Le Isole Borromee sono un gruppo di tre isolette e due isolotti nella parte italiana del Lago Maggiore, situato nel braccio occidentale del lago, tra Verbania a nord e Stresa a sud. Insieme, per un totale di soli 50 acri (20 ettari) in un’area, sono un’importante attrazione turistica locale per il loro ambiente pittoresco.

L’arcipelago è formato dalla monumentale Isola Bella che ospita il seicentesco palazzo Borromeo e i suoi spettacolari giardini, dalla pittoresca Isola dei Pescatori, dall’Isola Madre – nota per il suo ricco giardino botanico. di piante rare – dall’Isolino di San Giovanni davanti a Pallanza e dallo scoglio della Marghera.

Il nome deriva dalla famiglia Borromeo, che iniziò ad acquisirli all’inizio del 1500 (Isola Madre) e ne possiede ancora la maggioranza (Isola Madre, Bella, San Giovanni). Furono i Borromeo, prestigiosa famiglia originaria di Firenze, ad avviare la loro trasformazione, costruendo ville con elaborati giardini quando ne divennero proprietari nel XIV secolo. Ancora oggi la famiglia possiede l’Isola Bella, l’Isola Madre e i due scogli detti Castelli di Cannero, dove si trovano ruderi di edifici risalenti al medioevo.

Il Lago Maggiore è stato fin dal Settecento, e per i secoli successivi, luogo prediletto di villeggiatura delle grandi famiglie della nobiltà lombarda (in particolare Borromeo e Visconti) che qui venivano a trascorrervi le vacanze e che per questo lo costruirono sontuosi palazzi. Immerse nelle meravigliose e suggestive acque del Lago Maggiore, le Isole Borromee affascinano da secoli i loro visitatori. Amato da Ernest Hemingway ed è qui che si svolge la storia di “Farewell to Arms”, qui si trova anche l’esclusivo santuario amato dai reali britannici, Napoleone e Josephine avevano qui una suite.

Attrazioni principali
Terre Borromeo è il marchio che identifica i siti culturali e naturali legati alla famiglia Borromeo in un lontano passato e comprende: l’Isola Bella e l’Isola Madre nell’arcipelago delle Isole Borromee; Parco Pallavicino a Stresa; Parco del Mottarone lungo le pendici dell’omonimo monte; Rocca di Angera, sul versante lombardo in provincia di Varese, e i Castelli di Cannero situati nell’Alto Verbano.

Le Isole Borromee fondano un piccolo mondo con paesaggi che incantano quindi, ma anche storia e arte, arricchiscono queste terre e rendono il lago un luogo magico, tanto da essere definito dal poeta francese Montesquieu “il luogo più bello del mondo”.

L’Isola Madre e l’Isola Bella, dette anche “le sorelle”, sono mete ambite dai turisti che vengono a visitarle per gli splendidi palazzi e giardini. L’Isola Bella, così chiamata da Isabella, contessa Borromeo, era in origine uno scoglio in gran parte arido; dopo le prime migliorie e costruzioni, aperte dal conte Carlo III tra il 1629 e il 1652, il figlio Vitaliano VI fece costruire un grazioso palazzo estivo, apportando grandi quantità di terreno per costruire un sistema di dieci terrazze per il giardino. L’edificio incompiuto espone dipinti di artisti lombardi e arazzi fiamminghi.

Isola Bella, famosa per la cura e la varietà delle sue architetture vegetali, composte da oltre duemila varietà di specie diverse. Sull’Isola Bella – intitolata alla moglie di Carlo III Borromeo, Isabella d’Adda – i visitatori sono deliziati da Palazzo Borromeo con i saloni e le stanze del piano nobile, le grotte, ricoperte di pietre e conchiglie, e il giardino che ospita una moltitudine di piante esotiche. I saloni, le stanze della musica e delle armi, i giardini, i dieci terrazzi sovrapposti (il giardino all’italiana è abbellito da giochi d’acqua e le statue di Carlo Simonetta) furono abitati da entrambi Napoleone Bonaparte (1797) al quale è dedicata una stanza, che Mussolini realizzò è un ufficio di rappresentanza durante una conferenza internazionale nel 1935.

L’Isola Madre, la più grande delle tre isole, è nota anche per i suoi giardini, curati dal 1823 circa in stile inglese. Il suo palazzo, sebbene disabitato, è splendidamente arredato con capolavori e dipinti italiani dal XVI al XIX secolo. L’Isola Madre ospita giardini che offrono ai visitatori un’idea dell’antico splendore della famiglia. Considerato tra i migliori esempi di arte topiaria al mondo, ospita anche diverse specie di uccelli, tra cui pavoni bianchi unici, fagiani dorati e pappagalli, la prima camelia del lago e l’imponente cipresso del Kashmir.

L’Isola dei Pescatori o Isola Superiore è oggi l’unica isola abitata dell’arcipelago. Ha un borgo di pescatori, che nel 1971 contava 208 abitanti. I graziosi vicoli e il caratteristico mercato dove si possono acquistare prodotti di artigianato locale sono molto frequentati dai turisti che in estate (durante il 15 agosto) vi si recano per assistere al suggestivo corteo di barche da pesca illuminate che trasportano la statua dell’Assunta in processione per l’isola.

Isolino di San Giovanni si trova appena fuori Pallanza (oggi parte di Verbania) a nord. L’isola di San Giovanni e il seicentesco Palazzo Borromeo, per molti anni residenza del famoso direttore d’orchestra Arturo Toscanini, sono privati ​​e non visitabili.

Lo Scoglio della Malghera è un piccolo isolotto del Lago Maggiore. Il minuscolo scoglio disabitato di Malghera, con una superficie di soli 200 mq, si trova tra l’Isola Bella e l’Isola dei Pescatori e offre una vegetazione cespugliosa e una piccola spiaggia. Raggiungibile in barca, dispone anche di una piccola spiaggia dove si rifugiano i gabbiani del lago ed è per metà ricoperta di vegetazione. A volte è chiamato Isolino degli Innamorati per la sua piccola e romantica spiaggia.

Isola Bella
L’Isola Bella è una delle Isole Borromee del Lago Maggiore nel nord Italia. L’isola è situata nel Golfo Borromeo a 400 metri dalla cittadina lacustre di Stresa. Misura 320 metri di lunghezza e 180 di larghezza ed è in gran parte occupato dal giardino all’italiana del palazzo Borromeo, che occupa la costa sud-orientale dell’isolotto.

L’Isola Bella, insieme alla vicina Isola Madre, ha contribuito a fare di Stresa una delle mete del Grand Tour. L’isola è un tesoro naturale reso ancora più ricco dall’intervento umano. L’Isola Bella è dominata dal suo sontuoso palazzo barocco, insieme a un rigoglioso giardino all’italiana, che raggiunge un’altezza di 37 metri ed è disposto su dieci terrazze. Molte parti del palazzo sono aperte ai visitatori: stanze riccamente arredate e salotti opulenti impreziositi da opere d’arte di inestimabile valore.

Nonostante l’isolotto dell’Isola Bella non sia molto grande (misura appena 320 m di lunghezza per 180 di larghezza), custodisce un vero gioiello di bellezza: i giardini di Palazzo Borromeo. Con la loro meravigliosa alternanza di parterre e terrazze poste a diverse altezze, e sapientemente alternati a statue, obelischi, grandi scalinate, questi giardini rappresentano una vera e propria attrazione per molti turisti che ogni anno vengono a visitarli. All’ingresso del parco sarete accolti dal Teatro Massimo, un grande anfiteatro che occupa proprio il centro dell’isola.

Famoso in tutto il mondo è il Giardino barocco formale all’italiana dell’Isola Bella, in molti luoghi innalzato su terrazze artificiali come un’elegante nave di pietra e fiori che naviga nel blu intenso del Lago Maggiore. Il nucleo della sua complessa struttura teatrale, attorno al Teatro Massimo, è rappresentato da dieci terrazze sovrapposte che formano un tronco piramidale, circondate da parterre su più livelli, collegati da scalinate. Il colossale unicorno, gli obelischi, le statue e le grotte, le due torri a ruota idraulica e altri elementi architettonici stupiscono i visitatori.

Il giardino è ricco di fiori e piante esotiche di grande rarità, che crescono grazie al clima particolarmente mite del Golfo Borromeo. Qui il suolo e il clima del lago offrono un habitat ideale per consentire la crescita di specie e varietà sull’isola. Tutto sull’isola è stato progettato per creare un effetto scenografico, compreso il “Teatro” costruito all’estremità delle terrazze sovrapposte, dominato dalla statua di un Unicorno, emblema araldico dei Borromeo, che è affiancato da statue raffiguranti la Natura e Arte. L’enorme e straordinario giardino è ulteriormente decorato con laghetti, fontane e una miriade di statue risalenti alla seconda metà del XVII secolo.

L’isola dà il meglio di sé in primavera e in estate, stagioni in cui si possono ammirare questi meravigliosi giardini in fiore, ma anche all’inizio della stagione autunnale con le sfumature del fogliame il colpo d’occhio è incantevole. Bianchi pavoni si aggirano tra le magnifiche caratteristiche architettoniche che ricordano antichi dei, alberi possenti come la canfora, gli agrumi, rari per questa latitudine, e le splendide collezioni di rose, rododendri e camelie. I pavoni simboleggiano un luogo che odora dell’eterna bellezza di un paradiso.

L’Isola Bella è una delle principali attrazioni del nord Italia a Milano o nelle vicinanze. L’idea progettuale dell’isola era quella di assomigliare a una gigantesca nave che emerge dall’acqua ed è proprio così che appare l’isola, con la poppa formata dal giardino e le sue 10 terrazze digradanti e la prua formata dalla punta dell’isola e dal molo. Gli architetti trasformano questa piccola isola rocciosa in qualcosa di magnifico, un incredibile palazzo barocco con giardini terrazzati all’italiana. Il palazzo (Palazzo Borromeo) è affascinante, racchiude 400 anni di storia di famiglia, così come la sua incredibile galleria di ritratti e i suoi giardini, alcuni dei più spettacolari d’Italia.

Palazzo Borromeo sull’Isola Bella
Il Palazzo Borromeo, luogo dell’arte barocca sospeso sull’acqua. Al suo interno si trovano saloni dove si possono ammirare arredi autentici del Seicento, dipinti di artisti dell’epoca, marmi, stucchi neoclassici, il tutto con finestre e aperture mozzafiato sul Lago Maggiore. Una residenza principesca barocca che ha continuato a mutarsi nei secoli, dall’inizio dei lavori a metà del Seicento per volere di Vitaliano VI fino alla creazione del Salone Nuovo negli anni del dopoguerra con Vitaliano X.

La visita al palazzo è un incredibile viaggio tra arte e storia che si snoda attraverso le oltre 20 stanze, tra cui la Sala del Trono, la Sala delle Regine, la Sala di Napoleone, dove il generale francese dormiva durante il suo soggiorno nell’isola, e la salone con gli splendidi arazzi fiamminghi in seta e oro. E poi ancora la Galleria Berthier con il suo mosaico di oltre 130 dipinti e le magnifiche grotte realizzate con ciottoli e schegge di tufo, stucchi e marmi che oltre a una funzione ornamentale avevano anche lo scopo di proteggere gli ospiti dalla calura estiva.

Un affascinante itinerario tra arte e storia vi accompagna attraverso le sue oltre 20 sale. Cuore di Palazzo Borromeo, la Galleria Berthier è un mosaico di oltre 130 dipinti tra capolavori e, seguendo una pratica ricorrente in altre collezioni nobili dell’epoca, una serie di copie dei grandi maestri del passato del calibro di Raffaello, Correggio, Tiziano e Guido Reni. Ambientazioni uniche sono la Sala del Trono, la Sala delle Regine, la Sala degli Arazzi e le Grotte, nate per stupire gli ospiti trasportandoli in un magico mondo marino.

All’interno ci sono dipinti del Cerano, sono Il Giudizio di Paride, l’Europa rapita da Giove trasformato in Toro, Il trionfo di Galatea, di Salvator Rosa, del fiammingo Müller detto il Tempesta (artista ospitato a lungo dai Borromeo, il suo mecenati, che lo avevano anche salvato dal processo per tentato omicidio della moglie), da Nuvolone, da Francesco Zuccarelli, ecc.

Da ricordare la galleria degli arazzi, così chiamata per i suoi enormi arazzi fiamminghi, sei in tutto, del Cinquecento, in seta e oro, il cui tema ricorrente è l’Unicorno, emblema dei Borromeo. Negli ambienti molto particolari delle grotte, ricoperte da sassi e conchiglie di un’infinita varietà di tipologie, si trovano anche resti archeologici della Cultura preistorica di Golasecca.

Giardino barocco all’italiana
Il Teatro Massimo è il monumento più importante nel giardino dell’Isola Bella. Statue, obelischi e fontane si integrano perfettamente con la vegetazione delle dieci scenografiche terrazze, in cima alle quali si erge la statua dell’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo. Dal 2002 i giardini dell’Isola Bella, insieme a quelli dell’Isola Madre, fanno parte del prestigioso circuito della British Royal Horticultural Society.

Tutto intorno al Teatro è una gloriosa esposizione di fiori e piante rari: il secolare albero di canfora, Gunnera manicata, detto il rabarbaro gigante – le cui foglie possono raggiungere i due metri di diametro -, il dolce profumato Osmanthus, il rarissimo Halesia diptera con i suoi fiori che sembrano fiocchi di neve, l’anice stellato e il pino messicano.

Durante il suo periodo di fioritura incanta il Parterre delle Azalee, una gioia per gli occhi il Giardino dell’Amore, composto da siepi di bosso che creano ricami verdi visibili dall’alto dei terrazzi. Camelie, spalliere di rose a maggio, oleandri a giugno e alberi di agrumi e ortensie in pannocchia in piena estate animano il giardino all’italiana dell’Isola Bella, dove i pavoni bianchi vagano liberi.

Isola Madre
L’Isola Madre, larga 220 m e lunga 330 m, è l’isola più grande dell’arcipelago delle Isole Borromee che ricade nella parte italiana del Lago Maggiore alpino, nella provincia del Verbano Cusio Ossola, in Piemonte. L’isola è occupata da numerosi edifici e strutture architettoniche ed è particolarmente nota per i suoi giardini. In passato era conosciuta come Isola di San Vittore e poi come Isola Maggiore.

Le fonti storiche disponibili indicano che alla metà del IX secolo l’isola possedeva una chiesa, un cimitero (la cui esistenza è ricordata dalla cosiddetta scala dei morti dell’attuale giardino). Si sa per certo che qui si coltivava l’olivo; il prodotto potrebbe essere stato impiegato per scopi sacri.

Per matrimonio l’Isola di San Vittore fu ceduta nel 1520 alla famiglia Trivulzio, e fu solo nel 1563 che Renato Borromeo rientrò in possesso della proprietà, alla quale diede il nome di Isola Renata. Nuovo impulso fu dato alla costruzione del Palazzo, Arcivescovo di Milano. A questo periodo risale l’aspetto tardo cinquecentesco del Palazzo che vediamo ancora oggi. I giardini progredirono notevolmente grazie all’architetto Filippo Cagnola, che nel 1710 immortalò con grande precisione scale, pergolati e vasi.

Alla fine del 1700 l’Isola Madre aveva assunto l’aspetto che sostanzialmente si conserva oggi, e cominciò ad essere considerata un luogo di pace e riposo grazie al suo clima mite e alla natura rigogliosa. Agli inizi dell’800 il giardino fu trasformato in un giardino romantico, secondo il gusto del tempo. Quasi tutti i terrazzamenti dell’isola sono scomparsi, lasciando il posto a scorci prospettici incorniciati da alberi ad alto fusto. Cambiano anche le coltivazioni e vengono introdotte piante rare ed esotiche, raccolte da Vitaliano IX, appassionato di botanica.

Palazzo Borromeo sull’Isola Madre
Il Palazzo Borromeo fu edificato nel XVI secolo, e si è scelto di privilegiare la dimensione privata della famiglia. Un trompe l’œil perfetto e sofisticato incanta i visitatori. Lo stile è elegantemente sobrio: un susseguirsi di logge e stanze, arredate con arazzi, mobili e dipinti provenienti da varie dimore storiche di proprietà della dinastia Borromeo in Lombardia. Porcellane e livree, dipinti di famiglia e letti a baldacchino decorati con sontuosi broccati compongono un affascinante affresco di vita di corte. Ovunque, dalle logge o dalle ampie vetrate, è possibile godere di incantevoli viste sul lago e sul parco botanico.

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Scenografie, scenografie, marionette, interi copioni, spartiti musicali, ricevute di pagamento: un vero teatro di marionette casalingo dove la famiglia Borromeo intratteneva i propri ospiti. Dalla metà del 17° secolo in poi le rappresentazioni coinvolgevano i membri della famiglia, gli amici e gli stessi domestici. La collezione esposta è tra le più vaste e meglio conservate al mondo. L’ideatore delle scenografie e dei fondali fu Alessandro Sanquirico, scenografo del Teatro alla Scala di Milano, che lavorò per i Borromeo intorno al 1830. Insieme alle marionette, sono esposti anche vari congegni meccanici che servivano per creare nebbia, fuoco e rumori di scena: gli effetti speciali di oltre due secoli fa.

Entrando nel Venetian Lounge, posizionato nel punto più soleggiato dell’edificio, sembrerà di trovarsi sotto un pergolato sorretto da colonne intrecciate con piante e fiori. Specchi, lampadari di Murano e complementi d’arredo richiamano il gusto della Serenissima.

Il giardino all’inglese
Il Palazzo Borromeo è circondato da imponenti giardini, i Giardini Botanici dell’Isola Madre, che si estendono su una superficie di otto ettari la cui costruzione all’Inglese (in stile inglese) iniziò alla fine del Settecento sul sito di un agrumeto. Particolarmente pregiata è la scala dei morti, che negli ultimi decenni si è arricchita di un’importante collezione di Glicini.

Il patrimonio botanico e la forte impronta esotica ne hanno fatto quello che Gustave Flaubert definì “il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo”. L’attuale parco botanico all’inglese è stato creato all’inizio dell’800 e da allora è dimora di piante e fiori riportati dai viaggi in terre lontane e acclimatati grazie alle temperature miti e favorevoli.

La vera e propria trasformazione avvenne grazie a Vitaliano IX, appassionato naturalista, che fece spedire semi, rarità botaniche e piante in vaso da tutto il mondo. Furono piantate rose, peonie, azalee e verbene, salvia e alloro. Nel Prato Noria: alberi di albicocco, ciliegio, melo, pero, fico e susino. Frassini, salici e noci vicino al Palazzo. Nell’ampio prato rivolto verso Suna si trova un giardino all’inglese con alberi di ibisco, calico, gelso e melograno, oltre a querce e rododendri, aceri e cipressi.

Verso la fine dell’800 Vitaliano entra in contatto con appassionati ricercatori, dando vita così ad un periodo di scambi di semi e piante con altri importanti giardini. E attraverso la corrispondenza con Joseph Pentland, botanico, viaggiatore e diplomatico scozzese, giunsero nell’isola numerose specie esotiche che il diplomatico riteneva adatta alla crescita sulle sponde del Lago Maggiore. Tra questi, Wellingtonia, la sequoia gigante, dell’Oregon, e i semi del sego che sono arrivati ​​dal nord della Cina tramite un suo intermediario.

Oggi il giardino dell’Isola Madre è unico per le sue specie vegetali rare provenienti da ogni parte del mondo. Fioritura continua ed esuberante, frutto dell’impegno di esperti giardinieri, che rinnovano continuamente ogni angolo del parco: dai boschetti di magnolie a quelli di bambù, dai pergolati profumati di glicine alle spalliere degli agrumi, dai parterre di antiche camelie e rododendri alle pozze straripanti di ninfee e fiori di loto. Eucalipti, palme e banani convivono con la collezione di conifere e aceri. In piena estate ibiscus, glorie mattutine e bouganville tirano fuori l’emozione di un viaggio nel tempo.

Il clima mite ha permesso l’insediamento di una flora straordinaria, difficilmente riscontrabile in altre località: piante rare provenienti dalle più diverse latitudini e fioriture spettacolari ne fanno un vero paradiso terrestre. La terrazza delle protee è unica; si tratta di fiori preistorici che sono l’emblema del Sud Africa, che si trovano qui nel loro ambiente ideale. A completare uno scenario di così armoniosa bellezza, uccelli multicolori che vagano liberi nel parco. Fagiani argentati e dorati e bianchi pavoni camminano tranquilli sui prati e tra le siepi.

Sono circa un centinaio le varietà di ibisco da ammirare nella favolosa cornice delle Isole Borromee, in particolare sulla più esotica Isola Madre. L’estate è la stagione del delicato fiore tropicale che rallegra i giardini fino alla fine di settembre con i suoi cinque petali a forma di imbuto, dal rosa al rosso al giallo. È facile riconoscerli, anche per il pistillo, generalmente molto pronunciato e più lungo della corolla.

Alcuni esempi si trovano anche sui terrazzamenti dell’Isola Bella che digradano verso il Lago Maggiore. In questa location senza tempo, oltre agli ibiscus, fanno bella mostra di sé gli oleandri e gli agrumi, in una gara sui fiori più rigogliosi. Sulle Isole Borromee si coltiva anche nelle aiuole una collezione di fiori rossi di Hibiscus rosa sinenses.

Isola dei Pescatori
sola dei Pescatori (che significa Isola dei Pescatori) è un’isola del Lago Maggiore nel nord Italia. Essendo la più settentrionale delle tre principali Isole Borromee, è anche conosciuta come Isola Superiore e, con una popolazione di 25 abitanti nel 2018, l’isola è lunga circa 375 metri per 100 di larghezza. Una stradina che corre lungo la sua spina dorsale è collegata da vicoli acciottolati al lungomare che circonda l’isola. Il lungomare è spesso allagato e le case costruite contro di esso sono costruite per tenerlo conto.

Il turismo è diventato centrale nella vita economica dell’isola in quanto il suo fascino pittoresco ha reso l’Isola dei Pescatori una meta ambita, in particolare per gli escursionisti, ma anche per le visite più estese. Oltre agli hotel, ristoranti e negozi di articoli da regalo, ci sono boutique di prodotti artigianali, case vacanza e un piccolo museo della pesca nella vecchia scuola elementare.

La chiesa di San Vittore conserva tracce di un’antica cappella che fu probabilmente costruita per i monaci di Scozzòla (abbazia di San Donato di Sesto Calende fondata da Liutardo, vescovo di Pavia, a metà del IX secolo). La chiesa era precedentemente dedicata a S. Gangolfo (Gangulphus), la cui venerazione è legata all’Abbazia di San Donato.

Isolino di San Giovanni
L’Isolino di San Giovanni è una piccola isola appartenente al gruppo Borromeo del Lago Maggiore, uno dei principali laghi subalpini dell’Italia settentrionale. Si trova un po’ a nord degli altri del gruppo, 30 metri a ovest del litorale di Pallanza, una frazione di Verbania. Fa parte della frazione Pallanza.

La prima testimonianza esistente dell’isola risale all’anno 999, quando fu identificata come Isola di Sant’Angelo, in riferimento a una cappella dedicata a San Michele trovata all’interno del suo castello. A metà del XII secolo l’isola era possesso di conti appartenenti alla famiglia Barbavara di Gravellona. I Borromeo fecero vari tentativi per ottenere l’Isolino di San Giovanni alla fine del Cinquecento con lo scopo di fondare un collegio barnabita. Lo acquisirono infine nel 1632 e lo abbellirono con un palazzo e giardini. Oggi il palazzo Borromeo rispecchia per lo più il suo aspetto ottocentesco. Un noto residente durante alcune parti degli anni ’30 e ’40 fu il direttore d’orchestra Arturo Toscanini.

Area circostante
Con Lagomaggioreboat puoi visitare il Golfo Borromeo, splendida zona situata sulla sponda piemontese del Lago Maggiore tra Verbania e Stresa e che comprende, oltre alle meravigliose Isole Borromee, la zona collinare nei pressi di Verbania. La particolare bellezza di questo Golfo risiede nel perfetto connubio tra arte e natura che caratterizza le sponde di questa porzione di lago.

Rocca di Angera
In posizione strategica per il controllo dei traffici nella zona, la tradizione storiografica associa le vicende di Angera ai Visconti e il suo consolidamento dopo la vittoria nella battaglia di Desio del 1277, celebrata negli affreschi della Sala di Giustizia. Rocca di Angera. Con i Visconti la Rocca fu al centro di importanti lavori di ricostruzione e ampliamento che si sarebbero protratti per oltre un secolo.

Nel periodo della Repubblica Ambrosiana, il Consiglio del Novecento della città di Milano ratificò l’acquisizione di Angera, della rocca e della sua pieve da Vitaliano I Borromeo per la somma di 12.800 lire imperiali il 18 gennaio 1449. La Rocca di Angera divenne così la dimora e il simbolo della struttura politica della famiglia, alla quale appartiene ancora oggi.

Nel 1623, quando il cardinale Federico Borromeo fu insignito da Filippo IV di Spagna del titolo di Marchesato di Angera, la fortezza versava in uno stato di notevole abbandono. L’esperto che il cardinale aveva inviato in cantiere suggerì di procedere ai necessari restauri, ma poco tempo dopo, su iniziativa di Giulio Cesare III (1593-1672) e poi di Antonio Renato Borromeo (1632-1686), la Rocca è stato ampiamente restaurato. Nella seconda metà del 1600 si occuparono della decorazione i maggiori pittori milanesi (tra gli altri i fratelli Santagostino, Antonio Busca e Filippo Abbiati). In un clima di ostinata opposizione al Governatorato spagnolo, i Borromeo,

Negli ultimi anni la Rocca di Angera è stata oggetto di meticolosi lavori di restauro per volere della Principessa Bona Borromeo, che ha voluto riportare il Castello all’antico splendore e dare ai visitatori l’accesso alle sue sofisticate collezioni, creando il più grande Museo della Bambola e Giocattoli in Europa. Nel 2017 si è svolta l’ultima campagna di restauro dell’Ala Scaligera, ed è qui che oggi prendono forma i progetti di arte contemporanea.

La spettacolare Rocca di Angera è l’accumulazione perfettamente armoniosa di cinque diverse costruzioni, costruite a partire dall’XI secolo e fino al XVII secolo: la Torre Castellana, l’Ala Scaligera, l’Ala Viscontea, la Torre di Giovanni Visconti e l’Ala dei Borromeo. Impossibile non rimanere stupiti dalle dimensioni e dalla grandiosità di questo edificio e dalla solennità della Sala del Buon Romano, della Sala delle Mitologia, della Sala delle Cerimonie, della Sala di San Carlo e della Sala dei Fasti Borromeo, dove grandi tele, ritratti e arredi riportano indietro nel tempo.

La Sala della Giustizia vale da sola la visita; fu interamente affrescata subito dopo la battaglia di Desio nel 1277 da un anonimo maestro, che da questo sforzo prende il suo nome convenzionale, il “Maestro di Angera”. Il ciclo pittorico è strutturato in tre registri sovrapposti e in quello principale si sviluppa la principale narrazione storica delle gesta di Ottone Visconti contro Napoleone della Torre.

Nella Sala delle Cerimonie è possibile ammirare una serie di frammenti di affreschi della prima metà del XV secolo provenienti da Palazzo Borromeo di Milano, portati alla Rocca di Angera nel 1946 dopo che i bombardamenti distrussero il palazzo nella città. Creati dalla scuola di Michelino da Besozzo, sono uno dei più importanti esempi di pittura tardogotica lombarda a soggetto non religioso.

Il Museo della Bambola e del Giocattolo è strutturato in 12 sale dislocate nell’Ala Viscontea e Borromea, affiancate da due sezioni monotematiche: una dedicata alle bambole provenienti da culture extraeuropee e l’altra agli automi dell’Ottocento e Novecento. Fondata nel 1988 dalla Principessa Bona Borromeo Arese, si distingue per la qualità, varietà e rarità della collezione, che la rendono la più grande d’Europa nel settore.

Oltre mille bambole realizzate dal ‘700 ad oggi, vestite e accompagnate da preziosi abiti. In esposizione anche giocattoli e modellini di mobili provenienti dalla collezione di Roberta della Seta Sommi Picenardi: capolavori di abili artigiani, che hanno eseguito questi prototipi con la stessa perizia con cui hanno utilizzato i mobili veri e propri. La sezione degli automi, inaugurata nel 2002, raccoglie esemplari realizzati soprattutto tra il 1880 e il 1920, prodotti per lo più in Francia e Germania: vere e proprie meraviglie animate, il cui movimento era accompagnato da arie musicali, spesso tratte da opere note.

Parco Pallavicino
Villa Pallavicino divenne residenza privata nel 1855, quando l’area fu acquistata da Ruggero Bonghi, statista e letterato. Seguì il passaggio di proprietà al Duca di Vallombrosa e nel 1862 l’acquisto da parte della nobile famiglia genovese Pallavicino, che ampliò la tenuta, costruì strade carrabili, decorò il parco con statue, trasformandolo da semplice abitazione nello splendido palazzo ottocentesco villa in stile neoclassico del secolo che sorge ancora oggi sul colle.

Ma fu la marchesa Luisa a completare l’opera, nel 1952, accogliendo qui animali da ogni angolo del mondo per costruire uno zoo d’eccezione. Nel 1956 i Pallavicino decisero di trasformare il loro meraviglioso giardino in un museo faunistico aperto al pubblico. Dal 2017 il Parco Pallavicino fa parte del circuito delle Terre Borromeo.

Sul lungolago di Stresa in direzione Belgirate si estendono i 18 ettari di parco dove l’anima botanica e la fauna convivono in armonia. Qui sono ospitate oltre 50 specie di mammiferi e uccelli, e nel tempo alcuni esemplari selvatici salvati dalla guardia forestale hanno trovato casa nel parco e che non sopravviverebbero se liberati di nuovo in natura. Gli specialisti della flora lavorano per valorizzare il ricco patrimonio botanico che le condizioni climatiche uniche del Lago Maggiore offrono. Il Flower Garden è un esempio della creatività e dell’impegno che i giardinieri mettono ogni giorno nella cura del verde.

Parco Avventura Mottarone
Al Mottarone Adventure Park, avventura e divertimento si uniscono alla voglia di riscoprire la natura. Situato a 15 km da Stresa e a soli 2 km dall’uscita della Strada Privata Borromea, è la meta ideale per trascorrere una giornata emozionante con la famiglia e gli amici nei boschi del Parco del Mottarone. Godendo della vista del Lago Maggiore e delle Isole Borromee, il Parco Avventura Mottarone propone 3 percorsi con diversi livelli di difficoltà, a partire dai 6 anni.

Tree Climbing: per chi vuole provare l’emozione di arrampicarsi sugli alberi. Tutti possono cimentarsi in questa prova, partendo dalla salita più breve è possibile sfidarsi fino all’ultimo appiglio sull’albero più alto. Grazie ai discensori magnetici, in caso di mancanza di presa, ogni discesa a terra viene addolcita: il sistema prevede infatti lo sgancio della fune a velocità ridotta, per evitare eventuali strappi.

Area Baby: uno spazio per i più piccoli, dai 3 anni in su, comprende 2 percorsi da 15 e 16 esercizi con ponticelli, passerelle, scalette, pareti inclinate, ecc.

Net Experience: percorsi a rete a 3 metri di altezza collegati a casette posizionate tra gli alberi, dedicati ai bambini dai 3 anni in su, dove potranno divertirsi immersi in palline colorate.

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