Indianismo

L’indianismo è un movimento letterario e artistico brasiliano che raggiunse il suo culmine durante le prime fasi del Romanticismo, sebbene fosse stato presente nella letteratura brasiliana fin dal periodo barocco.

Mentre nel continente europeo i romantici idealizzavano il cavaliere medievale, in questa nazione indigena, poiché in Brasile lo storico non aveva esperienza del Medioevo.

L’indianismo di Castro Alves porta la poesia contro la schiavitù, valorizzando il canto della natura e l’indiano. La poesia nera in Brasile, in particolare, ha avuto il suo apice con Cruz e Souza e Jorge de Lima. Con il lavoro di José de Alencar l’indianismo romantico è un’espressione epica associata al testo delle dimensioni mitiche. Critica la società di Rio de Janeiro, dove è cresciuta, sollevando gli aspetti negativi e le usanze borghesi. In questi lavori, c’è la predominanza dei personaggi dell’alta società, con la notevole presenza della figura femminile. I poveri o gli schiavi sono ridotti o hanno poco o nessun ruolo rilevante nelle trame. Il lavoro di Gonçalves Dias si riferisce a un caso di sentimento nativista; diventa addirittura sinonimo di indipendenza nella sua modalità di romanticismo indiano. L’indiano indianista tipicamente brasiliano, era una delle principali tendenze del nostro romanticismo. Il prestigio dell’Indianesimo – che portò le usanze indiane e indiane come focus letterario – al pubblico fu ampio e immediato. Diversi fattori hanno contribuito alla sua attuazione. Tra questi menzioniamo:

Le idee del pensatore illuminato e pre-romantico Jean Jacques Rousseau. Secondo lui l’uomo era originariamente puro, ma è corrotto quando entra in contatto con la civiltà. Pertanto, Rousseau ha visto nell’uomo primitivo il modello dell’essere umano.

In Brasile, queste idee hanno trovato piena accettazione tra gli artisti e il pubblico, dal momento che il nostro indiano potrebbe essere identificato come il buon selvaggio di Rousseau; perché non contiamo sulla ricca storia medievale avventurosa del romanticismo europeo: il cavaliere medievale rappresentava la figura dell’eroe romantico, solo fedele, coraggioso, forte ed etico.

In Brasile, l’eroe cavaliere non poteva esistere, dato che non esisteva il medioevo, così l’indiano venne a rappresentare la purezza, l’innocenza dell’uomo non corrotto dalla società, e assomigliare agli eroi medievali. Il Brasile stesso, recentemente indipendente, venne visto come una specie di “paradiso americano” al riparo dal degrado culturale delle civiltà portoghesi e europee in generale.

In contesti romantici, è chiamata “la prima generazione del romanticismo brasiliano”, essendo succeduta da “Ultra-Romanticismo” e “Condorismo”.

Contesto storico
Dopo l’indipendenza del Brasile dal Portogallo nel 1822, un’ondata di nazionalismo si diffuse attraverso il popolo brasiliano. Ispirato da questo, poeti e scrittori hanno iniziato a cercare un’entità che potesse rappresentare e personificare la nazione brasiliana appena creata.

Dato che in Brasile non esisteva il medioevo, non poteva essere il cavaliere, come nei romanzi cavallereschi europei; non poteva nemmeno essere l’uomo portoghese, dal momento che i brasiliani avevano ancora risentimento per gli anni della colonizzazione; non poteva nemmeno essere l’uomo nero, dal momento che la mentalità del tempo non lo permetteva. Influenzati dagli ideali dell’Illuminismo, in particolare le opere di Jean-Jacques Rousseau e il mito “nobile selvaggio”, gli autori hanno scelto l’indiano brasiliano per rappresentare la nuova nazione.

Uno dei fatti che stimolò l’emergere del romanticismo in Brasile fu la proclamazione dell’indipendenza nel 1822, che, a sua volta, cominciò a definire l’identità brasiliana. Conosciuti anche come nativisti, popolano i loro romanzi e versi di indiani che corrono liberi nel loro ambiente naturale e meraviglioso. È importante ricordare che la preoccupazione romantica non era quella di ricostituire una verità storica, ma di trovare valori presentabili per i suoi lettori, che in Europa era il cavaliere medievale e in Brasile, l’indiano.

Così, la prima ondata di letteratura e filosofia sulla nazionalità brasiliana (che possiamo chiamare “nazionalista” o “indianista”) è segnata dall’esaltazione della natura, un ritorno al passato storico, influenze del medievalismo romantico, creazione dell’eroe nazionale nella figura dell’Indiano, da dove è apparsa la denominazione “generazione indiana”. Sentimentalismo e religiosità sono altre caratteristiche presenti. Tra gli autori principali, spiccano José de Alencar, Gonçalves de Magalhães, Gonçalves Dias e Araújo Porto.

Globalmente, il romanticismo e l’indianismo si definiscono e si spiegano come due coordinate il cui punto di intersezione è il nazionalismo. Essere un indianista è un modo di praticare il romanismo, radicandolo nel contesto brasiliano:

“Indipendentemente dalla teoria della bontà dell’uomo primitivo di Rousseau e anche dalle radici dell’Indianesimo, l’Indianismo che sorge con il Romanismo in Brasile è profondamente una manifestazione nazionalista, è vero che possiamo metterlo in corrispondenza con il medievalismo europeo, come vedremo in conclusione .

caratteristiche
Le opere indianiste sono caratterizzate dall’avere sempre un indiano come protagonista. La poesia è molto patriottica e nazionalista, esaltando la fauna, la flora, la ricchezza e le persone brasiliane.

I principali sostenitori

Letteratura

Barocco
José de Anchieta (1534-1597)

Neoclassicismo
Basílio da Gama: O Uraguai (1740-1795)
Santa Rita Durão: Caramuru (1722-1784)

Romanticismo
José de Alencar: romanzi O Guarani, Iracema e Ubirajara (1829-1877)
Gonçalves Dias: poema narrativo I-Juca-Pirama, poema epico Os Timbiras e libri di poesia Primeiros Cantos, Segundos Cantos e Últimos Cantos (1823-1864)
Gonçalves de Magalhães: poema epico A Confederação dos Tamoios (1811-1882)

Arts
Victor Meirelles (1832-1903)
Rodolfo Amoedo (1857-1941)
Antônio Parreiras (1860-1937)