Sala dei trionfi, Appartamento dei Conservatori, Musei Capitolini

La prima delle stanze che guardano verso la città si chiama “Sala dei Trionfi” perché nel 1569 alcuni affreschi furono commissionati all’interno, ai pittori Michele Alberti e Iacopo Rocchetti (entrambi allievi di Daniele da Volterra). Il fregio rappresenta il trionfo del console romano Lucio Emilio Paolo su Perseo di Macedonia, che ebbe luogo nel 167 a.C. secondo ciò che lo storico Plutarco ci tramandò. E anche per questa sala sono stati realizzati altri dipinti come: “La deposizione” di Paolo Piazza (dal 1614), “Santa Francesca Romana” di Giovanni Francesco Romanelli (dal 1638), la “Vittoria di Alessandro su Dario” di Pietro da Cortona.

Il fregio affrescato che corre lungo la parte superiore delle mura fu commissionato da Michele Alberti e Jacopo Rocchetti nel 1569. Raffigura il Trionfo di Lucio Emilio Paullo sul re di Macedonia Perseo con il Campidoglio e il Palazzo dei Conservatori sullo sfondo. Il soffitto a cassettoni in legno è l’unico rimasto tra quelli realizzati nel Palazzo da Flaminio Bolonger. Questa stanza contiene anche alcune grandi sculture in bronzo: il Capitolino Bruto, lo Spinario e il Camillo. Il soffitto in legno è dovuto a Flaminio Boulanger, che eseguì i lavori nel 1568.

La sala prende il nome da un affresco che corre sotto il soffitto, che raffigura il trionfo del console romano Lucio Emilio Paullo su Perseo, re di Macedonia (167 a.C.). L’affresco, che fu dipinto nel 1569 da Michele Alberti e Jacopo Rocchetti, descrive fedelmente la cerimonia raccontata dallo storico greco Plutarco, merci e opere rubate al nemico mentre il bottino di guerra veniva portato in onda per quattro giorni. I luoghi e gli edifici della Roma rinascimentale fanno da sfondo alla sontuosa processione del vincitore fino al Campidoglio, riconoscibile per la sua rappresentazione della nuova facciata del Palazzo dei Conservatori, che in quegli anni era in costruzione.

Le magnifiche processioni trionfali sono anche evocate dal bellissimo vaso di bronzo conservato nella stanza. È probabile che l’opera sia arrivata a Roma come bottino della guerra di conquista in Oriente nel I secolo a.C. Un’iscrizione incisa sulla lavagna mostra il nome di Mitridate VI (Eupatore Dionigi), re del Ponto tra il 120 e il 63 a.C.

La sala espone, tra le altre opere, alcuni preziosi bronzi antichi: il Ragazzo con spina, noto anche come Cavaspina, che riproduce un giovane che si toglie una spina dal piede, un’opera eclettica del I secolo a.C., e Camillo, noto anche poiché lo zingaro, in rappresentanza di un giovane ufficiale di culto, entrambe le opere furono donate da Sisto IV nel 1471. Il Capitolino Bruto è eccezionale, uno dei più antichi ritratti romani, risalente al IV o III secolo a.C., fu donato nel 1564 al Campidoglio .

Il soffitto in legno fu scolpito nel 1568 da Bolonger; il recente restauro ha messo in luce l’elegante tonalità di colore, oltre all’abbondanza e varietà di intagli.

In evidenza funziona
Cratere di Mitridate V Eupatore, ceramica, 120-63 a.C.
Trionfo di Lucio Emilio Paolo su Perseo, affresco, Michele Alberti e Jacopo Rocchetti, 1569
Spinario, Scultura, I secolo a.C.
Camillo, Scultura, I secolo d.C.
Bruto Capitolino, Scultura, IV-III secolo a.C.

Appartamento dei conservatori
Le stanze che compongono l’appartamento al primo piano del Palazzo, furono utilizzate dai Conservatori, o magistrati, per attività connesse al loro ufficio; formano quindi un’unica entità, sia per quanto riguarda la loro funzione che le loro caratteristiche ornamentali. Le sale sono state utilizzate anche per riunioni del Consiglio pubblico e privato. La ricca decorazione di questi saloni (affreschi, stucchi, soffitti e porte scolpite, arazzi) ha come tema principale la storia dell’antica Roma, dalla sua fondazione all’età repubblicana. Il primo ciclo di affreschi risale all’inizio del XVI secolo.

Il piano principale del palazzo ospita le sale cerimoniali dei conservatori, noto anche come appartamento. Sono la parte più antica del palazzo: alcune sale conservano parti della serie di affreschi dipinti all’inizio del XVI secolo, mentre le decorazioni delle altre sale sono state rinnovate dopo il restauro di Michelangelo.

L’intera decorazione dell’appartamento, sebbene sia stata dipinta separatamente e successivamente, presenta un aspetto uniforme dedicato all’esaltazione e alla memoria delle virtù e del valore degli antichi. In queste sale furono anche installate alcune antiche sculture in bronzo: furono presentate da papa Sisto IV al popolo romano per il suo valore simbolico, in memoria della grandezza di Roma che il governo pontificio intendeva rinnovare.

La donazione dei bronzi sistini è considerata la base dei Musei Capitolini, da allora sono state raccolte in Campidoglio numerose opere d’arte, sculture e dipinti di valore.

Musei Capitolini
I Musei Capitolini risalgono al 1471, quando Papa Sisto IV donò al popolo di Roma un gruppo di statue in bronzo che fino ad allora erano state conservate in Laterano. Queste statue costituivano la sua collezione di base originale. Vari papi hanno successivamente ampliato la collezione con opere tratte da scavi intorno a Roma; alcuni furono trasferiti dal Vaticano, altri, come la collezione Albani, furono acquistati appositamente per il museo. Intorno alla metà del XVIII secolo, Papa Benedetto XIV creò una galleria di immagini. Una considerevole quantità di materiale archeologico fu aggiunta alla fine del diciannovesimo secolo quando Roma divenne la capitale d’Italia e furono condotti nuovi scavi mentre furono creati due distretti completamente nuovi per la città in espansione.

Le collezioni dei Musei sono esposte nei due dei tre edifici che racchiudono insieme Piazza del Campidoglio: Palazzo dei Conservatori e Palazzo Nuovo, il terzo è il Palazzo Senatorio. Questi due edifici sono collegati da un tunnel sotterraneo, che contiene la Galleria Lapidaria e conduce all’antico Tabularium, i cui archi monumentali si affacciano sul Foro.

Il Palazzo Nuovo ospita le collezioni di sculture antiche realizzate dalle grandi famiglie nobili del passato. La loro affascinante disposizione è rimasta sostanzialmente invariata dal XVIII secolo. Includono le famose collezioni di busti di filosofi e imperatori romani, la statua della Gallia Capitolina, la Venere Capitolina e l’imponente statua di Marforio che domina il cortile.

L’Appartamento dei Conservatori contiene il nucleo architettonico originale dell’edificio, decorato con splendidi affreschi che ritraggono la storia di Roma. Gli antichi bronzi Capitolini esposti qui aggiungono alla nobile atmosfera: la Lupa Capitolina, Spinario e il Bruto Capitolino.

Al primo piano del palazzo, un’enorme sala vetrata, di recente costruzione, contiene la statua equestre di Marco Aurelio, che un tempo sorgeva in Piazza del Campidoglio, e gli imponenti resti del Tempio di Giove Capitolino. Una sezione è anche dedicata alla parte più antica della storia del Campidoglio, dalla sua prima abitazione fino alla costruzione dell’edificio sacro, mostrando i risultati di recenti scavi. Le sale che si affacciano sulla sala contengono opere degli Horti dell’Esquilino; la sala che collega la stanza agli appartamenti del Palazzo dei Conservatori contiene la collezione Castellani, testimonianza delle pratiche di raccolta del XIX secolo.

Al secondo piano, la Pinacoteca Capitolina contiene molte opere importanti, disposte in ordine cronologico dalla tarda epoca medievale al XVIII secolo. La collezione comprende dipinti di Caravaggio (Buona fortuna e San Giovanni Battista), un’imponente tela di Guercino (Sepoltura di Santa Petronilla) e numerosi dipinti di Guido Reni e Pietro da Cortona.

Il Palazzo Caffarelli-Clementino ospita la collezione numismatica, nota come il Medagliere Capitolino. In mostra molte monete rare, medaglie, gemme e gioielli, nonché un’area dedicata alle mostre temporanee.