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Istituto storico della resistenza in Toscana, Firenze, Italia

L’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (L’Istituto storico della Resistenza in Toscana) è associato all’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI).

L’Istituto si occupa della storia contemporanea, in particolare del ventesimo secolo italiano ed europeo, del fascismo e dell’antifascismo e della resistenza in Italia e in Toscana. Ha una ricchezza di risorse archivistiche e bibliotecarie, tra cui una ricca collezione di periodici, fotografie e testimonianze scritte e orali (audio e video).

Ha un’intensa attività di ricerca e insegnamento nella storia, per insegnanti e studenti di ogni ordine e classe, collaborando con università toscane e altri istituti culturali, soprattutto l’Istituto storico di resistenza e età contemporanea presente in Toscana e in generale quelli associati a loro alla rete Insmli. Promuove inoltre iniziative volte a consolidare il ruolo della conoscenza storica nel dibattito pubblico, in collaborazione con associazioni e altri attori della società civile.

Hanno contributi pubblici e privati, principalmente su progetti specifici.

La sua posizione attuale è in Via Giosuè Carducci 5 a Firenze, dove è dal 17 novembre 2008. In precedenza aveva una sede in Via Cavour, nel Palazzo Medici Riccardi, dove conserva ancora lo spazio espositivo più prezioso e per qualche tempo in via dei Pucci, a Palazzo Pucci, dove sono custoditi gli archivi documentari e fotografici, con il registratore e la videoteca.

Risale ad un gruppo di antifascisti fiorentini, composto da Carlo Campolmi, Dino Del Poggetto, Enzo Enriques Agnoletti, Mario Fabiani, Mario Leone, Foscolo Lombardi, Attilio Mariotti, Achille Mazzi, Guido Mazzoni, Giulio Montelatici e Nello Niccoli. fondato il 24 ottobre 1953.

L’Istituto:

raccoglie e ordina tutti i documenti e cimeli che riguardano la storia della Resistenza in Toscana e le pubblicazioni pubblicate ovunque, dagli inizi del Fascismo fino alla fine della liberazione italiana;
raccoglie testimonianze dei partecipanti alla lotta, promuove indagini con enti pubblici e privati, verifica dati statistici sulla vita militare, politica, economica e sociale di quel periodo;
promuove eventi culturali e compila ed eventualmente pubblica un bollettino periodico di studi e monografie.

L’Istituto conserva, tra l’altro, i fondi dei partecipanti alla Guerra di Liberazione, tra cui il Fondo Nello Niccoli, contenente carteggi, memorabilia, documenti di Aldobrando Medici Tornaquinci, contenenti documenti relativi alla sua attività politica, donati a tutti gli Istituti di eredi; l’archivio di Foscolo Lombardi.

Inoltre, per la loro portata e importanza, il Fondo per il Comitato di Liberazione Nazionale Toscano (CTLN), il Fondo per i Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) dei Comuni della Provincia di Firenze, il Fondo del Comitato Provinciale per la Liberazione Nazionale (CPLN) Apuania, il Fondo per Giustizia e libertà, Fondo Gaetano Salvemini, Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) a Firenze e Fondo Regione Toscana.

Negli ultimi due decenni del ventesimo secolo, l’Istituto ha fornito all’Archivio di Stato Centrale un’ampia documentazione sul fascismo e antifascismo toscano e numerosi microfilm della documentazione prodotta dai dipartimenti della Wehrmacht, acquistati dagli Archivi nazionali di Washington, operato in Toscana.

Nel 1962, il Consiglio dell’Istituto acquisì molti volumi storici, che andarono dalla Prima guerra mondiale alla Liberazione e alla ricostruzione. La biblioteca includeva quindi 1727 volumi e opuscoli. I volumi erano tutti catalogati dal consigliere Dino Del Poggetto, grazie al quale la biblioteca aveva un registro di accesso e un file; anche gli opuscoli sono stati registrati e catalogati.

Negli anni successivi, l’integrazione della biblioteca con gli acquisti sul mercato attuale e antico e le donazioni (es. Fondo librerie John Francovich, fondo librario Ferdinando Schiavetti) continuò ad essere integrata, ottenendo decine di migliaia di titoli.

L’accesso alla biblioteca e agli archivi è stato stabilito da un regolamento redatto da Foscolo Lombardi e approvato dal Consiglio con emendamenti. Sia la biblioteca che l’archivio hanno ricevuto numerose donazioni da membri dell’Istituto, costituiti da libri, documenti, materiale fotografico, giornali, stampe clandestine e manifesti, resoconti di formazioni partigiane, documenti che facevano parte della commissione di deposito, documenti estratti da Mario Processo Carità, relativo al suo arresto e alle successive deportazioni, memorandum

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Va sottolineato che: (a) che i documenti riguardanti la commissione di pena non sono mai stati parte degli archivi dell’Istituto, poiché al termine dei lavori di quella commissione la documentazione prodotta da essa è stata consegnata alla prefettura di Firenze ; con queste carte sono state versate, e mai più ritrovate, le pratiche dell’Ufficio Informazioni CTLN, che quindi, a tale riguardo, viene mutilato; b) che le carte definite come relative al processo di Mario Charity sono in realtà i documenti relativi al processo dei membri della banda nominati dalla Charity; Charity non fu mai arrestata o perseguita per la semplice ragione che nei primi giorni dopo la fine della guerra fu ucciso in uno scontro con un dipartimento di forze di sicurezza anglo-americane che lo stavano cercando.

Una valutazione delle dimensioni e dell’importanza dell’archivio ISRT può essere effettuata sulla base della Guida all’archiviazione, che fa parte della Guida agli archivi della Resistenza pubblicata nella “Rivista degli archivi di stato”, nuova serie, in. II (2006), n. 1-2

L’Istituto ha ricevuto altre donazioni: l’ultimo autografo di Piero Calamandrei, intitolato La nostra Repubblica, dalla signora Ada Calamandrei; documenti relativi a C.L.N. di Asciano e di Castelfiorentino; sono stati donati dagli eredi di Aldemiro Campodonico i documenti relativi al processo penale di Campodonico-Favi per le polemiche di proprietà del New Journal; Inoltre, il Ministero della Pubblica Istruzione – Direzione Generale Accademie e Biblioteche ha donato circa settanta volumi sulla storia del fascismo

Borse di studio:
A partire dal 1965, con il consenso del Ministero della Pubblica Istruzione e del Provveditorato locale agli Studi, l’Istituto ha bandito un concorso per assegnare un premio annuale al tema migliore tra gli alunni delle scuole superiori. Questo premio è stato intitolato alla memoria di Adina Tenca, consorte di Enzo Enriques Agnoletti, che ha dato all’Istituto una somma, i cui frutti, guadagnati ogni anno, sono serviti alla creazione del premio. Il Premio Luigi Boniforti è stato anche istituito per la migliore tesi di laurea in Resistenza che è stata discussa in una delle Università della Toscana. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha assegnato all’Istituto una borsa di studio di £ 1 milione per lo sviluppo di un programma per l’identificazione e il recupero di fonti documentarie e materiale d’archivio sulla Resistenza nelle varie province della Toscana

Assemblee tenute nel 1964-1965:
Il 15 marzo 1964 Carlo Ludovico Ragghianti commemora Cesare Fasola. Il 31 gennaio 1965 il segretario Foscolo Lombardi, insieme a Giorgio Spini, Giulio Montelatici, Nello Traquandi, Alfredo Merlini, Giuseppe Pratesi, ricorda ad Attilio Mariotti

La storia della resistenza in Toscana:
In questo Istituto, il 29 settembre 1963, nella sala di Luca Giordano, nel Palazzo Medici Riccardi, la prima conferenza di Storia della Resistenza in Toscana, I C.L.N. della Toscana nei loro rapporti con il governo militare alleato e con il governo dell’Italia liberata. Il programma della convention era previsto per la celebrazione dei vent’anni della costituzione di C.L.N. Enzo Enriques Agnoletti è stato il relatore, con l’introduzione di Carlo Ludovico Ragghianti

4 novembre 1966:
Durante l’alluvione del 1966 a Firenze, l’Istituto, la cui sede era situata al piano terra di Palazzo Medici Riccardi, fu investito e ricoperto di acqua e fango e molti documenti furono allagati, tra cui carte Calamandrei, carte Foscolo Lombardi. Anche la raccolta di giornali clandestini pubblicati durante la guerra di liberazione, insieme a giornali, periodici del periodo fascista, pre-fascista e post-liberazione, insieme alla collezione di La Martinella, il primo giornale socialista stampato in Toscana tra il 1886 e il 1923, hanno avuto lo stesso destino. La biblioteca, specializzata nel periodo fascista e nella seconda guerra mondiale, incluse opere inedite presentava circa 1.000 volumi allagati, circa 5.000 volumi. Altri danni subiti dagli archivi, dai mobili, dalle pubblicazioni dell’Istituto. Il lavoro di liberazione dal fango è iniziato dal 5 novembre 1966 e ha visto la partecipazione di studenti dell’Università di Siena, Syracuse University e Smith College, tra gli altri, sotto la direzione dello staff dell’Istituto. Firenze e Piombino Da una stima iniziale, è stato rilevato che la maggior parte dei documenti potrebbe essere salvata, mentre i 1.000 volumi allagati potrebbero essere parzialmente ripristinati e parzialmente sostituiti dall’acquisto di nuovi libri. Infatti, il materiale documentario allagato potrebbe essere salvato nella misura del 95/98% in virtù dell’aiuto ricevuto dall’Amministrazione Provinciale di Pistoia e dagli altri Istituti di Resistenza in Italia, in particolare quello di Torino.

La Toscana nel regime fascista (1922-1939):
Il 23 e 24 maggio 1969, presso la Sala delle Quattro Stagioni del Palazzo Medici Riccardi di Firenze, si tenne un convegno sull’argomento: la Toscana nel regime fascista (1922-1939). Gli atti ufficiali di questa convenzione sono stati stampati sul volume pubblicato da Leo S. Olschki su iniziativa dell’Associazione Regionale delle Province Toscane (URPT), dell’Amministrazione Provinciale di Firenze e dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Storici e studiosi presenti alla Conferenza
Il Comitato di gestione della Biblioteca di storia della Toscana moderna e contemporanea ha affidato gli aspetti organizzativi e le caratteristiche della Conferenza a un comitato composto dai professori Giorgio Spini, Ernesto Ragionieri, Giorgio Mori e Carlo Francovich. I professori Andrea Binazzi e Ivo Giusti dell’Ufficio Cultura della Provincia di Firenze hanno aderito al ramo esecutivo. Numerose relazioni e interventi di storici italiani e stranieri, tra cui Alberto Predieri, Mario Rossi, Giorgio Luti, Emilio Sereni, Stuart Woolf, Università di Reading nel Regno Unito, Max Gallo, Wilhelm Alff di Marburg, Leopoldo Sandri, Direttore generale dello Stato centrale Archivi, dott. Bonelli della Fondazione Einaudi di Torino, Antonio Bernieri, Roberto Cantagalli, Lando Bortolotti, Franca Pieroni Bortolotti, Marino Raicich, Antonio Pellicani e Franco Catalano.

Interviste di Gabbuggiani e Niccoli:
Il presidente della Provincia di Firenze, che all’epoca era Elio Gabbuggiani, disse che il convegno aveva lo scopo di dare un contributo alla storia delle strutture economiche, politiche e sociali dell’Italia fascista, nel periodo storico tra il 1922 e il 1939.

A Niccolò, in quell’anno, presidente dell’Istituto della Resistenza in Toscana, nel suo discorso di apertura, spiegò che la conferenza aveva lo scopo di studiare con quali metodi il fascismo era stato stabilito nella regione; quali strutture ha usato per la politica economica, sociale e culturale; quali forze erano associate al regime per il profitto e chi, al contrario, aveva sofferto per l’oppressione politica e lo sfruttamento economico della dittatura fascista. Niccoli ha detto: dobbiamo indagare se ci sono stati aspetti positivi del fascismo nella nostra regione. Più saremo obiettivi, più saremo fedeli non solo ai nostri doveri degli storici, ma anche ai democratici e agli antifascisti. Ha aggiunto che se la conferenza non fosse arrivata a risultati immediati, l’impostazione dello studio, i suggerimenti di ricerca formulati in […] due giorni di lavoro sarebbero importanti in nome di un rigoroso e oggettivo criterio scientifico

Altre conferenze:
Oltre alla suddetta conferenza, l’Istituto ha organizzato, nell’autunno del 1963, il Congresso su “Resistenza e alleati in Toscana” e, successivamente, “Toscana nella seconda guerra mondiale”.

La liberazione di Firenze:
La documentazione utile per scrivere il libro La liberazione di Firenze è stata messa a disposizione dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana grazie alla collaborazione di Giovanni Verni che ha valutato e coordinato il materiale utilizzato. Per la copertina del volume, l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana ha concesso la foto storica di Firenze. Infatti, Giovanni Verni non ha valutato e coordinato un buon affare, ma si è limitato a incoraggiare la ricerca dell’autore del libro, Giovanni Frullini, indicando, come era solito fare con tutti quelli che gli si rivolgevano, pubblicazioni e documenti nel Istituto in materia di ricerca.

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