Museo Internazionale delle Ceramiche Faenza, Italia

Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (italiano: Museo Internazionale delle Ceramiche Faenza MIC) è uno dei più importanti musei di arte ceramica del mondo e si trova a Faenza. La MIC Foundation è stata fondata nel 1908 e rappresenta uno dei più grandi musei dedicati alla ceramica nel mondo. Il MIC conserva circa 60.000 opere in ceramica, 6.000 delle quali sono esposte nell’ampia area espositiva, circa 10.000 metri quadrati. Le collezioni mostrano oggetti provenienti da tutto il mondo, molti pezzi appartengono a epoche molto antiche come le ceramiche della cultura orientale e oggetti dell’età preistorica, c’è un’interessante collezione precolombiana, una sezione dell’estremo oriente e un’impressionante modernità e contemporaneità collezione contenente pezzi di Picasso, Matisse, Chagall, Leger, Fontana, Burri, Arman, Baj, Leoncillo, Leoni, Spagnulo, Zauli, Melotti, Cerone e altri grandi maestri. La MIC – Foundation rappresenta un centro per la cultura ceramica, contiene una biblioteca specializzata (più di 60.000 testi), un dipartimento scolastico, un reparto di restauro. La rivista “Faenza” è edita dal MIC e inviata a diversi musei e istituzioni nel mondo.

Tutto ha avuto inizio con l’Esposizione Internazionale di Faenza del 1908 dedicata al terzo centenario della nascita dell’evangelista Torricelli. Un intero quartiere della città è stato attrezzato per il prestigioso evento che ha visto gli artisti più famosi di Faenza diventare le cosiddette Arti Applicate. Fu un successo e Gaetano Ballardini, animatore dell’evento e creatore dell’emergente Museo della Ceramica, potè raccogliere i frutti iniziando a collocare le collezioni ceramiche nelle sale dell’ex convento di San Maglorio. Ha sensibilizzato collezionisti privati ​​e enti pubblici ottenendo donazioni e riconoscimenti istituzionali l’uno con l’altro e altri: tra i personaggi che appartenevano al comitato fondatore del museo, c’era il forlivese Tito Pasqui.

Gaetano Ballardini non voleva per il suo museo solo l’incremento e la diversificazione della ceramica ceramica italiana e straniera; Sin dall’inizio si è preoccupato di stabilire relazioni forti con scuole di formazione tecnica e artistica, garantendo loro uno sfondo prezioso con cui attuare la produzione artigianale e industriale. Fu promotore di mostre nazionali e internazionali, al lancio della rivista specializzata di Faenza. Figlio di quella terra che aveva smorzato l’arte della ceramica, voleva essere testimone di questa vocazione secolare per trasmetterla alle generazioni future.

Così l’identità del Museo fu riconosciuta nella Scuola di Ceramica, oggi Istituto Statale per la Ceramica G. Ballardini, nel recupero scientifico delle antiche tecniche ceramiche e nella successiva promozione e vendita di prodotti ceramici dell’epoca. Unico nel suo genere, il museo Faentiano acquisì sempre maggiore prestigio a livello internazionale e già nel 1926 includeva, oltre alle antiche collezioni, anche una sezione dedicata alle famose fabbriche ceramiche europee e ai ceramisti contemporanei più qualificati.

Durante la seconda guerra mondiale il museo fu pesantemente bombardato; Particolarmente disastroso fu il bombardamento del 13 maggio 1944, che causò gravi danni alle strutture. Anche allora Ballardini, nonostante l’età più giovane, andò a lavorare, raccogliendo fondi, sensibilizzando il mondo dell’arte e le istituzioni in modo da poter riaprire le prime sale espositive nel 1949. Fu allora che l’amore per le ceramiche di grandi artisti, come Picasso, Leger, Matisse e Chagall, li ha portati a donare importanti opere al museo.

Nel dopoguerra, nel mondo del collezionismo sono state fatte donazioni di intere collezioni private e di grandi dimensioni, che si sono perfettamente integrate con il già notevole patrimonio: Merenghi, Benini, Ugolini, Rusconi, fino ai più recenti di Cora, Fanfani e Cantagalli . Ad oggi, il Museo vanta un corpus di oltre 40.000 manufatti in ceramica.

L’esposizione permanente del MIC si snoda attraverso due itinerari che separano la parte dedicata alle ceramiche antiche, situate negli spazi restaurati dell’ex quadrilatero conventuale, da quello del XX secolo ospitato nei nuovi edifici costruiti alla fine del secolo scorso. Con questa scelta, il museo ha voluto evidenziare il fruttuoso rapporto tra i personaggi dei vari stili e il “fare ceramiche” attraverso i secoli fino ai giorni nostri.

Nelle sale espositive sono raccolte le opere di laboratori ceramici italiani dal Medioevo al XIX secolo; Antico vicino Oriente; Area mediterranea nel periodo ellenistico; Pre-colombiana e islamica. Una grande sezione è dedicata alla ceramica moderna e contemporanea.

Dal 1963, il Museo promuove, ogni due anni, un concorso internazionale sull’arte ceramica, che gli ha permesso di espandere la sua collezione con opere provenienti da tutto il mondo.

Dal 2011, il museo vanta il riconoscimento di “Monumento testimone di una cultura di pace”, assegnato dall’UNESCO.