Museo delle Miniere di Mercurio Monte Amiata, Santa Fiora, Italia

Il Museo delle Miniere di Mercurio Monte Amiata, è stato realizzato per riflettere la storia delle miniere e dei sacrifici fatti dai minatori, ma anche per far conoscere la geologia del Monte Amiata.

Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata è un museo situato nel centro storico di Santa Fiora (GR), all’interno del Palazzo Sforzesco dei Cesarini

Il Monte Amiata è la più grande delle cupole di lava del complesso della cupola lavica dell’Amiata situata a circa 20 km a nord-ovest del Lago di Bolsena, nella regione meridionale della Toscana.

Il Museo Mercury Mining si trova al piano terra di Palazzo Sforza Cesarini, in Piazza Garibaldi, nei locali che un tempo ospitavano le cucine e le stanze di servizio dei nobili proprietari. Il palazzo fu costruito intorno al 1575 nel luogo dove si trova la “Fortezza Aldobrandesca originaria di Santa Fiora, ed è caratterizzato da strutture murarie in pietra, dove si aprono finestre rettangolari, e al piano terra una serie di porte ad arco a tutto sesto nello stesso edificio è anche ha ospitato la Comune

Il museo è suddiviso in sei sale arredate con minerali, oggetti e strumenti di lavoro, e con ventidue pannelli che illustrano e approfondiscono una serie di temi storici, tecnici, antropologici e sociali legati al mondo delle miniere sul Monte Amiata

La prima sala (pannelli 1-4), dove si trovano la biglietteria e il bookshop, illustra il territorio del Monte Amiata dove si sviluppò l’industria mineraria, con carte geologiche e una plastica che riproduce i siti minerari del cinabro Un altro pannello dà il visitatore un excursus cronologico sulla storia estrattiva, che risale alla preistoria e alla civiltà etrusca: reperti si trovano negli scavi archeologici, come picconi, asce e labirinti, testimoniando che i campi erano conosciuti dal III millennio aC (antiche tracce di estrazione mineraria hanno trovato vicino alle miniere di Cornacchino, Cortevecchia, Siele, Solforate e Morone)

La seconda sala (pannelli 5-9) ha lo scopo di documentare l’evoluzione delle tecniche e degli strumenti minerari utilizzati nel lavoro minerario: si tratta quindi di sistemi di coltivazione (sistema a gradiente lineare, sistema a fessure orizzontali, fette per fette orizzontali discendenti, sotto pavimento o lungo taglio); Delle opere di abbattimento, riempimento, armamento, ventilazione e illuminazione; (Minatori, manovre, carri, locomotive, respingenti e arganisti, strada, tubo, campionatore, autopompa antincendio, meccanico, riempitrice, trapano, paletta) Altri pannelli continuano l’itinerario cronologico Iniziato nella sala precedente che illustra la storia delle miniere amatoriali dal Medioevo ai tempi moderni

La terza sala (pannelli 10-11) è dedicata all’estrazione del cinabro e alle donne e ai bambini che sono stati incaricati di selezionare il minerale da inviare ai forni. Serve anche come sala video – un interessante documentario sulle miniere e l’ammina tra il XIX e il XX secolo – e sono esposti numerosi strumenti del mestiere del minatore: l’elicottero, la sega a scalpello, l’ascia, il martello perforatore, i caschi, le medaglie dei carri, la pala, i medaglisti degli operai, la lampada dell’acetilene, la maschera antipolvere, la maschera ad aria compressa e molti altri Da questa stanza si accede ad un’altra piccola stanza dove è stata installata una discendente con una galleria, fedelmente ricostruire un ambiente interno miniera

Il quarto (pannelli 12-14) e la quinta sala (pannelli 15-20), entrambi situati al piano superiore, approfondiscono le caratteristiche fisico-chimiche del mercurio, l’influenza economica del mercurio sul mercato (produzione, vendita) Per illustrare le conseguenze del mio lavoro nella vita dei minatori, come frane, esplosioni, ma anche malattie (idrosarismo, rumore ipoacusia, silicosi, inizialmente chiamato “cornacchite”), e l’ambiente sociale dei sindacati, scioperi e lotte per la protezione dei lavoratori Infine, la visita termina con la storia contemporanea: cinque pannelli parlano di chiusura di miniere e bonifica e recupero ambientale implementati per valorizzare i siti minerari Nel 2008, una significativa raccolta di minerali, donata al museo da Maria Cappelletti, in memoria di lei marito, Virio Boschini; Dal 2011 ci sono anche le collezioni di Simone Beccari e Adorno Franceschelli Da qui anche l’accesso ai laboratori multimediali

La sesta sala (pannelli 21-22) è un piccolo corridoio situato al piano terra accanto alla biglietteria. Gli ultimi due pannelli offrono al visitatore un elenco completo delle miniere amatoriali con tutti i dati storici e geografici: la miniera Cornacchino (Castell’Azzara), attiva dal 1872 al 1921; La miniera di Reto o Montebuono (Sorano), 1886-1929; La miniera dello Schwarzenberg (Castell’Azzara), 1852-1940; La miniera Abein, o Argus (Piancastagnaio), 1917-1982; La miniera del Morone (Castell’Azzara), 1850-1982; La miniera di Abbadia San Salvatore, 1847-1982; La miniera di Pietrineri o Bagni San Filippo (Castiglione d’Orcia), 1902-1979; La miniera di Bagnore (Santa Fiora-Arcidosso), 1920-1976; La miniera di Cortevecchia (Semproniano), 1898-1971; La miniera di Cerreto Piano (Scansano), 1898-1971; La miniera di Monte Labbro o Banditella (Arcidosso-Santa Fiora-Roccalbegna), 1919-1976; La miniera di Siele (Castell’Azzara-Piancastagnaio), 1846-1982; La miniera del Solforato (Piancastagnaio), 1883-1982