Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Italia

Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART) è un centro museale nella provincia italiana di Trento. Il sito principale è a Rovereto e contiene opere per lo più moderne e contemporanee, tra cui opere dei celebri Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà e Fortunato Depero. Fa parte del Museo anche la casa di Fortunato Depero a Rovereto (conosciuta come Casa d’Arte Futurista Depero).

La collezione permanente del MART contiene oltre 15.000 opere, tra cui dipinti, disegni, incisioni e sculture.

Il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, è uno dei musei più importanti in Italia e anche in Europa. Aperta nel 1987 come ente pratico per la provincia autonoma di Trento, oggi il Mart ha tre siti diversi: il principale sito museale, la Depero House of Futurist Art di Rovereto e la Galleria Civica di Trento. Quest’ultimo ha recentemente aderito al Mart e aprirà il prossimo anno con un nuovo progetto di architettura il 19 ottobre.

Inaugurato nel 2002, il sito principale del museo è un grande complesso architettonico progettato da Mario Botta e Giulio Andreolli. Più di dieci anni il museo ha migliorato le sue collezioni e diventare un attore internazionale. Sotto la nuova gestione di Cristiana Collu (dal 2012), il museo si è posizionato sui fronti strategici di innovazione, sostenibilità e partnership.

Oggi il Mart è un centro espositivo di importanza europea, un luogo in cui ascoltare e parlare la terra, un rappresentante per musei internazionali e un centro culturale che fornisce stimoli per il pubblico, artisti, collezionisti e imprese.

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I numerosi capolavori delle collezioni del Museo, i rari materiali conservati negli archivi e il costante lavoro sulla qualità scientifica delle proposte, hanno permesso al Mart di consolidare la collaborazione con musei e istituzioni italiane e straniere con cui sono costanti prestiti e scambi : durante l’ultimo anno, il Mart ha collaborato, tra gli altri, con il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, con la Fundació Catalunya la Pedrera a Barcellona, ​​con il Vitra Design Museum a Weil am Rhein.

Il MART è nato nel 1987 come ente autonomo all’interno della provincia autonoma del Trentino. Fu installato nel Palazzo delle Albere a Trento. L’idea di ampliare il museo per combinare l’eredità del grande futurista Fortunato Depero e la disparità di eredità del Museo regionale d’arte di Trento (“Museo Provinciale d’Arte di Trento”) risale al 1991, ed è stato il progetto , in primo luogo, di Gabriella Belli.

Il 15 dicembre 2002 il MART ha finalmente aperto al pubblico, con una nuova sede a Rovereto, una cittadina a poca distanza a sud di Trento.

Il progetto del nuovo edificio è stato affidato all’architetto ticinese Mario Botta, che ha lavorato al suo sviluppo con l’ingegnere strutturale di Rovereto Giulio Andreolli. Un sito di 29.000 metri quadrati era disponibile, ma tra il sito e la strada (Via Bettini) bisognava prevedere due importanti case a schiera settecentesche (“” Palazzi “). Fortunatamente c’è uno spazio tra i due che offre spazio sufficiente per un ingresso.

La soluzione di Botta alle sfide del sito trae ispirazione dalle forme classiche (in particolare quella del Pantheon), ma incorpora anche soluzioni tecnicamente avventurose. Invocando il mantra, “Spazio per l’arte, non lo spazio nonostante l’arte”, il progetto coinvolge un “pantheon senza facciata”, che coinvolge tre piani di spazio museale disposti intorno ad una grande “agorà”, coperta da cupola di vetro / cupola con un diametro di 40 metri. La struttura della cupola fa ampio uso di acciaio e “plexiglass” e include una “fetta mancante” resa possibile da soluzioni ingegneristiche complesse. nella zona centrale sotto la cupola c’è una fontana. I rivestimenti murari utilizzano la pietra gialla di Vicenza, che era la pietra preferita da Andrea Palladio, anche se il modo innovativo in cui sono state fissate le lastre di rivestimento consente di sostituirle singolarmente senza grandi sconvolgimenti strutturali, in un certo senso deve al maestro di architettura cinquecentesco. L ‘”agora” può ospitare fino a 1.200 visitatori.

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