Piano terra, Museo Poldi Pezzoli

L’edificio che ospita il museo risale al 17 ° secolo ed era stato acquistato da Giuseppe Pezzoli, antenato di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, alla fine del 18 ° secolo.

L’architetto Simone Cantoni (1736-1818) lo aveva adattato in stile neoclassico, con un grande giardino inglese pieno di statue e fontane. Tra il 1850 e il 1853 Gian Giacomo affidò a Giuseppe Balzaretto (1801-1874) un’ulteriore modifica, contemporaneamente alla ristrutturazione del suo appartamento.

Ingresso
Milano: l’ingresso del museo si affaccia sul cortile interno dell’omonimo Palazzo Pezzoli in via Manzoni 12, precedentemente noto come via del Giardino. Prima dell’apertura del cortile, risalente al 1960, i visitatori avevano accesso al Museo dalla porta di via Morone, una strada laterale di via Manzoni. All’ingresso i visitatori sono accolti dal ritratto di Gian Giacomo Poldi Pezzoli.

Stanza delle armi
La Sala d’Armi fu la prima sala della Casa Museo e si trovava al piano principale, nella Sala Trivulzio. L’attuale allestimento, dal 2000, è opera del grande scultore Arnaldo Pomodoro, che interpreta il tema dell’armeria valorizzandone l’identità storica.

Gian Giacomo Poldi Pezzoli, appassionato collezionista di armi antiche, aveva affidato le prime opere all’architetto Giuseppe Balzaretto e allo scenografo Filippo Peroni, con la collaborazione di Paolo Gazzoli per gli stucchi e Pompeo Bertini per le finestre. L’effetto teatrale dello stile neogotico ha dominato la sala, affollata di stendardi, armi, armature, trofei, vetrine e manichini.

L’ambiente fu completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale e gli oggetti preziosi trasferiti al piano terra. La collezione è composta principalmente da pezzi del Rinascimento milanese e bresciano, con particolare attenzione alle armi da parata. Un secondo importante gruppo è costituito da armi da fuoco tedesche del XVI e XVII secolo.

La Sala d’Armi fu costruita in stile neogotico tra il 1846 e il 1851 dal pittore-scenografo Filippo Peroni (che lavorava per il Teatro alla Scala), con stucchi di Paolo Gazzoli e vetrate di Pompeo Bertini.

L’effetto teatrale ha dominato l’ambiente, affollato di stendardi, armi, armature, trofei, vetrine e manichini.

L’ambiente fu completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale.

Sala dell’affresco
Il Salone dell’Affresco deve il suo nome al grande affresco del soffitto del pittore lombardo Carlo Innocenzo Carloni, l’Apoteosi di Bartolomeo Colleoni. L’affresco, proveniente da Villa Colleoni a Calusco d’Adda, fu trasferito al Museo durante i lavori di ricostruzione postbellica. Nella vetrina sul muro di fronte all’ingresso si trova il magnifico tappeto da caccia, un esemplare unico, proveniente dalla Persia nord-occidentale e dal tato 1542/1543. La sala è anche dedicata ad ospitare mostre temporanee, conferenze e convegni.

Stanza dei tessuti
Come la Sala degli affreschi e la Sala dei collezionisti, anche la Sala dei tessuti è dedicata ad ospitare mostre temporanee. Nel tempo ha cambiato diversi usi: nel secondo dopoguerra fu allestito per l’esposizione di tappeti e oggetti archeologici, quindi delle collezioni tessili del museo.

Biblioteca
La Biblioteca, una delle più importanti biblioteche private di Milano, comprende quasi 3500 volumi stampati, dal XV al XIX secolo: incunaboli, Aldine, edizioni Bodonian, libri illustrati del XVIII e XIX secolo. La biblioteca arrivò per eredità al padre di Gian Giacomo da suo zio, l’abate Giovanni Maria Pezzoli, raffigurato in uno dei dipinti esposti nella stanza. Gian Giacomo ha aumentato la collezione. I titoli nel catalogo coprono una vasta gamma di discipline, dalla religione alla filosofia, fino alla storia, geografia e letteratura – italiano, latino, viaggi. Informazioni per la consultazione

Stanza dei merletti
Nella grande cassettiera della Sala dei Pizzi ci sono le collezioni di pizzi, ricami e ventagli, che sono arrivati ​​al Museo grazie alle generose donazioni di alcune donne milanesi. Numerosi lacci, antichi e preziosi, facevano invece parte dell’abito della casa di Gian Giacomo. Il gran numero di pezzi esposti consente di seguire le fluttuazioni della moda, attraverso cambiamenti nei disegni e nelle tecniche utilizzate. La collezione comprende manufatti italiani dal XVI al XX secolo, molti dei quali sono lombardi e un piccolo nucleo di origine fiamminga.

Scala antica
La scenografica scala barocca, impreziosita da un’elegante fontana, collega l’ingresso e le stanze al piano terra con le stanze al piano principale. La scala era il vecchio accesso agli appartamenti di Gian Giacomo Poldi Pezzoli ed è stata progettata a partire dall’antica scala dell’edificio, decorata con sei nicchie che contengono altrettante statue di grandiosità monumentale: Prudence, War, Piety, Wisdom, Faith and Theocracy . La decorazione a stucco delle pareti e il lucernario in vetro dipinto furono distrutti durante i bombardamenti del 1943, mentre furono salvate cinque cassapanche in noce con uno stemma dorato e la parola “Poldi” sul retro.

Museo Poldi Pezzoli
Aperto al pubblico nel 1881, amato dal pubblico milanese e internazionale, il Museo Poldi Pezzoli incanta non solo per il fascino delle sale, che evocano le epoche del passato dal Medioevo al XVIII secolo fino all’Armeria reinterpretato dall’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro, ma anche per la varietà e la ricchezza delle collezioni. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellana, vetro, mobili, orologi solari e meccanici: oltre 5000 oggetti straordinari, dall’antichità al diciannovesimo secolo, immersi in un’atmosfera magica.

Nel cuore di Milano, creato grazie alla passione del nobile collezionista d’arte Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879), il Museo Poldi Pezzoli è una delle case-musei più importanti e famose al mondo. Si trova accanto al teatro alla Scala, nella strada un tempo chiamata “corsia del Giardino”. In realtà, dietro la severa facciata neoclassica del palazzo c’è ancora un bellissimo giardino.

La casa-museo, amata dal pubblico milanese e internazionale, fu aperta nel 1881; affascina non solo per il fascino delle stanze, evocando il passato (dal Medioevo al XVIII secolo fino all’Armeria dell’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro), ma anche per la varietà e la ricchezza delle sue collezioni. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, braccia e armature, gioielli, porcellana, vetro, mobili, orologi: oltre 5000 pezzi dall’antichità al XIX secolo sospesi in un’atmosfera magica che rievoca quella scelta dalla grande arte milanese collettore.

Il museo Fa parte del circuito del “Case Museo di Milano” ed espone opere di numerosi artisti, tra cui: Perugino, Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Antonio Pollaiolo, Giovanni Bellini, Michelangelo Buonarroti, Pinturicchio, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Jacopo Palma il Vecchio, Francesco Hayez, Giovanni Battista Tiepolo, Alessandro Magnasco, Jusepe de Ribera, Canaletto, Lucas Cranach il Vecchio, Luca Giordano.