Museo Carlo Bilotti, Roma, Italia

Il Museo Carlo Bilotti è un museo di arte contemporanea della città di Roma. Con sede in “Orangerie” di Villa Borghese e ospita dipinti, sculture e acquerelli della collezione donati dall’imprenditore e collezionista italo-americano Carlo Bilotti, che comprende opere di Giorgio De Chirico, dipinti di Gino Severini, Andy Warhol e Larry Rivers e un scultura Giacomo Manzu.

Il museo fa parte del sistema “Musei in Comune” e del progetto “Parco dei Musei” di Villa Borghese.

Storia
Le opere di de Chirico in mostra sono rappresentative dei temi più famosi prodotti dall’artista dalla seconda metà degli anni Venti fino agli anni Settanta. Temi come gli archeologi, i cavalli sulla sponda del fiume, i mobili nella valle o la stanza, i cavalieri o gli antichi guerrieri, tutti nacquero da un felice periodo di creatività e riconoscimento internazionale, seguendo gli anni del primo periodo metafisico. Oltre ai temi sopra elencati, che appaiono nel museo in opere magistrali come The Mysterious Archaeologists of 1926 e Furniture in the Room del 1927, altre immagini particolarmente notevoli in mostra includono il delicato Back of a Naked Woman (circa 1930) , con cui de Chirico, influenzato da Renoir, è tornato al genere del nudo femminile, Interno metafisico con biscotti e mistero e malinconia di una strada. Queste ultime due sono repliche, realizzate dall’artista negli anni Sessanta, dai suoi capolavori del primo periodo metafisico. Nelle sue opere degli anni Cinquanta, Autoritratto con la testa di Minerva, in cui de Chirico indossa l’abito di un pittore veneziano, e Regata storica a Venezia, ispirata a Canaletto, l’artista dichiara la necessità di recuperare la tradizione pittorica italiana.

Un edificio era già presente nell’area prima dell’intervento settecentesco del cardinale Scipione Borghese. Manilli, nel 1650, descrive l’Orange come un edificio a due piani con torri coperte, un cortile quadrato dipinto con dipinti e figure colorate e colorate e una fontana nel mezzo del cortile. Più tardi, oltre all’alterazione del cardinale Borghese, ci furono molte modifiche all’edificio. Questi cambiamenti hanno sconvolto il palazzo, rendendo quasi impossibile riconoscere il suo aspetto originale. Alla fine del XVIII secolo fu ampliato e decorato per volontà di Marcantonio IV Borghese, in concomitanza con la sistemazione del contiguo “Giardino del Lago”. L’edificio era utilizzato per feste ed eventi mondiali ed era conosciuto come il “Casinò di giochi d’acqua”

Dal 1776 vari artisti, tra cui Cristoforo Unterperger e Giuseppe Cades, hanno rinnovato le pareti interne e sono stati aggiunti numerosi dipinti. Successivamente, fu costruito un plantare di agrumi.

Nel 1849, l’edificio fu distrutto durante la battaglia della Repubblica romana; una litografia posteriormente alla distruzione dell’edificio mostra che vi erano solo scarni resti delle stanze decorate con affreschi. Fu poi ricostruito con una forma leggermente diversa e senza decorazione, per ospitare gli alberi di agrumi durante l’inverno, una funzione che gli valse il suo nome attuale. Nel 1903, quando Villa Borghese entrò in possesso della città di Roma, servì da uffici e abitazioni; fino al 1982 era sede di un istituto religioso e uffici del comune. L’edificio è stato infine restaurato e l’esterno è stato dipinto di rosso per creare un museo dedicato a Carlo Bilotti.

Pietro Canonica
Pietro Canonica è nato a Moncalieri nel 1869. Ha frequentato l’Accademia Albertina a Torino, in un’Italia che ha recentemente raggiunto l’unità ed è impegnata nel difficile compito di costruire l’identità degli italiani. In questo ambiente, intrecciato all’impegno morale e civile, si forma il senso estetico di Pietro Canonica, custode attento ed entusiasta della tradizione artistica italiana.
Partecipa alle più importanti fiere nazionali e internazionali: Parigi, Venezia, Londra, Berlino, Roma, Bruxelles, Pietroburgo. Accademico di San Luca e numerose accademie italiane e straniere, nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel 1950 Senatore per la vita.

Si afferma nei circoli dell’alta aristocrazia ed è chiamato in tutte le corti d’Europa, dove competono per commissionare opere celebrative, ma soprattutto busti, palpitanti e incisivi ritratti, eseguiti con una rara competenza tecnica e grande sicurezza nella modellazione.
Da Buckingham Palace alla corte degli Zar, innumerevoli sono i volti aristocratici che vedono la loro interiorità più segreta espressa nel marmo.
La prima guerra mondiale cancellò questo mondo che fu un punto di riferimento per l’artista e il suo principale cliente, e si dedicò soprattutto alle grandi composizioni monumentali e celebrative. In molte piazze italiane il ricordo dei soldati caduti nella grande guerra è onorato con un’opera di Pietro Canonica.
Nel 1922 l’artista si stabilì a Roma e ottenne dal Comune l’uso della “Fortezzuola”, nella splendida cornice di Piazza di Siena, dove l’artista vive e lavora fino alla sua morte, nel 1959.

collezioni:
Il nucleo più significativo è costituito da 18 opere di Giorgio De Chirico, una delle quali è la scultura Hector e Andromeda, poste all’esterno. Tra i dipinti ci sono opere con temi tipici del maestro nel periodo successivo alla prima pittura metafisica (quelle di “archeologi”, “cavalli al mare”, “mobili nella valle” o “nella stanza” “Cavalieri” o ” guerrieri antichi “).

La collezione permanente del Museo Carlo Bilotti consiste nel dono di 23 opere donate dall’imprenditore Carlo Bilotti al Comune di Roma, tra dipinti, disegni e sculture. Il gruppo più coerente e centrale è composto da 18 opere di Giorgio de Chirico (Volos 1888-Roma 1978), di cui 17 sono esposte in questa sala e una, una scultura di Ettore e Andromaca, è installata all’esterno del Museo. La collezione contiene anche i ritratti di Tina e Lisa Bilotti di Andy Warhol, nel 1981 Carlo di Larry Rivers con Dubuffet sullo sfondo, 1994, Carlo e Tina Bilotti di Mimmo Rotella, 1968. Completa il nucleo originale della collezione Summer, 1951, di Gino Severini e il cardinale, 1965, di Giacomo Manzu. In questo primo gruppo sono stati aggiunti negli ultimi anni i lavori di Consagra, Dynys, Greenfield-Sanders e Pucci.

Altre opere sono: i ritratti di Tina e Lisa Bilotti, 1981, di Andy Warhol (Pittsburg 1928- New York 1987) e Carlo con Dubuffet sullo sfondo, 1994, di Larry Rivers (New York 1923-2002), il dipinto The Summer , 1951, di Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966), e infine un grande cardinale in bronzo di Giacomo Manzù (Bergamo 1908 – Roma 1991), esposto all’esterno.

L’opera neofuturistica di Severini, Summer (1951), testimonia da un altro punto di vista i diversi fili della collezione Bilotti. La dolorosa donna, i cui contorni si perdono in una struttura geometrica quasi astratta, fa parte di una serie di opere dedicate al tema dell’attività umana in quanto legata alle stagioni, che l’artista ha successivamente rielaborato per il Palazzo del Congresso nel quartiere EUR A Roma.

Opere di Giorgio De Chirico
Archeologi misteriosi (Manichini, Il giorno e la notte, 1926)
Mobili in camera (1927)
Archeologi (1927 ca.)
Cavalli al mare (1927-1928)
Cavaliere con due antichi personaggi sul mare (1929 ca.)
Donna bionda con le spalle (intorno al 1930)
L’archeologo solitario (1937)
Oreste e Pilade, scultura in terracotta (1940) VI / VI edizione del 1965)
Cavallo (acquerello, 1950 circa)
Autoritratto con la testa di Minerva (anni cinquanta)
Regate storiche a Venezia (anni ’50)
Guerriero con in mano una briglia (circa 1953)
Cavaliere antico (acquerello, 1960 circa)
Interno metafisico con biscotti (fine anni sessanta, replica dello stesso autore).
Mistero e malinconia di una strada, fancliulla con cerchio (acquerello, anni settanta, replica dello stesso autore)
L’archeologo, scultura (1972, edizione IV / VII del 1988)
Lonely Orpheus (1973)

Fuori dal museo si trova la scultura di Ettore e Andromaca (due copie del 2006 di un originale del 1966).

Opere di altri artisti

Gino Severini, L’estate, 1951: il dipinto fa parte di una serie dedicata al tema delle attività umane durante le stagioni, successivamente rielaborata per le rappresentazioni del Palazzo dei Congressi dell’EUR a Roma.
Andy Warhol, madre e figlia: Tina e Lisa Bilotti, 1981.
Larry Rivers, Carlo con Dubuffet sullo sfondo, 1994.
Ancora fuori, c’è la scultura in bronzo “Grande cardinale” di Giacomo Manzù (edizione di otto copie del 2004 da un cast originale del 1965)