi dei rettili e ammirare gli imponenti scheletri a grandezza naturale. La galleria dei dinosauri ti conduce in un viaggio che guarda alle loro abitudini, scoperte che sono state fatte, e in particolare tracce trovate in Italia e persino nelle Dolomiti dove, fino alla fine del secolo scorso, la loro scoperta era stata considerata improbabile. Con i rettili marini, sei immerso nelle acque del Triassico. Notosauri, plesiosauri, ittiosauri … i mari sono pieni di rettili grandi e piccoli con sorprendenti abitudini alimentari e stili di vita.

Dinosauri e rettili marini ti accompagnano fino all’estinzione di massa del Terziario-Cretaceo: un evento catastrofico nella storia della vita. Con l’estinzione dei dinosauri, inizia il capitolo sulla storia evolutiva dei mammiferi. La rapida diversificazione di questo gruppo è narrata da fossili e campioni attuali che illustrano l’evoluzione di diverse strategie riproduttive, di alimentazione e di locomozione. L’uomo tra i primati, i primati tra i mammiferi, i mammiferi come il ramo di un singolo, grande, intricato albero genealogico le cui radici giacciono in un’era remota, l’era della storia della vita.

– 1.B. DNA. Il piccolo grande segreto della vita
Questa sezione del corridoio illustra la biodiversità del nostro pianeta e ciò che unisce tutti noi esseri viventi: il DNA; La galleria del DNA offre al visitatore un’esperienza suggestiva, basata su una storia unificante sul DNA e su tutte le forme di vita – compresa la nostra.

La prima esperienza visiva è l ‘”Albero della vita”, una proiezione dinamica lunga nove metri, che rivela lo sviluppo incessante del percorso evolutivo e le connessioni tra le specie.

L’unicità del DNA, i suoi meccanismi operativi e i processi evolutivi sono al centro di tre installazioni audiovisive multimediali dal titolo “Da dove veniamo?”, “Cosa siamo?” E “Dove stiamo andando?”.

Le storie sono arricchite con oggetti speciali e manufatti diversi da quelli visti finora nel museo. Quanto DNA condividiamo con altri organismi? Cosa hanno in comune una conchiglia e il cuore umano? Queste e molte altre domande trovano risposta nella galleria del DNA.

– 1.C. Grandi acquari e foresta pluviale montana
Adiacente alla sezione del DNA, c’è una stanza con diversi grandi acquari, che rappresentano la biodiversità dei laghi africani. Continuando lungo il percorso, uscirai dal MUSE stesso ed entrerai nella serra del museo. La serra ricostruisce l’ambiente dei Monti Udzungwa, in Tanzania, dove MUSE ha un centro di monitoraggio ecologico che rappresenta uno dei suoi uffici territoriali. Nella serra c’è anche una coppia di turaco verde, insieme a una copia di Rhynchocyon udzungwensis, scoperta da Galen Rathbun e Francesco Rovero, curatore della sezione sulla biodiversità tropicale del MUSE. Con una superficie di 600 metri quadrati, la serra tropicale ricrea una striscia di foresta pluviale dei Monti Udzungwa, un centro di diversità ed endemismo nell’Africa orientale tropicale in Tanzania. Attraversando la soglia della serra,

Il percorso parte dalla valle del Kilombero e prosegue fino all’umida foresta submontana, incontrando lungo la strada una diversità caleidoscopica di forme e colori appartenenti a piante e animali unici.

Tra le tante piante uniche ed esclusive dell’Africa tropicale, troverai il genere Tabernaemontana, con i suoi grandi fiori bianchi simili a quelli dei gelsomini, le felci arboree del genere Cyathea, la famosa Saintpaulie che qui ha il suo centro di diversità, banane selvatiche e piante di fagioli giganti e un’enorme vite del genere Entada.

Una volta raggiunto l’altopiano in cima alla piccola scogliera, è possibile esplorare orti e villaggi tradizionali passando per un piccolo mercato dove è possibile osservare frutta e verdura tropicali. La serra ospiterà anche animali, uccelli come il Turaco di Livingstone (Tauraco livingtonii) e rettili come il camaleonte a tre corna (Trioceros deremensis) e i camaleonti pigmei (Rampholeon acuminatus e altri).

L’impostazione della serra rifletterà anche le questioni globali e di sostenibilità, mettendo in evidenza i progetti di ricerca e gli sforzi internazionali per la protezione delle foreste e la lotta contro la povertà, invitandoti a sostenerli attivamente.

Prima di entrare nella serra, troverai numerosi acquari di grandi dimensioni.
I pesci in questi acquari sono rappresentativi della biodiversità ittica dei Grandi Laghi e dei fiumi della Tanzania (Lago Malawi, Lago Tanganica, Fiume Kilombero) e appartengono principalmente alla grande famiglia di ciclidi che nei grandi laghi della Rift Valley nell’Africa orientale hanno ha dato origine a uno dei fenomeni più spettacolari della speciazione in relativo isolamento (una versione acquatica di ciò che è accaduto con i fringuelli delle isole Galapagos, anche se probabilmente anche più veloce e su scala più ampia). I reperti sono stati allevati in cattività da allevatori professionisti e sono fiduciosi, calmi e curiosi e, soprattutto, si riproducono facilmente anche nello spazio limitato che li ospita.

Ricerca
MUSE svolge attività di ricerca, organizzate in sette sezioni:

Botanica
La sezione botanica studia la flora spontanea e coltivata del Trentino, privilegiando la ricerca applicata finalizzata alla sua protezione e conservazione, con particolare attenzione alle specie in via di estinzione. Può usufruire delle seguenti infrastrutture: la banca del germoplasma trentino, l’erbario tridentino, un laboratorio di germinazione, una serra di propagazione e quattro giardini botanici (la serra africana, i frutteti del MUSE, il Viote del Bondone e l’Arboreto di Arco).

Limnologia e Algologia
La sezione si occupa della biologia delle acque interne, in particolare degli habitat oligotrofici di alto valore naturalistico come fonti di varie tipologie ecomorfologiche e idrochimiche, corsi d’acqua, torbiere, laghi d’alta quota, montagne e corsi d’acqua. Negli ultimi anni sono stati studiati anche altri ambienti, come il Lago di Garda e le correnti del Mediterraneo.

Zoologia e idrobiologia degli invertebrati
La Sezione di Zoologia degli invertebrati e idrobiologia studia l’ecologia degli ambienti acquatici e terrestri montani, con particolare riferimento all’alta quota, in relazione ai cambiamenti ambientali e climatici

Zoologia dei vertebrati
La sezione svolge attività di ricerca scientifica alpina; conduce studi sulla biodiversità e la biologia della conservazione e sui cambiamenti ambientali nelle Alpi. Si occupa di database, archivi e raccolte scientifiche. Nelle aree alpine e nazionali, coordina e partecipa a progetti di censimento, monitoraggio di atlanti della fauna selvatica e specie in via di estinzione.

Biodiversità tropicale
La sezione sulla biodiversità tropicale contribuisce, attraverso la ricerca, la documentazione e il monitoraggio della biodiversità, alla conoscenza delle foreste pluviali di montagna afrotropiche, promuovendone la conservazione anche attraverso progetti di cooperazione per lo sviluppo ambientale delle comunità locali.

Geologia
La sezione di geologia si occupa della definizione delle componenti principali del paesaggio alpino, della sua struttura geologica del passato (paleoambienti ed ecosistemi), delle sue trasformazioni (passate e presenti) e dei processi più rilevanti che le hanno indotte.

Preistoria
La sezione Preistoria studia la popolazione dei territori montani da gruppi di cacciatori-raccoglitori dalla fine del Paleolitico superiore e del Mesolitico. Vengono evidenziate le relazioni tra i modelli di utilizzo del territorio, l’organizzazione sociale dei gruppi umani e la ricostruzione di paesaggi antichi.

FabLab
All’interno degli spazi espositivi di livello +1 c’è il “MUSE FabLab”, un laboratorio di produzione digitale aperto alla condivisione e alla collaborazione con utenti, artigiani digitali, aziende, famiglie e scuole che contribuiscono alla ricerca e alla prototipazione. Il laboratorio dispone di diverse macchine a controllo numerico, tra cui:

tre stampanti 3D PLA / ABS
una stampante 3D al cioccolato
una stampante 3D in resina
una macchina da taglio laser
una tagliatrice di vinile
tre taglierine a controllo numerico
una spillatrice
una ricamatrice

Disponibile anche per i produttori:

uno scanner 3D
un oscilloscopio e un generatore di segnale
Una stazione di saldatura
Kit Arduino

oltre agli strumenti necessari per la produzione digitale e l’elaborazione elettronica (componenti elettronici di base e un assortimento di strumenti analogici tradizionali.

Una funzione molto rilevante di MUSE FabLab riguarda la proposta di seminari didattici per le scuole, corsi di formazione per gli utenti e attività di armeggiamento aperte ai visitatori dei musei.

Gestione
Un singolo manager ha la responsabilità generale e amministrativa dell’organizzazione e del budget. Gli organi istituzionali sono composti da presidente, direttore, consiglio di amministrazione, comitato scientifico e collegio dei revisori dei conti. La provincia autonoma di Trento, proprietaria della struttura, gestisce anche i servizi e il personale, attraverso la sua agenzia per gare d’appalto e contratti. A partire dal 2017, sono emersi alcuni problemi riguardanti diversi impiegati del museo.

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